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Rivista di diritto finanziario e scienza delle finanze. 1959, Anno 18, n.2, giugno

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(1)

G I U G N O 1 9 5 9

Pubblicazione trimestrale

Anno XVIII - N. 2

Spedizione in abbonamento postale - Gruppo IV

RIVISTA DI DIRITTO FINANZIARIO

E S C I E N Z A D E L L E F I N A N Z E

Fondata da BENVENUTO GRIZIOTTI

(e

RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO FINANZIARIO)

D I R E Z I O N E :

L U I G I

E I N A U D I

ACH ILLE D. GI ANNI NI

D E L L ’ D N I T E R B I T i D I T O R I N O D E L L ' U N I V E R S I T À D I B A R I

GIAN ANTONIO MICHELI

S A L V A T O R E S C O C A

D E L L ' U N I V E R S I T À D I F I R E N Z E A V V O C A T O G E N E R A L E D E L L O S T A T O

S E R G I O S T E V E

D E L L ’ U N I V E R S I T À D E G L I S T U D I D I M IL A N O

(2)

Pubblicazione sotto gli auspici delia Camera di Commercio di Pavia

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Abbonamento

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L ’abbonamento decorre dal 1« gennaio di ogni anno e dà diritto a tutti ! numeri dell’annata, compresi quelli già pubblicati.

Il pagamento può effettuarsi direttamente all’editore, anche con versamento sul conto corrente postale 3/17986, indicando a tergo del modulo in modo leggi autorizzati' n T n n o V m p' , ? delrabbonato; ° P P ™ Plesso i suoi agenti a ciò di J , abbonamento deve essere effettuato entro il 15 marzo

1 ogni anno. Trascorso tale termine l’amministrazione provvede direttamente a ll’incasso nella maniera più conveniente, addebitando le spese relative

' P o r t o ^ L deV0D° 6S8ere da^

I fascicoU non pervenuti a ll’abbonato devono essere reclamati entro 10 giorni

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Gli abbonamenti che non saranno disdetti entro il 10 dicembre di ciascun * ' ' " ' " I " ™ " “ ■ « * . « » * rinnovati por l'anno .n cc.tolv» to « r t non p»0 easene di,detto « ,.„ bbo o „ . „

rlvlatl l'abbonato eleggo domicilio preaao l'am m lnl.tr.alone delia

ABBONAMENTI c U M m A T I V ,: O » abbona,,

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Flnanriario

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F,nan“ ’ In regoIa con 11 pagamento, hanno diritto ad una

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irato fallimentare e dcUe società commerciali, edite dalla Casa Doti. A. Giuffrò.

Ai collaboratori saranno inviati gratuitamente 50 estratti dei loro saggi Copie

supplementari eventualmente richieste a ll’atto del licenziamento delle bozze ver

(3)

-INDICE-SOMMARIO

P A R T E P R I M A

DOTTRINA

Pag.

John P. Due - Musgrave’s theory of publio ftn a n ce... 101 Angelo Dus - 1 ricavi nel nuovo T.U . delle imposte d i r e t t e ... 113 Armando Giorgetti - A proposito dell’effettivo rispetto di alcuni principi

del bilancio dello S t a t o...128

A P PU N TI E RASSEGN E

Gino Bordini - Incongruenza dei termini di legge in tema di ricorsi per

duplicazione d’imposta nei tributi lo c a li...( . 137 Renato Ricci - Rassegna dei lavori parlamentari in materia finanziaria

nel secondo trimestre 1959 ... 147

RECENSIONI

John Kennet Galbhaith - Economia e benessere (F. F o r t e )... 178 Per Jacobsson - Some Monetary problems-International and National (J.

Griziotti K r e t s c h m a n n ) ...183 Alberto Romano - La pregiudizialità nel processo amministrativo (L.

Mon-t e s a n o ) ...185 Nino Andreatta - Distribuzione del reddito ed accumulazione del capitale

(F. Forte) . 187

Peacoch-Stolper-Turvey-Henderson ed. - International Economie Papers,

n. 7, Translations prepared for thè International Economie Association

(J. Griziotti Kretschmann) . 190

A L T R E OPERE R I C E V U T E...191

RASSEGNA D I P U B BLICA ZIO N I R E C E N T I... 196

P A R T E S E C O N D A

G IU RISPR UD EN ZA

Alberto Romano - In tema di circolari am m in istrative... 109 Tommaso Scarinci - L’imposta di registro sui contratti di appalto per la

costruzione di case di a b ita zion e...135 -Giuseppe Greco - Potere dell’ Amministrazione finanziaria di procedere di

(4)

II

pan-Giovanni Bavagli -S u l sistema automatico di valutazione dei fondi rustici 150-Costantino De Bono - Denunzia di successione presentata ad un ufficio

territorialmente incompetente - Portata giuridica della denunzia . . 159

SENTENZE E D ECISION I A N N O TA TE

Tassa sul consumo - Materiali da costruzione - Chiese, Seminari e Case l ’ arrocchiali - Circolare ministeriale del 9 giugno 1933 n. 5522 - Esen­ zione dall’imposta - Inammissibilità.

Tassa sul consumo - Circolare ministeriale del 9 giugno 1933 n. 5522 - Esen­ zione dall’imposta - Collegi serafici - Esclusione.

Tassa sul consumo - Legge 2 luglio 1949 n. 408 - Casa di abitazione - Con­ cetto - Collegio serafico - Applicabilità (Trib. Bologna, 10 luglio 1957) (con nota di A. Romano) . . . , ...109 Imposta di registro - Tassa fissa - Contratti di appalto per la costruzione

di fabbricati destinati prevalentemente ad abitazione - Compete - Fab­ bricati destinati in parte minore ad abitazione - Tassa fissa solo per tale parte (Cass., 27 maggio 1958, n. 1776) (con nota di T. Soarinci) . 135 Registro - Scrittura privata non sottoposta a registrazione ma regolare agli

effetti del bollo - Sequestro da parte della P .T .I. - Illegittimità del sequestro (Comm. Centr., 17 gennaio 1958, n. 502) (con nota di G . Greco) 145 Imposta di successione - Valutazione dei fondi rustici - Sistema automa­

tico e sistema analitico - Possibilità di avvalersi del normale proce­ dimento di stima anche dopo l ’entrata in vigore della L. 20 ottobre 1954 n. 1044 (Comm. prov. Firenze, 26 novembre 1957) (con nota di G. Ravaoli) ... 150

Denunzia di successione presentata ad ufficio non competente per terri­ torio - Validità e irretrattabilità (Art 61 T .U . 30 dicembre 1923, n. 3270; arti. 28 e 39 e.p.c.) (Comm. Centr., 23 maggio 1957, n. 92927) (con nota di C. De Bono)...159

(5)

IN D IC E P E R M A T E R IA

A V V E R T E N ZA . — I singoli tributi sono collocati in ordine alfabetico, se­ condo la loro denominazione specifica (per es. Imposta di Ricchezza Mobile, si cerchi sotto Ricchezza Mobile (Imposta di), Tassa sulle insegne sotto Insegne

(Tassa sulle), ecc.). I numeri sono quelli delle massime del Massimario, ad ec­ cezione di quelli in corsivo che rinviano alla prima pagina delle sentenze e decisioni annotate.

