RELAZIONE DELLA PESTE D'ALGIERI
NEGLI ANNI DI CRISTO
1752. 1753. SISTEMA GENERALE DI...
Ili
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(
HI
)PARTE PRIMA.
-
T A Peste
portata in Algieri dalle Occidentali Pro- ' vincie di queftoRegno
( dove per molti mefi aveva fatto ftrage furiofa ) permezzo
di alcuni infet- ti Paflaggieri , che furono fecondo il coftume libera-mente
introdotti, manifcftofli qui fui principio di Giu-gno
dell'anno 1752.Si nafcofe al folito per
un tempo
ilmorbo
mali-gno
fotto colore di altrecomuni
malattie , finché fo-mentato quefto
Fuoco
fegreto dai Venti umidi foffo- canti Meridionali, che foffioroncL J&eULentrare&
dettoniefe , fi palesò alla fine generale
V Incendio
nellaI
Consoli
delle Nazioni ed iMercawi
Europeifi Jtacchjufero, nelle proprie Cafe muniti di tutto ci*
che in fimili critiche circoftanze parve opportuno pxtr fervativo non fol contro il
Male
,ma
contro la Fa-me,
ed altriDisordini
che fogliono effeameiCoNSB-A
a InDiqitizedbyGoogle
(IV)
In fatti^ alcuni giorni dopo, efiendofi intimoriti i
Kabaili,
ò fieno Montanari, ed iPiskari
( al fer- vigio dèlia Città) tentando tutti fuggirli, più non ve- nivano le neceffarie Provifioni, nè trovavafi chi volefle trafportàrle: L'unico proyéclimento prefo dalGoverno
in limile circoftanza fu d'intimare la forca ai fuggiaf- chi, ed obbligar,con pari minaccia la Gentedella
Cam-
pagna a vendere al folito benché .più care le lor Der- rate•„
Provedimento che ha; prodotto fin'oraY
effettodefiderato, jAz Ila talmente fparfb nelli vicini, e nelli
4 remoti Villaggj la contagiofa influenza, che la
Detra-
zione ne é divenuta pocomeno
che univerfale.^Tra
iMorì Cittadini
la maggior parte fi l ri- fugiata nelle proprie Ville, che fono intorno alla Citta abbondantiflime:'ma
con fcarfo profitto, mentrecomu-
nicandoeglino^! tempo
fteffo jcon la Citta, forfè in quantità maggiore inorti ne fono rielleCampagne
chenon
Jentro le Cafe d'Algieri„
dove ilnumero
deglieftinti a cinque mila ancor non afcende
„
. . > s* i
Il caldo della Stagione pare che abbia contribuito 1
'
£
L
aflaif-DigitizedbyGoogle
(V)
affaiffimo all'aumento di quefto
Male,
avendo io o<*fervato più d'una volta ( benché iton fó femore T ef- perienza cortame ) che nel crefcere i gradi di quello, la forza pur di quefto mifurata còl
numero
degl'infetti crefceva;E
fortuna può dirfi, che nelle Càfe d'Aìgk*
ri il
Termometro
non rtfontòmai
fòpra.il i8no gradò (Termometro
in cui 100. gradi fegnano ilcalore del-l'acqua bollente ) ; Poiché a queffct
Temperie
fembra•
poterfi attribuire la mediocrità della ftrage , che
net
. le interne mediterranee pianure è(lata tanto più fòrmi"-
dabile. t-
ir
. . >Indizio pure della véritfc di quefto' Prtfunto fi è
il vederethè belle .Càfe aH^a j*rto;il
numero
dei mortj è flato foloun
terzo di quel degl'Infetti :„ Laddov*
nel Règio Ofped*Ie Spagnuolo cor*tacce
k
poflìbilialfe fterizdy perchè racctóufi ^riftrettì?fold un^er^ò-dell*fchiavi attaccati filvofl:'»t tu
:*Vf
li r,
ih
« '-.iwiiriij-
E
pofto quefto principiofacilmente fideducono*^
ine fue cònfejguètìze
due Fenomeni,
chwfeiK* flati iffrguardati dalla maggior parte, valeadire dagl'Igiionuv-
ti
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(VI)
fi
come
inefplicabili, e dai Superftizioficome
prodigj„
„
Il primo, che la Pefte ha attaccato per lopihfoiosi Fanciulli, ò li adolefcenti, efraquefti
