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Atti - V Convegno Nazionaledi Medicina Legale Previdenziale

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Academic year: 2022

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(1)

www.inail.it

SOVRINTENDENZA MEDICA GENERALE e-mail: sovrintendenzamedica@inail.it DIREZIONE CENTRALE COMUNICAZIONE

e-mail: dccomunicazione@inail.it

Volume I

Atti - V Convegno Nazionale di Medicina Legale Previdenziale

Centro Congressi Forte Village

20-22 ottobre 2004 - S. Margherita di Pula (Cagliari)

Volume I

A tti - V C on vegno Nazionale d i Medicina L egale P revidenziale

(2)

di Medicina Legale Previdenziale

Centro Congressi Forte Village

Volume I

(3)

SOVRINTENDENZA MEDICA GENERALE Responsabile: Dott. Giuseppe Cimaglia

SETTORE VII

(Formazione, Aggiornamento Professionale, Pubblicazioni e Convenzioni) Responsabile: Dott. Giuseppe Bonifaci

Collaborazione tecnica Sig. Fabrizio Pelone

In copertina immagine fotografica Teatro Città di Nora (Cagliari)

“Su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali”.

E’ fatto divieto a chiunque di ulteriore riproduzione e duplicazione con qualsiasi mezzo.

Stampato dalla Tipolitografia INAIL di Milano nel mese di giugno 2005

(4)

LEZIONE MAGISTRALE

L’ESPERIENZA EUROPEA NELLA DEFINIZIONE DELL’ASSOCIAZIONE CON IL LAVORO DI PATOLOGIE TUMORALI, STRESS-CORRELATE E

DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO ... 25 P.A. Bertazzi

Prima Sessione

PATOLOGIE STRESS-CORRELATE:

RISULTANZE E PROSPETTIVE NELLA TUTELA INAIL

LA VALUTAZIONE DEL DANNO PSICHICO DA COSTRITTIVITÀ

ORGANIZZATIVA E MOBBING... 43 P. Pappone, A. Citro

LA VALUTAZIONE DELLA SALUTE PSICHICA DEL LAVORATORE IN OCCASIONE DELLE VISITE PREVENTIVE E PERIODICHE: UNA

PROPOSTA METODOLOGICA ... 55 A. Citro, P. Pappone P.

I FATTORI PSICO-SOCIALI DELLA PATOLOGIA DA STRESS:

DETERMINAZIONE DEL DANNO E DEL NESSO CAUSALE NELLE

SITUAZIONI DI COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA... 61 P. Pappone, P.G. Iacoviello, A. Citro, P. Di Palma, L. Maglio, A. Iacoviello

Seconda Sessione

PATOLOGIE DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO:

RISULTANZE E PROSPETTIVE NELLA TUTELA INAIL ASPETTI CLINICI DELLE PATOLOGIE DA SOVRACCARICO

BIOMECCANICO DELL’ARTO SUPERIORE... 71 M. Dell’Omo, S. Ciabatta, G. Abbritti

DISTURBI E PATOLOGIE MUSCOLOSCHELETRICHE DELL’ARTO SUPERIORE CORRELATI CON IL LAVORO. LE LINEE GUIDA DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA DEL LAVORO E IGIENE

INDUSTRIALE ... 81 P. Apostoli

DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI DA TRAUMI RIPETUTI AGLI ARTI SUPERIORI: SPERIMENTAZINE DI TRE METODI DI ANALISI

DEL RISCHIO... 95 F. Liotti, A. Palmieri, L. Romano, A. Perrotta, E. Savino

VOLUME I Pag.

(5)

Terza Sessione

PATOLOGIE TUMORALI LAVORO-CORRELATE

LE LINEE GUIDA SIMLII PER LA SORVEGLIANZA SANITARIA DEGLI

ESPOSTI AD AGENTI CANCEROGENI NEI LUOGHI DI LAVORO ... 107 E. Pira

CLASSIFICAZIONE COMUNITARIA DEI CANCEROGENI E PRESUNZIONE TABELLARE DI RISCHIO DA CANCEROGENI OCCUPAZIONALI

EX D.P.R. 13 APRILE 1994, N.336 ... 113 A. Berra

LA RICETTA ATTIVA DEI TUMORI PROFESSIONALI:

L’ESPERIENZA DI PARMA... 123 C. Bertetti, F. Cigala, E. Bergamaschi, E. Chiesa, M. Ferrari, S. Lucertini, F. Magnani

B. Mauro, S. Paglioli, M. Riccò, F. Roscelli, M. Spaggiari, P. Vitali, I. Franchini

Quarta Sessione TAVOLA ROTONDA

APPLICAZIONE DEL DANNO BIOLOGICO IN AMBITO INAIL: ASPETTI

GIURISPRUDENZIALI, RISULTANZE STATISTICHE E ASPETTI MEDICO LEGALI RISULTANZE DELL’APPLICAZIONE DEL DANNO BIOLOGICO DOPO

QUATTRO ANNI DAL D.L.VO 38/2000 ... 139 G. Cimaglia

Quinta Sessione

RIABILITAZIONE E REINSERIMENTO SOCIALE DEL DISABILE:

L’ESPERIENZA DELL’INAIL

LA RIABILITAZIONE IN INAIL... 145 D. Nicita, V. Gazzotti, T.A. Moscato

INFORMAZIONE, ASSISTENZA E CONSULENZA NELLA PRESCRIZIONE

DI DISPOSITIVI TECNICI PER NEUROLESI, L’ESPERIENZA DEL C.I.A.C. ... 149 V. Castaldo

LA RIABILITAZIONE IN SICILIA - ESPERIENZE E PROSPETTIVE ... 157 S. Anzalone, V. Cassarà

ATTUAZIONE DELL’ART. 24 DEL DECRETO LEGISLATIVO 38/2000: DUE

PROGETTI PER IL REINSERIMENTO LAVORATIVO DI SOGGETTI DISABILI 165 V. Vitto, V. Paolucci, A. Podestà, A. Giacchello, R. Ivaldi, E. Spontoni, R. Reami,

P. Minoletti, M.P. Rossi, R. Lamattina, M. Ferrari

(6)

RECANTE DISPOSIZIONI SUL PRONTO SOCCORSO AZIENDALE:

LUCI ED OMBRE... 177 A. Ossicini, M.C. Casale, L. Bindi

LA PREVENZIONE NEI LAVORI FLESSIBILI/ATIPICI ... 183 A. Bergamaschi, B. Sed

LA PREVENZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO E LA MEDICINA PREVENTIVA A GARANZIA DELLA TUTELA DELL’INTEGRITÀ PSICO-FISICA DEL LAVORATORE. RUOLO DEL MEDICO COMPETENTE QUALE PROMOTORE GLOBALE DELLA SALUTE E RUOLO DELL’INAIL QUALE ENTE

PROMOTORE E CUSTODE DELLA PREVENZIONE ... 199 M. Puglisi

Sessione Comunicazioni

SICUREZZA NELL’INDUSTRIA: L’ESPERIENZA FIAT-GM POWERTRAIN

DI TERMOLI ... 209 L. Aprile, G. Visaggi, P. Iacoviello, M.C. Mascaro, V. Vecchione

IL DANNO VESTIBOLARE: PROPOSTA RAGIONATA DI ACCERTAMENTO

E VALUTAZIONE ... 213 V. Calabretta, M. Degli Innocenti

PATOLOGIA PSICHIATRICA E TECNOPATIA: RIFLESSIONI IN TEMA

DI INDENNIZZABILITÀ ... 225 V. Castaldo, R. Attimonelli

IL DANNO BIOLOGICO QUALE PARAMETRO VALUTATIVO NELLE

REALTÀ PREVIDENZIALI ... 233 F. Cattani, T. Di Biagio

I PRINCIPI DELLA LEGGE 68-99 NELLA REALTÀ ITALIANA ED

EUROPEA ... 237 T. Di Biagio, F. Cattani

PROBLEMATICHE CLINICHE E MEDICO LEGALI NELLE SINDROMI

DA STRESS ... 243 C. Iaccarino, A. Ficca, L. Calandriello, D. Iaccarino, P. Alfieri

LE PATOLOGIE STRESS-CORRELATE NELLA CAUSALITÀ DI SERVIZIO

IN AMBITO INAIL... 255 V. Gallo, E. Ienzi, A. Di Giacobbe

(7)

RECRUDESCENZA DELL’INFEZIONE TUBERCOLARE IN PERSONALE DI LABORATORIO MICROBIOLOGICO: SPUNTI SULLA METODOLOGIA

DI PREVENZIONE IN SEGUITO ALL’OSSERVAZIONE DI TRE CASI ... 267 G. La Paglia, G. Maira, M. Mezzatesta

TUMORE POLMONARE DA FUMO PASSIVO. IL PRIMO CASO AMMESSO

ALL’INDENNIZZO INAIL ... 277 C.E. Manca, S. Pavanetto

NEOPLASIE DEL TUBO DIGERENTE IN PRESUNTI ESPOSTI AD AMIANTO:

PRIME SEGNALAZIONI STATISTICHE ... 283 C. Meriggi, F. Giacinti

INCIDENZA DELLA SINDROME DEL TUNNEL CARPALE NELLA

ZONA SENESE ... 293 M. Mondelli, F. Giannini, M. Roggi

PARAOLIMPIADI E ATTIVITÀ SPORTIVA DEL DISABILE.

