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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.49 (1922) n.2494, 19 febbraio

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I

GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, FINANZA, COMMERCIO, BANCHI, FERROVIE, INTERESSI PRIVATI

Direttore M, J . de Johannis

I m XLIX - VOI. LUI

1i i t o r t n i a . 18 F in n in 1922 !

k o m a

V i*

*•

t1.249 4 i

S O M M A R I O

PARTE ECONOMICA

Industrializziamo l’agricoltura

, PARTE ECONOMICA.

|| Industrializziamo l’agricoltura.

' I l risparmio e le industrie — Federico Flora.

La riduzione dei salari e del costo ie lla vita in un articolo di Keynes,

NOTE ECONOMICHE E FINANZIARIE.

Per ima statistica dei traffici internazionali. I l movimento commerciale nel 1921. RIVISTA DEMOGRAFICA

I risultati del Censimento di Genova. Risultati del Censimento francese.

NOTIZIE VARIE

L ’andamenio delta Banca d ’ Italia.

| Mutui, concessi dagli istituti di credito fondiario dalgennaio a l­ l ’ottobre degli anni 1920 e 1921.

| Movimento dei depositi presso le casse di risparmio nel mese di

I luglio 1921.

I Istituto italiano di Credito fondiario - Avviso di convocazione.

RIVISTA DEL MERCATO DEI VALORI

Rassegna settimanale—■ Gustavo Deslex. Situazionedegli Istituti di Credito Mo biliare. * I

1922

Il p r e z z o d i a b b o n a m e n t o è di l i r e 4 0 annue per l’Italia e Colonie, e di l i r e 8 0 per l'Estero, pagate in moneta del paese di provenienza calcolate alla pari ; sempre anticipato. Non si dà corso alle richieste di abbonamento, non accompagnate dal relativo importo.

L'abbonam ento è a n n u o e decorre dal 1, gennaio.

Un fascicolo separato costa L. 4 per l’Italia o in proporzione per gli altri paesi.

Trascorso un mese dalia pubblicazione n o n s i t r a s m e t t o n o f a s c i c o l i r e c l a m a t i dagli abbonati.

I cambiamenti di indirizzo vanno accompagnati dalla fascetta e

! dalla rimessa di L . 6 .

N o n s i I n v i a n o b o z z e degli scritti favoriti dai collaboratori, ì (inali debbono rimettere gli originali nella loro redazione definitiva.

N o n si d a n n o i n o m a g g i o e s t r a t t i , nò copie di fascicoli. Potrà solo essere tenuto conto degli indirizzi, che preventivamente gli autori avranno designato, per l’ invio delle cop’ e contenenti • i loro j scritti.

Per gli estratti richiedere alla Amministrazione il prezzo di costo.

Prof. GIORGIO MORTARA Prospettive economiche 1922 Volume-di 342 pag. — Edizione fuori commercio

Società’ Editrice « Leonardo da Vinci» : Città d i Castello

Prof. RICCARDO BACHI L. 25 L'Italia Economica nel 1920

con uno studio preliminare dell’anno 1921 Soc. Ed. « Dante Alighieri» — Roma - Milano - Napoli

Metron

Rivista Internaz. di statistica diretta dal prof.Corrado O m r

Abbonamento L. 50. Industrie Grafiche italiane — Rovigo.

Le parole colle quali intitoliam o questo articolo, sono assai vecchie nel nostro periodico, ma non sa­ ranno tuttavia mai abbastanza ripetute. Noi siamo convinti che una buona soluzione di tutta la nostra situazione economica nazionale, sta nel rendere il nostro suolo redditizio al massimo grado. I com­ petenti ritengono che se l ’agricoltura fosse in Ita lia esercitata ovunque, secondo i più moderni sistemi e la tecnica più perfezionata, si potrebbe ritenere che i raccolti verrebbero raddoppiati nella loro media.

Come ottenere o come avvicinarci ad un consi- ! mile risultato, che condurrebbe il paese nostro ad j una ricchezza non indifferente ?

Alcuni scrittori hanno ritenuto esporre il prò- j

blema sotto il punto di vista tecnico : per essi cioè occorie sopra tutto portare alla applicazione, a mezzo di tecnici opportunamente formati nelle scuole, i più recenti e moderni risultati della scienza agraria, in modo che il governo dei campi, in luogo di essere, com’è oggi, affidato a ll’empirismo di incompetenti, sia invece esercitato coi principi della tecnica più rigorosa e quindi la più sicura, nei riguardi degli effetti che si vogliono raggiun­ gere.

Non ci dissimuliamo che il problema così po- i sto sia della massima importanza e sia anzi in ­ scindibile nella soluzione alla quale rivolgiamo la I nostra ricerca ; ma riteniamo tuttavia che non sia la sola difficoltà da superare. .

Anche l ’agricoltura, come le altre industrie, ha bisogno dei tecnici : nessuno penserebbe domani ad impiantare un cantiere navale, senza porvi alla di­ rezione gli ingegneri specialisti nelle m aterie, nè penserebbe di esercitare un forno elettrico, senza che esso fosse posto sotto la immediata soprairi- tendenza e responsabilità degli elettricisti. Egual­ mente dovrebbe essere della agricoltura, che rac­ chiude in se tanti rami di scienze, ormai progredite ed affermatesi : basterebbe ricordare la zooctenia, l’enologia, la casearia, ecc. ecc. per vedere quanto j bisogno di tecnica abbia la nostra agricoltura, affi- j data oggi alla mani preziose e meravigliose del | nostro contadino, che sa, malgrado la ignoranza in cui l’abbiamo tenuto fino ai nostri giorni ed alla povertà di mezzi e di educazione, ricavare dal suolo col suo empirismo, ma ancor più col suo amore incommensurabile alla terra, risultati dei quali ben a ragione egli può ritenersi orgoglioso.

Però a noi sembra che a nulla la tecnica po­ trebbe servire se verso la terra non si rivolgerà un ! più frequente ed un più largo flusso di capitale.

E ’ nel capitale sopra tutto, saggiamente accom­ pagnato dalla tecnica,, che noi vediamo la sola pos­ sibile redenzione della nostra agricoltura.

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ma-. ma-. ma-. _ . . .

50 L ’ ECONOMISTA

laria ; capitale comunale, per la creazione delle scuole, per la facilitazione dei consorzi per con­ cim i, delle latterie sociali, delle assistenze di ogni genere ; infine capitale privato che si profonda co­ piosamente ed oculatamente a migliorare i nostri mezzi di coltivazione, nello acquisto di attrezzi, di fertilizzanti, di anim ali da lavoro; nella acclim ata­ zione di tutte, quelle razze di animali da carne che meglio) si adattino alle condizioni climatiche lo­ c a li; e così via.

Una instancabile e perseverante fiducia deve an i­ mare il capitalista dell’agricoltura, il quale deve essere preventivamente educato a non attendere il frutto e neppure V interesse semplice del proprio capitale, al primo od al secondo anno del suo im ­ piego, ma deve attendere cinque e sei e dieci e più anni, per avere una remunerazione che sarà certa­ mente non inferiore a quella di qualsiasi impiego in ­ dustriale, correndo non pertanto un rischio assai mi­ nore.

Oggi clic il contadino non è più proletario, come un tempo, ma possiede il suo gruzzolo ed acquista volentieri le tetre su cui lavora, noi vorremmo che verso di esso fosse rivolta tutta la cura dell’ inse­ gnamento occorrente a fargli comprendere, che la agricoltura, come ogni altra industria, si può eser­ citare con benefici particolari e generali ognora eresienti, quanto più anch’essa industria sia sorretta e aiutata dai mezzi occorrenti al suo sviluppo¡ cioè dal capitale, che si trasform a quindi in assistenza tecnica, in materiale, in strumenti, in ausilio di ogni ordine e di ogni portata.

11 risparmio e le industrie

Chi' può mai risparmiare in questo aspro dopo guerra, contrassegnato dalla riduzione della produ­ zione, dalla esasperazione dei consumi e dalle spo­ gliazioni fiscali ?

E ’ presto detto.

Pochi e questi ipochi pr'vilegiati investono i ri­ sparmi accumulati, non già nella produzione, ma in titoli pubblici e sopratutto in buoni ordinari del Te­ soro con i quali lo Stato salda, non solo i vuoti mo­ mentanei della cassa, ma le stesse passività del bi­ lancio. E ’ lo S^ato, non la produzione, che ora con­ suma i risparmi della nazione.

Il fenomeno, aggravato dal panico diffuso nei ri­ sparmiatori dal dissesto della Banca di Sconto, ha assunto per l ’avvenire economico dell’industria pro­ porzioni allarmanti, fe’ bene, quindi, scriverne.

