GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI
Direttore M. J . de Johannls
Ini M - Voi. LUI
29 Gennaio
S O M M A R I O
| PARTE ECONOMICA. P er la costituzionalità.
Crisi bancaria industriale ed economico nazionale. Vilfredo Pareto.
NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE. Contro Vanalfabetismo.
L a diminuzione della produzione mondiale dell*oro. L a lira e la sterlina.
NOTIZIE VARIE
Indice dei prezzi in Inghilterra. I l censimento nel Giappone
RIVISTA DEL MERCATO DEI VALORI Rassegna settim an ale— Gustavo De s l e x. 1 Situazionedegli Istitu ti di Credito Mo bil ia r e.
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Prof. GIORGIO MORTARA
Prospettive economiche 1922
Volume di 342 pag. — Edizione fuori commercio . Società’ Editrice « Leonardo da Vinci» : Città di Castello Prof. RICCARDO BACHI L
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L’ Italia Economica nel 1920
Soc. Ed. < Dante Alighieri» — Roma - M ilano - N apoli
Metron
Rivista Internaz. di statistica diretta dal prof. Corrado Gini Abbonamento L . 50.
Industrie Grafiche italiane — Rovigo.
1922
iRO M A
6 : Via Gregoriana, 56 H.2491
PARTE ECONOMICA
Per la costituzionalità
Abbiamo più volte avuto occasione nel nostro perii dico di deplorare che per effetto della guerra il potere esecutivo avesse com pletam ente abbando nato le norme costituzionali in m ateria di legi slazione, continuando ed anzi assurgendo ad ab i tudine, ciò che era concesso ed appena to llera bile nel periodo eccezionale della guerra; di prov vedere cioè, con a tti so ttra tti alla discussione ed al controllo delle Camere, alla soluzione di pro blemi econom ici e sociali.
In effetti si ha questo curioso spettacolo : che talv o lta il trasfesim ento della m aestra com unale dei più piccolo comune d’Ita lia o del portalettere rurale della più lontana com unità del Regno sal gono agli onori di una interpellanza e di una di scussione tra potere esecutivo e potere legislativo mentre, senza preventina cognizione del P a rla mento, di questi ultim i tempi si è visto applicarsi la tariffa doganale, che costituisce a tto della più grande im porf^iza economica per il paese, o ri m ettere in vigore l ’ istitu to della m oratoria, che non senza ragióne ambo i ram i del Parlam ento avevano a suo tempo e dopo lunghi anni di espe rienza depennato dal nostro codice.
L a deplorevole consuetudine d ell’ abuso di potere da parte del Governo non è m ai cessata, malgrado le esplicite dichiarazioni da parte di ciascun Pre sidente del Consiglio di volere rientrare finalm ente nella legalità
Poiché ta li promesse non ebbero mai un corri spondente m antenim ento noi vediamo con pia cere che il Sen ato del Regno, ancora vigile cu stode delle tavo le fondam entali del Regno, in una riunione ten u ta negli scorsi giorni ha deliberato la presentazione di un disegno di legge contro l ’a buso dei decreti legge.
I l progetto che, tra le m olte firme, porta quella dell’on. Scialo ja, è sta to deposto al banco della Presidenza del Senato, alla ripresa dei suoi lavori. In esso si stabilisce sostanzialm ente che una ap posita Commissione debba essere in v e stita d ell’ e- sarne dei decreti reali da convertirsi in leggi, su bito dopo la loro pubblicazione, dichiarandoli nulli quando non concorrano gli estrem i della assoluta urgenza e necessità.
Si fa poi obbligo al potere esecutivo di conver tire effettivam ente in legge i decreti ritenu ti ur genti e d eterm inati da im prescindibili necessità, entro sei mesi dalla loro pubblicazione, cosicché, dove essa non avvenga nel term ine, dovranno ri tenersi decaduti.
.Si stab ilisce inoltre, nei riguardi di m ateria af fine, che i decreti registrati con riserva dalla Corte dei Conti, per invito del Consiglio dei M inistri, debbano essere entro breve term ine presentati alia approvazione del Parlam ento.
Giu-H“
stizia ha approvato un ordine del giorno in cui si afferma
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inco stitu zio n alità del metodo dei decreti legge e si richiam a il Governo al rispetto dei d i ritti del parlam ento.Ora pure la M agistratura, con im portanti deci sioni ip m ateria di atti del Governo: decreti legge e provvedimenti , am m inistrativi, rivendica a sè stessa la funzione di giudice supremo sulla ' loro co stituzionalità, nel che conferma l ’essenziale gua rentigia che la legge, espressione della sovranità popolare, sia da tu tti osserv ata: governanti eg o - vernati.
L a sezioni unite della Corte di Cassazione di Rom a con sentenza recente, relatore e presidente S. E . M ortara, ha decisam ente afferm ato il prin cipio che la delegazione, in via eccezionale fa tta dal P arlam ento al Governo dei pieni poteri — con o senza lim itazioni - — concerne esclusivam ente la funzione legislativa, la quale viene delegata al G a binetto, affinchè la eserciti sotto la propria respon sab ilità politica d iretta.
Quindi i provvedim enti em anati durante la guerra dal Commissario Generale per gli approvvigiona m enti e consum i, avendo natu ra ed effetti di prov vedim enti am m inistrativi, non possono sfuggire alla competenza da parte dell’au torità giudiziaria di conoscerne gli effetti in relazione alla verifica- tasi lesione di d iritti privati.
L ’affermazione di ta li im portantissim i principi fu determ inata da una causa promossa contro il Commissariato dei Consumi da un privato patro cin ato d all’ex M inistro avv, E tto re Sacchi, tan to in Corte di Appello quanto di Cassazione.
Con altra sentenza poi, anch’essa delle sezioni unite, la Suprem a Corte, relatore Eaggella e P re sidente ancora S. E . M ortara, ha rivendicato al l ’au torità giudiziaria il d iritto di sindacato sulla costituzionalità, anche dei decreti legge.
Ma ancor più grave si presenta la anorm alità alla quale i Governi hanno voluto farci assistere, quando essi, non contenti d ell’ abu*p dei decreti legge durante la loro am m inistrazione, hanno trovato modo, anche dopo le loro dim issioni, e nel breve periodo che trascorre fra un Governo e l ’altro, du rante il quale è noto che la Corona in v ita il ga binetto dim issionario a rim anere in carica per gli affari di sem plice am m inistrazione, di promul gare invece disposizioni di legge, la cui en tra ta in vigore è resa im m ediata pel fa tto della loro pubblicazioni, come stava per • avvenire per il decreto sul concordato preventivo, che apporta una sostanziale modificazione alle vigenti leggi codi ficate.
