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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.49 (1922) n.2500, 2 aprile

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G A Z Z E T T A S E T T I M A N A L E

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Direttore M. J. de Johannis

Inno XLIX - Uni. LUI

Finnie-lonia, 2-9 iprite 1922 '

R O M A 6 : Via G regoria n a , 56

H. 2500-2501

PARTE ECONOMICA

,1 PARTE ECONOMICA.

Pressione tributaria e crisi economica — Vincenzo Porri Assegni circolari e biglietti di banca — Federico Flora

NOTE ECONOMICHE E-FINANZIARIE.

I risultati dei raccolti del 1921

RIVISTA BIBLIOGRAFICA FINANZE DI STATO.

II gettito delle imposte dirette Il gettito delle tasse di bollo Le imposte indirette sui eonsumi

I buoni del Tesoro esteri depositati a Londra

i La seconda serie dei buoni settennali

| NOTIZIE VARIE

I RIVISTA DEL MERCATO E DEI VALORI

1 9 2 2

Il p r e z z o d i a b b o n a m e n t o è di 'llre 4 0 annue per l’ Italia

jl

« Colonie, e di lire 8 0 per l’Estero, pagate in moneta del paese di provenienza calcolate alla pari ; sempre anticipato. Non si dà corso alle richieste di abbonamento, non accompagnate dal relativo importo.

L'abbonamento è a n n u o e decorre dal 1, gennaio.

Un fascicolo separato costa L. 4 per l’ Italia e in proporzione per gli altri pae3Ì.

Trascorso un mese dalla pubblicazione n o n si t r a s m e t t o n o I f a s c i c o l i r e c la m a t i dagli abbonati.

I cambiamenti di indirizzo vanno accompagnati dalla fascetta e dalla rimessa di L. 5 .

N o n si in v ia n o b o z z e degli scritti favoriti dai collaboratori,

i quali debbono rimettere gli originan nella loro redazione definitiva.

N o n si d a n n o in o m a g g i o e stra tti, né copie di fascicoli.

Potrà solo essere tenuto conto degli indirizzi, che preventivamente gii autori avranno designato, per l’ invio delle cop;e contenenti i loro scritti.

Per gli estratti richiedere alla Amministrazione il prezzo di costo.

I BIBLIOTECA DE “ L’ECONOMISTA „

‘ Studi Economici Finanziari e Statistici

pubblicati a gura de L ’E C O N O M I S T A

; 1) FELICE VINCI L. 2

L ’ e l a s t i c i t à d e i c o n s u m i c o n l e s u e a p p l i c a z i o n i a i c o n s u m i a t t u a l i p r e b e l l i c i

2) GAETANO ZINGALI L. 1

DI ALCUNE ESPERIENZE METODOLOGICHE TRUTTE DALLA PRASSI DELLA STATISTICA DEGLI ZEMSTWO ROSSI

3) Dott. ERNESTO SANTORO L. 4

Saggio critico su la teoria del v a lo r e

n e l l ’ econ omia politica

4) ALDO CONTENTO- L. 2

Per una teoria induttiva dei dazi sul grano e sulle farine

5) ANSELMO BERNARDINO L. 2

Il fenom eno burocratico e il momento

e c o n o m i c o - f i u a n z i a r i o

In rendita presso i p rin cip a li librai-editori e presso VAni- j m irùstrazione de L’ Economista - 56 Via G regoria na , ROMA 6. |

Pressione tributaria e crisi economica

Col Capodanno in Inghilterra sono arrivate nelle case dei contribuenti alle imposte dirette (sopra 16 milioni di maschi in età produttive, i tassati dalle imposte sili reddito formano circa 2 milioni e mezzo) i variopinti foglietti con le dolorose cifre degli ac­ certamenti eseguiti. Regalo atteso, ma non bene accolto, «ui non é mancata anzi dignitosa risposta: si è fatto avanti a darla lord Yuchcape, quale pre­ sidente di una associazione fondata da sei mesi per chiamare a raccolta i concittadini sottoposti ai tri- 1 buti sul reddito. Vengano tutti per chiedere quanto j è giusto e le condizioni del bilancio pubblico per- j mettono: forti della consapevolezza di versare un j terzo dèlie entrate ottenute, e per sempre desiderosi di fornire all’erario il gettito di cui abbisogna, chieggano chiaramente le correzioni agli errori di tecnica che si sono presentati in questi anni. E nello stesso tempo proclamino l’insegnamento piano e i semplice dettato dall’esperienza: non si può far ri­ prendere al proprio paese la posizione raggiunta | prima della guerra nella produzione e nei commerci , se non si permette agli abitanti di risparmiare ed accumulare del capitale: e questo é impossibile finché si assorbe con le imposte tutto quanto eccede il minimo necessario alla vita. T ’esacerbare in questo momento il carico tributario è quanto mai importuno, ! data la crisi sconfortamente non superata, col ri­ dursi ininterotto dei redditi, senza speranza di rapida ; ripresa.

I contribuenti inglesi si lagnano con spiegabile j vivacità di alcune disposizioni, mal sopportate an- j che in Italia.

1 /accertamento del reddito sulla media delle somme guadagnate nel triennio precedente poteva || fornire una base corretta ed equa finché il divario

ij

tra anno ed anno non saliva a proporzioni troppo I rilevanti; ora invece col comprendere il periodo dal­ l’aprile 1918 al marzo 1921 abbraccia due anni di jj massima intensità di affari a prezzi crescenti, ed uno solo con le prime diminuzioni ; e lievissime anche queste in confronto alla ben pili energica pressione esercitata dall’ ininterrotto diminuire dei prezzi per merci’ e servizi che si è andato presen- j

tando nel resto del 1921. — Perchè non avvicinare : alla realtà l’accertamento delle somme imponibili, j tassando il reddito guadagnato nell’ anno prece- j dente? Se questa riforma può imporre maggior lavoro,, ! col fornire miglior garanzia ai contribuenti nei pe- ! riodi di rapide trasformazioni, ne eccita meno il : desiderio ad occultare parte della verità agli agenti ! del fisco.

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98 L’ECONOMISTA

nell’accertamento delle imposte sul reddito; gradual­ mente questo loro diritto è stato ridotto, trasferen­ dolo agli uffici di Stato, cosi venendoli a mettere in posizione-predominante, arme ti di regolamenti e statistiche ed analogie, mentre chi paga è isolato e privo di conoscenze tecniche adeguate.

Appena le condizioni lo permettouo. domandano inoltre una riduzione nelle ^aliquote, che ora vanno dal 18 al 30% per la income tax, e dai redditi più elevati portano via un altro 30% con la supértax. Nè si esauriscono cosi le sofferenze di 'chi paga i tributi, perchè in aggiunta viene il corteo di tutti gli altri sui consumi e sui trasferimenti. Ma a for­ nire largo gettito, forse meno difficilmente si arri­ verebbe, quando con aliquote miti si lasciasse ripren­ dere il massimo slancio alla produzione: perchè allora si formerebbe più abbondante la materia im­ ponibile, con un automatico incremento di entrate per lo Stato. La diminunzione immediata, d’altra parte, potrebbe trovar compenso nella riduzione delle spese: applicandole' sul serio si potrebbe di­ sporre di un 60 milioni di Lire sterline, cioè più di un settimo di quanto non devono ora le impo­ ste sul reddito.

# . * * *

In Italia lo stesso problema incomincia a farsi sentire ed ancor meglio se ne noterà la pressione* quando si proceda ai nuovi accertamenti. Perchè le agenzie delle imposte si trovano nella necessità

j

di accertare i redditi in modo meno lontano dal [[.vero, e di ridurre lo scandalo delle evasioni, nu­ li merosissime ed in molti casi assai dannose all’e- [ rario : però come sperare esse giungano a scoprire ; la verità, e che migliori la inorale dei contribuenti, ’ finché le aliquote si .aggirano ad altezze pazzesche? Come credere che i tassati rinuncino a prodigare [ sforzi erculei, ricorrendo agli espedienti più vari,

pur di celare i loro guadagni ?