Autorità amministrativa

Autorità giudiziaria

Applicabilità dell’ acquiescenza al­ l ’ accertamento, 106.

Condanna dell’Amministrazione al­ le spese, 11.

Contributi speciali di cura comm. trib. loc., 94.

Estremi per ricorso contro tasse comunali, 112.

Giudizio di estimazione, 3. Indicazione motivi ricorsi per de­

terminazione valore, 111. Legittimato passivo opposizione in­

giunzione, 14, 15.

Litisconsorzio necessario contro P. A ., 125.

Non perseguibilità rappresentante società per infrazioni valutarie, 6.

Solfe et repete. Applicabilità, 109. Termini ricorso contro decisione

Comm. Centr., 10.

Bollo (Imposta di)

Più atti sul medesimo foglio bolla­ to, 126.

Ricorsi in materia elettorale, 127.

Commissioni amministrative

Discussione orale, 105.

Estremi motivazione decisioni, 111. Facoltà aumento imposta famiglia,

108.s

Ineleggibilità membri sezione tri buti locali G .P.A. a Consiglieri comunali, 107.

Limiti alle possibilità di rinnova­ zione irregolare notifica accerta­ mento, 7.

Limiti validità avviso accertamento notifica a eredi, HO.

Notifica a persona addetta alla azienda, 69.

Notifica di cartella nulla, 8. Ricorso interruttivo, 105.

Termini ricorsi per duplicazione im­ posta famiglia, 9.

Complementare (imposta)

Omissione notizie altrimenti ap­ prendibili dall’ Ufficio, 41.

Trattenuta ai dipendenti statali, 124.

Consumo (Imposta di)

Estratti misti di carne - legittimità tassazione come carni, 203. Impianti igienici, 101.

Materiali da costruzione. Esenzio­ ne, 101.

Oggetti preziosi offerti in vendita, obbligatorietà della denuncia e pagamento dell’imposta, 198.

Contrabbando

Accenditori automatici, 28, 120. Deposito di spiriti, 18.

Detenzione tabacco estero per con­ sumo personale, 32.

Recidiva, 28, 30, 31.

Tabacco estero non costituisce ag­ gravante, 115.

(6)

IV

Diritto penale

Accertamento dell’imposta fa stato in sede penale, 29.

Ammissibilità conciliazione ammi- ministrativa, 27.

Applicabilità indulto in caso seque­ stro tabacchi, 16, 33, 34.

Concorso nel reato, 118.

Condanna erronea alla sola multa, 119.

Continuazione, 21, 22.

Inapplicabilittà abitualità a delin­ quere ex art. 112 legge doganale,

120

.

Inapplicabilità art. 62 n. 4, 23, 24. Reato morosità pagamento profitti,

29.

Reato permanente, 118.

Recidiva in contrabbando spiriti, 117.

Responsabilità trasportatore vino che non ha assolto l ’imposta, 116. Sentenza che ordini restituzione

merce sequestrata, 17.

Termini prescrizione reato omessa denuncia cespiti, 19, 25, 26.

Dogana

Decisione del Miuistro delle finan­ ze. Ricorso per Cassazione, 99. Qualificazione e classificazione del­

le merci, 99.

Entrata (Imposta generale sulla)

Accertamento presuntivo, 92. Agevolazioni per ie opere pubbli­

che, 190.

Compravendita nave estera, 93. Contratto noleggio navi, 91. Deposito nei magazzini B, 184. Documentazione per rimborso im­

posta pagata su merci esportate, 186.

Importazione caffè, 184.

Infedele denunzia bestiame macel­ lato, 187.

Infedele fatturazione, 191.

Intermediario non rappresentante con deposito, 90.

Percentuali di servizio ai comerie- ri, 185.

Prova subordinazione commessi viaggiatori, 189.

Richiesta del contribuente di retti­ fica del reddito dichiarato, 188.

Rivalsa nei confronti del Comune, 190.

Spese di gestione cooperative agri­ cole, 192, 193.

Trasferimento merco con contratto scritto, 191.

Fabbricati (Imposta di)

Albergo sinistrato, 122. Esenzione decennale, 122.

Fabbricazione (Imposta di)

Deposito fuori fabbrica di quanti­ tativo superiore al quintale. Li­ mite raggiunto in più riprese, 98. Filati, Presunzione di fabbricazio­

ne clandestina, 196.

Incostituzionalità qualificazio ne contrabbando per detenzione olio di seme non condizionato, 104. Olii di semi, 98.

Famiglia (Imposta di)

Accertamento in più comuni nei confronti di diversi membri di una stessa famiglia, 100.

Applicazione. Criteri, 200. Concordato, 197.

Dimora abituale. Ricorso sulla spettanza, 201.

Duplicazione. Legge 2-7-1952 n. 703. Retroattività, 202.

Ipotecaria (Imposta)

Trasferimento quota società in no me collettivo, 173.

Patrimonio (Imposta straor. progr.

sul)

Costituzionalità proroga termini, 1. Mancata pubblicazione del ruolo, 8.

Patrimonio (Imposta prop. sul)

Esenzione gestione beni immobili urbani, 44.

Ripetibilità imposta anticipata dal­ l’usufruttuario, 46.

Società costituita il 28 marzo 1947, 45.

Profitti di regime

(7)

43-V

Definizione in sede di concordato, 42.

Natura tributaria dei profitti di re­ gime, 43.

Onere della prova, 43.

Periodo di riferimento per l ’accer­ tamento, 43.

Registro

Acquisto casa nuova nel quadrien­ nio, 76.

Adesione consortisti, 135.

Aggiudicazione immobile da proce­ dimento esecutivo esattoriale, 57. Aggiunta di un piano da parte con­

domino, 142.

Alienazione immobili sinistrati, 136. Apertura di conto corrente per ca­

se non di lusso, 61, 133, 134. Appalto bitumazione strada, 75; 157. Appalto fornitura termosifoni, 71. Appalto pubblici servizi,155, 156. Appalto ricostruzione impianti in­

dustriali, 146, 150.

Appalto riparazione chiesa danneg­ giata, 143.

Appalto riparazione edifici danneg­ giati, 140.

Associazione in partecipazione, 55, 152.

