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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.44 (1917) n.2255, 22 luglio

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'---L ’ ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PR IV A TI

i n EH • Voi. «IVIII

firenze-Borna, 22 M ia 191/ { S

Z5« l vlC ' - / , r ,a ~ B. 22SS

P er uniformarci alle presunzioni sulla economia della carta, d’ ora innanzi pubblicheremo soltanto una volta al m ese i prospetti che si trovano alla fine del fascicolo e che includono variazioni m en­

sili .

Il continuo accrescersi dei nostri lettori ci dà affidamento sicuro che, cessate le difficoltà mate­ riali in cui sì trova la sta-mpp periodica, per effetto della guerra, potrem o riportare ampliamenti e miglioramenti al nostro periodico, ai quali già da tempo stiamo attendendo.

*

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Il prezzo d abbonamento e di L . 2 0 annue anti­ cipate, per 1 Italia e Colonie. Per l ’ Estero (unione postale) L . 25. Per gb' altri paesi si aggiungono le spese postali. Un fascicolo separato L . 1.

SOMMARIO ^ PARTE ECONOMICA.

E casi che rifaremo l’ Italia?

Lo spostamento delie classi sociali in Italia nel de­ cennio precedente alle guerre (Giulio Curato).

Sulla tassa speciale per l’ assistenza civile. La questione agraria.

NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE.

Gli Stati Uniti limitano e disciplinano 1© esporta­ zioni — La produzione della seta nel mondo durante il 1916.

LEGISLAZIONE DI GUERRA.

Censimento legna e carbone _ Denunzia della na­ zionalità delle ditte commerciali ed industriali — I prezzi dei cereali pel 1918 — Cessione dell’ olio. NOTIZIE - COMUNICATI - INFORMAZIONI.

Compagnie di Assicurazione tedesche — Entrate d ell’erario — Censimento delle macchine per fabbri­ cazione, il trasporto dei combustibili — I crediti di guerra in Francia — Sesto prestito austriaco — Il raccolto degli Stati Uniti — I redditi dell’Austria- Ungheria — La riforma degli « zemstvo ».

SOCIETÀ’ ITALIANA PER LE STRADE FERRATE MERIDIONALI.

Situazione degli Istituti di Credito mobiliare, Situazio­ ne degli Istituti di emissione italiani, Situazione de­ gli Istituti Nazionali Esteri, Circolazione di Stato nel Regno Unito, Situazione del Tesoro italiano, Tas­ so dello sconto ufficiale, Debito Pubblico italiano, Riscossioni doganali, Riscossione dei tributi nell’ eser- cizio 1914-15, Commercio coi principali Stati nel 1915, Esportazioni ed importazioni riunite, Impor­ tazione (per categorie e per mesi), Esportazione (per categorie e per mesi).

Prodotti delle Ferrovie dello Stato, Quotazioni di valori di Stato italiani, Stanze di compensazione, Borsa di Nuova York, Borsa di Parigi, Borsa di Londra, Tas­ so di cambio per le ferrovie Italiane, Prezzi dell’ ar­ gento.

Cambi all’ Estero, Media ufficiale dei cambi agli effetti dell’ art. 39 del Cod. comm., Corso 'medio dei cambi aocertato in Roma, Rivista dei cambi di Londra, R i­ vista dei cambi di Parigi.

Indici economici italiani. Valori industriali.

Credito dei principali Stati.

Numeri indici annuali di varie nazioni.

A V V I S O

In seguito ad a ccordi che la nostra Amm inistrazione ha potuto prendere starno Iteti dt poter mettere a disposizione dei nostri sigg A b ­ bonati gratuitamente alcune copie del R ESO C O N TO UFFICIALF DFI C O N V E G O IN TER PA RLA M E N TAR E DI R O M A , U q u lie è , „ Co rSt d. stampa. Preghiamo quegli abbonati cui la pubblicazione fosse per ,nteressare di inviarci con cortese sollecitudine la prenotazione.

• ____________ L ’AMMINISTRAZIÓNE.

PARTE ECONOMICA

Per qualsiasi comunicazione i signori abbonati fa­ ranno cosa cortese di aooiiunaere la fascetta colla qua­ le ricévono il periodico.

È così che rifaremo l’ Italia?

tn,ÌÌella nddta dei P.ro;Positi che animano' ed agi­ tano ormai le menti di molti su ciò che si dovrà fare dopo la guerra, per redimere anche il nostro

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volezza o di noncuranza (si afferma) nel quale usava starsene, prima di esserne risvegliato dal costi/’ ir Ì ‘ crediamo, a

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ma b V Sen.za Una conveniente piattafor­ ma dalla, quale spiccare il volo, conducano ad eventuali futuri e tardivi scoraggiamenti od a resipiscenze intempestive.

Nessuno più di noi certo: può desiderare che mn° ’ hsf 110111 principale, effetto della nostra ine­

luttabile partecipazione al conflitto, sia quello di aver scosse le energie e le coscienze e le atti- vita nazionali, in modo da accelerarne il ritmo e possibilmente di aver loro fatto compiere quasi un salto dr qualche decennio nella scala decloro natui ale procedere, in modo da rendere il no-che0 altrfen ^ r J°ntano da duel ^ a d o di civiltà

che altri popoli hanno già saputo raggiungere con anticipazione considerevole. In fóndo più di questo non possiamo sperare di poter ’ con­ seguire, che se volessimo addirittura pretendere di precedere le altre nazioni nel cammino del progresso,, potremmo, in virtù, del nostro solo buon senso, dichiararci folli.

Conteniamo invece le mire nei limiti del rag giu agibile e figuriamoci che il nostro grado d nr'l’ . r i 6536’,,1" confronto a quello del paese pii progredito, alla distanza di circa cinquantanni' potremmo dire troppo, potremmo dire m olto, mi c?o non monta, che non vogliam o già stabilire, il modo assoluto, up periodo, bensì solamente pren dere una cifra a titolo di esempio.

Sarebbe ora da stabilire con quale passo, cor quale velocita prima della guerra noi marciava­ mo m rispetto al passo, alla velocità degli altr popoli o del popolo più civile, per ritrovare sì

nella marcia, ancorché distanziati, stavamo per­ dendo od acquistando terreno.

Ben difficile ci sembra il poter stabilire comun­ que una misura di velocità, la quale è prodotto- d tanti e disparati incalcolabili fattori; pur tuttavia ci aiteremo alla migliore dèh e ipotesi, a quelli cioè -che ci consente -di affermare che il nostre passo, era sincrono e di eguale ampiezza a quel­ lo- degli altri paesi più civili.

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cammi-22 Luglio 1917 — N. cammi-2265

no -che percorre ad esempio un reggimento sulla stessa strada, noi troveremo come sia cosa tutt’ altro che facile il mantenere Una colonna di uomini in marcia alla loro andatura normale e prescritta, e come se può riuscire menò difficile il mutare la velocità dei reparti , in testa alla co­ lonna, (sia oltremodo. arduo* l’ ottenere rapidamen­ te lo stesso effetto nel centro e nella coda, senza guastare la omogeneità della, compagine o sen­ za produrre discontinpità. Non parliamo poi di ciò che accadrebbe, se volessimo* ai primi ó mi­ gliori reparti del reggimento far compiere addi­ rittura degli sbalzi, delle corse, col proposito che tutta la colonna si uniformasse ai movimenti di quelli. La massa non potrebbe seguire senza scompaginarsi, senza sbandarsi, senza perdere con estrema facilità i collegamenti.

Non diversamente si comporta un popolo, a* no­ stro* credere, nel suo cammino di progresso e verso una civiltà più perfetta.

V i possono ben essere degli elementi più ad­ destrati, più pratici, più solleciti i quali sanno ac­ celerare le loro andature e quali* pionieri cam­ minare celérmente verso miète* lontane, ma essi non hanno nè possono avere la* forza di tra­ scinare con* se ad eguale velocità tutta la massa, nè questa è. fornita, almeno per ora in Italia, di mezzi propri sufficienti ad accrescere notevol­ mente il.ritmo. Non dimentichiamo che malgrado gli insegnamenti che possono esser derivati dal­ la guerra sia alle masse agricole, sia a quelle operaie, malgrado l’ elemento femminile sia più rivolta alla produzione, malgrado un migliore spirito di organizzazione, la materia di cui* pos­ siamo disporre* è sempre la stessa ! E non solo la materia umana, mia i sistemi non sono variati, i concètti stessi che informano la nostra posizio­ ne di civiltà arretrata.