Si sconta a duro prezzo il guaio di aver lasciato ! correre in passato; ma intanto tutta la mentalità [ pubblica ne è guasta, affetta da storture mal cor­

reggibili. Si è perduta l’occasione propizia che la guerra offriva, ed ora il problema ha moltiplicato le sue incognite. Le aliquote, già troppo alte anche • prima e tollerate solo perchè con l’evasione se ne attenuava od annullava l ’asprezza, avrebbero po­ tuto perdere il loro carattere iniquo, appunto nella contingenza del fabbisogno straordinario che la di- ; fesa nazionale imponeva,

Dal 1914 in poi, in quell’atmosfera di sacrificio, i contribuenti avrebbero saputo acconciarsi a veder aumentare gli accertamenti, anche perchè intanto ' sarebbero scomparse le sperequazioni che favori­ scono i più abili nella frode fiscale. Il lavoro pa- !■ ziente e minuto di revisione metodica ed oculata [ era atto a-fornire entrate, enormi : in media tripli­

cando gli accertaménti per cancellare buona' parte j delle evasioni ; e per tener dietro al gonfiare dei 1 guadagni con lo svilirsi della moneta, facendo cre- ! scere un’altra volta gli imponibili via via che i i redditi andavano riaggiustandosi alla contratta ca- j pacità d’ acquisto della carta circolante : tutto questo senza aumentare le aliquote di un cente- j¡ simo, senza introdurre nomi nuovi per colpire cou- 1 tinuamente lo stesso oggetto : il reddito.

Invece il quadro che ci presentano gli anni dal ! 1914 in poi a questo riguardo è ben differente nelle ' sue linee.

j; La revisione degli accertamenti è rimasta un ¡I sogno vano, e non si è saputo tener dietro nem- | jj meno alla nuova distribuzione dei redditi ed alle ji loro variazioni, per la gran maggioranza dei. con- j! tribuenti, neirammontare in moneta. Si sono invece I inseguiti veloci gli aumenti di aliquota e le sovrap- ;; posizioni di imposte nuove, non meno sperequate !! delle antiche. Ed ora che le agenzie debbono prov- !j vedere alla correzione, degli accertamenti, vedono I spezzarsi nelle loro mani lo strumento più perfetto

2-9 aprile 1922 — N. 2500-2501

che è loro dato con le imposte riformate e corrette: il peso ne diventerebbe troppo acerbo, applicandole con la necessaria severità.

Ecco nascere un compito degno di una lega di contribuenti italiani. Tra pochi mesi le agenzie dovranno provvedere agli accertamenti in base alle disposizioni dell’imposta normale sui redditi, che unifica e corrègge le vecchie sui terreni fabbricati e ricchezza mobiliare. Le norme ne sono più sapien- tamente disposte ed organizzate, ma le aliquote rimangono tittt’altro che lievi. Se ne interessino in tempo i contribuenti, e dicano la loro preferenza chiara: le aliquote debbono essere ridotte per poterle applicare in pieno ad accertamenti completi ed esatti, per poter perseguire — con accanimento e senza indulgenze colpevoli —- la frode fiscale. E ’ tempo di parlare chiaro e forte contro la subdola demagogia delle alte aliquote inapplicabili ai più e che rimangono lettera morta : bisogna affrontare l’ impopolarità e ridere della facile accusa di « d i ­ fendere i ricchi ». E ’ troppo dannoso lasciar correre sulla, carta le percentuali di imposta superiori ad un quinto del reddito.

Non è il caso di sollevare ora il dubbio teorico, se le imposte oppressive.influiscano dumosamente sulla produzione contraendola; qualunque sia la ri­ sposta che si crede utile darvi, in questo momento in Italia va tenuto presente il problema prelimi­ nare. Le alte aliquote debbono essere ridotte non in quanto riescono distruttrici per la vita econo­ mica, ma perché bloccano la via agli accertamenti' corretti, e mantengono infinite sperequazioni. Sono alte solo in apparenza : ma urge portarle ad essere quello che appaiono. Ne dipende l ’efevarsi della

« coscienza fiscale » dei contribuenti italiani. Vincenzo Po r r i.

Assegni circolari e biglietti di banca

La situazione. degli economisti in tempo di crisi è sempre alquanto penosa. 11 pubblico, gli uomini d ’af­ farti i politici, che in momenti di prosperità ne sde­ gnano gli ammonimenti, frutto di esperienze storiche secolari, esigono da essi, allorché la crisi prevista avviene, ricette miracolose che soltanto Iddio potreb­ be suggerire.

Così avviene oggi per gli assegni circolari dei quali tre anni-or sono gli economisti, per non gonfiare la circolazione cartacea e risparmiare ai portatori, nel Caso in cui la sfiducia cogliesse le banche emittenti, dolorose sorprése sconsigliarono l'uso e il riconosci­ mento'legale, punto accompagnato da adeguate gua­ rentigie.

Infatti, allorché le banche ordinarie, ner rifarsi del divieto di rilasciare vaglia cambiari gratuiti, riservati agli istituti di emissione,-cominciarono ad emetterli e lo Stato si affrettò, con il decreto del 28 settembre 1919 a sancirne le norme, gli economisti in -coro gri­ darono che non si trattava di vaglia cambiari ma di veri e propri biglietti di banca a corso fiduciario, che avrebbero creato, accanto alla circolazione dei bi­ glietti a1 corso legale dei tre istituti di emissione una

seconda circolazione, pari-- al quintuplo- del denaro

su cui l ’assegno era tratto, oltremodo dannosa per ì portatori degli asségni circolari —- esposti, in caso di fallimento delle banche ordinarie emittenti, a perdere i loro capitali — a per la nazione interessata, per arrestare l ’ascesa dei prezzi e il rincaro della vita a diminuire la circolazione cartacea.

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2-9 aprile 1922 ' - N. 2500-2501 L’ ECONOMISTA

rimanere in circolazione anche cinque anni, vinco­ lando, a titolo cauzionale, lire duecento e spendendo ancora le ottocento residue. Da ciò una circolazione di 1.800 lire, creata legalmente da una qualsiasi ban­ ca privata su un deposito di mille lire e con una cau­ zione di duecento lire.

Ma la cosa era più grave allorquando all’origine del­ l ’assegno circolare non eravi un deposito vero e pro­ prio sebbene una apertura di credito fatta contro de­ posito in conto corrente di titoli industriali- La coper­ tura integrale degli assegni circolari, stillati senza accenno alcuno al previo versamento dii somme, di­ ventava, allorché i titoli industriali perdevano gran parte del loro valore, addirittura illusoria.

Valga ancora l ’esempio. Una società ialnonima vien formata col solito deposito rimborsabile del terzo del capitale nominale. Con mille lire avremo dunque, sempre secondo legge, l ’autorizzazione ad emettere azioni per tremila, e ad aumentare il capitale a die- j cimila. Se su di queste la Banca ordinaria non antici- j pera, prudenzialmente, che cinquemila lire, queste,

¡1 depositate a conto corrente, potranno dare pe'rò as­ segni circolari per novemilài lire. Il giorno in cui tali

assegni dovessero essere -portati tutti all’incasso risa­ lendo all’origine della loro creazione, troveremo mil­ le lire vincolate a cauzione nella bancas, e diecimila lire di azioni dii un’impresa industriale che dovrebbe essere veramente troppo- prospera per potere rimbor­ sare metà del suo capitale. Che sorte avranno allora gli assegni?

Ma anche allorquando la loro sorte è sicura abbia­ mo sempre, come scrisse teste uno dei nostri più bril­ lanti pubblicisti, Paolo Scarfoglio, una moltiplicazione del denaro in circolazione che ricorda la moltiplica­ zione del pane e dei pesci. Da ciò la necessità di e- vitarla e soipratutto di garantirla con più accorti prov­ vedimenti. Ma il pericolo, poiché le banche godeva­ no la piena fiducia del pubblico e gli assegni circola­ vano senza posa, non fu

avvertito-Simile assimilazione degli assegni circolari ai bi­ glietti di banca! parve ai giuristi addirittura parados­ sale, sebbene bastasse leggerne la dicitura, in cui la Banca figura quale traente e quale trattaria, per a- veme la prova. Non fu ritenuta paradossale, però, dal più eminente dei trattatisti di Diritto Commerciale italiani, dal prof. Leone Boiaffio il quale non esitò a scrivere che « mediante l ’assegno circolare se non Sì era arrivati, si era però molto vcini alla mèta della

libera emissione dei biglietti di banca garantiti per

un quinto da titoli di Stato » quale era consentito, prima della riforma del 1912 alle banche razionali americane.