I l decreto predisposto con la firma dei m inistri che non governano più, stabiliv a questa semplice novità: che d ’ora ' innanzi i grandi istitu ti com- | m erciali, i quali per evitare il fallim ento abbiano otten u to la concessione della m oratoria potranno stabilire un concordato coi loro creditori, senza il d ichiarato consenso dei medesimi. Non si sarà con vocazione di assemblea. Non vi sarà discussione. I l parere del ristretto collegio dei com m issari de legati dal tribunale ad am m inistrare l ’istitu to pe ricolante si terrà come valida espressione della pre sunta volontà degli interessati. Ciascuno di questi potrà, in caso di dissenso, concedere la soddisfa zione di presentare entro dieci giorni un ricorso a quello stesso tribunale dal quale i com m issari fu rono in v estiti d ell’au torità di stabilire il concor dato; rna si può prevedere senz’altro l ’ esito della ben congegnata faccenda:
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creditori dovranno rassegnarsi a costituire una m oltitudine di tu te la ti, incapaci di agire fuori che per procura, interd etti, nella facoltà di disporre liberam ente di un loro co n tratto privato.N on altrim en ti l ’arbitrio del potere esecutivo potrebbe dom ani far risorgere la pena di m orte o ia decim a in favore dei cu rati o l ’obbligo pei
cit-29 gennaio 1922 — N. 2491 tadini di rincasare tu tti alle dieci. E se questo non è dispotism o con qualche altro nome si do vrebbe chiam are ? Ma era inevitabile che, ammesso
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istitu to della m oratoria col fine im mediato e pre cipuo di non abbandonare al precipizio una banca in pericolo di dissoluzione, si dovesse discendere a qualche più particolareggiata enorm ità giuridica come quella sancita nei decreto preparato. L ’incer tezza di certe situazioni non si sorregge se non coi puntelli dell’illegalità.Ora, a prescindere dal caso particolare, la que stione dei decreti-legge, dei quali si é fa tto ormai un abuso che soverchia ogni criterio di asserita necessità, vuol essere seriam ente affro n tata e ri solta, quando non sia vero che lo S ta to italiano nelle sue ultim e e in co n trastate degenerazioni debba ridursi a una d ittatu ra m inisteriale, mal drappeggieta di vane apparenze parlam entari. Si poteva concepire la leg ittim ità di certi decreti, pro m ulgati d’urgenza in periodi di vacanza del par lam ento, se per la loro indole davano facilm ente a presumere che il governo avesse in terp retata l ’indubitabile volontà o acquiescenza dei legisla tori. Ma la qu alità di troppi decreti em anati negli ultim i tem pi ne avverte che tra tta si di un abuso contrario a tu tte le buone regole della finanza e dell’am m inistrazione, Già d ell’im portanza della cosa hanno m ostrato di accorgersi quei d eputati che, come com ponenti la com m issione di giustizia, hanno deliberato su proposta d ell’on. Carboni di richia mare il governo al rispetto dei metodi costituzio n ali, e quei senatori che hanno divisato di pro muovere la nom ina di una com m issione la quale abbia faco ltà di dichiarare nullo un decreto reale quando a g.ustificarlo non concorrano gli estremi d ell’assoluta urgenza e necessità. Ma la più valida opposizione a ll’arbitrio del governo può e deve .venire anche in questo campo d all’ inoppugnabile au torità della M agistratura, di quella almeno che non è ancora abitu ata a rendere servigi invece di sentenze.
Giova pertanto riferire dalla recentissim a sen tenza tu tto ra ined ita della Corte di Cassazione di Rom a di cui abbiam o fatto cenno, alcune parole le quali appunto danno bene a sperare del co n tri buto d ecisivo , che la M agistratura suprema può portare alla difesa dei liberi ordinam enti costi tuzionali. In una causa di per se poco rilevante, ma nella quale interloquivano a contrasto gli onorevoli Orlando e S cia lo ja , si tra tta v a di sta b i lire se un decreto reale avesse l ’in ten to di im partire disposizioni d’indole m eram ente organica per la form azione di certe commissioni arbitrali, senza derogare alle disposizioni di legge.
L a Corte ha giudicato in questo senso. E la sen tenza, pronunciata il
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gennaio, dice:« Se fosse s ta ta altra l ’intenzione ispiratrice di « quel decreto legge, la Corte di Cassazione non « potrebbe prenderlo in considerazione nè darvi au- « to rità m ediante sanzione giudiziaria. Imperocché, « a prescindere dal non aversi prova della presen- ! « tazione di quel decreto al Parlam ento per la j « conversione in legge, sarebbe tan to inesplicabile I ce quanto incostituzionale che il governo avesse as ce sunto il potere di variare nuovam ente in questa « m ateria l ’ordinamento giurisdizionale di recente cc sistem ato dalla legge
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aprile1921
; la incostitu- « zionalità sarebbe evidente in relazione alle norme « fondam entali degli articoli70
e71
dello Sta- « tu to, che in tempo normale e senza concorso di « circostanze eccezionali avrebbero subito flagrante « violazione. Si noti che il decreto sarebbe stato « deliberato appena cinque giorni prima della ri- « convocazione del parlam ento, avvenuta il24
no ce vembre1921
, mentre poi fu pubblicato nella « Gazzetta, U fficiale parecchi giorni dopo che il par- « lam ento aveva ripreso i suoi lavori, cioè il5
ce dicembre successivo. I l che, in modo m anifesto,L’ECONOMISTA 31 29 gennaio 1922 — N. 2491
« escluderebbe quell’ estremo dell’ urgenza che si « vuole invocare a legittim azione dello straord i- « nario esercizio del potere legislativo da parte del « governo, sotto la propria responsabilità p olitica « e sul qnale finora si è ritenuto che T autorità « giudiziaria non dovesse effettuare alcun sind a- « cato.
Ogni commento sarebbe superfluo. Noi ci augtì- riamo che anche in Ita lia , come negli S ta ti U niti | d’America, la M agistratura possa avere e far valere j | l ’u ltim a ed inappellabile parola sulla co stitu zio
n alità ed anche sulla interpretazione delle leggi e dei provvedimenti .del potere esecutivo e del po tere legislativo.
ì ,
Crisi bancaria industriale
ed economica nazionale
Ogni qual volta accadono fatti simili al presente della Bandai Italiana! di Sconto, si vedono venire fuori proposte radicali, come quella di togliere alle ibrgtclie l| che hanno depositi di sovvenire le industrie; il che i è propriamente un consiglio di morire di fame per
I scansare le indigestioni. Più generalmente si asser ii va che, se non ci fosfse il «capitalism o», verrebbero || pur meno le « crisi capitaliste » ; ed è proposizione !j evidente; ma rimane una fatica non piccola, cioè di sapere come si può togliere questo maledetto « ca- pitalismo » ; e proprio ora, quando il Lenin lo rista bilisce.-. ipel minor male, dice lui. Non manca poi ciò che si potrebbe dire « l ’importazione personale della storia », con la quale si scambiamo gli effetti occasionati delie opere individuali, con gli effetti ef ficienti degli ordinamenti. Ma lo studio attento dei fatti allontana dia queste troppo facili e troppo semplici || spiegazioni.
La crisi one colpisce ora certe industrie e, traverso a queste, le banche, è solo conseguenza del movi- : mento ritmico, o vi hanno parte fenomeni concomi
tanti ?
_ Per rispondere a tale queteito, due generi d’inda gine debbonsi fare; cioè studiare fatti simili nel pas- || sato, e poi vedere quale è precisamente l ’indole del
! presente.
L ’indagine dei fatti passati reca lailla conclusione
j
che, quando le banche troppo si legano al governo, !j molto facilmente, dopo breve o lungo tempo di pro li sperità, sono tratte a rovina, e le crisi, che avrebbe- | ro potuto essere lievi, divengono gravi. Per porre j un esempio lontano dal tempo presente e quindi in parte sottratto alle passioni, veda il lettore l ’ottima j descrizione che diede il nastro Ferrara della crisi recata, in Francia, dalla caduta della banca del Law. Ma
j!
poi, senza studiare la storia, chi è vissuto ai tempi I della caduta della Banca Romana può trovare nella memoria una descrizione che non si allontana molto da quella dei fatti odierni.In tali avvenimenti, si hanno due generi estremi di fenomeni che debbonsi tenere Iben distinti, sebbe ne la passione del volgo e di molti che non sono volgo inclini a confonderli : cioè, da un lato stanno le operazioni disoneste di chi mira semplicemente ad i appropriarsi la robaa ltrui, le scorrerie dei pescicani, | che ognora Isi osservano nei grandi rivolgimenti, co- | me facilmente nelle folle lavorano i tagliaborse. Oc- | corre che polizia e tribunali si occupino di tali valen
tuomini, ma c ’è ipoco da dire, come teoria generale, delle loro gesta1, eccetto forse il notare la protezione
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che involontariamente, o volontariamente, le autorità | talvolta concedono loro; da un altro Iato, stanno le operazioni disgraziate od errate che recano in fine1
danno a ll’economia nazionale; le quali spesso avvengono per casi impreveduti ed imprevedibili, spésso ! anche per imperizia dei dirigenti delle banche, tal volta» anche perchè questi, desiderosi di cattivarsi la benevolenza e i favori del governo, si piegano a pe
ricolose concessioni. Di tutti questi fatti, vogliamo qui occuparci, studiandone la genesi e le conseguenze.
Nel concreto, si trovano, più che altro, generi in termedi, e ciò ben si può vedere negli avvenimenti odierni. In essi appaiono uomini di cui principale cura era l ’industria, secondaria la speculazione di borsa od altra, ed uomini in cui queste parti erano inver tite. Non voglio qui dare giudizio alcuno per sepa rarli sia perchè mi mancano molti dati di fatto, sia perchè già altre persone si sono accinte la tale opera, e la compiono, la possono compiere meglio di quanto io potrei fare; ma intendo esaminare le relazioni dei fatti, senza curarmi dèi pregiudizi che in tale mate ria hanno corso.