I risparmiatori, dicemmo, sono oggi molto pochi e poco disposti a fecondare, come negli anni prebellici, con i loro capitali, campi, industrie, commerci.

La quasi totalità dei contribuenti, assoggettati alle imposte dirette sui redditi e alle indirette sugli affari, non può più risparmiare. L ’imposta erariale e le so­ vrimposte locali superano spesso l ’imponibile.

I soli che possono ancora risparmiare sono i cit­ tadini esonerati per legge dai tributi diretti o che a questi riescono con la frode a sottrarrli, riversando gli oneri fiscali ad essi spettanti sui contribuenti onesti, incapaci od impossibilitati ad evitare l ’imposta. 11 carico tributario per il 1921-22 arriva a 14 miliardi. Il reddito sottratto in tal modo nell’uno e nell’altra forma al tributo, costituisce quindi i quattro quinti del reddito nazionale, soltanto in piccola parte risparmiati.

I soli salari dei' dtodici milioni di lavoratori manua­ li esentati per legge dalle imposte dirette, raggiun­ gono, calcolando dodici lire quotidiane a testa per 250 giorni lavorativi all’anno, i 36 miliardi cioè la metà del reddito nazionale. Sono tutti redditi assoggettati unicamente, al pari degli ingenti redditi agrari dei contadini, mezzadri e acittuari, alle imposte sui con­ sumi.

■ L ’ingiustizia, che tanto concorre ad aggravare i

19 febbraio 1922 — N. 2494

pesi fiscali dello stuolo esiguo ohe non può o non vuole sottrarsi al tributo, sarebbe in parte attenuata se i quattro quinti del reddito nazionale sfuggiti al fisco, venissero in gran ¡parte risparmiati e devoluti alla produzione, più che mali bisognosa1 per supe­ rare la crisi industriale, dei risparmi di tutte le clas­ si, che favoriti dalla sobrietà, dlalla operosità, dalla retttudine morale della stirpe, potrebbero costituire capitali ingenti. Sono i piccoli rivi che, congiungen dosi, formano ¡.grandi fiumi.

Purtroppo avviene il contrario.

il risparmi affluiscono alle Casse di risparimo or­ dinarie e postali che si affrettano a convertirli in ti­ toli del .debito pubblico. Secondo i diati delle « Pro­ spettive Economiche per il 1922 » del Mortara, più volte elogiate in questo giornale dei 24 miliardi di aumento verificatosi nei risparmi negli ultimi sette ainni, circa sedici miliardi furono tramutati in titoli dì Stato od in prestiti consuntivi alle pubbliche ammi­ nistrazioni- Per l 'industria rappresentano capitali sfu­ mati, perduti per

sempre-Nè diverso destino ebbero i risparmi ritirarti dagli istituti di credito di ogni grado.

L impiego prescelto fu quello in Buoni ordinari del Tesoro, un tempo riservato alle banche. Oggi è un impiego popolare, favorito dalla politica finanzia­ ria odierna, incurante dei pericoli del rimborso che sovrastano sul tesoro qualora i Buoni a breve sca­ denza non fossero rinnovati. In un solo anno, e pre- cis*amente dal 31 ottobre 1920 al 31 ottobre 1921, il Tesoro riuscì a collocare 1.2 miliardi e 257 milioni dii Buoni ordinari a scadenza inferiore ai dodici mesi. Addizionati ai Buoni emessi negli anni precedenti si arriva alla somma favolosa di 22 miliardi 997 mi­ lioni che il Tesoro può rimborsare soltanto starn­ an d o carta moneta. D all’aspetto economico sono al­ tri

2,3

miliardi tolti ai produttori nazionali, costretti per procurarsi i capitali necessari all’agricoltura, al­ l ’industria; ai commerci a pagare alle banche interes­ si elevatissimi superiori all’otto per cento, e che con le provvigioni, arrivano spesso al dieci per cento. E ciò con una circolazione cartacea complessiva che sorpassa i 20 miliardi.

Ora è mai possibile continuare simile politica fi- finanziaria?

Non vi ha un mezzo di frenare simile assorbimento del risparmio nazionale operato d&llo Stato e da esso consumato, non per il riscatto del dehito pubblico, ma per i bisogni correnti e quindi senza vantaggio eco­ nomico alcuno per la

collettività-I rimedi sono

vari-II più pronto sarebbe però la riduzione dell’inte­ resse dei Buoni ordinari, oggi preferiti per l ’alto red­ dito ad ogni investimento industriale, anche ai ¡più si­ curi e promettenti. L ’interesse dei Buoni ordinari non dovrebbe, a seconda delle scadenze, scendere al di sotto del 3 per cento e salire al disopra del quattro per cento. Chi non vuole prestare all’industria e am­ bisce dai fondi pubblici frutti maggiori, acquisti Buoni triennali, quinquennali e settennali (l’emissione di questi è imminente) i quali tutti, almeno dispensano il Tesoro per alcuni anni dalla necessità di rimborsi mensili impressionanti.

in un ¡paese, ricco soltanto di forze lavoratrici, sottrarre con la lusinga degli alti interessi dei fondi pubblici, il risparmio necessario al loro produttivo im­ piego, è un delitto.

E ’ tempo, ormai, qualora si voglia realmente la rinascita economica della Patria, di porvi riparo.

Federico Flora.

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19 febbraio 1922 — N. 2494 L ’ ECONOMISTA 51

La riduzione dei salari e del costo della vita

in un articolo di Keynes

Maynard Keynes, il ben noto economista inglese, ha con­ sacrato uno dei suoi ultimi articoli settimanali alla scottan­ te questione della riduzione dei salari.

Poiché le idee di Keynes sono sempre di un ’originalità assai viva, e le sue argomentazioni riescono sempre par­ ticolarmente interessanti, anche quando partono da presup­ posti errati, riteniamo utile riportare qui i punti più sa­ lienti del suo articolo comparso sul « Sundaw Times » e sul « Cablogramma » e riprodotto nella stampa di tutti i paesi.

Keynes inizia le sue note con una grande verità, verità che le classi operate si sono affrettate a riporre nel dimen­ ticatoio, appena è apparsa la nera ombra della crisi attuale, e cioè che la situazione della classe operaia ha subito, dal 1914 al 1920, un sensibile miglioramento, compiutoci a spe­ se delle riserve accumulate dalla vecchia società di prima | guerra.

I « Nel 1920 la classe operaia inglese lavorava meno che | prima della guerra : il suo salario però rappresentava un po- ! tere d ’acquisto eguale, se non superiore a quello del 1914 ». I « La esperienza giornaliera e le più precise statistiche

non fanno che confermare questa verità generale, astrazion fatta delle necessarie eccezioni ».

« Occorre aggiungere che in tutti i paesi i numeri indici tendono ad esagerare l ’aumento del costo della vita, e, per conseguenza, a sopraelevare l ’aumento del salario in rap porto all’unità d! produzione. Essi non riescono, in effetti, a tener conto del fatto che tutti i prezzi non si elevano u- gualmente e che ogni donna' di casa può attenuare queste difficoltà diminuendo gli acquisti delle merci più costose : e preferendo invece quelle che han subito un rialzo poco ! sensibile. Quanto alle spese di abitazione^ che costituiscono | una delle uscite inevitabili e più importanti della classe o- peraia, apposite leggi le hanno limitate in quasi tutti i paesi d ’Europa ».

<t La classe operaia si avvantaggiò dunque di un miglio­ ramento della sua situazione, e ciò nel tempo stesso in cui la guerra assorbiva tutte le risorse della collettività ed in cui ¡1 risparmio accumulato dalle generazioni precedenti veniva ad esaurirsi ».

« Quale la causa di questo miglioramento nella situa­ zione? »

Keynes nota che ciò non è dovuto nè al progresso tecni­ co, nè ad un aumento dell’abbondanza delle ricchezze, nè ad utja diminuzione degli utili dei commercianti. « Da che cosa, dunque, deriva? ».

« Allorché delle violenti fluttuazioni della scala dei va­ lori turbano ed oscurano la situazione reale, può avvenire che una comunità consacri senza saperlo al consumo cor­ rente, i fondi che essa ha risparmiato e che crede di im­ piegare per l ’avvenire. Può anche darsi che essa esegui­ sca dei prelevamenti su questo capitale già esistente, senza compensarlo.

« In mezzo alla fluttuazione dei corsi monetari la distin­ zione del capitale e delle rendite tende a sparire.

« In conseguenza del deprezzamento delia moneta i pos­ sessori di rendite dello Stato o di crediti privati hanno per­ duto una buona parte del loro capitale. Ma le risorse così tratte dal » capitale » di una classe possono, in quanto so­ no « rendite », andare a vantaggio del Governo, sotto for­ ma d ’imposte od a vantaggio dei commercianti ed industria­ li, i quali potranno dividere , gli utili accresciuti con il loro personale, sotto forma di salario.

