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Rivista di diritto finanziario e scienza delle finanze. 1969, Anno 28, n.2, giugno

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Academic year: 2021

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(1)

Sp ed izion e in abbonamento postale - G ru p p o I V

\ 1 -ss»

RIVISTA DI DIRITTO FINANZIÀRIO

E S C I E N Z A DELLE F I N A N Z E

Fondata da B E N V E N U T O G R IZIO T T I

(e RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO FINANZIARIO)

D I R E Z I O N E

GIAN AN TO N IO M IC H E L I • S E R G IO S T E V E

G O M I T A T O S C I E N T I F I C O

E N R IC O A L L O R IO • E N Z O CAPACCIOLI . C E S A R E COSCIANI FRANCESCO FORTE . EMILIO GERELLI • GIANNINO PARRAVICINI

AN TO N IO P E S E N T I • ALDO SCOTTO

M V L T A P A V C IS

A G

(2)

e dell’Istituto di diritto pubblico della Facoltà di Giurisprudenza

dell’Università di Roma

La Direz io n e è in Pavia, Istitu to di F in an za presso l’Università e la C am era

di C om m ercio, Strada Nuova 65. Ad essa debbono essere inviati bozze

corrette, cambi, libri per recensione in duplice copia.

I manoscritti dei lavori giuridici devono essere inviati al p ro f. Gian Antonio

Mic h e l i, Via Scipione Gaetano, n. 13 - 00197 Roma.

R ed attore : dott. Alberto Ma jo c c h i, Assistente di ruolo nell’Università di Pavia.

R edattore Capo : prof. Em il io Ge r e l l i, Direttore dell’Istituto di Finanza del­ l’Università di Pavia.

L ’Am m in ist r a z io n e è presso la Casa Editrice Dott. A. Giuffrè, 20121 - Milano, Via Statuto, 2 - Telefoni 652.341/2/3 - 662.543.

Ad essa vanno indirizzate le richieste di abbonamento (c.c. postale 3/17986) e di pubblicità, le comunicazioni per mutamenti di indirizzo e gli even­ tuali reclami per mancato ricevimento di fascicoli.

CONDIZIONI DI ABBONAMENTO PER IL 1969 Abbonamento a n n u o ... L. 5000 E s t e r o ...L. 7000

Numeri separati, rispettivamente . . . L. 2 0 0 0 e 2700 Abbonamento ridotto per i Magistrati . . L. 4 0 0 0

Annate arretrate senza aumento rispetto alla quota annuale.

L ’abbonamento decorre dal 1° gennaio di ogni anno e dà diritto a tutti i numeri dell’annata, compresi quelli già pubblicati.

Il pagamento può effettuarsi direttamente all’Editore, anche con versamento sul conto corrente postale 3/17986, indicando a tergo del modulo, in modo leggibile, nome, cognome e indirizzo dell’abbonato; oppure presso i suoi agenti a ciò autorizzati. I prezzi sopra indicati sono validi per il paga­ mento a contanti ; in caso di pagamento rateale verrà praticato un aumento. Il rinnovo dell’abbonamento deve essere effettuato entro il 15 marzo di ogni anno. Trascorso tale termine, l’Amministrazione provvede direttamente all’incasso nella maniera più conveniente, addebitando le spese relative.

Gli abbonamenti che non saranno disdetti entro il 10 dicembre di ciascun anno si intenderanno tacitamente rinnovati per l’anno successivo. L ’ab­ bonamento però non può essere disdetto se l’abbonato non è al cor­ rente con i pagamenti.

I fascicoli noti pervenuti all’abbonato devono essere reclamati entro 10 giorni dal ricevimento del fascicolo successivo. Decorso tale termine, non si spediscono che contro rimessa dell’importo.

Le richieste di cambiamento di indirizzo devono essere accompagnate dal­ l’importo di L. 100 in francobolli e trasmesse con specifica comunica­ zione raccomandata al competente Ufficio Codifica Clienti.

Per ogni effetto l’abbonato elegge domicilio presso l’Amministrazione della rivista.

ABBONAMENTI CUMULATIVI : Gli abbonati alla Rivista di Diritto Finan­ ziario e Scienza delle Finanze, in regola con il pagamento, hanno diritto ad una riduzione dèi 10 % sugli abbonamenti alla Rivista dei Dottori Commercialisti ed al Diritto Fallimentare e delle Società Commerciali, edite dalla Casa Editrice dott. A. Giuffrè.

Ai collaboratori saranno inviati gratuitamente 50 estratti dei loro saggi. Copie supplementari eventualmente richieste all’atto del licenziamento delle bozze verranno fornite a prezzo di costo. L a maggiore spesa per le correzioni straordinarie è a carico dell’autore.

Registrazione presso il Tribunale di Milano al n. 104 del 15 marzo 1966 Direttore responsabile : Em il io Ge r e l l i

(3)

Franco Re v ig lio - Una prim a an alisi del contenuto dì im portazion i della spesa pubblica in I t a l i a ... 195 Salvatore Bu s c e m a - Strum enti giuridico-contabilì p er il coordinam ento

d ei vari settori della finanza pubblica ( I ) ... 223 Vit o Tanzi - T he E ffect on P rivate Saving o f a Change from an In ­

corno to an E xpen ditu re T a x ...278 Gian Antonio Mic h e l i - C onsiderazioni sulla esecuzione fo r z a ta della

sentenza di condanna e sui provvedim enti cau telari n ei confronti della pubblica am m inistrazione ...283 Aldo Chiancone - Una recen te indagine em pirica sugli am m ortam enti

an ticipati fiscali negli S tati Uniti, e l’esperien za italian a . . . 306 Gio v a n n i ¡ ’itoti - Spunti critici in tem a di concordato tributario . . . 317

APPUN TI E RASSEGNE

Mario Rotondi - R assegna legislativa in m ateria finanziaria . . . 356

R EC EN SIO N I

Franco Costanzo - Nata le Fo rte - L ’im posta sul v alore aggiunto nella teoria e n ella p ratica (A. F a n to z z i)... 375 RASSEGNA D I P U BBEIC A Z IO N I R E C E N T I ... 377

P A R T E S E C O N D A

NOTE A SENTENZE

Antonio Em a n u e l e Gr a n e l l i - Sulla natura giuridica delle Comm is­ sioni t r i b u t a r i e ... 105 Ga sp a r e Fa l sit t a - A spetti e p-roblemi d ella respon sabilità solid ale del

cessionario d’azienda, san cita dall’art. 161 del TAL delle im poste d i r e t t e ...137 Giovanni Mangione - D efinitività dell'accertam ento tributario in m a­

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Tasse, imposte e sovrimposte comunali - Commissioni comunali - Modo di composizione - Questione di costituzionalità proposta da commissione locale delle imposte - Inammissibilità - Infondatezza.

Tasse, imposte e sovrimposte comunali - Commissioni comunali - De­ cisioni parzialmente esentive - Questione infondata di costituzionalità (Corte Cost., 6 febbraio 19G9, n. 6) (con nota di V. E. Gr a n e l l i) . Registro - Aggiudicazione d'immobili all’asta pubblica per mutui in da­ naro - Giudizio di congruità - Questione di costituzionalità proposta da commissione locale delle imposte - Inammissibilità (Corte Cost., 10 febbraio 1969, n. 10) (con nota di V. E. Granelli) . . . . Esattore ed esazione d’imposte - Liti concernenti l'esistenza del credito

d’imposta - Legittimazione passiva dell’esattore - Insussistenza. Imposte e tasse in genere - Azione del cessionario d'azienda per l’accer­

tamento della insussistenza della responsabilità solidale verso la finanza - Ammissibilità.

Esattore ed esazione d’imposte - Azione del cessionario d’azienda, volta all’accertamento, nei confronti dell’esattore, della illegittimità del­ l’esecuzione esattoriale in corso, per difetto di titolo esecutivo contro 11 soggetto esecutato - Inammissibilità.