ha
deftin- to i novelli Spofi ; E'ben vero che ficcome le Giova- netto infette forra,fiate in maggiornumero
che non iMafchj, cosV pare fecondoil noftro fuppofto, che quel- le non debbano effere di quefti
men
calide , ò i loro umorimen
facili a fermentarfin
Confeguenza che pun- to non difconvisee con certi altriFenomeni,
che tutto di fi vedono nella lor, macchila,e fralialtri iltrovarfi effe generalmente dei Mafchj più Elettriche„
* U
altro> ohe.il Paiaz#>R<^e,
abitato damoltageoi», e da ogni fona di perfona quotidianamente fre- quentato è fiato rifpettato da quefta unjverfale Influen- zar, la quale
eoo
vi ha atta**** «pwiufl
Schiavi(J&cfee pur* fimilmente fi*cc*flfe nell'ultimafiera Pefte tfienniale, che diftrufle un terzo della Città; )
„
Delqual'accidemt ceffa la maravigli* quando fi offervi che d*tt*^tfazÌDne».è la'pià .vafta fta tuttele altre,la pi*
ventilata, effendo la fola.che godeil privilegiodell'efte-
riori
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r
( vn
).riori-fineftre, e là più fiefca aticor* pei* 4* abbondarla delle perenni Fontanay che li feOgrtàno,'fe
cali
fonta-no
la più gentile, e la più (limabile* ftafe Ttofetì* de- lizie:Nè
gli due Schiavi attaccati formano una fuffi-ciente C>bie2zione per efftrc appetito elfi Mkiiflri' fetfl-
pre affittenti alla Regia Cucina, e privi perciò del 'fa- lco falubre riftoro di quel foggiofno.
Notabile è flato altresì, e deducibile dall* fteflEi
fuppofta cagione che i
Negri per
effetto del loro Cli-ma
nativo" quafi tutti di ardentetemperamento
, edaffretti dalla loro Schiavitù atli uflkj più petiofi dclfe famiglie , fono flati i priwi ed i più maltrattati dal
Morbo
maligno ^,tome
appunto fuol avvenire in Co- ftantmopòli ,mi Gran
Cairo>e generalmente intutti Levante „t :>,l*rùUsmtnh' uum ù%
--
ÌVìsck**
Nazione eonfinahte eoa* il beferf^^
per convenzione deftinata a fervine fotta
un
fuoCapò
ai tófogm pubblici «tetta Città <TAlgiew, fono
flati»
ch'efli più degli altrt pertioffi da queftotboréal* Flagel- lo;
Qual
maraviglia? Il loro ufficiofaticeloyUlowvMà
' '
to
*
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(
Vili
)mifeo.
fpc<x> oleofo,, ^iHoro. abito fporco, c^ldo*io ogni
Stagne
miiforntf^dovevano
nsceflariame^produrrelimile- effetto;; r ; iq >: . , ;
'
r
., Gli EJbrgi purejiofl meri che gli fchiavi Criftia- .©i fono ftatrnpiU
irruenza
dagli af tacchidiftinti? ;GU
.ijfìi fiorati -dall'ufo , gli altri forzati dalla neceffiti a pafcerfi di cibi pocoSalubri, ed a convivere fempre fra .toro affocatilf «riordinano £*r$bbe |flato :se.foife loro
.faprbmmejWJmvy**
; : 5.r" ri1-. /'• -X i
\j Laddovei
Mori Nazionale,
eleTurche Sol- datesche
jtup d'ipdole oziofa, e di vita laboriok ne- mici,,fleggierfl^n^ veftiti 9 e di molta frefca.bevanda am^wiffimi, per il frequente ufo delle lavande, e deiBagnai
puliti: della perfora> ed, ift;g^ner^le:deglj, altri
più
comodamente
albergati fono ftati vifijfctt d^lla Pe^#e
degli ultimi,,*
inzaffonumero
;s>Al
chep^
ave-re ancora contribuito Tufo affai
comune
fra elfi ( co-me
fai tutta l^Pxpgewe
deg^iArabi )degli,aipn
Aro- natiti P!MrU
4» acque ftil&w,folle lor Vefti,o
folleCarni, e sulla Barba in olj e mantechiglie verfaù, ò
m
final-
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(IX)
finalmente in grani ed in polvere infieme col cibo, e
la bevanda inghiottiti. ' .