Discorriamo dunque delle industrie, melssa a parte dìaille speculazioni ; nasce un quesito importante, cioè : Si ipuò veramente dire che i governi succedutisi, in Italia, dal principio della guerra ad oggi, non hanno spinto le industrie siderurgiche, metallurgiche, ed al tre ancora, a compiere grandiosi impianti, che non po tevano prosperare in tempi normali, e le banche a sovvenire tali industrie?
Mi piare non esservi dùbbio nel rispondere che tale spinta c ’è stata, e forse, date le congiunture, non po tè vasi fare altrimenti.
Il governo contrastò energicamente anche l ’opera delle forze che avrebbero poco alla volta ricondotto le industrie e le (banche ad uno Stato normale. Quando mancò lo smercio dei prodotti, eira» indizio sicuro che dovevansi mutare le condizioni della fabbricazione od anche smetterla ; ma per ciò occorreva scemare le paghe, accrescere le ore di lavoro e, se non bastava, ridurre il lavoro, licenziare operai, spingendoli così a volgerai iad altre occupazioni ipiù proficue per l ’e conomia nazionale, e che erano state abbandonate per seguire gli allettamenti delle industrie di guerra.
Tosto allora interveniva il governo, mosso da in teressi politici od
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anche solo parlamentari, esi accin geva a scansare questi guai, senza darsi pensiero se, per tal modo, altri maggiori e più duraturi ne prepa rava- Concedeva ordinazioni a prezzi ai favore, spes so altissimi, consigliava alle banche, ed il consiglio facilmente suonava imposizione, di accorrere in aiuto delle pericolanti industrie, le quali, per meritare que sti benefici, dovevano seguitare a lavorare nelle con dizioni da cui appunto nasceva il pericolo, Senza ba dare a possibili guai nell’avvenire, menava pubblico vanto dell’aumento dei depositi nelle banche, se ne compiaceva, purché fossero adoperati per sovvenire industrie »protette, ed ora anche istituzioni sociali stoidi, oppure per sottoscrizioni di debito pubblico. Mentre poi, da un lato, pàreva proteggere le in dustrie, dall’altro, le dissanguava, con l ’imposta dei profitti di guerra, divenuta in seguito totale confisca, con le imposte sul patrimonio, con il deprimere il capitale nazionale e l ’allontanare il capitale estero, mediante numerose persecuzioni, non ultima delle quali si ha nella bella trovata della nominatività dei titoli.In tutta) Europa, la guerra fu voluta, dà pochi, che, per trarre i molti a farla, furono larghi di promesse imipossibili ad essere mantenute; da ciò seguirono due ordini di mali, cioè i sociali, per la giusta ira de>gh ingannati, gli economici, per il conflitto con la realtà delle cose. Inoltre il governo, e non poteva fare altrimenti, si trovò ognora più ¡strettamente av vinto, non solo in Italia, m»a in tutti i paesi, alla plu tocrazia demagogica, che impose opere da cui esci-' reno poi. gravi danni. DÌ q»uesti è piccolissimo sag gio la caduta »della Banca di Sconto, mentre altri, ben altrimenti importanti, stanno forse maturando.
Comunque sia, lai guerra ci fu, ed era supremo interesse nazionale il vincerla ; forse per ciò certe alleanze di partiti, di sette, »di combriccole, certi in ganni erano necessairi, ma, in tal caso, appaiono pu re necessari i danni che ne sono la conseguenza.
L’ ECONOMISTA 29 gennaio 1922 — N. 2491 | simili materiali? No- Potevansi avere queste cose
| in quantità sufficiente dall’estero? No. Dunque se
nè
doveva produrre, in paese, parte piccola o grande; e badisi bene che la piccola può essere a'ssolutamen- te indispensabile. Per perdere una battaglia, non oc corre che manchino tutti i proiettili, basta che man chi quell ultima parte che assicurerebbe la vittoria. A Napoleone, non mancarono tutte le munizioni, nel- ! la battaglia di Leipzig, mancò solo quel tanto che occorrevai per proseguire il combattimento. Conclu d i che parte almeno, non so precisamente quale, del materiale da guerra dovevasi produrre in paese, e che perciò il crescere, e non dico se poco o molto, I degli impianti dell Ansaldo e di altre simili imprese | bi indispensabile, come tali saranno- pure analoghi provvedimenti nel caso di future guerre. Ma non è necessario, ec-cettochè per motivi politici, che a ciò si provveda, non apertamente, ai spesa del governo, cioè, diretta dei contribuenti, ma quasi di sotterfu gio, con le sovvenzioni delle banche, .con favori vari.Venuta la pace, era necessario che si ridicessero e si trasformassero le produzioni volute dalla guerra, ed in generale, che si ristabilisse il turbato equilibrio I economico. I governi che abbiamo avuto in Italia, j hanno essi spinte le industrie per questa via, o le
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hanno trattenute? Già notammo che, in casi partico- ; lati, le hanno contrastate, ed ora aggiungiamo che j fatto fu generale, e da esso hanno in parte o-rigi- | ne i guai presenti, a cui malamente si assegnano1
esclusivamente cause speciali, che possono bensì ag giungersi alle generali, mai che non le sostituiscono- La presente crisi non giunge per niente impreve- |j duta>; e ben la prevedevano i governi che imposero alle imprese di accantonare parte degli utili, per po terla superare. Ma poi, essi od altri, dimentichi di sì savio intendimento, vollero, per fini politici, con fiscare questi profitti ; i quali non possono davvero | fare due piarti in commedia, e se vanno al fisco, non | possono essere adoperati per fare più lievi i danni I della crisi, Lia' caduta dell’Ansaldo e ideila Banca di Sconto non sono, pur troppo, che anelli di una catena che può non essere breve,Si reca a colpa della Banca di Sconto di avere adoperato i depositi per sovvenire industrie perico lanti, nè di ciò veramente si può scusare, ma parte della colpa non ricade su coloro che, potendo, non hanno posto ostacolo a tale operare? Gli ammini- stratri fecero male, ma fecero bene gli azionisti che I li sorreggevano e li ¡odiavano, il governo che li ani- | mava a proseguire per la via tenuta? Alcuno vorrà forse aggiungere i depositanti, che avrebbero dovuto badare come si adoperavano i loro denari.
_ Ma ciò è impossibile, sia perchè i depositanti, spe cialmente i piccoli, hanno altro da fare che sinda care la banca che riceve i loro depositi, nè sapreb bero come cavarsela, sia perchè, in quasi tutti i pae si, la legislazione impedisce che siano, in tempo, av visati dei pericoli, anche quando questi sono immi nenti : e ciò è forse bene, per scansare altri mali, ma infine chi vuole la causa deve pure accettare gli effetti.
Sinché dura la prosperità si ¡odano, a dismisura quegli stessi uomini che sono poi vilipesi quando vie ne l ’inevitabile tracollo; ed è allora opera inutile: prima doveva essere dato l ’assalto.
Vilfredo Pareto.
S i fa preghiera ai Sigg. Abbonati di
richiedere i fascicoli smarriti non oltre un
mese dalla data della loro pubblicazione,
perchè sovente, dopo tale periodo, le col
lezioni di riserva rimangono esaurite.
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NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE
Contro l’analfabetismo
Il Comitato direttivo dell’<( Opera contro l ’analfa- betismo » ha chiuso il primo periodo delle sue adu nanze, provvedendo alla sua organizzazione ed a lla - j zione delle Associazioni delegate nelle zone a ciaiscu- ji na dì esse assegnate.