Imposte e tasse in genere - Responsabilità solidale del cessionario d’a­ zienda - Efficacia, nei confronti del cessionario, dell'atto di imposi­ zione e dell’iscrizione a ruolo intestati a nome del cedente Ille­ gittimità costituzionale della norma dell’art. 197 t.u. cit. - Manifesta infondatezza.

Imposte e tasse in genere - Responsabilità solidale del cessionario d’a­ zienda - Estensione di detta responsabilità - Mancanza di accertamento o di iscrizione a ruolo - Illegittimità costituzionale dell'art. 197 t.u. 29 gennaio 1958, n. 645 - Violazione dell’art. 63 legge 5 gennaio 1956, n. 1 - Art. 77 Cost. - Manifesta infondatezza (App. Milano 26 novembre 1967) (con nota di G. Falsitta) ... Legge di delegazione - Criteri direttivi e limiti - Testo Unico (legge de­

legata) - Art. 252 t.u. 29 gennaio 1958, n. 645.

Principi e norme - Distinzione - Modificazione di norme contenute nella legge di delegazione - Non costituisce violazione dei limiti di cui all’art. 76 Cost.

(5)

I T A L I A N A

BANCA DI INTERESSE NAZIONALE

Capitale Sociale L. 40.000.000.000 - Riserva L. 12.750.000.000

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(6)

RACCOLTA DI GIURISPRUDENZA AMMINISTRATIVA E TRIBUTARIA d ir e tta da G. Pescatore

RASSEGNA DI GI URI S PRUDENZ A

SULLA

IMPOSTA DI SUCCESSIONE

e rassegna di giurisprudenza sulla imposta

sul valore netto globale dell’asse ereditario

A C U R A D I

E R M IN IA G B IS O L IA GESANO

DELLA TASSA DI SUCCESSIONE - DISPOSIZIONI GENERALI - D ELLE PERSONE E DEI BENI SOGGETTI ALLA TASSA DI SUCCESSIONE E DEL MODO DI DETERMINARE IL VALORE IMPONIBILE

(D ella tassa di succession e: disposizioni gen erali D elle persone soggette alla tassa di successione -Dei ie n i soggetti allu tassa di successione e del m odo di determ in are il valore im pon ibile: dedu­ zione di p assiv ità)

DELLA DENUNZIA DI SUCCESSIONE - PERSONE OBBLIGATE A PRESENTARLA, TERMINI P ER LA PRESENTAZIONE ED U FFIC I COM­ PETENTI A RICEVERLA

DEL PAGAMENTO DELLA TASSA DI SUCCESSIONE E D ELL’AZIONE PERSONALE E REALE PER RISCUOTERLA, DEGLI E F F E T T I DELLA MANCATA O RITARDATA DENUNZIA DI SUCCESSIONE E DEL R I­ TARDATO PAGAMENTO DELLA TASSA

(D el pagam ento della tassa di successione e del­ l’azione person ale e rea le per riscu oterla - D egli effetti d ella m an cata o ritard ata denunzia di suc­ cessione e del ritard ato pagam ento d ella tassa)

ALTRI OBBLIGHI DEGLI ERED I - OBBLIGHI DI FUNZIONARI E PUBBLICI U FFICIALI E DI TERZI

D ELLE PRESCRIZIONI E DEI MODI DI PROCEDERE IN VIA AM­ MINISTRATIVA E GIUDIZIARIA

(D elle prescrizion i - D ei m odi di proced ere in via am m inistrativa e giudiziaria)

DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI

Seconda ed. agg. al 31-12-1968, 8», p. XVI-436, L. 4200.

214 ___________________________________

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R O S A R I O G R I L L O

Professore nella Università Commerciale « L. Bocconi » - Milano

IL BILANCIO

DELLE SOCIETÀ P E R AZIONI

N E L L A D E T E R M IN A Z IO N E D E L R E D D IT O E C O N O M IC O E D E L R E D D IT O F IS C A L E

V O L U M E P R I M O I BILANCI IN GENERALE

Le scritture contabili di impresa nell’aspetto economico-tecnico e giuridico- tributario - Libri obbligatori ai sensi del codice civile e della legge tributaria - Il bilancio di funzionamento d’impresa: configurazione strutturale e aspetti nella economia di azienda e nel diritto tributario - Funzione economico- contabile e giuridico-tributaria nel bilancio d’impresa - Funzionamento nor­ male o fisiologico, anormale o patologico di impresa e correlazione dello stato v patrimoniale di bilancio e del relativo conto profitti e perdite - Il bilancio di funzionamento d impresa quale vtnculum iuns nell’azione di accertamento del reddito fiscale - Dinamica dei valori di bilancio nel tempo: conseguenze economico-tecniche ed effetti giuridico-tributari - Immobilizzazioni, disponi­ bilità, valori formali o nominali e riserve di bilancio: genesi, funzione e di­ namica correlativa nel tempo - Il capitale di bilancio nell’aspetto economico- aziendale e nei riflessi giuridico-tributari - Il capitale economico d’impresa e i suoi elementi nella economia d’azienda e nel diritto tributario - Capitale di apporto: configurazioni economiche e aspetti giuridico-tributari - Equilibrio economico-finanziario d’impresa nella dinamica aziendale e nel diritto tributario.

Quarta edizione completamente rifatta, 8°, p. X X-465, L. 4 .5 0 0

Gli altri volumi :

—' v°l- H'- Gli impianti industriali, terza edizione completamente rifatta,

8°, p. VII-430, L . 3.400

— voi. Ili: Materie prime, scorta permanente, plusvalenze di bilancio e ri­

serve fiscali, terza edizione completamente rifatta, 8°, p. Xl-318, L. 2.400.

119

(8)

OSVALDO POLI

L’IMPOSTA COMPLEMENTARE

PROGRESSIVA SUL REDDITO

NEL

NOSTRO SISTEMA TRIRUTARIO

Origini e finalità dell’imposta complementare - Il presupposto dell’imposta complementare - La soggettivazione passiva - Esenzioni soggettive - Esen­ zioni oggettive - Il reddito complessivo - Determinazione analitica del red­ dito complessivo netto - Valutazione delle componenti positive : I redditi dei terreni e dei fabbricati ; i redditi di ricchezza mobile ; i redditi de­ rivanti da partecipazioni in società ; redditi vari - Determinazione anali­ tica del reddito complessivo netto - Le componenti negative - Determina­ zione sintetica del reddito complessivo netto - Determinazione del reddito imponibile - Determinazione del reddito imponibile per i soggetti con fa­ miglia numerosa - La determinazione dell’imposta - Modificazione e cessa­ zione dell’obbligazione tributaria - La dichiarazione dei redditi soggetti al­ l’imposta complementare - L ’accertamento del reddito - La notificazione dell’accertamento - Dell’atto di adesione all’accertamento e del contenzioso tributario - Il pagamento dell’imposta - Le sanzioni - Appendice.

Volume in 8°, p. XIV-815, rii. tela, L. 8500.

251

(9)

G IU S E P P E PE L L IN G R A

La deieiinazione analitica n induttiva

del cedi fiscale nella inorane intana

NUOVA EDIZIONE

CON APPENDICE DI AGGIORNAMENTO 31 DICEMBRE 1968

Volume in 8°, p. 3 46 + 78, L. 3200.

Appendice di aggiornamento al 31 dicem bre 1968

Volume in 8°, p. 78, L. 800. 76

FEDERICO MAFFEZZONI

PROFILI DI UNA

TEORIA GIURIDICA GENERALE

DELL’IMPOSTA

L ’im posta com e nozione astratta.

L ’im posta com e procedim ento di prelievo.

I soggetti d ell’im posta om e procedim ento di prelievo.