Infatti, che mai può essere un titolo di credito rila­ sciato anche senza averne ricevuto l’importo e in ogni caso senza interessi su questo, pagabile a vista, in­ fruttifero, che la Banca, con l ’autorizzazione del Go­ verno e il depoito di una riserva di garanzia in titoli di Stato presso gli Istituti di Emissione, può emet­ tere per una somma rotonda già preventivamente stampata ; pagabile^ in moneta ed anche al portatore se non un véro e proprio biglietto di banca? Chi mai p-uò ritrovare nell’assegno circolare usate dalle nostre banche, i caratteri della cambiale o dell assegno ban­ cario (check)?

Le conseguenze per i portatori degli assegni, in con­ fronto ai portatori degli altri titoli di credito, che non servono al pari di essi e dei vaglia postali alla nuda tra- smissionedel denaro, maalleoperazioni bancariesono . evidenti. Se l ’assegno circolare non è sostanzialmen­

te che un biglietto di banca ne deriva1 che i portatori degli assegni hanno gli stessi diritti e privilegi dei portatori dei biglietti di banca*.

Secondo le leggi sugli Istituti di Emissione i por­ tatori di biglietti hanno :

l.o un diritto esclusivo sulle riserve metalliche e sui titoli pubblici rilasciati ai tre istituti dallo Stato

99

a garanzia di anticipazioni straordinarie fatte al Teso­ ro o per conto di esso a terzi ;

2,o un diritto di prelazione sulle specie d ’oro di proprietà degli Istituti, sui Buoni del Tesoro, sulle cambiali sull'estero non incluse nella riserva1, sui cre­ diti per anticipazioni su titoli e valori e sull’intero portafoglio interno.

Egualmente dovrebbe essere per i portatori dlegli assegni circolari che si confondono con la moneta cartacea

bancaria-I! pagamento degli assegni dovrebbe essere inte­ grale e avere ila precedenza sulle liquidazioni di Bor- saj. sui depositi, sui « chéques » e sui conti correnti. La Banca che si rifiuta di pagare gli assegni circolari da essa emessi dovrebbe in altre parole risponderne non già penalmente per appropriazione indebita poiché il denaro non è merce, ma, con la riserva- e con- tuttte le attività con le quali le /banche di emissione rispon­ dono dei biglietti. La cessione privilegiata del fondo di garanzia del venti per cento del loro ammontare trimestrale, accantonato presso gli Istituti di emis­ sione, non basta da sola poiché il corso legale dei bi­ glietti equivale in fatto e in condizioni normali, al i

corso libero degli assegni circolari. Chi non volesse conservare un biglietto dii banca può sempre ottenerne dagfi Istituti di emissione il baratto in biglietti di Sta­ to, i soli a corso forzoso. Solo la fiducia dei portatori mantiene in circolazione biglietti e assegni.

Così, dalTaspetto giuridico, pensano gli economi­ sti, che non appena sanzionata, con il famoso decreto del 26 settembre 1919, la doppia circolazione, una in valuta e l ’altra in assegni su valuta, affacciarono il caso della insolvenza degli istituti privati emittenti.

La conclusione, che sola può salvare il prestigio degli assegni circolari; non sarà, certo, accolta.

Nessuna meraviglia.

Se pochi ascoltano gli economisti allorquando di­ scorrono di economia, come pretendere possano essere ascoltati allorché scrivono di diritto?

• Federico Flora

NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE

1 risultati dei raccolti del 1921

L ’ Istituto Internazionale d ’Agricoltura com unica le seguenti notizie sui raccolti del 1921 :

Posteriormente alla pubblicazione del Bollettino di Statisti­ ca di novem bre, l ’ Istituto Internazionale d ’Agricoltura ha ri cevuto le seguenti notizie sui raccolti del 1921 :

E g itto . Riso. — La produzione di risone nel 1921 è stata I di 3.320,05 migliaia di quintali, in confronto a 2.069,8 nel | 1920 e a 3.238,9 in media nel cinquennio 1915-1919, ossia rispettivamente il 160,4 per cento di queste due ultime pro-

\ duzioni. Nella cifra per il 1921 non è com presa la cultura ! Nili, che nel quadriennio 1917-20 ocupava circa P i i per | cento delia superficie totale.

India Britannica. — il riso nel Bengala occidentale ha

sofferto la siccità in gran parte del Decan Orientale. Lo stato di coltura era generalmente discreto nella Presidenza di Bombay il 28 novem bre scorso, mentre era soddisfacente nel Punjab. ìi raccolto del riso è quasi finito nelle Provincie

I

centrali, dove la produzione è riportata com e buona.

Gran Bretagna e Irlanda Inghilterra e Galles. — Le patate

| furono piantate in tempo normale e in condizioni propizie | ma in alcune contrade le piantine soffrirono per le gelate, in I seguito la siccità prolungata arrestò la vegetazione ; riducen­

dosi così d ’assai la produzione nei terreni leggeri. Il raccolto totale in Inghilterra e Galles si stima di 30.054,7 migliaia di quintali nel 1921, contro 32.015,6 nel 1920 e il 94,5 per cento di queste due produzioni.

Francia. — La produzione del vino nei quattro dipartimenti

meridionali della Francia : Audet, Garr, Hèrauit e Pirenei Orientali risulta di 23.981,5 nel 1920.

La produzione media dei cinque anni precedenti, sempre per i soli quattro menzionati dipartimenti è di" 17.943,8 m i­ gliaia di ettolitri. Percentuali delle produzioni del 1921, 93,0 per cento rispetto alla produzione 1920, 133,6 per cento ri­ spetto alla produzione media quinquennale,

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100 L’ECONOMISTA

olive. La produzione delle olive nel 1921 si stim a'd i 10.000 migliaia di quintali, in confronto a 12.200,0 nel 1920 e a 12.012,2 in media nel quinquennio 1915-1919 ossia rispetti­ vamente l’82 per cento e 1 ’83,2 per cento di queste due pro­ duzioni ultime.

La produzione di olio nel 1921 si stima di 1.700,0 migliaia di quintali, in confronto a 1.710,0 nel 1920 e a 1.751,8 in media nel quinquennio 1915-1919, ossia rispettivamente il 99,4 per cento e il 97,0 per cento di queste due ultime pro­ duzioni.

Francia. — Nel 1921 sono stati messi in incubazione

13.538 ettogr. di bachi da seta contro 18.308 ettogr. d ell’ an­ no scorso, e 14,816 media dei cinque anni precedenti-: 173.9 percento rispetto al 1920; 91,4 per cento rispetto alla media.

La produzione in bozzoli, si calcola di 2.524,149 kg. contro kg. 3.230,631 d ell’anno scorso, e kg. 2.491,023, media dei cinque anni precedenti. Percentuali della produzione del 1921, 78.1 per oento rispetto alla produzione media quinquennale.

Giappone. — La quantità di sem i bachi d ’autunno messa

in incubazione nel 1921 è stata di 468,4 migliaia d ’ettogram­ mi, con 463,3 nel 1920 et 470,3 in media nel quinquennio

1915-1919, vale a dire il 101,1 per cento il 99,6 per cento di queste due quantità.

La produzione di bozzoli d ’autunno è stata quest’anno di 92.649.1 migliaia di chilogram m i, contro 92.908,0 nel 1920 e 85.609,2 in media nel quinquennio 1915-1919, cioè il 99,7 per cento e il 108,2 per cento di queste due produzioni.

Aggiungendo questi dati a quelli dei bozzoli di primavera e d ’estate si hanno le seguenti cifre com plessive : la quan­ tità di sem e m esso in incubazione è stata di 1.018,3 migliaia di ettogrammi nel 1921; 1.060,5 nel 1920 e 1.097,9 media del quinquennio 1915-1919; percentuali 98,0 per cento e 100,9 per cento.

Nigeria. — Il cotone A llen s’ Long Staple dopo le piogge

copiose precedenti trovavasi in ottime condizioni ai primi di novem bre. In novem bre si riteneva ch e se la pioggia fosse caduta durante il mese in quantità media, si poteva sperare in un raccolto più abbondante ch e nel 1920.

La produzione di cotone sgranellato è stata per tutte le va­ rietà di 29,4 migliaia di quintali nel 1920 e di 22,9 in media nel quinquennio 1915-1919.

L ’ U fficio di Statistica d e ll’ Istituto Internazionale d ’A gn - coltura ha sinora ricevuto le seguenti informazioni circa lo stato delle sem ine dei cereali verso la fine di novem bre.

