INDULTO
QUARESIMALE
DEL 1866
Simone Molineri
ITI
Digitizedby
DIOCESI DI CUNEO
INDULTO QUARESIMALE
DEL
1866
I
CUNEO,
TIP. lUflADigitizedby
SIMONE FRANCESCO MOLINERl
DOTTORE
INTEOLOGIA ED AMRE LEGGI
CANONICO DELLA CHIESA CATTEDRALE DI CUNEO
E VACANTE LA SEDE VESCOVILE
VICARIO GENERALE CAPITOLARE
AL VENERABILE CLERO
EDILETTISSIMO POPOLO
I»HIt citta"k diocesi
SALUTENEL SIGNORE E SPIRITO DI PENITENZA E DI PREGHIERA
Sono
imminenti, o Venerabili Fratelli e Fedeli in Cristo dilettissimi,igiorni della santaQuaresima,
giornichela Chiesachiama
Sacratissimi, eche
leanime
di fede aspettanocon
giubilo ed osservanocon amore,
riguardandolicome un mezzo
di preparazione allasantaletizia diPasqua.Lo
spirito di questi giorni,come
tutti sapete, è spirito di mortificazione e di pe- nitenza, di astinenza e di digiuno;ad
imitazione diquanto
fece per noi, specialmente col suo digiuno nel deserto, ilDigitizedby
nostro
supremo
modelloGesù
Cristo.Ed un
tale spiritosempre!persevera nell'istituzione di questi santi giorni,
anche
alla nostra età, in cuidall'odierna disciplina ecclesiastica il ri- gore ne è tanto mitigalo,che poco
sforzo si richiedea
praticarne esattamente le opere.Ciònon
dimeno una maggior
mitigazione di quel po' di rigore che ancorrimane
(sepur
rigore vuoisi ancor dire),Noi veniamo
oraad
annunziarvi ;poiché il
comun Padre
dei fedeli, ilSommo
Ponteficeglorio-samente
regnante, accogliendo colla solita sua clemenza la do-manda da Noi
falla per la moderazione dellafuturaQuaresima, edinvestendosi della gravità dellecauseesposte, rimetteva alNostro arbitrio e coscienza lafacoltà di concedere pertutta laDiocesiil solito indulto della dispensa per l'uso delle carni.
Noi dunque
munitidi questoapostolico indulto,concediamo
a tutti i Diocesani (compresi i Regolari dell'uno e dell'altra sesso,non
astrettida
voto speciale) la facoltà di far uso,nel corso dell'imminente
Quaresima
, delle carnianche non
salubri,
ma
colle seguenti limitazioni, apposte per l'espressa volontà del Santo Padre, vale a dire:4. L'uso delle carni, fuori dei giorni domenicali, e per le persone obbligate al digiuno, s'intende concesso
solamente
per l'unica congestione;2.
Sono
eccettualida
questo-indulto tutti i venerdì esab- bati; ed inoltre altri quattro giorni che sono i seguenti:Il
primo
mercoledì, giorno delle ceneri,14
febbraio;Il Mercoledì delle
Tempora, 21
febbraio;Il mercoledì egiovedì dellasettimanasanta,
28
e29 marzo.