« La diminuzione subita dal valore reale della fortuna della classe capitalista può dunque permettere la costituzio­ ne di un vasto fondo di riserva che procura ai salariati un accrescimento di rimunerazione, in molti paesi è accaduto qualche cosa di simile. Quasi tutto il mondo ha risentito le conseguenze del deprezzamento della moneta.

« Ma questo fondo di riserva non è inestinguibile. Se è vero — come rutto induce a credere — che la guerra ci ha impoveriti, se è vero che l ’operaio che lavora meno, produce meno, senza aver per questo diminuito il suo con­ sumo, non ne consegue forse inevitabilmente che qualcuno deve soffrire di questo stato di cose? C hi? »

(( Non abbiamo migliorato le nostre condizioni di esi­ stenza spendendo quello che avevamo l ’abitudine di eco­ nomizzare? Ma una nazione, la cui popolazione si accre­ sce, può mantenere il suo livello di civiltà senza economiz­ zare ? Non dimentichiamo ■— aggiunge Keynes che è mal- thusiano — che appunto nella popolazione, al di sopra di tutte le altre InLuenze economiche, si trova la sorgente primitiva dell’evoluzione della nostra società.

« Così la determinazione del salario reale non era stata assicurata, nel 1920, che alla leggera e senza riguardo alcuno alle sue conseguenze. Ci siamo impegnati su .ta le china principalmente perchè gli uomini d affari avevano trovato nel deprezzamento della moneta un reddito straordinario, indi- pendente dai loro profitti abituali. Gli operai vollero na­ turalmente prender parte a questo utile straordinario : 1 o- plniond- pubblica era con loro : gli uomihi d’affari, i pro­ prietari di terre, gl’industriali di ogni sorta, spaventati dalla larghezza stessa dei loro guadagni, non ebbero grande dif­ ficoltà a ceder loro.

« Ora gli operai comprendono difficilmente come questi alti salari erano dovuti a una situazione essenzialmente pre­ caria e che, non dipendendo da un utflfc normale degli af­ fari, essi non potevano avere alcun carattere di persistenza. Da lungo tempo i teorici operai sostengono che vi è un plus­ valore occulto che potrebbe esser destinato al pagamento del salari, se i lavorato)*? potessero impossessarsene. La scossa data dalla guerra alla macchina economica-, la forza del la­ voro organizzato faceva loro ritenere che fosse venuta l ’oc­ casione propizia, e gli alti salari ottenuti nel 1920 sembrava giustificassero la teoria del plus-valore.

« Ma non era così. Gli alti salari erano principalmente dovuti ad utili imprevisti che, risultando dall’altezza dei prezzi non potevano perdurare, poiché gravavano sul ri­ sparmio del resto della collettività.

(t Opponendosi dunque alla riduzione dei salari, i leaders operai consacrano la loro autorità, il loro ideale e le loro risorse ad un compito irrealizzabile.

« Non dimentichiamo che al periodo degli utili straordi­ nari è succeduto quello delle perdite anormali. Quando i prezzi si contraggono gli avvenimenti mutano. Le perdite che sopportano le imprese sono così impreviste ed inattese come gli utili di cui abbiamo parlato.

(< La classe operaia ha concepito molte speranze che so­ no rapidamente svanite.. Chi dunque, al suo posto, non sa­ rebbe inasprito e deluso?

Malgrado queste disillusioni e questa amarezza, Key­ nes non ritiene probabile una recrudescenza delle lotte so­ ciali.

<c Ito scacco subito dall’esperimento bolscevico in Russia ha fortemente impressionato le classi operaie : i lavoratori dell’Europa centrale comprendono che non si sopprime in quel modo nè la miseria, nè l’oppressione. Essi « sono » impotenti e « si sentono » impotenti : dalle loro speranze non traggono più alcun conforto. Gli operai dell’Europa centrale si rendono senza dubbio conto che essi sono, più che nel 1914, intimamente soggetti al dominio delle forze e- conomiche ed alla organizzazione attuale defla società.

« La riduzione dei salari nel 1921 è stata accolta daper- tufto con buona volontà piena di buon senso; non pare che il proletariato voglia sconvolgere l’edificio sociale per ot­ tenere un auménto, mentre può evitare una riduzione Sen­ sibile del salario reale.

« Se gli uomini sono in questa triste situazione è perchè essi sono troppo numerosi, perchè la terra ed essi stessi non producono abbastanza, perchè hanno perduto nella guer­ ra, e consacrano alla preparazione di nuove lotte, il frutto del loro lavoro. Gli organizzatori operai seguono una falsa strada, pensando che essi possono con la forza trarre dal capitalismo molto più di prima, o pensando che possa loro restar molto da dividersi, dopo la soppressione del regime attuale.

« I programmi, a lunga portata, per il miglioramento so­ ciale devono risolvere, in conformità con la saggezza e la natura umana, il problema della popolazione e quello dei guadagno, considerato come stimolante necessario di ogni sforzo ».

(4)

im-L’ECONOMISTA 19 febbraio 1922 — N. 2494 mediata il vecchio liberalismo si possa e si debba adattare

alle condizioni presenti dell’Inghilterra e degli altri paesi, in maniera da attuare i seguenti principi :

1) un’imposta sul'capitale, per venire in aiuto delle imprese nuove e degli affari attivi, facendola pesare a ca­ rico della ricchezza antica ed inattiva ;

■ 2) li disarmo universale, -che è la forma di economia meno ingiusta e più proficua ;

3) Le organizzazioni operaie, abbandonando la loro poli- | tica, dovranno tendere a ridurre gli utili dell’industria più I vicino che sia possibile alla produttività, favorendo così un i aumento della produzione ;

4) iLa libertà di commercio, in modo che gli scambi e

la cooperazione internazionale permettano di utilizzare al massimo le risorse limitate dell’umanità;

5) La riduzione e il controllo delle nascite; 6) Lo sviluppo dell’igiene e dell’istruzione.

a E ’ con questi mezzi — conclude Keynes — che le con-

j

dizioni della vita possono esser migliorate, astrazion fatta delle nuove risorse dell’organizzazione, delle invenzioni e

i della natura. Tutto i! resto non è che illusione! ».

Ma quante illusiceli e quante utopie non vi sono — ahi­ mè — anche in queste proposte di Keynes!

NOTE ECONOMICHE E BINANZIARIE

Per una statistica dei traffici internazionali

Dovuta ad un diligente studioso di discipline econo' miche e coloniali, il colonnello Pasquale Manginelli. è imminente la pubblicazione di una interessante statistica dei traffici internazionali durante la guerra preceduta da una prefazione, di cui offriamo qui ai lettori la parte in- | troduttiva :

j “ Il com pito immane che si è assunto la guerra, non | è ancora esau rito — appartiene alla sto ria — e non è

i

in n ostra facoltà di anticiparlo, giudicare sull’essenza l degli avvenim enti che dal 1914 hanno sconvolto 1 mondo.

“ Ma si possono contrastare le opinioni di coloro che [ ancora ritengono che un simile cataclisma abbia potuto essere il portato di volontà individuali ; per quanto po- ; tenti, il loro raggio d’azione non può mai giungere a mettere in moto Nazioni intere. Essere non sonò che esponenti di una situazione che si è maturata in lunghi || periodi passati. Alla guerra attuale ci hanno portato gli avvenimenti tutti più importanti degli ult mi decenni, sia nel campo economi o, che in quello sociale che in quello

t politico.

j Nel primo l’ammassatnento di grandi fortune patrimo­ niali nazionali, e l’aumento di capitali e di produzione spinse alla ricerca di nuovi mercati ; nel secondo l’affac-

I c arsi alla vita delle grandi masse diede un senso più

ì realistico alla vita delle nazioni, ed una sensibilità mag-

i

giore nella trattazione dei problemi d’oltre confine ; nel campo politico la ricerca del predominio di forze, sem- rre più sviluppantesi prepararono una situazione che, attraverso alla guerra Russo- Giapponese, alla nostra di Libia, ed a quella Balcanica, culminò nel conflitto Europeo;

Ma la guerra, avvenimento logico e fatale, precreata da una situazione incorreggibile, le ridusse e le chiari­ ficò, facendo raggiungere d’un balzo, quelle che ¡a pigra e lenta evoluzione avrebbe maturato in un periodo di tempo ben maggiore ; dippiù sconvolgendo, mettendo a nudo, sovvertendo, principi, pregiudizi, tradizioni, mise di fronte a nuovi ordinamenti che costituiscono vero e benefico progresso dell’Umanità.