Germania. ■— Le piògge cadute dalla metà di ottobre alla metà di novem bre non sono state sufficienti a migliorare notevolm ente lo stato del suolo. Le sem ine dei cereali d ’in­ verno, e specialmente quelle del frumento, hanno subito un ritardo. Esse non erano ancora ultimate, verso la metà del mese scorso, in quei terreni dove il frumento viene seminato dopo il raccolto della barbabietola, non essendo questo ancora terminato. La segale e l ’orzo d ’inverno sono in vece già seminati.

Si può ritenere che complessivamente la coltura dei cereali d’inverno non è diminuita in estensione in confronto del- l’anno. scorso. Lo stato di coltura dopo le ultime piogge si ritiene migliore che non alla metà d’ottobre, quantunque i topi campagnoli abbiano cagionato danni sensibili. Secondo il 48 per ceto dei corrispondenti esso varia da buono a ot­ timo, e secondo il 41 per cento si ritiene soddisfacente.

Francia (Alsazia Lorena). — I lavori per le sem ine di

autunno si sono effettuati in buone, condizioni. L e semine precoci, in special modo l ’orzo e la segale, hanno una ger­ minazione regolare. L e sem ine tardive, al contrario, special- mente il frumento, hanno avuto una germinazione lenta ed irregolare causata dalla siccità, persistente. In alcune zone le gelate della seconda settimana di novem bre hanno danneg­ giata la vegetazione. Danni parziali, inoltre, sono stati ca­ gionati da numerosi topi campagnuoli.

x Belgio. — Le semine dei cereali di autunno si sono effet­ tuate in condizioni poco favorevoli con terreni, generalmente troppo secchi. Le sem ine tardive di frumento di inverno sono ora ostacolate dalle gelate che rendono difficile la raccolta delle barbabietole da zucchero, a cui dovrebbe succedere il cereale. Per tutti i cereali d ’ autunno la germinazione si è verificata in m odo irregolare per caùsa dello stato troppo asciutto del suolo ; dopo il 20 novem bre si sono avute delle gelate per cui si teme abbiano sofferto le giovani piante svi­ luppatesi in seguito alle poche pioggie avutesi verso il 10 ; del mese.

Bulgaria. — Le semine dei cereali d ’ autunno, si son o e f - * 1

fettuate in condizioni buone : la germinazione è stata rego- j

lare e le condizioni del suolo e quelle m eteorologiche al

1. dicembre corr.erano favorevoli.

Finlandia. — Le semine dei cereali d ’autunno si sono e f­

fettuate in condizioni m e d ie; la germinazione è stata re­ golare, ma in alcune località si sono avute pioggie eccessive.

Gran Bretagna e Irlanda (Irlanda). — Durante il novem bre

2-9 aprile 1922 — N. 2500-2501

si praticarono pochissime sem ine di frumento e di avena d ’in­ verno, essendosi nella maggior parte già seminati questi c e ­ reali durante il tempo asciutto e dolce del settembre e ot­ tobre. I 1 frumento, favorito dal tempo dolce germinò bene e rapidamente ; in alcuni paesi si sviluppò in sette o otto giorni. ;Le giovani piante sono robuste e sane e più sviluppate ch e d ’ordinario al principio di dicembre.

Il tempo durante il novem bre è stato generalmente dolce, ad eccezion e di alcune gelate nella prima settimana del mese.

Ungheria. — Il tempo mite e umido è stato assai propizio

ai lavori agricoli. V erso la metà di novem bre le semine, che erano già in ritardo, sono state ultimate. Favoriti dall’umi­ dità del suolo i cereali germogliavano regolarmente, quan­ tunque le piantine fossero un pò deboli.

Italia. — Le semine si sono effettuate in buone condizioni.

La germinazione è regolare nell'Italia Centrale e M eridionale; è per le mancanza di pioggie. NellTtalia Settentrionale si la­ menta una eccessiva siccità che danneggia le sem ine di autunno.

Lettonia. — Le sem ine dei cereali d ’ autunno si sono effet­

tuate in condizioni medie. L e condizioni metereologiche e quelle del terreno sono state molto favorevoli per la germi­ nazione dei cereali, la quale è avvenuta in m odo regolare.

Siati Uniti. — La siccità prolungata ha ritardato la fine

delle semine di frumento d ’ autunno negli stati meridionali e la germinazione delle sem ine già effettuate. Lo stato delle sem ine al 1. dicembre era abbatsanza buono nelle altre parti de! paese.

RIVISTA BIBLIOGRAFICA

D E M A U R I L . - “ R e g u la e Juris „ — R a c c o lta 3 0 0 0 r e ­

g o le d el d ir itto eseg u ila su i m ig lio ri T esti, con l’ in d i­ ca zion e d elle F o n ti, S ch iarim en ti, C a p itoli R ia ssu n tiv i, e la V ersio n e ita lia n a rip ro d o tta dai p iù celeb ri Com­ m e n ta to r i.,• eo lie lo ro stesse p a r o le .

VII* E d izio n e d e llo “ S tu d io d i C onsulti e P e r iz i e p e r

L i b r i e < ose d ’A r te „ V ia B erga m in i N. 1, M ila n o —

P r e z z o L . 1 0, in vio f r a n c o .

E ’ un’ o p e r a m o lto ra ccom a n d a b ile, p e rch è utile e pra­ tica p e r gli A v v o c a ti p a tro cin a n ti, n on s o lo , ma anche p e r g li S tu d en ti U n iv ersita ri c o m e fa c ile “ r ip e tito r io ,, p e r g li E sam i, risp a rm ia n d o lo r o l’a cq u is to di o p e r e di a lto c o s t o . E sarà pu re gra d ita a m olti Privati c o m e d o lc e r ic o r d o di studi g io v a n ili e di tem pi in cui v e ra ­ m en te si studiava.

Gini C. — problemi sociologici de ila guerra. — Zanichelli, Bologna 1921, un voi. in 8° di pagg. 390, L. 32.

11 prof. Gini ha raccolto in questo volume alcuni saggi pubblicati durante la guerra in riviste e in atti di Congressi o di Commissioni concernenti questioni varie di statistica, eugenica, economia e sociolo­ gia, che dalla guerra trasseso origine.

A qualcuno di essi lo spunto fu ofierto da contingenze politiche, ma in nessuno, come esattamente osserva l’A . nella prefazione, l’in­ teresse politico delle questioni valsi ad oscurare la serenità scientifica dell’ indagine.

I primi tre capitoli vertono sui fattori latenti sulle cause apparenti e sulle teorie intorno alle cause delle guerre e costituiscono un ampio studio intorno al problema posto dell’A . Il primo ha prevelentemente carattere ricastruttivo perchè vien messo in nuova luce il predominio del fattore demografico nelle guerre ; il secondo ha carattere critico perchè è dedicato ad nna stringente analisi di una teoria affacciata dal Novicow e sviluppata più tardi con maggior fortuna editoriale e consenso di critica e di pubblico da Norman Angeli nella sua nota opera — The great Illusion — apparsa — essa che tendeva a dimo­ strare rinutilita e il danno economico della guerra per il popolo vin­ citore — quando il luccichio delie spade era sul punto di balenare nel fosco cielo diplomatico e militare Europeo, quasi a solenne smen­ tita di tutta ia costruzione teorica dello scrittore e deH’ottimismo di cui la stessa era materiata.

L’analisi fatta dal G. dei principali argomenti addotti dal Norman Augell è, nella sua brevità, esauriente perchè nessuno fra i più inte­ ressanti di essi è rimasto senza adeguata computazione.

Completa lo studio dell’argomento il terzo saggio che ha carattere espositivo e critico a un tempo, in esso sono richiamate e criticate le varie teorie cne autori di nazionalità diverse hanno affacciato sul problema immanente della guerra.

-Seguono due saggi a carattere metodoligico (sull’aumento di morta­

lità determinato dalia guerra) e più precisamente dedicato a stabilire

quale sarà il criterio per decidere se la mortalità è aumentata per effetto della guerra più fortemente nelle età senili che in quelle del­ l’infanzia e delle intermedie, e sulla mortalità injantile durante la

guerra, intesa a correggere, opinioni, impressioni e apprezzamenti non

esatti sull’entità del fenomeno.