3. In tulli i giorni poi, in ogni
comestione
e per tutti è vietata la promiscuità di carne e pesce.Quanto
all'uso delleuova
e dei lallicinii pei giorni eccet- tuati dall'Indulto, sene
dovrà chiedere la licenza dal proprio Parroco,secondo
la consuetudine di questa Diocesi.È
poi intenzione delSommo
Pontefice, che questa indul- genzache
usa la santa Chiesa co'suoi figli,venga da
questiDigitizedby
-
3-
in qualche parte
compensata con
altre pie opere, e special-mente con una
visitasettimanalea qualche Chiesada
designarsi.E Noi
uniformandoci a questa piissimaintenzione, atutticoloroche
si serviranno dell'Indulto delle carni,ingiungiamo
(non
però sotto obbligo di grave colpa) la visita predetta; e perun
tal fineassegniamo
tutte le Chiese parrochiali e quelle altre in cui abitualmente si conserva il SS.Sacramento
o vioccorre la solenne esposizione delle
XLOre;
inoltrefacciamo
facoltà ai Parrochi di permettere agli abitanti delle borgate distanti dalle Parrocchie, di poter fare la visitanelle cappelle locali; ai confessori poi di poterlacommutare
pergliinfermi od altrimentiimpeditiinun'altra piaopera;designandoancora
pei Regolari e per le altre persone viventi incomunità
la loro Chiesa o Cappella particolare.A
togliere poi qualsivoglia angustia, dichiariamo,che
per soddisfare alla detta visita ba- steràche
si recitino divotamente cinque Pater edAve
pei presenti bisogni diSanta
Chiesa, cogli Atti difede,speranza, carità e contrizione, eduna
Salve alSacro
edImmacolato Cuor
di Maria per la conversione del peccatori.Finalmente
ilSanto Padre
ciraccomanda, che
nell'atto diconcedere
questo indulto,da Noi
si inculchiai Diocesani l'e- satta osservanza del quaresimale digiuno; eNoi
confidiamoche
i Rettori di anime,
comunicando
ai fedeli alle loro curecommessi
queste disposizioni,sapranno
nel loro zelo trovare parole efficacissimenon
solo per persuaderli a rassegnarsi al digiunonon
ostante qualche stanchezza d'animo,ma
perfarlo amare, per farlo osservare esaltamenteesecondo
lospirito.—
Ah
! fedeli in Cristo dilettissimi, e chinon amerà
questi santi giorni, se perpoco ne
considera il fine, lo spirito, le virtù,ivantaggi,il
premio? La
Chiesalisalutaripetutamentenellasua
liturgiacome
giorni dipropiziazione e di perdono, edesclama con
S.Paolo: Eccenunc
tempusaccertabile^ eccenunc
dies salu- tis. (i) All'apparir di questi giorni ellas'immagina
dìvedere
(I)-2 Cor.VI, ?.
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rinnovarsi il
mondo, ed
il sole risplendere di più bella luce su questa terra: Dies venti, dies tua, inqua
reflorentomnia:
laetemuret nos...
dum,
nocte pulsa, gratior orbi dies renascilur(
Hymn. ad
laud.). I Santi Padri poiparche non
sistanchino nel celebrarne le lodi, nelraccomandarne
l'osservanza, nel minacciare i trasgressori. Solemne lempus advenil,esclama
S. Agostino (1).... perchè questisono
quaranta giorni sa- cratissimi in tutto ilmondo
, ed all'avvicinarsi dellaPasqua che
ricorda il mistero dell'universale riscatto, tutto ilmondo
celebra quei santi giorni
con
lodevolissima devozione:Hi
suntenim
quadraginla diessalatissimi lotoorbelerramm,
quos prò- pinquanlePascha
universus mundus,quem
Deus in Chrislorccon- ciliat sibi,pmdicanda
devolione concelebrai.E
soggiungeS.Pier Grisologo (2)che siccome
oneralus venlcrad
vilia cor deponit, premil nientem, nesupemam
valeal sentirepietatem; cosi sola-mente
il digiunopuò
fareche
l'animo si sollevi alle cose celesti,utexoneralusanimus
possitad
altapertendere, conscenderead
virlutes,ad
ipsum piélatis auctorcm totus aliger pervolare.Ma
conmaggior
enfasi ancora cantalelodideldigiuno S.Ba-
silio
Magno:
Il digiuno è dell'animaoltimo custode,delcorpo compagno
sicuro: nel digiuno i forti trovano riparodagli as- salti edarme
perdifesa; gliatleti edi combattenticoldigiuno si esercitano e si preparano alla vittoria. Il digiuno scaccia le tentazioni,arma
di coraggio per ogni opera di pietà; in- divisibile dalla sobrietà e dallatemperanza:
nelle guerre spi- rituali somministra fortezza, nella pace insegnadove
si troviil vero riposo. Santificaognistalodi persone; genera le
anime
più elette. Jejuniumanima
optima custodia, corporis socius se- curus: fortibm viti*munimentnm
etarma:
alhlelis etcertantibus exercilatio.Hoc
prwlereatcnlatioaespropulsai,ad
pietatem armai,cum
sobrtelale habitat, temperanza: opifex est: in belli» forlittled inem afferl, in pace quictem docel.
