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CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

LE LINEE GUIDA DELLA SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA DEL LAVORO E IGIENE INDUSTRIALE

8. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

L’inserimento delle LG nei processi di educazione permanente è ritenuto da tutti fon-damentale, accompagnandolo anche con la sensibilizzazione sui temi della qualità delle prestazioni, con la loro documentazione (audit. feed-back) e favorendo il miglioramen-to del contesmiglioramen-to culturale ed operativo.

Un’azione altrettanto importante va condotta sui destinatari dei prodotti dell’attività dei medici del lavoro (datori di lavoro e lavoratori), per illustrare i vantaggi che deriva-no loro dall’esistenza di LG e dall’aderenza dei medici che operaderiva-no per loro in termini di qualità ed efficacia delle scelte operative, indotte, tra l’altro, da adeguate LG.

Le LG devono sapersi adattare alle situazioni specifiche anche se difficilmente possono prevedere tutta la complessità delle condizioni che si presentano ogni giorno nella pra-tica medica, mentre appare estremamente utile per il medico l’individuazione dei punto nodali che implicano scelte critiche di percorso e di decisione.

Spesso le LG basate sul massimo consenso finiscono per essere una collezione di racco-mandazioni ovvie e consolidate e come tali mal si prestano ad un aggiornamento ed adattamento progressivo al mutare dei diversi scenari che si incontrano nella realtà.

La flessibilità diventa essenziale perché consente al medico di esercitare il suo giudizio nella specifica situazione, coinvolgendo lavoratori e datori di lavoro nelle decisioni da assumere. Ciò è particolarmente importante quando esistano diverse opzioni e la scelta tra esse si basi non solo su differenti evidenze, ma anche sui valori dei clienti.

Le LG devono essere espresse con una struttura e con un linguaggio chiaro e compren-sibile, evidenziando esattamente i punti ritenuti (fondamentali) che non devono lasciare spazio all’imprecisione o all’approssimazione, e con altrettanta chiarezza i punti per i quali non vi sono dati sufficienti o univoci. In questi casi frasi perentorie come “è indi-cato”, oppure “non è indiindi-cato”, vanno preferite ad altre non altrettanto precise.

Il medico deve essere considerato come un interlocutore capace, in base alla sua espe-rienza, di utilizzare le LG e non un semplice esecutore di regole o indicazioni da subi-re acriticamente. Nel nostro paese, le Società Scientifiche non hanno finora dimostra-to grande interesse a temi che istituzionalmente spettano loro quali la produzione di LG, l’accreditamento e il controllo di qualità, cioè alle espressioni più significative della scienza collettiva. Tutto ciò mentre è generalmente accettato che l’osservanza delle LG, proprio nel significato e nel valore che ad esse deve essere riservato, è subordinata all’avvallo di una valida entità-istituzione emanante, che nel nostro caso non può che essere quella scientificamente più rappresentativa in un determinato ambito disciplinare.

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F. LIOTTI*, A. PALMIERI**, L. ROMANO**, A. PERROTTA***, E. SAVINO****

* DIPARTIMENTO DI MEDICINA SPERIMENTALE.SEZIONE DI MEDICINA DEL LAVORO,IGIE

-NE E TOSSICOLOGIA INDUSTRIALE.SECONDA UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI

** SPECIALISTA IN MEDICINA DEL LAVORO

*** SPECIALIZZANDO IN MEDICINA DEL LAVORO

**** INAIL - SEDE DI LECCE

RIASSUNTO

La presenza in letteratura di vari metodi per la valutazione di attività a rischio di UEWMSDs, nessuno ancora universalmente accettato e validato, ha fatto nascere negli AA. l’esigenza di volerne sperimentare alcuni, al fine di individuare quale di essi rispon-da a criteri di ripetibilità, affirispon-dabilità e facile applicabilità.

L’analisi è stata condotta in un’industria di produzione di componentistica campana, sottoponendo a valutazione due compiti lavorativi.

I metodi di analisi utilizzati sono stati la check-list proposta dal Dipartimento di Traumatologia e Medicina del Lavoro di Milano, l’OCRA index ed il metodo proposto dall’A.C.G.I.H.

