• Non ci sono risultati.

L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.25 (1898) n.1236, 9 gennaio

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "L'economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati - A.25 (1898) n.1236, 9 gennaio"

Copied!
16
0
0

Testo completo

(1)

L'ECONOMISTA

GAZZETTA SETTIMANALE

S C IE N Z A EC O N O M IC A , F I N A N Z A , C O M M E R C IO , B A N C H I, F E R R O V I E , I N T E R E S S I P R I V A T I

Anno XXV - Yol. XXIX

Domenica 9 Gennaio 1898

N. 1236

PROTEZIONISMO E DISAGIO

Uno dei fenomeni più dannosi, tra i tanti che reca il protezionismo, è quello dello spostamento violento e fatalmente non misurato di molti interessi e tra gli altri di quelli dei lavoratori da una ad altra in ­ dustria.

Se il protezionismo fosse un sistema che si espli­ casse e potesse esplicarsi in lim iti ben definiti, l'in ­ conveniente a cui alludiamo, sebbene sempre gra­ vissimo, finirebbe con uno stato di equilibrio. Quando infatti un paese coll’adozione del sistema protettivo avesse alzati i prezzi di queste o quelle merci fino a quella data misura, a poco a poco gli interessi di ogni genere, che al primo urto sarebbero stati scossi e disorganizzati, ritroverebbero quell’ assestamento che è la conseguenza dello stesso svolgersi di una società.

Ma il protezionismo è sistema di appetiti, e per di più è quasi senza lim iti di sorta. Il legislatore che votando un dazio permette che in una data sezione sorga un’ industria che prima non esisteva o dà modo ad un’ altra industria precedentemente esi­ stente di conseguire un benefizio che prima non aveva o non aveva così alto, il legislatore facil­ mente si lascia abbagliare da una simile potenza economica che deriva dal suo voto, non riflette sempre alle remote conseguenze del provvedimento che approva e, sollecitato dagli industriali che in­ vocano il miraggio del lavoro nazionale della ema- nicipazione del paese di fronte all’ estero, della ne­ cessità di equilibrare le differenze economiche o le maggiori gravezze fiscali, ad ogni momento mette mano alla tariffa doganale e si lascia indurre ad ac­ cordare nuovi pretesi beuefizi.

E ormai è così profonda la convinzione che si possa fare la fortuna di una parte più o meno grande della popolazione mediante gli aumenti della tariffa doganale, che senza alcun ritegno si afferma essere soltanto la prossimità delle elezioni generali e il desiderio di accaparrarsi il voto favorevole della popolazione agricola, il motivo che indusse il Go­ verno francese ad aumentare in questi giorni i dazi sui suini.

Le pressioni speciali di alcune singole industrie, quelle più larghe di gruppi di industrie affini, e la potenza e la influenza di una industria vasta come è la agricola, agiscono sulla complessa macchina governativa ; e la prospettiva delle votazioni parla­ mentari, o di quelle dei comizi politici è sufficiente - quando meno onorevoli non sieno i motivi - a determinare un ritocco dei dazi di frontiera.

Avviene così che il protezionismo sia un sistema perennemente instabile per la sua stessa n a tu ra ci prim i suoi atti producono effetti che sembrano me­ ravigliosi, giacché veramente beneficano con lauti guadagni i più solerti ed i più alacri tra coloro che hanno avuto fede nel voto del parlamento; - i ri­ sultati ottenuti dagli uni svegliano appetiti negli altri che furono privi del benefizio ; e quindi si formano nuove falangi di interessi che chiedono, pregano, premono, minacciano e finalmente ottengono la pro­ tezione. - Poi vengono i terzi ed i quarti più pigri che si destano e imparano presto il modo con cui far valere quello che, per ragione di eguaglianza, diventa un diritto. E la tariffa doganale alza le ali­ quote, specializza le voci, diventa il volume della beneficenza industriale. Ma intanto avviene che i primi favoriti cominciano a sentire la pressione della concorrenza interna e vedono diminuire i guadagni a cui facilmente si erano abituati, e domandano una aggiunta di protezione ; la loro voce si è fortificata per lo sviluppo ottenuto nella industria e per la esperienza delle vie m igliori per raggiungere lo scopo e così via.

Se di fronte allo sviluppo di questo sistema non vi fosse l’ abisso, che a poco a poco anche i ciechi finiscono a vedere, la via sarebbe comoda e facile. S i aumentano sempre i dazi fino a che continua l’ appetito della protezione. Ma sventuratamente questo aumento indefinito non è possibile, e bisogna fer­ marsi od almeno procedere lentamente e con più parsimonia. E d ecco che allora cominciano gli effetti degli spostamenti più dolorosi per le classi lavoratrici. L ’ industriale ha aperto officine e arruolato operai, ha creato tutto un mondo economico sottraendo braccia alla campagna della regione e alzando, mercè il protezionismo, il prezzo del suo prodotto. A poco a poco la campagna sente il peso del maggior prezzo del prodotto manufatto, restringe conseguentemente le spese e lascia diminuire la popolazione agricola, che è assorbita dalla industria. A l secondo periodo però, all’ inasprimento della protezione a favore della industria manifatturiera, 1’ agricoltura risponde do­ mandando parila di trattamento ed ottiene i dazi sui cereali; ciò rincara l’ alimento, se ne risente la classe lavoratrice che vuole aumenti di salari, proprio nel terzo periodo, quando cioè per effetto della concor­ renza interna l’ industria comincia a star peggio.

(2)

18 L’ E C O N O M I S T A

tevole come è il Parlamento, il quale il più delle volto non sa in qual altro modo rimediare ai propri errori se non aggravandoli ; e se per fortuna non fosse trattenuto dalle sue grandi discussioni sui gruppi e sottogruppi, a quest'ora avrebbe già tentato di provvedere a certi guai che si manifestano, proce­ dendo alla revisione della tariffa doganafe, affine di avere un’altra volta in mano il mestolo con cui si distribuiscono le grazie.

Ma ormai, per quanto ci si arrovelli a dimostrare tutto l’ errore ed il danno del sistema, non vi è speranza di crederlo reietto se non quando sia giunto a quella esagerazione a cui già si incammina, spinto dai pochi convinti, dai molti interessati, dai moltissimi ignoranti.

PROVVEDIMENTI DOGANALI

Fra i progetti di legge già presentati alla Camera dal ministero vi è quello per modificazioni alla ta­ riffa dei dazi," ed altri provvedimenti di dogana che giova far conoscere, perchè contiene alcune buone disposizioni insieme ad altre che non sono certo lo­ devoli. E a proposito di questo modesto disegno di legge non è fuor di luogo l’osservare che non passa quasi anno senza che si modifichi più o meno l’or­ dinamento dei dazi fissati con la tariffa 14 luglio 1887. Negli ultim i dieci anni, ora a scopo fiscale, ora per quello della protezione, i ritocchi della tariffa prote­ zionista del 1887 sono stati così frequenti che ormai essa non rappresenta più il grado effettivo al quale è giunto il protezionismo in Italia. G l’ interessi particolari hanno trovato presso il Governo e nel Parlamento l ’ ascolto che desideravano e senza ritegno d’ alcun ge­ nere, senza eufemismi, senza nessuno di quei ragio­ namenti intricati di cui un tempo si servivano i pro­ tezionisti per far accettare i loro sofismi, sono stati aggravati parecchi dazi con il proposito francamente enunciato di tutelare sempre più contro la concorrenza estera certi gruppi di produttori. Questa politica do­ ganale tenacemente protezionista non serve, è vero, a procurare la prosperità nazionale, non toglie che si parli sempre della crise agricola, delle perdite in ­ dustriali, dell’ agglomerarsi dei capitali presso le casse di risparmio, invece di cercare impiego nelle indu­ strie varie, non elimina i disoccupati, non frena la emigrazione ; ma intanto fa gl’ interessi di qualche lanificio, di qualche cotonificio e via dicendo o per meglio intendersi dei capitali impiegati in quei rami d’ industria favoriti dal socialismo di Stato. E sia pure in piccola dose, ma ad ogni modo seguendo la solita tendenza,?anche il progetto Branca, di cui ora ci oc­ cuperemo, riesce a favorire alcuni interessi particolari mediante l’aumento dei dazi.

11 ministro propone anzitutto di fare un nuovo passo sulla via della riduzione dei dazi di uscita, sop­ primendo quelli sull’ acido borico e sugli stracci. Dopo le perdite cagionate dall’abolizione del dazio di uscita sulla seta greggia (1,300,000 lire) e sullo zolfo (3 milioni e mezzo) la perdita di circa 40,000 lire pel dazio sull’ acido borico esportato è veramente insi­ gnificante e tale che la proposta ministeriale non può incontrare opposizione. Gran parte dell’acido borico prodotto viene esportato (20,305 quintali sopra 26,330 prodotti), specie in Inghilterra, e si può sperare che

9 gennaio 1898

abolito il dazio (L . 2 .2 0 il quintale) le vendite al­ l’estero di quel prodotto aumenteranno. Ma il mi­ nistro nello stesso tempo che propone questa utile abolizione vuol fare del protezionismo a proposito del borace, perché lo sgravio del dazio d’ uscita porrebbe bensì gli esportatori dell’ acido borico in grado di vendere a minor prezzo e quindi in maggior copia questo prodotto alle fabbriche forestiere, ma nel tempo stesso porrebbe queste in grado di acuire la con­ correnza che già fanno al nostro borace, di guisa che mentre da un lato si favorirebbe l’ esportazione italiana del prodotto greggio si comprometterebbe dall’altro quella del prodotto fabbricato.