Volume in 8°, p. IV-I3Ó, L. 1400. 22

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RECENTISSIMA I MPORT ANTE

C E S A R E R E P E R T O

Magistrato d’Appello

GLI ONORARI

DI A V V O C A T O

E DI PROCURATORE

Introduzione e commento

alle disposis. tariffarie e agli art. 633, 6 3 6 , 6 3 7 C.P.C.

Con ampia rassegna giurisprudenziale, tavole e prontuario in relazione alle singole disposizioni del codice di procedura civile.

I V e d iz io n e r ifa t t a e a g g io r n a ta

c o l d . m . 3 0 m a g g io 1 9 6 9

Tariffa in materia penale.

Tariffa in materia giudiziale civile. Tariffa in materia stragiudiziale civile.

8°, p. VIII-206, L. 2000

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DEL CONTENUTO D I IMPORTAZIONI DELLA SP E SA PU BBLIC A IN ITA LIA (*)

So m m a r io: P rem essa. - I. I risu ltati d elle elaborazion i svolte. — 1. Il fab­ bisogno di importazioni di beni e servizi intermedi della domanda pub­ blica di prodotti nazionali. — 2. Le importazioni di beni finali della do­ manda pubblica. — 3. Il contenuto « globale » di importazioni della do­ manda pubblica. — 4. La graduatoria dei settori verso i quali si è in­ dirizzata la domanda pubblica. - II. L a valutazione d ei risu ltati ottenuti. 1. Le assunzioni poste e i limiti che ne discendono. — 2. L ’esclusione dalla Tavola degli acquisti dei titolari del valore aggiunto. - III. Un con­

fron to con l anno 1953. — 1. Il contenuto « globale » di importazioni e il fabbisogno di importazioni di beni e servizi intermedi della domanda finale nel 1853 e nel 1959. —■ 2. Le « propensioni marginali all’impor­ tazione » dei consumi e degli investimenti. - A ppendice : Fonti e note meto­ dologiche.

Pr e m e s s a

In un precedente lavoro abbiamo sviluppato un’analisi di prima approssimazione dei rapporti di interdipendenza che legavano nel 1959 la spesa pubblica e l’attività produttiva, cercando di mettere in luce i legami che sussistevano tra la spesa pubblica e le varie fasi del processo di formazione e di utilizzazione delle risorse. Per tale analisi abbiamo utilizzato, con successive elaborazioni, la Tavola delle interdipendenze settoriali dell’economia italiana (1).

Ci proponiamo ora di individuare i rapporti che intercorrevano in quello stesso anno tra la spesa pubblica e il flusso delle importa­ zioni che essa determinava direttamente ed indirettamente. Si tratta, in primo luogo, di conoscere il fabbisogno di importazioni di beni e servizi intermedi dei settori che, direttamente e indirettamente, con- conono alla produzione dei beni e dei servizi nazionali acquistati , , Il presente studio è destinato agli S critti in m em oria di A. D e Viti De

Marco, Esso è stato finanziato nell’ambito del piano di lavoro del gruppo C.N.R.

per lo studio dei problemi economici della distribuzione, del progresso tecnico e dello sviluppo.

V (< I a composizione della spesa pubblica in Italia e i suoi effetti

sul-I attività produttiva », in R iv ista di diritto finanziario e scienza d elle finanze

S T i n f m n 1 Q f l C J

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dallo Stato e, in secondo luogo, di misurare i flussi settoriali di im­ portazioni di beni e servizi finali attivati dalla domanda finale pub­ blica.

Insieme, il fabbisogno di importazioni di beni e servizi inter­ medi e le importazioni di beni finali della domanda pubblica permet­ teranno di misurare il contenuto « globale » di importazioni di tale domanda, disaggregata per settore di acquisto, nelle componenti dei consumi e degli investimenti. Lo stesso procedimento verrà svilup­ pato per la domanda privata, nel suo insieme e nelle componenti dei consumi, degli investimenti e delle esportazioni. Strumento di analisi sarà ancora la Tavola delle interdipendenze settoriali dell’economia italiana per l’anno 1959, nella versione C EE che rappresenta i flussi intersettoriali e finali di importazioni per 37 settori.

Sarà così possibile verificare alcune uniformità, principalmente quelle relative al maggiore contenuto di importazioni degli investi­ menti rispetto ai consumi e al minore contenuto di importazioni della spesa per consumi pubblici rispetto a quella per consumi privati e, in generale, della spesa pubblica rispetto a quella privata.

D’altro lato, l’analisi disaggregata ci porterà ad individuare la graduatoria dei settori verso i quali si è indirizzata la domanda finale pubblica di beni e servizi nazionali per consumi ed investi­ menti secondo i coefficienti diretti ed indiretti di importazioni di beni e servizi intermedi.

Per uscire dall’impostazione statica e sviluppare un’indagine di­ namica, dovremmo conoscere il contenuto di importazioni della do­ manda finale per una serie di anni. Questi dati non sono disponibili. Tuttavia, si conosce il fabbisogno diretto ed indiretto di importazioni di beni e servizi intermedi della domanda finale di prodotti nazio­ nali, nelle componenti dei consumi, degli investimenti e delle esporta­ zioni, per l’anno 1953, grazie alle elaborazioni svolte sulla Tavola delle interdipendenze settoriali di quell’anno.

Abbiamo, perciò, cercato di indicare le modificazioni strutturali registrate dal sistema produttivo italiano per quanto riguarda tale fabbisogno, per le componenti e il complesso della domanda finale di prodotti nazionali, nel periodo 1953-1959. Successivamente, sommando le importazioni di beni finali al suddetto fabbisogno, abbiamo misu­ rato il contenuto « globale » di importazioni della domanda finale nei due anni e dell’incremento della domanda stessa nel periodo.

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incrementi nei consumi in beni e servizi nazionali, registratisi nel 1959 rispetto al 1953, avrebbero richiesto un fabbisogno di importa­ zioni di beni e servizi intermedi minore di quello degli incrementi degli investimenti.

La conoscenza del contenuto di importazioni della spesa pubblica e, in particolare, del fabbisogno settoriale e totale, diretto ed indi­ retto, di importazioni di beni e servizi intermedi, può servire a co­ loro che vogliono conoscere le relazioni tra il commercio estero del- 1 Italia e la domanda interna, poiché la domanda pubblica è una componente di tale domanda.

L ’accertamento del minor contenuto di importazioni della spesa pubblica rispetto a quella privata in un dato anno può indurre a proporre l’ipotesi, che dovrebbe essere però verificata con un’indagine dinamica, che le modificazioni strutturali a favore della prima com­ portino un minor fabbisogno di importazioni. L ’ipotesi appare in­ teressante, perchè essa significherebbe che, a parità di effetti sulle esportazioni (2), la crescita della spesa pubblica relativamente a quella privata rallenta la pressione sulla bilancia dei pagamenti, ri­ ducendo un problema (quello della bilancia valutaria) che in certi casi può costituire un vincolo insuperabile all’elaborazione delle vo­ lute politiche di distribuzione e di sviluppo.

_ ® altro lato, la verifica di una minore « propensione marginale all importazione » di beni e servizi intermedi della domanda per con­ sumi rispetto a quella per investimenti può essere utilizzata per sta­ bilire gli effetti sulla bilancia dei pagamenti di redistribuzioni dei redditi.

In generale, la conoscenza del contenuto di importazioni della spesa pubblica è utile per l’elaborazione delle politiche di stabilizza­ zione che, spesso, sono richieste dall’esigenza di riequilibrare la bi­ lancia dei pagamenti e, in ogni caso, sono soggette al vincolo della situazione valutaria. Essa permette all’operatore pubblico di interve­ nire con un’azione diretta sulle importazioni, qualificando, se possi­ bile, la spesa pubblica in modo da ridurre od accrescere il volume delle importazioni ad essa imputabili (3).