Ne* vogliamo dare un esempio*; in una* gazzet­ ta dei giorni scorsi leggiamo quanto 'segue :

« Eravamo* ancora sotto l’impressione della de­ li n.unzia fatta alla Camera dall’ on. Micheli di 4

« mila maestri di Campagna pagati con L . 39 e

« centesimi 12 al mese, quando *ci è stato* riferito « che qualcosa di più, grave si verifica non in* al- « tre campagne ma in Firenze, è, cioè, che il « nostro* Comune retribuisce con mensili lire 25,

« senza centesimi, circa settanta maestre degli « educatori.

« Il fatto si verifica da anni e durante la guer- ; « ra si è aggravato perchè il grasso stipendio di « 25 lire mensili è stato lasciato intatto, ma il

« lavoro aumentato.

« Appena pervenutaci questa .notizia avevamo « supposto si trattasse di uno scherzo : ma pur­ ee troppo da indagini sicure ci è risultato doloro- ee samente vera.

ee In una 'città che si' permette il lusso di un di- ee rettore generale di scuole elementari con uno ee stipendio superiore a quello di un prefetto del ee regno, di due vice-direttori retribuiti con di- ee verse migliaia, di moltissimi direttori didattici ee pagati assai meglio di alti funzionari dello *Sta- ee to questa ingiustizia non. può prolungarsi. Pri- ee ma di spendere ulteriormente, sia pure un sol- ee do, in regali di librq di medaglie, prima di scia- ee lacquare dell’ altro in feste, di parata, e relative ee esercitazioni corali, tanto care alla direzione ge- ee nerale delle scuole, si deve provvedere al pane ee delle educatrici dell’infanzia. Una città colta e ee gentile non può, non deve trattare molto peg- ee gio delle bidelle queste benemerite insegnanti, ee che ;han speso, denari e han consumato i loro ee anni migliori per conseguire un diploma. Il Co- ee mune di Firenze nehcapitolo di bilancio, ee istru­

ii zione » spende assai; paga relativamente be,ne

ee il suo personale insegnante, ed anche non pochi

ee che, assunti cqme insegnanti,, stanno da anni ee negli uffici' della direzione generale delle scuo- ee le, la quale poi retribuisce i supplenti di. codesti ee signori, in modo non diverso dalle educatrici ee di cui sopra.

ee Questo stato di cose degrada, per servirci del- ee le parole deH’ on. Micheli, degrada maestre e ee scuola. Chi ha ancora, un briciolo di cuore deve ee unirsi a noi e ; protestare.

ee L ’ anno scorso* in Consiglio Comunale vi fu ee una solenne protesta contro la mania spénde- ee reccia dell’ufficio di pubblica istruzione, che pro- ee poneva l’ istituzione di due posti di* vice- diret­ ee tore generale, tanto poco necessari che i due ee chiamati a coprirli anche prima della riforma ee dell’ organico andavano* in ufficio una settimana ee per uno. La protesta andò a vuoto e lo* sperpero ee seguitò. Ma quell’ ufficio così proclive a spen ee dere può lasciare le educatrici allà1 fame ? ».

Ci sarebbe facile moltiplicare gli esempi di questo genere e, riportandoci ad altri campi, di­ mostrare : quale sia il ,meschino* concetto che an­ cora si ha nel nostro paese per la coltura, per la educazione del nostro popolo*; come sia idea­ to e congegnato ed attuato* il* problema fon­ damentale delle scuole, e come in genere tutto ciò che rifletta l’esercizio delle pubbliche animi* nistrazioni sia* grottésco, incongruo, palssivo, inefficiente, deleterio!

H a portato* la guerra finora alcun principio di riforme e di cambiamento* di indirizzo? Non ne vediamo; tutt’ al più vediamo qua e là accennati i problemi più vitali e rinviati* al dopo-guerra oer la soluzione. E ’ sinceramente da credersi che do­ po la guerra essi saranno risolti? Ne dubitiamo fortemente, poiché -se lo* stato* di guerra, il quale pur costituiva, incentivo e giustificazione e occa­

sione opportuna per la'attuazione di qualsiasi in­ novazione, non ha favorito alcuno di quei cam­ biamenti di metodo da tanti anni invocati, tanto meno potrà' sperarsi che, cessato* lo stato,ecce­ zionale, si trovi la forza di imporre* o di_ attuare riforme, le quali forse implicano aggravi che, a guerra finita saranno giudicati incompatibili col­ le finanze del paese. Non è così quindi che po­ tremo Sperare di rifare l’ Italia di portarla in a- vanti, nella scala della civiltà, più che essa non vi possa pervenire per cose naturali ; col suo passo* nomale e* lento, consono alla apatia, alle inettitudine delle classi dirigenti, alla piaga del parlamentarismo*, alle vergogne della profonda ignoranza del suo popolo ! .

Abbiamo* voluto con queste poche considerazio­ ni far riflettere una volta di più che seria guerra apre agli occhi di alcuni ed al desiderio _ di tutti la visione di trasformazioni* e di progressi rapidi, non è certo coi sistemi che vigono, nè colle masse della nazione così malamente e inettamente am­ ministrate che potremo* raggiungere le mete care a alianti hanno a cuore il benessere, la civiliz­ zazione il progredire del nostro* paese.

E ’ bene che" a ciò riflettiamo prima che com- - mettiamo* nuovamente il peccato delle facili illu­ sioni. »

Lo spostamento delle classi sociali io Italia

nel decennio precedente alle guerre

Nella. « Riforma, sociale » ho calcolato- in cifro (ri­ cavate dal confronto fra i risultati dei due ultimi oensi- nomicamenti) l*a misura del fenomeno suaccennato, che interessa, in quanto è indice dell’ andamento* della vita economica e sociale della Nazione, durante il primo de­ cennio del nostro secolo.

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Naziò-22 Luglio 1917 — N. Naziò-2255 L’ECONOMISTA

ne, raggiunta l ’ unificazione politica, viene a formarla in unità economico-gociale (ed il lavoro di questa fase fu ricono-sciuto nelle feste del cinquantenario), aprendo La. fase, olle può chiamarsi «espansivi.», iniziata (con la guerra Libica e che si svolge oggi con la partecipazione alla guerra Europea,

Nel periodo ricordato l ’Italia ha aumentato la sua popolazione totale notevolmente : volendo anche ammet­ tere che tale, aumento mantenga la sua inedia di oggi Costantemente (e non è detto che non possa anche accen­ tuarsi), il numero dei suoi abitanti verrebbe in 150 anni a sommare il doppio dei presenti oggi.

Voglio porr© questa come media costante dell’ aumento di tutta la popolazione italiana : questa media come è facile dedurre, si ricava dalle cifre che rappresentano il movimento individuale dei singoli gruppi formanti la nazione. Ora .dalla varia distribuzione, del movimento totale fra i varii gruppi risulta il determinarsi della nuova compagine 'sociale.

Elcco- dunque da che cosa sono dati gli elementi da cui risulta cotesta media.

In primo luogo è il gruppo di popolazione che oggi non produce più e che perciò può chiamarsi di popola­ zione « consumatrice », il quale si è di poco allontanato dalla media nazionale. A sua volta la -cifra di questo gruppo è data dalla media risultante dalla diminuzio­ ne della popolazione -di professione ignota e della popo­ lazione disoccupata e dali-aumento degli assistiti, pensio­ nati e proprietarii. Il diminuir© della prima può ascri­ versi a miglioramenti tecnici nella organizzazione del censimento e quello della seconda può dipendere da cause passeggiere. L ’aumento indica invece un presumibile mi­ glioramento nella condizione economica generale ; ma può anche essere frutto del diffondersi in Italia, tutta delia, tendenza, finora ristretta a qualche regione, di con­ siderarsi ricchi, solo pe-rbhè si è raggiunto l ’ideale di una casetta, di un, palmo di terreno al sole, di una pen­ sione, che dia l ’ illusoria autorizzazione a non lavorare

più.