Indagini notevoli e nuove hanno svolgimento nelle memorie « La

coscrizione miniare dal punto di vista eugenico e sull’influenza di al­ cuni fattori sopra il fabbisogno alimentare dell’uomo medio », ma di

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poli-2-9 aprili 1922 — N. 2500-2501 L’ ECONOMISTA 101

ti*o su argomenti di indubbio interesse, come quelli sul costo della guerra, sul presumibile ammontare dei danni prodotti da questa, suH’importo dell’indennità ehe l’ Italia avrebbe diritto a pretendere dai popoli vinti.

Contiene anche un articolo polemico originato da alcune obbiezioni mosse dal prof. Iannaccone al metodo seguito dal O. nella valuta­ zione della ricchezza nazionale, e infine una lucida conferenza sulla ricchezza dell’Italia nella quale vengono presi in esame i rilievi critici più comunemente rivoli alla scienza statistica suirargomento relativo alla ricchezza del nostro Paese. Anselmo Bernardino.

FINANZE DI STATO

I — -—--- ---Il gettito delie imposte dirette

L.r imposte dirette sui redditi, quelle cioè che portano il maggior contributo alle entrate dello Stato, hanno reso nei primi sette mesi deiresercizio finanziario in corso (1921-22) un introito di L. 2.405.497.564, davanti ad una previsione, per l ’intiero anno, di L. 2.794.500.000; mentre I nello stesso periodo d e ll’esercizio precedente ,(1920-21) j avevano dato L. 1.684.638.837.

|| L ’incremento è perciò di quasi 721 milioni e va notato |! che, a fine di esercizio, sarà superata certamente la pre- | visione, co n s id e r a n d o che questo cespite, avendo reso 2,4 ■ miliardi nei primi sette'm esi, non potià negli altri cinque !| non superare i 400 m ilion i,, che mancano oggi per coprire

la cifra prevista.

I II maggior con corso a questo aumento è dato dalla im­

posta sui sopraprofitti di guerra', che è passata da milioni

654 a 717, con un maggiore introito di 63 milioni. Tale im ­ posta, ch e nel 1920-21 ha reso 1.459 milioni, dovrebbe dare quest’anno, secondo le previsioni, un gettito di 650 milioni. Com e si vede nei primi sette mesi dell’esercizio essa ha | superato di 67 milioni la previsione d ell’intero esercizio. Altro importante incremento è dato dall’ imposta sui red- || diti di r ic c h e z z a m obile che, da 400,9 milioni è passata a II 657,4 milioni, con un maggiore gettito di quasi 256,5 milioni,

avvicinandosi co s ì alla previsione totale di 720 milioni.

L'imposta straordinaria sul patrimonio, che nel 1920-21

ha reso 482,5 milioni e nel 1921-22 dovrebbe dare 600 m i­ lioni, ha portato un contributo di 347 milioni, con un au­ mento di 241 milioni sul gettito dei primi sette mesi del­ l ’esercizio precedente (oltre 106 milioni).

L ’imposta sugli aumenti di patrimonio, per la quale è

prevista una entrata di 300 milioni (contro 555 nel 1920-21 ha raggiunto quasi la previsione (281,2 milioni) superando di 38,6 milioni il risultato dello stesso periodo del pre­ cedente esercizio (242,5 m ilioni).

L'imposta com plem entare sui redditi, in aumento di 44

milioni, ha reso 88,7 m iiloni, ossia circa 100 mila lire in più che nell'intero esercizio 1920-21.

Altri concorsi importanti, sebbene di minore entità, hanno dato alle accresciute entrate dello Stato : il contributo a fa- | v ore dei mutilati, per 36 milioni : il contributo del cen te­

simo di guerra, di 19 milioni e l ’imposta sui dividendi,

la quale da 7,3 milioni nei primi sette mesi del 1920-21 è ! salita a 21,8 milioni nel corrispondente periodo del 1921-22, I con un incremento di 14,5 milioni.

Solo il contributo sui terreni bonificati e ¡imposta sulle riserve di caccia hanno dato un minore iptroito di L. 118.392.

II gettito delle tasse di bollo

Le tasse di bollo e quelle su lle concessioni governative che n ell'esercizio 1920-21 hanno dato all’ Erario la somma di 1.141 milioni, dovrebbero, secondo il bilancio di previ­ sione, rendere n ell’anno in corso 1.574,5 milioni. Intanto nei primi sette mesi d ell’esercizio 1921-22, il gettito è stato di 926,3 milioni, superando di 190,3 milioni quello dello stesso periodo del 1920-21 (736,9 -■milioni).

Veenndo a canalizzare i diversi cespiti d ell’ entrata si ri­ leva che ii maggiore contributo è recato dalle tasse di circolazione sui biglietti degli Istituti di Em issione, le quali sono passate, per il periodo considerato da 228 a 273 milioni, con una differenza in più di 45 milioni. ' Seguono n ell’ordine le tasse di bollo sugli atti civili, giudiziari e com m erciali per 163 milioni, le quali sono però in diminuzione di 37 milioni rispetto a! 1920-21, la tassa dì bollo sul lusso e sugli scam bi, passata da 141 mila lire ad oltre 120,7 milioni, con un increm ento di oltre 120 m i­ lioni : le tasse in surrogazione del registro e. del bollo (84 milioni) ed altre numerose di minore entità.

Riassumendo, va notato che sono in aumento tutti i cespiti di entrata, tranne i seguenti : tasse di bollo sugli atti civili, e c c ., sui bigiletti e tessere delle tramvie, sulla vendita di oggetti preziosi, sulel profum erie e specialità medicinali e sui vini e acqpe minerali in bottiglia.

Le imposte indirette sai consumi

Le imposte indirette sui consumi, per le quali è previsto, per l ’esercizio in corso un gettito di 1.803 milioni (contro

1.608 milioni resi nel 1920-21) hanno dato nei primi sette mesi deU'esercizio 1921-22, un minore introito di 22,8 mi­ lioni, essendo passate da 1.026,6, nel periodo luglio 1920- gennaio 1921 a 1.038,8 milioni in quello corrispondente dell anno decorso.

A formare questa differenza in meno con corron o l ’ im­ posta sul vino, il ricavo dalla vendita dello Z ucch ero di Stato e della saccarina e le imposte di fabbricazione. Tutti gli altri cespiti sono in aumento, ma non sono sufficienti a coprire il minore gettito dei tre suddetti.

Quanto all’ imposta sul vino, va notato ch e, mentre nei primi sette' mesi del 1920-21 essa diede oltre 263 milioni, è n ell’intero esercizio 1920-21, 311 m ilion i; n e ll’anno 1921-

22, davanti ad una previsione di m ezzo miliardo, tale imposta non ha reso che 141,7 milioni. C iò è dovuto alla riduzione della aliquota dell’ imposta sul vino, votata dalla Cantera nella estate scorsa.

■ La vendita dello zucchero di Stato e della saccarina (pre­ vista in 75 milioni per l ’ intero esercizio), ha reso, pel pe­ riodo considerato, solo 3,6 milioni, contro 40,2 milioni nel­ lo stesso periodo del 1920-21. La diminuzione di 36,6 milioni va attribuita alla esistenza di maggiori quantitativi di zuc­ chero naturale e alla libertà di com m ercio di questo prodotto, ch e viene co s ì assorbito dal consum o con preferenza sullo zucchero di Stato. Le imposte di fabbricazione sono infine in diminuzione di lire 894.763.

Tra i maggiori introiti verificatisi nei vari cespiti di e n ­ trata vanno notati : i diritti doganali e marittimi (escluso il grano, per il quale vige esenzione doganale) in aumento di 103 m ilion i; la tassa sulla vendita degli oli minerali impor­ tati — dalia quale il governo si ripromette un gettito di 14 milioni (contro 28 nel 1920-21) — pure in aumento di 30,5 milioni e superiore di 26 milioni alla previsione totale : ed i

.rizi-consumo delle città di Roma, Napoli e Palermo. I buoni del Tesoro esteri depositati a Londra

Mr. Hilton Young (Segretario Finanziario del Tesoro Bri­ tannico) in una risposta scritta a Mr. Vise dichiara ch e l ’am­ montare com plessivo di buoni del Tesoro depositati presso il G overno Britannico dalle varie potenze europee risulta at­ tualmente d; lire sterline 1,703,336,302 e presenta un au­ mento di Lst. 327.070,302 in confronto alla cifra corrispon­ dente che si aveva a ll’epoca d ell’armistizio.

li dettaglio a seconda dai vari paesi d ’ Europa risulta com e segue :

Russia epoca dell'arm istizio Lst. 567 milioni 892,000 —- Attualmente ls t . 567 milioni 892.000.

