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L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.37 (1910) n.1867, 13 febbraio

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GAZZETTA SETTIMANALE

SCIENZA ECONOMICA, F IN A N ZA , COMMERCIO, BANCHI, FE R R O V IE , IN TERESSI P R IV A T I

Anno XXXYII - Vol. XLI

Firenze, 13 Febbraio 1910

N. 1867

SOMMARIO: N ecrologia di A ngelo Majorana — La situazione della Banca d’ Italia al 81 dicem bre 1909 — Gli emigranti rimpatriati — G. Corniani, Dopo il Congresso per le Case Popolari di Milano — RIVISTA BIBLIOGRAFICA : Prof. D oit. Edmondo Trombetta, Medicina d ’urgenza. Vade-Mecum dia­ gnostico terapeutico e form ulario razionato ad uso dei medici pratici - Prof. Charles Urouilhet, Le conflit des doctrines dans l’Economie politique contemporaine - Yves G uyot, Les prèjagés écono­ mique - D r. Walter Rohrbech, Die Organisation der H agelversicherung — RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA : Il Congresso degli agricoltori italiani - L ’assicurazione obbligatoria per g li infor­ tuni sul lavoro - Il movimento demografico in Italia - L a produzione vinicola in Italia nel 1909 - Im situazione delle linee ferroviarie nelle varie contrade d’ Europa - Un prestito dello Stato d i Bahia RASSEGNA DEL COMMERCIO INTERNAZIONALE : Il commercio degli Stati Uniti — L ’ ultima leg g e sulle pensioni per la vecchiaia nella Gran Bretagna — Il tasso di sconto nelle principali piazze mondiali nel 1909 — Il m ercato mondiale della lana nel 1909 — Banche popolari e coope­ rative, Banca popolare di Perugia — Cronaca delle camere di com m ercio — M ercato M onetario e R ivista delle Borse — Società commerciali ed industriali — Notizie commerciali.

Angelo Majorana

La morte ha colpito in età ancor giovane

Angelo Majorana

dalla cui intelligenza per­

spicua, dalla cui attività indefessa, e dalla cui

specchiata rettitudine molto aveva ragione di

sperare la patria.

Dalla cattedra, a cui fu chiamato giova­

nissimo, dal.suo banco di deputato e da quello

di Ministro Egli aveva dimostrata la meravi­

gliosa potenza del suo ingegno e le sue atti­

tudini singolari alle più svariate discipline.

Dotto non solamente nei libri che pubbli­

cava o nei discorsi che pronunciava, ma anche

nelle private conversazioni. Egli sapeva usare

della sua dottrina senza ostentazione, ma come

di uno stromento col quale, alla convincente

forma della parola aggiungeva la persuasione

del sapere.

Abbiamo avuto occasione di avvicinarlo

quando era Ministro delle Finanze ed il suo

entusiasmo nelle riforme che escogitava e che

sognava di attuare gradualmente, la sua fede

che solo dalla scienza potesse ottenersi la buona

e sana pratica, come Egli si esprimeva, ci la­

sciarono comprendere nelle alternative della

sua malattia, e ci fanno capire ora, quanto al

paese tolse il morbo che lo afflisse e quanto

ad esso toglie ora la sua morte.

Coll’ animo profondamente commosso man­

diamo un reverente ed affettuoso saluto alla

sua memoria.

La situazione della Banca d’ Italia

al 31 dicembre 1909

Abbiam o sott’ occhio la situazione della Banca d’ Italia al 31 dicembre u. s. e ; paragonandola a quella del 31 dicembre dell’ esercizio precedente, troviamo motivo per accertare i nuovi progressi fatti dalla Banca nell’economia del paese, e nel proprio consolidamento. E non può essere a meno, poiché tutta la intelligente attività della Banca rivolta prima a sbarazzare il bilancio dalle immobilizzazioni, ha potuto nell’esercizio passato essere rivolta ad esercitare tutta la influenza di­ retta ed indiretta che colla sua svariata azione può essere data dall’ Istituto.

Discutendo di cose bancarie e delle condi­ zioni del mercato, abbiamo più volte rilevata la ne­ cessità che questo sia disciplinato in modo da obbedire, quasi si direbbe ad un unico indirizzo ; non già perchè la sola Banca d’ Italia abbia ad avere il comando di ogni singola operazione, che questa sarebbe tirannia, ma perchè tutte le forze finan­ ziarie sentono la necessità di procedere concordi. La vicina Francia ci offre un esempio meravi glioso di unità e di disciplina per le quali cia­ scuno degli enti che compongono la Alta finanza del paese si sentirebbe diminuito nella sua stessa dignità trovandosi solitario, o peggio in opposi­ zione co! complesso delle lorze finanziarie. Il sen timento del «cre d ito del p aese» in Francia, in Germania, nell’ Inghilterra e nel piccolo Belgio è tale che si può dire rappresenta un tutto unito e concorde la cui forza e la cui efficacia si avver­ tono specialmente quando le difficoltà incombono sul mercato.

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98 L ’ ECONOMISTA 13 febbraio 1910

concordia. Siamo però d’avviso che tanto più fa­ cilmente si potrà conseguire questo sentimento nazionale sul credito, quanto maggiore sarà la forza e la importanza che acquisterà il nostro massimo Istituto di emissione che è al caso di valutare più imparzialmente e più serenamente i bisogni ed i rimedi, e attrarre nella sua sfera di azione tutta l’Alta finanza, perla quale non sarà certo il caso di parlare di dipendenza, ma di collaborazione per un altissimo fine.

E già qualche sintomo di una maggiore unità si può avvertire e godiamo che esso coincida coi segni di incremento e di forza maggiore che offre la Banca; il comm. Slringher che la dirige con tanta intelligenza e fortuna, sente senza dubbio tutta la potenza che può e deve acquistare il suo Istituto e con mano sicura lo guida prudentemente verso la meta.

Intanto esaminando la situazione della Banca d’Italia al 31 Decembre 1909 notiamo un aumento di 18.6 milioni nella riserva oro, che supera già la no­ tevole cifra di 950.8 milioni, ed una diminuzione di 6 milioni della parte argento, che si riduce a poco meno di 104 milioni ; poche variazioni presenta la parte di riserva equiparata alla metallica, sono 5.7 milioni di cambiali sull’estero, 63.8 milioni di Buoni del Tesoro di Stati esteri, e 16.9 mi­ lioni di certificati di credito sull’estero; in totale 86.5 milioni con una diminuzione di 0.8 milioni. Il complesso della riserva, metallica ed equipa- parata, ascende a 1,141.3 milioni con un aumento di 11 milioni e mezzo.

Il portafoglio della Banca, in senso largo, presenta tutte cifre in aumento: la parte su piazze italiane presenta una consistenza al 31 dicembre di 427.1 milioni, col cospicuo aumento di 38.5 milioni ; la parte sull’estero, è quasi sta­ zionaria con 71.9 m ilioni; gli effetti all’ incasso di 2.6 milioni sono diminuiti di mezzo milione a paragone del 1908; — e filialmente le anticipa­ zioni salgono a 124.1 milioni con un aumento importantissimo di 46.6 milioni.

Ci piace aggiungere che il complesso degli sconti accordati durante l’ esercizio 1909 ammontò a 2,170.9 milioni con un aumento di 125.8 milioni sull’anno precedente, e che le anticipazioni am­ montarono nel complesso a 502.3 milioni con un aumento di 369 mila lire sul 1908.

Queste cifre denotano la crescente attività della Banca che allarga sempre più la sua sfera di azione.

Come è noto il Tesoro non ha più bisogno di ricorrere alle anticipazioni statutarie delle Banche e perciò anche nel 1909 quella voce segna zero.

Di poco sono modificate le voci titoli di pro­ prietà della Banca, sia per scorta, che per im ­ piego. della massa di rispetto, che per cauzione del servizio di Tesoreria, che per fondi accanto­ nati; le variazioni sono minime tranne che per i titoli e per la scorta che segnano un aumento di 7.6 milioni.

L ’ aumento del portafoglio e delle anticipa­ zioni che si è visto somma a 103 milioni in cifra tonda, determina necessariamente un aumento di circolazione però nella misura di soli 52.6 mi­ lioni, ammontando la cifra totale a 1,441.7 mi­ lioni. — Tale circolazione era così divisa rispetto alla copertura:

col 40 per cento di riserva L. 585,120,745 con piena copertura » 856,626,005

Totale 1,441,746,750 I debiti a vista, i depositi a conto corrente fruttifero, i conti correnti passivi sono tutti in diminuzione; i primi di 7.5 milioni con una ri­ manenza di 126.7 milioni ; i secondi di 10.1 mi­ lioni rimanendo 51.3 milioni ; g li ultimi di 0.8 mi­ lioni restano a 6.7 milioni.