ESPERIENZA DELLA SEDE INAIL DI PALERMO... 295 P. Scelfo, M. Puglisi, G. Maira

IL SOVRACCARICO BIOMECCANICO DEGLI ARTI SUPERIORI NELLA

LAVORAZIONE A MANO DEI SIGARI... 303 E. Vanni, R. Pera

IL DANNO PSICHICO E LA VALUTAZIONE IN AMBITO INAIL:

IL D.L.38/00 NECESSITÀ E PROPOSTE... 311 V. Vecchione, P.G. Iacoviello, G. Visaggi, L. Aprile

POSTER

VALUTAZIONE DEL RISCHIO E DEL DANNO DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO DEGLI ARTI SUPERIORI, IN UNA AZIENDA METALMECCANICA ADDETTA ALLA PRODUZIONE DI MOTORI ELETTRICI: MAPPE DI RISCHIO E RISULTATI DELLA

SORVEGLIANZA SANITARIA ... 325 G. Bella

L’INAIL E LA LEGGE 68/99: IL REINSERIMENTO LAVORATIVO DEI DISABILI .. 359 P. Mele

IL LIBRETTO ITINERANTE DEL LAVORATORE QUALE APPLICAZIONE DEL DECRETO LEGISLATIVO 276/03. ASPETTI METODOLOGICI E STUDIO

DI FATTIBILITÀ ... 367 L. Mercadante, E. Saldutti, M. Innocenzi

TUMORI NON TABELLATI RICONOSCIUTI NEL QUINQUENNIO 1999-2003... 371 A. Ossicini, M.C. Casale, L. Bindi, D. Orsini

(8)

REINSERIMENTO SOCIALE DEL DISABILE INAIL. L’ESPERIENZA

DELL’EQUIPE MULTIDISCIPLINARE DELLA SEDE DI LEGGE ... 381 E. Savino, M. Marrazza

ANALISI COMPARATIVA DEL VALORE-PUNTO TRA D.L.VO 38/2000 E

D.P.R. 1124/65 (T.U.) ... 385 E. Savino, F. Timo

INSTABILITÀ DEL POLSO DI ORIGINE PROFESSIONALE DA POSIZIONE

E MOVIMENTI RIPETUTI... 393 F. Troìa, S. Capone

STRESS LAVORATIVO E SINDROME X ... 399 F. Troìa, S. Capone, V. Polluce

ALTRI CONTRIBUTI

I RISCHI PROFESSIONALI NEL COMPORTAMENTO DEL MOBILE IMBOTTITO. I DATI DI PREVALENZA DI PATOLOGIE DEGLI ARTI SUPERIORI E DEL RACHIDE IN ALCUNE GROSSE AZIENDE E POSSIBILI STRATEGIE DI COLLABORAZIONE CON L’INAIL A FINI

PREVIDENZIALI ... 429 P. Allamprese, P. Amico, G. Rubino, S. Nicoletti

LA PRATICA ERGONOMICA QUALE VALORE AGGIUNTO NELLA

PROMOZIONE DELLA SALUTE DEI LAVORATORI ... 443 E. Anselmi, A. Baldacconi, A. Sacco

UN TRIENNIO DI MONITORAGGIO DEL DANNO BIOLOGICO IN BASILICATA.

ESAME DEI DATI, CONSIDERAZIONI E LINEE PROSPETTIVE... 451 G. Bellettieri, B. Giordano, M. Puglia, G. Satriani

VALUTAZIONE DELLE RESIDUE CAPACITÀ LAVORATIVE E

FORMULAZIONE DI DIAGNOSI FUNZIONALE... 459 G. Bellofiore, P. La Spada

REINSERIMENTO LAVORATIVO DEL DISABILE NEI DIVERSI AMBITI DI

TUTELA ... 463 C. Blasi, F. Giacinti

L’APERTURA DELL’ASSICURAZIONE PREVIDENZIALE ALL’INDENNIZZO DEI TUMORI PROFESSIONALI E LAVORO CORRELATI ... 469 M. Bottazzi, C. Marmo

(9)

PATOLOGIE DA DISADATTAMENTO LAVORATIVO: PROPOSTA DI

METODOLOGIA DIAGNOSTICA E VALUTATIVA... 489 R. Buselli, A. Cristaudo, C. Carnevali

EQUIPE MULTIDISCIPLINARE DI I° LIVELLO: DALLA PRESA IN CARICO AL REINSERIMENTO LAVORATIVO-SOCIALE. VALUTAZIONE DI

INFORTUNATI NEL PERIODO 2001-2003... 497 M. Cacciabue, A. Palombella, G. Grignola, I. Pitaffi

LA TUTELA INDENNITARIA DEL DANNO DI ORIGINE LAVORATIVA

ALLA LUCE DEI MUTAMENTI IN RESPONSABILITÀ CIVILE ... 501 C. Carnevali

DANNO DENTARIO: VALUTAZIONE MEDICO LEGALE.

PROBLEMATICHE EMERSE ALLA LUCE DEL D.LGS 38/2000 E D.M. 12/7/2000 .. 513 C. Casali, G. Delucchi, M. Vignoli

DEOSPEDALIZZAZIONE ASSISTITA PER PAZIENTI A GRAVISSIMA

DISABILITÀ. UN ESEMPIO DI COLLABORAZIONE INTERISTITUZIONALE .... 529 V. Castaldo, D. Casamassima

VALUTAZIONE DEL DANNO OCULISTICO PERIMETRICO NEGLI INFORTUNI A COMPROMISSIONE RETINICA MACULARE: LIMITI DEGLI ATTUALI INDICI TABELLARI CON RIFERIMENTO AD UN PARTICOLARE CASO CLINICO ... 535 G. Cozzolino, R. Bongarzone, D. Mellucci, S. Nicolini

MOBBING NEL SETTORE PUBBLICO. ANALISI DI UN CASO EMBLEMATICO 541 F. D’Auria, S. Spiritigliozzi, D. Mazzarella, R. Ucciero, G. Cuomo

DOMOTICA E DISABILITÀ ... 547 A. Davalli, R. Sacchetti, D. Orlandini

MALATTIE PROFESSIONALI NON TABELLATE - PATOLOGIE DEL RACHIDE.

RIFLESSIONI ALLA LUCE DI RECENTE ESPERIENZA DELLA SEDE INAIL DI GENOVA SULLA CATEGORIA LAVORATIVA DEI TAXISTI ... 555 D. De Angelis, M.F. Girbino, V. Mortara

DL 38/2000 E DM 3.7.2003: DUE DIVERSE TABELLE PER LA VALUTAZIONE

DEL DANNO BIOLOGICO ... 561 A. Farmalli, L. Foschi

NEOPLASIE VESCICALI IN ESPOSTI AD AMINE AROMATICHE IN UNA FABBRICA CHIMICA DELLA VAL BORMIDA: MAPPE DI RISCHIO,

NUOVE CONOSCENZE E STIMA DEI CASI ATTESI ... 569 F. Giacinti, G. Meinero

TRAUMI SPORTIVI DI CALCIATORI PROFESSIONISTI: CASISTICA DI INFORTUNI DENUNCIATI ALL’INAIL DALLE DUE MAGGIORI SOCIETÀ CALCISTICHE TORINESI DOPO L’ENTRATA IN VIGORE DEL DL 38.2000.

(10)

A PROPOSITO DI UN CASO DI MORTE IMPROVVISA CARDIACA IN

MARITTIMO ... 579 C. Iaccarico, A. Citro, L. Calandriello, A. Ficca, D. Iaccarino

IL MOBBING IN ITALIA E LE ESPERIENZE DEGLI ALTRI PAESI COMUNITARI:

ASPETTI PREVIDENZIALI E GIURIDICO-NORMATIVI ... 591 A. Iacoviello, P.G. Iacoviello, E. Cerullo, P. Di Palma, M.C. Mascaro, A. Citro

CASE REPORT: ANALISI DEI FATTORI PROGNOSTICI NELLE FERITE

PENETRANTI DEL BULBO OCULARE. ASPETTI CLINICI E MEDICO-LEGALI 633 P.G. Iacoviello, P. Fatica, L. Aprile, E. Savino, G. Giorgetti, M.C. Mascaro

CASE REPORT: CONSIDERAZIONI CLINICHE E MEDICO LEGALI SU UN RARO CASO DI ROTTURA TRAUMATICA DELLA VALVOLA AORTICA

IN AMBITO INAIL... 635 P.G. Iacoviello, D. Pantaleo, D. Triggiani, L.B. Tecchia, E. Cerullo, V. Vecchione

EPATITI VIRALI B e C TRA I LAVORATORI OSPEDALIERI ... 643 S. Laurita, A. Masi, M. Puglia, G. Satriani

INQUINAMENTO INDOOR E SALUTE: STUDIO CONDOTTO IN DUE

ISTITUTI SCOLASTICI DELLA CAMPANIA... 675 F. Liotti, G. Goglia, E. Savino, A. Grassi, F. Gargiulo, C. Fournier, A. Autiero

PRIMI RISULTATI DELLA VALUTAZIONE DEL RAPPORTO DIABETE E LAVORO EFFETTUATA MEDIANTE L’UTILIZZO DI UN QUESTIONARIO

SEMISTRUTTURATO ... 695 F. Liotti, L. Romano, A. Palmieri, E. Savino, A. Grassi

RUMORE E PREVENZIONE ... 705 L. Maci, A.M. Stasi

ATTRIBUZIONE ALL’INAIL DEI COMPITI DI RIABILITAZIONE DEL LAVORATORE INFORTUNATO: POSITIVITÀ DI UN ANNO DI ESPERIENZE DI ATTIVITÀ INTEGRATA DEL CENTRO MEDICO LEGALE, DELL’EQUIPE MULTIDISCIPLINARE E DEL CENTRO DI RIABILITAZIONE DELLA