Nel campo economico la svatutazione del danaro ha assottigliato le grandi fortune private precedenti alla guerra, nel campo sociale il rafforzamento dell’Idea Stato (i. quale ha fatto nel periodo bellico un vero e proprio esperimento socialista), l’emancipazione delia donna, il consolidamento dell’idea cooperativa e di corporazione, j hanno arrobustito lo scheletro delle Nazioni. Nel campo I politico, poi, le conseguenze sono le più notevoli, e da sole esse influiranno grandemente sull’ulteriore sviluppo delle nazionL In queste, seguendo quasi, un ricorso sto­ rico, che si riallaccia al primo consolidamento dello Stato sul finire del Medio Evo, si è venuta sviluppando una idea di solidarietà che le alleanze e le sentenze di avanti guerra, prepararono: più caratteristico è l’intervento de­ gli Stati Unit nelle questioni Euiopee, e altrettanto ter­ ribile quello del lontano Giappone; il pericolo giallo

tanto temuto dalla politica Germanica di questo princi­ pio di secolo.

E ’ tutto un complesso nuovo e profondamente rinno­ vato, di re az oni tra popoli e nazioni.

Anche nel campo spirituale, la guerra sorta da una paludosa, troppo materialistica concezione della vita, po­ nendo tanta gioventù a fronte dei mistici problemi d’ol­ tre tomba, ha provocato un risveglio delle anime e delle coscienze.

Si tiatta, perciò, non più di evoluzione ma di muta­ menti logici ed inesorabili, di fronte ai quali i disorien­ tati siamo noi, uomini, più conservatori di quan’ o vo­ gliamo credere, e clic questa volta, in verità, siamo stati superati dagli eventi „.

11 movimento commerciale di Trieste nel 1921

L ’anno 1921 no-n ha segnato per i commerci di Trieste nessun incremento. La situazione si è anzi al­ quanto peggiorata. Tutta la vita economica ha risentito gli effetti della grave crisi che travaglia dai quasi due anni il mondo- Le cifre che più sotto riportiamo dirno- stnaino che il movimento complessivo dei traffici trie­ stini ne! 1921 è disceso sotto il livello dtel 1920 e non ha raggiunto nemmeno quello bassissimo del 1919.

Lo sviluppo dei commerci di Trieste dipende, co­ me già avemmo occasione di dire, dal consolidamen­ to economico del retroterra. In questo riguardo siamo ben lungi dall’affermare che le condizioni di ante­ guerra possano presto risorgere.. La situazione eco­ nomica degli Stati che costituiscono quel retro­ terra, di fronte al 1920, nel- 1921 è andata peggio­ randosi- L ’Austria è discesa al disotto di ogni previ­ sione più pessimista; lai valuta jugoslava è ¡precipita­ ta rapidamente provocando quelle conseguenze per il commercio estero che tutti conoscono; la Czeco-Slo- vacchia ha1 subito e subisce gli effetti disastrosi della crisi generale ; la Polonia, la cui valuta mantiene' per molti mesi il livello più basso di ogni altra) valuta ec­ cettuata lai russa, non hai potuto avere che poca impor­ tanza per i nostri traffici, .data anche la concorrenza dei porti nordici. Le speranze che si de-lineavano ver­ so la fine dell’anno passato risultarono fallaci. La crisi imperversa ora con la massima intensità e non siamo ancora giunti al periodo risolutivo della stessa.

L ’esportazione da Trieste per il Levante ha subito un lievissimo miglioramento di fronte al 1920, ma non raggiunse che il 25 per cento di quella d’ante­ guerra.

La situazione economica di quei paesi è pure disa­ strosa e la. nuova guerra e i torbidi continui eserci­ tano quelle influenze.sui commerci che sono general­ mente note. Nemmeno quest’anno si sono avverate le previsioni di smercio nella Russia. Si fanno pro­ getti per il 1922. Trieste dovrebbe divenire il- centro principale per i -commerci russi- Vedremo che cosa dirà il 1922. 11 commercio transoceanico non segna alcun miglioramento, anzi esso è andato peggiorando, data la crisi che attraversa l’America.

Per l ’Estremo Oriente non si denota che un pic­ colo movimento di poca importanza.

La corrente protezionista di tutti gli Stati, le nuo­ ve tariffe doganali hanno avuto pure ìa loro parte nel­ la contrazione dei nostri traffici.

Vediamo ciò che dicono le cifre :

Nei primi 11 mesi del 1921 esso segna: Vagoni 127.470

cifre ben lontane

dia

quelle degli anni ¡prebellici che sono le seguenti (computati 1 1 mesi) :

Anno traffico complessivo in vagoni

(5)

19 febbraio 1922 — N. 2494 L’ ECONOMISTA 53

Di fronte agli anni del dopo-guerra notiamo : Anno traffico complessivo in vagoni

1919 137.842

1920 153.504

1921 127.470

Vediamo che il traffico ferroviario complessivo in vagoni è ancora molto inferiore a quello degli anni antibellici, raggiunge appena il 50 per cento di quello massimo del 1913 ed è pure inferiore a quello del 1919, ch’era bassissimo, e di fronte al 1920 segna1 un notevole regresso. Va però notato che non tutto il traffico terrestre è compreso in queste cifre, poi­ ché, come è noto, quantità non irrilevanti di merci vengono trasportate su camions.

Non sarà privo d ’importanza riportare il movimento che si è avuto nei singoli mesi. Togliamo i dati dai bollettini della Camera di commercio :

1921 (in v a g o n i d a in a r r iv o 10.000 Chilogr.; in p a r te n z a g e n n a io 5880 7042 f e b b r a io 5952 5387 m a rz o 5710 9313 a p rile 4587 6872 m a g g io 2527 3319 g iu g n o 7418 5713 lu g lio 5468 0113 a g o s t o 5464 6911 s e tte m b r e 4801 6793 o t to b r e 5771 5891 n o v e m b r e 5736 4794

Salvo uno sbalzo all ’ingiù nel maggio e all’insù nel giugno, il movimento d ’importazione via terra era stazionario. Il movimento d ’esportazione invece è al­ quanto irregolare, notando il minimo in maggio e il massimo in marzo. Negli ultimi mesi le cifre iflainno rilevare un regresso.

Riportiamo le seguenti cifre, computati i primi 1 1 mesi : (in to n n e lla te ) a n n o Importaz. 1913 2.314.018 1919 1.356.657 1920 1.098.084 1921 1.058.017 Esportaz. Assieme 1.135.712 3.449.730 123.353 1.479.010 267.406 1.365.490 313.587 1.371.604

_ Le importazioni via mare segnano una diminuzione di fronte a tutti gli anni precedenti, non raggiùnge nemmeno il 50 per cento di quelle del 1913 e sono inferiori a quelle del 1919. Questa circostanza si. spiega col fatto che nel 1919 il nostro retroterra era completamente sprovvisto di tutto e che perciò era costretto ad importare molto. Nell’anno testé chiuso­ si, data la svalutazione della moneta del retroterra da una parte e le severe restrizioni d'importazione dall’altra, i traffici hanno subito una contrazione.

Il movimento nei singoli mesi era il seguente :

1921 (in tonnellate) Importaz. Esportaz. gennaio 113.190 84.807 febbraio 30.006 21.288 marzo 119.596 27.033 aprile 97 008 27.575 maggio 92.912 24.628 giugno 86.728 26.603 luglio 108.553 27.437 agosto 101.284 35.258 settembre 97.061 80.475 ottobre 97.225 29.922 novembre 64.495 28.563

Vediamo da questo specchietto che le importazioni nei singoli mesi fecero degli sbalzi, pur tenendosi in media sulle 100 mila tonnellate mensili. Ì1 novembre segna però un sensibile regresso. I prossimi mesi ci diranno se il regresso è continuato. Le esportazioni si mantennero basse e la media non raggiunse nemmeno

le 30-000 tonnellate mensili.

Complessivamente dunque l ’anno 192S non erlai certo favorevole ai traffici triestini, i quali si abbassa­ rono ad un livello riscontrato molti anni prima della

guerra. Le cause di questo regresso vanno ascritte e- solusivamente aliai grave crisi economica del mondo, cui si aggiunge per Trieste la ripercussione della si­ tuazione disastrosa degli Stati del retroterra.

Chiudiamo questa breve rassegna con l ’augurio e- * presso già in quella de] 1920, che questa crisi mon­ diale aiblbia presto lai risolversi, rendendo possibile un definitivo grande risveglio dei nostri traffici.

RIVISTA DEMOGRAFICA

I risultati, del Censimento a Genova

Il Civico Ufficio di Censimento terminato col 20 dicembre 1921 ¡1 ritiro dei fogli di censimento presso le singole abita­ zioni, a mezzo di macchine addizionatrici elettriche, eseguì una prima totalizzazione della popolazione del Comune, e- sclusa la sezione « Mare » (quella del porto).