Dai risultati ottenuti gli AA. hanno tratto considerazioni sulle differenti metodiche, le quali, pur risultando sovrapponibili, hanno evidenziato che il metodo dell’A.C.G.I.H.

ha una maggiore semplicità di applicazione sul campo.

INTRODUZIONE

La patologia professionale dovuta a movimenti ripetitivi rappresenta, oggi, una delle mag-giori cause di lesioni muscolo-scheletriche e nervose periferiche nella popolazione lavorati-va.

I disturbi muscolo-scheletrici (DMS), gruppo di affezioni a carico delle strutture ossee, muscolari, tendinee e delle borse articolari, coinvolgono tutti i segmenti corporei, ma è a livello della schiena e dell’arto superiore che sono più frequenti.

I disturbi muscolo-scheletrici degli arti superiori correlati al lavoro (UEWMSDs) sono stati definiti in uno dei testi più conosciuti sull’argomento1: “un eterogeneo gruppo di disordini molti dei quali solo vagamente noti”. Un recente report dell’ European Agency for Safety and Health at Work (1999) li ha classificati come “un vasto complesso di malattie e di disordini infiammatori e degenerativi che esitano in dolore e limitazione fun-zionale”.Nel nostro Paese la definizione più recente (2000) è quella del gruppo di ricer-ca milanese (EPM) che li ha ricer-catalogati come “alterazioni delle unità muscolotendinee, dei nervi, del sistema vascolare”. Essi possono essere aggravati da movimenti e/o sforzi ripetuti dell’arto superiore.

1 HagberM., Silverstein Wells R., Smith MS., Hendrich HW., Carayon P., Perusse M., Work releted muscu-loskeletal disorders. A reference book for prevention, Ed. Kuorinka I and Forcier L. Taylor and Francis, London and Philadelphia 1995.

L’interesse degli ambienti tecnico-scientifici per tali patologie, definite come “lavoro - cor-relate”(WMSDs, dall’inglese Work-related Muscolo-Skeletal Disorders), è testimoniato sia dalla Raccomandazione n° 326/90 della Commissione CE (riguardante l’adozione di un elenco europeo di malattie professionali che include quelle provocate da superattività delle guaine tendinee, del tessuto peritendineo, delle inserzioni muscolari e tendinee) e dalla succes-siva Raccomandazione della Commissione CE del 19/09/2003, la n° 670 (riconferma nell’elenco le sopraindicate patologie aggiungendovi, inoltre, la borsite oleocranica, la bor-site della spalla e la Sindrome del Tunnel Carpale) che dalla continua attenzione posta su questa problematica dall’Agenzia Europea per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro.

Le malattie muscolo-scheletriche si sono imposte all’attenzione degli operatori del set-tore anche sotto l’aspetto assicurativo dato il crescente numero di denunce e di ricono-scimenti l’Inail dall’epoca della Sentenza 179 del 1988.

Attualmente non esistono in letteratura metodi universalmente accettati e validati per la descrizione e valutazione del rischio lavorativo da traumi associati a movimenti ripe-titivi. Sono, comunque, disponibili numerose procedure di modellizzazione del gesto ripetitivo, ognuna delle quali tenta di quantificare, sia pure con diverse concezioni metodologiche, il contributo dei singoli fattori di rischio. Accanto alle cosiddette “liste di controllo”(CHECK-LIST), organizzate in forma di questionari, utili ad inquadrare rapidamente le postazioni di lavoro (o le fasi lavorative), ritroviamo protocolli di anali-si più complesanali-si, che tentano di definire un indice di anali-sinteanali-si derivato dall’integrazione delle informazioni di natura organizzativa con i dati di natura biomeccanica, finalizzati ad una ricostruzione più fedele possibile del gesto tecnico preso in esame.

E’ stata proprio la presenza in letteratura di vari metodi per la valutazione di attività a rischio di UEWMSDs, nessuno ancora universalmente accettato e validato, che ha fatto nascere l’esigenza di volerne sperimentare tre nell’analisi di alcune mansioni pre-senti in un’industria di produzione di componentistica.