Q<E
fi eccettuinogli Europei, niun PrefervatWo è Sta*to ufato dagli Altri perdifenderfi dali'Infezzione Pe*
flilenziale ; Effondo creduti tutti dal maggior
numero
inefficaci, anzi da molti ( infettati di Religiofo Fatalif-
mo)
{limati ridicoli e dallaLegge
e dalla Ragion con- dannati; -Pur non
ottante grande è flato ilconfumo
d'ace*to , d'acque di
Lavanda
e di Rofmarino, delle quali affai difficile farebbe il raccorne li effetti; Alcuni inol- tre fecondo Tufo del Levante imparato probabilmente dai Greci , maneggiavano collantemente certa Patta diLaudano
Cretico il quale fpira per queftomezzo
una Balfamica Soave Fragranza;Non
parlo della feiocca cre- dulità di taluni > che fuppofero poterti liberar la Citta dalla Pcfte permezzo
di MagiciScongiuri accompagna-ti da Superftiziòfe
Ceremonie
, nè della sfacciataggine di certi Impoflori che fi accinfero adefeguirlo,perno?
B
empirDigitizedby
(X)
•empir quefte carte d1inutilità , che rifvegliano folo la
compaffione o il difprezzo.
y
9VAr]
al folito ed irregolari fono flati iFenomeni
per-donalidiquefta Tempre ftravagante malattia; L'uno
fi crede di effere flato attaccato per contattoimmediato d'infetta materia;
„
laltro per il refpiro di fetido alitopeftilenziaie
„
un terzo non sa attribuirlo adun
certo principio;Chi
fubitamente fentinne la forprefa,chi gra- datamente te, diftinfe:Chi
permezzo
di dolor di capo ineffabile> chi di faftidiofa naufea, chi di vomito vio- lentoy chi- di languida vertigine>chi d*involontario tre-more
, chi finalmente da acutiffima improvifo puntura delBubone
maligno avvertito y> tutti Sintomi che be- Be fpe(To>fifono trovati congiunti noicorpo delli Infer-mi
appettati .Et
in paftico&r* queir*ultimo > dico ilBubone
> ilquale è inquellomorbo
cosi frequente, che quafi fuo caratteriftico gli ha dato ilnome
prcflb dergliArabi
„
quantunque più idi rado i Carbuncoli e lepetecchie comparifchino in fuo luogo>,e talvolta anco-
. ra
Digitizedby
C
xi
)ra le verghe rofle, pallide, e nere nel colio e nel pet- to, indizj quafi ficuri di morte vicina.
La
Febbre cheaccompagna
ilBubone
, fuoi'ef- fere veementiflima e producente delirio finche detto tu-more non
è ben turgido , ilchè per lo più fucccde in due giorni,ed allora,se per anco vive l'Infermo,comin- cia effa a declinare, e con efla la smania, e Tinfomnio Quindi a riftabilirfi la perduta appetenza , ed a ria- vìgorirfi le forze : Frattanto fi matura , firompe
, fipurga il tumore , e
doppo
lungotempo
fi cicatrizza,
ed il fortunato Infermo rifana. -
ir
dettoBubone
( che maturo contiene materia verde fetida , purulenta ) nel fuo comparire dk fegni quafi Scuri del grado di Maligniti della malattia»
Poi- ché fa veder 1'Efperiettza che se egli fù mobile,.vigo- irofo, *UrgkJo,^cefo, e gróflo(per efempiocome
una grofla cipolla ) ben predo fammalato
(campa dal fui*pericolo laddove se era fiffo, debole, arido, ofcuro, e piccolo, ben pretto viene in confeguenza la morte;.