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Tale azione può essere diretta in due direzioni, a seconda che si proponga di modificare il flusso delle importazioni di beni e ser­ vizi finali (4) oppure quello di beni e servizi intermedi attivato dalla domanda pubblica di beni e servizi nazionali. In ogni caso essa può esplicarsi attraverso variazioni nel livello della spesa e nella sua com­ posizione.

È soprattutto sugli interventi diretti a modificare la composizione della spesa pubblica che intendiamo richiamare l ’attenzione, poiché, per quanto è a nostra conoscenza, essi sono stati sinora trascurati nella letteratura di ispirazione keynesiana. Una modificazione della composizione della spesa pubblica, che, ad esempio, aumenti le spese per la costruzione di strade e ospedali e riduca quelle per la difesa, mantenendo invariato il livello complessivo della spesa, non produce soltanto diversi effetti sull’attività produttiva nazionale e sulla di­ stribuzione dei redditi, ma anche sulla bilancia dei pagamenti, gra­ zie al diverso « contenuto » di importazioni delle due categorie di spesa, ed, eventualmente, alle ripercussioni sulle esportazioni (5). Questi effetti, e in particolare le ripercussioni « a catena » che si rea­ lizzano sulle importazioni di beni e servizi intermedi, possono essere misurati, nel senso detto all’inizio, grazie alla tavola che presenta la graduatoria dei settori verso i quali si indirizza la domanda pub­ blica secondo i coefficienti diretti ed indiretti di fabbisogno di im­ portazioni di beni e servizi intermedi.

La conoscenza di tali effetti è utile non solo se si vuole modifi­ care il livello e la composizione della spesa pubblica proprio allo sco­ po di influire sulla bilancia dei pagamenti, ma anche quando — e que-formulazione sul commercio estero. Ad esempio, per ridurre un disavanzo nei conti con l’estero, si può dare incentivo alle esportazioni, qualificando la spesa pubblica in modo da produrre effetti di attivazione dei settori maggiormente dinamici ai quali si offrono brillanti prospettive di esportazione; oppure si può qualificare la spesa pubblica concedendo opportune commesse ai privati, cosi da offrire possibilità di sviluppo a settori capaci di soddisfare una domanda che altrimenti si indirizzerebbe all’importazione.

(4) In questa direzione, ad esempio, è il suggerimento offerto recente­ mente dal governatore della Banca d’Italia di ridurre l’avanzo della bilancia dei pagamenti con importazioni di beni ad alto contenuto tecnologico non prodotti nel nostro paese, da destinare aH’ammodernamento dei servizi della Pubblica Amministrazione.

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sto è il caso più generale — dette variazioni intendono realizzare di­ rettamente altri scopi, quali un aumento e una diversa distribuzione del reddito oppure il soddisfacimento di certi bisogni sociali. P ar­ ticolarmente utile poi essa può essere per quei paesi sottosviluppati, e sono la maggior parte, che si trovano di fronte a gravi squilibri nella bilancia dei pagamenti o che comunque trovano nella bilancia valutaria il maggior ostacolo all’attuazione di una politica di svi­ luppo economico.

Le conclusioni empiriche raggiunte in questo lavoro devono es­ sere circondate da cautela, perchè -—- come del resto avviene per ogni ricerca -—- esse sono state ottenute con elaborazioni svolte su dati che nel futuro potrebbero essere modificati. Per un loro impiego a fini previsivi o di intervento si dovrebbe supporre la costanza nel tempo dei coefficienti di importazione intersettoriali e finali, assun­ zione sul cui realismo non sentiamo di pronunciarci.

D altra parte, le nostre elaborazioni hanno presupposto necessa­ riamente l’ipotesi, in sè discutibile, che la domanda privata e pub­ blica rivolte ad ogni settore di produzione finale distinto nella Ta­ vola (6), fossero omogenee, vale a dire, avessero la stessa struttura merceologica. Si sono, cioè, trascurate le differenze nei fabbisogni di importazioni richieste dalle componenti della domanda finale a causa delle diverse strutture merceologiche.

Si deve, infine, avvertire che la Tavola attribuisce alla domanda finale di un certo bene il fabbisogno di beni di importazione attivato da essa, direttamente ed indirettamente, per la produzione di quel bene, non già le importazioni di beni e servizi attivate dalla spesa del \ alore aggiunto (salari e profitti) contenuto nel valore del bene stesso. Se si vuole conoscere questo flusso di importazioni, è necessario uscire dallo schema della Tavola e ragionare in termini analoghi a quelli del moltiplicatore. La Tavola, dunque, non ci può offrire che una parte delle notizie necessarie per l’elaborazioni di previsioni sui flussi di importazione determinati da variazioni della domanda finale.

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con le retribuzioni dei pubblici dipendenti, supponendo che esse si distribuissero nei settori di domanda finale per consumi della Tavola secondo la ripartizione di spesa dei bilanci familiari dei dirigenti-im­ piegati offerta da una recente indagine statistica. Tale stima offre ri­ sultati di per se stessi interessanti, poiché permette di completare le informazioni sul contenuto di importazioni delle diverse categorie di spesa pubblica che si ottengono direttamente dalla Tavola e rende così possibile l’individuazione dell’attivazione globale di importazioni prodotta dagli interventi diretti a modificare il livello e la compo- posizione della spesa pubblica. Essa potrebbe essere estesa alle spese degli altri titolari del valore aggiunto, utilizzando anche altre ipotesi sulla distribuzione in acquisti di beni e servizi finali delle spese stesse.

I . I R IS U L T A T I D E L L E ELABORAZIONI SV O L TE

1. I l fabbisogno di im portazioni di beni e servizi interm edi della domanda pubblica di prodotti nazionali.

Le elaborazioni svolte indicano che la domanda finale pubblica di prodotti nazionali ha richiesto nel 1959 un fabbisogno totale di importazioni di beni e servizi intermedi pari al 4,1 per cento, circa due quinti di quello richiesto dai consumi e dagli investimenti pri­ vati di prodotti nazionali (tavola 1, colonne 3 e 9) (7). La propensione media all’importazione è stata, dunque, nettamente inferiore a quella della domanda privata.

Il fenomeno è imputabile quasi esclusivamente ai consumi pub­ blici. Infatti, mentre il fabbisogno di importazioni degli investimenti pubblici risulta quasi eguale a quello degli investimenti privati (ri­ spettivamente, 10,8 e 11,0 per cento), quello dei consumi pubblici è stato pari a poco più di un quarto del fabbisogno dei consumi pri­ vati (2,6 rispetto a 9,9 per cento). Questo risultato non sorprende, poiché i consumi pubblici sono composti da servizi in una misura più alta dei consumi privati ; del resto ciò spiega largamente anche la differenza tra il fabbisogno di importazioni dei consumi e degli investimenti in generale.

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(18)

Dalle composizioni dei fabbisogni diretti ed indiretti di impor­ tazioni appare anche che il fabbisogno indiretto degli investimenti è stato notevolmente più elevato di quello dei consumi. A sua volta, il fabbisogno indiretto di importazioni dei consumi privati è stato oltre tre volte quello dei consumi pubblici.

Nella tavola 1, a titolo di confronto, abbiamo calcolato i fabbi­ sogni diretti ed indiretti di importazioni delle variazioni nelle scorte e delle esportazioni, e, infine, aggregando le varie voci relative, quelli della domanda privata interna ed esterna, dei consumi e degli inve­ stimenti nazionali, della domanda nazionale interna ed esterna. È in­ teressante osservare l’elevato fabbisogno diretto ed indiretto di im­ portazioni delle esportazioni (16,2 per cento), superiore a quello de­ gli investimenti : esso indica che il nostro paese è in alto grado un trasformatore di materie prime importate. Bimane confermato il mag­ gior fabbisogno di importazioni degli investimenti nei confronti dei consumi (rispettivamente, 11,2 e 8,8 per cento).