Il secondo gruppo, che chiameremo « popolazione ac- cumulatrice », perchè, -sebbene, come il precedente, non produce, pu-re forma la popolazione -che in avvenire pro­ durrà, preparando da oggi la società futura.

Anche tal gruppo ha aumento coincidente con quello generale, ma, mentre i l sotto-gruppo dei bambini ha lieve aumento (e ciò può un poco impensierire chi consi­ deri -che la prima condizione ' per raffermarsi di un po­ polo nelle competizioni, pacifiche e guerresche, interna­ zionali è il njimero, come forse'sta dimostrando anche la guerra attuale, più di quello che non sembri a chi la vede troppo superficialmente), l ’ altro sotto-gruppo, degli studenti, ha un notevolissimo aumento, di un terzo od un quarto ; vi è dunque un intensificarsi della vita na­ zionale nel preparare le prossime generazioni più istrui­ te, visto- -che, se è vero che occorre il numero nell© lotte di razze e di nazioni, o-dcorré anche la qualità. -E’ questo -un fenomeno che può, confortare, indicando una miglio­ rata condizione economica nelle famiglie, sicché è possi­ bile mandare a scuola -chi prima doveva guadagnarsi di 'che vivere : è da augurare che tali studenti non fini­ scano per essere degli intellettuali spostati, ma dei pro­ duttori più capaci.

Ma, se i due gruppi di popolazione, ora visti, i consu­ matori -attuali e produttori passati e i consumatori at­ tuali e produttori futuri, si contrappongono nella dina­ mica storica della vita nazionale, perchè l ’ uno è il pas­ sato e l ’ altro l ’ avvenire, d ’altro- canto- si assimilano nella funzione statica dell’economia nazionale,, in quanto tutti due rappresentano un peso, sono persone che nel bilan­ cio della -grande famiglia italiana rappresentano spese, -persone che vivono in quanto altri lavora e produce per 'loro, oltre che per sè.

Il gruppo dei produttori passati è rappresentato da circa un milione di persone : quello dei futuri da circa dieci : vi è dunque, come del resto è naturale e si intui­ sce facilmente, un limitatissimo numero di persone che vive senza normale speranza di produrre, ed un numero decuplo di persone che, pur non- produbend-o oggi, si pre­ para- al domani. Insieme i due gruppi, oggi ugualmente passivi nell’economia nazionale, rappresentano meno di ■un terzo della popolazione totale.

Vediamo ora gli altri due terzi, i produttori attuali, nelle loro trasformazioni durante il periodo in cui-, in- .consciamente, ma- non senza efficacia-, venivano prepa­ randosi I© condizioni che la nazione doveva trovare nel­ le guerre.

I produttori. — Fra coloro che attualmente producono nella grande famiglia italiana è doveroso collocare la

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popolazione domestica, cioè tutte le nostre buone donne d i casa, attendenti a-ile cure della famiglia: se il loro la­ voro non produce utilità misurata nello scambio dalla

moneta e quindi non si manifesti in aumento di moneta disponibile per la famiglia, non è d'altro canto men vero che esse lavorano come gli altri e che la loro- opera ha per noi non trascurabile -utilità ; si pensi a quello -che si spende e non si riesce ad avere, quando si vive fuori di [famiglia e si avrà un’ idea dell’importanza del loro la­

voro. E ’ uno dei maggiori gruppi della popolazione ita­ liana, di Cui assorbe bene un quinto, ed ha avuto nel decennio il notevolissimo aumento di più -che un set­ timo.

Gli addetti ai servizii diminuiscono di parecchio, per­ chè, mentre i domestici, camerieri e cameriere, aumen­ tano, i servizii di piazza (facchini, ecc.) diminuiscono fin quasi a scomparire.

Non è facile indicare la ragione di tali mutazioni : l’ aumento-della popolazione- casalinga e dei domestici può benissimo indicare miglioramento nelle condizioni economiche della famiglia.

X X

Ma i gruppi demografici che più interessa studiare nelle loro modificazioni sono quelli compresi nelle gran­ di categorie comunemente usate : agricoltura, industria, commercio, impieghi e professioni. Tutta auesta popola­ zione, per le modificazioni precedemente viste nella distribuizione delle occupazioni, non ha che lievissimo aumento nel decennio-; il che, se da un lato può signi­ ficare minore necessità nella- famiglia di far lavorare i suoi componenti, dall’ altro lato- ci indica contempora­ neamente minor© produttività attuale, cioè, in comples­ so, passaggio- della famiglia dal tipo prevalentemente -attivo e lavoratore al tipo, più ricco, ma meno produtti­ vo, in cui sono in, maggior numero gli attendenti alle cure domestiche, gli studenti, i -proprietarii, ec-c.

La composizione della popolazione produttiva in sen­ so- stretto, è indicata da pochissime cifre tonde : nove mi­ lioni di agricoltori, quattro- e mezzo di industriali, più di uno di -commercianti, mezzo di impiegati e mezzo di profes­ sionisti : in tot-ale è quasi una metà della popolazione che deve più richiamare l ’attenzione.

Notevolmente aumentano i professionisti, specialmente ingegneri e ragionieri, cioè le professioni che più da vi­ cino seguono, lo sviluppo industriale e . commerciale della nazione.

Tra gli impiegati -sono specialmente i militari che au­ mentano, poi gli insegnanti.

Il triplice gruppo, di agricoltori, industriali e commer­ cianti, il nucleo fondamentale' della costituzione econo­ mica nazionale, sale da. 14,50 milioni a 14.92 con aumen­ to complessivo- di 1/35 di fronte a 1/15 che rappresenta l ’aumehto totale della popolazione italiana, cioè di un’ aumento proporzionale minor© della metà : -se da un lato questa -cifra può indicare migliori -condizioni di vita e quindi minore necessità di procurarsi il lavoro, d ’altro canto non può negarsi che essa può -an-che significare in­ debolimento- della attività produttrice, come si è già detto sopra.

Decomponendo- il gruppo- nei suoi elementi si vede che 1’-agricoltura diminuisce di 1/27, méntre aumentano l ’ in­ dustria (di 1/6) ed il commercio- (di 1/7), -cioè la, nazione segue la tendenza, comune ai maggiori e più civili -stati moderni, di industrializzazione e sviluppo commerciale.

Nel commercio l ’aumento è quasi completamente as­ sorbito ¿ai trasporti, che crescono di quasi un terzo.

-Le modificazioni, che hanno subito i due gruppi di -a- gricoltori ed industriali, è quel che o-ra vedremo.

Agricoltori ed industriali. — Sono questi due i gruppi più numero-si ed importanti della popolazione produtti­ va © di tutta la popolazione italiana, come di tutte -le altre popolazioni.

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dustrializzazione ; ma altri, studiando altri fenomeni, no­ tava una s a perproduzione industriale e preconizzava una crisi (Bacili, l ’Italia economica prima della guerra).

Gioverà osservare più minutamente le variazioni su- bìte^iiel decennio da queste due classi principali dell’e­ conomia nazionale.

L ’ industria è distinta in 14 sotti) classi : la più impor­ tante è quella del vestiario, die, con le affini (pelli e tessili), rappresenta i 18/45 del totale dell’ industria e questa sottoclasse è l ’ unica (trascurando la piccola in­ dustria della carta, che anche essa diminuisce di 1/3) che diminuisce di un diciottesimo. Tutte le altri dieci indu­ strie aumentano' e specialmente le chimiche, le poligra­ fiche e quelle^ dei veicoli, cioè le industrie per le quali più dipendevamo dai nostri attuali nemici : era dunque già cominciato il lavorìo minuto e silenzioso di liberazio­ ne, che la guerra doveva poi altamente proclamare ; que­ ste industrie sono più che raddoppiate e quella di pre­ cisione è quasi raddoppiata. Sono queste le industrie politicamente più importanti, perchè ci asservivano allo straniero; ma anche le altre, che potrebbero chiamarsi più importanti sociàlmente, perchè occupano il maggior numero di lavoratori, come quelle edilizia., alimentare, del legno-, meccanica, aumentano e non di poco. Tutto ciò si spiega ricordando che è il totale delle industrie che aumenta, caratterizzando la tendenza delTeconomia nazionale.