Il luogo della comparfa di quefto tumorè è Rato
B
i perDigitizedbyGoogle
( XII )
per ordinario nelle glandule della cofcia, benché fpef- fo accompagnato da qualche altro nelle parotidi, e fot- te le afcelle, o da carbuncoli nelle mani, nei piedi,e nel petto . Egli ben di rado dileguo!!! fenza la fuccef- iìva morte dell'Infermo ,
ma
ben più fperTo giunto a fuppurazione e purgato gli die la vita.Qualche trafgreflìone nella dieta , e più ancora qualche ardore di collera ha efacerbato il tumore , ed introdotto nuova peftifera , e più che
mai
pericoiofa fermentazione nel fangue di quello che avanti ildifor-dine era proffimo allo flato di Sanità^,. . .
„
Anzi io ftefToho
veduto in quellotempo un
Giovine Ebreoche in perfetta {alute irritato daun Tur-
co, accefo perciò di sdegno e.di difpetto fentì punger;fi un dito della
mano
, ed in poco d'ora vi&
follevòun
groflbtumore, che accompagnato da febbre per mol-ti giorni lotormentò finché maturato con grave ftento,
td aperto replicatamente col ferro , e confumaco con
cauftici, alla fine bisn purgato guarì.
•'
•
„
E' ben vero che in ognitempo
gli effetti delle Paf~Digitizedby
(
xm
)Paffioni, in particolare della collera, e del timore, fo-
no
in quefto clima flraordinar;, producendo effe fpeffifrfimo una non breve frenefia , e
non
di rado in confò*guenza la morte
„
*'
. • • ••
• •
O
Empliciffimo metodo, se purmetodo
dee chi**mr-fi , è flato quello ufato dai
Mori
per laCura
della Pe.sts.
Niuno
rimedio han fomminiftrato aima-
lati,
ma
tlafciandoli al loro arbitrio, folo imlmpiaftro fomentativo alcuni han fatto loro applicare. al tumore*e nella fua maturiti aprirlo con la kncettai,?e poi-li-
bera;lafciare al maligno
umore
lo sfogo;Ed
a dirVo- ro g*an quantità d'Infetti fono per queftomezzo
fcam>pati.- Anzi divertì contar se ne poflòno , che
temendo
di efere .abbandonati dalla famiglia
li^np
^jtfcofteàllor Diatele;doppo i primi affalti febrili comminandoi foro foliti ufficj f<»z* rimedio, pur fono jàlla firiè
fenati.. ,
, y n;i.V.r! .V, ìùlv..*jì
ù
» IVfe
non
così nel Regio^Spedale dei.Schiavi^am*
miniftrato dalli Padri della Redenzione.Sgagnuoli , do-
-•il
veDigitizedbyGoogle
(
XIV
)41
fenaa rif^rnio,diifpefa molti rimedj fonò fiati tea-àifl^^&llifetro.^
^ rikirtd dei qualihà prodótto iempré 1' effetto dafideratò ,
ma
folquat
che volta con vario ed indecifo fucceflb,
„
Parvero opportuni sul principio gli abbondanti SalafliUUm
fi trovò pòi che snervavano le forze del Paziente, mentre ne temperavan la febbre: Giovevoli per untempo
fi provorono t vomitivi»
indi anon
. «uolto dannofi: I fudorìfici creduti òttimi
nel
Levante,R
trovarono q\i\ inefficaci > forfè perchè non poterono«ufarfi;sul bel principio del
mate
: I foli purganti non•cbbem uaTucpeffo feliriffimot I Bezokrdic*, gli Alefli-
£irm&ci, gli auorbenti; non corri^ofefo fempre all'in- tenzione di chi li dié; Il fogo-di limone fperimeritatp gik ptt ottimo antipfcftilénzlate forfè per làftà1iptoìììk