Grli utili netti dell’esercizio sommano a 15.2 milioni, con un aumento di 3.6 milioni sull’anno precedente.

Queste osservazioni sommarie che ricaviamo dalla situazione testé pubblicata dimostrano il continuo progresso che fa la Banca ; attendiamo la relazione che il Comm. Stringher farà il mese prossimo all’Assemblea per avere e dare mag­ giori ragguagli.

Gli emigranti rimpatriati

Un Ispettore del Ministero d’ Agricoltura e Commercio è stato distaccato, o.lo sarà fra breve, presso il Commissariato centrale dell’ Emigrazione, per elaborare i dati statistici concernenti il fatto del rimpatrio di emigrati, in ordine alle sue con­ seguenze morali ed economiche. Queste sono mol­ teplici e importanti, e riguardano il mercato del lavoro italiano, l’offerta della mano d’ opera, più che altro agricola, nelle nostre provincie meridio­ nali, 1’ accumularsi dei risparmi, 1’ aumento del traffico nelle strade ferrate e nei porti.

Dobbiamo credere si tratti d’ un razionale commento ai dati numerici, perchè questi già si hanno e i competenti uffici continuano ad occu­ parsi, come hanno fatto sinora, della loro rac­ colta e della loro pubblicazione. 'Gli è che, men­ tre sull’ emigrazione le ricerche statistiche sono già benissimo avviate, e non da ieri, si sente oramai il bisogno di addentrarsi, più che in passato, in quelle che chiameremo psicologico- sociali, sia pure sotto un rispetto in prevalenza economico.

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13 febbraio 1910 L ’ ECONOMISTA 99

Quali sono i caratteri degli individui e delle famiglie definitivamente rimpatriate? Quale è la loro condizione? E per condizione intendiamo in­ sieme quella economica e quella morale, gli averi, ma anche le cognizioni e i costumi, non il solo fatto, ma anche le forme e i metodi, forse in parte nuovi, del loro lavoro. — Non è già che non se ne sappia nulla: qua e là qualche inchiesta alla spicciolata è stata fatta. Ma forse non se ne sa abbastanza.

Crediamo giusta e incontrastata l’ opinione che chi ha viaggiato, chi conosce, anche poco, un’ altra lingua oltre quella materna, chi ha visto da vicino cose nuove, paesi nuovi, ha do­ vuto vivere e trattare con persone miove, ha osservato, ha confrontato, messo in serbo im­ pressioni e idee, vale di più, almeno un po’ più,

ceteris paribus, di chi non è mai escito dal pro­

prio guscio. Se ne ha una prova negli operai dell’ industria. « Mentre nel nord d’ Italia, dice un cultore di sociologia, per ragioni geografiche abbonda 1’ emigrazione temporanea pei paesi di Europa, nel sud è quasi esclusiva l’ emigrazione permanente per paesi d’ oltre oceano. In altri termini, 1’ Italia dei sud, che non può nutrire la sua popolazione, ne manda una parte in America : alleva una popolazione per spedirla ancor giovane in paesi lontani. L ' Italia del nord manda invece 100 a 150 mila persone all’ anno nei paesi industriali più progrediti, in Svizzera, in Germania, in Austria, in Francia , e quei lavoratori, che il bisogno fa uscire, fanno

la loro educazione tecnica, senza volere, qualche volta senza sapere. Quando ritornano, dopo cin­ que o sei mesi, molte cose hanno viste e molte imparate. Sono più di centomila borse di studio,

date ogni anno ai lavoratori del nord dalla si­ tuazione geografica. Invece gli operai meridio­ nali rimangono per necessità nel loro paese, e fuori le scuole (poche e, fatta qualche eccezione, non ottime) non hanno dalla vita alcun insegna­ mento » (1).

Questo confronto poggia su dati esatti, e riesce giusto perchè prende a considerare sol­ tanto gli operai delle industrie. Ma se sosti­ tuiamo loro, per il Mezzogiorno d’ Italia, i lavo­ ratori della terra, che son quelli appunto che emigrano in America, anche in essi deve di certo potersi riscontrare l’ effetto utile dell’ aver dimo­ rato all’estero, dell’ aver viste e imparate molte cose. E ’ vero che il contadino si trasforma meno facilmente dell’operaio, ma è anche vero che la permanenza in America dei campagnuoli meri­ dionali che poi rimpatriano, per solito dura non qualche mese, ma qualche anno.

Perciò è tutt’ altro che oziosa questa ricerca concreta da istituirsi in molti e diversi luoghi : i più intelligenti, i più fortunati, i più agiati tra coloro che dall’ America tornano al loro paese per restarvi, specie se hanno potuto ac­ quistare un po’ di terra, com’ è la loro grande ambizione, sanno anche applicarvi metodi di cultura più moderni e migliori, trarne proventi maggiori di prima, mostrarsi superiori ai loro vicini, ai loro confinanti ?

(1) Ni t t i. l.a città di Napoli. Napoli, 1902.

E sono cresciute l’operosità, la perseveranza, la fiducia nelle proprie forze? — N ell’ esaminare mesi or sono gli scritti d’ una esperta conosci­ trice delle colonie italiane d’ America, la signo­ rina A m y Bernardy, trascrivemmo alcune sue pa­ role, che qui è opportuno trascrivere di nuovo. « Una cosa è certa, che se ogni individuo ed ogni famiglia fosse disposta a lavorare in Italia con ugual pertinacia e diligenza, ed a sacrificarsi la metà o meno di quel che si sacrifica dopo avei’e emigrato, potrebbe vivere assai meno male in Italia ». — Or bene, nelle nostre provincie me­ ridionali si trova, presso i reduci d’ America, come è sperabile, la riprova di questa asser­ zione ?

La risposta, da qualunque parte sia per venire, non potrà mai essere unica, perchè il Mezzogiorno è vasto e le cose non possono an­ dare da per tutto nello stesso modo. A noi che scriviamo è accaduto di vedere negli Abruzzi, viag­ giando tra Sulmona e Aquila, coltivazioni accu­ ratissime, specialmente di frutta e ortaggi, e linde case rurali, di costruzione recente, disse­ minate per la campagna. Ci fu detto che ciò che vedevamo era proprietà e lavoro di emi­ granti rimpatriati. Se non che, per raccogliere dati sicuri e abbondanti, non basta davvero per­ correre poche linee ferroviarie, guardare da un vagone e interrogare qualche momentaneo com­ pagno di viaggio. Crediamo che in Basilicata, per esempio, le cose vadano assai meno bene. Indagini minute ne sono state fatte, ma non ne conosciamo di recentissime.

Assai pregevole per copia e varietà di no­ tizie raccolte, oltreché di gradevole lettura, è il resoconto d’ un viaggio compiuto in Basilicata e nelle tre Calabrie dal valentissimo Adolfo B ossi, Regio Commissario per l’ emigrazione, nell’ ottobre del 1907 (1). Il Rossi, fermandosi in molti centri agricoli, ebbe cura d’ interrogare persone d’ ogni ceto, sindaci, curati, grandi e piccoli possidenti, contadini, pastori, massaie. Senza poter qui riferire le risposte da lui rice­ vute, la sua impressione complessiva è che nelle conseguenze dell’ emigrazione sunt bona m ixta

malis. Ma delle cose buone non possiamo rinun­

ziare a rilevarne tre : 1’ essere in generale sce­ mata la delinquenza ; 1’ essere in alcuni luoghi scomparsa, in altri diminuita 1’ usura ; 1’ essere qua e là migliorato il vitto, sia per effetto della scarsità di braccia, che ha fatto crescere i salari, sia perchè la maggiore agiatezza dei rimpatriati permette loro di trattarsi meglio.

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100 L ’ ECONOMISTA 13 febbraio 1910

cano una bella casetta. Chi può, dopo avuta la casa, acquista lì intorno orto e vigna. Nelle adia­ cenze di certi borghi rurali tutti i migliori ter­ reni sono oggi posseduti dai così detti americani. In parecchi villaggi, colle antiche catapecchie, nere, putride, crollanti, ricovero preadamitico d ’ uomini e d’ animali domestici, fanno vivo e eloquente contrasto le case nuove degli americani, più spaziose, ridenti, ben costruite, igieniche. Iv i gli animali non stanno più nelle stanze dove dormono i contadini : per loro v ’ è un locale ap­ posito accanto all’ abitazione.