Nazaraium
sanciificai, saccr- dotem perfidi Prophetas genuit, polenles confirmai utquo
roborat (3).(l)Serm.«19.Opp. tom.V. col. 1016,cdil. Migne, (ì)Sorm.i.col.188.intom.LI!. Palrol. M.
(3) llomil.I dejojon.
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E
qualanima
di fede al sentire questi elogi del santo di- giuno, potrebbe resistere e nori risolversi ad osservarlocon amore
e riconoscenza!E non
soloun'anima
di fede»ma
qua-lunque anima
ragionevole deve capireche
nel digiuno, quale 10comanda
la Chiesa e lo santifica laReligione, sitrovauna
sublimissima sapienza. Difatto chi pratica il digiunosecondo
11 vero suo spirito,
non
solo esercita nello stessotempo
le più belle virtù,ma
professa pure le più importanti verità della fede. Professa di credere chel'uomo non
è nato per vivere e mangiare,ma
per qualche fine più sublime;che
la presente nostra natura, la qualesempre
ci spinge alle cose sensibili, è corrotta edeveguarirsiconmedicine anche amare
e tagli dolorosi; che in noi le tendenze del corpo e le aspi- razioni dell'animasono
incontinualotta,motivo
percuibisogna rinnegare, frenareemortificarelaconcupiscenzadellacarne per rinvigorire le forze dello spirito. Professa di credereche
in questa lottache
noidobbiamo
sostenere contro le parli in- feriori di noi medesimi, si esercita la veravirtù,esiformano
quelle operebuone
senza delle quali èpazziasperareilregno
dei cieli; professa di credereche
ildigiunocon
tutteleopere
di virtùche l'accompagnano
, è graditissimo aGesù
Cristoche
ce ne diede l'esempio, eche
unitoco'suoi meritidiventa soddisfaltorioper le colpecommesse,
impetratolo dellegrazie necessarie, e meritorio della gloria eterna.Professadicredere che oltre latomba
ci è un'altra vita, in cuimentre
il corpo nel sepolcro sicorrompe
nelmodo
più schifoso e diventa pasto dei vermi, l'anima svincolala dai lacci terreni viveimmortalmente,
portando seco il frutto delle opere fattenella carriera mortale.E
per tacere altre verità moltissime, chi è esalto osservatore del digiunocomandato da
Santa Chiesa, coll'opera dimostra che a questa societàvuole appartenere,in essa vivere e morire,nutrendo
in cuore tutte le più belle speranze cristiane; eche
innessun modo
vuole appartenere alla maledetta società del secolo.-
Ed
oh! l'importanzache
c'è in questa ultima professione di fede! Si, o fedeli dilettissimi, nelmondo
vi sono preseli-temente,
come sempre
vi furono,due
società, quella della Chiesa e quella del secolo, ossia quella diDio
e quella delDemonio.