*reftige«mte kfietnà ts aftringente,non* ftt
mài *mminl-
ftrato foloì Io
non
ne^ sòh
ragione : In fine fecondole relazioni del
Medico
dì detto Ofpedaìe (il quale fu««1
numeto
diglijftfotf))'èo^l^fdo^fo^riòVttittn^
fra i ttBti.Timedj affegfiati *éai Maeftri dell*Arte $Y fpe-
•' Timentò
Digitizedby
(
xv
)rimeotò da loro Tempre efficace
„ ma
le cure più ge- neralmente felici fi efeguirpno eoa. leggieriupurgane
uniti ad Elettuarj, ed Àleffifarmaci, Triache, Bezzoa-
ria, Confezzioni,
Corno
di cervo,Avoriopolverizzato,
Occhj di Granchio &q* accompagnati da. limonate ,abi bondati
„
mentre iltumore
maligno era con fomenta-zioni alla maturità (limolato , fra le altre con l rappli-
cazione di rane vive, le quali fi trovarono molto op- portune , impregnandofi effe in tal circoftanza di un'
umor
nero livido , il quale fu creduto effer parte del fermento maligno, attratto fimpaticamente dall'anima- le,o
daitumor
trafudato„
giunto poi quello ad unamolle turgidità, fu aperto al folito,"e*ben purgato, e curato col fiftema degli altri tumori ordinarj\
Tanto
riferifeono gli due fopraccitati miniftri di quefto Spedale,foggetti pieni di probità, e di pruden- za intorno ai rimedj da loro fomminiftrati alli Schiavi Criftiani dal Contagio attaccati.
E
tanto io riferifeo interno aiFenomeni
diuna
malattia che non lafcia
impunemente
efaminarfi ben daDigitizedbyGoogl
(
xvi
)da vicino, ed iti
conferenza
non abonda di oflèrvato- li^
Dico dellaPeste
, che aceefa sul principio del pattatoGiugno
in Algieri, pare oggi intieramente eftin- ta nella Citta, e dalle ultime frefche pioggie tempera- te ancora nelle vicine campagne,<
Data
in Algieri nel io, di Ottobre del 1752.» r•. *» . • ...- .
<
Digitized b
(
XVII
)PARTE SECONDA*
«
T A Peste
checome
già. fi deferirti, fece ftrage di•^-^ alcune migliaja di Abitatori in Algieri durante r Eftate temperata del 1752., moderata poi dalle fref*
che pioggie Autunnali ,
ma
non eftinta (come
pur ft fperava), fi mantenne tutto l'inverno vagante mite, ed incerta per laCittà, finché nel feguente Aprile del 1753. col folitoTermometro
a gradi 14. : ripullulònuovamente
con grande apprenfione dei Cittadini (cheirFatalifmo rende bene imprudenti ,
ma
non gik co-raggiofi) . 1
*
„ E
prendendo ogni giornonuovo
vigore in tre mefi ditempo
diftni(Te nonmeno
eh cinque mila Pesr*;fone
„ E
crefeendoù Termometro
in Luglio fopra li 25. gradi cominciò a snervarli il fermento maligno ,^E
giunto finalmente quello in Agofto lopra il a8.gra-?dei, quefto;diflip0ffi univerlaimente e radicalmente
per
tutto l'ambito della Città. .
C
Sa-igitizedbyGoogle
C xviii
)Sarebbe inutile di ripetere i fintomi che accompa- gnarona qirefta infine•malattia , doppo•averli ampia- mente dcfcritti nell'anno fcorfo , non avendoci io po- tato oflervare da
qUd tempo
veiunà notabiledifò
i
senza . j i .