1 risultati così ottenuti si riassumono nelle seguenti cifre :

Popolazione presente nel Comune 300.633 » con dimora abituale 287.822 » con dimora occasionale 12.811 Popolazione residente e legale 204.422

Esse potranno subire. una correzione massima del 2 per cento per chede non ancora consegnate, o per eventuali er­ ronee dichiarazioni.

»Le risultanze della sezione del porto non potranno essere molto diverse da quelle del 1911, sicché sommando l ’esito di queste ultime, alle cifre sopra esposte, con molta approssi­ mazione il cpiadro della popolazione di Genova sarebbe di seguente :

1911 1921 Popolazione presente nel Comune 272.221 310.177

’» con dimora abituale 257.522 288.531 » con dimora occasionale 14.699 21.646 Popolazione residente o legale 265.553 295.131

Dal confronto delle risultanze dell’attuale Censimento col precedente, appaiono i seguetni incrementi assoluti e per­ centuali (riferiti alle masse 1911) :

Popolazione presente nel Comune 37.956 13.89 % » con dimora abituale 31.009 12.05 » con dimora occasionale 6.947 47.26 Popolazione residente e legale 29.578 11.14

A dare u n ’idea approssimativa delle fluttuazioni della po- pol zione presente nel Comune negli ultimi 60 anni, si tra­ scrivono ’.e risultanze assolute e le variazioni percentuali

re-lative a tutti i c en sim en ti fin qui com piuti nel Regno Censimento Popol. presente Aumento %

186-1 151.348 ___ _ -1871 164.262 8.53 1881 179.515 9.22 1901 234.809 30.80 (in 20 anni) 1911 272.821 16.14 1921 310.177 13.89

Dall'esame dei dati e dal loro confronto, appare che l ’incre­ mento verificatosi nell’ultimo decennio è proporzionalmente inferiore all1 incremento medio decennale del periodo 1881-

1911 che risulta essere circa di 15,65 per cento.

Resultati del censimento francese

Sono stati pubblicati i risultati del censimento francese com­ piuto i r 6 marzo u. s. La Francia, che nel 191L aveva una i popolazione di 39 milioni e 604,922, ne ha accusati neil’ulti- j mo censimento 39.209.766. Ma si deve tener conto che nel censimento di questo anno entrano 1.703.749 abitanti dei di­ partimenti di Alsazia e Lorena. La cifra della popolazione de­ gli 87 dipartimenti dell’ante guerra è dunque di 37 milioni e 500.017, cifra che presenta una diminuzione di 2.104.975 ani­ me in confronto del precedente censimento. Questa diminu­ zione è dovuta per la maggior parte alla, guerra e alla conse­ guente riduzione della natalità.

(6)

54 L’ ECONOMISTA 19 febbraio 1922 - N. 2494

NOTIZIE VARIE '

L’andamento della Banca d’ Italia

L'ammontare delle principali operazioni della Banca d’I­ talia Esultava alla fine dell’anno scorso in confronto alla fine dell’anno precedente come esposto nella tabella seguente, in

milioni di lire :

31 Diceml/re 1920 : Portafoglio su Italia 3.-158,8 —■ Anti­ cipazioni su titoli 2.294,2 Depositi in c. c. fruttifero 708,3 — Debiti a vista 1.233,9.

31 Dicembre 1921 : Portafoglio su Italia 3.895,8 Antici­ pazioni su titoli 4.176,2 Depositi in c„ c. fruttiferi 697,1 — Debiti a vista 1.591,7.

Nell’ultimo anno si è avuto quindi il seguente movimento : }j aumento di settecentotrentesètte milioni di lire nel Portafoglio

i su Italia ; aumento di un miliardo e ottocentoottandue milioni di lire nelle anticipazioni su titoli; diminuzione di undici mi­ lioni di lire nei depositi in conto corrente fruttifero e aumento di trecentocinquatotto milioni di lire nei debti a vista.

E ’ da notarsi che nell’ultima decade di dicembre si è avuto un forte spostamento. In tale periodo si è avuto aumento di cinquecentotrentotto milioni di lire nel portafoglio su Italia, aumento di cinquecentotrentotto milioni di lire nelle anticipa- ! zioni su titoli, diminuzione di cento settantaquattro milioni di lire nei depositi in conto corrente fruttifero ed aumento di j settecentotrentasei milioni di lire nei debiti a vista.

Mutui concessi dagli Istituti di credito fondiario dal 1* gennaio all’ottobre degli anni 1920 e 1921.

SU BENI RUSTICI

PERIODO N.Anno 1920Ammontare N .Anno 1921Ammontare Dal 1 Genn. al 30 Settbre 125 21.223.000 151 22.868.500 Nel mese di O ttobre 33 7.012.000 12 2.211.000 Totale a tutto Ottobre 158 28.235.600 163 25.079.500

SU BENI URBANI PERIODO N.Anno 1920

Ammontare N . Anno 1921 Ammontala Dal 1 Genn. al 30 Settbre 270 23.791.500 343 56.637.000 Nel mese di Ottobre 27 2.423.000 16 2.714.500 Totale a tu tto Ottobre 303 26.214.500 359 59.351.500

TOTALE

PERIODO N.Anno 1920Ammontare N .Anno 1921Ammontare Dal 1 Genn. al 30 Settbre 401 45.015.100 494 79.505.500 Nel mese di Ottobre 60 9.435.000 28 4.925.500 Totale a tutto O ttobre 461 54.450.10» 522 84.431.000

Movimento dei depositi presso reca sse di risparmio nel mese di luglio) 1921

Creditodei depositantial 1° luglrj 1921. Depositi a risparmio L. 7.002.643.951

» in conto corrente » 326.927.352 » su buoni fruttiferi » 156.294.587

Versamenti durante il mese di luglio.

Depositi a risparmio L. 454.556.212 » in conto corrente » 175.835.492 » in buoni fruttiferi » 14.032.047

Rimborsi durante il mesedi luglio.

Depositi à risparmio L. 325.061.170

» in conto corrente » 169 682.636 » su buoni fruttiferi » 8.356.977

Creditodeidepositantial 31 luglio 1921.

Depositi a risparmio L. 7.132.138.093 » in conto corrente » 333.080.208 » su buoni fruttiferi » 161.969.657.'

L’ammontare complessivo dei depositi fruttiferi pres so le Casse di risparmio ordinarie è aumentato durante il mese di luglio 1921 da L. 7.485.864.990 a L. 7.627.187.958 con un aumento di lire 141.322.968.

ISTIT U TO IT A L IA N O D I CRED ITO FO N D IARIO

j

Società Anonima - Sede in Roma

Capitale statutario L 100,000,000 - Emesso e versato L 40,000,000 j

Ai termini dell’art. 47 dello Statuto sociale. !

l’Assemblea generale ordinaria dell’Istituto Ita­

liano di Credito’ Fondiario è convocata per il

giorno di sabato 4 marzo corrente anno, alle ;

ore 15, nei locali della sede sociale in Roma ;

via Piacenza n. 6, per deliberare sul seguente

ORDINE DEL GIORNO

1. Relazione del Consiglio di Amministra­

zione.

2. Relazione dei Sindaci.

3. Bilancio al 31 dicembre 1921 e provve- !

dimenti a norma dell’art. 62 dello Sta- !

tuto.

4. Determinazione dell’assegno annuale ai ,

Sindaci.

5. Nomina di Amministratori.

6. Nomina dei Sindaci.

Il deposito delle azioni dovrà essere fatto I

non più tardi del giorno 21 febbraio, cioè 10

giorni prima deil’adunanza, presso gli Stabili-

menti sotto indicati.

Gli intestatari d i certificati nominativi po­

tranno ritirare, fino alla stessa data, il bi-

jj

giretto d i ammissione presso le Sedi della

Banca d ’Italia sotto indicate

,

contro presen­

tazione dei certificati suddetti o delle ricevute

provvisorie d i deposito delle loro azioni.

I l Consiglio di Amministrazione ij.

Elenco degli Stabilimenti incaricati di rice»

vere in deposito le azioni :

Roma,

Banca d ’Italia

(incaricata del servizio

di Cassa dell’Istituto)

Roma,

Banco d i Roma

, Sede.

Bari, Bologna, Firenze, Genova, Livorno,

Milano, Napoli, Palermo,

Torino, Venezia,

Trieste,

Banca d'Italia.

Milano,

Banca Commerciale Italiana, Cre-

i

dito Italiano.

Venezia,

Assicurazioni Generali

,

Trieste,

Assicurazioni Generali.