SI, vi sono anche i torpidi, ai quali T emi­ grazione ha aperto poco 1’ intelligenza e anche meno infuso vigore nell’ animo: «red u ci dagli Stati Uniti o dall’ Argentina, che hanno una piccola rendita, dalle tre alle cinque lire al gior­ no, e si contentano di vivere con essa, senza lavoro, come altrettanti pensionati, con la sola ambizione di diventare consiglieri comunali o presidenti della Società operaia ». Ma questo fatto non può essere generale. Soltanto a Lago- negro il Rossi dice aver trovato un centinaio di famiglie di tal genere. In pari tetùpo egli ì ¡feri­ sce due testimonianze da lui raccolte, che ci sem­ bra lumeggino un lato importante delle abitudini civili dei rimpatriati. Una è del comm. Froggio, grande proprietario di Monteleone. « Gli ameri­ cani tornano migliorati, più svelti, più intelli­ genti. Io ne ho parecchi. Un contadino che mi doveva 150 lire, dopo qualche anno d’ America mi si presentò pagando il vecchio debito. Così fanno molti ». L ’ altra è dell’ Agente delle Im ­ poste di Oastrovillari. Ci fa sapere che l’ emi­ grazione ha fatto sì che le tasse si pagano più sollecitamente d’ una volta, tanto è vero che gli esattori' si contentano d’ un aggio minore. I con­ tadini pagano puntualmente, versando in una sola volta l’ intera annualità. Sono invece i grandi e medi proprietari quelli che pagano con ritardo.

Tutte queste notizie, prescindendo da altre che lo spazio non ci permette di riprodurre, mo­ strano quante notevoli conseguenze abbia il fatto del rimpatrio. Ma occorrerebbe raccoglierne di più fresche e più numerose, perchè le indagini del Rossi risalgono a oltre due anni fa, e nel frat­ tempo non solo 1’ emigrazione, che ha poi ripreso il suo corso, ebbe un forte rallentamento, ma nel 1908 il numero dei rimpatri fu tale, che superò di circa il ’doppio le diminuite partenze. Ora, di tanti ritorni, non tutti, s’ intende, nè forse la maggioranza, ma pur molti, più che negli anni precedenti, è probabile siano stati definitivi. Ma quanti ? E specialmente con quali risultati ? Ecco ciò che converrebbe investigare.

I modi possono forse essere più d’ uno, e uno sarebbe quello di servirsi dei Prefetti e dei Sindaci. Ma un modo o 1’ altro, ciò che importa è lo scopo, e questo deve consistere, ci sembra, nell’ apparecchiare provvedimenti atti a trarre dal ritorno degli emigranti tutto quello che esso ha e può avere di buono. U n ’ idea, già proposta e illustrata da Pasquale Villari, da Nicola Mi- fàglia, e anche dai signori D. Taruffi, L . De Nobili e 0. Lori (1) è quella di fondare un

Isti-(1) La questione agraria e V emigrazione in Calabria. Firenze, Barbera, 1907.

tuto che compri terreni, non a scopo di lucro, nelle regioni dove 1’ emigrazione è più intensa, e ne faciliti 1’ acquisto agli emigranti rimpatriati. Potrebbe essere un mezzo per riordinare e me­ glio sistemare in coteste regioni la piccola pro­ prietà, che oggi in gran parte si ritrova in mani inabili e impotenti.

Certo è che, mentre la tutela dell’ emigra­ zione si esercitò dapprima soltanto sul viaggio marittimo dei partenti, poi su di essi anche prima della loro partenza, e più di recente sugli stessi dopo l’ arrivo e nella loro nuova dimora, sarebbe provvido e utile per la patria che cominciasse a esercitarsi anche su quegli italiani che, dopo il bagno marziale dell’ espatrio, tornano a vivere, a lavorare, a produrre in Italia.

Dopo 11 Congresso pei le Case Popolali di Milano

Nel numero del 30 gennaio dell’-Economfeúi vennero pubblicati gli ordini del giorno dei due relatori on. Casalini e Comm. Magaldi che ven­ nero approvati dall’ assemblea.

Col primo si chiede una revisione della legge attuale sulle case popolari per renderne più effi­ cace la sua azione ; col secondo si suggeriscono nuovi provvedimenti d’ indole economica per fa­ cilitare il credito ed i mezzi finanziari alla co­ struzione delle case stesse.

A coloro, che come me, assistettero alla di­ scussione ne riportarono alcune impressioni, che io qui riassumo.

E ’ con compiacenza che abbiamo udito il relatore on. Casalini, riconoscere che « al pro­ blema delle case popolari non si possa provve­ dere incanalando la soluzione verso una direzione sola. Bisogna lasciare aperte tutte le vie. Nes­ suna è di troppo ». Confessione preziosa in bocca ad un membro di quel partito socialista che finora voleva come unica soluzione, la municipa­ lizzazione delle case popolari, ciò che portava ad indebitare i Comuni, ed a paralizzare l’ inizia­ tiva privata, che vuol ritrarre dai suoi capitali impiegati nelle costruzioni, un onesto interesse.

Il Casalini disse che si deve cercare nei perfezionamenti tecn ci, il modo di rendere meno costosa la casa; ricordo di avere letto che E di­ son aveva trovato il modo di costruire una casa in 24 ore colando calcestruzzo in apposite forme di ferro; ma finora tale metodo spiccio non fu, che io sappia, ancora applicato, e del resto sa­ rebbe atto per case piccole e basse.

La ragione del costo elevato di costruzione consiste nel prezzo elevato delle mercedi, dovuto all’aumento verificatosi, un po’ anche artificial­ mente per opera specialmente del partito socialista. Il minor costo della casa, lo si può ottenere avendo l’area a bùon mercato, con facilitazioni dei Municipi che ne siano proprietari.

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13 febbraio 1910 L ’ ECONOMISTA 101

Ma non basta curare l’economia della fab­ brica ; bisogna trovare a buone condizioni i ca­ pitali.

Non mi sembra prudente per gl’ istituti mu­ tuanti il permettere che la somma prestata possa avvicinarsi al costo della casa, perchè questa può in avvenire ribassare, come faceva osservare l’ Einaudi nel Corriere della Sera.

R itengo più pratico consentire alla Cassa Nazionale di Previdenza questa funzione di pre­ stare il denaro per le case popolari, come già fece per le case dei ferrovieri la Cassa Pensione dei medesimi. E credo pure che le Opere Pie che prima della legge Crispi, prestavano su ipo­ teca a privati, a Comuni e ad altri Enti, e poi furono obbligate ad investimento di rendita dello Stato, possano essere autorizzate a prestiti su ipoteca per case popolari purché a tasso non in ­ feriore a quello della rendita, e con ammorta­ mento, per maggior garanzia.

Dalla discussione, in mezzo a molte idee poco pratiche, ed a molte illusioni e divagazioni, si sono manifestati anche concetti positivi, che dalle future discussioni, dai futuri congressi po­ tranno perfezionarsi, e condurre a soluzioni sod­ disfacenti per la questione delle abitazioni, che non interessa solamente le classi popolari, ma tutte le classi sociali.

Ing. G-. Corniani Deputato al Parlamento.

R

ivista

B

iplioqrahca

P r o f. D o tt. E d m o n d o T ro m b e tta . - Medicina

d’urgenza. Vade-Mecum diagnostico tera­ peutico e formulario ragionato ad uso dei

medici pratici. - Milano H. Hoepli, 1910,

pag. 701 (L. 6).

Sebbene esca affatto dalla nostra competenza segnaliamo ai nostri lettori questo eccellente e chiaro Vade-mecum che trova posto nei notissimi manuali Hoepli e che può servire non soltanto ai medici pratici, ma anche ai profani per l’ordine e chiarezza con cui è compilato e con cui è spiegata la medicina d’ urgenza. Dopo aver esposto, sintomi, diagnosi e cura degli avvelenamenti, intossicazioni endogene acute, infezioni acute, assideramento, folgorazione, insolazione, l’Autore tratta delle malattie del sistema nervoso, dell’ apparecchio circolatorio, respiratorio, digerente, genito-ori- nario.

P r o f . C h a rles B ro u ilh e t. - Le con flit des do-

ctrines dans l’Economie politique contempo- raine. ■—- Paris, F. Alcan, 1910, pag. 306 (3 fr. 50).

Un libro questo che si potrebbe dire « ten­ denzioso » poiché mira a diminuire la fede nella scienza dell’Economia Politica, in quanto molto più demolisce di quello che non ricostruisca; nè la dottrina e lo spirito dell’Autore valgono a sal­ vare il lettore dall’ effetto che ricava dalla let­ tura, pur seducente, di questo lavoro.