A
.11 i:t:.: v-'....Solo gioverà ròpbcare:
^er
confermar li Europei»nel Savio ufo delle prudenti loro cautele in rimili ea-
^iBjit^fe eircoftaaze , che ninno Accidente Peftifero ià due inni di Contagici i faccettata: nelle noftre cafe bétt cuftodite , eccettuata la:
morte
di tre Servi, che fure-tto! convinti di avere infrante le leggi della contuma- cia, 0 pei .dir-megli* della nonrcom»nicazioa eoa
gK
Infetti.
j.é
Tempo
farebbe adeiTo che liberi fiamo dagli In- foiti di queftoNemico
quando 'incqgnkD altrettanto te-*aiuxer ,
mentri
ancortfrefchicT
rtftaho ilelfememoria
gli fuoi varj terribili ErTerti, di tentare ài difcopfrxe ia
effigia cagione e natura, infiemef di tal
MoAo
dtftmg- gitore. , aSena
1* peculitójpcùfvM*
della&n
Esi-STENZA
•
j Sem-
(
XIX
)Sembrerà forfè troppo ardito ad alcuno 1*entrare a difcutere una queflione che pende da tanto
tempo
dal Giudizio dei FificL ;
ma
qtiefto riguardo ,~cfcè ini tratterrà dal deciderla ,non mi
torrà però la fccfisfa- zione di efpprre in poche parole l'ingenuomio
ientt. * • «
T A Peste
è>vr&
malattia.Non
vi è ehi ilcontra- tM^
A fti.rMaomettani
mectefimi che ignorantementele fuperftiziofamente la caratterizzano colnome
ofcuro ,diFlagello Divino
5 pur efli ne curano la Febbre ei Buboni, onde a loro difetto per malattìa la cohfef-
Varie fono fecondo le relazioni le accidentali Ori*
gini della Pefte , e varie a
mio
parere le fpectó dellajneJefinuh '
'i
'
-
^ . In fatti quelle Epidemiche malattìe conofciute fot- to
nome
di Pefte, che inforgonoqualcheveka
neiCam-
pi Qbfidionali >. fi fentono fpeffb dileguate.con la tras- lazione del
Campo
infituazion più iaiubre,e con Tufo fano.C
aDigitizedbyGoogle
(XX)
«li migliori bevande , ciò che evidentemente drmoftra.
<5he
come imali
Scorbutici da infrazione dell'Aria e•delF
Acqua
principalmente dipendono; <*'• 1 .Ma
laPeste
propriamente cosi detta feroina le fne ftragi ^uafi-indifTerententente per k'paludofc Valli e per le ventilate Colline, per i piccoli Borghi, e per le popolofe Citt£,t II
Nido
di'quelloMorbo
è fEgitto,
d'ondeil
commercio
io fparge pér tuttek
Contrade chehan
relazione con quella fertiliflima Provincia.
- ;La fua
Proprietà*
diftintiva è il comunicarfi al- trui permezzo
del contatto, ciò che conviene a tiftti i morbi maligni,ma
a quello in grado eminente, on- de ilnome
di Contagio ha fortito fra noi.Da
quelli lumi generali, ohe fono ftan conofciuti da tutti i Filofofi crederono di poter dedurre general-mente,
che laPeste
foiTe un veleno o Fermento, che dalle cfalazioni del Nilo inondante annualmente fi foi>mafie , e li Egizziani prima infettaiTe y e negli Efteri poi per
mezzo
loro fi trasfondeffe:Que-
Digitizedby
„t,i ;Quefta opinione quantunque non correda
u
di piìie&tte Nervazioni *o;di più accurata dottrina y s^gnò pureffm iJLècteràti'^ finché gli fù foftituko il Sifterna degli Animalcoli, ai quali fi volle in quel
tempo
attri-buire dagli innovatoli indifcreti d'ogni malattia li ca*
m
gione. : :
'
% Io per me»iellata oppormi ai fentimenti di quefti, Oidi quelli,, dimanderò ai Primi
come mai
se il loroFermento
è prodotto dal Nilo, un sì generale UBatar*,non
diftrugge-con li uomini ancor liAmmali » come
tettano Abitatori in Egitto
» come
dovunque fono Pa-ludi
c^^qu*
{lagnanti inEuropa
,noa
fi lente pureregnare quefta fatai malattia. .?