RIVISTA DEL MERCATO E DEI VALORI

Rassegna settimanale

Il sostegno signoreggiò n ell’ottava spirante che finisce coi m assim i prezzi su non pochi dei princi­ pali valori della quota. D a oltre sei mesi in queste rassegne andiamo affermando che l’abbondanza del denaro affluente alle casse dello S tato avrebbe do­ vuto condurre ad una riduzione su l tasso dei Buoni del Tesoro

(7)

19 febbraio 1922 — N. 2494 L ’ ECONOMISTA 55

1 77)50 oggi e la Rendita 3 ij2 % da 72,95 a 73,50. Si attribuisce l’attuale scarsezza di Consolidato I 5 % sui nostri mercati non solo al forte assorbi­ mento da parte dei nostri capitalisti, ma anche al ritiro di ingenti partite di titoti d ati'sin ’ora in co­ ll modato dal pubblico per fruire dell’abbuono di mezzo

a uno e mezzo per cento annuo pagato dalle B añ ­ il che, le quali se ne servivano per procurarsi delle

disponibilità o per depositi cauzionali.

Duplici sono le considerazioni che derivano dalla ! riduzione del tasso d’ interesse sui Buoni del T e-, | soro. In fatti, questo dimostra che il prezzo del de- j UarO, il Valor d’uso della moneta è entrato ormai

j nella fase discendente ¡ ma inoltre che i bisogni ! dello Stato vanno decrescendo, che l ’ indebitamento ha un ritmo più lento, il quale accenna a rallen- ' tare vieppiù. L ’abbondanza del denaro è divenuto un fenomeno mondiale. In questa settim ana il saggio ufficiale dello sconto venne ridotto a Londra ¡I dal 5 al 4 ij2 % ed in Isvizzera la prim aria carta 1 commerciale e bancaria è ricercata al 2 IJ2 %. Tutte ; le fasi di depressione economica, di stasi negli af- | fari sono caratterizzate da utìa diminuzione del il tasso di sconto accompagnate da uü periodo di de- I naro a buon mercato.

In Italia si prepara un terreno propizio per una emissione di titoli di Stato. L ’ambiente finanziario j è favorevole e riteniamo che il Governo non si la- ! cierà sfuggire l’occasione per consolidare una parte | dei suoi debiti fluttuanti.

Sarà interessante conoscere quale tipo verrà pre­ scelto per la prossima emissione: Buoni settennali 5 %; Consolidato 5 %; oppure Rendita 5112 %? -E’ un errore finanziario creare tanti t ip i. di Rendita, il pubblico risparmiatore preferisce titoli conosciuti con largo mercato e quindi di fàcile negoziazione, Non sarebbe affatto il caso di creare un nuovo ti­ tolo di Stato.

I Gli altri valori della quota registrarono notevoli migliorie. E ’ indubitato che l ’andamento futuro dei I mercati potrà dipendere in non piccola misura dal­ l ’orientazione della politica delle Camere legisla- ¡ tive e del nuovo Ministero, oltreché dai risultati | dell’ esercizio 19 21 delle nostre principali società I anonime, e dalle previsioni pel futuro. Mirabile è j stato il contegno delle nostre borse in fine di set- ! rimana. Infatti senza sapere chi assumerà le redini | del Governo in questi difficili momenti ed igno- j rando completamente il programma finanziario ed ¡ economico del futuro Ministero, i nostri mercati seguirono risolutamente la via del rialzo. Eppure basterebbe qualche accenno a provvedimenti di ca­ rattere demagogico per compiacere qualche gruppo politico per portare lo scompiglio negli ambienti finanziari e per provocare larghe vendite, le quali non troverebbero facile contropartita. Finché per­ sisterà il divieto delle operazioni a termine non si avrà la genuina espressione delle condizioni dei nostri mercati finanziari.

Attualmente riesce facile spostare repentinamente ed in larga misura le quotazioni di tutti i nostri valori in un senso come nell’altro. Molto scarso è T intervento del pubblico ed i professionisti cercano di sbarcare il lunario con qualche moscone : oggi tutti sono compratori, salvo a diventare domani tutti venditori !

Per quanto riguarda le probabili risultanze del­ l’esercizio 19 2 1 cominciano a conoscersi i dati ap­ prossimativi. Sarà interessante per i nostri lettori capitalisti raccogliere le voci che corrono sui divi­ dendi probabili di varie società anonime. Dobbiamo però notare che queste previsioni, non hanno nessun carattere ufficiale e s’ intendono in cifra lorda ; le pubblicheremo nel prossimo numero.

Per non poche aziende purtroppo i risultati sono quali i pronostici avevano fatto ritenere, cioè meno favorevoli che per il passato esercizio.

I valori bancari palesano una sensibile ripresa nel corso dell’ottava. L a Banca d'Italia da 1308 salì a 1337 oggi,- la Banca Commerciale da 869 % passa a 894, il Credito Italiano da 607 a 624, il

Banco di Roma da i n a 1 1 2 Vi. la Disconto cadde !

a 25 circa con scarse transazioni.

Migliorano pure le Meridionali da 268 a 272. D if­ ficilmente questa Azienda distribuirà un saldo per interessi oltre le lire 8, (nette 6,80) pagate in ac­ conto al 1° luglio. L ’utile sarà probabilmente pas­ sato a nuovo in attesa che venga sistem ata la que- stione del pagamento all’estero delle obbligazioni in valuta aurea, e per operare qualche svalutazione j nel suo portafoglio dei titoli industriali.

In ripresa sebbene ancora con mercato ristretto il Rabattino che da 467 sale a 485.

Trascurata la Snia sul 25 e quella di preferenza | a 43. Migliora pure la Fiat che sale da 150 a 164. !;

Offerto ed in regresso VAnsaldo San Giorgio, a se- j| guito delle note vertenze operaie da 23 scende a 28 j

giovedì per chiudere oggi a 19. Spa sostenuta da j 78 lunedì a 81 oggi. Corre insistente la voce delle 1 dimissioni di tutti i vecchi consiglieri genovesi e I della, prossima convocazione di un’assemblea straor- j

dinaria per sostituirli.

Sarà interessante conoscere le vere ragioni che ij hanno motivato il ritiro del gruppo genovese. E ra pure corsa la voce che lo stok di azioni Spa (di­ cesi circa 55 mila) posseduto dal gruppo Ansaldo ì! fosse passato recentemente nelle mani di un’altro gruppo. Ouesta notizia viene ora smentita da buona fonte.

Terni da 385 a 410 ; Ansaldo da 35 a 39, Elba 45 Ilva 16. Tutto il comperto siderurgico non sarà in 1

grado di distribuire alcun dividendo, ivi comprese

j

probabilmente le Terni che registrarono minori red- j

diti, i quali saranno devoluti a svalutazione di par­ tecipazioni azionarie (Cantieri N avali-W ickers Terni j Elba-Ilva-ecc.)

In aumento i Saccariferi : Eridania da 228 a 295 I

Raffineria 345 circa, Industria Zuccheri 320 circa.

Queste aziende chiudono l’esercizio al 3 1 marzo, Si ritiene tu ttavia probabile che non muteranno i di- | videnti,

Fiacco il comparto idroelettrico : Elettricità Alta

Italia da 280 a 2 7 1 ; S ip da 12 7 a 124 L . Si pro­

nostica che per i Tramways Genovesi la soppressione i

del dividente abbia a prolungarsi, quantunque la j situazione vada migliorando per la cessazione a partire dal i ° gennaio di quest’anno dell’equo trat­ tamento e cioè il sopraprezzo dei biglietti sinora dovuti allo Stato verrà lasciato alla Società fino a che non si raggiunga l’interesse del 5 % annuo al capitale (L- 25 per ogni azione da 500). Si veda a tale proposito il Decreto Ministeriale del 29 gen­ naio 1922 n. 40 con provvedimenti a favore delle aziende di Servizi pubblici.

Migliore il Cotonificio Valli di Danzo da 36 % a 37 Vi : l’assemblea annuale è fissata per l’8 marzo.

Gaz Torino in aumento da 356 a 366 sul dividendo probabile di 25 lire. Vénchi 500 circa : l ’assemblea è convocata per il 4 marzo per deliberare l ’even­ tuale distribuzione di nuove azioni gratuite. Of­ ferti i Beni Stabili su liquidazione di qualche po­ sizione al rialzo.

Buoni Settennali 5 % a premio dopo l’estrazione

in leggera contrazione a circa 100 talquale.

Cambi in leggera miglioria, salvo il Francia fermo

sul ribasso a Parigi dei dollari e delle sterline.

Denaro invariato : Riporti 5 ,51 Vt % : Sconto fuori banca 6 % circa.

Torino 18 febbraio 1922.

Gustavo Deslex.