Veramente, poiché noi abbiamo la materia prima non dovremmo produrre il borace ad uu prezzo maggiore di quello che pratica l’ estero, ma pare che ciò non sia e certo sarà ancor più difficilmente quando verrà approvato il nuovo dazio sul borace. La nostra pro­ duzione di borace messa al riparo dalla concorrenza estera, specie inglese, col dazio di lire 4 il quintale continuerà a produrlo con un costo più alto ; e questo significa che sebbene l’ Italia abbia la materia prima pure deve pagare a più caro prezzo il prodotto stesso lavorato. Sicché il ministro, da quel fervente protezionista che è, premesso che gl’interessati chie dono misure di dazio che variano per l’ acido borico raffinato da due a dieci lire il quintale e pel bo­ race da due a quattro lire, propone il dazio di 4 lire pel borace e di 5 lire per l’ acido borico raffinalo. E si noti che ora il primo paga 50 centesimi al quintale, mentre il secondo è esente. Come si vede fon. Branca si mantiene fedele a sè stesso e ai suoi , errori e tanto per non sbagliare applica dazi esor­ bitanti, che se produrranno poco all’ erario sarà sol­ tanto pel fatto che la importazione di quei due pro­ dotti è assai esigua. Per questo motivo, segnalata la pessima tendenza, possiamo passare oltre.

Quanto agli stracci, venuto meno il timore che dall’ abolizione del dazio che li colpisce all’ uscita potesse esserne danneggiata l’ industria della carta, la quale si serve ora della pasta di legno in quan­ tità considerevole, pare che nessuna obbiezione possa essere sollevata. Il Ministro non crede che, tolto il dazio, l’esportazione degli stracci abbia ad assumere proporzioni allarmanti per l’ industria della carta, imperocché già oggi gli stracci buoni di produzione nazionale vanno in gran parte all’estero, senza as­ solvere il dazio, sostituendosi agli stracci esteri di qualità scadente importati temporaneamente per farne la cernita, e lo dimostra il fatto che mentre dal 1894 è quasi scomparsa dalle nostre statistiche la espor­ tazione diretta degli stracci che in gran parte figu­ ravano destinati agli Stati U niti d’ America, la sta­ tistica americana continua invece a registrare alla importazione dall’ Italia, sebbene in proporzioni molto minori di un tempo, quantità di stracci, le quali evidentemente appartengono a quelle da noi regi­ strate a scarico di temporanea importazione. Laonde un margine ben ristretto resta assegnato all’ incre­ mento di esportazione che i negozianti di cenci si ripromettono per l’ avvenire.

(3)

9 gennaio 1898 L’ E C O N O M I S T A 19

conformazione delle macchine. Ebbene, sono esse parti staccate di macchine, da sottoporsi al dazio relativo di 11 lire il quintale, oppure sono da con - siderarsi come lavori di carta e di cartone pei quali la tariffa stabilisce il dazio di lire 80 al quintale? Fino al decreto 4 Febbraio 1897 erano ritenuti «parti staccale di macchine» cioè fino a tanto che la produzione di simile merce era scarsa, il dazio di 11 lire non sollevò lagnanze. Ma, dice la rela­ zione ministeriale, quando l’ industria nostra si dette con lodevole intento a fabbricarla e in seguito quando il prodotto nazionale potè ritenersi perfetto come quello estero, in modo che ai nostri filatori e tes­ sitori riuscisse indifferente l’ acquisto dell'ulto o dello altro, reclami vivissimi non tardarono ad essere di­ rotti contro il dazio suddetto che, dicevasi, mentre non proteggeva in alcuna guisa l’ industria nazionale, lasciandola anzi soffocare dalla concorrenza straniera, non poteva essere sostenuto da alcuna ragione tec­ nica, poiché la classificazione come parti staccate di macchine non corrispondeva alla vera natura della merce.

I tubetti sarebbero, infatti, organi secondari affatto indipendenti dalle macchine, le quali sono complete senza di essi. Comunque sia di questa grande que­ stione, quello che bisognava provare dal punto di vista' protezionista è la insufficienza del dazio di I l lire e questo il Ministro non ha fatto, limitandosi a dichiarare che il dazio di 80 lire andato in vigore col decreto 4 febbraio u. s. è eccessivo e proibitivo; per rientrare quintii nel paradiso della pura prote­ zione lo vuol ridurre a 30 lire. E sta bene; sol­ tanto è da avvertire che questo dazio cadrà effet­ tivamente sullo industria che in date circostanze ha bisogno proprio del tubetto o del rocchetto estero per la specialità della forma e della qualità.

Per le lamiere di ferro vecchie ed inservibili che vengono trasformate in ferro nuovo, il Ministro pro­ pone di logliere il limite dei cinquanta centimetri di lunghezza. F u infatti osservato che l'obbligo di ridurre le lamiere in pezzi non più lunghi di SO cen­ timetri è di grave danno quando occorra di formare pacchetti .di maggiori dimensioni. Ed invero è noto che la trasformazione del ferro vecchio in ferro nuovo si eseguisce essenzialmente per mezzo dei pac­ chetti, veri fasci di ferro, internamente riempiti di pezzi di ogni forma e dimensióne, mentre la parte esterna destinata a tenere urtili i pezzi medesimi non può essere formata con lamiere di lunghezza infe­ riore a quella del pacchetto stesso. Perciò il presu­ mere che queste lamiere non possano essere di lun­ ghezza superiore a SO centimetri equivale a non permettere la formazione di pacchetti di maggiori dimensioni.

Opportunamente il progetto stabilisce la esenzione d;d diritto di statistica, imposto con la legge 25 lu­ glio 1896, per le merci immesse nei depositi do­ ganali e poscia riesportate.

L ’operazione doganale di transito non è sottopo­ sta al diritto di statistica, ma, perchè così sia, bisogna che la spedizione all’ estero delle merci arrivate avvenga ( direttamente e cioè come prima destinazione doganale delle merci stesse. Se queste prima della spedizione sono introdotte in un deposito doganale allora, pel latto di essere state destinate anche per breve tempo . ‘‘eposito, sono soggetto al diritto di statistica senza f'guardo alla ulteriore loro destinazione. Siccome la immissione nel deposito per un certo tempo delle

merci in transito è talvolta un fatto inevitabile così il diritto di statistica è applicato anche in casi in cui non dovrebbe esserlo, cioè a merci effettiva­ mente in transito. Per sfuggire a ll’aggravio il com­ mercio ha cercalo con ogni mezzo di evitare il de­ posito sia coll’accelerare le spedizioni a ll’ estero, sia col tenere accumulate le merci negli spazi liberi dei porti e ritardare più che sia possibile la presenta­ zione della dichiarazione doganale ; ma non sempre si evita di immetterle nel deposito - quindi è g iu ­ stificato il provvedimento proposto dal ministro con cui la esenzione dal diritto di statistica è estesa alle merci immesse nei depositi doganali e poscia rie ­ sportate.

È pure concessa dal progetto in discorso la fran­ chigia alle merci di fabbricazione italiana di ritorno dall’estero, con che si viene a togliere l ’ inconveniente che allorquando merci spedite all’ estero e rimaste invendute per l’ improvviso fallimento del destinata- rio, per ostacoli sorti all’ importazione di quelle merci nello Stato di destinazione o per avvenuto errore o disguido nella spedizione debbano essere ritornate al mittente, siano sottoposte al pagamento dei diritti di confine, accrescendo così il danno che già deriva al commerciante dalla mancata vendita della merce.

Finalmente, va notata la disposizione con la quale si stabilisce dopo due anni la prescrizione per la restituzione dei diritti pagati sulle materie prime, alla quale sono ammesse alcune merci qnando si esportano — e l'altra con cui è accordata la rie ­ sportazione della merce già dichiarata per l’ entrata e quindi già in corso di visita, quando la contro­ versia sulla qualificazione della merce sia stata pro­ mossa per mancanza di voce nella tariffa o di r i­ mando nel repertorio e debba quindi intervenire un decreto di assimilazione, o quando il Collegio dei periti doganali nel pronunciarsi sulla qualifica­ zione delle merci, abbia espresso parere favorevole alla riesportazione stessa. Sono facilitazioni che in massima vanno accolte favorevolmente; esse danno al disegno di legge un carattere che, è giustizia r i­ conoscerlo, non si trova in altri precedenti progetti sulla materia : quello cioè di rendere più tollerabile la condizione fatta dalle leggi doganali all’ industria e al commercio.

Ma quante non sono le modificazioni al regime doganale che sarebbero necessarie per attuare com­ pletamente un simile concetto !