SEDE INAIL DI PALERMO ... 711 G. Maira, P. Scelfo, D. Orlando, M. Mezzatesta, S. Virga, S. De Luca,

D. Anzalone, S. Arcoleo

NEOPLASIE DI SOSPETTA ORIGINE PROFESSIONALE: ESPERIENZE E RISULTATI DEL GRUPPO DI LAVORO ISTITUITO PRESSO LA DIREZIONE

REGIONALE PIEMONTE ... 727 P. Malavenda, M. Cacciabue, F. Filippi, M. Ottolia, C. Loverci

(11)

GLI INFORTUNI DEL LAVORO NEL POLICLINICO DI BARI ... 733 M.A. Malerba, G. Marinelli, R. Attimonelli, R. Quaranta, A. Dell’Erba

IL SISTEMA DELLA QUALITÀ AZIENDALE ALL’INTERNO DEL

CENTRO PROTESI ... 751 M. Manetta, D. Orlandini

CASE REPORT: CASO MORTALE DI LEPTOSPIROSI RICONOSCIUTO

COME INFORTUNIO LAVORATIVO ... 757 M.C. Mascaro, P.G. Iacoviello, L. Aprile, L. Barbonetti, P. Scarano

TUTELA GLOBALE E REINSERIMENTO LAVORATIVO DELL’INFORTUNATO E TECNOPATICO: SEGNALAZIONE DI UN CASO ... 769 V. Mellino, D. Crupi, A. Costantino

INCIDENZA DELLA NEUROPATIA DEL NERVO ULNARE AL GOMITO

NELLA PROVINCIA DI SIENA... 779 M. Mondelli, F. Giannini, M. Roggi

MOBBING, BURN-OUT, DISAGIO LAVORATIVO:

CONSIDERAZIONI MEDICO LEGALI MIRATE ALL’ESPERIENZA INAIL ... 783 V. Mortara, C. Casali

ATTIVITÀ FISICHE LAVORATIVE E RISCHIO DI OSTEOARTROSI AGLI

ARTI INFERIORI... 793 S. Nicolini

L’AMBULATORIO DI FISIOCHINESITERAPIA DELLA SEDE INAIL DI ASTI:

ORGANIZZAZIONE, OBIETTIVI, RISULTATI, RIFLESSIONI SUI PRIMI

DIECI MESI DI ATTIVITÀ... 813 G. Novellone, R. Bramafarina, S. Parello, G. Sparagno

VALUTAZIONE DELLA CAPACITÀ FUNZIONALE NELL’AMPUTATO DI

ARTO INFERIORE ... 817 D. Orlandini, D. Nicita

INCIDENZA DI IPERTENSIONE ARTERIOSA ESSENZIALE IN DIFFERENTI

ATTIVITÀ LAVORATIVE ... 821 S. Palladino, A. Scialdone, C. Giordano, M.T. Laieta, M. Peduto, P. Pecoraro,

L. Romano, A. Palmieri, E. Savino, S. Caputo

L’INTEGRAZIONE DI FUNZIONI NELLA PROSPETTIVA DEL DISABILITY

MANAGEMENT ... 829 L. Perrone, D. Grifeio

IL REINSERIMENTO LAVORATIVO: OBIETTIVO DELL’INAIL E DEL

DISABILE... 835 L. Perrone, D. Grifeo

(12)

RIABILITATIVA ... 845 M. Puglisi, P. Scelfo

PATOLOGIA EMERGENTE O … ANCHE ALTRO? CONTRIBUTO AD UNA

RIFLESSIONE INTERDISCIPLINARE SUL FENOMENO MOBBING ... 851 A. Resti

LA VIREMIA DA EPATITE C: UNA PROPOSTA DI VALUTAZIONE E DI

MONITORAGGIO... 859 M. Roggi, A. Masti, G. Morabito, S. Fabrizi, M. Gabbrielli

LA VALUTAZIONE DELL’EPATITE C DI ORIGINE VIRALE COME DANNO

BIOLOGICO INAIL E AI SENSI DELLA LEGGE 210/92... 867 M. Roggi, A. Masti, G. Morabito, M. Gabbrielli

LE TABELLE DI LEGGE PER LA VALUTAZIONE DEL DANNO BIOLOGICO:

UN CONFRONTO NECESSARIO ... 873 M. Roggi, A. Masti, M.R. Pulcini, M. Gabbrielli

PER UNA TUTELA ASSICURATIVA E SOLIDARISTICA DEI TUMORI LAVORO-CORRELATI NEL NUOVO INAIL. RIVISITAZIONE

CLASSIFICAZIONE AGENTI CANGEROGENI, PROSPETTIVE,

PROPOSTE, REVISIONE DELLA METODOLOGIA MEDICO-LEGALE E

VALUTAZIONE DEL DANNO BIOLOGICO ... 881 G. Satriani, M. Puglia

LA TUTELA INAIL DEGLI SPORTIVI PROFESSIONISTI:

INDAGINE SUL TERRITORIO E PROBLEMATICHE APPLICATIVE ... 915 E. Savino, P.G. Iacoviello, G. Bianco, L. Aprile

RIVISITAZIONE CRITICA DELLA DIAGNOSI FUNZIONALE:

APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE E PROPOSTA DI NUOVI INDIRIZZI

NELLA PROSPETTIVA DELLA NUOVA CLASSIFICAZIONE ICF ... 921 P. Scelfo, G. Maira, C. Sapuppo, F. Venera, G. Spatafora, G. Ferrara, S. Verga, D. Anzalone L’AMBULATORIO DI MEDICINA FISICA E RIABILITAZIONE DELL’INAIL DI CATANIA. UNA RISPOSTA NUOVA A VECCHI BISOGNI ... 945 L. Smirni, C. Favia, G. Cordovana, A. Ferrara

L’EFFETTO BYSTANDER ED INSTABILITÀ GEMONICA NELLA ONCOGENESI RADIOINDOTTA DELLA CUTE ... 955 F. Troìa

LA CHEMIOTERAPIA NELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA AGENTI CHIMICI SUL LUOGO DI LAVORO - MODELLI DI PREVENZIONE

AMBIENTALE ED OCCUPAZIONALE... 1019 F. Troìa

(13)

RIFLESSIONI SUL RISCHIO PROFESSIONALE NELLE IPOACUSIE DA RUMORE:

CORRELAZIONI VALUTATIVE ALLA LUCE DEL DECRETO 38/2000 ... 1033 E. Tumminello, D. De Angelis

VALUTAZIONE DEL DANNO BIOLOGICO DA MALATTIA INFORTUNIO.

ASSOCIAZIONE TRA IPOACUSIA IMPROVVISA MONOLATERALE E COXO-GONOARTRITE IN UN BOSCAIOLO CHE AVEVA MANIFESTATO PER MOLTI MESI ERITEMA MIGRANTE E POLIARTRALGIE

INSISTENTI DOPO UNA PUNTURA DI ZECCA (M. DI LYME) ... 1039 F. Venza, R. Carpita

PATOLOGIE DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO. UN CASO DI HYPOTHENAR HAMMER SYNDROME (SINDROME DELLA MANO

MARTELLO) IN UN ARTIGIANO FALEGNAME CHE ALL’USO DI STRUMENTI VIBRANTI DI VARIO TIPO AVEVA A LUNGO ASSOCIATO QUELLO

DEL PALMO DELLA MANO DOMINANTE PER ASSESTARE COLPI

AGLI INFISSI IN FASE DI MONTAGGIO... 1047 F. Venza, E. De Negri, L. Filidei

RIABILITAZIONE AUDIOPROTESICA: CRITERI E MODALITÀ DI

EROGAZIONE DEGLI APPARECCHI ACUSTICI IN AMBITO INAIL... 1055 A. Vidoni, L. Murro

PRIMI RISULTATI SULL’OSSERVAZIONE DELLE NEOPLASIE

PROFESSIONALI NELLA SEDE DI GENOVA... 1073 V. Vitto, A. Podestà, G. Vivarelli, M.L. Campese, V. Mortara

(14)

LEZIONE MAGISTRALE Pag.