Luigi Ravera, gerente

(8)

56

5)

L ’ ECONOMISTA 19 febbraio 1922 — N. 2494

Banca Commerciale Italiana

SITUAZIONE MENSILE

7)

ATTIVO

Azionisti Conto Capitale i . L. N. in cassa e fondi Ist. em. . » Cassa, cedole e valute . . . » Por1 . su Italia ed est. c B.T.I. » Effetti all’in c a s s o ... » R i p o r t i . ... » Valori di proprietà . . . . «

Anticipazioni sopra valori. . » Corrispondenti-Saldo debitori » Debitori per accettazioni . . » Debitori d iv e rs i... » Partecipazione diverse . . . » Partecipaz. Imprese bancarie » Beni s ta b ili... » Mobilio ed imp. diversi . . » Debitori per avalli... » T it. di propr.Fondo prev. per. »

Titoli in deposito : A garanzia operazioni . . . » A cauzioni servizio... » Libero a c u s to d ia ...» Spese amm. e tasse escrc.coir. » Totale . . . . L. PASSIVO

Cap.soc.(N. 4SO.OOO da L. 500 cad. e N. 8000 da 2500) L. Fondo di riserva ordinaria . » Fondo riserva straordinaria . » Riserva sp.di ammort.rispetto » Fondo tassaaz.-Emiss.1918-19» Fondo prcvid. del personale » Dividendi in corso ed arretrati » Depositi c. c. buoni fruttiferi » Corrispondenti-saldi creditori » Cedenti effetti incasso . . . » Creditori diversi... » Accettazioni commerciali . . » Assegni in circolazione . . . » Creditori per avalli . . . . » t a garanzia operaz. » Dep.di tit.< a cauzione serviz. » ( a libera custodia. » Risconti passivi . . . , . . » Avanzo utili esercizio 1919 . » U tili lordi esercizio corrente. »

31 ottobre 51.214. 415.983. 4.266. 3.857.881. 79.346. 470.827. 176.559. 12.974. 1.598.464. 112.188 150.071. 136.770 73.642 32.212. 281.102. 43.049. 1921 000,— 122,15 156.99 006,97 972,83; 683,15' 998,29; 429,05! 914,24 567,77 219,73 790,37 211,70 654,05 1,— 863.99 509,50 SO novcjnb 51.214 466.236 2.184 3.856.086 78.925 481.791 176.636 12.529 1.412.870 132.946 110.388 137.353 72.849 32.212 289.765 43.049 re 1021 000,— .765,83 .605,27 .980,37 .615,22 .875,70 .537,49 .693,70 .851,78 .017,69 .498,14 .663,72 .469,35 .654,05 1 — .909,92 .509,50 723.883.828,— 702.212.487 — 5.540.362,— 5.535.362 — 5.769.315.080,— 5 136.245.329 — 95.354.405,79 102.625.470,91 14.090.649.777,57 14.333. COI .267,64 400.000. 176.000. 000,-400.000. 000 — 176.000. 000 — 7. 43 830 ' 4.826, 168, 306 112 299 281 723, 5 5.769 191.203,65 854.117,35 261.436,— 072.177.39 .484.228,93 761.479,45 107.738.40 ,188.567,77 ,229.994,84 ,102.863,99 ,883.828,— ,540.362,— ; .315.080,— 856.150,08 800.549,72' 4. 7.191 44.139 1.185 844.984 698.639 170 273 297.866 132.946 275.213 289.705 702.212 5.535 .136.245 .203.65 .801,23 .598 — .776,05 .408,07 .459,19 .167,64 .017,69 . 145,69 .909,92 .487 — .362 — .329 — T ótale 856.150,08 138.800.549,72'_ 150.606.452,43 . L. 114.090.649.777,57 14.333.601.267,64

6

)

Banca Italiana di Sconto

SITUAZIONE MENSILE ! ATTIVO C a s s a ... L. P o rta fo g lio ...» Conto r i p o r t i ...» Titoli di proprietà... » Corrispondenti - saldi debitori » Conti diversi - saldi debitori » E s a tto rie ...» Partecipazioni...» Partecipazioni diverse. . . . » Beni s ta b ili...» Soc.an. di costruzione «Roma» » Mobilio, Cassette di sicurezza » Debitori per accettazioni . . » Debitori per avalli... »

Conto Titoli : fondo di previdenza . » a cauzione servizio. . » presso t e r z i ... in d e p o s iti...» L. PASSIVO Cap.soc.N.630.000az.daL.500L. Riserva o r d in a r ia ... » Fondo deprezzamento immob. » U tili in d iv is i...» Azionisti - Conto dividendo. » Dep. in c|c ed a risparmio e

buoni frutt. a scadenza fissa » Corrispondenti - saldi credit. » Conti diversi - saldi creditori » Assegni in circolazione . . . » Accettazioni per conto terzi. » Avalli per conto terzi . . ..» Numerario in cassa... » Fondi presso Istituti di cmiss. » Cedole, Titoli estratti - valute » Anticipazioni su titoli . . . » Assegni in circolazione . . . » Creditori diversi - saldi credit. » E s a tto rie ...» Copto t it o l i ... » R is c o n to ... » Utili lordi del corr. esercizio »

SO settem bre 19211 349.578.109,68! 2.055.193.201,40 248.735.399,44 152.267.236 — 1.742.804.046,38 48.467.652.45 1.595.155,44 85.907.064.45 152.099.774,13 32.394.317,53 4,200.000 — 1 — 175.508.160,12 211.891.200,42 12.916.741,41 10.143.653 — 361.075.696,23 3.352.402.608,87 81997.240.017,95 315.000.000 73.000.000 5.105.798,90 879.642,52 980.361.284,93 3.150.842.776,65 106.380.221,18 271.778.402,80 175.508.160,12 211.891.200,42 SI ottobre 351.492. 1.969.808. 238.291 141.069 1.758.006 47.763 496 85.982 153.890 32.355 4.200 199.776 234.303 1921 864,45 052,69 661,96 ,620,47 ,443,52 ,908,93 149.22 .064,15 ,431,58 ,929,38 .000,— 1 — .845,82 54d,10 13.284.987,— 10.767.578,— 348.505.152,56 3.347.259.190,13 8.937.312.427,06 3.736.538.699,51 19.953.830,92 315.000.000,— 73.000.000,— 5.105.798,90’ 879.642,52 922.111.888,61 3.074.497.784,12 96.826.963,31 274.343.702,34 199.776.845,92 234.303.546,10 13.284.987,— 10.767.578,— 348.505.152,56 3.347.259.190,13 21.649.347,55 ATTIVO

Banco di Roma

SITUAZIONE MENSILE 31 ottobre 1921 i 30 novembre 1921 Cassa...L Portafoglio Italia ed Estero. Effetti all’incasso per ci Terzi Valori pubblici e privati . . Titoli in deposito a conto corr Partecipazioni bancarie. . . Partecipazioni diverse . . . R iporti... Beni s ta b ili... Conti correnti garantiti, . . Corrisp. Italia ed Estero. Debitori div. e conti debitori Debitori per accett. commerc Debitori per avalli e fideiussion Mobilio, casse forti e spese imp Totale . . . L Valori Cassa di Previdenza .

Titoli \ a S‘aranzia • in deposito | a custodia ! Depositari t it o l i ... Totale . . .L PASSIVO Capitale sociale...L Fondo di riserva ordinario .

» straordinario. . » speciale. . . . Dep. a conto corr. od a risp Depositi titoli in conto corr. Assegni in circolazione . . . Assegni ordinari... Corrisp. Italia ed Estero . . Creditori div. e conti credit: Dividendi su nostre Azioni . Accettazioni commerciali . . Avalli e fideiuss. per c| Terzi Avanzo utili eserc. precedente Utili netti del corr. esercizio .