Coloroche appartengono
alla socielà delmondo
corrotto e del
demonio,
disprezzano le verità, le virtù, e le sante pratiche della Chiesa; il digiuno di penitenza, special-mente,
è ai loro occhiuna
cosastoltissima:essicompiangono
ciò chechiamano
in noi cecità, superstizione e pregiudizii;e quanto a se, vivono nel
mondo mangiando
ebevendo
al- legramente, senza cura dell'eternità.Rinnovano
lo spettacolo degli increduli dei tempi di Noè,come
ci disseGesù
Cristo nel santoVangelo
(Matth.XXIV, 38
): Sicul crani in diebus ante diluvium comedentcs et bibcnles, nubenlesetnuptuitradentes usque.ad eum
diem quo intravitNoe
inarcam
, etnon
cogno- verunty donec venti diluvium, et tulit omnes;come prima
del diluvio e fino al giorno in cuiNoè
entrònell'arcagliuomini
delmondo,
dimentichi dell'anima e spensierati dell'eternità,
se
ne
stavanopensando
solo amangiare
e bere e maritarsi senza nulla capire di ciò che significava l'arca,nè
volercre- dere alle minaccie dei divini castighi, finchévenne
il diluvio e tutti portò in perdizione; così è degli increduli dei nostri tempi.Per
loro l'anima è cosache non
meritanessuna cura;la mortificazione cristiana è un'illusione, la penitenza
un
de- lirio, l'eternitàuna
ciancia.La
sorte di costoro, tanto più infelici quantomen
sei credono, è giàscritta:andranno dove
li
condurranno
le loro opereda
increduli: Quinon
credit,jam
judicatus est; quia
non
credit in nomine unigeniti FilliDei
(Jo. HI,18).
Ma
di fronte a questatristasocielà dei seguaci deldemonio
si trova la Chiesa di
Gesù
Cristo, la socielà dei veri credenti, laMadre
di tutti i fedeli.Questa
Chiesa è cattolica,perchè
gli
uomini
di tutte le nazioniviappartengono
o sono chiamati ad appartenervi; è militante, perchè la sua patria essendo ilcielo ed essa su questa terra trovandosi solo
come
pellegrina e passeggiera, si vede ad ogni passo conteso ilterreno sucu
icammina,
negalo il diritto cheha
di vivereda
quella che ò,Digitizedby
-
7—
proibita la libertà della
sua
parola, e contrastata la potenza di quella vocecon
cui tutti deve intorno a sè raccogliere isuoi figli. L'autorità di questa Chiesa è inviolabile; e se le sue prescrizioni
non
si osservano dalle potenze della terra,
sono però ratificate dal*
Re
deiCieli.La
sua missioneèquella della luce del soleche
illuminatuttoilmondo:
essa passaad
imitazione del suoCapo Gesù
Cristo,beneficando tutti,anche
isuoi nemici e persecutori, e portando
con
se ed offrendo almondo
l'unico rimedio che possasanarnelepiaghe. Inquesta Chiesa,ed
in essa sola, si trova la vera cognizione di Dio e dell'uomo, la vera sapienzadeimisteri diGesù
Cristo,lastima dell'anima e dellasuanobiltà,lafede dell'eternità; inessaed in essasola sitrovalapratica delleverevirtù, diquelleche salvano nella vita eterna; ©gni insegnamento, ogni precetto,ognicon- siglio diqualunque
cosache
sia amabile, onesta c santa, in lei si trova. L'ubbidienza, l'umiltà, la mitezza di cuore, lo spirito di povertà, la castitàcon
tutte le sue grazie celesti, la mortificazione delle passioni,iltrionfo sullanaturacorrotta;l'eroismo del martirioedi tutte levirtù; ilsacrifiziodi