(4)

20 L’ E C O N O M I S T A 9 gennaio 1898

paesi meno progrediti, le intermediarie degli scambi internazionali, può dirsi che il grado di potenza di ciascuna di esse sia in rapporto diretto della sua partecipazione al mercato mondiale. Il movimento commerciale d’ un paese è pertanto nell’ odierno momento storico del più alto interesse non solo dal punto di vista economico, ma anche da quello politico, esercitando esso una influenza decisiva sulle relazioni internazionali dell’ epoca. La re­ cente questione, così a lungo e così profondamente dibattutasi in Germania, per 1’ aumento della flotta, è una delle prove m igliori di questo vincolo, che intercede tra la vita commerciale e quella politica delle nazioni, vincolo che nelle collettività umane più evolute è più stretto che mai in seguito a! ve­ n ir meno fra esse di quei fattori interferenti (inte­ ressi dinastici, odii dì razza, questioni religiose, ecc.), 1 quali in paesi meno progrediti eguagliano o supe­ rano talora il fattore economico nella lotta interso­ nale. L ’ aumento infatti della flotta germanica nel pensiero della borghesia tedesca non è altro se non l’ equivalente politico dell’ espansione commerciale della Germania nell’ ultimo ventennio; esso è una eventuale arma di guerra contro l’ Inghilterra in primo luogo, contro la Francia, gli Stati Uniti di America, il Giappone, la Russia, contro le nazioni insomma che più direttamente sono impegnate nella lotta commerciale con la Germania o più sono in­ teressate ad ostacolare la sua presente espansione. Una pubblicazione ufficiale tedesca ’ ) di questi giorni, intesa a mettere soli’ occhio gli interessi marittimi della Germania, illustra chiaramente questo modo d’ interpetrare l’ aumento della flotta germanica: da essa appunto sceglieremo alcuni dati, che meglio dimostrano l’ espansione commerciale della Germania negli ultim i decenni, cominciando naturalmente dal fattore precipuo di questa espansione, il commercio della Germania coll’ estero.

Commercio coll’ estero. — Pel commercio te

deseo coll’ estero negli anni precedenti al 1872 il M ulhall 2) dà le seguenti cifre: nel 1840 il com­ mercio della Germania coll’ estero salì a circa 11/10 m iliardi di marchi, nel 18ò0 ad 12/5 circa, nel nel 1860 a 2 3/?, nel 1870 a I 1/,,; nel periodo 1861-70 la media annuale fu per l’ importazione di 1.900.000.000 marchi, per l’ esportazione di 1.560.000.000. Pel periodo posteriore al 1872 le statistiche ufficiali ci danno le cifre seguenti 3) : il valore del commercio speciale coll’ estero salì dal 1872 al 1879 da 6 miliardi di marchi a 6 7/10 (l’ importazione da 3 1/8 a 3 9/10, l’ esportazione da 2 7 2 a 2 % ), dal 18S0 al 1888 da S 4/6 a 6 4/6

( l’ importazione da 2 9/10 a 3 2/6, l’ esportazione ad un dipresso nelle stesse proporzioni), dal 1889 'al 1896 da 7 s/t0 ad 8 3/0o (l’ importazione da A ‘ /io a 4 s/10, I’ esportazione da 3 8/I0 a 3 4/s); il ton­ nellaggio del commercio speciale coll' estero salì dal 1872 al 1879 da 23,4 miliardi di tonnellate a 32,1, dal 1880 al 1888 da 30,6 a 42,6 dal 1889 al

*) Die Seeinteressen des deutschen Keiclis, zusam- mengestellt auf Yeranlassung des Reichs-Marine- Amts.

2) The D ictionary of Statistics.

s) In seguito al doppio cangiamento avvenuto nella statistica imperiale tedesca è possibile parago­ nare fra loro le cifre date solo per gli anni dal 1872 al 79, dal 1880 al 88, dal 1889 al 96.

1896 da 44,9 a 61,1. La tavola seguente ci speci­ fica il commercio speciale coll’ estero per alcuni anni del periodo 1872-96:

Commercio specialedelterritoriodoganale tedesco

Im portazione Esportazione To ta le Anno Tonneilata Milioni di marchi Tonufllate Milioni di inarchi Tonnellate Milioni di marchi 1872 13,352,223 3 464,6 10,049,691 2 492,2 23,401,914 5 956,8 1876 16,644,498 3 911,5 12,982,071 2 605,0 29,626,569 6 516,5 18S2 15,299,910 3 164,7 17,208,956 3 244,1 32,508,866 6 408,8 1886 16,944,869 2 944,8 18.924,283 3 051,3 35,869,152 5 9 9 6 ,1 1892 29,509,912 4 237,0 19,891.615 3 150,1 49,401,527 7 377,1 1896 36,410,257 4 558,0 25,719,876 3 753,8 63,130.133 8 311,8

La statistica del commercio speciale dimostra come nel periodo 1872-79 il commercio speciale coll’ estero sia cresciuto del 13 °/0 nel valore e del 37 °/0 nel volume, di cui I’ importazione del 12 °/0 del valore e del 28 °/0 del volume, l’ esportazione del 13 °/0 del valore e del 55 °/0 del volume; nel periolo 1880 1888 esso sia aumentato del 17 °/o del valore e 59 °/0 del volume, di cui I’ importa­ zione del 20 °/0 del valore e 54 °/0 del volume, l’ esportazione del 14 °/0 del valore e 26 °/0 del volume; nel periodo infiue 1889-96 del 13 °/0 del valore e 38 °/0 del volume, di cui l’ importazione del 12 % d®l valore e 37 % del volume, l’ espor­ tazione del l o °/0 del valore e-del 41 °/0 del v o ­ lume ’ ). In altre parole, se noi rappresentiamo con 100 il commercio speciale della Germania coll’ e ­ stero nell’ anno 1896 e, tenuto conto dei cangia­ menti avvenuti nella registrazione statistica, facciamo una comparazione approssimativa fra esso ed il commercio degli anni precedenti, troviamo che tale commercio può esser rappresentato pel 1872 da 62,6 circa, che cioè l’ aumento nel periodo 1872-96 può ritenersi del 60 °/0 vale a dire di s/6 circa.

Pel commercio generale della Germania coll’estero iu seguito alle lacune statistiche, che in esso si r i­ scontrano nell’ uno o nell’ altro ramo, nell’ uno o nell’ altro periodo, ò possibile dare solo il volume che indichiamo per gli anni 1885, 1890, 1895 e 1896 solamente, volume che ci viene offerto dalla tavola seguente: *)

Commerciogeneraledei, territoriodoganaletedesco

Anno Im portazione Tonnellate Esportazion e Tonnellate To ta le Tonnellate 1885 20,474,654 21,643,219 42,117,873 1890 31,732,876 22,414,247 ' 54,147,123 1895 35,682,929 26,953,924 62,636,853 1896 39,934,449 29,223,577 69,158,026

Dalla statistica del commercio generale risulta che il commercio generale della Germania coll’

(5)

9 gennaio 1898 L ’ E C O N O M I S T A 21

stero è cresciuto nel periodo 188S-88 del 17 % (di cui T importazione del 25 °/0, l’ esportazione del 12 °/o)> ne' periodo 1889-96 del 34 °/0 (di cui l’ importazione del 33 °/0, l’ esportazione del 36 °/0). Se noi avviciniamo fra loro I’ aumento della po­ polazione dell’ impero germanico coll’ aumento del commercio di esso, troviamo che mentre la popo­ lazione nel periodo 1871-1897 è cresciuta di 12,3 milioni circa (da 41 circa a 53 circa) cioè del 30 °/0, il commercio speciale della Germania col­ l’ estero nel periodo 1872-96 è cresciuto del 60 % ! mentre la popolazione nel periodo 1889-96 è cre­ sciuta di 3,9 milioni circa cioè dell’ 8 °/0> com' mercio generale coll’ estero nello stesso periodo 1889 96 è cresciuto del 34 °/0, sproporzioni nei due aumenti che danno una idea molto chiara della recente espansione commerciale dell’ impero tedesco.

Del più alto interesse, per bene apprezzare il si- gnicato del commercio coll’ estero nella vita econo­ mica della Germania, la sua posizione nella produ­ zione e nel consumo tedesco, è una divisione som­ maria di esso secondo le varie categorie di prodotti e secondo i vari periodi di tempo. A tale intento appunto è ordinata la tavola seguente, che ci dà la media annuale del valore delle importazioni ed esportazioni tedesche secondo le varie categorie di prodotti nei periodi 1881-83 e 1894-96:

Commercio speciale Im portazion e Esportazione Classidim erci Med annu pei pe co co cn CJ in mi di ma ia ale riodi to en *+ cn CO ioni rchi ± T 0 © <o a> 1 1 <1 s cu A lo milioni di marchi Med annu pei pe co co S co in mi di ma ia ale riodi co cn i ■ef Cì 00 lionì rchi A u m e n to (4 -) B S o g g D e c r e m e n to ( — ) I. Bestiame ed altri 1 1 I - ■ I 148 3 2 4 ,9 - 1 2 3 ,4 animali v i v i . . . . II. Sementi e piante per

semina,mangi-2 1 semina,mangi-2 ,9 2 1 4 ,3 + 1 ,4

m e,orticoltura, ec. III.^ Cascami,

conci-2 7 ,3 8 5 ,1 + 2 7 , 8 1 8 ,7 3 1 ,8 4 - 1 3 ,1 a n im a li... 6 8 ,6 1 1 7 ,04 - 4 8 ,4 1 3 ,4 2 6 ,4 4 - 1 3 ,0 IV. Combustibili ... V. V iveri di prima necessità e v olu t­ tuari : 3 9 ,0 1 0 8 ,2 + 6 9 ,2 6 9 ,9 1 5 2 ,4 4 - 8 2 ,5 1. Materie gregge 6 8 0 ,2 1 0 1 0 ,0 -4- 3 5 9 ,8 1 5 9 ,9 8 1 ,3 - 7 8 ,6 » lavorate