Atti nell’interesse dei consorzi di bonifica, 78.

Atto di trasferimento con falsa sot­ toscrizione, 131.

Atto soggetto ad omologazione, 70. Auuento ni capitale, 70.

Autorimessa, 67.

Cessione gestione esattoria, 130. Cessione quote società a r.l., 68, 69. Compravennita a prezzo dilaziona­

to, 53.

Concessione di occupazione di suolo pubblico, 172.

Concessione gestione teatro, 66, 166. Concessione immobise in enfiteusi,

129, 147.

Concessione lido comunale, 128. Concessione ricupero munizioni a f­

fondate, 168.

Concessione servizi pubblici, 58. Conferimenti in società a scopo di

ricostruzione, 153.

Consolidazione usufrutto, 84. Contratto di commissione, 138. Contratto di forniture alla P .A .,

167.

Convenzione scarico di barbabieto­ le, 74.

Costituzionalità sanzione di nullità per mancata registrazione, 2. Decreto ingiuntivo da assegno ban­

cario privo di requisiti essenziali, 52.

Deliberazioni della l ’ .A ., 137. Denuncia di cessazione del commer­

cio, 50. Deposito, 154.

Dichiarazione unilaterale a futura memoria, 48.

Diritto di superficie, 48.

Divisione di comunioni da titoli di­ versi, 159.

Divisione giudiziale patrimonio ereditario, 161.

Domanda di rateazione, 64. Donazione area fabbricabile, 54. Enunciazione di convenzione in sen­

tenza, 11.

Giudizio di congruità su prezzo da stima giudiziale, 59.

Illegittimità deliberazione ministe­ riale concernente emissione asse­ gni, 4, 5.

Immissione in possesso, 170. Industrializzazione del Mezzogior­

no, 82.

Irregolare tenuta libri società coo­ perative, 146.

Liquidazione agli eredi quota di so­ cietà in nome collettivo, 49. Mutuo cambiario con interessi su­

periori al legale, 145.

Natura dei privilegi ai consorzi di bonifica, 79, 80, 81.

Operazioni di credito industriale, 148.

Opere pubbliche di interesse di enti locali, 164.

Patto rinnovo cambiali, 158. Piccola proprietà contadina, 83, 162,

163.

Possesso immobile da atto nullo, 51.

Prescrizione richiesta rimborso, 160.

Proroga società in liquidazione, 72. Restituzione di imposta in seguito

a esproprio, 169. Rinuncia alle azioni, 70. Riparazioni navali, 64.

Scritture private soggette a regi­ strazione in termine filsso, 77. Sentenza revocatoria fallimentare

di compravendita, 171.

Sentenza risoluzione per inadem­ pienza, 47.

(8)

VI

Tassa fissa, 78.

Trasferimento non registrato di immobili, 170.

Trasferimento quote mobiliari e immobiliari di società in nome collettivo, 165.

Valutazione prezzo incanto in espropriazione da mutuo cambia­ rio, 132.

Vendita a impossidenti, 151. Vendita appartamento nuovo e mu­

tuo per pagarne il prezzo, 62. Vendita area contro costruendo ap­

partamento, 60.

Vendita e donazione della nuda pro­ prietà, 63.

Vendita immobile danneggiato, 73. Vendita macchine per proiezione.

144.

Verbale di riduzione di capitale e di trasformazione società, 141.

Ricchezza mobile (Imposta di)

Affitto miniere e cave, 40.

Avanzi di gestione ente autonomo Porto di Napoli, 39.

Canone cessione diritti derivazione acqua, 37.

Comproprietà cava marmifera, 40. Lavorazione fiori gelsomino, 38. Rettifica analitica dichiarazione,

36.

Rinuncia interessi cambiari, 121. Ritenuta per rivalsa, 125. Sostituzione d’imposta, 125. Trasferimento opificio efficiente, 35. Trasformazione di società, 123.

Riscossione

Applicabilità del solve et repete, 14, 15.

Decorrenza indennità di mora. 12. Inopponibilità indisponibilità al

curatore, 113. Interessi moratori, 12.

Natura del potere sui beni da parte dell’Amministrazione, 113. Poteri del Sindaco, 113.

Principio irretrattabilità della ven­ dita esattoriale, 13.

Qualità di mandatario dell’esatto­ re, 113.

Riscossione profitti di regime, 12. Struttura ingiunzione fiscale, 11. 14.

77, 114.

Successione

Agevolazioni alle successioni di persone decedute in guerra, 86. Assorbimento imposta globale da

imposta straord. sul patr., 181. Aumento da parte delle Commissio­

ni del valore cespiti trasferiti, 182.

Beneficio d’inventario, 87.

Cessazione appartenenza al de cuiut del terreni espropriati, 85. Deducibilità debiti datori di lavo­

ro, 175.

Deducibilità debiti verso aziende agricole, 176.

Deducibilità debito di R.M. non scaduto, 177.

Deducibilità debito di c /c , 174. Deduzione debiti verso P. A ., 89,

179.

Dilazione di pagamento, 178. Esclusione macchinario acquistato

da terzi prima della morte, 180. Fallimento post mortem, 87. Indetraibilità degli oneri modali,

183.

Restituzione imposta indebitamente pagata, 179.

Valutazione immobili, 88.

Tasse e imposte in genere

Costituzionalità leggi retroattive, 1. Inapplicabilità applicazione esten­

siva leggi tributarie, 125. Poteri impugnazione Commissario

per la Sicilia, 103.

Potestà tributaria Regione sicilia­ na, 102, 103.

Uffici tecnici del catasto, 102.

Tributi locali

Concorso finanziario dello Stato. Piano regolatore di Roma, 195. Contributi di cura, 94.

Contributi di miglioria. Determina­ zione incremento di valore, 95. Natura tributaria, 94.

Tassa sulle pubbliche affissioni. In­ giunzione di pagamento, 199.

Tributi speciali e tasse

Contributi di cure, natura tributa­ ria, 94.

(9)

Applieabi-VII

lità entità della miglioria. Oppo­ sizione, 96.

Contributi di miglioria. Concorso fi­ nanziario della Stato, 195. Contributi di miglioria. Determina­

zione incremento di valore, 95. Corrispettivo bombole metano. Co­

stituzionalità determinazione ri­ tenti obbligati, 194.

Corrispettivo bombole metano. In­ giunzione. Firma dell’ Intendente solo nell’originale, 194.