Ma le più profonde modificazioni sembra avere suhìt-o la maggiore forma di occupazione degli italiani, l ’agri­ coltura.

Essa occupa più di un quarto di tutti gli italiani; più di un terzo di tutti i produttori, compresi le donne di casa ; più di una metà dei produttori nel significato ri­ stretto della parola : cioè, sommando insieme gli indu­ striali, i commercianti, i professionisti, gli impiegati e i domestici, non si raggiunge ancora la somma degli a- gricoltori. Ed aneli© del reddito, nazionale l’agricolo è circa una metà. Dunque la nazione è, come molte altre, eminentemente agricola.

E l ’agricoltura ha subito in Italia nel decennio esa­ minato più profonde modificazioni : essa è in primo luogo diminuita di fronte a ll’ aumento dell’ industria, del com­ mercio' © delle professioni.

Ma più importanti sembrano le sue modificazioni in­ terne ; infatti (trascurando l ’imperoettibile aumento dei fittavoli) sono diminuiti di un quarto i mezzadri, di un terzo i lavoranti per conto proprio e di ben due tèrzi i contadini obbligati per aumentare di molto più della ]metà i giornalieri : questi ultimi rappresentano ormai quasi una metà di tutti gli agricoltori italiani. Chi pen­ si quanta diversità di vita passi tra la piccola proprietà rustica e la mezzadria da un lato ed il lavoro puro dal­ l ’ altro e questo lavoro consideri nella forma instabile del contratto giornaliero, contrapposto a. quello a mese o più comunemente ad anno, può rendersi conto dell’im- portanza di queste aride cifre. Tutta la concezione della vita è diversa : chi non è legato alla sua terra e nerume no interessato alla produzione, chi passa. mesi interi senza potere guadagnare nulla e poi percepisce, anche per solo brevi periodi, salarii considerevolissimi, costui, dico, assai più facilmente sarà indotto ad emigrare, an­ che permanentemente ;' assai più facilmente si sentirà, anche di fronte all’azione degli enti pubblici, svincolato dalla, considerazione della produzione e dell’interesse ge­ nerale. Il fenomeno è così importante e così diversamente valutato dai partiti politici e dagli studiosi che è pru­ dente non pronunziare su di esso un giudizio di valore. Conclusione. —- Così la vita italiana nell’ ultimo de­ cennio di pace presenta la. popolazione aumentata, spe­ cialmente di non produttori (un poco gli ex-produttori e proprietarii, molto i futuri produttori, bambini e studen­ ti) : fra i produttori aumentati gli attendenti all© cure domesiche, gli industriali (specie per quell© industrie in cui ITtalia era sqggetta alTimportazione), gli addetti ai trasporti, i, professionisti, mentre .Tagricoltura, la gran madre di ricchezze,. diminuisco ed assume la forma di oc­ cupazione libera ed instabile.

Fra tali tendenze demografiche ITtalia chiudeva il cinquantenaria di costituzione interna nazionale e si pre­ parava, inconsciamente, alla guerra : dirà La statistica futura gli effetti, immediati e più i mediati, di questo profondo sconvolgimento sociale : noi, consci delle de­ bolezze d a .correggere e delle energie da sistemare, pò-, tremo guardare, non con megalomania; ma con sere­ nità, Tavyenire.'

GIULIO CURATO.

Sulla tassa speciale per l’assistenza civile

Nella seduta tenuta dalla Camera Tll luglio, il ministro Comandini, rispondendo agli oratori che avevano trattato dell’assistenza civile, ebbe a por­ gere alcune notizie e ad esporre alcune sue vedute. In riassunto, egli disse che in questo campo Fa­ zione dello Stato si è più che altro rivolta a rego­ lare e coordinare Tiniziativa privata, la quale ha mostrato slancio e generosità; che Comitati d’.assi- 'stenza civile è desiderabile ne sorgano in ogni Co­

mune; ch’essi finora raggiungono il .numero di cir­ ca quattromila; che le oblazioni raccolte complessi­ vamente ascendevano, al 30 giugno 1916, a ben cin­ quanta milioni; che la tassa speciale, che a tal uopo i Comuni hanno facoltà d’imporre si va progressi­ vamente applicando; che per altro, essendo del tut­ to locali la sua applicazione e l’impiego del suo ri­ cavato, il Governo ha creduto e crede conveniente lascia facoltà ai Comuni ¡’imporla, non renderla ob­ bligatoria.

Il complesso delle cose non va male. Cinquanta milioni, che ora saranno assai più, raccolti nel so­ lo primo anno di guerra, sono una bella somma, specie se si consideri che il patriottismo dei citta­ dini li ha elargiti contemporaneamente .all’aggra- varsi dei tributi e al crescere delle difficoltà della vita. Anche quattromila Comitati sono un numero ragguardevole. Certo, si può augurare che ne sor­ gano ancora altri, ma in tutti i Comuni è un modo di dire : non va dimenticàto che dei più che 8200 Comuni del Regno non pochi sono poverissimi, pa­ recchi sono piccolissimi o spopolati.

Y’è solo da rammaricarsi che le notizie comuni­ cate dal Ministro non si estendano fino a una data che sia alquanto più recente della fine di giugno 1916, Sarà perchè essa era indicata nel questionario da lui diramato ai Presidenti dei Comitati al princi­ pio di quest’anno. Appunto scrivendone nel nostro numero del 4 Febbraio, fino da allora ci parve che fosse stata scelta un »po’ remota. Ora poi sono tra­ scorsi molti altri mesi. Ohe proprio i Comitati, o il loro maggior numero, siano tanto poco solerti nel restituire al Ministero, debitamente riempiti, i mo­ duli del questionario? E non si potrebbe dal Ministe­ ro, dopo avutili, eseguirne lo spoglio con una certa maggiore rapidità? Al Parlamento, ora che è chiuso, per un pezzo non vi sarà luogo di darne comunica­ zione. Ma oltre al Parlamento v’ è il paese; pel qua­ le una pubblicazione che rendesse noti i risultati, dello spoglio anzidetto, dovrebbe, se non erriamo, riuscire molto interessante. Sarebbe inoltre un mo­ do di onorare i Comitati più operosi e più beneme­ riti, di spronare gli altri .

E a proposito di pubblicazoni, ve n’è un’ altra che ci sembra consigliabile : quella che renda noto quan­ ti e quali Comuni del Regno abbiano a tutt’oggi po­ sta in vigore la tassa speciale, o sovrimposta che voglia dirsi, a favore dell’assistenza civile, e quali no. E’ questo uno stato di fatto che il Governo for­ se già conosce, e che in ogni caso è in grado d iveni- re a conoscere per mezzo dei Prefetti.

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22 Luglio. 1917 — N. 2255 L ’ECONOMISTA 269

mune e il Consiglio Comunale, invitato .a provvede­ re non abbia aderito ». E’ facile che il caso pratico si sia presentato. E un altro caso può darsi; che la sovrimposta in parola, in più d’un Comune dove sia stata applicata, abbia fruttato poco, perchè i con­ tribuenti già si erano tassati con spontanea lar­ ghezza. Essendo infatti stata immaginata per sup­ plire alla mancanza o alla esiguità delle spontanee offerte, il Decreto con equità dispone : *

« Saranno ¡ammesse a compensazione o a diminu­ zione del contributo siraor9fn'àrio le somme che il contribuente provi di. avere versato a favore di uno dei Comitati o della Associazione per l’assistenza civile ».

In quali Comuni cotesto gravame fu iihpo-sto? In quali no? Perchè? Dove di proprio impulso? Dove per volere dell’Autortà tutoria? Quanto ha prodotto in ciascun luogo? Quanto in complesso?

A nessuno dovrebbero parere oziose queste inda­ gini. Il nosce te ipsurn non vale soltanto per ogni persona fìsica, ma anche .per quella grande persona collettiva che e una nazione. ¡Sono tutti elementi di storia civico-amministrativa contemporanea. Per­ chè ignorarli?