VI. Materie gregge e lavorate dell’indu­ stria dei g r a s s i, <Iegli oli, grassi e minerali :

1 6 7 ,2 2 1 1 ,84 - 4 4 ,6 3 3 8 ,7 3 2 0 ,7 - 1 8 ,0

1. Materie gregge 8 0 ,7 1 3 1 ,44 - 50,7 1 2 ,5 1 0 ,7— 1 .8

» lavorate V II. Materie gregge ® fabbricate d a l ­ l’ Industria chimica e farmaceutica : 1 2 6 ,1 1 1 3 ,7 - 1 2 ,4 2 7 ,4 2 0 ,1 - 7 ,3 1. Materie gregge 1 2 8 ,8 1 6 7 ,5 4 - 3 8 ,7 33, ( 3 6 .4 3, \ 2. » lavorate V i l i . Materie gregge 6 lavorate dell’in ­ dustria dell’ asbe­ sto? della p :etra, dell’ argilla e del vetro :

1 1 5 ,9 111,0 - 4,9 2 19 8 2 9 3 ,3 4 - 7 8 ,5

t. Materie gregge 2i,£ 4 2 ,2 4 - 17,1 4 4 ,2 3 6 ,1 - 8, C 2. lavorate

IX. Materie gregge e lavorate dell’ indu­ stria metallica, (le macchine, gli istru- menti e gli appa­ rati eccettuati) :

14,3 1 8 ,7 4 - 4,4 79,4 9 6 ,5 4 - 1 6 ,

Importazione Esportazione

Media T T Media T T

annuale +. ^ annuale + w

pei periodi pei periodi S 1 Classidi merci +-* O P co a ° g co cn 2 a °? cn a a P « a o <5 S A i I *9« cn co p ® a *- 'Z o <, <v A co co 3CO

in milioui n milioni in m ilioni a milioni di marchi i marcili di marchi li marcii

1. M inerali;. . . . 2. Metalli greggi

32,2 64,8 + 32,6 15,0 10,6 - 4,4 non nobili, an­

che con ia ti. . . 47,7 91,6 + 43.9 67,3 61,8 - 15,5 3. Oggetti sempli-cernente digros-7,1 7,7 4- 0,6 112,6 + 17,3 4. Materie lavo-17,1 20,3 + 3,2 173,0 205,9 X . Materie gregge e lavorate dell’indu­ stria del legno, del-l ’ intagdel-lio e dedel-ldel-la paglia : 1. Materie gregge 2. Oggetti sempli- 79,2 109,0 + 29.8 25,9 29,0 + 3,1 cernente digros-36,3 97,4 + 61,1 25,2 9,6 — 15,6 3. Materie lavo-15,6 + 12,4 48,2 74,9 + 26,7 X I . Materie gregge e lavorate dell’indù-stria della carta :

1. Materie gregge 10,3 12,6 16,5 20,4 + 3,9

2. » lavorate 5,9 6,7 + 0,8 52,7 79,2 + 26,5 X I I . Materie gregge e

lavorate dell’ indu­ stria dei cuoi: cera e pelliccerie :

1. Materie gregge 90 8 118,7 + 27,9 40,2 + 4,8 2. » lavorate 82,5 93,7 4 - 11,2 191,2 179,8 - 11,4 X II I . Materie gregge

e lavorate d ell’ in ­ dustria tessile e del feltro; vestiti : J. Materie gregge 525,1 634,3 + 109,2 152,3 817,9 143,0 - 9,3 2. » lavorate 415,1 379,3 - 35.1 754,7 - 63,2 X IV . Materie gregge

e lavorate dell’ indu­ stria-del cautchouc: 1. Materie gregge 15,1 28,2 5,9 4- 4,2 2. » lavorate 6,9 .9,0 + 2,1 18,1 21,8 + 3,7 X V . Oggetti ferrovia-ri ; vagoni imbot-0,7 0,9 + 0,3 6,6 3,0 - 3,0 X V I- Macchine, stru-menti ed apparati. X V II. Chincaglierie 40.9 62,8 + 21,£ 123,0 187,£ + 64,9 ed ornamenti; gio-15,9 20,1 + 4,8 64,8 86,8 + 22,0 X V I I I . Oggetti lette rari ed a rtistici.. . Totale delle classi I-XYII

17,7 35,8 + 13.1 I 44.8 109, , + 65,1 i 1. Materie gregge ,2076,1 3010,0 4 - 931, I 938,8 >2205,8 827, r|—— 111,4 2. * lavorate 1041,5 1 1 1 1 .8 + 70, 2439, 5 + 234,3 Materie gregge e la vorate complessiva I I J 3117, 71.19.4.8 4-1 nOi. 3144,ì3267, 2 + 122,9 Metalli preziosi, an 31, i 97., 1.9. 4 - 210. 2 62, 141, 5 + 79,5

Somma tota le.. 3148,

-3 4-36-3,0 + 1 2 1 A, 6! -3206, Í -3408, 8 + 202,4

1 1

(6)

22 V E C O N O M I S T A 9 gennaio 1898

di I H , 4 milioni; per le materie lavorate invece nello stesso intervallo l’ esportazione aumentò di 234,3 milioni e l’ importazione aumentò sì anch’essa ma solo di 70,6 milioni, aumento quest’ ultimo da ascriversi in parte all’ avvenuta incoporazione nella zona do­ ganale tedesca delle città commerciali sull’ Elba e sul W eser dapprima escluse *), in parte alla cre­ sciuta capacità di consumo della popolazione. Se la tavola data più sopra ci mostra 1’ importanza del movimento commerciale nella vita economica del- l’ impero e ci fa vedere quali industrie tedesche vadano riportando il maggiore successo nella lotta con quelle straniere sul mercato nazionale ed inter­ nazionale ; la tavola seguente, la quale ci dà la provenienza e la destinazione delle importazioni ed esportazioni tedesche ne! 1896, ci fa intravedere nella direzione del commercio tedesco gli interessi della Germania nei vari paesi del mondo e le ra­ gioni intime della sua azione politica nei rapporti internazionali :

Commerciospecialedelterritoriodoganaletedesco. Provenienza e destinazione delle importazioni

ed esportazioni tedesche nel 1896.

Im portazione Esportazione

nella Germania dalla Germania

P A E S I Milioni di manti Percentuale della importa­ zione complessità Milioni di marchi Percentuale della esporta­ zione complessiva

I. Stati e colonie d’ oltre­ mare.

Stati Uniti d’America . . . . Indie orientali in g le s i.... A rgentina... Australia inglese... Brasile... C h ili... Indie Orientali Olandesi.. China... ... Repubbliche dell’ America

C en tra le... A frica Occidentale senza i

protettorati tedesch i.. Colonia del Capo... Egitto... Venezuela... H aiti... Porto R ico, Cuba... M essico... Giappone ... U ruguay... Columbia... Indie Inglesi O ccidentali.. A frica Orientale (senza i protettorati tedeschi). Equatore... P e rù .. . ... A frica Occidentale tedesca. Norde America in glese.. . . B olivia... ... Transvaal... Filippine... A frica Orientalo tedesca..

T ota le.. . . II. Gran Brett. ed Irlanda.

584,4 12,8 383,7 171,2 3,8 49,2 108,8 2.4 44,1 103,2 2,3 29,3 100,1 2,2 60,3 79,8 1,7 35,6 77,9 1,7 13,8 71.8 0.9 45,3 39,7 0,9 10,7 33,8 0 ,7 8,5 21,1 0,5 15,6 20,2 0,4 9 ,9 15,9 0,3 6 ,4 13.7 0,3 1,8 13.5 0,3 4.9 13, I 0,3 15,0 11,4 0,3 35,6 10,5 0.2 9,6 8,6 0,2 6,9 7,1 0,2 1,1 6,0 0,1 3,1 5,8 0.1 0,6 3,8 0.1 7,3 3,5 0,1 4,0 1,1 0,0 1,0 3,0 0,1 15,3 1,0 0,0 13, 7 0,9 0,0 3,1 0,7 0,0 1,2 1531,3 32.9 836,6 647,4 14,2 715,1 10,2 1,3 1,2 0,8 1,6 0,9 0,4 1,2 0,3 0,2 0,4 0,3 0 ,2 0,0 0,1 0,4 0,9 0,3 0,2 0,0 0,1 0,0 0,2 0,1 0,0 0,4 0,4 0,1 0 ,0 22,2 19,0

') Amburgo, Altona, Brema etc. L a loro incorpo­ razione nella zona doganale tedesca significò per la importazione un aumento, per l ’ esportazione un de­ cremento nel commescio coll’ estero: di tale fatto bi­ sogna tener conto quando si vogliono paragonare fra loro le cifre date dalla statistica commerciale anteriore al 1888 con quelle posteriori.

Importazione Esportazioxe

nella Germania dalla Germania

P A E S I Milioni di marchi Percentuale della importa­ zione complessiva Milioni di marchi Percentuale della esporta­ zione complessiva III. Stati E uropei coi quali

il commercio è fatto in gran parte per mare.

I t a lia ... 137^ 3.0 1.6 1,5 1.3 S v e z ia ... 74|0 69,3 65,2 a s.9 25,9 19,1 2,1 R um ania... Danim arca... 97,4 MQ 4 Spazna... jì® T urchia... 28^0 48.3 13.4 4,1 2,5 5,3 N orvegia... ft’ 4 Portogallo... 15,2 9,3 6,6 3 ,7 0,3 G r e cia ... S e r b ia ... o li 0,1 U, 1 0,1 0,1 B u lg a ria ... T ota le.. . . 461,7 9,9 435,7 11,6

IV . Paesi coi quali il com ­ mercio ò fatto in gran parte per via di terra.