Piano regolatore di Roma, 195. Plateatico. Accertamento con in­

(10)

CASA EDITRICE DOTT. ANTONINO GIUFFRÈ - MILANO

R e ce n tissim o

Im po rta n te

A . B E R L I R I

-

M. C O G L IA T I D E Z Z A

-

M. M A L T A U R O

Massimario della Oiurisprudenza delle imposte

(Tributi erariali e locali)

(con tavole di riferimento al nuovo testo unico delle imposte dirette)

Anni

195 1 - 1 9 5 7

Volume in 4®, rilegato alla bodoniana, pag. I V - 455, L ir e 4 0 0 0

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(Tributi erariali e locali)

Anni 1 9 40 - 19 50

Volume in 4°, rilegato alla bodoniana, pag. IV -448, L ire 3 0 0 0

(11)

D

O

T

T

R

I

N

A

MUSGRAVE’ S THEORY OF PUBLIC FINANCE

Virtually no other book which has ever appeared in the field

has been awaited so long and with as much interest as Professor

R. A. Musgrave’s The Theory of Public Finance (1). It is the product

of 25 years of study and thought, and some sections appeared in

duplicated form as long as 10 years ago. It is basically a treatise

involving the application of contemporary economic theory to public

finance, the most significant since Pigou’ s A study in Public Fi­

nance (2), and the most complete ever to be written. Like Pigou’ s

volume, it is primarily normative in approach, attempting to

establish the principles necessary for economically efficient conduct

of the public economy. But this can be done only in conjunction

with an analysis of the economic effects of various policies. It is

one of the few studies to coordinate the analysis of fiscal policy

with more traditional aspects of public finance, such as the deter­

mination of optimum levels of government expenditures.

Several features of the volume can be noted briefly. It is almost

entirely analytical rather than institutional, and thus is not parti­

cularly oriented in terms of the United States. Institutional references

are limited to those necessary for the selection of appropriate

assumptions, and the great mass of descriptive detail characteristic

of the typical American public finance text is completely absent.

Nevertheless, the book runs to 628 pages. The approach is largely

nonmathematical, except for the chapter on fiscal dynamics and

growth, although all relationships are expressed in the form of

equations whenever possible, and use is made of the transformation

curve and utility surface types of geometric exposition. But Mus-

grave has a great facility for making the results of mathematical

analysis meaningful in nonmathematical terms. One reason for the

length is the considerable historical bent, as shown by the tracing

of the growth of various ideas, and very extensive reference to the

(1) New York : McGraw Hill, 1959. (2) lst. ed., London Macmillan, 1928.

(12)

literature. The length is also increased b j the successive models

technique, whereby particular variables in an original model are

altered and the conclusions reexamined. This approach is somewhat

trying on the patience at times, and most of the significant material

in the book can be understood without the tedious review of all of

the cases. The quality of writing is good, if not exciting, and much

superior to that in some of Musgrave’s analytical articles. He lacks the

touch of Henry Simons (3), but avoids the obscurity of Earl Rolph (4)

and the precise dullness of Pigou. Musgrave is not primarily an inno­

vator, as Vickrey (5), but a synthesizer; he is not an extremist in the

fashion of Simons, or a polemicist as Kaldor in The Expenditure

Tax (G); or an attaclier of established doctrine, as Buchanan (7) or

Rolph. By contrast, he is inclined to give full measure of credit to

others who have worked in the field, even when he strongly disagrees

with their conclusions. He makes no claim that his findings are re­

volutionary. The primary contribution arises from the exhaustiveness

in the treatment of the subject matter, and the emphasis on the distinc­

tiveness yet interrelationship of the various primary functions of

government.

The study is divided into four parts. The first provides a general

framework fort the presentation of the theory of government economy,

while the second develops the principles relating to optimum

expenditures and tax levels of government in terms of the assumed

goals, a task involving primarily the application of welfare theory

to budget determination. Relatively little attention is given to

questions of the precise features of various taxes necessary to meet

the requirements, the aspect of taxation most fully discussed in

other studies, such as Vickrey’s Agenda for Progressive Taxation.

The third section is devoted to an analysis of economic effects and

incidence of budget policy, in terms of both partial and general

equilibrium theory. The final section is concerned with fiscal policy

(including debt management )in terms of both comparative statics

and dynamic models. Musgrave emphasizes the unsuitability of the

traditional term « public finance » for the subject matter typically

— 10 2 _

(3) Personal Income Taxation (Chicago: Universitv o f Chicago Press, 1938).

(4) The Theory o f Fiscal Economics (Berkeley: University of California Press, 1954).

(5) Agenda for Progressive Taxation (New Y o rk : Ronald, 1947). (6) London: George Allen & Unwin, Ltd., 1955.

(13)

- 103 —

described by this term; much of this is not concerned with finance

or monetary aspects, but with resource allocation, income distribution,

and economic stability and growth.

A major point of emphasis is the classification of governmental

functions on a three-fold basis —< resource allocations, income

redistribution, and stabilization. The activities of each branch must

be planned separately, if the goals are to be attained in efficient

fashion, with ultimate consolidation into a single budget, primarily

for convenience. The resource allocation activities and their financing

must be determined independently of the action designed to bring

income distribution in line with accepted standards, and of that

which seeks to attain economic stability. Each must be considered

in terms of the assumption that the goals of the others have been

attained. One major consequence is the revived emphasis upon the

function of taxes in controlling the pattern of allocation of cost of

governmental activities, in facilitating the determination of the

optimum level of governmental resource-using activities (the discipline

function), and in obtaining the desired pattern of income distribution.

Thus the approach contrasts sharply with that of the Lerner system

in which the sole function of a tax is to reduce private spending

and thus check inflation.

(14)

_ 104 —

In the first place, because the exclusion principle is not applicable,

individuals will not indicate their true offer prices; each will

understate in order to minimize his own tax bill, because he realizes

that his offer price will have no noticeable effect upon the decision

relating to the total level of the service supplied. Furthermore,

since the decision must be made in general equilibrium, terms, not

separately for each individual, there is no best single solution, but

merely alternatives on the utility frontier.

Since no market solution is possible, political processes must

be developed to translate the community wants into budget programs,

that is, to ascertain preferences, and to select the optimum solution

from among the various alternatives suggested in terms of economic

welfare which is optimum in terms of a social preference function.

The ability doctrine, in its usual form, is considered to provide little

assistance in the development of government policy. In the form

of the MSC-MSB rule, the ability version has the merit of stressing

both cost and benefit sides to the picture, but it does not provide an

operational guide. Musgrave, incidentally, in his review of the

ability approach, indicates a reluctance to abandon interpersonal

utility comparison, which underlies the various sacrifice interpreta­

tions of ability and determination of optimum tax structures. He

points out that even though we formally reject such comparisons,

we determine policy on the basis of the .assumption that they can

be made. Even the voting approach, with equal votes for each person,

Musgrave argues, is based on the assumption of uniform capacity

for want satisfaction. This interpretation is open to serious question;

the assumption of equal voting rights for each person can be justified

on bases completely unrelated to utility.

