G I U G N O 1 9 5 9
Pubblicazione trimestraleAnno XVIII - N. 2
Spedizione in abbonamento postale - Gruppo IVRIVISTA DI DIRITTO FINANZIARIO
E S C I E N Z A D E L L E F I N A N Z E
Fondata da BENVENUTO GRIZIOTTI
(e
RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO FINANZIARIO)
D I R E Z I O N E :
L U I G I
E I N A U D I
ACH ILLE D. GI ANNI NI
D E L L ’ D N I T E R B I T i D I T O R I N O D E L L ' U N I V E R S I T À D I B A R I
GIAN ANTONIO MICHELI
S A L V A T O R E S C O C A
D E L L ' U N I V E R S I T À D I F I R E N Z E A V V O C A T O G E N E R A L E D E L L O S T A T O
S E R G I O S T E V E
D E L L ’ U N I V E R S I T À D E G L I S T U D I D I M IL A N O
Pubblicazione sotto gli auspici delia Camera di Commercio di Pavia
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irato fallimentare e dcUe società commerciali, edite dalla Casa Doti. A. Giuffrò.
Ai collaboratori saranno inviati gratuitamente 50 estratti dei loro saggi Copie
supplementari eventualmente richieste a ll’atto del licenziamento delle bozze ver
-INDICE-SOMMARIO
P A R T E P R I M A
DOTTRINA
Pag.
John P. Due - Musgrave’s theory of publio ftn a n ce... 101 Angelo Dus - 1 ricavi nel nuovo T.U . delle imposte d i r e t t e ... 113 Armando Giorgetti - A proposito dell’effettivo rispetto di alcuni principi
del bilancio dello S t a t o...128
A P PU N TI E RASSEGN E
Gino Bordini - Incongruenza dei termini di legge in tema di ricorsi per
duplicazione d’imposta nei tributi lo c a li...( . 137 Renato Ricci - Rassegna dei lavori parlamentari in materia finanziaria
nel secondo trimestre 1959 ... 147
RECENSIONI
John Kennet Galbhaith - Economia e benessere (F. F o r t e )... 178 Per Jacobsson - Some Monetary problems-International and National (J.
Griziotti K r e t s c h m a n n ) ...183 Alberto Romano - La pregiudizialità nel processo amministrativo (L.
Mon-t e s a n o ) ...185 Nino Andreatta - Distribuzione del reddito ed accumulazione del capitale
(F. Forte) . 187
Peacoch-Stolper-Turvey-Henderson ed. - International Economie Papers,
n. 7, Translations prepared for thè International Economie Association
(J. Griziotti Kretschmann) . 190
A L T R E OPERE R I C E V U T E...191
RASSEGNA D I P U B BLICA ZIO N I R E C E N T I... 196
P A R T E S E C O N D A
G IU RISPR UD EN ZA
Alberto Romano - In tema di circolari am m in istrative... 109 Tommaso Scarinci - L’imposta di registro sui contratti di appalto per la
costruzione di case di a b ita zion e...135 -Giuseppe Greco - Potere dell’ Amministrazione finanziaria di procedere di
II
pan-Giovanni Bavagli -S u l sistema automatico di valutazione dei fondi rustici 150-Costantino De Bono - Denunzia di successione presentata ad un ufficio
territorialmente incompetente - Portata giuridica della denunzia . . 159
SENTENZE E D ECISION I A N N O TA TE
Tassa sul consumo - Materiali da costruzione - Chiese, Seminari e Case l ’ arrocchiali - Circolare ministeriale del 9 giugno 1933 n. 5522 - Esen zione dall’imposta - Inammissibilità.
Tassa sul consumo - Circolare ministeriale del 9 giugno 1933 n. 5522 - Esen zione dall’imposta - Collegi serafici - Esclusione.
Tassa sul consumo - Legge 2 luglio 1949 n. 408 - Casa di abitazione - Con cetto - Collegio serafico - Applicabilità (Trib. Bologna, 10 luglio 1957) (con nota di A. Romano) . . . , ...109 Imposta di registro - Tassa fissa - Contratti di appalto per la costruzione
di fabbricati destinati prevalentemente ad abitazione - Compete - Fab bricati destinati in parte minore ad abitazione - Tassa fissa solo per tale parte (Cass., 27 maggio 1958, n. 1776) (con nota di T. Soarinci) . 135 Registro - Scrittura privata non sottoposta a registrazione ma regolare agli
effetti del bollo - Sequestro da parte della P .T .I. - Illegittimità del sequestro (Comm. Centr., 17 gennaio 1958, n. 502) (con nota di G . Greco) 145 Imposta di successione - Valutazione dei fondi rustici - Sistema automa
tico e sistema analitico - Possibilità di avvalersi del normale proce dimento di stima anche dopo l ’entrata in vigore della L. 20 ottobre 1954 n. 1044 (Comm. prov. Firenze, 26 novembre 1957) (con nota di G. Ravaoli) ... 150
Denunzia di successione presentata ad ufficio non competente per terri torio - Validità e irretrattabilità (Art 61 T .U . 30 dicembre 1923, n. 3270; arti. 28 e 39 e.p.c.) (Comm. Centr., 23 maggio 1957, n. 92927) (con nota di C. De Bono)...159
IN D IC E P E R M A T E R IA
A V V E R T E N ZA . — I singoli tributi sono collocati in ordine alfabetico, se condo la loro denominazione specifica (per es. Imposta di Ricchezza Mobile, si cerchi sotto Ricchezza Mobile (Imposta di), Tassa sulle insegne sotto Insegne
(Tassa sulle), ecc.). I numeri sono quelli delle massime del Massimario, ad ec cezione di quelli in corsivo che rinviano alla prima pagina delle sentenze e decisioni annotate.
Autorità amministrativa
Autorità giudiziaria
Applicabilità dell’ acquiescenza al l ’ accertamento, 106.
Condanna dell’Amministrazione al le spese, 11.
Contributi speciali di cura comm. trib. loc., 94.
Estremi per ricorso contro tasse comunali, 112.
Giudizio di estimazione, 3. Indicazione motivi ricorsi per de
terminazione valore, 111. Legittimato passivo opposizione in
giunzione, 14, 15.
Litisconsorzio necessario contro P. A ., 125.
Non perseguibilità rappresentante società per infrazioni valutarie, 6.
Solfe et repete. Applicabilità, 109. Termini ricorso contro decisione
Comm. Centr., 10.