Ha discusso ed approvato il regolamento per l ’ap plicazione del r. d. 1. 28 aprile 1921, n. 137! : ha il nominato il suo vice-presidente nella persona dell'on. Filippo Turati ; ha formato il -proprio ufficio, affidando
fi
Fin-carico dei servizi di contabilità, di archivio e ai coip-ia a fuzionari della Direzione generale delle scuo le primarie, che presteranno l ’opera loro in ore straor- dinai ie avendo deciso di non assumere, per ragioni |i di economia, alcun personale di nuova nomina o di« staccato, ha stabilito, in base alla ripartizione diei fon di assegnati adì Opera, il piano di lavoro concretato | dalle varie Associazioni, approvando i doro bilanci (da cui risulta che le spese di organizzazione ed ammini- i strazione toccano appena il sette per cento della som- j ma -a ciascuna di esse assegnata) e i regolamenti dalle medesime compilati per il funzionamento dei vari tipi di scuola, circa la durata dei corsi, l ’azione di vigi lanza delle autorità scolastiche, la nomina ed il trat-
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tamento degli insegnanti.. DaIIe notizie recate da'! delegati delle dette Asso- ! dazioni e dai rapporti pervenuti -direttamente al Co- j; mitato stesso, risultano in funzione 3045 scuole e cioè
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diurne, 336 festive, e 2501 serali, con oltre 125.0 0 0 alunni iscritti. Questa cifra dovrà essere au mentata, perchè in quasi tutte le regioni, e segnata- mente in Sicilia, in Puglia1, nella Campania, e negli A- bruzzi, la media prevista di 40 aluni per ogni scuola - è stata sorpassata, talché si deve ricorrere a sdoppia menti, o a prolungamenti di orario, mentre varie cen tinaia1
di domande di nuove scuole le Associazioni no-n hanno potuto accogliere, per la limitatezza diei fondi : stanziati.L entusiasmo dimostrato dalle popolazioni e Finte- j|
i
essamento fattivo delle Autorità locali amministrativejl
e politiche è stato veramente mirabile.L affluenza degli alunni, tutti superiori ai
12
anni, è stata tale che in più scuole si è dovuto persino ricor- !! rere alla forza pubblica ¡per contenere i reclamanti I non potuti accogliere -nelle prime sere nelle classi I già troppo affollate. Anche gFinsegnanti si sono mo-1
strati volenterosi e pronti n ell’assumere e svolgere il servizio, riconoscendone l ’alta importanza educativa e sociale. Gli Uffici scolastici -provinciali hanno coo perato con slancio.I Comuni hanno dovunque provveduto alla illumi nazione per i corsi serali, per quelli diurni, con sol lecitudine e larghezza, hanno fornito i locali per
1
-a scuola e per l ’abitazione degli insegnanti; inoltre la metà -di essi, e cioè più di un centinaio, hanno prov veduto gli arredamenti, aiutati anche, come in Cam pania e n ell’Umbria dal simpatico concorso di privati cittadini, proprietari dei luoghi ove sono state aperte le scuole, da Associazioni locali, da Cooperative, co me in Puglia. L impianto di tali scuole è stato salu tato nei piccoli centri e nelle borgate come un avve nimento. Dovunque si sono organizzate commoventi cerimonie per1
inaugurazione di esse ; in Comuni delia Basilicata si è vista la popolazione accorrere al la stazione ferroviaria per ricevere e trasportare gli an^edi scolastici ; amministrazioni comunali della1
Si cilia hanno stabilito per i migliori alunni delle scuole serali i-m,portanti premi, come attrezzi rurali e ani mali da lavoro, il Comune di Mazzarino un cavallo bardatoL’ ECONOMISTA 33
I 30 gennaio 1922 — N. 2491
per il funzionamento di corsi serali affidati all’Asso ciazione delegata per quella regione.
Il principio, quindi, dell’azione dell’Opera contro l ’analfabetismo è stato veramente felice e pieno di promesse.
E ’ già da altre regioni si chiede che l ’azione del l ’Opera si estenda ad esse, e nuove Associazioni, nuovi Enti chiedono d’essere ammessi alla delega della lotta contro l ’analfaibetismo. Tutto conforta a ritenere che l ’esperimento di questo primo anno sarà veramente fecondo di buoni risultati : e nel venturo anno il campo di azione dovrà essere certamente più vasto, per corrispondere alle richieste delle popola zioni, desiderose della istruzione, e per l ’adempimem- tó del fine per cui l ’Opera è stata istituita:.
La diminuzione
della produzione mondiale dell’ oro
Durante gli anni di guerra la produzione mondiale del l’oro era andata continuamente diminuendo, ma era opi nione generale che al cessare delle ostilità la produzione delle miniere aurifere avrebbe ripreso l’antico vigore. Invece, per ¡’influenza simultanea di numerosi fattori sfavorevoli, si ebbe per l’anno 1919 a registrare una nuova diminuzione.
Produzione mondiale dell’oro dal 1910 al 1991
Anni Kg. Milioni di lire
1910 683.005 2.359 1911 695.228 2.395 1912 701.872 2.418 1913 692.526 2.385 1914 666.041 2.294 1915 707.674 2.438 1916 681.026 2.346 1917 637.347 2.195 1918 576.815 1.987 1919 549.404 1.892
Le cause principali di questa diminuzione si debbono ricercare nella scarsezza della mano d’opera, nell’au mento delle spese di produzione, dei salari, approvvigio namenti, rialzo dello sconto, ecc. Tutti questi fattori re sero l’industria meno lucrosa, anzi molte imprese che lavoravano metalli a basso titolo furono costrette a so spendere l’esercizio.
Come si vede da queste Cifre, l’indice generale segna un ribasso del 0,7 rispetto a quello dell’ottobre : esso rappresenta un rialzo del 16,9 per cento rispetto a quello del giugno 1921, punto più basso raggiunto recentemente dalla curva dei prezzi e rappresenta un ribasso del-
1’ 11Vi per cento rispetto a quello del novembre ultimo scorso.
Risulta anche dallo specchietto su riportato che lo sva- lutamento della moneta italiana rispetto al periodo 1901- 1904 è del 75 per cento.
Esaminiamo le statistiche inglesi.
Essendo 100 la media dei prezzi 1901-1905 abbiamo:
Dicembre 1916 223.0 Maggio 1921 223.2 Novembra 1918 282.6 Giugno „ 216.6 Dicembre 1919 334.7 Luglio 219.0 Marzo 1920 379.8 Agosto „ 223.3 Gennaio 1921 255.3 Settembre „ 208.5 Febbraio )) 235.3 Ottobre „ 202.6 Marzo » 231.7 Novembre „ 198.0 Aprile n 224.0
Il massimo dei prezzi fu raggiunto nella primavera scorsa dove raggiunse a 379.8. Successivamente i prezzi andarono gradatamente diminuendo sino ad ade guarsi nell’ottobre scorso a circa il doppio dell’ante guerra. Insomma attualmente la capacità di acquisto della sterlina è diminuita del cento per cento rispetto al pe riodo 1901 1904.
Se la lira avesse mantenuto la sua capacità d’acquisto oggi con L. 12,50 circa compreremmo una sterlina : ma la lira ha diminuito la sua capacità di acquisto del 750 per cento circa. Un calcolo elementare dimostra che il cambio con l’Inghilterra deve essere a 95.
La matematica e la statistica sfatano quindi una leg genda : quella, cioè, che gli inglesi ci facciano pagare cara la loro sterlina.
Il valore come raritmetica non è una opinione, ma una realtà che non si può discutere. Gli inglesi venendo in Italia perdono nel maggior costo della vita quello che guadagnano col così detto cambio favorevole. Per gli italiani, che si recano in Inghilterra avviene l'opposto. Se vogliamo quindi migliorare il nostro cambio vi è un solo mezzo: riassettare la nostra finanza, intensificare la nostra produzione. Allora i prezzi diminuiranno in Italia e aumenterà il valore della lira sui mercati del l’estero.
I produttori d’oro dell’impero britannico domandarono a più riprese al governo un aumento del prezzo loro || imposto per la vendita del minerale, ma il governo in
glese non lo accordò mai.
Nel luglio 1919 il commercio fu dichiarato libero ; il prezzo dell’oro salì rapidamente, ma la produzione non potè avere l’ incremento sperato per la persistente man canza di mano d’opera.