Non sappiamo se vi sono scienze nelle quali tutti i cultori sono perfettamente d’ accordo e nelle quali non si riscontrino dottrine in con­ traddizione l’ una con l’ altra ; se ne esistono vor­ remmo che l’ Autore ce ne indicasse il nome. Perchè si deve rimproverare così acerbamente alla Economia Politica le sue contraddizioni, quando esse sono inevitabili in ogni ramo dello scibile e sono il retaggio della umana intelli­ genza ?

L ’Autore asserisce che vi è una specie di Economia Politica ufficiale, e poi contro di essa vi sono tante altre « Economie Politiche » che contrastano con essa. E questo può anche esser vero; ma ci permettiamo di notare che questa Economia Politica ufficiale ha però una potenza di evoluzione meravigliosa in quanto i trattati d ’oggi sono ben diversi dai trattati di cinquan- t’ anni or sono ; ed in quanto la pretesa « uffi­ cialità» della scienza non rappresenta in sostanza che un temporaneo più esteso consenso intorno a certe dottrine.

Non possiamo per queste considerazioni con­ venire col brillante studioso nelle linee generali che informano la sua opera, del resto, ripetiamo, seducente, e che contiene molte e acute osserva­ zioni meritevoli di ogni attenzione.

Il libro è diviso in quattro libri che trat­ tano : della scuola liberale; — della scuola dell’in­ tervento e della solidarietà e del radicalismo so­ ciale; — del socialismo;-— del sindacalismo e delle dottrine economiche della Confederazione generale del lavoro.

D r. W a lt e r R o h r b e ch . - D ie Organisation der

Hagelversicherung. — Berlin, P. Parey, 1909,

pag. 276 (M. 10).

Giustamente osserva l’ Autore che l’ assicura­ zione contro la grandine non ha trovato, come altri rami di assicurazioni, basi statistiche da cui partire, pubblicate dagli organi dello Stato, ma'ha dovuto, quasi si direbbe, creare da sq con la esperienza e di mano in mano gli elementi su cui fondare il proprio funzionamento. Perciò onde formarsi un concetto della assicurazione contro la grandine, è necessario mettersi a studiare l’or­ ganizzazione della assicurazione stessa.

Con una larga bibliografìa, comincia l’ esame delle teorie meteorologiche e fisiche sulla grandine e quindi l’ Autore cerca le basi di fatto della organizzazione di una assicurazione contro la grandine ; e poi studia largamente l’organizza­ zione in Germania, e quindi negli altri paesi.

Consacra poi un capitolo alla critica di alcune forme di organizzazione, per concludere ed indicare la meta e la via di un maggiore sviluppo!

Alcuni diagrammi rendono più evidenti le conclusioni dell’Autore.

Il lavoro condotto con profonda dottrina e con larghezza di vedute va studiato da tutti coloro che si occupano dell’argomento.

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102

L

'ECONOM ISTA 13 febbraio 1910

volumetto un mirabile lavoro dell’ instancabile amico nostro Sig. Y ves Guyot che segue le clas­ siche tradizioni del grande Bustiat volgarizzando la scienza.

In questo prezioso scritto sui pregiudizi eco­ nomici con fine ed acuto linguaggio, spesso con profonda ironia, quasi sempre con spirito di buona lega, 1’ illustre economista affronta o con dialoghi 0 con brevi massime, le questioni più delicate ed 1 problemi più alti della economia politica.

Nei dialoghi, facendo interloquire un Signor Faubert, che rappresenta il buon senso chiaro, limpido, contro un protezionista della scuola del Sig. Meline e contro un marxista, la lucidità del pensiero e la profondità del concetto esposto in forma semplicissima, rendono a tutti accessibile il concetto che l’Autore vuol affermare.

Il lavoro è diviso in nove libri ; 1° carat­ tere dei pregiudizi; 2° lo scambio; 3° i pregiu­ dizi protezionisti ; 4° la bilancia commerciale ; 5° il lavoro nazionale ; 6° il lavoro ed i salari ; 7° i postulati socialisti; 8° l’ im posta; 9° pre­ giudizi profetici.

Consigliamo ai lettori questo volumetto la cui lettura è un vero godimento dello spirito.

RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA

— In questi giorni si è tenuto in Roma il Congresso degli agricoltori Italiani. Si è d i­ scussa fra le altre la questione viticola e vini­ cola. Intorno ad essa il P rof Marescalchi esa­ mina le conclusioni della Commissione d’ inchie­ sta per la risoluzione del problema della pletora dei vini, respingendo l’opinione espressa da al­ cuni per i quali il vino in Italia sarebbe sempre in quantità esuberante rispetto al consumo. Il Marescalchi propone da un canto di industrializ­

zare il vino come si è fatto per la birra, di com­

battere le adulterazioni mediante un Ufficio delle

frodi come già fu fatto in Austria, con ispettori

e degustatori che possano colpire i manipolatori di vini non genuini.

Fanno brevi osservazioni Curti, Monti, gli on. Jatta, Poggi, Rava.

Il prof. Yaccari riferisce sul tema: « P r a t i e pascoli montani ».

Dopo notevoli osservazioni degli on. De Ami- cis, Rava, Jatta e dei prof. Lunardoni e Friz­ zati, si approva un ordine del giorno con cui si chiede : l’ istituzione di cattedre ambulanti d’agri­ coltura — maggiori premi o sussidi d’ incorag­ giamento per i miglioramenti ai terreni di mon­ tagna e del bestiame — promuovere studi intesi a produrre su larga scala buoni semi di forag­ gere montane — promuovere con disposizioni le­ gislative le cooperative pastorizie, ecc.

Intorno all'argomento « ibridi, deperimenti e resistenza delle viti americane » riferì ampia­ mente il Comm. Grimaldi che portò il resultato delle proprie esperienze, ritenendo che la debo­ lezza costituisce una delle cause principali della morte delle viti e che l’acclimitazione idonea è ad esse indispensabile.

Infine su proposta Oubini si approvò il se­ guente ordine del giorno: « L ’assemblea fa plauso

alla Conferenza ed elogia il relatore soprattutto per i suoi importantissimi studi sull’ ibridismo, facendo voti che questi studi siano continuati e favoriti ».

L ’ on. Chimirri, parlò a lungo sull’importan­ tissimo tema dei trattati di commercio e la di­ fesa degli interessi agricoli.

Esaminò lungamente i vari trattati, primo tra i quali quello conchiuso nel 1887 con l’A u- stria-Ungheria. Con esso si ottennero esenzioni e diminuzioni di dazio per i principali nostri pro­ dotti agricoli dei quali un decimo erano in quel tempo diretti nel territorio della monarchia da­ nubiana. Questa tendenza a favorire la produ­ zione agricola si accentuò notevolmente negli ac­ cordi commerciali con l’ Austria, con la Germania e con la Svizzera, sottoscritti nel dicembre del 1891 e nell’ aprile del 1892 alla cui negoziazione l’on. relatore prese larga parte come ministro di agricoltura. Rinnovando il trattato con l’ Austria, non solo si mantennero tutti i benefici acquisiti nel 1887 ma si diede esecuzione non ostante il parere contrario dei competenti e le proteste della Dalmazia, del Tirolo e dell’Ungheria, alla famosa clausola dei vini che fu una tavola di sicurezza sorgente di ricchezza per parecchie provincie del Regno.

Col trattato concluso contemporaneamente con la Germania si realizzò il raro fenomeno di assicurare un regime di favore a 160 milioni di prodotti su 178 che rappresentavano la nostra esportazione verso quel potente Impero.

Il relatore enumera i prodotti agricoli più importanti ammessi in franchigia o con diminu­ zione di dazio nel territorio tedesco. Non meno vantaggioso fu l’accordo commerciale con la Sviz­ zera.

I nuovi trattati, conclude il relatore, per questa parte, contrastati palmo a palmo, riusci­ rono un vero lavoro di compensazione e di equi­ librio.

(7)

13 febbraio 1910 L ’ ECONOMISTA 103

i quali da una media complessiva di 2,127,306.15 lire (1901-1905) toccarono nel 1907 l'apice di lire 4,829,537,622. Subirono una lieve depressione nel 1908 in conseguenza della crisi economica inter­ nazionale, ma ripresero nell’anno scorso il movi­ mento ascendente.

Ciò che più importa notare, è il continuo aumento delle nostre esportazioni che rappresen­ tano l’ eccesso del consumo interno. Le esporta­ zioni, che nel quinquennio successivo salirono a L. 1,517,872,678 e raggiunsero l’anno scorso la cospicua cifra di L. 1,834,000,000.

E gli concluse (e la sua relazione fu tutta vivamente applaudita) facendo voti per l’istitu­ zione di un « Osservatorio commerciale » che possa fornire preziose informazioni ai nostri espor­ tatori.