Bollo (Imposta di)
Più atti sul medesimo foglio bolla to, 126.
Ricorsi in materia elettorale, 127.
Commissioni amministrative
Discussione orale, 105.
Estremi motivazione decisioni, 111. Facoltà aumento imposta famiglia,
108.s
Ineleggibilità membri sezione tri buti locali G .P.A. a Consiglieri comunali, 107.
Limiti alle possibilità di rinnova zione irregolare notifica accerta mento, 7.
Limiti validità avviso accertamento notifica a eredi, HO.
Notifica a persona addetta alla azienda, 69.
Notifica di cartella nulla, 8. Ricorso interruttivo, 105.
Termini ricorsi per duplicazione im posta famiglia, 9.
Complementare (imposta)
Omissione notizie altrimenti ap prendibili dall’ Ufficio, 41.
Trattenuta ai dipendenti statali, 124.
Consumo (Imposta di)
Estratti misti di carne - legittimità tassazione come carni, 203. Impianti igienici, 101.
Materiali da costruzione. Esenzio ne, 101.
Oggetti preziosi offerti in vendita, obbligatorietà della denuncia e pagamento dell’imposta, 198.
Contrabbando
Accenditori automatici, 28, 120. Deposito di spiriti, 18.
Detenzione tabacco estero per con sumo personale, 32.
Recidiva, 28, 30, 31.
Tabacco estero non costituisce ag gravante, 115.
IV
Diritto penale
Accertamento dell’imposta fa stato in sede penale, 29.
Ammissibilità conciliazione ammi- ministrativa, 27.
Applicabilità indulto in caso seque stro tabacchi, 16, 33, 34.
Concorso nel reato, 118.
Condanna erronea alla sola multa, 119.
Continuazione, 21, 22.
Inapplicabilittà abitualità a delin quere ex art. 112 legge doganale,
120
.Inapplicabilità art. 62 n. 4, 23, 24. Reato morosità pagamento profitti,
29.
Reato permanente, 118.
Recidiva in contrabbando spiriti, 117.
Responsabilità trasportatore vino che non ha assolto l ’imposta, 116. Sentenza che ordini restituzione
merce sequestrata, 17.
Termini prescrizione reato omessa denuncia cespiti, 19, 25, 26.
Dogana
Decisione del Miuistro delle finan ze. Ricorso per Cassazione, 99. Qualificazione e classificazione del
le merci, 99.
Entrata (Imposta generale sulla)
Accertamento presuntivo, 92. Agevolazioni per ie opere pubbli
che, 190.
Compravendita nave estera, 93. Contratto noleggio navi, 91. Deposito nei magazzini B, 184. Documentazione per rimborso im
posta pagata su merci esportate, 186.
Importazione caffè, 184.
Infedele denunzia bestiame macel lato, 187.
Infedele fatturazione, 191.
Intermediario non rappresentante con deposito, 90.
Percentuali di servizio ai comerie- ri, 185.
Prova subordinazione commessi viaggiatori, 189.
Richiesta del contribuente di retti fica del reddito dichiarato, 188.
Rivalsa nei confronti del Comune, 190.
Spese di gestione cooperative agri cole, 192, 193.
Trasferimento merco con contratto scritto, 191.
Fabbricati (Imposta di)
Albergo sinistrato, 122. Esenzione decennale, 122.
Fabbricazione (Imposta di)
Deposito fuori fabbrica di quanti tativo superiore al quintale. Li mite raggiunto in più riprese, 98. Filati, Presunzione di fabbricazio
ne clandestina, 196.
Incostituzionalità qualificazio ne contrabbando per detenzione olio di seme non condizionato, 104. Olii di semi, 98.
Famiglia (Imposta di)
Accertamento in più comuni nei confronti di diversi membri di una stessa famiglia, 100.
Applicazione. Criteri, 200. Concordato, 197.
Dimora abituale. Ricorso sulla spettanza, 201.
Duplicazione. Legge 2-7-1952 n. 703. Retroattività, 202.
Ipotecaria (Imposta)
Trasferimento quota società in no me collettivo, 173.
Patrimonio (Imposta straor. progr.
sul)
Costituzionalità proroga termini, 1. Mancata pubblicazione del ruolo, 8.
Patrimonio (Imposta prop. sul)
Esenzione gestione beni immobili urbani, 44.
Ripetibilità imposta anticipata dal l’usufruttuario, 46.
Società costituita il 28 marzo 1947, 45.
Profitti di regime
43-V
Definizione in sede di concordato, 42.
Natura tributaria dei profitti di re gime, 43.
Onere della prova, 43.
Periodo di riferimento per l ’accer tamento, 43.
Registro
Acquisto casa nuova nel quadrien nio, 76.
Adesione consortisti, 135.
Aggiudicazione immobile da proce dimento esecutivo esattoriale, 57. Aggiunta di un piano da parte con
domino, 142.
Alienazione immobili sinistrati, 136. Apertura di conto corrente per ca
se non di lusso, 61, 133, 134. Appalto bitumazione strada, 75; 157. Appalto fornitura termosifoni, 71. Appalto pubblici servizi,155, 156. Appalto ricostruzione impianti in
dustriali, 146, 150.
Appalto riparazione chiesa danneg giata, 143.
Appalto riparazione edifici danneg giati, 140.
Associazione in partecipazione, 55, 152.
Atti nell’interesse dei consorzi di bonifica, 78.
Atto di trasferimento con falsa sot toscrizione, 131.
Atto soggetto ad omologazione, 70. Auuento ni capitale, 70.
Autorimessa, 67.
Cessione gestione esattoria, 130. Cessione quote società a r.l., 68, 69. Compravennita a prezzo dilaziona
to, 53.
Concessione di occupazione di suolo pubblico, 172.
Concessione gestione teatro, 66, 166. Concessione immobise in enfiteusi,
129, 147.
Concessione lido comunale, 128. Concessione ricupero munizioni a f
fondate, 168.
Concessione servizi pubblici, 58. Conferimenti in società a scopo di
ricostruzione, 153.
Consolidazione usufrutto, 84. Contratto di commissione, 138. Contratto di forniture alla P .A .,
167.
Convenzione scarico di barbabieto le, 74.
Costituzionalità sanzione di nullità per mancata registrazione, 2. Decreto ingiuntivo da assegno ban
cario privo di requisiti essenziali, 52.
Deliberazioni della l ’ .A ., 137. Denuncia di cessazione del commer
cio, 50. Deposito, 154.
Dichiarazione unilaterale a futura memoria, 48.