E ’ interessante conoscere l’andamento dei prezzi pa gati per l’oro dal ristabilimento del libero commercio, i Fino allora la Banca d’Inghilterra pagava soltanto 77 st. 9 d. per oncia (sterling standard), cioè 84 st. 10 d. per oncia oro puro. Questo prezzo aumentò sino a raggiun gere 99 st. il 18 settembre, 100 st. al principio di no vembre e 109 st. 8 d. alla fine del 1919. Pare che abbia raggiunto il suo maximum al 5 febbraio 1920‘con 127 st.
4 d., mentre attualmente oscilla intorno a circa 105 st. 112.
La lira e la sterlina
Ho sott’occhio le statistiche pubblicate Aa\V Economista di Firenze per cura del prof. Bachi e del The Economist ‘ di Londra ; basta un’osservazione superficiale per de
durre che l’attuale cambio de la lira con la sterlina, oscil lante fra il 95 e il 100 è precisamente il naturale punto di equilibrio delle due valute afferma G. B. Ferri.
Ecco l’andamento dei prezzi in Italia nel 1922; essi sono calcolati supponendo che la media dei prezzi del | I920i.sia eguale
ioo;
Segue un indice generale dove in- | vece i prezzi attuali sono paragonati a quelli del periodo1901-1905, sempre ipotizzando questi a 100: Giugno Luglio Agosto Settem bre
1 0 2 1 Ottobre Novem. Derrate vegetali 97.0 99.8 106,7 113.6 115.8 114.1 Derrate animali 100.5 109.3 112.7 124.6 128.5 225.8 Prodotti chimici 76.2 63.4 67.9 71.2 74.6 75.7 Materie tessili 45.8 53.7 61.7 75.2 75.6 75.4 Minerali e metalli 60.4 60.0 59.7 58.9 64.1 65.2 Materie da costr. 101.6 94.6 92.3 90.9 90.9 89.7 Prodotti vegetali 90.5 91.6 96.1 102.2 1 1 4 . 4 113.7 Materie varie 90.4 85.6 86.8 92.2 94.9 93.7 indice gen. (base 1920) 81.49
Indice generale 83.28 86.77 92.89 95.95 95.27 ( t e 1901-1905) 6 4 1 . 1 1 655.20 683.65 730.80 754.88 749.53
NOTIZIE VARIE
Indice dei prezzi in Inghilterra
Secondo i calcoli del Ministero del Lavoro, pubblicati dalla « Labour Gazzette» ii livello medio del costo della vita (che comprende prezzi al minuto delle sostanze alimentari, vestiario, affitti, riscaldamento illuminazione ecc). risultava per il Regno Unito al 1° novembre scorso del 103 per cento superiore al livello per il luglio 1914, con tro
110 per eento un mese prima.
La cifra per il 1° novembre è la minima registratasi dal luglio 1918 n poi. Il massimo si raggiunse giusto un anno fa, quando si verificava aumento in confronto al luglio 1914 del 176 per cento circa. Il mo vimento mensile avutosi nel 1920 e nell’anno corrente è indicato nella tabella seguente :
Aumento percentuale del costo della vita in Im hllterra in confronto al IuqIìo 1914
1° gennaio
* febbraio 19209 125 % Al 1° gennaio 1921 165 °/< 130 9 » » febbraio 9 151 9 marzo 9 130 9 » » marzo 9 141 9 aprile 9 132 9 » » aprile 9 133 9 maggio 9 141 9 » » maggio 9 128 9 giugno 9 150 9 » » giugno 9 119 9 luglio 9 152 9 » » luglio 9 119 9 agosto 9 155 9 » » agosto 9122
» settem. 9 161 9 » » settem. 9120
9 ottobre 9 164 9 » » ottobre 9 n o » novem. 9 176 9 » » novembre » 103 9 dicembre 9 169 9» 9 9La riduzione verificatasi nell’ottobre è da attribuirsi principalmente alla discesa dei prezzi delle sostanze alimentari.
II censimento nel Giappone
Dalle cifre definitive del censimento risulta che la popolazione del Giappone è salita, in confronto all’ultimo censimento di 2,598,458 abi tanti, risultando quindi di 55 milioni 961.160 abitanti: l’aumento, insomma, non è stato cosi rilevante come facevano supporre le valu tazioni dei più accreditati annuari statistici.
Un fatto curioso si nota nella distribuzione dei sessi: di fronte a 28,042,995 maschi stanno solamente 27,918,145 femmine.
Le città più popolate sono: Tokio con 2,173,112 abitanti; Osaka con 1,282,972 abitanti ; Cobè con 608,628 abitanti ; Johohama con 422,943 abitanti; complessivamente le città con popolazione superiore ai
100,000
abitanti sono 16.34 L’ECONOMISTA
immenso vanteggio. Agli azionisti della Disconto si 29 gennaio 1922 — N. 2491
j
RIVISTA DEL MERCATO E DEI VALORI
Rassegna settimanale
Torino, 21 gennaio 1922. Le Borse attraversano un periodo di dormiveglia in cui nessun serio movimento è possiede, causa la so spensione di ciò che forma il nerbo e l ’alimento prin cipale dell (attività (borsistica, le operazioni a ter mine. Gli affari, limitati al puro contante, si isivol- ; gono in una cerchia oltremodo ristretta per pochi ti toli e fra forti contropartite. Sicché i prezzi segnati non rappresentano la genuina espressione dei giudizi e deila volutazione dello stato attuale delle cose, ma invece portano alcunché di artificiale e di artificioso, che soltanto il ripristino dielle contrattazioni a ter mine (potrà sanare. Foca domanda o gualche offerta bastano per spostare sensibilmente le quotazioni an che dei valori un tempo largamente trattati ed a mer cato più ampio. In tali condizioni parlare di movi menti di borsa e valutarne la portata equivarrebbe | a porsi fuori di strada.
Lia possibilità di sistemare convenientemente le po sizioni ¡precostituite per fine gennaio mediante riporti per fine febbraio, destava qualche preoccupazione in taluni operatori. Esprimere oira un giudizio in mate ria sarebbe prematuro, ma si ritiene tuttavia che qual siasi timore sulla (difficoltà dei riporti per fine feb braio che si effettuano mercoledì, non abbia ragione di esistere. L e posizioni speculative sono leggere e nonostante la diffidenza attuale è probabile che le proroghe per febbraio saranno facili a tassi non su periori a quelli del m ese precedente.
Sulla moratoria della Banca Sconto -nessun fatto nuovo da segnalare nella volgente ottava, fatta ec cezione dei soliti ordini del giorno e voti platonici di assemblee fatte su alla svelta, che lasciano rego larmente il tempo che trovano. Frattanto fra le so lite voci una forse conviene raccogliere come quella J che è maggiormente presa in considerazione. Si trat
terebbe -di ricostituire l ’Istituto sulle seguenti basi es senziali : I creditori otterrebbero il rimborso del 70 per cento circa dei loro averi mediante riscossioni parziali sem estrali; sopporterebbero una perdita secca del 10-15 per cento sui loro crediti; infine il 10-15 I per cento dei loro saldi creditori verrebbe investito in azioni del -nuovo Istituto, che giungerebbe così a possedere un capitale di circa 600 milioni, di cui
200
milioni di denaro liquidò, mentre le azioni vec chie sarebbero svalutate al10
per cento e convertite in ragione di10
contro una azione dell’Istituto rior ganizzato. P er giudicare la pratica attuazione di que sto progetto embrionale, mancano i particolari. Prima di conoscere gli impegni, le immobilizzazioni e l ’effet tiva1
consistenza patrimoniale della Banca Sconto è temerario fare proposte di rimborsi o di ricostituzioni. Non converrebbe costituire un ente completamente nuovo, ad esempio una « Bandai Italiana di Credito » con un capitale sociale costituito di azioni ordinarie sottoscritte dagli ex amministratori della Disconte, e con azioni di privilegio (7 per cento) date in parziale pagamento ai creditori di quest’istituto? La Banca Sconto si metterebbe in liquidazione ed offrirebbe ai suoi creditori :1. il rimborso del 15 per cento entro tre mesi garantito dal nuovo ente;
2. il pagamento del 5 0 per cento in Buoni di Cassa (4 per cento) a tre e cinque anni emessi dal nuovo Istituto;
3. il pagamento del 10 per cento in azioni pri vilegiate.