634,7 578,0 233.6 175.7 162,6 146,3 13,9 12,7 5 1 364,1 477.3 201,6 178.0 262.3 244.0 F ra n c ia ... 3,9 3,6 3 ,2 Olanda... S v iz z e r a ..., T ota le.. . . 1930,9 42,4 1727,3 45,8 V. Porto franco di Amburgo . 15,6 0,3 39,5 1,0

circa 8,0 0,2 circa 10,0 0,3 Totale com plessivo.. . . 4558,0 100,0 3783,8 100,0

Totale del commercio 8311,8

La distinzione fatta nella tavola precedente fra paesi, coi quali il commercio è fallo nella massima parte per mare, e paesi, coi quali esso è fatto per terra, ci fa vedere d’ un colpo d’ occhio quale larga parte spetti nella vita commerciale della Germania al commercio marittimo ’ ), il quale abbraccia quasi i tre quinti del commercio speciale tedesco com­ plessivo, ed allo slrumento di esso, la navigazione, questo secondo fattore capitale dell’ espansione te­ desca nell’ ultimo ventennio.

_____ ( Contìnua)

') Il notevole aumento dal commercio marittimo tedesco si può dedurre facilmente dal movimento commerciale di Amburgo e di Brema. Per Amburgo ad es. il valore dell’ importazione del 1896 parago­ nato con quello medio annuale del periodo 1871-75 mostra un aumento di 839 milioni di marchi cioè quasi del 100 por cento, quello dell’ esportazione per mare di 842 milioni cioè d’ oltre il 140 per cento : il. valore complessivo dell’ importazione ed esporta­ zione mostra in aumento di circa 1700 milioni cioè d’ oltre il 110 per cento, mentre nello stesso periodo l ’aumento complessivo del commercio speciale tedesco fu a l maximum di s[5 cioè del 60 per cento circa.

L'assestamento del bilancio per l'esercizio in coeso 1891-98

G li stati di previsione pel 1897-98 approvati nel luglio scorso, offrivano le seguenti risultanze :

Entrate e spese effettive. Entrata L . 1,593,737,022.33 )

(7)

9 gennaio 1898 L’ E C O N O M I S T A 23

Entrata Spesa . .

Costruzione di strade ferrate. L. 419,940.62 ) o n ,„ Q inDa» » 20,859,043.00 ) ~ 20,439,102.o8 Entrata L. Spesa . . » Movimento di capitali. 25,728,561.68 ) 34,779,817.95) ~ 9,051,256.27

Totale generale («scinse le partite di giro).

Entrata L . 1,619,885,524.63 )

Spesa . . » 1,609,266,120.02 ) + 10,619,404.61 vale a dire che con le entrate ordinarie si provve­ deva a saldare le spese per costruzione di strade ferrale ed il disavanzo nel movimento dei capitali, e rimaneva ancora un avanzo di oltre 10 milioni e mezzo in cifra tonda.

Con le leggi successive si approvavano maggiori entrate per L. 6,292,000.00 e maggiori spese per L . 20,113,000.00 onde le risultanze finali del bi­ lancio si sarebbero presentate in disavanzo di Lire 3,201,595.39 se altre notevoli variazioni non fossero intervenute, sia per rettificare alcune previsioni della entrata, sia per modificare ora in più ora in meno gli stanziamenti di alcuni capitoli della spesa.

Queste variazioni analizzeremo più sotto; intanto fissiamo le cause delle maggiori entrate e maggiori opere predette.

Alla maggiore entrata di L. 6,292,000 contri­ buirono:

a) la legge dell’ 8 luglio 1897, per la quale fu­ rono passate al Tesoro L. 5,542,000 degli utili delle Casse di risparmio postali;

V) il prodotto della nuova tassa sui velocipedi per L. 650,000;

c) finalmente, il prodotto della tassa sull’ indu­ stria di affitta camere L . 100,000.

Furono causa della maggiore spesa di L . 20,113,000: а) i credili militari straordinari per L . 15,750,000; б) il maggiore assegno di L . 4,000,000 alla ripro­ duzione del naviglio;

c) la prima quota di L. 50,000 sulle L . 130,000 approvate per sopraelevazione del fabbricato del Mi nistero dei Lavori Pubblici;

d) la quota, per ultimo, di partecipazione dei Comuni ai proventi della tassa sui velocipedi in L . 313,000.

La rettifica delle previsioni ha prodotto un au­ mento di L . 9,315,475.41 nell’ entrata ed una d i­ minuzione di L. 1,310,868.23 nella spesa, di guisa che la previsione finale ne risulta:

Entrata L . 1,619,885,524.63 prima previsione -j- » 6,292,000.00 nuove entrate + » 9,315,475.41 rettifiche

L . 1,635,493,000.04

Spesa L . 1,609,266,120.02 prima previsione » 20,113,000,00 maggiore spesa — » 1,310,868.23 rettifiche

L . 1,628,068,251.79 Avanzo L. 7,424,748.25

Analizziamo rapidamente negli elementi che le com­ pongono queste cifre.

Per effetto di rettifiche la previsione dell’entrata si avvantaggia di L. 9,315,475.41 costituita da va­ riazioni in aumento per L. 12,068,750, da varia­ zioni in diminuzione per L . 2;753,274.59.

Sono maggiori cause di aumento:

i prodotti ferroviari (reti principali) L . 2,240,000.00 le d o g a n e ... » 2,000,000 00 i prodotti postali e telegrafici. . . » 1,700,000.00 le tasse di fabbricazione...» 1,200,000.00 la minore spesa per i cambi . . . » 2,000,000.00 l ’ imposta di ricchezza mobile . . . » 1,000,000.00

Alle diminuzioni contribuirono principalmente i proventi ferroviari (reti secondarie), i proventi della imposta di ricchezza mobile per ruoli, le tasse di bollo, i contributi delle provincia, ecc.

Del valore di coleste rettifiche in rapporto allo andamento delle riscossioni durante il 1“ semestre, che sta per spirare, diremo partitamente in altro articolo.

L ’ avanzo, che I’ assestamento determina in Lire 7,427,748.25 aumenterà sensibilmente ancora, se il Parlamento darà la sua approvazione ad alcuni pro­ getti che gli stanno dinanzi e che avranno per ef­ fetto una diminuzione di spesa di L . 9,344,500 ed una diminuzione di entrata di L. 600,000 con be­ neficio per il Tesoro di L. 8,744,500, le quali fanno salire l’avanzo finale a L . 16,169,248.25, cifra che sarebbe davvero ultra confortante se una parte dello avanzo non fosse rappresentata da semplice rinvio di spese ~ per esempio, i 9 milioni relativi al risa­ namento di Napoli.

Ma astraendo da questa considerazione, non cessa di essere soddisfacente l ’ andamento dell’entrata ef­ fettiva, la quale basta a provvedere, oltre che alle costruzioni ferroviarie, anche al rimborso dei debiti redim ibili, supplendo largamente alle deficienze nel

movimento dei capitali.

Rivista Bibliografica

Sidney e Beatrice Webb. — Theorie und Praxis der

enfflisehen Gewerlcveretne. Volume primo. — S tu tt­ gart, Dietz, 1898, pag. X X -4 0 7 (marchi 6,50).

I coniugi Webb, dopo avere scritta la storia del trade-unionismo (London, 1894), hanno voluto esa­ minare con la stessa larghezza e profondità i pro­ blemi pratici e teorici che le trade unions hanno fatto e fanno sorgere. D ’ onde un’ opera sulla Industriai Democracy che esce ora a Londra, e di cui l’edi­ tore Dietz di Stuttgart pubblica di già il primo volume della traduzione tedesca, che è anche una edizione economica, perchè viene a costare la metà di quella originale inglese.

(8)

L’ E C O N O M I S T A 9 gennaio 1898 24

della mutualità, della stipulazione del contratto di lavoro, della risoluzione delle controversie industriali, della determinazione del salario normale, della gior­ nata normale, delle condizioni igieniche e di sicu­ rezza e circa i nuovi processi e le nuove macchine e ia permanenza dell’ impiego. Qui si arresta il primo volume; il secondo, come risulta dal prospetto del­ l ’opera, completa lo studio delle funzioni e contiene una estesa indagine sulla teoria delle Unioni, che riescirà d’ interesse anche maggiore, se è possibile, delle altre parti dell’ opera, specie per I’ economista teorico.

Noi ci limitiamo ora a questo semplice annunzio, ma a opera completa non mancheremo di prendere in esame almeno le conclusioni degli egregi Autori. Dr. E. Hirschberg. — Die soziale Lage der arbeiten-den IClassen in Berlin. — Berlino, Liebman, 1897, pag. V I-3 11 (marchi 5.50).

L ’ Autore è addetto all’ ufficio di statistica della città di Berlino e in tale sua qualità era in grado più di chiunque altro di raccogliere il materiale occorrente per presentare in un quadro completo e chiaro le condizioni varie delle classi lavoratrici di Berlino. La capitale della Prussia è studiata dal dr. Hirschfeld con molta cura nei riguardi della po­ polazione operaia, la condizione demografica, le abitazioni, le malattie e la mortalità, le assicura­ zioni operaie, la istruzione, la assistenza pubblica, la mutualità, le associazioni operaie, il movimento operaio, la disoccupazione, la mediazione pel lavoro, i salari, la durata del lavoro, il tenore di vita, e i bila ici operai, tali sono gli argomenti presi in esame dall’Autore. La raccolta di dati ch’egli ha potuto in tal modo fornire riesce veramente preziosa per chi voglia conoscere la classe operaia berlinese, non solo nell’ ora presente, ma anche in passato, perchè il dr. Hirschfeld ha, ogni volta che gli è stato possi­ bile, riferiti i dati anche meno recenti intorno a cia­ scun argomento. È un libro quindi che merita di essere consultato da chiunque si occupa delle que­ stioni operaie.