Diritto di superficie, 48.
Divisione di comunioni da titoli di versi, 159.
Divisione giudiziale patrimonio ereditario, 161.
Domanda di rateazione, 64. Donazione area fabbricabile, 54. Enunciazione di convenzione in sen
tenza, 11.
Giudizio di congruità su prezzo da stima giudiziale, 59.
Illegittimità deliberazione ministe riale concernente emissione asse gni, 4, 5.
Immissione in possesso, 170. Industrializzazione del Mezzogior
no, 82.
Irregolare tenuta libri società coo perative, 146.
Liquidazione agli eredi quota di so cietà in nome collettivo, 49. Mutuo cambiario con interessi su
periori al legale, 145.
Natura dei privilegi ai consorzi di bonifica, 79, 80, 81.
Operazioni di credito industriale, 148.
Opere pubbliche di interesse di enti locali, 164.
Patto rinnovo cambiali, 158. Piccola proprietà contadina, 83, 162,
163.
Possesso immobile da atto nullo, 51.
Prescrizione richiesta rimborso, 160.
Proroga società in liquidazione, 72. Restituzione di imposta in seguito
a esproprio, 169. Rinuncia alle azioni, 70. Riparazioni navali, 64.
Scritture private soggette a regi strazione in termine filsso, 77. Sentenza revocatoria fallimentare
di compravendita, 171.
Sentenza risoluzione per inadem pienza, 47.
VI
Tassa fissa, 78.
Trasferimento non registrato di immobili, 170.
Trasferimento quote mobiliari e immobiliari di società in nome collettivo, 165.
Valutazione prezzo incanto in espropriazione da mutuo cambia rio, 132.
Vendita a impossidenti, 151. Vendita appartamento nuovo e mu
tuo per pagarne il prezzo, 62. Vendita area contro costruendo ap
partamento, 60.
Vendita e donazione della nuda pro prietà, 63.
Vendita immobile danneggiato, 73. Vendita macchine per proiezione.
144.
Verbale di riduzione di capitale e di trasformazione società, 141.
Ricchezza mobile (Imposta di)
Affitto miniere e cave, 40.
Avanzi di gestione ente autonomo Porto di Napoli, 39.
Canone cessione diritti derivazione acqua, 37.
Comproprietà cava marmifera, 40. Lavorazione fiori gelsomino, 38. Rettifica analitica dichiarazione,
36.
Rinuncia interessi cambiari, 121. Ritenuta per rivalsa, 125. Sostituzione d’imposta, 125. Trasferimento opificio efficiente, 35. Trasformazione di società, 123.
Riscossione
Applicabilità del solve et repete, 14, 15.
Decorrenza indennità di mora. 12. Inopponibilità indisponibilità al
curatore, 113. Interessi moratori, 12.
Natura del potere sui beni da parte dell’Amministrazione, 113. Poteri del Sindaco, 113.
Principio irretrattabilità della ven dita esattoriale, 13.
Qualità di mandatario dell’esatto re, 113.
Riscossione profitti di regime, 12. Struttura ingiunzione fiscale, 11. 14.
77, 114.
Successione
Agevolazioni alle successioni di persone decedute in guerra, 86. Assorbimento imposta globale da
imposta straord. sul patr., 181. Aumento da parte delle Commissio
ni del valore cespiti trasferiti, 182.
Beneficio d’inventario, 87.
Cessazione appartenenza al de cuiut del terreni espropriati, 85. Deducibilità debiti datori di lavo
ro, 175.
Deducibilità debiti verso aziende agricole, 176.
Deducibilità debito di R.M. non scaduto, 177.
Deducibilità debito di c /c , 174. Deduzione debiti verso P. A ., 89,
179.
Dilazione di pagamento, 178. Esclusione macchinario acquistato
da terzi prima della morte, 180. Fallimento post mortem, 87. Indetraibilità degli oneri modali,
183.
Restituzione imposta indebitamente pagata, 179.
Valutazione immobili, 88.
Tasse e imposte in genere
Costituzionalità leggi retroattive, 1. Inapplicabilità applicazione esten
siva leggi tributarie, 125. Poteri impugnazione Commissario
per la Sicilia, 103.
Potestà tributaria Regione sicilia na, 102, 103.
Uffici tecnici del catasto, 102.
Tributi locali
Concorso finanziario dello Stato. Piano regolatore di Roma, 195. Contributi di cura, 94.
Contributi di miglioria. Determina zione incremento di valore, 95. Natura tributaria, 94.
Tassa sulle pubbliche affissioni. In giunzione di pagamento, 199.
Tributi speciali e tasse
Contributi di cure, natura tributa ria, 94.
Applieabi-VII
lità entità della miglioria. Oppo sizione, 96.
Contributi di miglioria. Concorso fi nanziario della Stato, 195. Contributi di miglioria. Determina
zione incremento di valore, 95. Corrispettivo bombole metano. Co
stituzionalità determinazione ri tenti obbligati, 194.
Corrispettivo bombole metano. In giunzione. Firma dell’ Intendente solo nell’originale, 194.
Piano regolatore di Roma, 195. Plateatico. Accertamento con in
CASA EDITRICE DOTT. ANTONINO GIUFFRÈ - MILANO
R e ce n tissim o
Im po rta n te
A . B E R L I R I
-
M. C O G L IA T I D E Z Z A
-
M. M A L T A U R O
Massimario della Oiurisprudenza delle imposte
(Tributi erariali e locali)
(con tavole di riferimento al nuovo testo unico delle imposte dirette)
Anni
195 1 - 1 9 5 7
Volume in 4®, rilegato alla bodoniana, pag. I V - 455, L ir e 4 0 0 0
D isp o n ib ile, d e g li s te s s i A utori :
Massimario della Giurisprudenza delle Imposte
G ire lle , di Regisiro e di n e g o zia zio n e
(Tributi erariali e locali)
Anni 1 9 40 - 19 50
Volume in 4°, rilegato alla bodoniana, pag. IV -448, L ire 3 0 0 0
D
O
T
T
R
I
N
A
MUSGRAVE’ S THEORY OF PUBLIC FINANCE
Virtually no other book which has ever appeared in the field
has been awaited so long and with as much interest as Professor
R. A. Musgrave’s The Theory of Public Finance (1). It is the product
of 25 years of study and thought, and some sections appeared in
duplicated form as long as 10 years ago. It is basically a treatise
involving the application of contemporary economic theory to public
finance, the most significant since Pigou’ s A study in Public Fi
nance (2), and the most complete ever to be written. Like Pigou’ s
volume, it is primarily normative in approach, attempting to
establish the principles necessary for economically efficient conduct
of the public economy. But this can be done only in conjunction
with an analysis of the economic effects of various policies. It is
one of the few studies to coordinate the analysis of fiscal policy
with more traditional aspects of public finance, such as the deter
mination of optimum levels of government expenditures.