Qualora la perdita presunta non raggiungesse il 25 per cento —— come si nutre fiducia — i creditori an ziché il
10
per cento riceverebbero un maggior nu mero di azioni privilegiate. Gli Istituti di emissione verrebbero autorizzati a scontare questi Buoni di C as sa e così i creditori avrebbero lo smobilizzo quasi im mediato del 65 per cento dei loro crediti, e cioè urpotrebbe offrire u n’azione ordinaria die! nuovo Isti tuto ogni 10 possedute. Fra le persone indicate ad assumere la direzione generale dvl nuovo ente vi sa rebbe il comm. Gidoni, esperto e prudente finanzie re,, attualmente commissario giudiziale. I Creditori che non accetteranno le proposte accennate sopra ai gran di linee,.correrebbero tutti i rischi della liquidazione, I incontrando gravi alee. P er evitare d'anni maggiori,
j
urge provvedere subito Bilia costituzione del nuovo ente ; ogni giorno di ritardo porta perdite incalcola bili, dirette ed indirette. Se alla! n-uo-vlai combinazione j vorranno partecipare gruppi finanziari inglesi ed ame- ! ri cani, verranno loro concesse azioni di privilegio.
Nella vita industriale piemontese è avvenuto in j questi giorni un fatto che merita di eslsere segnalato j ■ per la sua importanza : la trasformazione dell’antica
Ditta « Francesco Cinzano e C. » (Vermouth e Spu manti) in Società Anonima con un capitale versato di 75 milioni diviso in 1 5 0 ,0 0 0 azioni da 500 lire- Il pri mo esercizio chiuderà il 31 dicembre 1922. Il P re sidente -della nuova Società venne designato il Gr. Uff. Alberto Marone; il comm. Mondani ed il cav. Mazzocchi fungeranno da amministratori delegati ; il gruppo finanziario è rappresentato nel Consiglio dal-' Uavv. Edoardo Agnelli, -figlio del- Presidente della Fiat, e nel Collegio sindacale dal prof. rag. Broglia e dell’avv. Craveri. Gli altri due consiglieri sono il marchese Alfonso Ferrerò di Ventinogli» ed il cav. Enrico Marone.
Alla nuova Società vennero ceduti, insieme agli j stabilimenti vinicoli di S. Vittoria d’Alba e di S. Ste- ' fano Bel-bo anche quelli -di Buenos Ayres, di Marsi- I glia e di Barcellona, i quali avrebbero una potenzia-
j
iità complessiva di produzione di circa22
milioni di I litri a ll’anno. Questa] grandiosa operazione non sarebbe forse il preludio di un nuovo programma industriale di comune azione fra i principali fabbricanti italiani di vermouth e spumanti, colla costituzione eventuale di un Consorzio, di un trust, per meglio regolare i prezzi e risparmiare enormi sipese di reclame e di rappresentanza all estero ? Oggi tutte le grandi indù- j strie debbono accordarsi per ridurre il- prezzo di costoj
e togliere gli effetti deleteri di micidiale concorrenza i se vogliono sostenersi e prosperare.Frattanto il mercato dà segni di grande tenacità e
nel complesso i titoli si mantengono sulle quote rag giunte quando addirittura non registrano più o meno notevoli migliorie.
I Fondi di Stato resistono e uadagnano anzi qualche frazione; si sono stabilizzati negli ultimi giorni dell’ot tava intorno a 71 1/2 la R endita 3 ,5 0 per cento e sul 76 il C onsolidato 5 -per cento. La Rendita 5 .5 0 per cento 1902 quota 6 1 ,? ed i B uoni? d el T esoro set
tennali 5 per cento a P rem io da 103,50 a 102,50. Ricercate le O bbligazioni F erroviàrie 3 per cento a 243, mentre le San P aolo 3 ,5 0 per cento si nranten- - gono a 384.
Migliora ancora la -B a n c a d'Italia da 1335 a 1350 e la B an ca C om m erciale dar 8 70 ai 877, dopo 880 oggi. Il C redito Italiano esordisce e chiude a 603 do po 6 0 8 ,5 0 mercoledì. Fermo il B an co di R om a a
1 1 1
. La D iscon to da 155 lunedì si contrae oggi a12
1
Qualche miglioria registrano pure le M eridionali da 2 69 lunedì a 2-6 oggi. Calme le M editerran ee a 138.
II Rubattino da 513 lunedì si porta a 526 mercoledì per Unire oggi in reazione a 517.
Fiacca la S aia ordinaria scesa dìa 30 a 25 circa, mentre quella di p referen z a resiste sul 44.
Ottimo l ’Iandamento della Fiat esordita a 179 lu nedì e chiusa oggi a 186.
Trascurato VAnsaldo San G iorgio a 3 0 .5 0 ; qual che scambio di Spa interne a 8 0 ; migliori le Terni passate da 39 0 a> 4 0 5 ; ferma VAnsaldo sul 47 e l ’E l
L’ECONOMISTA 35 1 29 gennaio 1922 — N. 2491
ij " " '
Qualche ricerca di llv a le porta da 1 5.75 di lunedì a
20
oggi, su ll’imipressione prodotta dalle delibo- , razioni dell'assemblea straordinaria di venerdì. Coi j! 30 milioni offerti dagli amministratori per liberarli da ogni responsabilità si potrà effettivamente evitare la lquidazione defila Società ? Itala 21 circa.In buona vista VEridania salita da 290 ex 10,625 a 300 oggi.
Le M ontecatini passano da 132 lunedì a 137 oggi, ,i mentre le M arconi sono ferme interno a 162. Calmi ¡1 i B en i Stabili a 294.
ij Dei valori locali in ripresa l'E lettricità Alta Italia ¡salita da 256 a 2 7 0 ,5 0 Oggi dopo 272, Sip 188 circa. L ’abbondante benefica nevicata caduta martedì ven-
¡1
ne salutata colla ripresa dei titoli idroelettrici.Offerto in fine di settimana il Cotonifìcio Valle di
Lanzo salite a 40 martedì e chiuse oggi a 38. Qualche attività in O fficine M oncenisie (ex Bau chiaro) fra 76 e 7 4 ,5 0 .
Ricercate le F eco lerie a' 131 e le T ed esch i passate da 161 lunedì a 165 oggi.
Ferme le N ebiolo sul 270, e le Baratti nuove a 41,50. Intrattate le Cernenti sul 44.
Qualche scambio in Diritti d ’opzione C artiere M e
li ridionali fra 3 30 e 3 5 0 ; lunedì ¡scade l ’opzione. La j continua domanda di G az Torino spinge il titolo a
| 352 però con scarse transazioni.
Il C am bio P arig i-segna nel corso dell’ottava una U leggera miglioria pure attraverso notevoli oscillazioni | e così pure il B erlin o, mentre le altre divise registra- | no un discreto rialzo.
D enaro riservato ma abbondante : Riporti
6
per ! cento circa; Sconto fu ori B an ca 6 ,5 0 circa.Torino, 28 gennaio 1922. Le ottave di borsa si susseguono da qualche tem- : po le une alle altre senza che muti per nulla la loro monotona fisonomía. Assenza d ’affari, diffidenza, so stegno dei Fondi di Stato e dei primari valori a red ii dito fisso e fiacca di tutto il resto della» quota- Ne |j patiscono persino i migliori titoli azionari locali.
Purtroppo a mantenere viva la sfiducia, ad impe- ! dire che l ’orizzonte si rischiari, sono sopravvenute Il nuove domande di moratoria, nuove insolvenze, e || quando' si chiuderà questa dolorosa pagina» della no
stra storia finanziaria? E la/ sfiducia nel campo azio nario si riflette nelle quote ferme dei Fondi di Stato ed in quelle in regresso dei valori. Gli è che. pur-, j troppo si è fatto Strada il convincimento che la crisi | finanziaria discenda essenzialmente da una crisi di uomini. Si teme che i fatti deprecabili e dolorosi tutt'orai rimasti impuniti, verificatisi in talune ano- I nie, possano impunemente verificarsi in altro. Vi è j un grave senso di diffidenza verso le Società anonime che potrà essere dissipato solo il giorno in cui gli amministratori che la voce pubblica» segna, a dito, verranno ritenufì responsabili del malgoverno e de bitamente puniti dei loro errori o delle loro colpe.