Dopo trattato il tema sulla necessità di in­ tensificare l’ industria zootecnica (relatore l’on. Moreschi) l’on. Renieri svolse la sua relazione sul demanio forestale.

E gli deplorò che al Governo non vi siano persone ben convinte della necessità che ha l’I ­ talia di rimboschire le pendici dei suoi monti, non si nasconde essere lontano il giorno in cui vedremo costituito un Demanio forestale.

Concluse con voti che lo Stato italiano si metta presto sulla via dell’organizzazione vera di pensiero, perchè non si possa più dire che in Italia non si studiano i gravi problemi con la profondità che può portare alla esatta risoluzione dei problemi stessi.

Discutono sull’importante argomento i pro­ fessori Josa, Poggi, Valenti, on. Mancini, Ca- sciani e Dentice ai quali replica il relatore di cui viene approvato il seguente ordine del giorno ;

« L ’assemblea della Società Agricoltori ita­ liani : riaffermando l’antico voto per la creazione di un Demanio forestale di Stato, confida che i provvedimenti legislativi dei quali è annunciata imminente la presentazione al Parlamento siano tali per larghezza di mezzi e per razionalità ed efficacia di metodi da avviare risolutamente il Paese alla soluzione del problema ».

— Sulla

assicurazione obbligatoria per

gli infortuni nel lavoro agricolo,

oltre alla relazione dell’avv. A gnelli per l’ Ufficio del la ­ voro, un’altra relazione, che esamina particolar­ mente il lato finanziario del gran problema, è stata redatta per incarico dello stesso Ufficio, dai professori Bagni e Beggi.

Per precisare la base approssimativa della popolazione da assicurare, i relatori, facendo capo all’ ultimo censimento 1901, considerano la popo­ lazione agricola italiana, in cifra tonda, composta di 9 milioni di persone.

Bene inteso che questo dato contiene una parte ignota e non determinabile, riferentesi a individui (proprietari, affittuari ecc.) che per la natura delle loro occupazioni o per altra ragione non cadrebbero sotto l’ obbligo della assicurazione.

Si deve quindi ritenere da 8 a 9 milioni il limite massimo della popolazione agricola in Ita ­ lia, che sarà contemplato nella assicurazione.

Partendo dalla considerazione del salario medio in agricoltura, i relatori stabiliscono per le varie forme di infortunio le seguenti indennità :

In caso di morte: per gli adulti maschi L. 1500 — per le adulte femmine L. 1000 — per i fanciulli d’ambo i sessi L . 500.

In caso di inabilità permanente assoluta : rispettivamente L . 1800, 1200 e 1200.

In caso di inabilità : 50 centesimi ogni giorno di inabilità successivo al ventesimo.

Basandosi poi sulla distribuzione della po­ polazione agricola data dal censimento e sulla indennità suddetta, i relatori determinano la in­ dennità media in caso di morte in L . 1200 e in caso di inabilità permanente in L . 1604.

Il terzo elemento necessario da calcolare nel­ l’onere dell’ assicurazione è la frequenza degli in­ fortuni agricoli.

In base alle poche statistiche del genere, esistenti e più specialmente alle statistiche ger­ maniche, e fatte le debite riduzioni per la di­ versità dell’ambiente agricolo-industriale germa­ nico da quello italiano, i relatori fissano i se­ guenti coefficienti di frequenza degli infortuni agricoli per 100 assicurati e per un anno:

Inabilità

Assicurati Morte permanente temporanea

1000

0.25

2.60 60

Moltiplicando la indennità media fissata in caso di morte (L . 1200) per il relativo coeffi­ ciente (0.25) si ha che l’onere probabile per as­ sicurare durante un anno 1000 individui contro il rischio di morte è uguale a L. 305.

Tenuto conto poi della indennità media per inabilità permanente assoluta fissata in L . 1604, dei diversi gradi del danno che la inabilità per­ manente può cagionare all’operaio e del coeffi­ ciente stabilito per la inabilità permanente (2.60), l’onere probabile per l’assicurazione di 1000 in­ dividui all’anno, contro il rischio di inabilità per­ manente, risulta in L. 834.

Infine l’onere probabile della assicurazione di 1000 individui all’ anno contro il rischio della inabilità temporanea, tenuto conto della inden­ nità fissata (L, 0.50), del coefficiente stabilito (60) e della durata media dei casi di inabilità tem­ poranea, è calcolato in L. 240.

Riassumendo: l’onere complessivo per le tre forme di assicurazione e per 1000 assicurati al­ l’anno, somma a L . 1379, che per 9 milioni di assi­ curati-anno ammontano a L . 12,451,000.

Le spese di amministrazione si calcolano in L. 540,000.

— Gli ultimi dati statistici approssimativi sul

movimento demografico in Italia

danno la seguente curva ascendente nel numero della popolazione :

Abitanti Aumento per 1000

1902 32,845,790 6.18 1903 32,996,427 4.52 1904 33,282,710 8.64 1905 33,441,481 4.76 1906 33,640,705 5.93 1907 33,911,468 8.01 1908 34,269,820 10 50

Nel 1908 si ebbero nel Regno 1,138,783 nati, numero che supera di 76,450 quello dei nati nel 1907.

(8)

104 L ’ ECONOMISTA 13 febbraio 1910

Per ogni 1000 abitanti nel 1908 si ebbero 33.37 nati ; nel 1907 questo quoziente era stato di 31.4B e nel 1906, di 31.93.

I quozienti più alti di natalità si sono avuti, nelle Puglie 39.33, nel Veneto 37.63 e in Basi­ licata 37.84 ; i più bassi in Piem onte. 26.03, in Liguria 26.18 e nel Lazio 30.40.

Nel 1908 morirono 770,052 individui; si eb­ bero cioè 22.56 morti per ogni 1000 abitanti e 68 morti per ogni 100 nati.

Ma se si escludono dal computo le 77,283 vittime fatte dal terremoto, il numero dei morti si riduce a 692,769 e si ha un quoziente di 20.30 morti per 100 abitanti, che è il più basso che siasi verificato dal 1862 in poi.

Nel 1907 si erano avuti 20.73 morti e 20.78 nel .1906 per ogni mille abitanti.

Nel 1908 i quozienti più alti di mortalità furono dati naturalmente, in seguito alla immane catastrofe di Messina e di Reggio, dalla Sicilia con 37.27 e dalle Calabrie con 31.19: seguono la Basilicata con 25.09 e la Campania con 22.43.

I quozienti più bassi furono dati dalla L i­ guria 17.80, dal Piemonte 18.28, dalla Toscana 18.43 e dal Lazio 18.77

Pel solo effetto del movimento riproduttivo cioè della eccedenza del numero dei nati sui morti, si sarebbe avuto nel 1908 un aumento di 368,731 abitanti pari a 10.81 per ogni mille abi­ tanti della popolazione media; e facendo astra­ zione dei morti nel terremoto, l’eccedenza sarebbe stata dì 446,014, pari a 13.07 per mille abi­ tanti.

L ’aumento era mantenuto alto anche negli anni precedenti e cioè 10.72 nel 1907 ed 11.15 nel 1906: giacché alla leggiera diminuzione che allora si è constatata nei quozienti di natalità, si è associata una diminuzione molto più note­ vole dei quozienti di mortalità.

— Ecco, secondo una statistica recente­ mente pubblicata la situazione delle linee ferroviarie nelle varie contrade d’ Europa al 1° gennaio 1909 : I o genn. I o germ. 1908 1909 Accresc. chilometri Germania 58,040 59,034 994 Austria-Ungheria 41,005 42,636 1,031 Belgio 4,688 4,969 281 Bulgaria 1,640 1,691 51 Danimarca 3,446 3,484 38 Spagna 14,850 14,817 47 Francia 47,823 48,123 300 Gran Bretagna 37,181 37,263 82 Grecia 1,241 1,211 _ Italia 16,596 16,718 122 Lussemburgo 512 512 — Norvegia 2,586 2,873 287 Paesi Bassi 3,077 3,100 23 Portogallo 2,783 2,894 111 Rumania 3,210 3,243 33 Russia 58,385 58 843 459 Serbia 610 '678 68 Svezia 13,392 13,632 240 Svizzera 4,417 4,539 92 Turchia 1,557 1,557 _

Isola Malta, JesSy e Man 110 110 — Totale 317,779 322,037 4,258 — Il Governo di Bahia (Stati Uniti del Brasile) mette in pubblica sottoscrizione un

pre-stito dello Stato di Bahia di 45 milioni di franchi diviso in 90,000 obbligazioni 5 per cento oro di 500 franchi normali, il cui prodotto è de­ stinato principalmente alla costruzione di fer­ rovie.