2. Le im portazioni dì ì>eni 'finali della dom anda pubblica.

Accanto alle importazioni determinate dal fabbisogno diretto ed indiretto della domanda finale pubblica di beni nazionali vi sono poi quelle effettuate direttamente dallo Stato allo stadio della do­ manda finale. Nel 1959 esse raggiunsero 51,9 miliardi, rispettiva­ mente 20,6 miliardi per consumi e 31,3 per investimenti.

Dalla tavola 2 risulta che i consumi privati hanno provocato im­ portazioni di beni finali per una quota più che doppia dei consumi pubblici (rispettivamente, 2,5 e 0,9 per cento). Tale risultato con­ ferma quanto ci si poteva attendere a priori, dato l’elevato conte­ nuto di servizi nazionali dei consumi pubblici e il trascurabile con­ tenuto alimentare della parte composta da beni.

Per quanto riguarda gli investimenti, non appaiono differenze sostanziali nella quota di importazioni di beni finali da parte dello Stato e dei privati, pari, rispettivamente, al 6 e al 6,4 per cento. Si tratta in entrambi i casi di una quota assai più elevata di quella ri­ chiesta dai consumi.

(19)
(20)

importazioni di beni e servizi intermedi della domanda finale pub­ blica di prodotti nazionali.

Come si può vedere dalla tavola 2, il contenuto « globale » di importazioni della domanda pubblica ha raggiunto il 5,8 per cento del valore della domanda, rispetto al 13,2 per cento della domanda privata per consumi ed investimenti. Rispetto al fabbisogno di im­ portazioni, il contenuto « globale » di importazioni degli investi­ menti pubblici passa, quindi, dal 10,2 al 16,2 per cento; quello dei consumi pubblici, invece, sale solo dal 2,6 al 3,5 per cento. Il con­ tenuto « globale » della domanda finale pubblica è risultato sostan­ zialmente inferiore a quello della domanda finale privata (di oltre il 50 per cento di quest’ultima).

Nel loro insieme i consumi nazionali hanno un contenuto « glo­ bale» di importazioni inferiore di oltre un terzo a quello degli in­ vestimenti nazionali (rispettivamente, 10,9 e 17,5 per cento). 4. L a graduatoria dei settori verso i quali si è indirizzata la do­

m anda finale pubblica.

La tavola 3 presenta la graduatoria dei settori verso i quali si è indirizzata la domanda finale pubblica di beni e servizi nazionali secondo i coefficienti diretti ed indiretti di importazione di beni e servizi intermedi. La tavola 4 riporta i valori settoriali e globali, in miliardi di lire, delle importazioni di beni finali da parte della domanda pubblica e, inoltre, i valori del fabbisogno totale, diretto ed indiretto, di importazioni della domanda finale pubblica di beni nazionali, disaggregata in consumi e investimenti. Dalla somma di tali valori, nella colonna 3 della stessa tavola, si è ottenuto il con­ tenuto «globale» di importazioni della domanda finale pubblica di ciascun settore e globale, distinto nelle componenti per consumi e per investimenti.

(21)

richiesto coefficienti di importazione superiori a 0,20, con coefficienti inferiori, ma con valori di importazioni elevati, stanno, in ordine di ammontare, i settori dei fabbricati e delle opere pubbliche (39,4 mi­ liardi), delle costruzioni navali, dei veicoli e dei motori per automo­ bili (10,4 miliardi), delle macchine non elettriche (8,9 miliardi), della produzione siderurgica non Ceca (7,9 miliardi), del legno e derivati (4,4 miliardi), dei trasporti (4,3 miliardi), della carta e affini (3,2 miliardi), dei settori della stampa e degli altri servizi con valori di poco superiori ai due miliardi. Sette settori non hanno presentato alcun fabbisogno di importazioni, tu tti gli altri restanti, importazioni inferiori a 2 miliardi.

La tavola 3 permette di guardare ai coefficienti di fabbisogno indiretto di importazione di beni e servizi intermedi dei settori verso Tavola 3 - Graduatoria dei settori verso i quali si è indirizzata la domanda finale

pubblica di beni nazionali secondo il coefficiente diretto e indiretto di importa-zione (1959).

Settori di domanda finale

Coefficienti di fabbisogno di importazione

Diretto Indiretto Totale

3. Derivati del carbone (coke, gas) . 0,51 0,04 0,55

5 B. Prodotti petroliferi (distrib. inclusa) . 0,34 0,01 0,35

19. Produzione siderurgica Ceca . . . 0,28 0,05 0,33

17. Produzione caucciù e amianto . . . 0,22 0,07 0,29

13. Cuoio e calzature . . . . 0,19 0,05 0,24

15. Carta e affini . . . . 0,17 0,05 0,22

18. Prod. chimica, fibre artificiali . 0,16 0,06 0,22

14. Legno e d e riv a ti... 0,17 0,04 0,21

20. Produzione siderurgica non Ceca . 0,06 0,14 0,20

12. Articoli abbigliam ento... 0,06 0,13 0,19

24. Macchine elettriche . . . . 0,08 0,09 0,17

25. Costruz. navali, veicoli, motori auto . . 0,06 0,09 0,15 29. Trasporti (ausiliari dei trasporti) . . 0,09 0,05 0,14 2. Carbone e altri combustibili solidi . . . 0,10 0,03 0,13 23. Macchine non elettriche... 0,04 0,09 0,13

26. Strumenti di precisione, ottica 0,06 0,05 0,11

16. Prod. stampa . .

6. Minerali, prodotti a base di minerali non 0,02 0,09 0,11

metallici (cemento, vetro) . . 0,04 0,06 0,10

28 B. Gas, aria compressa, a c q u a ... 0,06 0,04 0,10 27. Fabbricati e opere p u b b lich e ... 0,02 0,07 0,09 28 A. Elettricità (inclusa distribuzione) . . 0,02 0,03 0,05 1. Prod. agricola, caccia e p e s c a ... 0,02 0,02 0,04

31. Comunicazioni . 0,02 0,02 0,04

30. Servizi commerciali . . . 0,01 0,02 0,03

33. Altri servizi . . 0,01 0,02 0,03

32. Servizi bancari e di assicurazione . . . 0,01 0,00 0,01

(22)
(23)

i quali si è indirizzata la domanda finale pubblica. I più alti coeffi­ cienti indiretti di importazione indicano che il contenuto di impor­ tazioni di una unità di domanda dei prodotti di origine nazionale di quel settore, attivato non già direttamente da esso, attraverso le proprie importazioni, ma indirettamente dalle importazioni richieste dagli altri settori, è relativamente (agli altri settori) elevato.

Con una semplice operazione di moltiplicazione di questi coeffi­ cienti per i valori della domanda finale pubblica è possibile ottenere i valori di fabbisogno indiretto di importazioni di beni e servizi in­ termedi per ciascun settore.

I I . La v a l u t a z i o n e d e i r i s u l t a t i o t t e n u t i

1. L e assunzioni poste e i lim iti che ne discendono.

Le elaborazioni appena viste sono state svolte sulla base della Tavola 1959 e di un modello in cui i prodotti importati direttamente dalla Pubblica Amministrazione, come utilizzatore finale di beni e servizi, e i prodotti importati, consumati dai settori verso i quali si è indirizzata la domanda pubblica di prodotti nazionali, dipen­ dono, rispettivamente, dalla domanda finale pubblica di beni e ser­ vizi finali e dalla domanda finale pubblica di beni e servizi nazionali.