Having established the principle that political processes are

necessary to determine the optimum budget, the author then proceeds

to analyze the problem of determining the solution to budget policy

on the basis of voting, in order to ascertain preferences in the field

of social wants. He builds on the work of Howard Bowen (8) and

Kenneth Arrow (9), reviewing the latter’s analysis in some detail

with respect to the question of social ordering. He concludes that

there is grave danger that in many cases rational social ordering is

impossible because of two-peaked preferences (that is, a person

(8) Toward Social Economy (New York: Rinehart, 1948).

(15)

— 105 —

prefers both A to B and C to B, A, B, and C representing successive

degrees of moderation). For example, a person prefers both hot coffee

and cold coffee to lukewarm coffee. This is particularly true on com­

plex issues involving several variables (expenditures and taxes). As a

consequence the majority voting system produces arbitrary results.

Even if it does not, it may produce unsatisfactory results, since the de­

sires of the minority are disregarded. Thus plurality voting, with a

point weighing of degrees of preferences, may attain a more satisfac­

tory solution. But unfortunately, considerations of strategy will

enter the picture and distort the results; as a consequence in many

instances the majority approach may be superior. It must be reco­

gnized, however, that the solution cannot be an ideal one since

individual preferences vary and the amount of the particular service

provided must be determined in light of overall preference.

The taxes for the allocation branch, that is, those designed to

allocate the cost of social goods, must be regarded as the means by

which persons pay for these services; the tax structure must be

related to the income elasticity of the demand for social wants.

Income is accepted as the best measure of demand, and these taxes

should at least be proportional, since it is most unlikely that social

goods are inferior goods. This base is preferable to consumption,

except perhaps in the event that most social goods are strictly

consumption goods and thus the pattern of demand for them would

follow that of consumption more closely than income. Income has the

further advantage of facilitating the attainment of the goals of the

distribution and stabilization branches. Where specific measures of

benefit are available, as in highway finance, the direct use of this

basis may be preferable to income. The inevitable conflict in taxation

between excess burden (economic unneutrality) and equity is reco­

gnized; only the poll tax is ideal from the former standpoint, but

is obviously unacceptable in terms of equity. The budget of the

allocation branch must be balanced, in terms of opportunity costs,

but not necessarily in expenditure terms, since borrowing is justified

for government investment outlays.

(16)

directly involved occurs, and is justified on the basis either of the

social want characteristics of the activities (indirect benefits, in usual

terminology), or decision-making by a group better informed than

the persons involved. The distribution branch of government is that

whose task is the attainment of the community-desired pattern of

income distribution. The decisions must be made by political

processes, in terms of the accepted standards of equity in distribution

of the times, with due regard for the output effects of the policies.

The goals must be attained by the tax-transfert-payment method, to

avoid interference with optimum allocation of resources. Thus the

acceptance of progression and the degree adopted will depend

upon the standards contemporary society regards as equitable. It

is important to distinguish between these taxes and those financing

the allocation functions; the latter are regarded as payments for

the satisfaction of social wants, with the total allocated on the

basis of a measure of social want preferences by income class.

The sharp contrast between this approach and the usual ability

doctrine should be noted; under the latter, all expenditures,

resource using and transfer, are lumped, and financed by one set

of taxes based upon some measure of ability to pay.

The third portion of the book is a review of economic effects and

incidence of expenditure and tax policies. The analysis of economic

effects is highly competent, but is primarily a restatement of existing

doctrine in this field and throws relatively little new light on the

questions involved. The presentation is marked by careful analysis

of the factors influencing the effects. Musgrave calls attention to the

so called « spite » effects of taxes; persons may react differently to

a tax than a price or income change of equal magnitude arising

from other causes. In the analysis of the effects on investment, the

significance of the loss offset is stressed. With this offset, as Musg­

rave demonstrated in an article written with Domar in 1911 (10),

the total private and social risk-taking in the economy will be

increased by a tax on investment income, as individuals assume

more risk because some has been removed from them (and taken

over by society), and thus a net increase is inevitable. The offset

eliminates the substitution effect, leaving only the income effect,

which leads to more risk-taking. Failure to recognize this point

(17)

— 107 —

is one of the primary analytical errors in Kaldor’ s Expenditure

Tax study.

The question of incidence is reviewed in detail, in both partial

and general equilibrium settings. Musgrave attempts to face squarely

the most troublesome and controversial aspect of shifting, that

relating to adjustments in factor prices. In an effort to avoid the

ambiguities and misplaced emphasis arising out of the concept of

« tax burden distribution», he defines incidence as the pattern

of change in the distribution of income (by income class) available

for purchase of private-sector output which results from a particular

governmental action. This is a much broader concept than that

used by many writers, such as Rolph, who essentially defines

incidence in terms of reductions in money incomes resulting directly

from the tax. The Musgrave definition is applicable equally to

resources-using and transfer activities of government, in contrast

to many definitions, and avoids the problem of differentiating

between direct and indirect effects. It specifically recognizes that

when the government collects tax revenue, some other change must

also occur in the government accounts. The significance for incidence

of both changes in money earnings and changes in prices of goods

purchased are recognized.

(18)

108 —

have condemned the specific approach on the grounds that improper

assumptions are involved ; when additional tax revenues are collected,

something else, such as an increase in expenditures, must happen.

The analysis of shifting and incidence in terms of the partial

equilibrium setting does not differ significantly from the usual

versions. Some immediate shifting of the corporation income tax

is regarded as likely. Substantial space is devoted to the question

of the relative incidence of ad valorem and specific excise taxes.

The more significant analysis is that of the shifting of commodity

taxes in the framework of a general equilibrium model. He starts

with a very simple case of a perfectly-competitive all-consumption

model, and demonstrates that in this instance the effect on income

distribution of a general sales tax will be exactly the same as that

of a general expenditure, income, or factor-cost tax. An excise

tax, in the same model, will lessen the relative income available

for acquisition of private-sector output of those persons making

relatively high expenditures for the taxed items, and the overall

pattern of incidence will depend on the importance of the consump­

tion of the item in various income classes. The incomes of the

owners of any specific-factor units used in the production of the

taxed item will of course fall (the traditional increasing cost case).

It is recognized that in an imperfect market the results for income

distribution of the various types of general taxes will be somewhat

different, in light of the varying reactions of consumers and unions

to taxes whose impact strikes them in various ways. There also

arises the possibility of some absorption of the tax in monopoly

profits.

(19)

109 —

which excludes by definition any possibility of the burden being

borne by anyone except factor owners, as such.

(20)

— 110

regards this increase as a product of monetary policy, not of the tax.