Queste obbligazioni rendono 25 franchi al­ l’ anno pagabili in ragione di franchi 12.50 per semestre il primo gennaio e il primo luglio; esse sono esenti da ogni imposta nel Brasile e in F ra n ­ cia e sono rimborsabili alla pari in cinquanta anni.

Il prezzo d’emissione è fissato a 96 1/4 per cento, cioè 482,50 franchi per obbligazioni di 500 franchi. Il godimento parte dal 15 febbraio 1910.

— Ecco i dati approssimativi della produ­ zione vinicola in Italia nel 1909, ripartita per regioni agrarie e confrontata colle due ultime annate :

1907 1908 1909

ettolitri ettolitri ettolitri Piemonte 8,351,257 5,919,000 4,835,000 Lombardia 2,945,422 2,833,000 2,118,000 Veneto 4,134,600 3,460,000 2,760,000 Liguria 440,000 414,000 352,000 Emilia 6,410,150 7,875,220 6,020,009 Marche Umbria 4,101,400 4,127,000 3,840/(00 Toscana 5,099,366 4.895,212 3,856,000 Lazio 2,524,960 4,000,00(1 2,600,000 Merid. Adriat. 9,298,520 8,281,131 6,856,000 Merid. Medit. 5,768,000 5.404,000 4,730,000 Sicilia 3,458,932 3,4.92,710 2,407,000 Sardegna 1,370,000 1,046,587 1,000,000 Totali 53,902,607 51.748,760 41,398,000

Il commercio degli Stati Uniti. — Ecco i risultati del commercio estero degli Stati Uniti per il mese -d i dicem bre e per i tre ultimi esercizi :

Dicembie Esportazione Merci.Importazione Bilancio (in dollari) 1907 1908 1909 207.076.000 188.830.000 171.662.000 92,252,000 +114,824,000 111.920.000 + 76,910,000 138.742.000 + 32,920,000 Tre primi mesi

1907 1908 1909 982.976.000 875.038.000 939.410.000 671.891.000 + 311,085,000 593.923.000 + 281,115,000 757.523.000 + 181,887,000 Metalli preziosi.

Bilancio tra le .entrate e le uscite (in dollari)

Dicembre Oro Argento

1907

_

43,445,000 92,000

1908 + 2,205,000 -h 317,000

1909 -h 8.495,000 + 1,131,000 Tre primi mesi

1907

_

103.015,000 8,710,000

1908 -K 3,829,000 5,241,000

Í909 + 45,095,000 4,953,000

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13 febbraio 1910 Lf ECONOMISTA 105

L'ultima In i! siile pensioni pei la vecchiaia

n e l l a , O r a n B r e t a g n a

Riportiamo per intero questa legge, che benché , composta di brevi articoli, dimostra la considerazione ¡ di quel paese per la vecchiaia : ¡

Art. 1. — Qualsiasi persona si trovi nelle condi­ zioni fissate nella presente legge pel diritto a una pensione di vecchiaia avrà diritto a ricevere la pen­ sione fino a che continua a trovarsi in tali condi­ zioni e non perde tale diritto per effetto della pre­ sente legge.

La pensione di vecchiaia è concessa secondo la misura fissata nella tabella allegata.

Le somme necessarie pel pagamento delle pensioni di vecchiaia in base alla presente legge saranno pre­ levate dai fondi stanziati dal Parlamento.

Il ricevimento di una pensione di vecchiaia in base alla presente legge non priva il pensionato di diritti o privilegi.

Art. 2. — Le condizioni legali per il diritto alla pensione sono le seguenti :

lo la persona deve aver raggiunto 1’ età di 70 anni ;

2° deve dimostrare alle autorità stabilite per le pensioni che da almeno venti anni è cittadino britan­ nico e ha residenza, a norma delle condizioni fissate dai regolamenti per Y applicazione della legge, entro il Regno Unito ;

3° deve dimostrare alle dette autorità che i suoi redditi annui — computati secondo è stabilito dalla presente legge — non eccedono 30 sterline, 10 scellini.

Art. 3. — Una persona non ha diritto di ricevere o continuare a ricevere una pensione di vecchiaia, malgrado si trovi nelle condizioni previste dalla legge :

a) se riceve, carità legale o se (fino al Io gen­ naio 1910, salvo deliberazione contraria del Parla­ mento) ha ricevuto carità legale dopo il Io gennaio 1908. Agli effetti della presente disposizione non è conside­ rata come carità legale : 1° qualsiasi soccorso medico % chirurgico (compresi cibi e cordiali) forniti per or­ dinazione di un ufficiale.sanitario—-2° qualsiasi soc­ corso concesso a una persona sotto forma di ricovero di individui che siano a carico di costei in un mani­ comio, infermeria o ospedale, o sotto forma di paga­ mento delle spese di sepoltura — 3° qualsiasi altro soccorso che dalla legge sia esplicitamente dichiarato non costituire motivo per la perdita dei diritti elet­ torali politici o di qualsiasi diritto o privilegio ;

b) se, prima di avere diritto alla pensione, tra­ scurava abitualmente di lavorare secondo la sua ca­ pacità, opportunità e bisogno pel mantenimento di sé e delle pesone che legalmente erano a suo carico.

Una persona non rimane priva del diritto alla pensione in base al presente articolo se continua- mente, durante un decennio prima di raggiungere V età di 60 anni, ha, mediante versamenti a società di mutuo soccorso o altre società di previdenza o ad associazioni professionali o in altri modi riconosciuti, provveduto per la vecchiaia, la malattia, la disoccu­ pazione nei modi che saranno indicati dai regolamenti per Yapplicazione della presente legge. Nel caso di co­ niugi conviventi, i provvedimenti ai tale natura presi dal marito saranno considerati come presi sia dalla moglie che dal marito per quanto riguarda il diritto della moglie alla pensione ;

c) mentre è ricoverata in un manicomio a norma della legge del 1890, o mentre è ricoverata altrove come mentecatto povero o criminale durante il periodo della privazione dai diritti derivante, in base a questo arti­ colo, da condanna penale.

Quando una^persona ha subito, prima della pro­ mulgazione della presente legge, o subisce dopo la promulgazione, una condanna per delitto importante il carcere senza opzione pecuniaria o una pena mag­ giore, tale persona perde il diritto a ricevere o a con­ tinuare a ricevere una pensione di vecchiaia durante la detenzione e dieci anni susseguenti.

Quando una persona avente 60 o più anni di età è condannata alla detenzione in base alla, legge del 1908 sulla ubbriachezza e non perde necessariamente per ef­ fetto della presente legge il diritto alla pensione, Pau­ torità giudiziaria potrà sentenziare la perdita di tale diritto per non oltre dieci anni.

Art. 4. — Nel computare il reddito di una per­ sona agli effetti della presente legge si deve tener conto :

a) del reddito che tale persona può ragionevol­ mente ritener di ricavare in moneta durante 1’ anno successivo, escluse le somme derivanti da pensione in base alla presente legge ; in mancanza di altri mezzi di accertamento, tale reddito è reputato pari a quello avuto effettivamente nelP anno precedente ;

b) del valore annuo del godimento di beni che le appartengono o per cui abbia il diritto d’ uso ;

c) del provento annuo che potrebbe derivare da beni appartenenti ad essa, i quali beni potrebbero es­ sere fruttiferi, sebbene non siano attualmente usati o investiti juoficuamente ;

d) del valore annuo di benefici o privilegi go­ duti da tale persona.

Nel valutare il reddito di una persona coniugata e convivente col coniuge, tale reddito non potrà es­ sere computato in misura inferiore alla metà del red­ dito complessivo dei due coniugi.

Se risulta che una persona direttamente o indi­ rettamente ha rinunciato a redditi o a proprietà a fine di acquistare il diritto a pensione o a una pen sione più elevata di quella che altrimenti gli spette­ rebbe, si deve tener conto anche di tale reddito o del provento annuo di tale proprietà.

Art. 5. — Le pensioni sono pagate anticipata- mente, secondo le norme che saranno stabilite dal Ministero del tesoro e nelle forme che questo pre­ scriverà per la identificazione, eòe.

Le pensioni incominciano a maturare dal primo venerdì successivo all’ accoglimento della domanda o, in caso di accoglimento provvisorio, dal primo ve­ nerdì successivo al giorno in cui è riconosciuto il di­ ritto alla pensione.

Art. 6. — Sono nulle le cessioni e le garanzie date su pensioni e i patti relativi. In caso di fallimento di un pensionato, la pensione non è trasferita al ciyra- tore o altra persona agente per conto dei creditori.