L. D epositanti... Depositi presso terzi...

Totale 156.410.97 084.409,75 723.392,80! 897.174.98 240.078,— 244.063,93¡ 428.188,471 019.854,151 ,254.362,04] .272.500,37' .778.590,10 .400.738,05 728.603,35 464.097,81 _ Ir— 3.788.370.843.12 1.418.056,81 265.415.477,51 6.322.340,75 622.907.719,95 701.004.011,98 5.385.438.450.12 151. 76 50. 108. 578 50 262 13 1.305 28 121 122 20 135 410.97 471,01 646,86 174.98 078 — 673,90 441,59 .788,90 782,38 .126,44 .908,54 .775.60 .581,25 .992,97 1 — 3.846.997.855.02 1.418.056,8i 270.064.851,04 7.040.050,70 609.635.359,68 701.336.846,51 151.156. 777.969. 53.959. 110.970 655.225 50.544 280.326 13.910 .312.819 28.152 131.776 115.519 24.242 134.423 5.436.493.619,76 • L. 150.000. 2.166. 12.000. 6.000. 786.758. 625.323. 24.326. 155 042. .745.161. 115.389, 319. 20.728. 135.464 126 9.563 000,-1 861,881 000,— 000,— 669,— 478,— 733,13 045,06 875,201 409,25[ .393,251 ,603,35) ,097,81 .662.65' 014,54: 150.000 2.166 12.000 6.000 794.410 655.225 19.843 156.593 .771.165 109.950 278 24.242 134.423 126 10.570 000 — 861,88 000,— 000,— 188,32 .078 — 955,15 689,04 626,70 145,93 .612,— .581,25 .92.2,97 .662,65 .161,14 3.788.370.843,12 3.846.997.855,02 8 90.003.595,02 ] 288.158.318,23 701.004.011,08; 701.336.846,51 8)

Credito Italiano

SITUAZIONE MENSILE T o ta le ...L. 8.997.240.017,95 8.973.312.427,60 ATTIVO)

Azionisti saldo Azioni. . . L. Cassa... . » Portafoglio Italia ed Estero . » R ip o r ti... » Corrispondenti... . » Portafoglio tito li. . . » Partecipazioni...» S t a b i l i ... » Debitori d iv e rs i...» Debitori per avalli . . . . » Conti d ’ordine :

Titoli Cassa Prev. Impiegati» Depositi a cauzione . . . » Conto tito li...» Totale . .L.

PASSIVO

C a p it a le ... » . . . Riserva... Dep. conto corr. ed a risparm. Corrispondenti... ... . . Accettazioni... Assegni in circolazione . . . . Creditori diversi... A v a l l i ... Esercizio precedente... U tili... Conti d ’ordine :

(9)

I S T I T U T O I T AL I A NO

D I

CREDITO

FONDIARIO

Capitale statutario 1.100 milioni • Emesso e versato L. 40 milioni

SEDE

IN

ROMA : Via Piacenza, 6

(Palazzo proprio)

L ’Istituto Italiano di Credito Fondiario fa mutui ai 5 per cento, ammortizzabili da IO a 50 anni, I mu­ tui possono esser fatti, a scelta dal mutuatario, in contanti o in cartelle.

Il mutuo dev’essere garantito da prima ipoteca sopra immobili di cui il richiedente possa compro­ vare la piena proprietà e disponibilità, e che abbiano un valore almeno doppio alla somma richiesta e dia­ no un reddito certo e durevole per tutto il tempo del mutuo. Il mutuatario ha il diritto di liberarsi in parte o totalmente de! suo debito per anticipazione, pagando all’Erario ed a ll’Istituto i compensi a norma

di legge e contratto.

Per la presentazione delle domande e per ulteriori schiarimenti sulla richiesta e concessione di mutui, rivolgersi alla Direzione Generale dell’Istituto in Ro­ ma, come pure presso tutte le Sedi e succursali della Banca d’Italia, le quali hanno esclusivamente la rap­ presentanza dell’Istituto stesso.

Presso la sede dell’Istituto e le sue rappresentanze sopra dette si trovano in vendita le cartelle fondiarie e si effettua il rimborso di quelle sorteggiate e il pa­ gamento delle cedole.

Monte dei Paschi di Siena

e Sezioni annesse:

[A S M DI RISPARM IO. [DEDITO FONDIARIO E MONTE PIO

Succursale di ROMA S. Silvestro, 62

Filiali in Abbadia S. Salvatore, Arezzo, Asciano, Buon- convento, Casteldepiano, Castelfiorentino, Castel- nuovo Berardenga, Cecina, Certaldo, Chianciano, Chiusi, Colle d’Elsa, Empoli, Firenze, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Marittima, Montevarchi, Monticiano, Piombino, Pistoia, Pitigliano, Poggi- bonsi, Pontedera, Portoferraio, Porto S. Stefano, Radicondoli, Roma, S. Gemignano, S. Quirico d’Orcia, Sinalunga e Torrita.

A n n o 3 5 0 d’ eserci zi o

O P E R A Z I O N I

Depositi : Libretti di risparmio ordinario a piccolo risparmio e speciali al 3, 3,25 e 3,50 per cento libretti di deDosito vincolati al 3,25 - 3,50 3,75 e al 4 per cento - Buoni fruttiferi a scadenza fis­ sa dal 3,25 al 4 per cento - Conti correnti a vista al 2,5 per cento.

Impieghi : Mutui ipotecari e fondiari a privati e a Enti morali - Conti correnti guarentiti da ipote­ che da titoli e da cambiali - Acquisto di titoli e riporti - Sconti cambiari - Prestiti su pegno. Diverse: Effetti all’incasso - Assegni su eie infrutti­

fero - Depositi per custodia e amministrati - As­ sicurazioni operaie, popolari di maternità.

BANCO DI RO

SOCIETÀ ANONIMA - CAPITA LE L. 150.000.000 INTERAM ENTE VERSATO

Sede Sociale e Dir e z io n e Ce n t r a l e : ROMA, Corso Umberto I, 307 (Palazzo proprio) - ROMA

FILIALI IN ITALIA: Alba, Albano Laziale, Anagni, Andria, Anzio, Aquila, Arcidosso, Arezzo, Assisi, Aversa, Avezzano, Bagni di Lucca, Bagni di Montecatini, Bari, Benea Vgienna, Bibbiena, Bologna, Bolzano, Bra, Brescia, Camaiore, Cam- piglia Marittima, Canale, Canelli, Carate Brianza, Carrù, Castellamonte, Castelnuovo di Garfagnana, Castiglion Fioren­ tino, Catania, Cecina, Celano, Centallo, Ceva, Chiusi, Città di Castello, Conio, Cortona, Cotrone, Cuorgnè, Fabriano, Fermo, Firenze, Foggia, Foiano della Chiana, Foligno, Fossano, Frascati, Frosinone, Gaiole in Chianti, Gallipoli, Genova, Grosseto, Gubbio, Intra, Ivrea, Livorno, Lucca, Luserna San Giovanni, Marciana Marina, Merano, Messina, Milano, Modica, Mondovì, Montesampietrangeli, Napoli, Nocera Inferiore, Norcia, Novi Ligure, Oneglia, Orbetello, Orvieto, Pagani, Pal- lanza, Palermo, Pietrasanta, Pinerolo, Piombino, Pontedera, Portoferraio, Porto S. Giorgio, Potenza, Roma, Salerno, Sansevero, Saronno, Segni-Scalo, Siena, Siracusa, Tagliacozzo, Tivoli, Torino, Torre Annunziata, Torre Peliice, Trento,

• Trieste, Velletri Viareggio, Viterbo. FILIALI NELLE COLONIE: Bengasi, Tripoli d’Africa. »

FILIALI ALL’ESTERO : Francia: Parigi, Lione. Spagna: Barcellona, Tarragona, Montblanch. Svizzera: Lugano, Chiasso,

Egitto : Alessandria, Cairo, Porto Said, Monsourah, Tantah, Beni Magar, Beni Soueff, Bibeh, Dessouk, Fashn, Kafr-EI-Cheikh

Magaglia, Mehalla Kebira, Minich, Mut Gamr, Zagazig - M alta: Malta. Turchia: Costantinopoli. Asia Minore: Smirne, Scalanova, Solzia. Siria : Aleppo, Alessandretta, Beyruth, Caiffa,Damasco,Giaffa, Tripoli. Palestina : Gerusalemme, Rodi!

O P E R A Z I O N I E S E R Z I Z I D I V E R S I :

DEPOSITI IN CONTO CORRENTE liberi e vincolati — CONTI CORRENTI DI CORRISPONDENZA in Lire italiane e valuta estera. - DEPOSITI A RISPARMIO. SCONTO E INCASSO EFFETTI, semplici e documentati, sull’Italia ™ J Ì9,1^ ZL9LN1 E RIPORTI su valori pubblici e industriali. - OPERAZIONI DI CREDITO AGRARIO.

PESSIO N.-, GRATUITA ED IMMEDIATA DI ASSEGNI CIRCOLARI pagabili a vista sulle principali piazze d Italia — LETTERE DI CREDITO E CHEQUES sulle principali piazze d’Italia e dell’ Estero. — ESECUZIONE DI ORD NI m ^ l ^ ™ s.er-ì&Iiane ed estere- - APERTURE DI CREDITO, libere e documentarie. — VERSAMENTI SEMPLICI E

mondo- - NEGOZIAZIONE DI DIVISE ESTERE a vista e a termine. - CAMBIO . ÌONETE E BUONI BANCA ESTERI. — SERVIZIO DI CASSA per conto dì amministrazioni e privati. — PAGAMENTO

d’ imposte, utenze, assicurazioni, ecc. — SERVIZIO MERCI.

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