The sales tax referred to in the preceding section is one confined

to consumers goods. Musgrave argues that if the tax applies as

well to capital goods (presumably finished capital equipment), its

incidence is the same (apart from the significance of imperfections)

as an income tax. The portion of the tax on capital goods, it is

argued, is exactly the same as a tax on interest on new investment

(and over time, on all money capital). This conclusion is the most

questionable of any in the whole discussion of incidence, being valid

only in terms of the assumption of a perfectly inelastic supply of

money capital (so that investment of a given sum of money will

reduce real investment by the equivalent amount) and perfect

competition in all markets involved. In practice such a tax is likely

to be reflected in higher depreciation charges and higher prices for

the consumption goods, with an overall effect comparable to that of

the portion of the tax resting directly on consumption goods.

(21)

— I l l —

in an underdeveloped country, in which capital is not adequate to

absorb all labor at given rigid wage rates, the difficulties cannot

be solved by an increase in aggregate demand, but rather, require

an increase in investment.

One of the major overall budget problems is that of the inter­

relationships between stabilization and resource allocation functions.

Musgrave argues strongly for the use of tax and transfer adjust­

ments for stabilization activities, rather than change in resource-

using activities, in part to avoid distortions in the latter (which

have a way of becoming permanent), in part because transfer

payments lead directly to greater output of desired goods, instead

of utilization of resources on semi-useful public projects. Tax changes

made for stabilization purposes would be distributionally neutral,

with the sole goal of checking inflation. But he grants that some

cyclical adjustment in spending on government investment activities

would be acceptable, particularly because in depression there is

justification in channeling some of the resources freed from private

investment into government investment. But the great problem

arising out of instability is the danger the cost of public functions

will be overstated or understated, since the taxes will no longer

measure opportunity costs in all instances. There is particular

danger of overextension of these activities in depression. Annual

and or marginal budget balancing are rejected, and Musgrave

concludes that balancing over the cycle is the lesser of the evils.

(22)

— 112 —

optimum debt structure, he makes use of the work of Rolph with

respect to the balancing of liquidity and interest-cost considera-

zion (11). In so doing, he rejects the extreme position of Henry

Simons that there are only two desirable forms of government

borrowing from the central bank (and thus monetary issue) and in

the form of consols (12). Rather, it is desirable to tap various

investors in terms of their respective preferences.

University of Illinois.

Jo h n F . Du e

(It) « Principles o f Debt Management », American Economic Review, Voi. 47 (June 1957), pp. 302-20.

(23)

I RICAVI NEL NUOVO T.U. DELLE IMPOSTE BURETTE

1. Presupposto dell’ imposta di ricchezza mobile — precisano gli

articoli 81 e 82 del nuovo t.u. delle leggi sulle imposte dirette — è la

produzione nello Stato di un reddito netto, in danaro o in natura,

continuativo od occasionale, derivante da capitale o da lavoro, o dal

concorso di capitale e lavoro, ovvero derivante da qualsiasi altra fonte

e non assoggettabile all’imposta sul reddito dominicale dei terreni, a

quella sul reddito agrario od a quella sul reddito dei fabbricati.

Costituiscono inoltre presupposto dell’imposta le plusvalenze,

compreso l ’avviamento, derivanti dal realizzo di beni relativi all’im­

presa, le sopravvenienze attive conseguite nell’esercizio di questa, non­

ché le plusvalenze da chiunque realizzate in dipendenza di opera­

zioni speculative, nonché i premi su prestiti e le vincite di lotterie,

concorsi a premio, giuochi e scommesse. La definizione suindicata, per

quanto segni un progresso rispetto a quella che poteva trarsi dalla

legislazione precedente, non sembra del tutto rispondente al concetto

di reddito mobiliare, quale può desumersi dalle norme dello stesso

testo unico.

2. Anzitutto essa assume come presupposto il « reddito netto »

cioè un fatto economico, mentre successivamente (art. 91), per le ca­

tegorie B e C /l, identifica tale reddito nella differenza tra l’ammon­

tare dei ricavi lordi e l ’ammontare delle spese e passività ad essi ine­

renti, accogliendo un concetto sostanzialmente contabile, che può es­

sere, ed è, generalmente, notevolmente diverso (1).

(1) Per quanto riguarda la divergenza tra costi contabili e costi fiscali, vedasi quanto da noi esposto nel numero 4 dell’annata 1958 di questa rivista, I, pag. 333. Il Gian nini A. D ., Istituzioni di diritto tributario, V II, ed. 1956,

(24)

L’esplicito riferimento alla « produzione di un reddito netto »

richiama infatti il concetto di reddito come prodotto, formulato nel

modo più razionale dal De Viti De Marco (2), per il quale « il pro­

dotto o reddito della società consiste nella massa di beni di primo

grado annualmente prodotti e consumati », dal che può dedursi che

il reddito dei singoli è dato dalla quota spettante a ciascuno ; ma

questo concetto non trova rispondenza in quello di reddito fiscale per­

chè :

a) questo non può prescindere dai redditi provenienti dalla

produzione di beni di secondo, terzo grado, ecc. e dai servizi che sono

ugualmente soggetti all’ imposta;

b) se nell’esempio devitiano (pane) produzione e consumo coin­

cidono, ciò non si verifica sempre nella realtà. Deve, anzi, conside­

rarsi normale che una parte del prodotto sia consumata in un pe­

riodo di tempo (anno, esercizio) diverso da quello in cui la produ­

zione è avvenuta;

c) nella valutazione assumono importanza notevole le previ­

sioni, sicché il problema concreto (determinazione di un reddito) viene

ad essere anche in funzione di queste (costi pluriennali ; scorte, ecc.).

In generale può dirsi che il concetto di reddito come « prodotto »

è estraneo a quello di reddito mobiliare imponibile ogni qualvolta la

produzione non si identifichi con la realizzazione (come avviene, ad

esempio, per le prestazioni di servizi) sicché delle due formule usate

sembra più aderente quella dell’art. 91 del t.u. che fa riferimento

ai ricavi.

3.

Tiù rispondente sembra perciò il concetto di reddito come

entrata. Questo concetto è stato sostenuto da vari autori (3) i quali

identificano il reddito nella somma algebrica del reddito prodotto e

degli incrementi o decrementi del patrimonio del soggetto. Esso è

(2) De Viti DeMarcoA ., Principii di economia finanziaria, ed. definitiva, 1934, pag. 190 e segg.