Italia epoca d e il’armistizio 355.050.000 — Attualmente Lst. 502 074.952 — Aumento Lst. 147.024,952.

Belgio (ricostr.) epoca d ell’armistizio — Attualmente 9 milioni — Aumento lire sterline 9 milioni.

Belgio (C ongo) epoca dell’armistizio lire sterline 2,451.000 jj —■ Attualmente 3 milioni 550.000 — Aumento 1,090.000.

Rumatila epoca d ell’armistizio lire sterline 15,710.000 — Attualmente 22,112,500 — Aumento Lst. 6,402.500.

Grecia epoca d ell’armistizio Lst. 500 milla Attualmente 7,710,356 — Aumento 7,210.350.

Portogallo epoca d ell’ armistizio Lst. 8 milioni 992.000 — Attualmente 18,472.000 — Aumento 9,480.000.

, Totale all’ epoca dell’ armistizio lire Sterline 1.376.266.000 j — Attualmente lire sterline L703,336,302 — Aumento lire i starine 327.070,302.

Eccezion fatta per il Belgio (Credito e Ricostruzione), agli interessi scadenti dopo l ’Armistizio è stato fatto fronte m e- ‘ diante gii ulteriori depositi di buoni del Tesoro.

S ocietà Italiana per le Strade Ferrate M eridionali

SOCIETÀ’ ANONIMA SEDENTE IN FIRENZE Capitale L. 320 milioni dei quali versati 248 milioni

Si porta, a notizia dei Signori Azionisti che, a forma dell’art. 19 dello Statuto Sociale, essi sono convocati per il giorno 20 aprile prossimo, alle ore 15, a Firenze, nel palazzo della Società (già Gherardesca) in Borgo Pinti n. 95, in Assemblea generalè ordinaria e straordinaria, col seguente

ORDINE DEL GIORNO Parte ordinaria

x. Relazione del Consiglio di Amministra­ zione ;

2. Relazione dei Sindaci ;

3. Bilancio dell’anno 1921 e deliberazioni re- ■ lative ;

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¡! 102 L’ ECONOMISTA 2-9 aprile 1922 — N. 2500-2501

N O T IZIE VARIE

determinazione del compenso a questi ultimi.

I P a r te stra o rd in a ria

1. Approvazione della transazione 13 Feb­ braio 1922 colla Società Generale per lo Sviluppo delle Industrie Minerarie e Me­ tallurgiche per l’annullamento della emis­ sione delle 160 mila azioni di nuovo ca­ pitale delle Meridionali assunte da detta Società Generale, con incameramento di parte del versato ;

2. Riduzione del capitale per 80 milioni, al seguito dell’annullamento di detta emis­ sione, e soppressione dell’ulteriore au­ mento fino a 160 milioni previsto dal- l’art. 5 degli Statuti sociali ;

3. Modificazione del detto art. 5, nonché degli art. 48 e 49 dei detti Statuti, e soppres­ sione delle Disposizioni transitorie. | Il deposito delle àzioni ovvero cartelle di godi- : mento, prescritto dall’art. 16 dello Statuto, dovrà essere fatto dal giorno 29 Marzo al giorno io a- prile 1922 incluso :

presso la Sede della Società in FIRENZE ; presso la Banca Zaccaria Pisa in MILANO ; presso la Cassa Generale in GENOVA ;

presso la Banca d’ Italia nelle Sedi e Succursali di : ALESSANDRIA — ANCONA — BERGAMO BOLOGNA — BRESCIA — COMO — CRE­ MONA - CUNEO — FIRENZE — GENOVA — LIVORNO — LUCCA — MANTOVA — MILANO — MODENA — NAPOLI — NO­ VARA — PADOVA — PALERMO — PAVIA PISA — PORTO MAURIZIO — ROMA — SAVONA - TORINO - TRENTO - TRIESTE VENEZIA — VERONA ;

presso la Banca Commerciale Italiana nelle Sedi di: ALESSANDRIA — BOLOGNA — FIRENZE GENOVA — MILANO — NAPOLI - PA­ LERMO — ROMA — SAVONA — TORINO — VEN EZIA;

presso il Credito Italiano nelle Sedi di:

BOLOGNA — FIRENZE — GENOVA — MI­ LANO — NAPOLI — PALERMO — ROMA

SAVONA — TORINO ;

presso i Signori Baring Brothers & C Limited in LONDRA ;

presso i Signori Hentsch & C. in GINEVRA ; presso la Société de Banque Suisse in BASILEA ; presso il Crédit Suisse in ZURIGO ;

presso la Banque de Paris et des Pavs-Bas in

j;

. AMSTERDAM.

i| S i ra ccom a n d a id a m en te a i s ig n o r i a z io n is ti e p o r -

|| tu tori d i ca rtelle d i g o d im en to d i eseguire i l d ep osito

\' d ei lo ro tito li, p e r ev ita re ch e, p e r m a n c a n z a d i ,n u -

I m ero le g a le , debba a v er lu og o l ' A ssem b lea d i secon da

co n v o ca z io n e.

Firenze, li 13 Marzo 1922.

Il Co n s i g l i o d’ Am m i n i s t r a z i o n e.

Le modalità per l’esecuzione dei detti depositi furono pubblicate nella Gazzetta Ufficiate del Regno del di 15 marzo 1922 n. 62 e sono ostensibili presso le Casse suddette.

S ocietà Italiana per le Strade Ferrate M eridionali

Società anonima sedente in Firenze Capitale L. 320 milioni — dei queli versati 248

Si prevengono' i Portatori di Obbligazioni Meri­ dionali che con il 1. Aprile p. v. sarà provveduto al rilascio del nuovo foglio Cedole per la Serie D. che in seguito al pagamento delle Cedola alla data sudetta ne resterà sprovvista.

Il nuovo foglio conterrà le cedole dal N. n i (1. Ottobre 1922) al N. 199 (1. Ottbbre 1966). Gli Isti­ tuti incaricati delle operazioni suindicate sono :

La Cassa Sociale a Firenze La Banca Zaccaria Pisa a Milano La Cassa Generale a Genova

La Banca D ’Italia a Alessandria — Ancona — Ber­ gamo — Bologna — Brescia — Como •— Cremona — Cuneo — Livorno' — Lucca — Mantova — Modena — Napoli — Novara — Padova — Pa­ lermo — Pavia — Pisa — Porto Maurizio — Roma — Torino — Trieste — Trento — Ve­ nezia e Verona,

Firenze, li 21 Ma. zo 1922

La Direzione Generale

S ocietà Italiana per le S trade-F errate M eridionali

Capitale in Azioni L. 320 milioni delie quali versate L. 248,000.000 '

, Si notifica ai Signori possessori di Obbligazioni al Portatore di questa Società che la Cedola di L- 7,50 maturante il i° Aprile p. v. sarà pagata in Italia in nette L. 4,31 (quattro lire e trentun cen­ tesimi), deduzione fatta delle tasse di Ricchezza Mobile e di Circolazione, e della Imposta straor­ dinaria sopra gl’interessi. Gli Istituti incaricati del servizio in Italia sono i seguenti :

La CASSA SOCIALE a Firenze

» BANCA ZACCARIA PISA a Milano » CASSA GENERARE a Genova

» BANCA D ’ITALIA ad Alessandria — A n­ cona — Bergamo — Bologna Brescia — Como — Cremona — Cuneo — Livorno Lucca — Mantova — Modena — Napoli — Novara — Padova — Palermo — Pavia — Pisa — Porto Maurizio — Roma — Torino — Trento — Trieste Venezia e Verona.

Il pagamento al i° Aprile predetto sulle Obbli­ gazioni Nominative sarà eseguito, esclusivamente contro presentazione dei Certificati Definitivi; dalla Cassa Sociale e dalle Banche suindicate in ragione di L- 5,48 (cinque lire e centesimi quarantotto) ciascuna per le obbligazioni nominative convertite prima del i° Ottobre 1921 e in ragione di L. 5,44 (cinque lire e centesimi quarantaquattro) ciascuna per quelle convertite al nome successivamente a tale data.

Firenze, 13 Marzo 1922.

LA DIREZIONE GENERALE.