L’ESPERIENZA EUROPEA NELLA DEFINIZIONE DELL’ASSOCIAZIONE CON IL LAVORO DI PATOLOGIE TUMORALI, STRESS-CORRELATE E

DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO ... 25 P.A. Bertazzi

PATOLOGIE STRESS-CORRELATE:

RISULTANZE E PROSPETTIVE NELLA TUTELA INAIL

LA VALUTAZIONE DEL DANNO PSICHICO DA COSTRITTIVITÀ

ORGANIZZATIVA E MOBBING... 43 P. Pappone, A. Citro

LA VALUTAZIONE DELLA SALUTE PSICHICA DEL LAVORATORE IN OCCASIONE DELLE VISITE PREVENTIVE E PERIODICHE: UNA

PROPOSTA METODOLOGICA ... 55 A. Citro, P. Pappone

I FATTORI PSICO-SOCIALI DELLA PATOLOGIA DA STRESS:

DETERMINAZIONE DEL DANNO E DEL NESSO CAUSALE NELLE

SITUAZIONI DI COSTRITTIVITÀ ORGANIZZATIVA... 61 P. Pappone, P.G. Iacoviello, A. Citro, P. Di Palma, L. Maglio, A. Iacoviello

PATOLOGIE DA DISADATTAMENTO LAVORATIVO: PROPOSTA DI

METODOLOGIA DIAGNOSTICA E VALUTATIVA... 489 R. Buselli, A. Cristaudo, C. Carnevali

MOBBING NEL SETTORE PUBBLICO. ANALISI DI UN CASO EMBLEMATICO 541 F. D’Auria, S. Spiritigliozzi, D. Mazzarella, R. Ucciero, G. Cuomo

LE PATOLOGIE STRESS-CORRELATE NELLA CAUSALITÀ DI SERVIZIO

IN AMBITO INAIL... 255 V. Gallo, E. Ienzi, A. Di Giacobbe

PROBLEMATICHE CLINICHE E MEDICO LEGALI NELLE SINDROMI

DA STRESS ... 243 C. Iaccarino, A. Ficca, L. Calandriello, D. Iaccarino, P. Alfieri

IL MOBBING IN ITALIA E LE ESPERIENZE DEGLI ALTRI PAESI COMUNITARI:

ASPETTI PREVIDENZIALI E GIURIDICO-NORMATIVI ... 591 A. Iacoviello, P.G. Iacoviello, E. Cerullo, P. Di Palma, M.C. Mascaro, A. Citro

MOBBING, BURN-OUT, DISAGIO LAVORATIVO:

CONSIDERAZIONI MEDICO LEGALI MIRATE ALL’ESPERIENZA INAIL ... 783 V. Mortara, C. Casali

(15)

PATOLOGIA EMERGENTE O … ANCHE ALTRO? CONTRIBUTO AD UNA

RIFLESSIONE INTERDISCIPLINARE SUL FENOMENO MOBBING ... 851 A. Resti

PATOLOGIE DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO:

RISULTANZE E PROSPETTIVE NELLA TUTELA INAIL ASPETTI CLINICI DELLE PATOLOGIE DA SOVRACCARICO

BIOMECCANICO DELL’ARTO SUPERIORE... 71 M. Dell’Omo, S. Ciabatta, G. Abbritti

DISTURBI E PATOLOGIE MUSCOLOSCHELETRICHE DELL’ARTO SUPERIORE CORRELATI CON IL LAVORO. LE LINEE GUIDA DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA DEL LAVORO E IGIENE

INDUSTRIALE ... 81 P. Apostoli

DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICI DA TRAUMI RIPETUTI AGLI ARTI SUPERIORI: SPERIMENTAZINE DI TRE METODI DI ANALISI

DEL RISCHIO... 95 F. Liotti, A. Palmieri, L. Romano, A. Perrotta, E. Savino

I RISCHI PROFESSIONALI NEL COMPORTAMENTO DEL MOBILE IMBOTTITO. I DATI DI PREVALENZA DI PATOLOGIE DEGLI ARTI SUPERIORI E DEL RACHIDE IN ALCUNE GROSSE AZIENDE E POSSIBILI STRATEGIE DI COLLABORAZIONE CON L’INAIL A FINI

PREVIDENZIALI ... 429 P. Allamprese, P. Amico, G. Rubino, S. Nicoletti

MALATTIE PROFESSIONALI NON TABELLATE - PATOLOGIE DEL RACHIDE.

RIFLESSIONI ALLA LUCE DI RECENTE ESPERIENZA DELLA SEDE INAIL DI GENOVA SULLA CATEGORIA LAVORATIVA DEI TAXISTI ... 555 D. De Angelis, M.F. Girbino, V. Mortara

INCIDENZA DELLA NEUROPATIA DEL NERVO ULNARE AL GOMITO

NELLA PROVINCIA DI SIENA... 779 M. Mondelli, F. Giannini, M. Roggi

INCIDENZA DELLA SINDROME DEL TUNNEL CARPALE NELLA

ZONA SENESE ... 293 M. Mondelli, F. Giannini, M. Roggi

ATTIVITÀ FISICHE LAVORATIVE E RISCHIO DI OSTEOARTROSI AGLI

ARTI INFERIORI... 793 S. Nicolini

(16)

HYPOTHENAR HAMMER SYNDROME (SINDROME DELLA MANO

MARTELLO) IN UN ARTIGIANO FALEGNAME CHE ALL’USO DI STRUMENTI VIBRANTI DI VARIO TIPO AVEVA A LUNGO ASSOCIATO QUELLO

DEL PALMO DELLA MANO DOMINANTE PER ASSESTARE COLPI

AGLI INFISSI IN FASE DI MONTAGGIO... 1047 F. Venza, E. De Negri, L. Filidei

PATOLOGIE TUMORALI LAVORO-CORRELATE

LE LINEE GUIDA SIMLII PER LA SORVEGLIANZA SANITARIA DEGLI

ESPOSTI AD AGENTI CANCEROGENI NEI LUOGHI DI LAVORO ... 107 E. Pira

CLASSIFICAZIONE COMUNITARIA DEI CANCEROGENI E PRESUNZIONE TABELLARE DI RISCHIO DA CANCEROGENI OCCUPAZIONALI

EX D.P.R. 13 APRILE 1994, N.336 ... 113 A. Berra

LA RICETTA ATTIVA DEI TUMORI PROFESSIONALI:

L’ESPERIENZA DI PARMA... 123 C. Bertetti, F. Cigala, E. Bergamaschi, E. Chiesa, M. Ferrari, S. Lucertini, F. Magnani

B. Mauro, S. Paglioli, M. Riccò, F. Roscelli, M. Spaggiari, P. Vitali, I. Franchini

L’APERTURA DELL’ASSICURAZIONE PREVIDENZIALE ALL’INDENNIZZO DEI TUMORI PROFESSIONALI E LAVORO CORRELATI ... 469 M. Bottazzi, C. Marmo

NEOPLASIE VESCICALI IN ESPOSTI AD AMINE AROMATICHE IN UNA FABBRICA CHIMICA DELLA VAL BORMIDA: MAPPE DI RISCHIO,

NUOVE CONOSCENZE E STIMA DEI CASI ATTESI ... 569 F. Giacinti, G. Meinero

NEOPLASIE DI SOSPETTA ORIGINE PROFESSIONALE: ESPERIENZE E RISULTATI DEL GRUPPO DI LAVORO ISTITUITO PRESSO LA DIREZIONE

REGIONALE PIEMONTE ... 727 P. Malavenda, M. Cacciabue, F. Filippi, M. Ottolia, C. Loverci

TUMORE POLMONARE DA FUMO PASSIVO. IL PRIMO CASO AMMESSO

ALL’INDENNIZZO INAIL ... 277 C.E. Manca, S. Pavanetto

(17)

NEOPLASIE DEL TUBO DIGERENTE IN PRESUNTI ESPOSTI AD AMIANTO:

PRIME SEGNALAZIONI STATISTICHE ... 283 C. Meriggi, F. Giacinti

PER UNA TUTELA ASSICURATIVA E SOLIDARISTICA DEI TUMORI LAVORO-CORRELATI NEL NUOVO INAIL. RIVISITAZIONE

CLASSIFICAZIONE AGENTI CANGEROGENI, PROSPETTIVE,

PROPOSTE, REVISIONE DELLA METODOLOGIA MEDICO-LEGALE E

VALUTAZIONE DEL DANNO BIOLOGICO ... 881 G. Satriani, M. Puglia

L’EFFETTO BYSTANDER ED INSTABILITÀ GEMONICA NELLA ONCOGENESI RADIOINDOTTA DELLA CUTE ... 955 F. Troìa

PRIMI RISULTATI SULL’OSSERVAZIONE DELLE NEOPLASIE

PROFESSIONALI NELLA SEDE DI GENOVA... 1073 V. Vitto, A. Podestà, G. Vivarelli, M.L. Campese, V. Mortara

APPLICAZIONE DEL DANNO BIOLOGICO IN AMBITO INAIL: ASPETTI GIURISPRUDENZIALI, RISULTANZE STATISTICHE E ASPETTI

MEDICO LEGALI

RISULTANZE DELL’APPLICAZIONE DEL DANNO BIOLOGICO DOPO

QUATTRO ANNI DAL D.L.VO 38/2000 ... 139 G. Cimaglia

UN TRIENNIO DI MONITORAGGIO DEL DANNO BIOLOGICO IN BASILICATA.

ESAME DEI DATI, CONSIDERAZIONI E LINEE PROSPETTIVE... 451 G. Bellettieri, B. Giordano, M. Puglia, G. Satriani

IL DANNO VESTIBOLARE: PROPOSTA RAGIONATA DI ACCERTAMENTO

E VALUTAZIONE ... 213 V. Calabretta, M. Degli Innocenti

DANNO DENTARIO: VALUTAZIONE MEDICO LEGALE.