La questione agraria

Al ¡Senato del Regno la questione granaria ha a- vuto uno spunto che è opportuno rilevare. Il sena­ tore ¡Sinibaldi infatti nel suo notevole discorso os­ serva che la questione agraria in Italia è oramai posta. Se il Governo non ne prepara la soluzione questa s’imporrà da se stessa. Da una parte si rea­ gisce invocando il diritto di proprietà e non dissi­ mulando il timore delle più gravi manifestazioni collettivistiche. La tesi, collettivistica ha un valore di eccitamento delle masse e crea una nuova causa di fermento. Vi è oggi il malvezzo di previsioni ¡a- pocalittiche per dopo la guerra, tema obbligatorio di retori di pessimo gusto. Egli invece pensa che dopo guerra si avrà lavoro più intenso e si soppor­ teranno sacrifici più gravi e la vittoria delle armi a nulla varrà senza la vittoria sugli egoismi indi­ viduali e di classe. Porre il problema agrario con là formula : la terra ai contadini, è porto in modo unilaterale perchè il problema .agrario non e di de­ stinazione della ricchezza, ma di produzione. Sen­ timentalmente è bello il proposito di premiare gli agricoltori che tornano dalla trincea e si dovrà cer­ to provvedere a tutte le provvidenze sociali, come già si è cominciato, che si debbono alle classi agrarie; però si consideri che il sangue versato per la pa­ tria non potrà avere come correspettivo dei vantag­ gi materiali. Del resto il vantaggio delle classi ru­ rali è maggiore oggi che prima della guerra in virtù dei .sussidi, dell’aumento dell© mercedi e dell’.au- mento del prezzo della produzione agricola. E un segno di questa momentanea prosperità è dato dal­ l’aumento dei depositi degli istituti di risparmio e dal ritiro dei pegni dal Monte di Pietà. Che dire .al­ lora delle condizioni veramente tristissime della me­ dia borghesia, a cui appartengono i piccoli com­ mercianti e gli impiegati da ¡cui sono stati tolti i no­ stri miràbili ufficiali di complemento che tanto si distinguono in guerra? Ma. occorre, forse .da un pun­ to di vista più generale, quello dell’interesse dello ¡sfato, notare" che chi à proposto la coltivazione col- delia terra ha avuto in mente solo i latifondi in­ colti con un grave errore di giudizio. I sostenitori della tesi comunista hanno accusato gli agricoltori

italiani di incapacità nel far produrre la terra. Eb­ bene, appunto in questi ultimi 5Ó anni i progressi della agricoltura in Italia sono stati meravigliosi e oggi .stesso gli agricoltori, pur sottoposti dalla guer­ ra a gravi privazioni di materiale e di braccia, hanno dato grandii prove di fede, di intelligenza, di- lavoro mantenendo la produzione al punto in cui si trovata prima della guerra ed in alcuni luoghi au­ mentandole. Gli agricoltori italiani pertanto hanno buon senso e confidano nella .parola del Capo del Governo assertrice di libertà politica ed economi­ ca; ai sostenitori della teoria comunista si deve dire che ciò che fa il privato non potrà mai com­ pierlo la .collettività- E’ noto il detto-: terra di tutti, terra di nessuno! basti pensare alle terre delle co­ munanze agrarie mandate alla malora ed anche alle terre cadute in proprietà alle famiglie numero­ se nelle quali viene affievolendosi il vincolo di affet­ to alla proprietà:

L.a. soluzione del problema agrario è diametral­ mente opposta alla soluzione comunista. Non già si deve espropriare ai proprietari attuali, che conosco­ no i loro doveri sociali ma favorire in tutti i modi la creazione della piccola e della media proprietà che costituirà un presidio più sicuro della esisten­ za -dello Stato. Vada pure la terra agli agricoltori, ma vada la terra dei comuni e dei proprietari che non coltivano o ,non coltivano sufficientemente. Ben pochi fondano oggi il diritto di proprietà su formu­ le arcaiche ed astratte in contrasto col diritto della colletività. Intanto il diritto di proprietà ha ragione di essere in -quanto merita il riconoscimento della, tutela dello Stato. Di fronte al diritto della pro­ prietà sorge il dovere, di far fruttare la terra. Que­ sti concetti del resto furono convalidati dalla appro­ vazione ¡del’ Senato, allorché nella discussione del bilancio di agricoltura il Ministero ebbe severe pa­ role contro coloro che non coltivano la terra.

La soluzione migliore, a suo avviso, sarebbe di e- spropriare a giusto prezzo le terre incolte, bonificar­ le e distribuirle in enfiteusi ai contadini. Occorre­ ranno centinaia di milioni. I milioni non si sono le­ sinati per la guerra e non si debbono lesinare per togliere al nostro paese l’obbrobrio delle terre in­ colte. La questione va considerata -anche da un lato che riveste la massima urgenza. Il Senato udì dal- l’on. Dallolio ciò che egli ha fatto e fa e ciò che si propone di fare. Cioè la trasformazione degli opi­ fici che lavorano per la guerra in opifici industria­ li, trasformazione che redimerà l’Italia dalla schia­ vitù industriale e avrà il merito di -dare occupazio­ ne alle masse operaie per il dopo guerra.

E, allora, che cosa faremo noi per tutti i lavora­ tori della terra? Li respingerejno verso l’emigrazio­ ne? Ciò ¡sarebbe una vergogna; ovvero lf mandere­ mo a compiere -quei certi lavori dai quali non esula ogni interesse, ©lettorale? Occorre pertanto avviare il problema ad una soluzione pratica facendo in modo che la maggior parte dei lavoratori della terra di­ ventino proprietari di quel pezzo di terreno che a- vranno redento. Ma tale questione .non entra nel quadro .del può discorso. Del resto ne parlarono in varie occasioni i sen. Tanari, Passerini, Franchetti, Cencelli e parecchi altri.

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L’ECONOMISTA 22 L u glio 1917 — N. 2255

fu educato dal suo maestro Francesco' Ferrara. Cer­ to il diritto di proprietà si evolve specialmente nei rapporti con i lavoratori della terra e quel con­ tratto dell’enfiteusi, che è^stato fuorviato in legisla­ zioni moderne è bène sia richiamato. Non crede che i contratti agrari possano assumere la forma di con­ tratto unico : debbono avere particolare fisonomia secondo i luoghi. A questo punto pensa al contratto classico nella ,consecuzione fra proprietà e lavoro cioè alla mezzadria. E’ d’accordo, con il sen. Sinibal- di nella, rivendicazione dei meriti della borghesia i- taliàna nella economia pubblica, meriti che non vanno dimenticati. Male si giudicano gli agricoltori italiani quando si dice che l’agricoltura in Italia è in minor progresso che altrove, perchè non può es­ sere disconosciuto che un grande progresso è sta­ to fatto dopo l’unità politica. Vorrebbe accedere al desiderio del sen. Sinibaldi e rispondergli con mol­ to piu di una promessa di studio ma mancherebbe allora al dovere della sincerità.

Rileva che- per alcuna terra incolta vuol dire quel­ la in cui infierisce la malaria, per altri quella data alla pastorizia e che quando fu ministro di agricol­ tura risultò da una ispezione che egli fece fare che pochissime in Italia sono le terre veramente incolte.

Ricorda ciò, che «ìisse il sen. Tigoli, grande. pro­ prietario, che il miglioramento della proprietà fon­ diaria ed è questo il vero principio di economia pub­ blica, è il principio della libertà economica, il senso di quella morale sociale, di quel diritto di tutti i la­ voratori, senza del quale la libertà rimarrebbe una divisione ideale, infeconda e non si potrebbe conse­ guire un grande progresso economico compiuto e stabile dove manca il progresso di tutte le classi so­ ciali nella piena concordia tra il proprietario ed il contadino.

NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE

CM Stati Uniti limitano e disciplinano le esportazioni. — Un rapporto ufficiale ricevuto dal Governo americano rileva che si spediscono dalla Svezia in Germania enor­ m i quantità.,di materie per la fabbricazione di materia­ le da guerra ; che si sono f atte intenzionalmente condizio­ ni sfaroveroli agli Alleati per i trasporti ferroviari e per trattenere, nei suoi porti grande quantità, di tonnellaggio.

La,Svezia però sta ora trattando accordi che daranno •ai Governi britannico' ed americano il controllo di tutto il tonnellaggio compreso quello neutrale. Le n^vi in servizio su rotte non considerate necessarie per la felice condotta dèlia guerra saranno costrette a concorrere ai trasporti più essenziali. Le navi trattenute ned porti per timore dei sottomarini saranno invitate a riprendere il servizio.