Several features of the volume can be noted briefly. It is almost
entirely analytical rather than institutional, and thus is not parti
cularly oriented in terms of the United States. Institutional references
are limited to those necessary for the selection of appropriate
assumptions, and the great mass of descriptive detail characteristic
of the typical American public finance text is completely absent.
Nevertheless, the book runs to 628 pages. The approach is largely
nonmathematical, except for the chapter on fiscal dynamics and
growth, although all relationships are expressed in the form of
equations whenever possible, and use is made of the transformation
curve and utility surface types of geometric exposition. But Mus-
grave has a great facility for making the results of mathematical
analysis meaningful in nonmathematical terms. One reason for the
length is the considerable historical bent, as shown by the tracing
of the growth of various ideas, and very extensive reference to the
(1) New York : McGraw Hill, 1959. (2) lst. ed., London Macmillan, 1928.
literature. The length is also increased b j the successive models
technique, whereby particular variables in an original model are
altered and the conclusions reexamined. This approach is somewhat
trying on the patience at times, and most of the significant material
in the book can be understood without the tedious review of all of
the cases. The quality of writing is good, if not exciting, and much
superior to that in some of Musgrave’s analytical articles. He lacks the
touch of Henry Simons (3), but avoids the obscurity of Earl Rolph (4)
and the precise dullness of Pigou. Musgrave is not primarily an inno
vator, as Vickrey (5), but a synthesizer; he is not an extremist in the
fashion of Simons, or a polemicist as Kaldor in The Expenditure
Tax (G); or an attaclier of established doctrine, as Buchanan (7) or
Rolph. By contrast, he is inclined to give full measure of credit to
others who have worked in the field, even when he strongly disagrees
with their conclusions. He makes no claim that his findings are re
volutionary. The primary contribution arises from the exhaustiveness
in the treatment of the subject matter, and the emphasis on the distinc
tiveness yet interrelationship of the various primary functions of
government.
The study is divided into four parts. The first provides a general
framework fort the presentation of the theory of government economy,
while the second develops the principles relating to optimum
expenditures and tax levels of government in terms of the assumed
goals, a task involving primarily the application of welfare theory
to budget determination. Relatively little attention is given to
questions of the precise features of various taxes necessary to meet
the requirements, the aspect of taxation most fully discussed in
other studies, such as Vickrey’s Agenda for Progressive Taxation.
The third section is devoted to an analysis of economic effects and
incidence of budget policy, in terms of both partial and general
equilibrium theory. The final section is concerned with fiscal policy
(including debt management )in terms of both comparative statics
and dynamic models. Musgrave emphasizes the unsuitability of the
traditional term « public finance » for the subject matter typically
— 10 2 _
(3) Personal Income Taxation (Chicago: Universitv o f Chicago Press, 1938).
(4) The Theory o f Fiscal Economics (Berkeley: University of California Press, 1954).
(5) Agenda for Progressive Taxation (New Y o rk : Ronald, 1947). (6) London: George Allen & Unwin, Ltd., 1955.
- 103 —
described by this term; much of this is not concerned with finance
or monetary aspects, but with resource allocation, income distribution,
and economic stability and growth.
A major point of emphasis is the classification of governmental
functions on a three-fold basis —< resource allocations, income
redistribution, and stabilization. The activities of each branch must
be planned separately, if the goals are to be attained in efficient
fashion, with ultimate consolidation into a single budget, primarily
for convenience. The resource allocation activities and their financing
must be determined independently of the action designed to bring
income distribution in line with accepted standards, and of that
which seeks to attain economic stability. Each must be considered
in terms of the assumption that the goals of the others have been
attained. One major consequence is the revived emphasis upon the
function of taxes in controlling the pattern of allocation of cost of
governmental activities, in facilitating the determination of the
optimum level of governmental resource-using activities (the discipline
function), and in obtaining the desired pattern of income distribution.
Thus the approach contrasts sharply with that of the Lerner system
in which the sole function of a tax is to reduce private spending
and thus check inflation.
_ 104 —
In the first place, because the exclusion principle is not applicable,
individuals will not indicate their true offer prices; each will
understate in order to minimize his own tax bill, because he realizes
that his offer price will have no noticeable effect upon the decision
relating to the total level of the service supplied. Furthermore,
since the decision must be made in general equilibrium, terms, not
separately for each individual, there is no best single solution, but
merely alternatives on the utility frontier.
Since no market solution is possible, political processes must
be developed to translate the community wants into budget programs,
that is, to ascertain preferences, and to select the optimum solution
from among the various alternatives suggested in terms of economic
welfare which is optimum in terms of a social preference function.
The ability doctrine, in its usual form, is considered to provide little
assistance in the development of government policy. In the form
of the MSC-MSB rule, the ability version has the merit of stressing
both cost and benefit sides to the picture, but it does not provide an
operational guide. Musgrave, incidentally, in his review of the
ability approach, indicates a reluctance to abandon interpersonal
utility comparison, which underlies the various sacrifice interpreta
tions of ability and determination of optimum tax structures. He
points out that even though we formally reject such comparisons,
we determine policy on the basis of the .assumption that they can
be made. Even the voting approach, with equal votes for each person,
Musgrave argues, is based on the assumption of uniform capacity
for want satisfaction. This interpretation is open to serious question;
the assumption of equal voting rights for each person can be justified
on bases completely unrelated to utility.
Having established the principle that political processes are
necessary to determine the optimum budget, the author then proceeds
to analyze the problem of determining the solution to budget policy
on the basis of voting, in order to ascertain preferences in the field
of social wants. He builds on the work of Howard Bowen (8) and
Kenneth Arrow (9), reviewing the latter’s analysis in some detail
with respect to the question of social ordering. He concludes that
there is grave danger that in many cases rational social ordering is
impossible because of two-peaked preferences (that is, a person
(8) Toward Social Economy (New York: Rinehart, 1948).
— 105 —
prefers both A to B and C to B, A, B, and C representing successive
degrees of moderation). For example, a person prefers both hot coffee
and cold coffee to lukewarm coffee. This is particularly true on com
plex issues involving several variables (expenditures and taxes). As a
consequence the majority voting system produces arbitrary results.