J.-J. Clamageran. — La lutte contre le mal. — Paris, Alcan, 1897, pag. 310 (3 fr. 50).

Il noto Autore della storia della imposta in F r a n ­ cia ha preso in esame, in questo suo nuovo libro, i modi coi quali si può lottare contro il male per­ chè, egli scrive, « 1’ uomo si trova incessantemente di fronte al male, che sotto le forme più differenti 10 minacciano, lo tormentano o lo colpiscono ; la miseria, la malattia, le infermità, la follia, la morte, 11 vizio, l’ ignoranza, il delitto, le affezioni contra­ riate, i lutti. » E i modi di combattere il male sono tre, a suo avviso : lo sforzo individuale, il potere sociale e l’associazione libera. Egli si è proposto di descrivere la funzione di ciascuno di questi tre modi, di determinarne i lim iti, di mostrarne l’ armonia pos­ sibile e d’ indicare, con tutte le riserve che importa un simile argomento, la loro estensione o la loro restrizione probabile nell’ avvenire. E lo studio del senatore Clamageran presenta un interesse notevole, appunto per lo svolgimento che egli ha dato al suo tema ; le più vitali questioni sono studiate dall’A u ­ tore in modo breve, ma preciso e con grande ch ia­ rezza. Così il collettivismo è criticato in modo effi­ cace in poche pagine, che valgono più di qualche

libro, le funzioni dello Stato sono pure acutamente esaminate per distinguere ciò che è utile sia com­ piuto dal potere sociale, e ciò che converrebbe to­ gliere alla sua azione. Le associazioni libere poi formano oggetto di uno studio non meno interes­ sante, nel quale sono presentati i vantaggi di quelle, le forme che possono assumere e sono discussi così vari punti importanti del diritto di associazione. Il libro si chiude con un epilogo in cui in venti pa­ gine l’ Autore considera lo spirito religioso nei suoi benefici, nei suoi dommi e nelle sue relazioni con la scienza, la democrazia ecc. Queste pagine come le prime relative allo sforzo individuale non riguar­ dano in modo speciale l’economista, ma il resto del libro, che è poi la parte di gran lunga maggiore, trattando del potere sociale e delle libere associa­ zioni è veramente di molto interesse per lo studioso dei fatti economici. Scritto con una chiarezza in v i­ diabile e uno stile impeccabile. « La lutte contre le mal » è un libro che si legge con interesse e piacere vivi e continui.

Dr. Gennaro Mondami. —- La questione dei negri nella storia e nella società nord-americana, con prefa­ zione del prof. E. Morselli. — Torino, Bocca, 3898, pag. X X X -4 9 1 (Lire 5).

Ci duole che in queste colonne non ci possiamo in ­ trattenere a lungo, come pur vorremmo di questo libro intorno alla questione dei negri. 11 tema trattato con tanta larghezza e profondità di ricerche dall’ egregio doti. Mondaini presenta sopratutto un interesse sto­ rico e sociologico, ma ciò non vuol dire che sia privo di relazioni ed aspetti economici, anzi la que­ stione dei negri ha pure per gli Stati Uniti d’ Am e­ rica una notevole importanza ecmomica per la lotta d’interessi che si svolge sempre là dove vi sono lotte di razze. Il libro del Mondaini viene pure a colmare una lacuna, perchè mancava nel nostro paese uno s.udio coscienzioso e completo della questione dei negri e il giovane Autore lo ha fatto con tale amore e acume che da questo suo primo lavoro è lecito aspettarsi altre opere di sociologia e di storia da fare onore agli studi italiani. Se si riflette alla difficoltà che presenta sempre lo studio dei fatti suc­ cedutisi nel passato e in paesi lontani e se si consi­ dera la mole di opere consultate dall’Autore è giusti­ zia riconoscere che difficilmente potevasi fare qui, coi mezzi disponibili, qualche cosa di più completo e istruttivo

(9)

9 gennaio 1898 L ’ E C O N O M I S T A 25

della grande lotta sono accuratamente seguite e stu­ diate. La seconda parte descrive, con largo corredo di dati statistici, la condizione dei negri dopo l’ abo­ lizione della schiavitù ed espone largamente i ter­ mini della questione che tuttora resta aperta e che in due parole può dirsi consistere in una lotta di razze. Non è il caso qui di fermarsi a considerare la soluzione del problema per la quale il dr. Mondaini mostra le sue preferenze, nè le obbiezioni che il prof. Morselli gli muove nella sua interessante pre­ fazione. Piuttosto chiuderemo questo breve accenno augurando al libro, senza poterlo pur troppo spe­ rare gran fatto, un buon numero di lettori e una accoglienza favorevole da parte del pubblico che non ha perduto il gusto di interessarsi ai problemi sociali anche quando riguardano specialmente gli altri paesi. Ma quanti saranno [in Italia quelli che si sentiranno attratti dal tema e vorranno profittare delle pazienti ricerche dell’Autore leggendo questo libro? Temiamo che non saranno molti, perchè troppo pochi son quelli che oggidì in Italia si inte­ ressano alle questioni di sociologia etnologica.

Rivista Economica

G li in te r e s s i d e l d a n aro p e l 1 8 9 8 - I l r is p a rm io d e lle

C asse p o s t a li - I l concordato d e ll' Im m o b ilia re -

I l com m ercio d e ll’ E u ro p a e l'U f f ic io co m m e rc ia le in F ra n c ia .

Gli interessi del danaro pel 1898. — La Gaz­ zetta Ufficiale pubblica un decreto del ministro Luz- zatti che fissa pel primo semestre del 1898 l’ inte­ resse per le somme depositate alle Gasse postali al 2,88 0|Q netto e al 3,60 0|0 lordo,

Pubblica un altro decreto del ministro Luzzatti fissante gli interessi pel 1898 da corrispondersi sulle somme depositate alla Cassa depositi e prestiti, cioè del 3,70 0|0 netto pei depositi di riassoldamento e surrogazione nell’ armata e nell’ esercito: al 3,20 netto pei depositi di affrancazione dell’annualità per prestazioni di canoni e per premunimento pel volon­ tariato d’ un anno ; al 2,80 netto pei depositi di cauzione di contabili, impresari affittuari ; al 2,20 netto pei depositi volontari dei privati, corpi morali e pubblici stabilimenti ; al 2 0|0 netto pei depositi obbligatorii giudiziari e amministrativi e al 5 0[0 sulle somme che la Gassa darà a prestito alle P ro­ vincie, Comuni e Consorzi.

Il risparmio delle Casse postali. — A tutto 1’ ottobre scorso, cioè nei primi dieci mesi dell’ anno corrente, i versamenti per depositi alle Casse di r i­ sparmio postali ammontarono a lire 263.674.990, lasciando, sotto deduzione dei rimborsi effettivi e degl’ investimenti fatti per conto dei depositanti una eccedenza di lire 36,231,331.

Per tal modo la consistenza dei risparmi al 31 ottobre scorso era salita a lire 314,878,910 sopra n. 3,070,195 libretti.

I l concordato dell’ immobiliare. — Il Tribunale di Roma ha omologato la transazione fra la Banca d’ Italia, la Società di Credito Mobiliare e la Società per l’ acquisto e la rivendita di beni immobili da una parte e la massa dei creditori deilTmtnobiliare dall’ altra.

Alla cancelleria del Tribunale giungono nuove adesioni al concordato dell’ Immobiliare proposto al- P assemblea dell’l l dicembre.

Il commercio dell’ Europa e l ’ Ufficio commer­ ciale in Francia. — Il Ministro del Commercio in Francia Ita presentato alla Camera un progetto di legge per creare a Parigi un ufficio nazionale per il commercio all’estero.

Nell’esposizione dei motivi, che accompagna il progetto, il sig. Boucher fornisce un complesso di notizie che sono interessanti per tutti coloro che si occupano del movimento economico. Per dimostrare che l’ industria contemporanea volge sempre più verso l’ intensità della produzione il Ministro cita di­ versi esempi, tra i quali rileviamo quello relativo all’ industria dei tessuti e del vestiario. In un pe­ riodo di 20 anni, dal 1875 al 1895, la forza in ca­ valli vapori impiegata in Francia in queste industrie è triplicata. Da 84,900 cavalli vapore ha raggiunto 234,700 cavalli. Bastano queste cifro a dimostrare che il consumo interno di un paese, qualunque sia, non può certamente bastare ad assorbire la sempre crescente produzione. Qualche cosa di simile si è verificato anche da noi in Italia, giacché le fabbriche di tessuti hanno dovuto diminuire la produzione. L ’ esportazione diventa adunque, dice il signor Bou­ cher, una delle più grandi preoccupazioni dei paesi dell’ Europa. L ’esportazione francese segnò nel 1875 il suo punto massimo in 3872 milioni. D’ allora in poi lo sviluppo industriale dei paesi, che la Francia forniva di varie manifatture, la preferenza data agli articoli a buon mercato, il rialzo dei dazi doganali e infine le crisi politiche, commerciali e finanziarie hanno paralizzato gli scambi. Nel 1890, per l’ in­ fluenza esercitata dall’Esposizione mondiale di Parigi del 1889 si raggiunse ancora la cifra di 3753 m i­ lioni, ma d’ allora in poi la parabola discendente ri­ prese il sopravvento. Difatti nel 1891 il commercio francese coll’ estero scese a 3569 milioni nel 1892 a 3460 milioni, nel 1893 a 3236, nel 1894 a 3078.

Nel 1893 vi fu una ripresa e si risalì a 3373 milioni e nel 1896 a 3400 milioni.