PROBLEMATICHE EMERSE ALLA LUCE DEL D.LGS 38/2000 E D.M. 12/7/2000 .. 513 C. Casali, G. Delucchi, M. Vignoli

PATOLOGIA PSICHIATRICA E TECNOPATIA: RIFLESSIONI IN TEMA

DI INDENNIZZABILITÀ ... 225 V. Castaldo, R. Attimonelli

IL DANNO BIOLOGICO QUALE PARAMETRO VALUTATIVO NELLE

REALTÀ PREVIDENZIALI ... 233 F. Cattani, T. Di Biagio

(18)

DL 38/2000 E DM 3.7.2003: DUE DIVERSE TABELLE PER LA VALUTAZIONE

DEL DANNO BIOLOGICO ... 561 A. Farmalli, L. Foschi

TABELLE DI LEGGE (D.M.5/2/92 e D.L.38/2000)

RIFLESSIONI - COMPARAZIONI - PROPOSTE ... 841 L. Perrone, G. Salatin, A. Polino

LA VIREMIA DA EPATITE C: UNA PROPOSTA DI VALUTAZIONE E DI

MONITORAGGIO... 859 M. Roggi, A. Masti, G. Morabito, S. Fabrizi, M. Gabbrielli

LA VALUTAZIONE DELL’EPATITE C DI ORIGINE VIRALE COME DANNO

BIOLOGICO INAIL E AI SENSI DELLA LEGGE 210/92... 867 M. Roggi, A. Masti, G. Morabito, M. Gabbrielli

LE TABELLE DI LEGGE PER LA VALUTAZIONE DEL DANNO BIOLOGICO:

UN CONFRONTO NECESSARIO ... 873 M. Roggi, A. Masti, M.R. Pulcini, M. Gabbrielli

RIFLESSIONI SUL RISCHIO PROFESSIONALE NELLE IPOACUSIE DA RUMORE:

CORRELAZIONI VALUTATIVE ALLA LUCE DEL DECRETO 38/2000 ... 1033 E. Tumminello, D. De Angelis

IL DANNO PSICHICO E LA VALUTAZIONE IN AMBITO INAIL:

IL D.L.38/00 NECESSITÀ E PROPOSTE... 311 V. Vecchione, P.G. Iacoviello, G. Visaggi, L. Aprile

VALUTAZIONE DEL DANNO BIOLOGICO DA MALATTIA INFORTUNIO.

ASSOCIAZIONE TRA IPOACUSIA IMPROVVISA MONOLATERALE E COXO-GONOARTRITE IN UN BOSCAIOLO CHE AVEVA MANIFESTATO PER MOLTI MESI ERITEMA MIGRANTE E POLIARTRALGIE

INSISTENTI DOPO UNA PUNTURA DI ZECCA (M. DI LYME) ... 1039 F. Venza, R. Carpita

RIABILITAZIONE E REINSERIMENTO SOCIALE DEL DISABILE:

L’ESPERIENZA DELL’INAIL

LA RIABILITAZIONE IN INAIL... 145 D. Nicita, V. Gazzotti, T.A. Moscato

INFORMAZIONE, ASSISTENZA E CONSULENZA NELLA PRESCRIZIONE

DI DISPOSITIVI TECNICI PER NEUROLESI, L’ESPERIENZA DEL C.I.A.C. ... 149 V. Castaldo

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LA RIABILITAZIONE IN SICILIA - ESPERIENZE E PROSPETTIVE ... 157 S. Anzalone, V. Cassarà

ATTUAZIONE DELL’ART.24 DEL DECRETO LEGISLATIVO 38/2000: DUE

PROGETTI PER IL REINSERIMENTO LAVORATIVO DI SOGGETTI DISABILI 165 V. Vitto, V. Paolucci, A. Podestà, A. Giacchello, R. Ivaldi, E. Spontoni, R. Reami,

P. Minoletti, M.P. Rossi, R. Lamattina, M. Ferrari

VALUTAZIONE DELLE RESIDUE CAPACITÀ LAVORATIVE E

FORMULAZIONE DI DIAGNOSI FUNZIONALE... 459 G. Bellofiore, P. La Spada

REINSERIMENTO LAVORATIVO DEL DISABILE NEI DIVERSI AMBITI DI

TUTELA ... 463 C. Blasi, F. Giacinti

EQUIPE MULTIDISCIPLINARE DI I° LIVELLO: DALLA PRESA IN CARICO AL REINSERIMENTO LAVORATIVO-SOCIALE. VALUTAZIONE DI

INFORTUNATI NEL PERIODO 2001-2003... 497 M. Cacciabue, A. Palombella, G. Grignola, I. Pitaffi

DEOSPEDALIZZAZIONE ASSISTITA PER PAZIENTI A GRAVISSIMA

DISABILITÀ. UN ESEMPIO DI COLLABORAZIONE INTERISTITUZIONALE .... 529 V. Castaldo, D. Casamassima

DOMOTICA E DISABILITÀ ... 547 A. Davalli, R. Sacchetti, D. Orlandini

I PRINCIPI DELLA LEGGE 68-99 NELLA REALTÀ ITALIANA ED EUROPEA .... 237 T. Di Biagio, F. Cattani

TRAUMI SPORTIVI DI CALCIATORI PROFESSIONISTI: CASISTICA DI INFORTUNI DENUNCIATI ALL’INAIL DALLE DUE MAGGIORI SOCIETÀ CALCISTICHE TORINESI DOPO L’ENTRATA IN VIGORE DEL DL 38.2000.

LORO EVOLUZIONE IN RELAZIONE ALLA RIABILITAZIONE ADOTTATA CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALLA DURATA DI

INABILITÀ TEMPORANEA ... 575 G. Grignola, A. Palombella, C. Loverci, M. Cacciabue

ATTRIBUZIONE ALL’INAIL DEI COMPITI DI RIABILITAZIONE DEL LAVORATORE INFORTUNATO: POSITIVITÀ DI UN ANNO DI ESPERIENZE DI ATTIVITÀ INTEGRATA DEL CENTRO MEDICO LEGALE, DELL’EQUIPE MULTIDISCIPLINARE E DEL CENTRO DI RIABILITAZIONE DELLA

SEDE INAIL DI PALERMO ... 711 G. Maira, P. Scelfo, D. Orlando, M. Mezzatesta, S. Virga, S. De Luca,

D. Anzalone, S. Arcoleo

TUTELA GLOBALE E REINSERIMENTO LAVORATIVO DELL’INFORTUNATO E TECNOPATICO: SEGNALAZIONE DI UN CASO ... 769 V. Mellino, D. Crupi, A. Costantino

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VALUTAZIONE DELLA CAPACITÀ FUNZIONALE NELL’AMPUTATO DI

ARTO INFERIORE ... 817 D. Orlandini, D. Nicita

IL REINSERIMENTO LAVORATIVO: OBIETTIVO DELL’INAIL E DEL

DISABILE... 835 L. Perrone, D. Grifeo

L’INTEGRAZIONE DI FUNZIONI NELLA PROSPETTIVA DEL DISABILITY

MANAGEMENT ... 829 L. Perrone, D. Grifeio

LA RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE DEL FISIATRA E DELL’EQUIPE

RIABILITATIVA ... 845 M. Puglisi, P. Scelfo

PARAOLIMPIADI E ATTIVITÀ SPORTIVA DEL DISABILE.

ESPERIENZA DELLA SEDE INAIL DI PALERMO... 295 P. Scelfo, M. Puglisi, G. Maira

L’AMBULATORIO DI MEDICINA FISICA E RIABILITAZIONE DELL’INAIL DI CATANIA. UNA RISPOSTA NUOVA A VECCHI BISOGNI ... 945 L. Smirni, C. Favia, G. Cordovana, A. Ferrara

RIABILITAZIONE AUDIOPROTESICA: CRITERI E MODALITÀ DI

EROGAZIONE DEGLI APPARECCHI ACUSTICI IN AMBITO INAIL... 1055 A. Vidoni, L. Murro

IL RUOLO DELL’INAIL NELLA PREVENZIONE SUI LUOGHI DI LAVORO DECRETO N. 388 15 LUGLIO 2003 RELATIVO AL REGOLAMENTO RECANTE DISPOSIZIONI SUL PRONTO SOCCORSO AZIENDALE: LUCI ED OMBRE ... 177 A. Ossicini, M.C. Casale, L. Bindi

LA PREVENZIONE NEI LAVORI FLESSIBILI/ATIPICI ... 183 A. Bergamaschi, B. Sed

LA PREVENZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO E LA MEDICINA PREVENTIVA A GARANZIA DELLA TUTELA DELL’INTEGRITÀ PSICO-FISICA DEL LAVORATORE. RUOLO DEL MEDICO COMPETENTE QUALE PROMOTORE GLOBALE DELLA SALUTE E RUOLO DELL’INAIL QUALE ENTE

PROMOTORE E CUSTODE DELLA PREVENZIONE ... 199 M. Puglisi

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LA PRATICA ERGONOMICA QUALE VALORE AGGIUNTO NELLA

PROMOZIONE DELLA SALUTE DEI LAVORATORI ... 443 E. Anselmi, A. Baldacconi, A. Sacco

SICUREZZA NELL’INDUSTRIA: L’ESPERIENZA FIAT-GM POWERTRAIN

DI TERMOLI ... 209 L. Aprile, G. Visaggi, P. Iacoviello, M.C. Mascaro, V. Vecchione

RECRUDESCENZA DELL’INFEZIONE TUBERCOLARE IN PERSONALE DI LABORATORIO MICROBIOLOGICO: SPUNTI SULLA METODOLOGIA

DI PREVENZIONE IN SEGUITO ALL’OSSERVAZIONE DI TRE CASI ... 267 G. La Paglia, G. Maira, M. Mezzatesta

EPATITI VIRALI B e C TRA I LAVORATORI OSPEDALIERI ... 643 S. Laurita, A. Masi, M. Puglia, G. Satriani