Even if it does not, it may produce unsatisfactory results, since the de
sires of the minority are disregarded. Thus plurality voting, with a
point weighing of degrees of preferences, may attain a more satisfac
tory solution. But unfortunately, considerations of strategy will
enter the picture and distort the results; as a consequence in many
instances the majority approach may be superior. It must be reco
gnized, however, that the solution cannot be an ideal one since
individual preferences vary and the amount of the particular service
provided must be determined in light of overall preference.
The taxes for the allocation branch, that is, those designed to
allocate the cost of social goods, must be regarded as the means by
which persons pay for these services; the tax structure must be
related to the income elasticity of the demand for social wants.
Income is accepted as the best measure of demand, and these taxes
should at least be proportional, since it is most unlikely that social
goods are inferior goods. This base is preferable to consumption,
except perhaps in the event that most social goods are strictly
consumption goods and thus the pattern of demand for them would
follow that of consumption more closely than income. Income has the
further advantage of facilitating the attainment of the goals of the
distribution and stabilization branches. Where specific measures of
benefit are available, as in highway finance, the direct use of this
basis may be preferable to income. The inevitable conflict in taxation
between excess burden (economic unneutrality) and equity is reco
gnized; only the poll tax is ideal from the former standpoint, but
is obviously unacceptable in terms of equity. The budget of the
allocation branch must be balanced, in terms of opportunity costs,
but not necessarily in expenditure terms, since borrowing is justified
for government investment outlays.
directly involved occurs, and is justified on the basis either of the
social want characteristics of the activities (indirect benefits, in usual
terminology), or decision-making by a group better informed than
the persons involved. The distribution branch of government is that
whose task is the attainment of the community-desired pattern of
income distribution. The decisions must be made by political
processes, in terms of the accepted standards of equity in distribution
of the times, with due regard for the output effects of the policies.
The goals must be attained by the tax-transfert-payment method, to
avoid interference with optimum allocation of resources. Thus the
acceptance of progression and the degree adopted will depend
upon the standards contemporary society regards as equitable. It
is important to distinguish between these taxes and those financing
the allocation functions; the latter are regarded as payments for
the satisfaction of social wants, with the total allocated on the
basis of a measure of social want preferences by income class.
The sharp contrast between this approach and the usual ability
doctrine should be noted; under the latter, all expenditures,
resource using and transfer, are lumped, and financed by one set
of taxes based upon some measure of ability to pay.
The third portion of the book is a review of economic effects and
incidence of expenditure and tax policies. The analysis of economic
effects is highly competent, but is primarily a restatement of existing
doctrine in this field and throws relatively little new light on the
questions involved. The presentation is marked by careful analysis
of the factors influencing the effects. Musgrave calls attention to the
so called « spite » effects of taxes; persons may react differently to
a tax than a price or income change of equal magnitude arising
from other causes. In the analysis of the effects on investment, the
significance of the loss offset is stressed. With this offset, as Musg
rave demonstrated in an article written with Domar in 1911 (10),
the total private and social risk-taking in the economy will be
increased by a tax on investment income, as individuals assume
more risk because some has been removed from them (and taken
over by society), and thus a net increase is inevitable. The offset
eliminates the substitution effect, leaving only the income effect,
which leads to more risk-taking. Failure to recognize this point
— 107 —
is one of the primary analytical errors in Kaldor’ s Expenditure
Tax study.
The question of incidence is reviewed in detail, in both partial
and general equilibrium settings. Musgrave attempts to face squarely
the most troublesome and controversial aspect of shifting, that
relating to adjustments in factor prices. In an effort to avoid the
ambiguities and misplaced emphasis arising out of the concept of
« tax burden distribution», he defines incidence as the pattern
of change in the distribution of income (by income class) available
for purchase of private-sector output which results from a particular
governmental action. This is a much broader concept than that
used by many writers, such as Rolph, who essentially defines
incidence in terms of reductions in money incomes resulting directly
from the tax. The Musgrave definition is applicable equally to
resources-using and transfer activities of government, in contrast
to many definitions, and avoids the problem of differentiating
between direct and indirect effects. It specifically recognizes that
when the government collects tax revenue, some other change must
also occur in the government accounts. The significance for incidence
of both changes in money earnings and changes in prices of goods
purchased are recognized.
108 —
have condemned the specific approach on the grounds that improper
assumptions are involved ; when additional tax revenues are collected,
something else, such as an increase in expenditures, must happen.
The analysis of shifting and incidence in terms of the partial
equilibrium setting does not differ significantly from the usual
versions. Some immediate shifting of the corporation income tax
is regarded as likely. Substantial space is devoted to the question
of the relative incidence of ad valorem and specific excise taxes.
The more significant analysis is that of the shifting of commodity
taxes in the framework of a general equilibrium model. He starts
with a very simple case of a perfectly-competitive all-consumption
model, and demonstrates that in this instance the effect on income
distribution of a general sales tax will be exactly the same as that
of a general expenditure, income, or factor-cost tax. An excise
tax, in the same model, will lessen the relative income available
for acquisition of private-sector output of those persons making
relatively high expenditures for the taxed items, and the overall
pattern of incidence will depend on the importance of the consump
tion of the item in various income classes. The incomes of the
owners of any specific-factor units used in the production of the
taxed item will of course fall (the traditional increasing cost case).
It is recognized that in an imperfect market the results for income
distribution of the various types of general taxes will be somewhat
different, in light of the varying reactions of consumers and unions
to taxes whose impact strikes them in various ways. There also
arises the possibility of some absorption of the tax in monopoly
profits.
109 —
which excludes by definition any possibility of the burden being
borne by anyone except factor owners, as such.
— 110
regards this increase as a product of monetary policy, not of the tax.
The sales tax referred to in the preceding section is one confined
to consumers goods. Musgrave argues that if the tax applies as
well to capital goods (presumably finished capital equipment), its
incidence is the same (apart from the significance of imperfections)
as an income tax. The portion of the tax on capital goods, it is
argued, is exactly the same as a tax on interest on new investment
(and over time, on all money capital). This conclusion is the most
questionable of any in the whole discussion of incidence, being valid
only in terms of the assumption of a perfectly inelastic supply of
money capital (so that investment of a given sum of money will
reduce real investment by the equivalent amount) and perfect
competition in all markets involved. In practice such a tax is likely
to be reflected in higher depreciation charges and higher prices for
the consumption goods, with an overall effect comparable to that of
the portion of the tax resting directly on consumption goods.