(3) Del Vecchio G ., Introduzione alla finanza. II ed., 1957, pag. 376;

Griziotti B ., Le imposte sugli incrementi di valore nei capitali e sulle rendite dei redditi, interessi, salari e profitti, in Giornale degli economisti, 1910-12, riprodotto in Studi di scienza delle finanze e diritto finanziario, 1956, I, pag. 161 e seg. ; Id. , La ripartizione politica del carico tributario ed i principi distri­

butivi delle imposte moderne sul reddito e sugli acquisti di rendite e di incre­ menti dei capitali, ibidem, riprodotto in Studi eit., pag 113 e seg. e specie pag. 150 e seg.; Schanz G-, Iter Einkommenbegriff und die Einkommensteuer-

gesetze, in Finanz-Archiv, 1896. voi. I, pag. 18-31 e 47-72; Sim o ns M. C., Per­

(25)

— 115

invece considerato da altri (4) arbitrario e insufficiente sia perchè il

concetto di reddito-entrata urterebbe contro difficoltà di accertamento,

sia perchè richiederebbe da ciascun contribuente un’accurata conta­

bilità e delle entrate correnti e del patrimonio, sia perchè, data la

mancanza in genere di valori di mercato delle imprese, come orga­

nismi in attività, condurrebbe agli stessi problemi di calcolo delle

quote di ammortamento che si incontrano nel metodo del reddito

prodotto.

Senza intervenire sul problema generale, che è fuori del tema

propostoci, e pur ammettendo talune deroghe (come, ad esempio, la

esclusione degli incrementi non speculativi), dobbiamo rilevare che

il richiamo al reddito derivante da qualsiasi altra fonte, alle plusva­

lenze, alle sopravvenienze, alle vincite, ecc. contenuto nel nuovo testo

unico conferma sostanzialmente raccoglimento nella nostra legisla­

zione del concetto di reddito come entrata.

4.

Nella prassi amministrativa, nella dottrina (5) e nella giu­

risprudenza (6) si è accolto per lungo tempo la formula riassuntiva

enunciata dal Quarta, secondo la quale il reddito imponibile risulte­

rebbe dal concorso delle condizioni seguenti :

a) una ricchezza novella ;

(4) Si veda, ad esempio, Steve S., Lezioni di scienza delle finanze, II ed., 1959, pag. 294.

(5) Quarta O ., Commento alla legge sulla imposta di ricchezza mobile,

I II ed-, I, 1917, pag. 129 e in particolare a pag. 137; D ’An gelil lo F ., Trattato

della imposta di R .M ., II, 193C, pag. 4 e seg. ; Sam fieri Mangano, L ’imposta di R.M . e le società commerciali per azioni, I, 1935, pag. 1 e seg. ; Ruggero S .,

L ’imposta di R .M . nella teoria e nella pratica del credito, 1914, pag. 12 e seg. ; Bu zze t t i, L ’imposta sui redditi di R .M ., 1937, pag. 19 e se g .; Pugliese M ., I

concetti di reddito e di entrata in economia e in finanza, 1930; Terranova P ., Il concetto di reddito fiscale ed alcune sue applicazioni, 1931; Gia n n in i A. D ., Il

concetto di reddito mobiliare nel diritto tributario italiano, in Riv. Poi. E c.,

1935, 397 e 592; Ein aud i L., Il sistema tributario italiano, II ed., 1933, pag. 41

e seg. (il quale esclude, peraltro, le vincite al gioco) ; Berliri E. V ., L ’imposta

di R. M . - Incontri e scontri di dottrina e giurisprudenza, 1949, pag. 2 e seg. ; Arena C., Scienza delle Finanze, 1956, pag. 443; Giannetta E .-Scandale G.-

Sessa M., Teoria e tecnica dell’accertamento mobiliare, II ed., 1958, pag. 2 e s e g .; Zappala L .-Marionetti A .-Lanza F., La imposta sui redditi di ricchezza

mobile, 1958, pag. 5 e seg.

(6) C. Appello Torino, 30 novembre 1891, Fin. c. Banca Tiberina, in Imp.

Dir., 1892, 117; Cass. Roma, 27 gennaio-19 febbraio 1910, Fin. c. Oleificio Pavese, Norm. n. 28 del 1910; Cass. Roma, 5 aprile-20 maggio 1910, Fin. c. Ellena, in Imp. Dir., 1910, 16«; Cass. 22 dicembre 1938-12 aprile 1939, Fin. c. Sclopis, in Oiur. imp. dir., 1940, n. 1 ; Comm. Centr. 29 novembre 1939, n. 19995,

(26)

116 —

6)

che tale ricchezza sia in relazione causale con un’ energia o

forza produttiva;

c) che vi sia la possibilità di ritorno o successiva produzione

di altra somigliante ricchezza.

5.

Con la prima condizione si afferma l’esigenza che la ricchezza

nuova sia definitivamente staccata dalla precedente ricchezza ; che si

sia cioè compiuta l’operazione produttiva della quale il reddito rap­

presenta il risultato. Questa condizione, comunemente indicata con

il termine di autonomia della nuova ricchezza, nou sembra più accolta

dal nuovo testo unico, anche a voler ammettere, del che dubitiamo,

che essa potesse trarsi dalla legislazione precedente. Se i ricavi lordi

per un privato, per una impresa patrimoniale, per un ente di eroga­

zione, ecc. possono concepirsi infatti in termini essenzialmente mone­

tari, come una determinata cifra cioè della quale al termine di un

dato periodo può disporsi per la soddisfazione dei bisogni personali

e dell economia corrente, questo concetto non risponde quando si

tratti di esercizio di un’impresa, per la quale il reddito è essenzial­

mente questione di valutazione, e non una contrapposizione di somme

ricavate al netto delle somme spese. « In sostanza si tratta di con­

trapporre alla misura del capitale esistente e valutato in un mo­

mento precedente, quello di capitale esistente e valutato in un mo­

mento successivo » (7).

Al criterio già in precedenza accolto dalla giurisprudenza (8),

si è sovrapposto in tal modo quello di ricavo meramente contabile,

risultante dalla semplice iscrizione iu bilancio di plusvalenze (arti­

colo 106 t.u.) o di riserve (art. 107 t.u.) ed in genere dei ricavi

contabili (art. 119 t.u.); o addirittura non risultante dal bilancio,

come nell’ipotesi di redditi (presunti) provenienti da appalti, for­

niture, amministrazioni, incarichi giudiziari, curatele e simili che

si prolungano oltre Tanno, uel qual caso ì redditi « si determinano

sulla base della quota di risparmio e di spese proporzionalmente im­

putabile all'attività svolta in ciascun periodo d’imposta, tenendo

conto del rischio inerente al compimento delPoperazione » (art. 116

t.u.); oppure in taluni casi di liquidazione di soggetti tassabili in

(7) Cecchereixi E., Rapporti tra reddito contabile e reddito fiscale, in

Arch. Fin., I, 1950, pag. 73 e seg. (in particolare pag. 77).