RIVISTA DEL MERCATO E DEI VALORI

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R assegna settimanale

L ’attenzione del mercato fu richiamata nella de­ corsa ottava sopratutto sui Fondi di Stato, che fu- j rono larghissimamente trattati a corsi ognora de­ crescenti. Da vari giorni valanghe di ordini di ven­ dita si rovesciarono a Torino da Milano, Roma e Genova e le ricoperture e gli acquisti reali non furono sufficienti a porre argine al ribasso, che fu invero impressionante sulla 'Rendita 3 Vi %, realiz­ zata su larga scala tanto che essa precipitò da 73,50, chiusura di lunedi fino a 68,60 oggi, perdendo così poco meno di cinque punti in 6 giorni.

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2-9 aprile 1922 — N. 2590 250! L’ ECONOMISTA 103

compimsnto. Effetto del resto naturale della ormai certa trattenuta del 13 % sulle cedole di tutti i Fondi di Stato colla scadenza del Gennaio 1923, non convertiti al nome', trattenuta che comincia ora ad essere valutata al suo giusto valore. Del resto è soltanto questione di confrontare il reddito dei nostri due principali Fondi di Stato per spie­ gare l’attuale contegno delle nostre rendite ed è j questo calcolo che comincia a farsi dalla massa dei possessori di titoli di Stato. Infatti il 5 % sui' corsi attuali colla ritenuta d e l-15% frutta il 5.314%. mentre il 3 5 4 % non rende che il 4 3 4 3% . Si ca­ pisce che la preferenza dei nostri capitalisti debba andare al Consolidato. 5 %. Era inveterata l’opi­ nione in estesi ambienti di detentori di Fondi pub­ blici che il 3 54 %, anche come Rendita internazio­ nale, sarebbe stata sempre esente da ritenuta e dalla nominàtività ed avrebbe dovuto riprendere il suo posto di titolo tipo del nostro debito pubblico ; così la pensava anche l’onorevole Ruzzatti !!

Un illustre scrittore di cose economiche chiedeva giovedì parlando contro la nominàtività dei titoli : « Chi si fida oggi a fare cosa che convertirebbe il proprio patrimonio in una manomorta inalienabile, non ipotecabile, deprezzata ? »

Alieni sempre da polemiche ci permetteremo solo di rilevare che da vario tempo i nostri capitalisti trasferiscono i loro titoli al nome ed in parecchie società industriali più della metà delle azioni è già nominativa. Citeremo fra le Imprese locali la Car­ tiera Italiana, la Nebiolo, la Maraschi, la Venchi, la Manifattura Cuorgnè, il Cotonificio Valli di Lanzo, la Savigliano, la Baratti, l ’ Elettricità Alta Italia e molte altre primarie Società, le cui azioni sono considerate come titolo di impiègo stabile.

Nella relazione della Nebiolo letta mercoledì la Amministrazione scrive che due terzi delle azioni sono già nominative. Se il Governo poi stabilirà il trasferimento dei titoli con semplice girata auten­ ticata da un’Agente di Cambio o da un Notaio, resta eliminato il temuto inconveniente di non po­ tere eliminarli o darli a riporto.

Se il noto economista si compiacerà di interpel­ lare banchieri od amministratori di Società Ano­ nime, egli potrà accertarsi se le nostre afferma­ zioni sono esatte.

E ’ stato in questi giorni largamente discusso il progetto di concordato del Lloyd Mediterraneo al quale il Consorzio Obligazionisti con sede a Ge­ nova e sottocomitati regionali nelle piazze più im­ portanti, fa opera di energica opposizione diretta ad ottenere migliori condizioni e più valide garan­ zie perii servizio delle obligazioni. A Torino ed a Milano furono tenute recentemente apposite riu­ nioni di obbligazionisti le quali votarono ordini del giorno di disapprovazione del proposto concordato. Taluni interessati affermano che il trattamento ri­ servato agli obbligazionisti è peggiore assai di quello offerto (40 % subito) ai creditoni chirografari. Rile­ vano infatti che la flotta composta di navi di tutte le età - con veterani di 60 anni ? ! - valutata al prezzp odierno di circa 250 lire la torinellata può- stimarsi intorno a 35 milioni e cioè poco più del 40 % ma con pagamento del 70 % entro 24 anni ! e con una perdita d’interesse di 13 lire per obbliga­ zione ! Si pretendono maggiori garanzie per il sa­ crificio richiesto agli obbligazionisti !

Altro fatto notevole è stato- l’accertarsi del pro­ cesso di liquidazione dei valori siderurgici, condotto energicamente nell’ ottava spirante. Siamo ormai giunti ai minimi termini in questo comparto. L ’Elba proporrà di ridurre le proprie azioni da 250 a 40 lire per le necessarie svalutazioni del proprio portafo­ glio titoli.

Taluni ritengono che questa enorme amputazione non sia ancora sufficiente e -la borsa lo manifesta fissando il corso del titolo notevolmente al disotto delle Lire 40 proposte quale nuovo valore nominale

delle azioni (oggi 30 lire). Siamo così entrati, dopo il periodo degli strepitosi aumenti di capitale e della follia collettiva nell’era delle riduzioni e delle si­ stemazioni finanziarie industriale ; scontiamo ora amaramente gli errori e le pecche del periodo " d’em- ballement „. All’ipertrofia finanziaria, all’anuacqua- mento dei capitali aziendali, alla megalomania industriale, succede l’epoca del concentramento e e del risanamento economico finanziario, ma per non ricadere negli stessi errori, negli stessi guai fra qualche anno occorre assolutamente provvedere su­ bito alla riforma del nostro codice di commercio, riforma da noi invocata con insistenza da parecchi anni. Per far ritornare la fiducia nel pubblico é necessario fissare norme severe per tutelare gli inte­ ressi di chi affida i propri risparmi alle imprese industriali e bancarie. Reggeranno soltanto senza operazioni chirurgiche le aziende che furono immuni da questa malattia epidemica che tanto ha colpito la nostra compagine industriale. E però lecito porre una domanda: data l’enorme svalutazione dei titoli, siderurgici in ispecie non sarebbe giusto che si prov­ vedesse ad una più, equa rivalutazione di essi agli affetti dell’imposta patrimoniale? supposto infatti un disgraziato contribuente che avesse tutto il pro­ prio patrimonio investito in Uva, Elba, Reggiane, Ansaldo, Ansaldo-San Giorgio, Itàla, ecc. egli non sarebbe forse in grado neppure alienando tutti i suoi titoli, di pagare l’imposta sul patrimonio! La cosa é fiscalmente mostruosa e va corretta,

I Buoni Settennali 5 % si mantegono molto bene intorno a 99 lire. Lé Obbligazioni Ferroviarie 3 % sono per contro offerte e scendono da 263 a 257. Obbli­ gazioni Meridionali. 3% poco trattate sul 230,

Offerta la Banca d’Italia da 1342 lunedì a 1325 oggi e così pure la Banca Commerciale passata da 910 a 878, con attivi scambi. La Comit dopo il Con­ solidato 5 % e la Rendita 3 y2 % è il titolo sul qnale si sbizzarrisce attualmente la speculazione nostra. Ottimo contegno ebbe il Credito Italiano esordito a 631, disceso venerdì a 621 e risalito aggi a 625. Fermo il Banco di Roma sul n o .

Meridionali pesanti da 287 a 280. Calme le Mediterranee sul 137.

In regresso anche il Rubattino da 488 a 478, la Navigazione Alta Italia da 105 a 92; ed il Lloyd Sabaudo da 220 a 210. Snia trascurata : Ordinaria da 2514 a 24 314; privilegiata sul 40.

In regresso anche la Fiat sebbene strenuamente difesa. Da 17 1 % quota di lunedì chiude l’ottava a 164 dopo essere caduta giovedì sotto 160. Il bi­ lancio 1921 chiude con 261.000 lire circa di utili. Debole anche la Spa scesa da 80 a 78 e l ’Itala da 15 54 a 13.

Colpiti i Siderurgici: Terni da 410 a 380; Elba da 41 a 26, oggi migliore a 30; Ilva da 13 a 9 314 ; Ansaldo da 25 a 16; Ansaldo San Giorgio 7 circa. Officina Moncenisio ex Bauchiero sostenute sul 75. Il Governo ha destinato oltre un miliardo per la co­ struzione di materiale ferroviario e così resta assi­ curato per qualche anno d ri lavoro alle fabbriche di vagoni e di locomotive.

Fiacca l ’Eridania scesa da 309 a 300; Raffineria 345 circa; Industria zuccheri 320 circa.