È però da notare che se nel 1896 il valore delle merci esportate fu infe"iore a quello del 1875, che se^nò il punto culminante, la quantità fu superiore a quella del 1875 di 1,630,000 tonnellate.

Ciò vuol dire che in 20 anni il prezzo medio delle merci esportate dalla Francia è diminuito di 219 franchi la tonnellata.

Non c’ è però alcuna ragione di allarmarsi, sog­ giunge il Ministro francese, poiché se Messenia piange, Sparta non ride. Tutti gli altri Stati indu­ striati hanno subito dal più al meno la stessa legge. L ’ Inghilterra, che nel 1890 aveva visto la sua esportazione raggiungere la cifra di 8277 milioni di franchi, nel 1896 l’ ha vista cadere a 7475 milionL

La Germania stessa, che in questi ultim i anni ha fatto degli sforzi miracolosi per lo sviluppo del suo commercio all’ estero, non ha esportato nel 1896 più di 3778 milioni, mentre nel 1890 aveva rag­ giunta la cifra di 4108 milioni.

Il Belgio stesso, che fra i grandi paesi industriali è quello' che ha saputo reggere più di tutti alla forte concorrenza, mentre nel 1891 aveva esportato per 1519 milioni, nel 1896 è sceso a 1468.

(10)

26 L’ E C O N O M I S T A 9 gennaio 1898

Lo stesso si può dire dell’ Austria, della Svizzera, della Spagna eco. eec.

Venendo a parlare del nuovo ufficio commerciale, il ministro francese ne definisce i caratteri, e poi­ ché al nostro ministero del commercio esiste un uf­ ficio d’ informazioni, fondato dall’onor. Barazzuoli, il quale, forse per mancanza di mezzi e di personale adatto, funziona come le tartarughe, mentre nei primi tempi pareva potesse riuscire assai utile, non sarà male riassumere le notizie riflettenti l’organi­ smo del nuovo ufficio francese.

L e sorgenti d’ informazioni, dice il signor Boucher nel suo rapporto, saranno le seguenti : Rapporti commerciali degli agenti diplomatici e consolari ; cir­ colari e regolamenti delle pubbliche amministrazioni ; comunicazioni delle Camere di Commercio francesi e dell’ estero; corrispondenze normali che saranno stabilite tra l’Ufficio e i consoli francesi; corrispon­ denze con tutte le Amministrazioni, Associazioni com­ merciali e industriali e con tutte le persone com­ petenti in materia di commercio internazionale; rap­ porti e relazioni dei Consoli stranieri ai loro Go­ verni, delle Camere di Commercio degli altri paesi, delle società geografiche, industriali e commerciali, più importanti di tutto il mondo.

Si tratta, conchiude il Ministro, di aiutare pron­ tamente ed efficacemente, non di sostituire, l’azione personale o collettiva degli* industriali e commer­ cianti francesi, i quali troveranno nel nuovo Ufficio come una guida nella scelta degli articoli da com­ prare o da vendere e nel confermare o rettificare t loro apprezzamenti sul vantaggio che possono avere nell’ inviare i loro commessi viaggiatori ad aprire affari in questo o quel punto dei globo.

LI S I W I I BEL TESORO IL 30 I H R E USI

Diamo il solito riassunto della situazione del T e ­ soro durante il quinto mese dell’ esercizio finanzia­ rio 1897-98, raffrontandolo con la situazione del corrispondente periodo dell’ esercizio precedente 1896- 1897. 11 conto di Gassa al 30 novembre dava i se­ guenti resultati :

D a r e Pondo di Cassa allachiusura del­

l’ esercizio 1896-97... L. 300,366,962.03 Incassi di Tesoreria per entrate

di bilancio... > 647,267,951.31 Incassi per conto debiti e crediti » 1,1)56,252,152.70

T otale .. . . L . 2,003,887,066.04 A v e r e

Pagamenti per spese di bilancio. L. 464,980,801. 31 . Decreto ministeriale di scarico

come dal conto precedente.. » 304,072.81 Pagamenti per debiti e crediti > 1,260,340,379.04 i Pondo di cassa al 30 novem­

bre 1897 (a )... » 258,261,812.88 T o ta le .... L. 2,003, 887, 066. 04 !

(a) Sono esclusi dal fondo di cassa gli 80 milioni depositati nella Cassa Depositi e Prestiti a copertura

La situazione dei debiti e crediti di Tesoreria al 30 novembre 1897, risulta dal seguente specchio:

I>elbi ti

Buoni del Tesoro... L . 262,636,000. 00 V a g lia del Tesoro... » 14,834,722.03 Anticipazioni alle Banche... » — — Amministrazione del Debito pubb. » 146,186,100. 92

Id. del Fondo Culto. » 11, 178,564.60 A ltre amministrazioni in conto cor­

rente fruttifero... » 18,570,104.90 Id. id. infruttif. » 30,937,847. 98 C. C. per l’emissione Buoni di cassa » 110,000,000. 00 Incassi da regolare... » 15,153,175.80

Totale dei debiti L . 609,496,516.23

C r e d i ti V aluta presso la Cassa Depositi e

Pi-est. art. 21 legge 8 agosto 1895 L.(b) 80,000,000.00 Amministrazione del debito pub. » 144,294,605.26 Id. del fondo per il Culto » 9, 391,879. 83 A ltre amministrazioni... » 44,386,119.24 Obbligaz. dell’Asse Ecclesiastico . » 13,000.00

Deficienze di cassa a carico dei

contabili del Tesoro... » 2,031,894.60 D iv e rsi... » 25,922,161.19

Totale dei crediti L . 306,039,660.12

Confrontando con la situazione al 30 giugno 4897,

si ha : '

al 30 giugno al 80 novembre

1897 1897

D ebiti... 609.4

C re d iti... 202. 7 306.0 Ecced. dei debiti sui crediti milioni 527. 5 303.4

La situazione del Tesoro, quindi, si riepiloga così:

30 giugno 1897 30 novem. 1897 Differenze

Couto di cassa L. 300, 366, 962. 03 258,261,812.88 — 4 2,105,149.15 Crediti di Teso­

reria ... » 202,768,162.71 306,039,660.12 -H103,271,497. 41

T ot.d ell’attivo L. 503,135.124.74 564,801,473 00 4- 61,166,348.26 Debiti d iT esor. »

Debiti del Tesoro dedotto il tota­ le dell’attivo L.

730.313,245.16 603, 496,516.23 -1 2 0 81G.72S.93

227,178,120.42 45,195,043.23 —181,983,077.19

di una somma corrispondente di biglietti di Stato. Questa somma è stata portata fra i crediti di Te­ soreria.

(11)

9 gennaio 1898 L’ E C O N O M I S T A 27

G li incassi per conto del bilancio, che ammonta­ rono nel mese di novembre 1897 a L . 106,255,830.12

si dividono nel seguente modo : Pagamenti

Entrata ordinaria

Redditi patrimoniali dolio Stato... L. Imposta sui fondi rustici

e sui fa b b r ic a t i... Imposta sui redditi di ric­

chezza m obile... Tasse in amminlstraz. del

Ministero delle Finanze. Tassa sul prodotto del mo­ vimento a grande e pic­ cola vel. sulle ferrovie . Diritti delle Legaz. e dei Consolati a ll’ estero.. . . Tassa sulla fabbricazione degli spiriti, birra, ecc.. Dogane e diritti marittimi Dazi interni di consumo, esclusi quelli di Napoli e di R o m a ... Dazio consumo di Napoli. Dazio consumo di R o m a . Tabacchi ... . S a li... Lotto... P oste... T eleg ra fi... Servizi diversi ... Rimborsi e concorsi nelle spese... Entrate diverse...

Tot. Entrata ordinaria. L.

Entrata straordinaria

Entrate effettive :

Rimborsi e concorsi nelle s pese... Entrate d iv ers e... Arretrati per imposta fon­ diaria ... Arretrati per imposta sui

redditi di ricchez. mobile Residui attivi diversi . . . Costruzione di strade ferr.

Movimento di capitali :

Vendita di beni e affran­ camento di canoni... Riscossione d i crediti... Rimborso di somme antici­

pate dal T e s o ro ... Anticipazioni al Tesoro da

enti locali per richiesto acceleramento dei lavori. Partite che si compensano

nella spesa... Ricuperi diversi... Capitoli aggiunti per resti a tt iv i... Totale Entrata straord. L .

Partite di g ir o ... Totale generale___ Mese di novera. 1897 Mese di novem. 1896 Differenza nel 1897

migliaia migliaia migliaia di lire di lire di lire

14,131 14,318 - 187 71 13 4- 57 2,927 4,106 - 1,178 15,184 14,492 4- 692 1,049 1,867 - 817 25 73 - 47 5,334 4,687 4- 646 2 f',855 20,524 4 - 330 4,095 4.155

_

60 1,348 1,339 4 - 8 1,563 1,497 4- 66 15,471 14,798 4 - 673 6,212 6,293 — 81 3,832 3,732 4 - 100 4,450 4,665 — 214 1,048 1,179 — 131 1,894 1,770 *4* 123 919 1,685

766 2,041 132 4- 1,908 102,457 101,335 4 - 1,122 69 210 140 20 15 4- 5 17 10 4 - 6 1 0,4 4 - 0,8 2 10 — 7 70 14 + 56 441 374 4 - 66 503

_

503 3,067 62 4- 3,005

_

3.690 1,231 4 - 2,459 87 654 - 566 106,235 103,221 4- 3,014

I pagamenti poi, effettuati dal Tesoro per le spese di Bilancio nel mese di novembre 1897 e 1896 risul­ tati dal seguente prospetto, che indica anche la differenza nel 1897.