L’utilizzazione a fini conoscitivi, per anni successivi al 1959, di tali elaborazioni, anche allo scopo di definire politiche di intervento, presuppone l’accettazione delle ipotesi di omogeneità delle domande pubbliche e private rivolte ad ogni settore di produzione finale di­ stinto nella Tavola, e di costanza nel tempo della quota di approv­ vigionamento dall’estero della domanda finale pubblica da ciascun settore e della struttura del contenuto di importazioni di beni e ser­ vizi intermedi della domanda dei prodotti di origine nazionale di ciascun settore. L’ipotesi di omogeneità implica un certo errore nei risultati; essa, tuttavia, non li dovrebbe infirmare sostanzialmente, impedendone l’impiego. Sul grado di fondatezza della seconda ipotesi, quella di costanza dei coefficienti di importazione, non possiamo espri­ merci ; solo indagini empiriche sul contenuto di importazioni settoriali per anni successivi, lungo un certo periodo, potranno fornire i ne­ cessari elementi di giudizio.

(24)

le quote settoriali di importazione di beni finali, nonché le impor­ tazioni di beni e servizi intermedi dei diversi settori, poiché, in ge­ nerale, le informazioni offerte su tali metodi sono insufficienti (8).

Si deve aggiungere che alla spesa pubblica non vengono attri­ buite le importazioni di beni e servizi finali e di beni e servizi inter­ medi attivate dalle spese private che dipendono, o possono dipendere, con un rapporto di causa-effetto, da particolari categorie di spesa pubblica, quali i contributi ad investimenti effettuati da privati e 1 assunzione da parte dello Stato di una parte degli interessi per il credito agevolato a certi settori. Né si hanno indicazioni sul con­ tenuto di importazioni delle spese effettuate dalle imprese pubbliche che non sono istituzionalmente considerate parte della Pubblica Am­ ministrazione.

2. L esclusione dalla Tavola degli acquisti dei titolari del valore aggiunto.

Le elaborazioni svolte sulla base della Tavola 1959 forniscono notizie sul fabbisogno di importazioni attivato dalla domanda finale, relativamente alla parte richiesta per la produzione dei beni e dei servizi finali. La Tavola, cioè, non offre notizie sulle importazioni di beni e servizi attivate dagli acquisti fatti dai titolari del valore ag­ giunto, i lavoratori e i capitalisti, che potrebbero essere valutate con una serie di calcoli portati avanti con metodi analoghi a quello del moltiplicatore. Perciò, per offrire esaurienti informazioni sui rap­ porti esistenti tra la domanda finale e le importazioni, si dovrebbe integrare i risultati sin qui ottenuti mediante elaborazioni svolte sulla base della Tavola con quelli derivanti da stime delle importa­ zioni provocate dalla spesa del valore aggiunto attivato da tutta la domanda, privata e pubblica, di consumo e di investimento. I risul­ tati complessivi, allora, cambierebbero.

Il profilo appena considerato dovrebbe essere particolarmente im­ portante per la domanda pubblica, che per la maggior parte consiste di servizi forniti alla collettività dai pubblici dipendenti; anche nei

_J5L 1 * * *.’aspetto statistico, l’attribuzione dei prodotti importati al settore di utilizzazione non ha presentato alcuna difficoltà quando essi sono uti n r o d o n T S°l°t Siett0re- M“ ° agevole è 8tata tale attribuzione quando

. importati sono utilizzati da più settori; in questo caso la quota da attribuire a ciascun settore è stata determinata basandosi su elementi di YBna natura e attendibiUtà ». Questa è la sola informazione offerta sui criteri seguiti ISTAT, P rim i studi sulle interdipendenze settoriali dell'econom ìa ita.

Uana Roma 1965, p. 12. Sui motivi di detta reticenza, in gen erale,T s^ m o Z

reima ti nel nostro lavoro « La composizione della spesa pubblica » sovra ci­

(25)

consumi privati vi è una quota di servizi, ma essa ha un peso minore. Nel 1959 le retribuzioni dei pubblici dipendenti sono state pari a circa 1783 miliardi, cioè a circa il 78 per cento dei consumi pubblici. Nella Tavola tale categoria di spesa è stata trattata come consumo pub­ blico dal settore della Pubblica Amministrazione, senza ovviamente attribuirle alcun contenuto di importazioni.

Nell’elaborazione di previsioni e di programmi di intervento, sarebbe scorretto ignorare il flusso di importazioni attivato, diret­ tamente ed indirettamente, dalle retribuzioni dei pubblici dipendenti, concretandosi esse in acquisti di beni finali di importazione e di beni nazionali richiedenti un flusso di importazioni di beni e servizi intermedi. Più in generale, si dovrebbe tener conto delle importa­ zioni attivate dal valore aggiunto contenuto nella domanda, pri­ vata e pubblica, di beni di consumo e di investimento, e nelle espor­ tazioni. Quando si fossero valutati questi effetti, verrebbero modi­ ficati il contenuto e il fabbisogno di importazioni della domanda finale indicati dalle elaborazioni sopra sviluppate, particolarmente quelli della componente pubblica, tuttavia, crediamo, senza compen­ sare le differenze di contenuto di importazioni con quella privata rilevate sopra.

A titolo indicativo abbiamo calcolato il contenuto di importa­ zioni delle spese effettuate dai pubblici dipendenti con le proprie re­ tribuzioni nell’anno 1959, assumendo che esse si distribuissero nei settori di domanda finale per consumi della Tavola secondo la ripar­ tizione di spesa dei bilanci familiari dei dirigenti-impiegati indicata da una recente indagine dell’Istituto di Statistica (9) e attribuendo alle singole voci di spesa il contenuto globale di importazioni che risulta dalle elaborazioni svolte in precedenza.

Le retribuzioni dei pubblici dipendenti avrebbero provocato spese con un contenuto globale di importazioni (tavola 5) pari a 230,6 mi­ liardi, cioè a circa il 12,9 per cento della spesa, di cui 49,2 miliardi di beni e servizi finali (2,7 per cento) e 181,4 miliardi di beni e ser­ vizi intermedi, attivati dagli acquisti di prodotti nazionali (10,2 per cento) (10). 9 10

(9) Indagine statistica sui bilanci delle fam ìg lie italiane, anni 1963-64} m « Annali di statistica », serie V ili, voi. 21, Roma 1968.

(26)

Tavola 5 - Stima del contenuto « globale » di importazioni delle spese effettuate con

le retribuzioni dei pubblici dipendenti (in miliardi di lire).

Settori di domanda finale * 7 8 9 10 11 12 13 14

1. Prodotti agricoli, caccia e pesca 3. Derivati del carbone (coke, gas) 5 B. Prodotti petroliferi... 7. Carni, grassi, l a t t e ... 8. Prodotti alimentari diversi . . . 9. B e v a n d e ... 10. Tabacco ... 11. Fili, te s s u ti... 12. Articoli di abbigliamento . . . . 13. Cuoio e c a lz a tu r e ... 14. Legno e derivati ... 16. Prod. s ta m p a ... 18. Prod. chimica, fibre artificiali . . 23. Macchine non elettriche . . . . 24. Macchine e l e t t r i c h e ... 25. Costruzioni navali, veicoli, motori

per auto ... 26. Strumenti precisione, ottica . . . 28 A. E l e t t r i c i t à ... 28 B. Gas, aria compressa, acqua . . 29. T ra sp o rti... 31. Comunicazioni... 32. Servizi bancari e di assicurazione 33. Altri servizi... 34. Servizi a llo g g io ... 35. Servizi P.A ... Non attrib u iti... Totale ...