quanto
più lusinga sulla terra, peramor
del cielo; i dolori e lecon- solazioni della croce; la caritàversoifratellieversoinemici;la pace del cuore, laserenità della coscienza, l'amordi
Gesù
Cristo, l'unionecon
Dio,lasperanzadel cielo;.... tuttequeste coseche
in se contengono, per dir cosi,un
sistema nobilis-simo
di filosofia,ma
che i vani sapienti del secolo per nulla capiscono, nellaChiesa si trovano, e si gustanoe sicapiscono da tanteanime
semplicetteche
vivono colla grazia diDio
nel loro cuore.Oh
!dunque
a questaSanta
Chiesa diGesù
Cristo,che
in se contiene tante consolazioni celesti eche
insegnalapratica di ogni vera virtù, diciamo col santo Davide: Gloriosa dieta sunt de te, Civita*Dei
(Ps.LXXXVI, 3
); diciamolecon
quel gloriosoVescovo
e Martire che fu S. Ignazio di Antiochia:Tu
sei Chiesa diletta a Dioed
illuminata nella volontà di Chi vuole lutto ciòche
èsecondo l'amore
diGesù
Cristo:Digitizedby
—
8Chiesa
degna
di Dio,degna
d'ogni decoro,degna
della celeste beatitudine,degna
d'eterna lode; Chiesa che sciordinatacon
maestà, castacon
dignità, e presiedi nella carila; Chiesache
ricevinome
dallaLegge
di Cristo, e dalPadre
celeste: Ecclesia dileclaetilluminata involitataleVolenlùsOmnia,quaesuntsrcundum dileclionem Jesu Chrìsli Dei nostri;.... digna Beo, digna de- cenza, digaabeatitudine,dignalaude,digaeordinata, digtiecasta, etprwsidens in eh alitate, Christi habens legem, Patrisnomea;
guaniet saluto in
nomine
Jesu ChristifiliiPalm
(1).— È
vero che questa Chiesa a*nostri giorni èfortemente perseguitatain tanti paesi delmondo:
ècombattuta
nel suo insegnamento, nella sua missione, ne'suoi alti, nellesueleggi,nelsuo
Capo, ne'suoi ministri, ne' suoi figli, ne'suoi beni,ne
1
suoi diritti:
è
combattuta
in ciòche ha
di più prezioso, in ciòche
tocca direttamente alla sua vita: ècombattuta
nella sua esistenzamedesima;
e sul serio si dispula, se questa Chiesa, chepure è laSposa
diGesù
Cristo,convenga
ancora riconoscerlacome
viva ed avente diritto a vivere nel inondo, onon
piuttosto sia meglio trattarlacome
la feccia della società e l'obbrobrio del genereumano. Ma
luttociòappunto
èpernoiuna
ragione di più peramare,
onoraree rispettarequesta Chiesa edesserle inviolabilmente attaccati per (ultalanostra vita;elacondottacomunque
iniqua ed indegna, che ilmondo
tiene contro di lei,non
ci deve far maraviglia. Ilmondo
tratta la Chiesacome
trattòGesù
Cristo, il quale pine fu fallo per noi op- probriumhommum,
etabjcctioplebis(Ps.XXI,
7); e laChiesa, perchè dice al suocelesteSposo: Zelusdomus
tttaecomedit aie, lo zelo della vostra casa e della vostra gloria, o Dio,mi
in-fiamma
emi consuma;
dee pure soggiungere: Epperciò son falla parlecipe degli obbobri che scagliano controdiVoi:Op-
probriaexprobranliumlibicccideruntsuperme
(Ps.LXVIlf, 10).
Ma
beato chinon
silasciascandalezzare perglieffimeritrionfi del male,e per le presenti afflizioni dellaChiesa: Beatus est, quinon
fuerù seandalizatus iame
(Matth. XI,0
), disseGesù
(I)S.IgnaliusM., Kp.ad Roman, procem.