Una ordinanza presidenziale provvede intanto a sotto­ porre a controllo le derrate alimentari ed altri articoli. Le prescrizioni dell’ ordinanza stessa entreranno in vigo­ re il 15 luglio e saranno applicate a tutti gli Stati del mondo è loro dipendenze.

Nella ricordata ordinanza è detto:

I l primo e principale scopo del Governo è di miglio­ rare la situazione alimentar© esistente © che potrà pro­ babilmente verificarsi agli Stati Uniti prima della rac­ colta delle messi attualmente in maturazione. Non sol­ tanto la conservazione delle nostre rjsorse essenziali di viveri e di foraggi, è questione vitale per la nostra po­ polazione, ma il ' trattenere materie prime , in quantità adeguate è indispensabile per l ’esecuzione del nostro programma di costruzioni militari, e navali e per la. con­ tinuazione delle imprese necessarie al paese. Ci occor­ ra dunque tutelare in modo analogo tutti i nostri ap­ provvigionamenti fondamentali. Nel disporre dell’avan­ zo dei prodotti occorrenti ai nostri propri bisogni na­ zionali, è chiaramente incontroverso per gli Stati Uniti prendere anzitutto in considerazione i bisogni di tutte le Nazioni in guerra contro gli Imperi centrali. Tutta­ via dobbiamo riconoscere i nostri doveri riguardo ai

neutri. Non desideriamo in alcun modo ostacolare i pae­ si neutrali e vogliamo invece ed intendiamo impiegare tutti i mezzi giusti ed equi per cooperare al loro diffi­ cile compito, supplendo alle loro proprie risorse interne mediante le nostre eccedenze disponibili aiutandoli a far fronte ai loro bisogni urgenti e colmando i .loro disa­ vanzi. Quanto ai disavanzi di derrate alimentari, il Go­ verno intende adempiere soltanto. l’ obbligo evidente di assicurare ai neutri la libera disposizione delle loro ri­ sorse nazionali e delle nostre, in modo tale però, che di­ rettamente ,o indirettamente, i postri approvvigionamen­ ti non possano servire a nutrire il nemico.

La produzione della seta nel mondo durante il 1916 L ’ « Union des Marchantìs de Soie di Lione », come suole ogni anno, ha pubblicato ila statistica provvisoria della produzione della seta in Francia ed a ll’estero.

E’ fatto notare che le esportazioni dall’Estremo O- riente, per la campagna in corso non essendo ancora d # finitivamente conosciute, la valutazione del raccolto 1916 non è data che a titolo provvisorio. Inoltre per l ’as­ senza completa di notizie sulla produzione deU’Austria- Ungheria e dei diversi paesi del Levante, il Sindacato si è limitato a richiamare, prò memoria, le cifre di pro­ duzione della seta greggia, adottate per il 1915.

Europa O ccidentale bozzoli vivi kg. 1915 seta greggia kg-1916 Valutazione provvisoria Francia 1.727.000 130.000 Italia 33.897.000 2.880.000 Spagna 735.000 55.000 Austria : Tirelo meridionale 800.000 ) Gorizia e Gradisca 200.000 ) Istria ... 30.000 ) Ungheria : Ungheria propria­ mente detta . . 700.000 ) Croazia e Slavonia 75.000 ) bozzoli vivi kg-2.797.000 39.411.000 1.105.000 85.000 — 65.000 seta greggia kg-220.000 3.612.000 90.000 85.000 65.000 Totali . . 38.164.000 3.215.000 — 4.072.000 Levante ed Asia Centrale Turchia d ’Asia : Anatolia (Brus-Ismidt) . . . 2.000.000 175.000 — 175.000 Siria, e Cipro . . 4.050.000 350.000 — 350.000 Altre provincie . 780.000 65.000 — 65.000 Turchia d ’Europa : Adrianopoli . . 350.000 30.000 — 30.000 Balcani : Bulgaria,, Ser-biaeRum enia 1.200.000 100.0001 — 100.000 Grecia, Salonic-co e Creta . . 1.347.000 110.000 110.000 Caucaso . . . . 1.830.000 125.000 — 125.000 Turchestan ed Asia Centrale (eportazione) . — 50.000 — 50.000 Persia (espor-tazioni) . . . . — 35.000 — 35.000 Totali . . — 1.040.000 — 1.040.000 E strem o-oriente Sete gregg e Sete greggie

Cina : balle k iT ~ balle kg. Esp. da Shanghai. . . . 91.519 5.460.000 7580.000 4.690.000 » » Cantori . . . . 38.447 1.345.000 60-51.000 2.425.000 G iappone: E sport. da J o-kohama . . . 200.093 12.005.000 220-225.000 13.350.000 Indie : E sportazioni dal

Bengal e dal Casini r. . — 87.000 — 115.000 Indo-Cina : E sportazioni

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22 Luglio 1917 — N. 2255 L ’ECONOMISTA 271

Secondo ¡queste cifre che perméttono di stimare i risul­ tati ¡approssimativi dell’ ultimo, raccolto serico, l ’Euro­ pa occidentale sarebbe passata da, kg., 3.215.000 nel 1915 a kg. 4.072.000 nel ,1916 sia un aumento, di kg. 857.000 equivalente al 26,6 %.

Se si confrontano questi risultati a quelli delle anna­ te normali del periodo quinquennale 1910-1914 che sono Stati di kg, 4.619.000, il raccolto del 1916 non sarebbe inferiore che di kg. 600.000.

Si deve notare che il raccolto del 1915 è stato anormal­ mente scarso, in seguito alla disorganizzazione causata a tutti i rami della produzione agricola, dallo stato di guerra e ¡che davanti a tali risultati, degli incoraggia­ menti sotto differenti forme ¡sono stati dati ai sericol­ tori, tanto in Francia che in Italia,, per aumentare i loro allevamenti. E’ appunto ciò che spiega, in parte l ’aumento verificatosi nel 1916.

Per ciò che .concerne l ’ Estremo-Oriente le esportazioni hanno segnato un progresso nell’assieme di kg. 1.173.000. La maggior parte di tale progresso è dovuto al Giappo­ ne, che da solo dichiara chilogrammi 1.345.000 d ’au­ mento, cioè 11,2 %.

In grazia alio, sviluppo continuo della sericoltura al Giappone, seguito ma in più modesta misura dalla Ci­ na, il raccolto mondiale del Levante e dell’ Asia centra­ le, di cui s’ ignora l’imnortanza) si avvicina sensibil­ mente a quelli degli anni anteriori alla guerra.

Si completano le notizie statistiche precedenti, ripro­ ducendo le cifre della produzione universale della, seta dal 1876, esposte per medie nel periodo anteriore al 1906, e per annate da, quell’epoca in poi :

Produzione universale della seta. Levante Estremo Europa Asia Oriente

Periodi centrale Totali

kg- kg. kg- k g . Media 1870 1880 2.475.000 639.000 5.740 000 8.854.000 » 1881-1885 3,630 000 700.000 5.108 000 9 4?8 0C0 » 1886-1890 4.340.000 738.000 6 522 000 11 600.000 x> 1891-1895 5.518.000 1.107 000 8.670 000 15 295 00o » 1896-1900 5.290.000 1 552.000 10.281 0P0 17 053 000 » 1901-1905 5 312.000 2.304.000 11 476.000 ltf 092.000 1906 8.748.009 3.624 000 12.541.000 20 913 000 1907 5.909 000 3.026 000 13.125 000 22 060 000 1908 5.551.000 2.693.000 15.836 000 24.08» 000 1909 5.885.000 3 088 000 16.087.000 25.510 000 1910 4.700 000 2.800 000 16,995.000 24 495 000 1911 4.330.000 2.960.000 17 280.000 24 570.000 19T2 4.982.000 2.283.000 19.750.000 26 935 000 1913 4 245 000 2 216.000 20 760 000 27.320.000 1914 4.840 080 1.785,000 15.595 000 22.220.000 1915 3.215.000 1.040.00o 14.410 000 23.665 000 1916 4.072.000 1.040.000 30.588 000 25.695.000 Movimento internazionale dei Concimi e Prodotti Chi­ mici. — I risultati assai poco, soddisfacenti dell’ultimo raccolto di cereali nella maggior parte dei paesi dei due emisferi hanno spinto Governi e privati a ricercare mezzi adatti per ottenere, nella campagna prossima, rendimen­ ti più elevati e prevenire in tal guisa, il pericolo di un altro raccolto deficiente.