Ed
ai fecondi pure domanderòcome mai
elfendolavEéftcì una Mangerie; di Animaletti effa non * traff^f- taxa dal*minimo-forno difvcmto
a
qualchem^ipcre^
ftanza nei Lazzeretti
* come
quefto InfoioipofTa, tal- volta in.te
foljrnomentò feonvedgere tattta la tpascjjf Ita^UUùftitelànfc a jro^arf* Repentina morteaàf
1*
t-A
C
3 defimoDigitizedbyGoogle
(
XXII
))
„ come
iSudorifici nuocino per lo pih allaAia Propagazione„ come
la natura tenti efpcllere l'animi-le per
mezzo
di unBubone,
ecome
finalmente reiìfta quello Mortifero vivente bene fpeflb al più gran fred-do
dell'Inverno, e quali Tempre ceda.al maggior calordell'Eftate : . . ,
Con
mille altre Interrogazioni che fi potrebber foggiungere, e che intrigherebbero fempre più lama-
tafla dei due propoftrrSifterrfi.' tyMofefr,
t ; , : . I
Or
se al primo di efli altra Origine fi.atttibnif- fe in luogo dell'Alluvione del Nilo , allora $\ che pol-irebbero tutte- le queftioni fatte a
mio
parere Impie- garli. . • > .» u i*y:}> sr<,-»«•••« ì . . ..
SUppongafi
(in grazia deJi'Efperiei^»»)«k»
nella va-flirti
ma
Citta delCairomal
provedata diErbe fre-sche perCibo,e di &lubri
Acque
per bevalida vivauh numero
infinito d'uomini affollati in ftrettiffime cafe,
i quali per la continua temperie del Clima , e per il
fre-
Digitizedby
<
XXIII
)frequente ufo dei Bagni
Troppo Caldi
, e per la fo*mentazione degli abiti lanini, e per il quotidiano non interrotto fumar del
Tabacca
efalino dai loro corpi una quantità grande di vapori graffi,che fi manifcftan pur troppo all'odorato , acrimoniofi e pungenti, i quali fiammalino
nei loro abiti, che la miferia non lafcia lo- ro cambiare, finché refa rancida, corrotta , ed efaltata quefta evaporata materia divenga eHa il fuppofto fer-mento
venefico diftruggirne.-^,-.* li *j.ovlw <>u^ [ ; tlEccb
chè quèfta corruttela diumana
foftanza ef-{mdó
ben di radaomogenea
alla teffitura degli, akri animali, purbea
di rado potraflì loro comunicare , e folo gufigli Aioalini atifàwfherii chetilitroveranno:difpo-fti
M
tìnà takralterazione di«mori
,? e cfceiiicoiitre- rannofi dentro la. sfera di oajtivkkti^iiquel primo Fer-mento
efalante^afe^, Murailuin^j
h srbmg
•iP.-j ^'Ecc« che. non dovunque faranno pantanùfe lagu-
**. germoglierìidabPeftei9
ma
ibidove
viveri^ tropp*-mte»i%littjyÉiifci
wfattà* mal
inutrtó, mainventaatf,mal
3dbyGoogle
-mal vcfthi^ in
MtOkAémisA:t
:fteaiataS,r2usm^i^iì nos
^dHoflO che rimmediato ò quali..ira«nediaio t^of^latro divien ceceiìano per la comiinucazione di quefta Pcfte/nè può il vento,trafportarla se bm--:«K>ko.d'agr
$refla3 k> /ol:jpfC;:me2zii di
p&JòJida
.materia.coma-«iirUU
»
tU.F.LuC
iti BÌ £fb cIjiclx;Old
ivi Oifilh-r.- . ; . .„Ecco
che in pochi ìfìanti ( trovandofi ilCorpo Umano
difftofto«la.
materia mortifica: franto^omoge-
nea)può talvolta il ferrneBtórijDraiTgiio attaccare diret-
tamente li Spiriti in vece dvitffiiii»rfi''jielCorfo>languì*
gno, e difturbandone fiibito l'ondÉie. ridurre iti Cuore
Umano
in .Parofifmi Jiww^iv^* ih asd liiq ciUruicusvoli ai noftroJVlALE tenendo aperti i pori esalanti, ed i^iftaotai cps^-la naturai sulixfipe lieta* te particelle<-mali~
gne che fi erano infinuate nel£fapti^*|{ttU'b oiaeai
-i! ;J
„Eccc
<*tvili.idJ?oi^ effe- reagnato
dalla natura t»ermezze
.di.ifihro oalmman-
ti
*
certe g1andulei parucolariyiper disloggiarlo, dalj-e-Digitizedby
(
XXV
)fto de!