(27)

— 117 —

base a bilancio (art. 125, a, b ; del t.u.). In corrispondenza possono

iscriversi in bilancio per cifre inferiori soltanto le materie prime,

le merci, le azioni, le obbligazioni, i titoli a reddito fisso (artt. 101,

102 e 103 del t.u.), dal che deve dedursi l’ inammissibilità fiscale di

altre minusvalenze contabili.

Le osservazioni fatte, prescindono da qualsiasi variazione del

valore della moneta. Se queste intervengono, la divergenza tra red­

dito fiscale e reddito economico assume ben altro rilievo. « È chiaro

—< osserva peraltro il Giannini (9) —•

che l’incremento economico

deve essere effettivo, non soltanto nominale, apparente; e quindi

non è reddito la rivalutazione di un bene o di un complesso di beni

in corrispondenza con la svalutazione della moneta, come nell’ ipo­

tesi in cui una società commerciale, per adeguare le sue scritture

al mutato valore della moneta, elevi la cifra del capitale sociale

mediante l’ aumento del valore nominale delle azioni, ovvero remis­

sione o la distribuzione di azioni gratuite » (10).

Nessun dubbio può sorgere sull’esattezza economica delle con­

clusioni, essendo evidente che un patrimonio non diviene maggiore

per il fatto che l’ unità di misura è divenuta più piccola ; ma il pro­

blema non è questo, sibbene quello diverso di stabilire se la legge

fiscale accetti questo criterio o invece quello del valore nomina­

listico della moneta ; perchè, in questo ultimo caso, deve giungersi

alla conclusione opposta : dovendosi considerare invariato ope legis

il valore della moneta, il patrimonio deve considerarsi aumentato

e, quindi, deve riconoscersi l’ esistenza di un reddito corrispondente

alla differenza tra i due valori monetari del patrimonio all’inizio

ed alla fine del periodo considerato. Ora è proprio quest’ultima la

tesi da accogliersi, come può evincersi dalle numerose disposizioni

legislative che sono intervenute per regolarizzare i casi in cui la dif­

ferenza tra reddito fiscale e reddito economico sarebbe stata rile­

vante (11), disposizioni che, proprio per la loro forma, dimostrano

(9) Gia n n in i A . D ., Istituzioni cit., pag. 327.

(10) L ’ A. rileva, in nota, che « l ’esattezza di questo principio è stata riconosciuta senza difficoltà dalla Commissione Centrale e dalla stessa A. F . » e cita le decisioni del 25 gennaio 1928, e 22 febbraio 1928 (in Giur. Imp. Dir., 1928, 12, 19); del 16 febbraio 1929, ivi, 1929, 139; del 10 giugno 1931, ivi, 1931, 252 ed altre fino alla decisione 17 marzo 1938, in Foro It., 1938, I, 835 con nota di Biamonti (successiva, dunque al R .D .L. 4 febbraio 1937, n. 163, che diede

riconoscimento legislativo alla rivalutazione per conguagli monetari consen­ tendone l ’effettuazione in relazione alla svalutazione della lira, allora veri­ ficatasi, e al R .D .L. 19 ottobre 1937, n. 1729); ma non sembra che le disposizioni vigenti rendano accoglibile questa tesi, come rilevato nel testo.

(11) La legge 18 agosto 1893 aveva determinato il contenuto di oro fino

(28)

118 —

negli altri casi l’irrilevanza della svalutazione monetaria. La legge

n. 72 del 1952, ad esempio, dichiara, all’art. 2, soggetti all’ imposta

di R. M. i saldi attivi per la parte eccedente la rivalutazione del

capitale e delle riserve, qualunque ne sia stata la destinazione,

quando sia comunque realizzata, o anche prima del realizzo quando

sia distribuita o imputata a capitale ; dal che deve desumersi che

qualsiasi rivalutazione eccedente il c.d. plafond, anche se rispon­

dente alla svalutazione effettiva è tassabile come reddito, quan­

tunque non possa obiettivamente considerarsi tale. Questa conclu­

sione trova ora accoglimento anche nel nuovo t.u., il quale, al­

l’art. 100, dispone tassativamente che « concorrono a formare il

reddito imponibile le plusvalenze derivanti dal realizzo di beni re­

lativi all’impresa ad un prezzo superiore al costo non ammortiz­

zato o, se diverso, all’ ultimo valore riconosciuto ai fini della de­

terminazione del reddito ».

Del resto il principio del valore nominalistico della moneta ri­

sponde anche ad esigenze pratiche non essendo ovviamente possi­

bile stabilire ricavo per ricavo e costo per costo se, ed eventual­

mente in quale misura, la differenza tra i due dati sia da attri­

buirsi non all’ attività produttiva, ma a variazioni intervenute nel

valore della moneta. Conseguentemente in periodo di svalutazione

monetaria e semprechè non intervengano disposizioni legislative si

verifica un eccesso di imposizione derivante da un gonfiamento degli

imponibili (12), mentre in periodo di rivalutazione si verifica il

fenomeno opposto.

di 100 lire In gr. 20,032254, il che consenti di considerare invariato il valore della moneta fino al 1913 (lira oro). Dopo la prima guerra mondiale venne riconosciuta una prima svalutazione della lire con il R .D .L . 21 dicembre 1927, n. 2325, che ridusse a gr. 7,919 il contenuto in oro fino di 100 lire (lira stabi­ lizzata) e stabili il coefficiente di svalutazione di 3,667 (arrotondato per ec­ cesso). Con R .D .L . 5 ottobre 1936, n. 1745, il contenuto in oro fino di L. 100 verme ulteriormente ridotto a gr. 5,677 (lira allineata). Con l ’ art. 3 di questo decreto legge si dispose che la lira conservava però il suo pieno valore legale « e che nulla era innovato » in riguardo all’obbligo delle casse pubbliche », ma con i due decreti legge del 1937 ricordati nella nota precedente si consenti la rivalutazione per conguaglio. Il coefficiente di rivalutazione fu quindi 6,208 rispetto alla lira oro e 1,69 rispetto alla lira stabilizzata. Le disposizioni legi­ slative emanate dopo la seconda guerra mondiale (legge 27 aprile 1946, n. 436; D .L . 14 febbraio 1948, n. 49; legge 1° aprile 1949, n. 94; legge 11 marzo 1951, n. 25; legge 11 febbraio 1952, n. 74) hanno efficacia quasi esclusivamente fiscale. Con esse, ed in particolare con l ’ultima che riassume le precedenti, sono state ammessi coefficienti di rivalutazione in relazione all’anno in cui è stato effet­ tuato l’investimento. E sufficiente un esame sommario di tali coefficienti per rilevarne l ’inadeguatezza di fronte alla svalutazione effettivamente intervenuta.

(12) Come abbiamo altra volta osservato (Il concetto di reddito mobiliare

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