L ’impiego razionale di concimi chimici deve esser con­ siderato come uno dei provvedimenti più indicati allo scopo e lo studio della loro produzione e ripartizione si presenta dunque come una questione della, più alta at­ tualità.

La rassegna pubblicata nel Bollettino di Statistica agraria e commerciale (fascicolo di marzo 1917) dell’Isti­ tuto Internazionale d ’Agricoltura di Roma, tratta am­ piamente tale materia, Comprende più di 70 pagine e contiene un ragguardevole numero di dati, tanto di fonte ufficiale che di fonte privata degna di fede. Essa studia separatamente ciascuno dei principali concimi (concimi fosfatici, potassici, azotati) e i prodotti chimici utili al- l ’ agricoltura.

Noi ne riassumiamo o riproduciamo nel seguito i dati più importanti.

I. — PRODUZIONE MONDIALE

Fosfati naturali. — Per ciò ¡óhe riguarda la produ­ zione americana, è da notarsi, nel 1915, un sensibilissi­ mo abbassamento della produzione. ¡Mentre, nel 1913, gli Stati Uniti avevano estratto 3.161.146 tonnellate di fosfati, nel 1914 la quantità prodotta scendeva a 2.777.917 tonnellate ; queste cifre abbastanza, normali precipita­ vano poi, nel 1915 a 1.865.124 tonnellate. Tale ribasso riflette con grande chiarezza lè difficoltà fra le quali si dibatte l ’industria, dei concimi dall’inizio della guerra. Buona parte'della manó d ’ opera, impiegata una volta nello sfruttamento dei fosfati, si è dedicata ad altri la

vori, la, domanda dei quali si è considerevolmente ac­ crésciuta da due anni in qua, e che offrono salarli più remunerativi. D'altra parte la domanda europea ohe assorbiva nel 1913 più di un milione di-tonnellate,, si è di molto ridotta. De spedizioni per l ’Europa Centrale, una fra le zone di maggior consumo, sono quasi del tutto cessate; e per altri paesi europei il traffico è stato, seria­ mente ostacolato. Gli affari hanno sofferto, della, mancan­ za, di vapori e dei noli elevati.

Infine, per ciò che riguarda gli shocchi nei paesi d ’ ori­ gine, la forte domanda, d ’ acido solforico per le’ industrie , di guerra ha costituito .anch’essa un fattore di riduzione nella produzione dei fosfati per gli Stati Uniti. I l prezzo dell’acido è aumentato di tanto che la fabbricazione dei perfosfati tende a, diminuire.

Per ciò che riguarda le spedizioni americane, quelle di « hard rock. » della Florida si sono ridotte, nel 1916, a così deboli quantità che non vale quasi la pena di ri­ cordarle. Si credeva, pel 1915, che le spedizioni dell’ anno allora in corso avrebbero segnato il minimum del movi­ mento, ma l ’accentuazione del ribasso nel 1916 dimostra che il movimento commerciale di questa varietà di fosfa­ to ha ormai una scarsissima importanza. La, maggior parte delle ragioni di una, tale riduzione di traffico si trovano nella guerra. Nel .«1916 si sono caricate su navi meno di 33.000 tonhellate ; e d i queste 4.600 erano desti­ nate agli Stati Uniti.

L a . diminuzione del movimento del fosfato « land pebble » non è così marcata, quantunque anch’essa sia evidente. Nel 1916, come nel 1915, le spedizioni negli altri paesi, esclusi dunque gli Stati. Uniti, di questa varietà di fosfato non sono state molto diverse, ma pre­ sentano, le un© e le altre, un deficit di quasi 700.000 'tonnellate sulle spedizioni anteriori alla guerra.

Nell1’Africa, del Nord, benché, salvo per l.a Tunisia, noi non abbiamo alcun dato sulla produzione dèi fosfati nel 1916, possiamo calcolare che la produzione si sia notevolmente rialzata durante quest’anno. Mentre nel 1915 l ’esportazione algerina era stata di sole 226.000. ton­ nellate, nel 1916 essa ha raggiunto un totale di 380.000 tonnellate, nettamente superiore a quella dell’anno 1914, oh© era, stata di 355.000 tonnellate. Nell’Egitto, invece, le esportazioni del 1916 rivelano un deficit di più di un terzo su quelle del 1915, (21.000 tonnellate contro 33.000) che, alla loro volta, erano lontane dalla, metà di quelle del 1914 (87.000 tonnellate). Anche in Tunisia, ma in misura assai minore, v:i è una certa diminuzione nell’e ­ sportazione del 1916, quasi esclusivamente dovuta alle cifre del secondo semestre. La, produzione del 1916, in­ vece, è più elevata di quella del 1915. D ’altra parte il Governo tunisino ci informa, che attualmente esistono in riserva importanti stocks.

Sembra che nei giacimenti delle isole dell’ Oceano Pa­ cifico si sia ripreso il lavoro con una notevolissima atti­ vità. Si annuncia, infatti, dal Giappone, ma da fonte privata, che dal principio del 1916 si sono importate 80.000 tonnellate di fosfati da Rasa, 70.000 àall’isola Oceano e 30.000 da Angaur ; in totale, dunque, 180.000 tonnellate. Raggruppiamo nella piccola tabella seguente i principali dati numerici più recenti che possediamo per questo ’soggette*-« che sono stati pubblicati nella rassegna dell’Istituto d’ Agricoltura di Roma.

Fosfati naturali 1916 1915 1914 1913 Migliaia. di tonn. di 1000 kg-Stati Uniti 711 1.865 778 3.161 A lg eria ... 352 165 226 461 E g i t t o ... 21 83 72 104 Tunisia. . . . . 1.389 1.444 2.285

I dati del 1916. sono relativi alle spedizioni,, tranne che per la Tunisia per l.a, quale indicano la produzione.

Perfosfati di calcio. —• La produzione del perfosfato, è, per ora, molto rallentata, in tutti i paesi. Ciò dipende dalle difficoltà che le officine di perfosfati trovano nel procurarsi le materie prime necessarie.

In Francia,, le quantità d ’acido solforico lasciate a disposizione dei fabbricati di perfosfati, sono assai ri­ strette, a causa dell’ intensissima utilizzazione di questo acido nelle industrie di guerra. D ’altra parte, molto difficili gli approvvigionamenti di fosfati : il tonnellaggio è scarso, i porti e le ferrovie sono imbarazzati ed ostruiti.

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L’ECONOMISTA 22 Luglio 1917 — N. 2255 secondo semestre superasse le produzioni corrispondenti

degli anni anteriori. Da luglio a dicembre 1916, si son prodotte 1.425.750 tonnellate, mentre nel 1913, il cui secondo semestre aveva segnato la massima produzione dall’ origine, erano state estratte e lavorate 1.393.610 tonnellate. Per i corrispondenti periodi degli anni di guerra, le cifre sono state rispettivamente di 1.175.763 •tonnellate nel 1915 e 984.550 tonnellate nel 1914. Per ¡ciò che riguarda gli stocks della costa del Cile, benché la produzione del 1916 abbia sorpassato tutte le prece­ denti, raggiungevano al 31 dicembre 1916, solo 718.315 tonnellate, mentre al 31 dicembre 1915, arrivavano a 789.700 tonnellate e, alla data corrispondente del 1914, si elevavano a 1.087.910 tonnellate. Ricordiamo, inoltre, che, al 30 giugno 1916, essi .ammontavano a 888.628 ton­ nellate, e che questa cifra costituiva il maximum rag­ giunto finora a questa data.. La quantità inoltrata verso luoghi di consumo durante gli ultimi sei mesi raggiunge dunque, anch’essa, un maximum.

Effettivamente, malgrado la scarsezza del tonnellag­ gio ed il conseguente rialzo dei noli, le spedizioni durante il secondo semestre del 1916 raggiungono 1.635.757 ton­

nellate.