Art. 7. — Le domande di pensioni e le vertenze relative al diritto di ricevere o continuare a ricevere pensioni, o alla mancanza o perdita di tale diritto sa­ ranno considerate e definite nel modo seguente:

a) ogni domanda o vertenza deve essere deferita alla Commissione locale per le pensioni, la quale, prima di esaminarla, richiede il parere dell’ agente per pensioni, a meno che la vertenza sia sollevata dall’ agente stesso, e questo già abbia presentato il suo rapporto ;

b) l’ agente per le pensioni esamina e riferisce sulla domanda o vertenza, e la Commissióne locale esamina il caso e delibera in base al rapporto del­ l’ agente e dopo avere eventualmente ricevuto da costui 0 da altri ulteriori elementi.

c) l’agente delle pensioni o qualsiasi persona lesa possono elevare reclamo all’ autorità centrale delle pensioni contro qualsiasi decisione della Commissione locale, entro il termine fissato dai regolamenti ema­ nati per l’ applicazione della presente legge, e ogni domanda o vertenza per la quale sia stato sporto ri­ corso, sarà considerata o definita all’ autorità centrale. d) qualsiasi persona, lesa dal fatto che la Com­ missione locale rifiuta o trascura di esminare una do­ manda di pensione o di definire una vertenza, può elevare ricorso nei modi prescritti all’ autorità centrale e questa se accerta il rifiuto o la trascuranza può de­ cidere sulla domanda o vertenza come se si trattasse di appello contro una deliberazione della Commissione locale.

Art. 8. — La Commissione locale per le pensioni è nominata per ogni borgo municipale o distretto ur­ bano avente una popolazione di 20,000 o più abitanti, secondo l’ ultimo censimento e per ogni contea (esclusa l’ a r e a le detti borghi e distretti) dal consiglio del borgo, distretto o contea.

I componenti la Commissione possono essere scelti fuori del Consiglio che li elegge.

Una Commissione locale può stabilire sotto-com­ missioni composte da tutti o parte dei propri membri, e può delegare a esse, assolutamente o sottocondizioni, 1 poteri e le funzioni che le sono affidate dalla legge. L’ autorità centrale per le pensioni è il Ministero del governo locale (Locai Governement Board) il quale può agire mediante Commissione o una o più persone secondo che ritiene conveniente.

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106 L ’ ECONOMISTA 13 febbraio 1910

stero del tesoro nel numero che reputa conveniente per le circoscrizioni fissate.

I richiami fatti nella presente leggo alle autorità per le pensioni si intendono riferiti all’ agente delle pensioni, alla Commissione locale oall’ autorità centrale seoondo il caso.

Art. 9. — Se nell’ intento di ottenere o continuare a ricevere una pensione di vecchiaia per sè o per al­ tri, o per ottenere, o continuare a ricevere per sè o per altri una pensione in misura superiore alla dovuta, una persona fa consciamente dichiarazioni o dimostra­ zioni inesatte, essa sarà passibile, con procedura som­ maria, del careere per un periodo di tempo non ecce­ dente sei mesi, con lavoro forzato.

Se in qualsiasi tempo si constata che una perso­ na ha ricevuto una pensione di vecchia mentre non aveva oveva perduto il diritto di riceverla, egli, o in oaso di decesso, i suoi rappresentanti, dovranno rim­ borsare agli eredi le somme sborsategli indebitamente e il relativo importopotrà essere coattivamente riscosso nelle forme per credito dello Stato.

Art. 10. — Il Ministero del tesoro, in unione col Ministero del governo locale, e — per quanto vi è in­ teressato con quello delle poste, possono emanare re­ golamenti per l’ applicazione della presento legge, e particolarmente :

a) per prescrivere le prove da esibire per dimo­ strare l’ adempimento alle condizione della presente legge e per definire la residenza agli ett'etti di questa legge;

i>) per prescrivere le norme per le domande di pensioni, la procedura da seguire per l’ esame e le de­ cisioni sulle domande e vertenze da parte degli agenti Commissioni locali e autorità Centrale, e le norme per le oontestazioui sul diritto a ricevere o continuare a ricevere pensioni ;

e) sul numero dei componenti, numero minimo legale per le decisioni e durata in carica dei membri delle Commissioni locali, é sull’ uso gratuito o a pa­ gaménto, da parte delle Commissioni, di locali di au­ torità looali, sul pagamento immediato delle spese da parte delle Commissioni con rimborso a carico del­ l’ erario.

I regolamenti devono provvedere perchè i richie­ denti pensioni possano presentare istanze e ottenere informazioni per mezzo dell’ amministrazione postale ; per l’ accoglimento provvisorio di domande prima del giorno in cui il richiedente avrà diritto alla pensione per.le informazioni che gli uffici dello stato civile de vono dare agli agenti e Commissioni locali dei decessi registrati da essi di persone aventi oltre 70 anni nei modi e condizioni fissati dai regolamenti, e per rendere semplice quanto è possibile la procedura pe la presen­ tazione e decisione delle domande e contestazioni re­ lative alla presente legge.

Tutti i regolamenti dovranno essere comunicati a entrambe le Camere del Parlamento, e, se una delle Camere, entro 21 giorni di seduta, dopo tale comunica­ zione richiede l’ annullamento di un regolamento, l’ an­ nullamento dovrà essere pronunciato dal Consiglio della Corona senza pregiudizio per la validità degli atti avvenuti in base a tale regolamento prima dell’ an­ nullamento.

Tutte le spese da sostenersi dal Ministero del te­ soro per l’ applicazione della preseute legge sino a un importo approvato dal Ministero del Tesoro, saranno eseguite mediante fondi stanziati dal Parlamento.

Art. 11. — Applicazione della legge alla Scozia, al- l’ Irlanda e alle Isole Scilly.

Art. 12. — Nessuno avrà diritto a ricevere pensioni di vecchiaia in base alla presente legge prima del 1° gennaio 1909 e nessuna pensione incomincia a matu­ rare prima di tale data.

La presente legge viene citata col titolo abbreviato : Old-Age Penaiones Act, 1908.

A llegato.

Redditi del pensionato

Se non eccedono annualmente Ls. 21

se variano da Ls. 21 a Ls. 23 12 se. 6 d. id. Ls. 23 12 se. 6 d. a Ls. 26 5 se. id. Ls. 26 5 se. a Ls. 28 17 se. 6 d. id. Ls. 28 17 se. 6 d. a Ls. 31 10 se.

Importo della pensione settimanale

— o — 5 scellini 0 denari 4 id. 0 id. 3 id. 0 id. 2 id. 0 id. 1 id. 0 id.

IL TASSO DI SCONTO

nelle principali piazze mondiali nel 1909

Ecco quale fu questo tasso nello scorso anno, se" condo i giornali esteri :

Amsterdam ebbe lo sconto al 3 per cento nel primo semestre; ai 2 1(2 da luglio a ottobre; ancora al 3 per cento in novembre e dicembre.

Berlino al 4 per cento in gennaio; al 3.1(2 da feb­ braio h settembre; al 4 in ottobre; di poi al°5 per cento.

Berna al 3 1(2 in gennaio e febbraio ; al 3 per cento sino a settembre; al 3 1(2 da metà ottobre a metà no­ vembre ; poscia al 4 per cento.

Bruxelles al 3 per cento sino a settembre ; poi al 3 1[3.

Bucarest costantemente al 5 per cento. Lisbona al 6 per cento.

Londra al 2 1(2 in principi ) di gennaio; poi, a Lutto marzo, al 3 per cento ; poi sino a metà ottobre al 2 1(2, poi gradatamente al 3, al 4, al 5 per cento per scendere, com’ è ora, al 4 1(2.

Madrid costantemente al 4 1(2. Parigi al 3 per cento.

Poma al 5 per cento.

Pietroburgo al 5 1(2 sino a metà aprile ; al 5 per cento sino a metà settembre ; al 4 1(2 di poi sino a fine d ’ anno.

V enna costantemente al 4 per cento.

Bombay dal 6 al 7 per cento nel primo semestre ; poi dal 4, al 3 per cento ; poi, in dicembre, al 6 per cento.

Calcutta dal 6 all’ 8 per cento a tutto maggio; al 5 e al 4 per cento in giugno ; al 3 per cento sino a metà ottobre ; dal 4 al 6 per cento sino a fine d ’anno.

Londra è il centro dei mercati regolatori a base d’ oro. Parigi è il centro dell’ Unione latina col siste­ ma del doppio tipo mitigato dalla sospensione della coniazione dell’ argento, ma lasciando al debitore, alla Banca di Francia, per conseguenza, la facoltà di pa­ gare a propria scelta, in oro, o in argento. Bruxelles, infine, è un mercato retto dall’ Unione latina nell’ or­ bita di Parigi. E interessante di ricercare il contegno di queste tre piazze bancarie dal punto di vista del tasso di sconto ufficiale, risalendo sino al 1870 perchè il confronto abbia valore e riesca istruttivo.