Debole l ’Elettricità Alta Italia da 274 14 lunedì a 271 oggi: S ip ferma a 125. Cotonificio Valli di Lanzo 34 circa ex 2,975: Piemontese intrattato sul 300.

Gilardini offerte a 69. Stearinerie Danza alquanto migliori a 96 circa. Pare imminente un equo con­ cordato col fisco per la spinosa questione degli extra profitti: le pretese del fisco potevano compromettere gravemenìe l’esistenza di questa azienda. Fecolerie 128; Schiapparelli offerte a 79: Cementi 38: Nebiolo sostenute sul 302. Concerie riunite 600 largo circa. Tedeschi pesante a 163. Beni Stabili in regresso da . 285 a 274. _

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L’ ECONOMISTA

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a tendenza sembra spiccatamente rivolta al rialzo in Italia invece si è formato in questo mese un notevole scoperto. Montecatini tenaci a 144. Gallettine 136. Aedes 7.50: l ’assembrea di questa Società è con­ vocata per il 27, corrente, probabile dividendo 0.60. Nell’assemblea tenutasi lunedi nella Società Acqua Portabile di Torino, furono approvate fra applausi la relazione e le dichiarazioni del Presidente. Qual­ che azionista ha creduto di rivolgere all’ammini­ strazione appunti sul programma di espansione sociale esternando la sua meraviglia di vedere il prezzo delle azioni sotto la pari. Per una Società che ha un’esperienza di 70 anni occuparsi dello studio e costruzione di altri acquedotti è niente altro che valorizzare un patrimonio sociale ed utilizzare con vantaggio per la società, l’ottimo stato maggiore tecnico che possiede l’azienda. In quanto al corso delle azioni nulla ha di anormale: non si può pretendere coi Fondi di Stato che rendono ol­ tre il 6 %, che i titoli azionari siano capitalizzati a minor tasso di reddito. Da Società distribuisce come nel precedente esercizio il 6% , ossia 30 lire per azione. Corso attuale 495 circa con scarsi scambi.

Cambi stazionari senza manifesta tendenza ad ec­ cezione del Berlino in continuo ribasso da 6,75 a 5.95 dopo 5,70 venerdì. Già troppe volte abbiamo accennato alle ragioni del ribasso di questa divisa ; e non è più il caso di ritornarvi. Costatiamo solo j con amarezza che l’indennità di guerra finiscono per pagarla gli alleati ed i neutri e l’Italia per suo conto perde purtroppo alcuni miliardi coi suoi ac­ quisti di marchi effetuati su vasta scala da due anni in qua.

Tasso del Denaro invariato; Sconto fuori Banca 6 6 yt % circa. Ce proroghe per fine Aprile si effettua­ rono colla massima facilità data l’eseguità degli I impegni speculativi al rialzo e l’esistenza di qualche | scoperto; A Torino si praticarono i seguenti tassi di riporto: Rendita 3 % % da 5 14 a 5 % ; Consolidato 5 % da 5 % a % Banca 6% a 6,' Comii 6% a 4 % ; Ansoldo Tire 0,50 a 0,10 deport; Marconi 2% a 1%; ' Rubattino 5 y2 a 4 %; Meridionali e Sabaudo 5 yt a ■ 4 % : altri valori dal 6 al 6 yt %.

Torino 25 Marzo 1922

Gustavo Deslex.

Ottava di lenta rivalutazione /dei Fondi di Stato, largamente trattati a prezzi, oscillanti é nervosi. Tuttavia, nel complesso essi segnarono un leggero miglioramento. Sul resto dei valori gli affari sono sempre lungi dal raggiungere l’ampiezza d’un tempo ed i movimenti sono compresi in ben più ristretti termini.

Richiamiamo l’attenzione del Ministro della In­ dustria e Commercio sull’opportunità di togliere ora il divieto delle operazioni di borsa a termine. Oramai sono ritornate normali le condizioni di borse e non vi è quindi più ragione di mantenere tale divieto. Del resto per debito di lealtà dob­ biamo fare una confessione. Da qualche tempo l’ob­ bligo di limitare le operazioni al puro contanti non è più rispettato nelle nostre borse.' Infatti la mag­ gior parte degli scambi si fa nuovamente per fine mese ed allora non è meglio ristabilire la legalità delle operazioni a termine ? De nostre Camere di Commercio dovrebbero farsi interpreti di questo giusto desiderio degli ambienti borsistici.

Il Parlamento ha preso le sue vacanze Pasquali : senza approvare la nominatività facoltativa dei titoli. E quando verrà regolata quella benedetta questione della nominatività la quale tiene dà più di un anno sospesi gli animi ? Auguriamoci una sollecita approvazione del nuovo progetto di legge seguito presto dal solito regolamento compilato ! però da'persone competenti e pratiche di società

ani nime.

Questo regolamento aspettato con impazienza dalle amministrazioni delle Società Anonime per

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9 aprile 1922 — N. 2500-2501

sistemare i loro titoli nominativi dov/ebbe fra altre disposizioni contemplare la cieazione di titoli misti e cioè nominativi con cedole al portatore. Il Go­ verno nell’ interesse dell’economia nazionale deve agevolare in tutti i modi il trapasso dei titoli e l’ incasso dei rispettivi interessi e dividendi.

Anche il Comm. Stringher nella relazione an­ nuale della Banca d’ Italia letta giovedi all’assem­ blea dei Soci incita il Governo a proseguire nella graduale riduzione del tasso dei Buoni del Tesoro' per le ragioni già da nei più volte addotte. Da si­ tuazione attuale è tale da far prevedere pressoché giunta a maturazione la possibilità di un nuovo depennamento sull’ interesse dei buoni delle varie specie.

E ’ stato preso in esame dalla Camera Alta il voto espresso in varie assemblee di Società Anonime per togliere nuovamente, come durante la guerra, il diritto di recesso ai Soci in caso di aumento del capitale sociale, giacché tale diritto intralcia il con­ solidamento finanziario di non poche aziende. In­ fatti, parecchie Società fra capitale e riserve hanno un intrinseco assai superiore ai corso delle azioni in borsa, il quale subisce, le vicende dei mercati finanziari ed è talvolta sotto la pari.

Mentre si troverebbe in ’qualche caso un giuppo - finanziario disposto ad assumere il nuovo capitale occorrente alla Società, l ’operazione è talvolta resa impossibile dalla minaccia dell’esercizio del diritto di recesso, in forza del quale gli azionisti dissen­ zienti hanno la facoltà di ottenere il rimborso alla pari delle loro azioni, più la quota parte ad essi spettante delle riserve ufficiali. Questo stato di cose è disastroso per alcune Società Anonime e nell’ in­ teresse generale andrebbe riveduto.

Da più parti si consiglia che venga adottato anche da noi il sistema introdotto in Francia per i pagamenti delle indennità tedesche. Per quale ra­ gione i nostri industriali, non verserebbero l’ im­ porto corrispondente agli acquisti da loro fatti in Germania al nostro Governo, lasciando al Governo • Tedesco l’onere di rimborsare i suoi industriali che hanno fornito la merce ai compratori italiani.

E ’ stato reso noto, e la notizia fu appresa con un po d’apprensione, che la Fiat riduce notevol­ mente la sua produzione lavorando solo 32 ore set­ timanali anziché 48 e cioè chiudendo completamen­ te vari reparti delle sue grandiose officine nei gior­ ni di sabato, domenica, e lunedi. Si dice che men­ tre la produzione media di automobili era di circa 45 macchine al giorno essa sarebbe d’ora in poi ridotta a sole 25 (?)

De barriere doganali ed in modo speciale la depres­ sione economica mondiale sono le cause di questa stasi nell’industria automobilistica.

Relativamente buono il contegno dei Fondi di Stato. La Rendita 31 e mezzo per cento toccato il fondo martedì con là quota di 68,65, risale venerdì a 69,95 per finire più calma oggi a 69,55. Consoli­ dato 5 per cento da 76 lunedi a 76,80 oggi con varie oscillazioni: venerdì sali a 77,15.

Banca d'Italia da 1325 lunedì a 1275 ex 60 oggi. Banca Commerciale da 823 ex lunedì a 835 ieri; og­ gi 825 ex 51. I l Credito Italiano segna ancora ri- ¡ presa da 628 lunedì sale intorno a 600 ex 38,25 sui qual corso tende a stabilizzarsi. Buona impressione fece la relazione dell’Amministrazione all’assem­ blea del 2S marzo. Fermo il Banco di Roma sul 109 Vt.

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