Spese dei pubblici dipendenti

Contenuto «globale» di importazioni

Import, di beni finali Fabbisogno diretto e indir, di import, della spesa in prodotti nazionali Totale 11 2 ,3 4 ,5 4 ,3 8,8 10,7 — 5 ,9 5 ,9 5 1 ,7 1,0 17,7 18,7 2 9 0 ,6 16,6 4 3 ,8 6 0 ,4 12 1 ,2 3,4 1 6 ,5 19,9 4 4 ,6 1,5 4 ,3 5 ,8 32,1 — 0 ,6 0 ,6 14,3 0 ,4 3,7 4,1 115,9 2,1 2 1 ,6 2 3 ,7 3 5 ,7 0 ,5 8 ,4 8,9 3 9 ,2 0 ,4 8,1 8 ,5 19,6 0,3 2,1 2 ,4 14,3 0,9 2 ,9 3 ,8 1 2 ,5 5,8 0 ,9 6,7 4 6 ,4 5,9 6 ,9 12,8 4 2 ,8 1,4 6,2 7,6 8,9 2,1 0 ,7 2 ,8 3 0 ,3 — 1,5 1,5 16,0 — 1,6 1,6 3 5 ,7 — 5 ,0 5 ,0 10,7 — 0 ,4 0 ,4 3 5 ,7 — 0 ,4 0 ,4 14 0 ,8 — 4 ,2 4 ,2 221,1 — 4 ,4 4 ,4 183,6 — — — 96,3 2 ,4 9 ,3 11,7 1.783 4 9 ,2 18 1 ,4 2 3 0 ,6

Fonti e note metodologiche: cfr. Appendice.

Avvertiamo che i suddetti risultati costituiscono approssima­ zioni, poiché si sono dovute superare difficoltà nell’attribuire ai set­ tori di acquisto della domanda finale certe voci di spesa dei bilanci familiari, a causa dell’impossibilità di disaggregare alcune categorie di spesa incluse nei bilanci familiari, e a causa, talora, dei non chiari criteri di aggregazione della Tavola (11).

(27)

Il metodo di stima proposto potrebbe essere applicato a tu tti i salari contenuti nella domanda pubblica e privata, non già ai profitti inclusi nel valore aggiunto per i quali dovrebbero assumersi diverse ipotesi di spesa. L’applicazione che ne abbiamo fatto offre notizie di per se stesse interessanti, che permettono di prevedere l’au­ mento di importazioni connesso ad eventuali aumenti dei salari dei pubblici dipendenti. Esse integrano così le informazioni che si ot­ tengono sulla base della tavola 3, necessarie per individuare l’atti­ vazione diretta ed indiretta di importazioni prodotta dagli interventi rivolti a modificare il livello e la composizione della spesa pubblica.

I II. Un c o n f r o n t o c o n l’a n n o 1953

1. I l contenuto « globale » di im portazioni e il fabbisogno di im­ portazioni di beni e servizi interm edi della dom anda finale nel

1953 e nel 1959.

Non disponiamo della versione inversa di una Tavola dei flussi intersettoriali di importazione dell’economia italiana per un anno precedente il 1959, che permetta di calcolare il contenuto « globale » di importazioni e il fabbisogno di importazioni di beni e servizi in­ termedi della domanda pubblica, in complesso e nelle sue componenti. La sola Tavola delle interdipendenze settoriali esistente, quella rela­ tiva all’anno 1953, fornisce i flussi di importazione totali per settore e la domanda finale pubblica, senza, però, distinguere le importa­ zioni settoriali di beni e servizi intermedi da quelle finali e senza disaggregare la domanda pubblica in consumi e investimenti. Non possiamo, pertanto, misurare il contenuto e il fabbisogno di impor­ tazioni della domanda pubblica nei due anni per rilevare eventuali modifiche strutturali e sviluppare una prima analisi dinamica.

Grazie alle elaborazioni svolte da Oao-Pinna e Ferrara, dispo­ niamo, per detto anno, del fabbisogno di importazioni di beni e ser­ vizi intermedi della domanda finale di prodotti nazionali, distinta nelle sue componenti (consumi, investimenti ed esportazioni), e quin­ di, per differenza dalle importazioni totali, delle importazioni di beni e servizi finali (12). Al fine di ricercare eventuali modifiche strut- * 14

(12) I due autori indicano il fabbisogno totale di importazioni nel 1953 ma non le elaborazioni svolte per ottenerlo. I param etri del sistem a produttivo ita ­

liano, Quaderni del Centro Studi e Piani Economici, Boringhieri, Torino 1966,

p. 131.

(28)

turali avvenute tra i due anni considerati (1958 e 1959), possiamo al­ lora porre a confronto tali valori con quelli che abbiamo calcolato in precedenza per il 1959.

Tavola 6 - Contenuto « globale » di importazioni della domanda -finale nel 1953 e

nel 1959 (1).

1953 1959 Incremento1959-1953

Valori assolu i (in miliardi di lire)

1. Domanda finale ( 2 ) ... 12.313 21.169 + 8.856 (14.028) (21.437) (+ 7.409) 2. Contenuto « globale » di

importa-zioni

a) Importazioni di beni finali 554 492 - 62

b) Fabbisogno totale di

importa-zioni di beni e servizi intermedi della domanda finale di

prodot-ti n a z io n a li... 1.044 1.819 + 775 c) Totale (o + 6) ... 1.598 2.311 + 713

(1.636) (2.364) (+ 728)

Valori 'percentuali

1. Domanda finale ( 2 ) ... 100 100 100 2. Contenuto « globale » di

importa-zioni

a) Importazioni di beni finali 4,4 2,3 - 0,7

b) Fabbisogno totale di

importa-zioni di beni e servizi interme-di della domanda finale interme-di

prò-dotti nazionali... 8,6 8,6 8,7

c) Totale (a + 6) ... 13,0 10,9 8,0

(H,7) (11,0) (9,8)

(1) Le cifre fra parentesi si riferiscono ai nuovi valori elaborati dall’ISTAT. (2) Escluse le variazioni nette delle scorte.

Fonti e note metodologiche: cfr. Appendice.

(29)

finali. È questo un risultato che, a prima vista, appare piuttosto sor­ prendente, poiché si ritiene comunemente che lo sviluppo economico del nostro paese abbia aumentato la dipendenza dalle fonti di ap­ provvigionamento estero. Nel periodo 1950-1964, infatti, la percen­ tuale delle importazioni sul reddito nazionale lordo, espresso in ter­ mini correnti, ha avuto un andamento decisamente crescente. Vi sono state, però, notevoli fluttuazioni in questo rapporto nei singoli anni, e appunto il 1953 e il 1959 sono tra quelli che presentano una forte variabilità, rispettivamente, al di sopra e al di sotto della tendenza lineare del periodo (13). Almeno in parte, quindi, la riduzione del contenuto di importazioni della domanda finale nel 1959 rispetto al 1953 può essere imputata a fattori di ordine ciclico. Si deve ag­ giungere che la misura del contenuto di importazioni della domanda finale nei due anni, che si ottiene dalle rispettive Tavole, è nel com­ plesso sovrastimata rispetto a quella che risulta sulla base della nuova serie dei dati di contabilità nazionale elaborata dall’Istituto di Statistica (tavola 6, valori in parentesi). Particolarmente gonfiata appare la quota delle importazioni sulla domanda finale nel 1953; se si guarda ai nuovi valori, la riduzione del contenuto di importazioni nel 1959 rispetto al 1953 diviene assai più modesta (dall’11,7 all’11,0 per cento, invece che dal 13,0 al 10,9 per cento).

Secondo i dati che si ottengono dalle Tavole 1953 e 1959, nei due anni il fabbisogno diretto ed indiretto di importazioni della do­ manda di prodotti nazionali (tavola 7) sarebbe rimasto in complesso immutato. Si sarebbero, tuttavia, avute modifiche nei bisogni di im­ portazioni degli investimenti in beni nazionali e delle esportazioni, in quanto i primi sarebbero aumentati e i secondi sarebbero diminuiti. Invariato sarebbe rimasto il fabbisogno di importazioni della do­ manda per consumi in beni e servizi nazionali.