Ministero del T e s o r o ... L ld . delle f i n a n z e ... ... Id. di grazia e giust... Id. degli affari esteri... Id. dell’ istruz.pubb... Id. dell’ in te rn o ... ... Id. dei lavori p u b b l... Id. delle poste e tei... Id. della guerra... Id. della m a r in a ... Id. della agric. industria e

com m ercio. ... .

Totale dei pagamenti di b ila n c io ... Decreti ministeriali di scarico...

Totale pagamenti .

PAGAM ENTI

Mese Mese Di

(Te-renza di novem. di novem. nel 1897

1897 1896

migliaia migliaia migliaia ili tiri di lire di lire

6,291 44,432 - 39,141 12,483 12.863 - 379 3,265 2,733 + 631 531 1,099 - 567 3,503 3,603 99 5,244 4 ,9 1 5 + 328 5,751 8,253 - 2,501 C, 271 5,9:16 + 334 24,309 21,428 + 2,881 10,472 6,627 + 3,844 866 668 + 198 77,989 112,561 - 34,571 77,989 112,561 - 34.571

Agli incassi il Ministero fa seguire le seguenti annotazioni delle differenze che presenta l’ esercizio del mese di novembre 1897 con quelle del mese di ottobre 1896.

Si ha diminuzione nell’ imposta sui redditi di ricchezza molile, perchè I’ introito delle ritenute so­ pra le assegnazioni del Debito Pubblico nel 1896 ebbe luogo in novembre, nel 1897 sarà effettuata in dicembre.

A formare l’ aumento nc\\’entrate diverse concor­ sero i proventi e ricuperi di portafoglio e le entrate eventuali per reintegrazioni di fondi al bilancio passivo.

L ’ Amministrazione della Marina ha versato il rim ­ borso del fondo di scorta delle regie navi armate nel 1896 in settembre, nel 1897 in novembre; e si ha da ciò l’ aumento nelle partite che si compen­ sano nella spesa.

La diminuzione nei pagamenti riguardanti il bi­ lancio del Ministero del Tesoro e gli aumenti nei bilanci degli altri Ministeri deriva da ciò, che nel mese di novembre 1897 ebbe effetto la legge 11 giu­ gno 1897, n. 182, per la quale la spesa per il ser­ vizio delle pensioni ordinarie pagate a tutto ottobre e coi fondi del bilancio del Tesoro venne trasportata in speciali capitoli del bilancio di ciascun Ministero.

Li PRODUZIONE DELL’

ORO NEL MONDO

(12)

28 L ’ E C O N O M I S T A 9 gennaio 1898

fra i paesi produttori d’ oro. Si saper altro che il 1896 fu un’ annata di crise per quel paese, e che dalle resultanze mensili del 1897 esso raggiungerà il livello della produzione degli Stati Uniti, se pure non l’ oltrepasserà e che per il 1898 esso sarà alla testa della produzione universale.

Dal 1830 la produzione totale dell’ oro nel mon­ do raggiunse un insieme di cifra Kg.9,900,000 va­ lutati f'r. 29,073,000,000.

Ecco adesso il valore dell’ oro per periodi qu in­ quennali. 1850/1854 ... fr. 3,048,250,000 1855/1859 ...» 3,325,000,000 1860/1804... » 2,803,750,000 1865/1869 ... 2,856,375,000 1870/1874 ...» 2,940,500,000 1875/1879 ...» 2,937,250.000 1880/1884 ...» 2.631,250.000 1885/1889 ...» 2,500,000,000 1890/1894 ... » 3,779,125,000 1895 ... » 1,025,000,000 1896 ...» 1,125,000,000 Dal 1847 al 1896 incluso, gli Stati Uniti hanno fornito oro per un valore di 1 0 ,4 7 9 ,3 0 0 ,0 0 0 franchi. Il periodo durante il quale l’estrazione del­ l’ oro è stata più alta va dal 1850 al 1870; essa però non è mai discesa al disotto di 250 m i­ lioni e questa cifra è stala oltrepassata nel 1865, 1866, 1867, 1870, 1878 e finalmente nel 1896. G li altri anni hanno provvisto in media 175 m ilio­ ni di franchi.

Perciò che riguarda le colonie australiane ecco quale è stata la produzione dal 1851 al 1896 com­ preso. V ictoria . - ... fr. 6,096,025,000 Nouvelle-Galles du Sud . . . . » 1,085,000,000 N o u v e lle -Z é lan d e ...» 1,309,825,000 Queensland ... » 979,725,000 Tasm anie... » 110,425,000 Australie du S u d ...» 49,575,000 A ustralie occidentale...¡> 102,500,000 T o t a l ... fr. 9,733,075,000

Dal 1852 al 1870 la produzione dell’ oro nell’ A u ­ stralia ha oscillato da 322,350,000 di fr. a 251. La parte spettante a Vittoria in giusta cifra è stata di 275 milioni in media durante il periodo 1852 1858; è caduta a 234,895,000 nel 1859 e diminuita pro­ gressivamente fino a 61,500,000 franchi nel 1889 per risalire fino a 83 m ilioni nel 1896. A l contra­ rio le altre colonie australiane hanno progredito per così dire a misura della decrescenza di Vittoria. Da qualche tempo sono i terreni d’ oro dell’ Austra­ lia occidentale che danno il maggior prodotto.

Dal 1884 al 1896 la produzione del Transvaal e delle miniere inglesi ha dato i seguenti resultati:

Transvaal...fr. 1,058,275,000 In d ie ... .. » 147.750,000

Per i primi IO mesi del 1897 la produzione del Transvaal oltrepassa i 182 milioni di franchi.

Camera di Commercio di Bologna. — Nelle

« Notizie Commerciali » abbiamo annunziato che il Governo francese ha aumentato il dazio sui salami all’ entrata in Francia mantenendo 1’ antico dazio per le provenienze dagli Stati Uniti. La Camera di Com­ mercio di Bologna preoccupandosi dell’ industria ita liana della salumeria ha inviato al Ministero de [ Commercio il seguente telegramma per mezzo de-

suo Presidente:

Mancherei ad un dovere se non avvertissi E . V. | della penosa impressione dei nostri produttori di

salumi (principale industria della regione e connessa ad importante allevamento agricolo) per il gravissi­ mo aumento di dazio già votato dalia Camera fran­ cese e ora sottoposto al Senato.

» Questa Camera avvertì Governo del pericolo fino dal maggio e ne ebbe promessa di azione e di j notizie, poi nulla più si seppe ed ora il pericolo

avverossi.

« Confido E. V . studierà ogni modo se impossi­ bile impedire provvedimento lamentato attenuarne danno.

« Il Presici. Camera Comm. Bologna. « Ar i a. »

Camera di Commercio di Modena. Ha fatto eco

a quella di Bologna, inviando un telegramma al predetto Ministero che è del seguente tenore :

« Enorme aumento dazio doganale, suini, strutto, salami votato Camera francese, seduta 20 corr., qualora approvato Senato, arrecherebbe danni gra­ vissimi industria salumiera nazionale, in questa pro­ vincia maggiormente sviluppata.

« Industriali allarmati.

« Questa Camera confida Governo adoprerassi immediatamente evitare grave colpo una principale industria Paese.

« C . Ra v e n n a, Presidente »

Camera di Commercio di Milano. — Nella

tornata del 20 Dicembre, dopo aver preso cognizione della relaziona del Cons. Manzilli intorno agli au­ menti delle tariffe ferroviarie approvava il seguente ordine del giorno :

« La Camera di commercio di Milano rilevando che quei provvedimenti si sostanziano in un notevole anniento delle tariffe ferroviarie per il servizio viaggia­ tori e un nuovo gravame per il servizio merci - condi­ zione di cose questa eccezionalmente grave pel no­ stro Paese, dove i traffici ferroviari avevano già a lottare contro elevale tariffe - fra le più alle in Europa; ritiene di interpetrare una esigenza gene­ rale per l’ economia paesana invocando l’ abrogazione della citata legge:

« La Camera però non si dissimula la necessità che lo Stato provveda ad assicurare un retto fun­ zionamento delle Casse pensioni ferroviarie

Riferimenti

Documenti correlati

— L ’andamento delle campagne in Italia prosegue eccellente e col sole di questi giorni i fru­ menti sono sensibilmente migliorati, essendosi anche potuti

Le cause della ostinata condotta della U nione dei meccanici vanno ricercale, com e già notam m o in altro articolo, nelle tendenze socialiste dallo quali i suoi

chiedeva maturità di studi e di meditazioni, e d’altronde urgendo di sistemare senza altri indugi i debiti degli enti locali delle isole, coronando e

« In m odo speciale essa poi ritiene che le pic­ cole potenze inferiori ai 2 0 0 cavalli le quali possono essere direttam ente concesse dai prefetti ed a cui

oliva sono sempre sostenuti nonostante i molti ar­ rivi dalla Spagna, e che ricercatissime sono le qua­ lità buone che scarseggiano assai e a cui non possono

Abbiamo voluto riferire largamente i vari punti del piano di riforma che il prof. Alessio ha studiato con cura il difficile e complesso problema ha trascurato

— Sull’andamento della coltivazione delle barbabietole troviamo le seguenti informazioni : In Francia le barbabietole seminate per tempo hanno un bell’ aspetto, ma

A questa doppia disam ina egli ha consacrato oltre duecento- cinquanta pagine della sua opera, ossia circa u n terzo di essa e il resto lo ha dedicato a