Vengano te responsabilità ricercate ed accertate al più presto, la giustizia sia effiamata ad agire solle citamente e senza riguardo a uomini ed a posizioni sociali : è il solo modo di fa - argine alla dilagante crisi di uomini, su cui si fonda la sfiducia odierna. Fortunatamente isolati sono i casi di malgoverno ; la grande maggioranza delle nostre Società Anonime è lodevolmente amministrata e ci compiacciamo consta tarlo.
Le Nazioni nel loro snervante travaglio per la re staurazione economica del mondo intero non trovano I
1
I linè pace nè riposo. Auguriamoci che la conferenza di Genova abbia muglior successo delle precedenti, te quali non fecero progredire di un passo la ricostru zione economica della nostra povera Europa. Eppu re tutte le nazioni sentono urgente la necessità di uscire dairinsopportabile ed anormale stato attuale di cose e di trovare una soluzione dell’assillante pro blema economico e finanziario. Ogni Governo deve
provvedere a ll’assestamento delle proprie finanze; a- ibolire tutte te spese inutili di guerra ed altre, ed a- vere visione meno egoistica per la ricostruzione eco nomica mondiale. S e non si pone rimedio
0
questa L ’America pare non abbia molta voglia d’interve- vecchia Europa corre un grave pericolo ma nutriamo fiducia che i suoi uomini di Stato sapranno salvarla in tempo.L ’America pare no n,abbia molta voglia d ’interve nire a ll’imminente conferenza-, dlacchè giudica la si tuazione non sufficientemente chiarita e pacifica» per poter collaborare seriamente alla) ricostruzione econo mica. Conviene lasciare al tempo ed a ll’aggravarsi dei danni che derivano dal prolungarsi dell’attuale stato di cose, l ’azione terapeutica. Per ora in certe na zioni i sentimenti prevalgono sul ragionamento e sul buon senso.
Si è sempre in attesa di una soluzione della crisi della Banca Italiana di Sconto, ma nulla di nuovo e notevole ha portato la decorsa ottava. Due tendenze per ora si combattono fra loro : quella in favore dlella ricostituzione dell’Istituto e quella favorevole ad una liquidazione definitiva di esso. N ell’interesse dell’e conomia nazionale e dei creditori ci auguriamo che abbia da trionfare la prima soluzione e cioè la costitu zione di un nuovo robusto e sano organismo finan ziario per prendere il seguito della Discanto.
Fermi i Fondi di Stato con ripresa della Rendita 3
1/2
da' 7 1 .4 5 lunedì a 7 2 ,1 0 oggi, C onsolidato 5 da 7 5 ,7 0 a 7 6 ; O bbligazioni ferrov iarie 3% ricerca te : 243 1/2; San P aolo 3/2: 3 8 4 ; Sarde O. : 226 1/2 Buoni d el T esoro Settennali 5 °/0 a prem io :102
circa.In regresso la B anca d ’Italia da 1350 a 1 330; la
Com it da 8 74 a 861 ; fermo il Credito Italiano sul
j
.601 ed il B an co di Rom a a 111 1/2; qualche offerta ! di D isconto sulle
100
lire.In regresso anche te M eridionali da 272 a 263 nel corso d ell’ottava. Ferme le M editerranee sul 138 ri cercate per il solito ¡ammortamento annuale.
In ribasso il Rubattino da 516 a 488 e la Naviga
zione Alta Italia- da 125 a 110 circa; L loyd Sa
baudo
2 10
.In ulteriore contrazione la Fiat da 185 a 161. Ogni giorno i suoi corsi si sgretolano ed il titolo chiude l ’ottava offerto a 161.
Trascurati i Siderurgici: T erni 3 90 circa; Ansaldo 4 4 ; E lba 4 8 ; llv a 1 3 ; Spa 7 3 ; Italia 18; San G ior
gio 30 1/2.
Pesante la Snia ordinaria sul 24 e quella di p r e fe
renza a 44 1/2.
Debole VEridania passata da 299 a 290.
Migliore l ’E lettricità Alta Italia salita a 268 a 2 7 2 ; Sip 118 circa. Sempre offerto il Cotonificio
Valli di L an zo sceso a 36 1/2. Tra pochi giorni si conoscerà l ’ammontare del dividendo ¡per il 1921.
Marconi ferme a 162 circa. B en i Stabili 2 90 circa;
N ebiolo 2 7 0 ; B du ch iero 7 4 ; M ontecatini 13 5 ; F e c o
lerie 131 ; C em en ti 42 circa.
C am bi in leggera miglioria.
I riporti per fine febbraio, si svolsero regolarmente e con relativa facilità: ricercato a riporto dal 4 1/2 al 2 % ; Rendita 3 1/2 % dal 5 1/2 % al 5 % ; Banca
6
1 / 2 - 51/2
% ; Com it 7 - 41 /2
C redito6
-7
% ;Ansaldo 1 - a 0 ,5 0 di ¡dléport; M arconi 4 1/2 % - 3 %•
Rubattino 7 - 4 % ; altri valori
6
- 7 %.Ricercatissimi i C am bi a riporto per fine Febbraio afi’incirca sulle seguenti basi : Parigi da 1 lira a l 1/4 di déport: L ondra 0 ,6 0 a 0 .6 5 déport; New York 0 .1 7 - 0 .2 5 déport; M archi 0 .0 5 circa di riporto, ma nifesta prova dell’orientamento della nostra specula zione.
Danaro sempre diffidente : Sconto fuori Banca
6
-
6 1/2%.
Gustavo De sl e x. Luigi Ravera, gerente
36
5)
L' ECONOMISTA 29 gennaio 1922 — N. 2491
Banca Commerciale Italiana
SITUAZIONE MENSILE ATTIVO
Azionisti Conto Capitale , . L. N. in cassa e fondi Ist. em. . » Cassa, cedole e valute . . . » Pori, su Italia ed est. eB .T .I. » Effetti all’in ca s so ... » R iporti... .... Valori di proprietà . . . . » Anticipazioni sopra valori. . » Corrispondenti-Saldo debitori » Debitori per accettazioni . . » Debitori d iversi... » Partecipazione diverse . . . » Partecipaz. Imprese bancarie > Beni sta b ili... Mobilio ed imp. diversi . . i Debitori per avalli... < T it. di propr.Foudo prev. per. »
Titoli in deposito : A garanzia operazioni . . . » A cauzioni servizio... » Libero a custodia ... » Spese amm. e tasse eserc.corr. » Totale . . . . L. PASSIVO
Cap.soc.(N. 4S0.000 da L. 500 cad. e N. 8000 da 2500) L. Fondo di riserva ordinaria . » Fondo riserva straordinaria . » Riserva sp.di ainmort.rispetto » Fondo tassa az.-Emiss.1918-19» Fondo previd. del personale » Dividendi in corso ed arretrati » Depositi c. c. buoni fruttiferi » Corrispondenti-saldi creditori » Cedenti effetti incasso . . . » Creditori diversi...» Accettazioni commerciali . . » Assegni in circolazione . . . » Creditori per avalli . . . . » l a garanzia operaz. » Dep.di tit.< a cauzione serviz. » ( a libera custodia. » Risconti passivi... » Avanzo utili esercizio 1919 . » Utili lordi esercizio corrente. »
31 ottobre 1921 IHO novembre 1921
5 1 .2 1 4 .0 0 0 ,— ! 5 1 .2 14.000,— 415.983.122.15 466.236.765,83 4.266.156,99, 2.184.605,27 3 .8 5 7 .8 8 1 .0 0 6 ,9 7 ,3 .8 5 6 .0 8 6 .9 8 0 ,3 7 79.346.972,83, 78.925.615,22 470.827.683.15 481.791.875,70 176.559.998,29: 176.636.537,49 12.974.429,05,1 12.529.693,70 1.598.464.914,24 1.412.870.851,78 112.188.567,77 132.946.017,69