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— 9 —
Cristo di sè e della
sua
Sposa,la qualeacquisirtisanguinesuo (Act.XX,
flO). Nei tempi di fiera persecuzione e nei giorni diestrema angustia,quando
pareche
laChiesanon
altrodebba
piùdireche:Circumdederuntme
dolorcsmoriis (Ps.VII,5
),Ella chevived'un'internavitache
ilmondo non
conosce,si fortificasempre
più, e nell'umiltà, nella preghierae nellapenitenza sipreparaaltrionfo,che sa
non
poterlemancare. E
questa verità tutti gli anni più vivamente se la rappresenta nel periododitempo che
oraincominciamo,
poiché dessaappunto
stabilisce )a santaQuaresima
eilsuo digiunocome
apparecchioai gaudi della Risurrezione. Bisogna, è vero, attraversare questi giorniche cominciano
nella cenere, scorrono nel lutto,sempre
cre-scendo
internamente lo spirilo di afflizione.Ma
lagioia dellaPasqua non può mancare,
e saràtantopiùpurae soave,quanto
meglio vi cisarem
preparati nei giorni che la precedono.Tale è la speranza che consola la Chiesa; ed è
pur
quellache
dee consolareanche
noi suoifigli.Ce
lopromise
ilSignore per Isaia Profeta:Verranno
giorni, egli disse, in cui darò a miei fedeliCoronam
prò cinere, oleum gaudii pròluctu,pallium laudisprò spirilu meeroris: et vocabuntur in ea fortes justitiaeyplaìilalio
Domini ad
glorificandum (Is.LXI, 3
).Adunque
con-chiuderemo con
S. Paolo: Consolamini invicetn in verbis istis (1. Thess. IV,17).
AYVEUTE\Zt:
I signori Parrochi, nel leggere la presente Lettera alle loro po- polazioni, aggiungendovi quelle considerazioni che nel loro zelo crederanno piùopportune, si compiaceranno di insistere partico- larmentesu tre punti:
—
1.sull'obbligodi osservare ildigiuno, ora già tanto mitigato;—
2. sulla necessità cheha
il digiuno, per tor- nare accettoa Dio,di essere accompagnato dall'eserciziodellealtre virtù;—
3. sull'importanza di stare uniti inviolabilmentealla santa Chiesa esuperare in ciò ognirispettoumano. Non
è ancormolto.Digitizedby
— 10 -
come
tuttisanno, che il Santo Padre ci manifestò ipencoli delle Società Segrete, di quelle società chehanno
bensì per fondamento l'odio aDio ed alla Chiesa,ma
chesannopresentarsisottoilmanto
della beneficenza e dell'umanità per ingannare tanti semplici;un
attaccamento inviolabile alla santa Chiesa ed al suo Capo, sono mezzi infallibiliperevitare quei pericoli.Frale divozioni che si possono raccomandare alpopolo fedele pei presenti bisogni di SantaChiesa,
una
principale si è ladivo- zione a MariaSantissimaAddolorata.Nel decretodelli18settembre 1814, col quale fu concesso dal S. P. Pio VII a tutta la Chiesa l'Officio dei Sette Dolori di Maria SS. perladomenica
IIIdi set- tembre, oltrequello che già se ne fa nel venerdì di Passione, se ne dàper primaragionequesta chein publicisEcclesia*;calamitatibus auctaplurimum fuit dtvotioerga Beatissima*! Virginem, juxtaSijneonis proplietiam in animagladiotransfixam, cosicchési credette opportuno destinareun
altro giorno peronorarepiùdegnamente quei sublimi e divini Dolori della nostraMadre; e ciò fu concesso dalSommo
PonteficeaccedentibusetiamprecibusSerenissimiCaroliEmanuelis Sardiniae Begis,
come
si legge nel citatoDecreto (apud Cardellini subnum.°
4363). Noi teniamo percerto che i Rettori delle Chiese e iPredi- catori della Quaresima, per la loro divozione aMaria SS, saranno zelanti adinsegnare ed introdurre fin dai primi giorni questa di- vozione,
raccomandando
aifedeliche s'assuefacciano a recitare al-meno
privatamente lacorona dei SetteDolori, oqualchepreghiera analoga, e ciò particolarmente per iscongiurare le nuove tempeste che s'addensanoeminaccianodiscaricarsinelgiardino della Chiesa.Finalmente si raccomandino preghiere pertutte le Autorità co- stituite nellaChiesa e nello Stato, ed in
modo
particolare anche per questa vedovaDiocesi,affinchè presto sia consolatadiun
no- vello Pastore.Cuneo,dalla CuriaCapitolare, il 2 di febbraio 1866, giorno della Purificazione di M. SS.
C.
MOL1NKRI
Yir. Gei\. top.Trol. G. 0.Rossi faticeli.
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