Al punto di partenza, la Francia, in piena guerra, deve pagare le spese della lotta, poi l’ indennità di 5 miliardi reclamata dalla Germania. Naturalmente, l ’ esaurimento momentaneo delle ricorse si ripercuote sul tasso di sconto. Ma questi» periodo è relativamente breve ; non va oltre il 1876 :

Anni Londra Parigi Bruxelles

1870 3.10 3.99 3.33 1871 8.— 5.75 4.— 1872 4.12 5.18 4.31 1873 5.07 5.03 5.02 1874 3.71 4.29 4.17 1875 3.32 4 . - 3.83 1876 2.74 3.42 2.77 Medie 3.58 4.52 3.94

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13 febbraio 1910

L7

ECONOMISTA 107

Anni Londra Parigi Bruxelles

.1877 2.47 2.31 2.71 1878 3.84 2.28 3.32 1879 2.63 2.57 3.06 1880 2.75 2.80 3.29 1881 3:47 3.90 4.14 1882 4.12 3.69 3.98 1883 3.54 3.06 •3.46 Medie 3.14 2.94 3.42

Dall’ ultimo rango Parigi passa al primo. Ecco il tasso medio pei ventisei anni seguenti, dal 1888 al 1908: Londra, 8.05 per cento; Parigi, 2.86; Bruxelles, 3.37. E l’ anno 1909, anno di calma riparatrice, non smentisce tale risultato, poiché i tassi dello sconto furono rispettivamente di 3.10 per cento, di 3 per cento e di 3.09 per cento.

Durante questi ventisei anni, è avvenuto che quat­ tro volte il tasso ufficiale medio sia stato più alto a Parigi che a Londra e quando questa differenza si è prodotta, non ha toccato un mezzo per cento, mentre lo scarto in senso inverso si è prodotto di frequente e in una proporzione altrimenti sensibile : specialmente 1.55 per cento nel 1890; 0.78 per cento nel 1907 ; 0 94 per cento nel 1898; 1.27 per cento nel 1906; 1.46 nel 1907.

I) confronto fra Parigi e Bruxelles offre risultati analoghi.

Mercè la sua politica monetaria, la Francia è, dun­ que, giunta a superare 1* Inghilterra ; la guerra del Transvaal ha, poi, accelerato il movimento in addietro iniziato.

In luglio 1870, all’ inizio della guerra franco-tede­ sca, la Banca di Francia disponeva di una circola­ zione di 1,527 milioni di franchi che gradatamente nei quarant’anni aumentarono a 5,324 milioni, aumentando di 248 per cento; mentre l’ incasso seguiva un movi­ mento parallelo e anche più accentuato, incominciando da 1,444 milioni per giungere a 4,372 milioni di fran­ chi, con un aumento di 282 per cento e l’ oro entra,per una parte più notevole nella copertura metallica. E la spiegazione del movimento aggressivo della Francia contro la supremazia dell’ Inghilterra sul mercato dei capitali.

Nello stesso ordine d ’ idee, è interessante di richia­ mare quale fu il contegno dei due grandi mercati mo­ netari a base d’ oro: Londra e Berlino, quest’ ultimo avendo adottato il monometallismo dopo la guerra franco-tedesca. Dal punto di vista del tasso dello sconto, le cose si svolsero come segue : dal 1870 al 1909 è avve nuto tre volte (1873, 1890 e 1892) che il tasso medio sia stato di qualche centesimo inferiore a Berlino; i tren- tasette altri anni hanno visto il contrario con diffe­ renze che hanno diciotto volte superato l ’ I per cento e quattro volte l ’ I 1]2 per cento. Come media gene­ rale, dopo quarant’ anni il tasso dello sconto fu 0.68 più alto a Berlino che a Londra.

In fatto la produzione della lana in Australia au­ menta ogni anno di circa 20 milioni di chilogrammi. •

Anche dal Capo, malgrado la produzione sia pure in progresso,-la importazione fu inferiore che nel 1908.

Questa contraddizione si spiega con due circostanze d’ indole eccezionale e transitoria: la prima, che nel 1907 vi furono delle esportazioni, che avrebbero dovuto ef- tuarsi l’anno scorso, e la seconda che, a causa dell’an­ ticipata tosatura, molte esportazioni che si sarebbero verificate nel 1909, vennero fatte nel 1908.

Gli arrivi dal Piata e dall’ Uruguay si mantennero stazionari. Ma il fatto che la diminuzione verificatasi prima del 1907 si ó arrestata, lascia presumere che la produzione in quei due paesi sia in aumento.

Per 1’ avvenire, però, bisognerà tener calcolo che l’allevamento dei montoni nel Piata sta subendo una trasformazione, le cui conseguenze sono dubbie, sia per la quantità che per la qualità delle lane. Già si pre­ vede una diminuzione prossima di 70,000 balle.

Per le due ultime stagioni, la produzione dei tre paesi maggiormente laniferi è stata la seguente :

1907-1908 1908-1909 Balle Balle Australia 2,057,831 2.288,000 Capo 276,000 380,000 Piata 511,000 . 595,700 Totale 2,814,831 3,263,700 Valutando la produzione di questi tre paesi in 1462 milioni di libbre inglesi di lana grezza ed am­ mettendo che la produzione degli altri paesi sia rim a­ sta invariata, la produzione complessiva mondiale della lana nel biennio 1908-909 risulta di libbre inglesi 2362 mi­ lioni nel 1905 con un aumento su ques’ ultimo anno del 9 e 1(2 per mille,

I prezzi hanno superato in Australia del 25 e fino del 30 0(0 quelli dell’apertura della vendita del 1908.

Un aumento nella quantità e nei prezzi si è pure verificato nella Nuova Zelanda, ove le esportazioni del 10 semestre 1909 sono state superiori al 1° semestre 1908 di 640,000 sterline e i prezzi, senza raggiungere le cifre del 1907, sono molto più favorevoli di quelli del 1908.

Anche sul mercato russo è Segnalato un aumento di prezzi. A Rostow, centro del^ commercio delle lane dei Cosacchi del Don, la quantità è in diminuzione ma, in compenso, le qualità sono buonissime e l ’aumento dei prezzi in paragone del 1908 varia dal 20 al 30 0/0.

II prezzo medio delle merinos da 9 rubli e 25 il poud nel 1908, è salito a 11 rubli e 50 nel 1909.

Concludendo, l’industria della lana nel 1908^ha ri­ sentito in tutti i rami le conseguenze del sensibile e prolungato deprezzamento della materia prima ; ma 11 1909 ha presentato una situazione assai più favore­ vole, e per la lana, come per molti altri prodotti, ha riparato, almeno in parte, i danni cagionati dalla crisi del 1907.

Il mercato mondiale della lana nel 1909

La lana, nome la maggior parte delle materie prime, ha molto risentito gli effetti della orisi del 1907, tanto ohe dal novembre di quell’ anno fino al giugno succes­ sivo, i prezzi si tennero al disotto di quelli del 1906, nella misura del 25 al 50 0x0. Durante il 2° stmestre del 1908 si ebbe invece un continuo rialzo, che non fu però sufficiente a ricondurre i prezzi al livello raggiunto nell’anno precedente.

Nel 1909 però il mercato fu molto attivo.

In Francia le importazioni ascesero a 560 milioni, con un aumento di 144,650,000 sul 1908, e le esporta­ zioni salirono a 258 milioni con un aumento di 55 mi­ lioni.

Anche in Inghilterra le importazioni superarono di L. st. 3,600,000, ossia del 13 0[0, quelle del 1908.

E’ notevole la diminuita esportazione dall’ Austra- lia, in contraddizione con l’ aumento di produzione sempre crescente in quel paese, dacché esso si va ri­ facendo della crisi del 1903.

Allora, in causa delle malattie e della siccità, il bestiame disponibile scese a 73 milioni di capi, mentre nel 1892 era di 125 milioni ed ora è di 110 milioni.

Banche popolari e cooperative

Banca popolare di Perugia. Società Anonima con Capitale e Riserve L. 1.260.000

interamente versato.

Direttore : Bbssini Cav. Rag. Settim io. (con succursali ad Amelia, Città di Castello, Foligno,

Terni, Lodi ed Umbertide).

Ecco la situazione generale di questa Banca al 31 gennaio 1910 :

A ttivo 1910

Beni stabili urbani e rustici Contanti in Cassa

Cambiali per Prestiti e Sconti Corrispondenti in conto corrente

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