INQUINAMENTO INDOOR E SALUTE: STUDIO CONDOTTO IN DUE

ISTITUTI SCOLASTICI DELLA CAMPANIA... 675 F. Liotti, G. Goglia, E. Savino, A. Grassi, F. Gargiulo, C. Fournier, A. Autiero

RUMORE E PREVENZIONE ... 705 L. Maci, A.M. Stasi

LA CHEMIOTERAPIA NELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO DA AGENTI CHIMICI SUL LUOGO DI LAVORO - MODELLI DI PREVENZIONE

AMBIENTALE ED OCCUPAZIONALE... 1019 F. Troìa

ARGOMENTI VARI

LA TUTELA INDENNITARIA DEL DANNO DI ORIGINE LAVORATIVA

ALLA LUCE DEI MUTAMENTI IN RESPONSABILITÀ CIVILE ... 501 C. Carnevali

A PROPOSITO DI UN CASO DI MORTE IMPROVVISA CARDIACA IN

MARITTIMO ... 579 C. Iaccarico, A. Citro, L. Calandriello, A. Ficca, D. Iaccarino

CASE REPORT: ANALISI DEI FATTORI PROGNOSTICI NELLE FERITE

PENETRANTI DEL BULBO OCULARE. ASPETTI CLINICI E MEDICO-LEGALI 633 P.G. Iacoviello, P. Fatica, L. Aprile, E. Savino, G. Giorgetti, M.C. Mascaro

CASE REPORT: CONSIDERAZIONI CLINICHE E MEDICO LEGALI SU UN RARO CASO DI ROTTURA TRAUMATICA DELLA VALVOLA AORTICA

IN AMBITO INAIL... 635 P.G. Iacoviello, D. Pantaleo, D. Triggiani, L.B. Tecchia, E. Cerullo, V. Vecchione

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GLI INFORTUNI DEL LAVORO NEL POLICLINICO DI BARI ... 733 M.A. Malerba, G. Marinelli, R. Attimonelli, R. Quaranta, A. Dell’Erba

IL SISTEMA DELLA QUALITÀ AZIENDALE ALL’INTERNO DEL

CENTRO PROTESI ... 751 M. Manetta, D. Orlandini

CASE REPORT: CASO MORTALE DI LEPTOSPIROSI RICONOSCIUTO

COME INFORTUNIO LAVORATIVO ... 757 M.C. Mascaro, P.G. Iacoviello, L. Aprile, L. Barbonetti, P. Scarano

INCIDENZA DI IPERTENSIONE ARTERIOSA ESSENZIALE IN DIFFERENTI

ATTIVITÀ LAVORATIVE ... 821 S. Palladino, A. Scialdone, C. Giordano, M.T. Laieta, M. Peduto, P. Pecoraro,

L. Romano, A. Palmieri, E. Savino, S. Caputo

LA TUTELA INAIL DEGLI SPORTIVI PROFESSIONISTI:

INDAGINE SUL TERRITORIO E PROBLEMATICHE APPLICATIVE ... 915 E. Savino, P.G. Iacoviello, G. Bianco, L. Aprile

RIVISITAZIONE CRITICA DELLA DIAGNOSI FUNZIONALE:

APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE E PROPOSTA DI NUOVI INDIRIZZI

NELLA PROSPETTIVA DELLA NUOVA CLASSIFICAZIONE ICF ... 921 P. Scelfo, G. Maira, C. Sapuppo, F. Venera, G. Spatafora, G. Ferrara, S. Verga, D. Anzalone

POSTER

VALUTAZIONE DEL RISCHIO E DEL DANNO DA SOVRACCARICO BIOMECCANICO DEGLI ARTI SUPERIORI, IN UNA AZIENDA METALMECCANICA ADDETTA ALLA PRODUZIONE DI MOTORI ELETTRICI: MAPPE DI RISCHIO E RISULTATI DELLA

SORVEGLIANZA SANITARIA ... 325 G. Bella

L’INAIL E LA LEGGE 68/99: IL REINSERIMENTO LAVORATIVO

DEI DISABILI ... 363 P. Mele

IL LIBRETTO ITINERANTE DEL LAVORATORE QUALE APPLICAZIONE DEL DECRETO LEGISLATIVO 276/03. ASPETTI METODOLOGICI E STUDIO

DI FATTIBILITÀ ... 371 L. Mercadante, E. Saldutti, M. Innocenzi

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TUMORI NON TABELLATI RICONOSCIUTI NEL QUINQUENNIO 1999-2003... 375 A. Ossicini, M.C. Casale, L. Bindi, D. Orsini

ULCERA CUTANEA POST-TRAUMATICA IN CONCOMITANTE

POLICITEMIA VERA: ASPETTI CLINICI E MEDICO LEGALI... 379 R. Pagliara, F. Bertolini, P. Bastini

L’ATTIVITÀ SPORTIVA QUALE STRUMENTO DI RIABILITAZIONE E REINSERIMENTO SOCIALE DEL DISABILE INAIL. L’ESPERIENZA

DELL’EQUIPE MULTIDISCIPLINARE DELLA SEDE DI LEGGE ... 385 E. Savino, M. Marrazza

ANALISI COMPARATIVA DEL VALORE-PUNTO TRA D.L.VO 38/2000 E

D.P.R. 1124/65 (T.U.) ... 389 E. Savino, F. Timo

INSTABILITÀ DEL POLSO DI ORIGINE PROFESSIONALE DA POSIZIONE

E MOVIMENTI RIPETUTI... 397 F. Troìa, S. Capone

STRESS LAVORATIVO E SINDROME X ... 403 F. Troìa, S. Capone, V. Polluce

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BIO-MECCANICO

PIER ALBERTO BERTAZZI CLINICA DELLAVOROLUIGIDEVOTO

UNIVERSITÀ DEGLISTUDI EISTITUTICLINICI DIPERFEZIONAMENTO DIMILANO

Dal momento in cui ho accettato questo cortese, ma anche impegnativo - non lo nascondo, invito sono intervenuti una serie di elementi che hanno influenzato la que- stione di come definire l’associazione tra attività lavorativa e malattia. Mi riferisco, in particolare, alla emanazione del DECRETO 27 Aprile 2004 che, pur riguardando sem- plicemente la denuncia e non il riconoscimento delle malattie professionali, tuttavia introduce in qualche modo un paradigma di cui bisognerà tenere conto, anche perché è esplicitamente conseguente alla raccomandazione 90/326/CEE così come sostituita dalla racc. 2003/670/CE.

Affronterò il tema entro i limiti delle mie competenze che non abbracciano l’intero campo medico-legale-assicurativo, bensì esclusivamente la metodologia della ricerca eziologica nel campo della medicina occupazionale ed ambientale. Mi sono stati di decisivo aiuto i colleghi Giovanni Costa di Verona ed Enrico Occhipinti di Milano.

Mi è sembrato utile, e mi auguro lo sarà anche per voi, articolare il mio intervento attorno a queste tre questioni di rilevanza comune alle patologie di interesse:

• Cosa si intende per causa di una patologia;

• Come si accertano/valutano i fattori che compongono una causa di patologia;

• Come si riconoscono i fattori eziologicamente rilevanti in un singolo caso di patologia.

Senza affrontare aspetti di dettaglio (lo saranno nei prossimi giorni), mi riferirò alle patologie a tema di questo Congresso ricordandone subito la rilevanza o per la loro dif- fusione o per la loro gravità. Quest’ultima riguarda evidentemente i tumori; quanto a diffusione questi dati Europei del 2000 (tabella 1) danno un’idea della dimensione del problema dello stress e delle malattie muscolo-scheletriche sul lavoro.

A. Causa, ovvero complesso causale (sufficiente)

Il processo di causazione di una malattia è un processo complesso, implica diverse tappe e l’intervento di numerosi fattori. Ciò è vero anche, e forse in modo particolare, per i tre tipi di patologia che stiamo considerando.

L’unico esempio che si può fare di una condizione unica sufficiente di per sé a causare malattia, per esempio il cancro, è quello di rari tipi di patologie dovuti a geni autosomi- ci dominanti a penetranza completa.

Ma non è certo il nostro caso. Nel nostro caso, come in molti altri, anziché di causa è opportuno parlare di complesso causale. Ciò che causa un effetto patologico è il con- correre di diversi e numerosi fattori, alcuni esterni ed altri interni al soggetto, fino a comporre un complesso causale efficace (o sufficiente), cioè in grado di produrre un effetto nel quale riconosciamo i segni e i sintomi di una malattia.

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Il rischio di malattia è sempre funzione di numerosi fattori legati sia all’ambiente sia all’ospite. In generale, come mostra lo schema della figura 1; nell’esaminare l’associa- zione tra una esposizione ed un effetto bisogna tenere conto anche di fattori (chiamati modificatori di effetto) che sono in grado di modulare (potenziandola o attenuandola) l’azione di tali esposizioni: tipici esempi sono i polimorfismi metabolici e l’efficienza dei meccanismi di riparazione del DNA; oppure condizioni di particolare vulnerabilità dovute ad alterazioni di stati o funzioni dell’organismo; oppure di esposizioni concomi- tanti capace di potenziare o inibire l’agente eziologico. Inoltre bisogna tenere conto di un’altra serie di fattori capaci di mascherare o confondere (confondenti) i termini reali dell’associazione “esposizione-malattia” in esame.

Vediamo tre esempi di questa complessità causale per le patologie di nostro interesse.