— I l l —
in an underdeveloped country, in which capital is not adequate to
absorb all labor at given rigid wage rates, the difficulties cannot
be solved by an increase in aggregate demand, but rather, require
an increase in investment.
One of the major overall budget problems is that of the inter
relationships between stabilization and resource allocation functions.
Musgrave argues strongly for the use of tax and transfer adjust
ments for stabilization activities, rather than change in resource-
using activities, in part to avoid distortions in the latter (which
have a way of becoming permanent), in part because transfer
payments lead directly to greater output of desired goods, instead
of utilization of resources on semi-useful public projects. Tax changes
made for stabilization purposes would be distributionally neutral,
with the sole goal of checking inflation. But he grants that some
cyclical adjustment in spending on government investment activities
would be acceptable, particularly because in depression there is
justification in channeling some of the resources freed from private
investment into government investment. But the great problem
arising out of instability is the danger the cost of public functions
will be overstated or understated, since the taxes will no longer
measure opportunity costs in all instances. There is particular
danger of overextension of these activities in depression. Annual
and or marginal budget balancing are rejected, and Musgrave
concludes that balancing over the cycle is the lesser of the evils.
— 112 —
optimum debt structure, he makes use of the work of Rolph with
respect to the balancing of liquidity and interest-cost considera-
zion (11). In so doing, he rejects the extreme position of Henry
Simons that there are only two desirable forms of government
borrowing from the central bank (and thus monetary issue) and in
the form of consols (12). Rather, it is desirable to tap various
investors in terms of their respective preferences.
University of Illinois.
Jo h n F . Du e
(It) « Principles o f Debt Management », American Economic Review, Voi. 47 (June 1957), pp. 302-20.
I RICAVI NEL NUOVO T.U. DELLE IMPOSTE BURETTE
1. Presupposto dell’ imposta di ricchezza mobile — precisano gli
articoli 81 e 82 del nuovo t.u. delle leggi sulle imposte dirette — è la
produzione nello Stato di un reddito netto, in danaro o in natura,
continuativo od occasionale, derivante da capitale o da lavoro, o dal
concorso di capitale e lavoro, ovvero derivante da qualsiasi altra fonte
e non assoggettabile all’imposta sul reddito dominicale dei terreni, a
quella sul reddito agrario od a quella sul reddito dei fabbricati.
Costituiscono inoltre presupposto dell’imposta le plusvalenze,
compreso l ’avviamento, derivanti dal realizzo di beni relativi all’im
presa, le sopravvenienze attive conseguite nell’esercizio di questa, non
ché le plusvalenze da chiunque realizzate in dipendenza di opera
zioni speculative, nonché i premi su prestiti e le vincite di lotterie,
concorsi a premio, giuochi e scommesse. La definizione suindicata, per
quanto segni un progresso rispetto a quella che poteva trarsi dalla
legislazione precedente, non sembra del tutto rispondente al concetto
di reddito mobiliare, quale può desumersi dalle norme dello stesso
testo unico.
2. Anzitutto essa assume come presupposto il « reddito netto »
cioè un fatto economico, mentre successivamente (art. 91), per le ca
tegorie B e C /l, identifica tale reddito nella differenza tra l’ammon
tare dei ricavi lordi e l ’ammontare delle spese e passività ad essi ine
renti, accogliendo un concetto sostanzialmente contabile, che può es
sere, ed è, generalmente, notevolmente diverso (1).
(1) Per quanto riguarda la divergenza tra costi contabili e costi fiscali, vedasi quanto da noi esposto nel numero 4 dell’annata 1958 di questa rivista, I, pag. 333. Il Gian nini A. D ., Istituzioni di diritto tributario, V II, ed. 1956,
L’esplicito riferimento alla « produzione di un reddito netto »
richiama infatti il concetto di reddito come prodotto, formulato nel
modo più razionale dal De Viti De Marco (2), per il quale « il pro
dotto o reddito della società consiste nella massa di beni di primo
grado annualmente prodotti e consumati », dal che può dedursi che
il reddito dei singoli è dato dalla quota spettante a ciascuno ; ma
questo concetto non trova rispondenza in quello di reddito fiscale per
chè :
a) questo non può prescindere dai redditi provenienti dalla
produzione di beni di secondo, terzo grado, ecc. e dai servizi che sono
ugualmente soggetti all’ imposta;
b) se nell’esempio devitiano (pane) produzione e consumo coin
cidono, ciò non si verifica sempre nella realtà. Deve, anzi, conside
rarsi normale che una parte del prodotto sia consumata in un pe
riodo di tempo (anno, esercizio) diverso da quello in cui la produ
zione è avvenuta;
c) nella valutazione assumono importanza notevole le previ
sioni, sicché il problema concreto (determinazione di un reddito) viene
ad essere anche in funzione di queste (costi pluriennali ; scorte, ecc.).
In generale può dirsi che il concetto di reddito come « prodotto »
è estraneo a quello di reddito mobiliare imponibile ogni qualvolta la
produzione non si identifichi con la realizzazione (come avviene, ad
esempio, per le prestazioni di servizi) sicché delle due formule usate
sembra più aderente quella dell’art. 91 del t.u. che fa riferimento
ai ricavi.
3.
Tiù rispondente sembra perciò il concetto di reddito come
entrata. Questo concetto è stato sostenuto da vari autori (3) i quali
identificano il reddito nella somma algebrica del reddito prodotto e
degli incrementi o decrementi del patrimonio del soggetto. Esso è
(2) De Viti DeMarcoA ., Principii di economia finanziaria, ed. definitiva, 1934, pag. 190 e segg.
(3) Del Vecchio G ., Introduzione alla finanza. II ed., 1957, pag. 376;
Griziotti B ., Le imposte sugli incrementi di valore nei capitali e sulle rendite dei redditi, interessi, salari e profitti, in Giornale degli economisti, 1910-12, riprodotto in Studi di scienza delle finanze e diritto finanziario, 1956, I, pag. 161 e seg. ; Id. , La ripartizione politica del carico tributario ed i principi distri
butivi delle imposte moderne sul reddito e sugli acquisti di rendite e di incre menti dei capitali, ibidem, riprodotto in Studi eit., pag 113 e seg. e specie pag. 150 e seg.; Schanz G-, Iter Einkommenbegriff und die Einkommensteuer-
gesetze, in Finanz-Archiv, 1896. voi. I, pag. 18-31 e 47-72; Sim o ns M. C., Per
— 115
invece considerato da altri (4) arbitrario e insufficiente sia perchè il
concetto di reddito-entrata urterebbe contro difficoltà di accertamento,
sia perchè richiederebbe da ciascun contribuente un’accurata conta
bilità e delle entrate correnti e del patrimonio, sia perchè, data la
mancanza in genere di valori di mercato delle imprese, come orga
nismi in attività, condurrebbe agli stessi problemi di calcolo delle
quote di ammortamento che si incontrano nel metodo del reddito
prodotto.