Il maggior bisogno di importazioni registrato dagli investimenti potrebbe indicare la crescente dipendenza dall’estero per quanto riguarda l’impiego delle materie e dei servizi intermedi necessari per produrre i beni di investimento di un’economia in sviluppo, mentre la riduzione del bisogno di importazioni di beni e servizi intermedi delle esportazioni potrebbe essere interpretata come la prova che nel pe­ riodo 1953-1959 il sistema economico italiano si è sviluppato con una più complessa trasformazione di materie prime importate. 13

(30)
(31)

2. L e « propensioni m arginali all’im portazione » dei consumi e degli investimenti.

Nella discussione dell’opinione da più parti avanzata, apparen­ temente condivisa dalle autorità monetarie (14), che il peggioramento della bilancia dei pagamenti italiana nel biennio 1962-63 sia da attri­ buire all’eccesso di consumi dovuto alla redistribuzione del reddito a favore dei lavoratori dipendenti, Modigliani e La Malfa sostennero che il forte disavanzo della bilancia commerciale nel corso della fase inflazionistica fosse dovuto ad altre cause e che fosse scorretto attri­ buirlo ad un’eccessiva propensione al consumo; quest’ultima, invece, avrebbe avuto un effetto mitigatore sul disavanzo (15). Questa tesi si fondava sull’ipotesi, avanzata dal Forte (16) e ripresa dai due autori, di una minore propensione marginale all’importazione della domanda dei beni di consumo rispetto a quella dei beni di investimento. Prove empiriche sulla validità dell’ipotesi sono state successivamente por­ tate da una stima del Key della funzione delle importazioni nel periodo 1951-1965, effettuata con il metodo dei minimi quadrati a due stadi (17).

La relazione funzionale tra le importazioni attivate dalla do­ manda di beni di consumo e di investimento e i consumi e gli investi­ menti stessi, può essere esaminata confrontando il contenuto « glo­ bale » di importazioni dei consumi e degli investimenti, misurato con elaborazioni del tipo viste sopra, sviluppate sulla base di più Tavole relative ad anni successivi. Tale relazione è più raffinata, tanto di quella supposta da Modigliani-La Malfa, quanto di quella stimata dal Eey, che, come funzione dei consumi e degli investimenti, pongono, rispettivamente, tutte le importazioni e le importazioni di beni di con­ sumo e di investimento.

Come si è detto, abbiamo disponibili soltanto le Tavole per gli anni 195S e 1959 ; la Tavola per il 1953, poi, non fornisce notizie sulle importazioni di beni finali richieste dalla domanda di beni di consumo 14 15 16 17

(14) Banca d’Italia, R elazion e annuale 1963, pp. 143 e 484 s. ; R elazione

annuale 1964, p. 194.

(15) « Sugli aspetti della congiuntura e della politica monetaria italiana nell’ultimo quinquennio», in M oneta e Credito, settembre 1966, pp. 212, 245, e 255 ss.

(16) L a congiuntura ita lia n a 1961-65, Einaudi 1966, p. 326. Questi aveva osservato che il rapido miglioramento della bilancia dei pagamenti nel corso del 1964 era stato contemporaneo ad una drastica caduta degli investimenti.

(17) G. M. Rey, R elazion i tra il convmercio estero dell’It a lia e la dom anda interna ed intem azionale, Ente per gli studi monetari, bancari e finanziari

(32)

e di investimento (18). Dobbiamo, pertanto, limitare il confronto al fabbisogno diretto ed indiretto di importazioni di beni e servizi inter­ medi della domanda finale per consumi ed investimenti nazionali richiesto nei due anni, che convenzionalmente si è definito come « propensione media all’importazione ». Come risulta dalla tavola 7, in entrambi gli anni la propensione media all’importazione della domanda di beni di consumo e stata inferiore di circa un quarto a quella della domanda di beni di investimento.

Possiamo anche accertare il fabbisogno di importazioni di beni e servizi intermedi degli incrementi degli investimenti e dei consumi in beni e servizi nazionali, registrati nel 1959 rispetto al 1953, defi­ nendolo come « propensione marginale all’importazione ». Risulta che il fabbisogno richiesto dagli incrementi della domanda di beni di inve­ stimento è stato superiore di oltre un quarto a quello attivato dagli incrementi della domanda di beni di consumo.

Tale risultato, in linea con l’ipotesi di Forte, Modigliani-La Malfa e Rey sopra ricordata (19), non può essere considerato come * 19

.... ^ ^ S1 ^ potuto ottenere tali dati da altre fonti, non potendosi utilizzare a questo fine la serie delle importazioni di beni di consumo, di inve­ stimento e di materie prime e ausiliarie elaborata dall’ISTAT.

(19) Questo vale per le variazioni in termini assoluti, non per quelle in termini relativi. Dobbiamo, infatti, rilevare che i risultati delle nostre ela­ borazioni (tavola 7) mostrano che i consumi avrebbero un’elasticità ad impor­ tare più bassa degli investimenti, mentre il Rey (op. cit., p. 40) è pervenuto a risultati opposti. Tuttavia, i due diversi risultati non necessariamente con­ trastano, sia perchè le nostro misure dell’elasticità riguardano non tutte le im­ portazioni, ma solo quelle di beni e servizi intermedi richieste dalia domanda finale di prodotti nazionali, sia perchè i nostri concetti di elasticità sono de­ finiti in modo diverso, e cioè da

A M 0i j A G MCi j G e da A Mh ¡ A I M It I I invece che da A M c ¡ A G M c j ~ G ~ e da A I , ¡ A I Mj / I

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una prova sufficiente di essa. L’indisponibilità di dati sulle importa­ zioni di beni finali, richieste dalla domanda di beni di consumo e di investimento nel 1953, ci impedisce di valutare i rispettivi incrementi di importazioni registratisi nel 1959; né possiamo accertare se il ri­ sultato ottenuto sarebbe rimasto valido nonostante le eventuali mo­ dificazioni strutturali nei flussi settoriali di importazioni di beni e servizi intermedi e nella composizione della domanda finale per con­ sumi e per investimenti, nonché il maggior fabbisogno di importazioni di beni di consumo finale (soprattutto di generi alimentari) relativa­ mente a quello di beni di investimento, avutisi negli anni 1959-1963. Infine, ulteriore motivo di cautela, poiché gli incrementi della do­ manda e delle importazioni nei due anni non sono depurati dalle in­ fluenze di carattere congiunturale, non sappiamo se la trovata uni­ formità sia veramente strutturale e non dipenda, invece, almeno in parte, da cause cicliche (20).

Al di là del significato dei risultati empirici ottenuti, tuttavia, importa rilevare le possibilità analitiche del metodo qui utilizzato, per gli studi che intendono individuare gli effetti sulla bilancia dei pagamenti di redistribuzioni dei redditi.

Fr a n c o Re v i g l i o

Ancona, F aco ltà di Econom ia

Ap p e n d ic e

FONTI E NOTE METODOLOGICHE

Tavole 1-4.

Per gli elementi della domanda finale, disaggregati per i diversi settori di acquisto, per i coefficienti di fabbisogno diretto ed indiretto di importa­ zione di beni e servizi intermedi della domanda finale di prodotti nazionali, per le importazioni settoriali di beni e servizi finali, si è utilizzato il volume dell’Ufficio Statistico delle Comunità Europee (OSCE) Coefflcients direets et matriees inverses des tableaux E ntrées - Sorties pour les pays de la Gee, 1967

(rispettivamente, la tabella 1 per gli elementi della domanda finale e le im­ portazioni settoriali di beni finali, la tabella 2 per i coefficienti di fabbisogno diretto di importazione e la tabella 8 per quelli di fabbisogno totale).

La Tavola dell’OSCE è a 37 settori, più compatta quindi di quella a 65 settori prodotta dallo stesso Ufficio nel dicembre 1965 (seconda versione, 20

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