Corpo,
e lafciarlo quivi maturare per poi pur- garlo lacerando ella ftefla quel fuonuo*o vaf^
Efcr*torio,,»
Ecco
finalmente che non Tempre2 Freddo
In- vernale potrk diftruggere ilcontagiofo malore,difenden-do
^uefto e foftenendofi con lo fteffo calore vifittfsmentre il più viva ardor dell'Eftate potri fpeflò diffi-
parlo o tutto volatilizzandolo- , o fciegliendo'troppi e difgregando leTue parti, dalla union delle quali forfè la
Efficaciafermentativa dipende. *
*
t \ E'da offervarfr che oltre k> fpiegare in quello fi-
ftema ( con chiarezza uguale alle altre queftiont «fi
R*
fica ) i
Fenomeni
che fr objettorono agli altri, qttefta Ipotefr dilucida ancoramilk
altri accidenti dellamalat- tia Beftilenziale , che ft chiamarTo.STAXVXSAim^ap-
:j>untó"peTcIie non"sTmteridoHcT
tome
farebbe fSerfèKè talvolta,la Pesti: fi è sfogata nei vtcchj, talvolta1 nei fanciulli, talvolta ha prefo di mira li mafefcj-, e «al**!- ,ta le fenune-,,csme
fnfq>dèi Balfamiy e pià 14 viva-ce letizia purché
non
violenta prefervi dalMorbo
Per-
*
m
S
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c
mi))
Jfc<|ctè:ptr;in Egitto, ej
fa?
iohfagri'cfce iq.Cotonano-po
ed altre minori CittàÙ
confervi , e fi perpetui la•n3f:n4l; 9*^j;ftfc<4afei.potrà facilmente ciascuno affò-
gnar la
cagane Adotta
dalla fuppofizione che la Pè-ste NON
SIAUNA MASSA
DIANIMALETTI MALI- GNI VENEFICI
5NON UNA VELENOSA -PUTREDINE ORIGINATA DAL SEjyMEKT£
J)I?L, iNILO ,MA un FERMENTO ANIMALE CORROTTO E COkROMPÈ*-
TE;
PRODOTTO DAI PINGUI ;VABOW EXSUD^I ED ES4MJWTI
I>AICORRI W
UOMIlfi X2HEVT^ONO
MI-SERAMENTE
5SORDIDAMENTE'^ LABORIOSAMENTE, SD
INT&OPPO GRAN NUMERO
*ED AFFOLLATA- .^EVfW/ ADUNATI
, TAk-NItO',*IU'ISEJ^^liicaSTAN- ZE
DE*.CLIMA DIENO
U»'AUMENTO ACCESSORIO ALLA RANCIDA ESALTAZIONE Ùl QJUELLA EFFLUEN- 3A MhUÙììA-Ji
r li-:r Ili ;>>>v; . : . },Me&fre
io troncherò quefto breve ragionamento:, .Qftrv&idQ che queft* «Hiova opinione, ( $e non.,vuol ' w•dirfi
DigitizedbyGoogle
(
XXVII
)dirli Siftema ) moftra chiaramente dentro a quai limiti debba riftringerfi quella Propofizione ammefla general*
mente ( e forfè troppo leggiermente ) dai dotti , cioè
CHE LA PROVIDA NATURA ABBIA ORDINATO LA PESTE ALLA DISTRUZZIONE DEI TROPPO NUMERO-
SI
ABITATORI DELLA TERRA.
In
Algieri il di I. diMaggio
1754.%
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