Senza intervenire sul problema generale, che è fuori del tema
propostoci, e pur ammettendo talune deroghe (come, ad esempio, la
esclusione degli incrementi non speculativi), dobbiamo rilevare che
il richiamo al reddito derivante da qualsiasi altra fonte, alle plusva
lenze, alle sopravvenienze, alle vincite, ecc. contenuto nel nuovo testo
unico conferma sostanzialmente raccoglimento nella nostra legisla
zione del concetto di reddito come entrata.
4.
Nella prassi amministrativa, nella dottrina (5) e nella giu
risprudenza (6) si è accolto per lungo tempo la formula riassuntiva
enunciata dal Quarta, secondo la quale il reddito imponibile risulte
rebbe dal concorso delle condizioni seguenti :
a) una ricchezza novella ;
(4) Si veda, ad esempio, Steve S., Lezioni di scienza delle finanze, II ed., 1959, pag. 294.
(5) Quarta O ., Commento alla legge sulla imposta di ricchezza mobile,
I II ed-, I, 1917, pag. 129 e in particolare a pag. 137; D ’An gelil lo F ., Trattato
della imposta di R .M ., II, 193C, pag. 4 e seg. ; Sam fieri Mangano, L ’imposta di R.M . e le società commerciali per azioni, I, 1935, pag. 1 e seg. ; Ruggero S .,
L ’imposta di R .M . nella teoria e nella pratica del credito, 1914, pag. 12 e seg. ; Bu zze t t i, L ’imposta sui redditi di R .M ., 1937, pag. 19 e se g .; Pugliese M ., I
concetti di reddito e di entrata in economia e in finanza, 1930; Terranova P ., Il concetto di reddito fiscale ed alcune sue applicazioni, 1931; Gia n n in i A. D ., Il
concetto di reddito mobiliare nel diritto tributario italiano, in Riv. Poi. E c.,
1935, 397 e 592; Ein aud i L., Il sistema tributario italiano, II ed., 1933, pag. 41
e seg. (il quale esclude, peraltro, le vincite al gioco) ; Berliri E. V ., L ’imposta
di R. M . - Incontri e scontri di dottrina e giurisprudenza, 1949, pag. 2 e seg. ; Arena C., Scienza delle Finanze, 1956, pag. 443; Giannetta E .-Scandale G.-
Sessa M., Teoria e tecnica dell’accertamento mobiliare, II ed., 1958, pag. 2 e s e g .; Zappala L .-Marionetti A .-Lanza F., La imposta sui redditi di ricchezza
mobile, 1958, pag. 5 e seg.
(6) C. Appello Torino, 30 novembre 1891, Fin. c. Banca Tiberina, in Imp.
Dir., 1892, 117; Cass. Roma, 27 gennaio-19 febbraio 1910, Fin. c. Oleificio Pavese, Norm. n. 28 del 1910; Cass. Roma, 5 aprile-20 maggio 1910, Fin. c. Ellena, in Imp. Dir., 1910, 16«; Cass. 22 dicembre 1938-12 aprile 1939, Fin. c. Sclopis, in Oiur. imp. dir., 1940, n. 1 ; Comm. Centr. 29 novembre 1939, n. 19995,
116 —
6)
che tale ricchezza sia in relazione causale con un’ energia o
forza produttiva;
c) che vi sia la possibilità di ritorno o successiva produzione
di altra somigliante ricchezza.
5.
Con la prima condizione si afferma l’esigenza che la ricchezza
nuova sia definitivamente staccata dalla precedente ricchezza ; che si
sia cioè compiuta l’operazione produttiva della quale il reddito rap
presenta il risultato. Questa condizione, comunemente indicata con
il termine di autonomia della nuova ricchezza, nou sembra più accolta
dal nuovo testo unico, anche a voler ammettere, del che dubitiamo,
che essa potesse trarsi dalla legislazione precedente. Se i ricavi lordi
per un privato, per una impresa patrimoniale, per un ente di eroga
zione, ecc. possono concepirsi infatti in termini essenzialmente mone
tari, come una determinata cifra cioè della quale al termine di un
dato periodo può disporsi per la soddisfazione dei bisogni personali
e dell economia corrente, questo concetto non risponde quando si
tratti di esercizio di un’impresa, per la quale il reddito è essenzial
mente questione di valutazione, e non una contrapposizione di somme
ricavate al netto delle somme spese. « In sostanza si tratta di con
trapporre alla misura del capitale esistente e valutato in un mo
mento precedente, quello di capitale esistente e valutato in un mo
mento successivo » (7).
Al criterio già in precedenza accolto dalla giurisprudenza (8),
si è sovrapposto in tal modo quello di ricavo meramente contabile,
risultante dalla semplice iscrizione iu bilancio di plusvalenze (arti
colo 106 t.u.) o di riserve (art. 107 t.u.) ed in genere dei ricavi
contabili (art. 119 t.u.); o addirittura non risultante dal bilancio,
come nell’ipotesi di redditi (presunti) provenienti da appalti, for
niture, amministrazioni, incarichi giudiziari, curatele e simili che
si prolungano oltre Tanno, uel qual caso ì redditi « si determinano
sulla base della quota di risparmio e di spese proporzionalmente im
putabile all'attività svolta in ciascun periodo d’imposta, tenendo
conto del rischio inerente al compimento delPoperazione » (art. 116
t.u.); oppure in taluni casi di liquidazione di soggetti tassabili in
(7) Cecchereixi E., Rapporti tra reddito contabile e reddito fiscale, in
Arch. Fin., I, 1950, pag. 73 e seg. (in particolare pag. 77).
— 117 —
base a bilancio (art. 125, a, b ; del t.u.). In corrispondenza possono
iscriversi in bilancio per cifre inferiori soltanto le materie prime,
le merci, le azioni, le obbligazioni, i titoli a reddito fisso (artt. 101,
102 e 103 del t.u.), dal che deve dedursi l’ inammissibilità fiscale di
altre minusvalenze contabili.