Nel 1915 esse erano ammontate a 1.196.638 tonnellate. L ’ Europa, gli Stati Uniti, gli altri paesi importatori, hanno tutti contribuito a. questo aumento. Terso l ’Euro­ pa e l ’Egitto son partite, dà luglio a dicembre 1916, 957.771 tonnellate, contro 673.348 nel periodo corrispon­ dente del 1915. Anche negli Stati Uniti si nota un con­ siderevole aumento di consumo. I l Cile vi ha spedito, durante' il secondo semestre del 1916, 592.901 tonnellate, contro 452.582 nel 1915 ; abbiamo dunque un eccedente di più che 140.000' tonnellate. Lo stesso avviene per gli altri paesi : 85.085 .tonnellate, negli ultimi sei mesi del 1916, contro 80.708-nel periodo corrispondente del 1915.

Per ciò che riguarda le consegne, negli Stati Uniti esse raggiungono, nel secondo semestre. 1916, un totale di 526.261 tonnellate; contro 223.206 alla costa orientale e, alla costa occidentale, 51.683 tonnellate contro 37.550 nel 1915, sempre nel secondo semestre. E’ impossibile, a causa delle circostanze di sapere le cifre delle conse­ gne in Europa e in Egitto, e solo in base ai dati degli arrivi si può farsi un’ idea del consumo. Nel 1916 questi arrivi hanqo raggiunto durante i primi cinque mesi del secondo semestre, un total© di 700.199 tonnellate, contro 480-825 durante tutto il secondp semestre del 1915.

Ecco il sommario della produzione e del commercio del nitrato di soda del Chili durante i quattro anni 19Ì6, 1915, 1914’ e 1913.

Nitrato di soda 1910 1915 1914 1915 Migliaia di ronn. di 1000 kg. Produzione . . . 2-915 1.764 2.434 2.774 E sportazione... 2-992 2.031 1.848 2.740 Consegna per il consum o . . <«> 1.392 (a) 861 (a) 2.249 2.5.'. 7 Rimanenze visibili al 31 die. . ( 0 718 (a) 790 (a) 088 1.772

Solfato amm'onico. — La produzione inglese calcolata in solfato (compresa quella destinata alla fabbricazióne della soda, di ammoniaca, di munizioni ecc.) di qualsiasi provenienza ha raggiuntò nel 1916 445.029 tonnellate, contro 432.836 nel 1915.

La produzione negli Stati Uniti, nel 1915, ammontava a 199.581 tonnellate; quella del 1916 è calcolata in 294.835 tonnellate, con un eccedente, cioè, di 95.264 ton­ nellate sulla produzione del 1915. La produzione del 1916 è la più forte che si sia mai avuta agli Stati Uniti. Pane che ciò derivi dal fatto che la domanda vi è stata ecce­ zionale per i cock ed i derivati del catrame e dell’am­ moniaca, per la fabbricazione delle munizioni. Le impor­ tazioni, nel 1916, furono assai deboli, a causa delle re­ strizioni imposte dal Governo inglese all’esportazione di tutti i prodotti e i sottoprodotti del litantrace.

La produzione italiana è in diminuzione da parecchi anni a causa della mancanza di capitali, della chiusura di alcune grandi miniere a causa di incendi, della con­ correnza americana, della sempre maggiore utilizzazio- nè delle piriti per l ’estrazione dello zolfo, ed, infine, iri questi due ultimi anni, della parziale paralisi del com­ mercio dello zolfo prodotta dalla guerra. Per ciò che riguarda di Stati Uniti, quantunque l ’ anno 1915 sia sta­ to buono per l’ industria zolfìfera, la produzione non è stata elevata come quella del 1914. Durante la prima parte dell’ anno, gli affari sono stati un po’ bassi, ma

(a) D ato incom pleto a causa d ell» circostanze. — (è) Stok alla sola costa cilena.

si sono poi rialzati verso la fine dell’ anno. Le esporta­ zioni, nel 1915, hanno raggiunto appena 49.168 tonnella­ te di zolfo in confronto con 111.787 nel 1914, malgrado la parziale paralisi provocata- dalla guerra. Questa di­ minuzione delle esportazioni americane è dovuta, ‘so­ pratutto .alle difficoltà dei trasporti, create, alla lor volta, dal conflitto europeo. Invece le. esportazioni del 19 sorpassano le 130.000 tonnellate.

L ’esportaziorie dello zolfo dal Giappone ha preso nuo­ vo sviluppo dal principio della guerra, poiché la doman­

da estera si è .accresciuta. '

La maggior parte dello zolfo giapponese viene spedita agli Stati Uniti, in Australia, e, in minorò misura, al Canada e nelle Indie. L e , spedizioni, in Europa erano, nel passato insignificanti. Tuttavia, dal principio della guerra, la esportazione dello zolfo europeo' in Oriente è quasi deh tutto cessata, ed è. aumentata la domanda in Europa. L’ industria Giapponese profitterà, senza dub­ bio di queste condizioni favorevoli.

Solfato di rame.. — Riuniamo nella tabella i dati pubblicati dall’Istituto :

Solfato di rame 1916 1915 1914 1913 Migliaia di tonn. di. 1000 kg.

Etrandia . . . . 27 16 21 26

Gran Bretagna . 60 66 69

77-Italia . . . 48 50 31 44

Stati Uniti .

.

— 19 14 25

II. — COMMERCIO INTERNAZIONALE Col prolungarsi della guerra il commercio internazio­ nale dei prodotti surriferiti decresce in maniera consi­ derevole, fatte le debite eccezioni per le esportazioni ci­ lene di nitrato sodico, per le importazioni spagnuole di fosfati e poche altre. Tale ristagno dipende tanto dalla mancanza di tonnellaggio e dal rialzo dei noli che ne consegue, quanto dalle limitazioni apportate all’esporta­ zione e dai divieti emanati dai vari Governi a causa dell’ importanza più o meno considerevole assunta dai prodotti in questione nella fabbricazione di materiale

bellico. * •

Il movimento del nitrato di soda verso l’ Europa e gli Stati Uniti ha continuato ad aumentare, in proporzioni considerevoli. Anni 2o Semestre 1916 1915 1914 1916 1915 191« Migliaia di tonn. di 1000 kg. Importato!’ : Spagna . 283 212 202 176 132 111 ^ Francia . 286 326 661 139 168 189 G ran Bretagna e * § Irlanda 339 381 571 198 225 292 I fab’ a a) 419 457 r,n a) 181 206 206 Giappone a) 90 136 285 à) 55 56 94 Scorie Thom as;

Im portatori: Francia 1 10 34 • 0 1 7 Gran Bretagna . 0 0 17 0 0 3 Italia . a) 3 1 23 2 1 18 E sportatori: Francia. 4 4 237 3 1 7 Gran Bretagna . 39 1-19 131 23 48 64 Fosfati di calcio: Im portatori: Spagna. 23 64 117 l t 46 82 Russia . . . . 0 0 122 0 0 36 Esportatori: Francia. 12 60 117 4 39 45 Gran Bretagna . 15 70 67 6 25 39 Svezia . 0 18 42 0 0 9 Sali potassici: Im portatori: Francia 0 1 42 0 0 1 Italia . 1 2 10 0 0 5 Stati Uniti . * . 4 254 1.203 1 4 187 N itrato di soda: Im portatori: Francia 541 254 297 284 187 64 Gran Bretagna . 21 134 175 13 26 108 Stati Uniti . 1.238 586 735 59»j 447 249 E sportatore: Chili . 3.185 2.029 1.816 1.821 1.194 643 Solfato ammonico: Im portatori: Francia 25 11 9 9 4 1 Italia . . • . a) 3 8 13 0 1 7 Stati Uniti . 13 58 76 3 10 35 Giappone a) 8 20 106 6 42

E sportatore: Gran Bretagna . 263 318 328 134 136 151 Zolfo: Im portatori: Francia 117 99 116 42 46 33 E sportatori: Italia . a) 318 394 258 a) 87 194 63 G iappone . a) 71 75 52 a) 29 49 34 ' Solfato di ram e: Im portatori: Francia 21 34 24 7 10 2 Italia . . ’ a) 6 14 22 0 1 0 E sportatore: Gran Bretagna . 1 39 66 60 14 15 6

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