Lo stress rappresenta un esempio quanto mai calzante del modello prima accennato, dato l’esplicito concorrere di elementi esterni ed interni al costituirsi di una condizione di squilibrio della persona, con manifestazioni sia psichiche che somatiche. Lo stress, infat- ti, o meglio i suoi effetti, sono definiti come la risultante di uno squilibrio percepito tra le sollecitazioni imposte dall’ambiente e le capacità della persona di farvi fronte. Lo stress lavorativo viene a sua volta definito come la “reazione che le persone manifestano in risposta ad eccessive pressioni o sollecitazioni alle quali sono sottoposte” (Health and Safety Commission 1999)e ancor meglio come “un insieme di reazioni fisiche ed emotive dannose che si manifestano quando le richieste poste dal lavoro non sono commisurate alle capacità, risorse o esigenze del lavoratore” (NIOSH 1999). Lo schema della figura 2 mette il luce come lo stress lavorativo possa rappresentare non solo un evento scatenante ma anche una dei fattori alla base dello svilupparsi di quadri morbosi molto seri, in que- sto caso di natura cardiovascolare. Si tratta della sindrome definita karoshi in Giappone che rappresenta una dei più seri outcome di protratta e pesante esposizione a stress.

La figura 3 mostra schematicamente come il passaggio da una esposizione esterna allo svilupparsi di una neoplasia comporti una serie numerosa di diversi passaggi. E’ stato calcolato per il tumore polmonare, ad esempio, che i soli eventi interessanti il DNA sono almeno una ventina.

Lo schema della figura 4 mostra invece la lunga serie di fattori che sono stati associati allo svilupparsi di patologie muscolo-scheletriche.

L’insieme, e solo l’insieme, di questi fattori fa sì che la malattia insorga. Da qui il termi- ne di complesso causale efficace, o anche sufficiente perché è solo l’insieme di tali fattori che costituisce una causa adeguata a far insorgere la malattia.

Va osservato, di conseguenza, e cercheremo di metterlo in luce, che una stessa malattia può avere differenti complessi causali efficaci o sufficienti mentre, al contrario, un sin- golo casodi malattia ha, di necessità, un solo particolare complesso causale efficace o sufficiente che l’ha prodotto.

Per cogliere meglio questo punto è utile riferirsi al concetto di causa secondo Mackie così come è stato discusso da Rothman e Greenland in campo epidemiologico.

Lo schema concettuale è molto semplice e può essere rappresentato, come in figura 5, da diagrammi a spicchi o “torte” (pie diagram). Come abbiamo detto, possono esistere diversi complessi causali di una medesima malattia: qui ne vediamo schematizzati tre ipotetici. Ogni complesso, ogni “torta”, costituisce una causa sufficiente. Ogni causa sufficiente è composta da numerose cause componenti di tipo e natura diversi, rappre- sentate dagli spicchi del diagramma.

Ogni malattia può essere causata da diversi complessi o meccanismi causali, ma ogni singolo caso di malattia è generato da un solo complesso causativo che ne costituisce la causa sufficiente.

ATTI - V CONVEGNO NAZIONALE DI MEDICINA LEGALE PREVIDENZIALE

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Ogni causa sufficiente, o complesso causale efficace, risulta perciò dall’azione congiun- ta di molti componenti. Ogni fattore componente di un complesso causale è un fattore necessario a che quel complesso causale possa agire e quindi produrre il caso di una malattia. Essere componente di una causa sufficiente significa essere necessari a che quella causa sia efficace e agisca.

La questione centrale diviene saper riconoscere il complesso causale all’origine del par- ticolare singolo caso ed i suoi singoli componenti. Ciascuno di questi componenti non potrà essere definito forte o debole nel singolo caso individuale di malattia, e difatti gli spicchi hanno la stessa area (se mai lo si può dire tale solo nella popolazione, per il fatto che una causa componente entra in molti - potenzialmente tutti - i complessi cau- sali). Se un fattore ha partecipato a far insorgere quel caso, vuol dire che ha svolto un ruolo che per quel caso è stato necessario.

B. Fattori che costituiscono una causa (complesso causale)

Dopo aver detto che le malattie hanno più di un complesso causale sufficiente mentre il singolo caso di malattia ha un unico complesso causale sufficiente il secondo passaggio è: un certo fattore (qui interessa quello lavorativo) fa parte del (dei) complesso(i) causa- le(i) - uno o più, non è possibile saperlo a priori - di quella patologia?

Questo corrisponde a valutare su base scientifica se l’esposizione in causa è capace di produrre quell’effetto (hazard identification). Riconoscere questo è riconoscere che quel certo fattore o agente o condizione è componente di uno o più complessi causali capaci di produrre quella malattia. Quella malattia, non necessariamente quel caso di malat- tia. E’ un rapporto tra entità, l’esposizione come tale (anche se specificata in termini di intensità) e la malattia come tale; non è il rapporto tra una particolare condizione espo- sitiva ed un caso individuale di malattia.

Questa conclusione scientifica deve essere tratta perciò non da casi singoli ma da dati di popolazione, cioè da dati epidemiologici opportunamente combinati con dati tossicolo- gici, ambientali, genetici, clinici, o del tipo necessario secondo i casi e le circostanze.

Questo è il tipico campo in cui l’approccio evidence based trova corretta applicazione con l’uso di rassegne critiche della letteratura, meta-analisi, valutazioni esperte ecc. cioè di strumenti capaci di fornire una valutazione delle conoscenze scientifiche accumulate sull’associazione tra un certo fattore di esposizione e l’occorrenza di una certa patologia.

Vediamo anzitutto i tumori. Qui esistono diverse agenzie impegnate a produrre questo tipo di evidenza scientifica. Le principali sono elencate in tabella 2 con l’indirizzo di web attraverso cui accedervi. Si tratta di valutazioni, e come tali possono presentare differenze, ma se le si esamina da vicino hanno in realtà una buona coerenza tra loro.

Di particolare interesse la IARC che di recente ha considerato o riesaminato una serie di agenti occupazionali. Così formaldeide è stata riclassificata in Gruppo 1 (canceroge- na per l’uomo), il 2-butossietanolo in Gruppo 3 (informazioni non sufficienti per una classificazione), 1-ter-butossi-2-propanolo Gruppo 3; composti inorganici del piombo Gruppo 2A (probabilmente cancerogeni); composti organici del piombo Gruppo 3;

cobalto + tungsteno carburo Gruppo 2A; cobalto Gruppo 2B (possibilmente canceroge- no); cobalto solfato Gruppo 2B; arseniuro di gallio Gruppo 1; fosfuro di indio Gruppo 2A; pentossido di vanadio Gruppo 2B.

Possediamo dunque molti fonti che ci informano circa l’associazione dei fattori occu- pazionali con il rischio di cancro nell’uomo. L’informazione che ricaviamo è che quel fattore è componente di complessi causali capaci di produrre quella patologia nell’uomo. Tuttavia non specifica quali complessi e, in particolare, non definisce la loro rilevanza nei singoli casi individuali.

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Abbiamo anche molte informazioni circa l’associazione dello stress lavorativo con patologie umane. Una recente pubblicazione Europea titola in maniera appropriata

“Guida allo stress legato alla attività lavorativa. Sale della vita o veleno mortale?”.Prendiamo, come esempio, tra i possibili effetti negativi dello stress, le malat- tie cardiovascolari. Anche qui troviamo molte rassegne, anche se condotte in modo meno sistematico e organico che per i tumori. Nel 1998 lo European Heart Network dava una stima di prevalenza delle malattie cardiovascolari dovute allo stress lavorati- vo del 16% negli uomini e del 22% nelle donne. Rassegne successive dei numerosi studi compiuti, davano valutazioni come questa di Blekic et al. su Occupational Medicine, State of the art Review, 2000circa la associazione tra stress lavorativo e malattie car- diovascolari. Quando lo stress era valutato secondo Karasek (DCS), 17 su 23 studi mostravano un’associazione positiva con la morbosità per angina pectoris e mortalità per infarto cardiaco; 8 su 13 mostravano un’associazione positiva con ipertensione.

Quando lo stress era valutato secondo Siegrist (ERI) veniva dimostrato significativo predittore di rischio per cardiopatia ischemica in 7 studi e di ipertensione arteriosa in 3 studi. Tra le principali attività lavorative considerate ad alto rischio di stress e delle sue conseguenze su diversi apparati, in particolare quello cardiovascolare, sono risultate quelle caratterizzate da alti livelli di vigilanza verso possibili eventi disastrosi (threath avoidant vigilant work) quali controllori del traffico aereo, piloti di aereo e di nave, con- ducenti di autobus e treni, addetti a sale controllo di impianti chimici ed elettro-nuclea- ri, chirurghi. Prendendo come esempio i controllori del traffico aereo, molti studi, ma non tutti, hanno messo in luce in luce alterazioni a carico della pressione arteriosa, rischi elevati di cardiopatia ischemica, di ulcera peptica e di diabete. Infine, è stata anche esaminata la interazione tra diversi fattori, che noi ora potremmo chiamare cause componenti del complesso causale sufficiente, come mostrato in tabella 3 per i fattori stressogeni lavoro a turni, fumo, obesità ed età.