7)
ATTIVOBanco di Roma
SITUAZIONE MENSILE 31 ottobre 1921 150.071.219,73 136.770.790,37 73.642.211,70 32.212.654,051
,— 281.102.863,99 43.049.509,50 7 2 3 .8 8 3 .8 2 8 ,— 5 .5 4 0 .3 6 2 ,— ! , 5 .7 6 9 .3 1 5 .0 8 0 ,— 95.354.405,79 110.388.498,14 137.353.663,72 72.849.469,35 32.212.654,051
— 289.765.909,92 43.049.509,50 702.212.487 — 5 .5 3 5 .3 6 2 — 136.245.329 — 102.625.470,91 14.090.649.777,57 14.333.601.267,64 4 0 0 .0 0 0 . 000,—1 176.000. 00CV— 4 0 0 .0 0 0 . 000 —1 7 6.000. 000 — Cassa... Portafoglio Italia ed Estero’. ! Effetti all’incasso perc| Terzi. Valori pubblici e privati . . . Titoli in deposito a conto corr. Partecipazioni bancarie... Partecipazioni diverse . . . . Riporti... Beni s ta b ili... Conti correnti garantiti. . . . Corrisp. Italia ed Estero ' . . Debitori div. e conti debitori . Debitori per accett, commerc. Debitori per avalli e fideiussioni Mobilio, casse forti e spese imp.Totale . . . Valori Cassa di Previdenza
Titoli \ a garanzia in deposito ) a cauzione l a custodia Depositari t it o li... L. 151.156 76 .084 50.723 108.897. 578.240. 50.244. 262.428. 13.019. .3 0 5.254. 2 8 .2 7 2 . 121.778. 122.400. 20.728. 135.404. .410,97 .409,75 .392,80 . 174,98 .078,— .063,93 .188,47 854,15 362.04 500,37 590,10 738.05 603,35 097,81
1
,— 30 novembre 1921 151.156 777.969 53.959 116.970 655.225 50.544 280.326 13.910 .312.819 28.152 131.776 115.519 24.242 134.423. 7.191 43.854 1.261 830.072 4.82 6 .4 8 4 168.761 306.107 112.188 299.229 281.102 723.883 5 .540 5.7 6 9 .3 1 5 ,203,65 .117,35 436,— 177,39 .228,93 ,479,45 .738,40 567,77 .994,84 863,99 .828,— 362,— ' .080,— 7.191 44.139 1.185 844.984 4.698.639 170.273 297.866 132.946 275.213. 289.705 702.212 5.535 6.13 6 .2 4 5 .203.65 .801,23 .598 — .776,05 .408,07 .459,19 .167,64 .017,69 . 145,69 .909,92 .487 — .362 — .329 — Totale 856.150,08 138.800.549,72 14.090.649.777,57 856.150,08 150.606.452,43 14.333.601.267,64 6)
Banca Italiana di Sconto
SITUAZIONE MENSILE ATTIVO 130 settembre 1921 ! C a s s a ... ; P ortafog lio... Conto r ip o r t i... Titoli di proprietà. Corrispondenti-saldi debitori > Conti diversi - saldi debitori > E sa tto rie ... .... Partecipazioni
Partecipazioni diverse. . . .' » Beni s ta b ili... „ Soc.an. di costruzione «Roma» » Mobilio, Cassette di sicurezza » Debitori per accettazioni . . » Debitori per avalli. . . »
Conto Titoli : fondo di previdenza . » a cauzione servizio. . » presso te rz i... » in depositi . . . . , » L . PASSIVO Cap.soc N.630.000az.daL.500L. Riserva o rd in a ria ...» Fondo deprezzamento immob. » Utili in d iv is i... » Azionisti - Conto dividendo. » Dep. in c[c ed a risparmio e
buoni frutt. a scadenza fissa » Corrispondenti - saldi credit. » Conti diversi - saldi creditori » Assegni in circolazione . . . » Accettazioni per conto terzi. » Avalli per conto terzi . . . » Numerario in cassa...» Fondi presso istituti di emiss. » Cedole, Titoli estratti - valute » Anticipazioni su titoli . . . » Assegni in circolazione . . . » Creditori diversi-saldi credit. » E sa tto rie... » Conto t it o l i...» R is c o n to ... Utili lordi del corr. esercizio »
349.578.109,68 : 2.055.193.201,40 248.735.399,44 152.267.236 31 ottobre 351.492. 1.969.808. 238.291. 141.069. 1.742.864.046,38, 1.758;066! 48.467.652,45 1.595.155,44 85.907.064,451 152.099.774,131 32.394.317,53 4 .2 0 0 .0 0 0 —
1
-175.508.160,12 211.891.200,42 12.916.741,41 10.143.653 — 361.075.696,23 3 .3 5 2.402.608,87 j 8.997.240.017,95 315.000.000 — 7 3 .000.000 — 5 .105.798,90 879.642,52 7.763. 496. 85.982. 153.890. 32.355 4 .2 0 0 . 199.776. 234.303. 1921 864,45 052,69 661,96 ,620,47 443,52 908,93 149,22 064,15 431,58 .929,38 000,—1
— 845,82 546,10 Totale . . ,L . PASSIVO Capitale sociale...l Fondo di riserva ordinario . .'n straordinario. . . » speciale... Dep. a conto corr. od a risp. Depositi titoli in conto corr. . Assegni in circolazione . . . . Assegni ordinari... Corrisp. Italia ed Estero . . . Creditori div. e conti credit: . Dividendi su nostre Azioni . . Accettazioni commerciali . . Avalli e fideiuss. per c[ Terzi Avanzo utili eserc. precedente Utili netti del corr. esercizio .
L. .788.370.843,12 3 . 1.418.056,81 265.415.477,51 6.322.340,75 622.907.719,95 7 0 1 .0 0 4 .0 11,98 .3 8 5 ,4 38.450,12 150.000 2.166 12.000 6.000 786.758 625.323 24.326, 155.042. 1.745.161. 115.389 319 20.728. 135.464. 126. 9 .5 6 3 . .
000
,— .861,88 .000
,—000
,— 669,— 478,— 733,13 045,06 875,20 409.25 393.25 603,35 097,81 662.65 014,54) .410,97 .471,61 .646,86 .174,98 .078 — 673,90 441.59 .788,90 782,38 126,44 908,54 775.60 581,25 992,971
— 846.997.855.02 1.418.056,8i 270.064.851,04 7.040.050,70 609.635.359,68 701.336.846,51 436.493.619,76 150.000 2.166 12.000 6.000 794.410 655.225 19.843 156.593 .771.165 109.950 278 24.242 134.423 126 10.570. Depositanti...Depositi presso terzi. Totale • L. .000 — .861,88 .
000
,— .000
,— 188,32 .078 — ,955,15 689,04 626,70 145,93 612,— 581,25 992,97 662,65 161,14 8)Credito Italiano
SITUAZIONE MENSILEATTIVO 31 ottobre 1921 |J
0
novembre 192113.284 10.767 348.505 3 .3 4 7 .259 8.937.312 .987,— ,578,— ,152,56 190,13 :.427,06 980.361.284,93 3 .1 5 0.842.776,65 106.380.221,18 271.778.402,80 175.508.160,12 211.891.200,42 315.0 0 0 .0 0 0 ,— 7 3 .0 0 0 .0 0 0 ,— 5.10 5 .7 9 8 ,9 0 879.642,52 3.736.538.699,51 19.953.830,92 922.111.888,61 3.0 7 4 .4 9 7 .7 8 4 ,1 2 96.826.963,31 274.343.702,34 199.776.845,92 234.303.546,10 13.284.987,— 10.767.578,— 348.505.152,56 3.347.259.190,13 21.649.347,55
Azionisti saldo Azioni. . . L. Cassa...» Portafoglio Italia ed Estero . » R ip o rti... » Corrispondenti... » 1 Portafoglio tito li... Partecipazioni... »! S t a b i l i ... »! Debitori diversi . . . »1 Debitori per avalli . . . . »1 Conti d ’ordine :
Titoli Cassa Prev. Impiegati»; Depositi a cauzione . . . »! Conto titoli. . . . » '3 . 42 9 .5 9 1 .8 3 7 ,30f .275.184.107,80 3 31 4 .9 8 7 .4 5 6 ,85! .360.483.548,20' 1 117.267.598,20' 19.514.514,45 12.500.000,— i 51.494.745,75 103.538.980,15 554.498 .159.700 301.852 .255.649 117.298, 18.687. 12.500 46.738 96.630 .963,10 .609,20 212,70 136,85 743,— 232.35