Le osservazioni fatte, prescindono da qualsiasi variazione del
valore della moneta. Se queste intervengono, la divergenza tra red
dito fiscale e reddito economico assume ben altro rilievo. « È chiaro
—< osserva peraltro il Giannini (9) —•
che l’incremento economico
deve essere effettivo, non soltanto nominale, apparente; e quindi
non è reddito la rivalutazione di un bene o di un complesso di beni
in corrispondenza con la svalutazione della moneta, come nell’ ipo
tesi in cui una società commerciale, per adeguare le sue scritture
al mutato valore della moneta, elevi la cifra del capitale sociale
mediante l’ aumento del valore nominale delle azioni, ovvero remis
sione o la distribuzione di azioni gratuite » (10).
Nessun dubbio può sorgere sull’esattezza economica delle con
clusioni, essendo evidente che un patrimonio non diviene maggiore
per il fatto che l’ unità di misura è divenuta più piccola ; ma il pro
blema non è questo, sibbene quello diverso di stabilire se la legge
fiscale accetti questo criterio o invece quello del valore nomina
listico della moneta ; perchè, in questo ultimo caso, deve giungersi
alla conclusione opposta : dovendosi considerare invariato ope legis
il valore della moneta, il patrimonio deve considerarsi aumentato
e, quindi, deve riconoscersi l’ esistenza di un reddito corrispondente
alla differenza tra i due valori monetari del patrimonio all’inizio
ed alla fine del periodo considerato. Ora è proprio quest’ultima la
tesi da accogliersi, come può evincersi dalle numerose disposizioni
legislative che sono intervenute per regolarizzare i casi in cui la dif
ferenza tra reddito fiscale e reddito economico sarebbe stata rile
vante (11), disposizioni che, proprio per la loro forma, dimostrano
(9) Gia n n in i A . D ., Istituzioni cit., pag. 327.
(10) L ’ A. rileva, in nota, che « l ’esattezza di questo principio è stata riconosciuta senza difficoltà dalla Commissione Centrale e dalla stessa A. F . » e cita le decisioni del 25 gennaio 1928, e 22 febbraio 1928 (in Giur. Imp. Dir., 1928, 12, 19); del 16 febbraio 1929, ivi, 1929, 139; del 10 giugno 1931, ivi, 1931, 252 ed altre fino alla decisione 17 marzo 1938, in Foro It., 1938, I, 835 con nota di Biamonti (successiva, dunque al R .D .L. 4 febbraio 1937, n. 163, che diede
riconoscimento legislativo alla rivalutazione per conguagli monetari consen tendone l ’effettuazione in relazione alla svalutazione della lira, allora veri ficatasi, e al R .D .L. 19 ottobre 1937, n. 1729); ma non sembra che le disposizioni vigenti rendano accoglibile questa tesi, come rilevato nel testo.
(11) La legge 18 agosto 1893 aveva determinato il contenuto di oro fino
118 —
negli altri casi l’irrilevanza della svalutazione monetaria. La legge
n. 72 del 1952, ad esempio, dichiara, all’art. 2, soggetti all’ imposta
di R. M. i saldi attivi per la parte eccedente la rivalutazione del
capitale e delle riserve, qualunque ne sia stata la destinazione,
quando sia comunque realizzata, o anche prima del realizzo quando
sia distribuita o imputata a capitale ; dal che deve desumersi che
qualsiasi rivalutazione eccedente il c.d. plafond, anche se rispon
dente alla svalutazione effettiva è tassabile come reddito, quan
tunque non possa obiettivamente considerarsi tale. Questa conclu
sione trova ora accoglimento anche nel nuovo t.u., il quale, al
l’art. 100, dispone tassativamente che « concorrono a formare il
reddito imponibile le plusvalenze derivanti dal realizzo di beni re
lativi all’impresa ad un prezzo superiore al costo non ammortiz
zato o, se diverso, all’ ultimo valore riconosciuto ai fini della de
terminazione del reddito ».
Del resto il principio del valore nominalistico della moneta ri
sponde anche ad esigenze pratiche non essendo ovviamente possi
bile stabilire ricavo per ricavo e costo per costo se, ed eventual
mente in quale misura, la differenza tra i due dati sia da attri
buirsi non all’ attività produttiva, ma a variazioni intervenute nel
valore della moneta. Conseguentemente in periodo di svalutazione
monetaria e semprechè non intervengano disposizioni legislative si
verifica un eccesso di imposizione derivante da un gonfiamento degli
imponibili (12), mentre in periodo di rivalutazione si verifica il
fenomeno opposto.
di 100 lire In gr. 20,032254, il che consenti di considerare invariato il valore della moneta fino al 1913 (lira oro). Dopo la prima guerra mondiale venne riconosciuta una prima svalutazione della lire con il R .D .L . 21 dicembre 1927, n. 2325, che ridusse a gr. 7,919 il contenuto in oro fino di 100 lire (lira stabi lizzata) e stabili il coefficiente di svalutazione di 3,667 (arrotondato per ec cesso). Con R .D .L . 5 ottobre 1936, n. 1745, il contenuto in oro fino di L. 100 verme ulteriormente ridotto a gr. 5,677 (lira allineata). Con l ’ art. 3 di questo decreto legge si dispose che la lira conservava però il suo pieno valore legale « e che nulla era innovato » in riguardo all’obbligo delle casse pubbliche », ma con i due decreti legge del 1937 ricordati nella nota precedente si consenti la rivalutazione per conguaglio. Il coefficiente di rivalutazione fu quindi 6,208 rispetto alla lira oro e 1,69 rispetto alla lira stabilizzata. Le disposizioni legi slative emanate dopo la seconda guerra mondiale (legge 27 aprile 1946, n. 436; D .L . 14 febbraio 1948, n. 49; legge 1° aprile 1949, n. 94; legge 11 marzo 1951, n. 25; legge 11 febbraio 1952, n. 74) hanno efficacia quasi esclusivamente fiscale. Con esse, ed in particolare con l ’ultima che riassume le precedenti, sono state ammessi coefficienti di rivalutazione in relazione all’anno in cui è stato effet tuato l’investimento. E sufficiente un esame sommario di tali coefficienti per rilevarne l ’inadeguatezza di fronte alla svalutazione effettivamente intervenuta.
(12) Come abbiamo altra volta osservato (Il concetto di reddito mobiliare