Il terzo esempio di complessità causale cui facciamo riferimento riguarda le patologie muscolo-scheletriche. Si tratta della malattia professionale più frequente in molti paesi europei, tra i quali Belgio, Finlandia, Svezia Spagna, dove sulla base dei dati 1999-2000 le malattie muscolo-scheletriche collegate al lavoro sono ormai prossime all’80% del totale delle malattie professionali riconosciute, e Regno Unito dove nel 2001/02 si è sti- mato che 1.126.000 persone (2.6% dell’intera forza lavoro) soffrivano di un disordine muscolo-scheletrico causato o aggravato dalla attività lavorativa: circa la metà (520.000) soffrivano di disordini a carico del rachide; 396.000 di un disordine agli arti superiori e collo; 209.000 agli arti inferiori.

Secondo il programma europeo per le malattie professionali (EODS) le forme più comuni sono le seguenti tenosinoviti di mano o polso, epicondiliti del gomito, sindrome del tunnel carpale.

Circa le caratteristiche dei criteri di riconoscimento nei vari Paesi sembra di poter iden- tificare 3 principali tendenze:

A) Sistemi molto aperti come Finlandia ed Olanda ove le definizioni sono di tipo gene- rale e somiglianti a quelle del nostro sistema misto per le patologie non tabellate;

B) Sistemi in cui a definizioni precise (specie per tendiniti) si affiancano definizioni vaghe (tipo crampo della mano o infiammazione dei tendini) che possono prestarsi a diverse interpretazioni (es : Regno Unito, Irlanda, Grecia)

C) Sistemi dettagliati in cui le patologie sono analiticamente definite per tipologia e distretto e in cui la condizione esponente è maggiormente circostanziata (tipico il caso Francia, ma anche Belgio ed in minor misura Spagna e Portogallo). In Francia viene dettagliata per gli arti superiori la descrizione sia delle malattie sia delle atti-

ATTI - V CONVEGNO NAZIONALE DI MEDICINA LEGALE PREVIDENZIALE

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vità lavorative suscettibili di provocarle. Una simile impostazione viene data anche al riconoscimento delle patologie del rachide lombare, specificate come sciatica da ernia discale e radicoloalgie crurali da ernia discale, con una descrizione specifica delle attività suscettibili di provocarle.

Nonostante siano le patologie più frequenti, il loro riconoscimento non è così immedia- to, né tantomeno uniforme, come abbiamo visto. Il già citato programma europeo per le malattie professionali pone la questione nei termini di seguito riassunti.

• I disordini muscolo-scheletrici hanno una eziologia multifattoriale.

• E’ difficile nella maggioranza dei casi identificare l’esatta causa di casi singoli di malattia.

• Di conseguenza i disordini muscolo-scheletrici non sono comunemente accettati come malattie professionali nei sistemi nazionali di denuncia o di assicurazione.

• Per i disordini muscolo-scheletrici lo European Schedule of Occupational Diseases (ESOD) include condizioni specifiche legate a vibrazioni, pressione locale e uso ripe- titivo di tendini, tessuto peritendineo e inserzioni tendinee.

• Disordini del rachide e della regione collo-spalla sono accettate come malattie pro- fessionali solo da pochi Stati Membri e solo per alcune specifiche forme patologiche.

Si ripropone dunque il problema di patologie a carattere multifattoriale. Come faccio a riconoscere la vera causa? Ma secondo l’ipotesi da cui siamo partiti, la vera causa è per definizione un “complesso causale”. Il lavoro da compiere sembrerebbe dunque quello di individuarne i fattori componenti e riconoscere se il lavoro è tra questi.

C. Fattori eziologicamente rilevanti nel singolo caso di malattia

Affrontiamo così l’ultima parte. Dato che le cause di malattie sono sempre, con ben poche eccezioni, complessi multifattoriali, come possiamo identificare i fattori eziologi- camente rilevanti nel singolo caso di malattia?

Abbiamo visto che disponiamo di indici quantitativi come per esempio i rischi relativi che ci dicono di quanto aumenta il rischio di contrarre una data patologia a seguito della esposizione ad un certo agente; oppure i rischi o frazioni attribuibili che ci dicono quale proporzione di quella malattia è da considerarsi associata al fattore lavorativo in causa: per i tumori ad esempio, abbiamo molte stime di attribuibilità riassunte nella tabella 4. Altre ne abbiamo viste per lo stress e le malattie muscolo-scheletriche.

Ma resta il problema. Infatti tutte queste stime e valutazioni, e le conclusioni che se ne possono trarre, hanno valore unicamente a livello di popolazione e possono essere rife- rite soltanto ad un astratto “individuo medio” che appartenga a quella popolazione. Il nostro interesse invece è di poter applicare le conoscenze esistenti alla valutazione di un singolo specifico caso.

Per compiere valutazioni sull’individuo possiamo identificare due metodi principali.

Uno è quantitativo, probabilistico e permette di stimare la probabilità che una data esposizione abbia causato la malattia; e può permettere anche di quantificare la proba- bilità del ruolo causale per i diversi fattori coinvolti.

Il secondo approccio si basa invece su una valutazione qualitativa delle evidenze scien- tifiche e porta a concludere se, in quel particolare individuo, l’esposizione abbia fatto parte o meno della trama causale (o complesso causale) che ha portato alla malattia.

Partiamo da quello quantitativo.

Ammettiamo di avere una evidenza molto buona circa l’associazione tra una esposizio- ne e una malattia: il tasso di incidenza tra gli esposti sia di 144x100.000 e il tasso di rife- rimento sia 80x100.000. Il rischio relativo è quindi 1.8. Si tratta di una stima molto pre- cisa (intervallo di confidenza contenuto) e statisticamente significativa. Assumiamo

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inoltre che il possibile confondimento e altri possibili bias siano stati controllati e che ripetuti studi abbiano confermato l’associazione per la quale esiste anche una plausibile interpretazione biologica. Con questi solidi dati di base possiamo compiere qualche stima quantitativa. Sulla base dei dati di riferimento, si può notare che 80, cioè il 55.6%

o più della metà dei 144 casi osservati negli esposti, sarebbero occorsi anche in assenza di esposizione. Da ciò si può inferire che un individuo esposto avrebbe avuto più del 50% di probabilità di sviluppare la sua malattia anche in assenza della esposizione.

Assumiamo ora una situazione leggermente differente nella quale non cambia l’inciden- za negli esposti, ma cambia, invece, quella di riferimento (più bassa, 65x100.000 invece di 80x100.000), il rischio relativo diventa 2.2 anziché 1.8. In questo caso, solo il 45.1%

dei casi (65 su 144) nella popolazione esposta sarebbe avvenuto anche in assenza della esposizione. Quindi, possiamo inferire che un individuo esposto che contrae la malattia ha più del 50% di probabilità di avere sviluppato quella malattia proprio a causa della esposizione.

Questo stime appaiono molto semplici ed agevoli. Tuttavia si basano su un metodo forse troppo schematico. In generale, se il rischio relativo è maggiore di 2.0, allora il caso è più-probabilmente-che-no dovuto alla esposizione. Se il RR è, invece, inferiore a 2.0 è più probabile che il singolo caso non sia dovuto all’esposizione.

Possiamo anche esprimere una stima di probabilità per ciascuno dei fattori in gioco.

Manteniamo l’esempio numerico precedente di un RR pari a 1.8 tra gli esposti. L’espo- sizione è dunque responsabile di un eccesso di rischio relativo pari a 0.8. Di quel rischio, possiamo allora dire, l’occupazione è responsabile per il 44% (0.8/1.8) mentre gli altri fattori, che interessano tutta la popolazione e non solo gli esposti, sono respon- sabili per il 56%. Questo calcolo può essere compiuto anche quando i fattori di esposi- zione da considerare siano più di uno.

Prendiamo ancora l’esempio di questo ipotetico cancerogeno occupazionale che negli esposti porta il RR da 1.0 (popolazione di riferimento) a 1.8 (rischio in eccesso negli esposti pari a 0.8). Assumiamo però che anche il fumo di tabacco influisca su quel rischio, e in maniera molto più forte, incrementando il rischio relativo di ben 5 volte (RR=5.0, rischio relativo in eccesso nei fumatori=4.0). Prendiamo il caso di un indivi- duo che è esposto, che fuma e che ha contratto la malattia di interesse (RR=1.0+0.8+4.0=5.8).

Seguendo il metodo che abbiamo visto - e che possiamo chiamare probability of causa- tion- si può giungere a stimare che:

• l’occupazione è responsabile di quella malattia per il 14% (0.8/5.8)

• il fumo di tabacco è responsabile per il 69% (4.0/5.8)

• altri fattori, comuni anche alla popolazione generale, sono responsabili per il 17%

(1.0/5.8).

Questo metodo può sembrare molto semplice e chiaro. Tuttavia i suoi limiti sono nume- rosi e, tra questi, il fatto che non vengono considerate le interazioni tra i fattori ed il fatto che le stime sono in realtà, ancora una volta, valide per l’ipotetico individuo medio della popolazione, ma non necessariamente per il nostro specifico caso individuale.

Queste stime si basano sull’assunto che la somma dei contributi dei diversi componenti debba necessariamente avere un tetto al 100%. Queste proporzioni di responsabilità possono invece sovrapporsi e non hanno un limite superiore. Poiché nessuna malattia ha un singolo agente come causa, ogni caso può essere attribuito in contemporanea a molte cause componenti (necessarie). La somma delle proporzioni di malattia attribui- bili a ciascuna causa componente può essere superiore a 100% e non è necessario che la loro somma totalizzi forzatamente 100%.

ATTI - V CONVEGNO NAZIONALE DI MEDICINA LEGALE PREVIDENZIALE

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