Lexikon Elettrica
N.210
GIUGNO 1960
COMITATO DI REDAZIONE:
Ono Dott. GIUSEPPE ALPINO Dott. AUGUSTO BARGONI Prol. 0011. ARRIGO BORDIN Dott. CLEMENTE CELIDONIO Prol. Dott. GIOVANNI DALMASSO Dott. GIACOMO FRISETTI Prol. Dott. F. PALAZZI·TRIVELLI00«, GIUSEPPE FRANCO Dlrellor. r . . pon •• bllo
MENSILE A CURA DELLA CAMERA DI COMMERCIO
INDUSTRIA E AGRICOLTURA DI TORINO
pago U. BARDELLI _ Automazione: OVe possibile 3 E. BATTISTELLI - Avicoltura da carne . 6
P. BAVA - Quattro ruote e un portafoglio (divagaZionI) Il G. LEGA - Eccezionali progressi del disegno
indu-striale . 15
R, FASANO - Sviluppo della circolazione automobi
li-stica nei principali paesi produttori ,
17
Rassegna della Tecnica - a cura di G.F
,
Mi-cheletti
11
Trasporti nel M,E,C. Convegno dell'tnterna-tional Standardisation Organisalion - a cura di
A, Russo Frattasi
17
Nole di CRONACA CAMERALE:
Unione delle Cemer. di Commercio Industria e Agricol -tura del Piemonte e Valle d'Aosta. Riunione del Comi. teto Direttivo - Commissione Tecnico-Consultiva
Tre-'porti e Comunicazioni. 33
Congiuntura economica del mese di maggio
1960
36
Rassegna del commercio estero tonnese nel
m~e di m~g~
1%0
O
Sinossi dell'Import-Export
46
Borsa Valori - Rassegna del mese di giugno
1960
S5
Tra i libri:
A. GIANNINI; I crediti ,peciali - B. LI BONATi, Holding
e Investment Trust (G.B.)
Fiere Mostre, Esposizioni e CongressI Interna-zionali
1960
Il
Mondo offre e chiede51
59
61
:: ~ I I I I I I I I I Il I I , I I I , , I I IIII I l I I I l , , I I II III I I I , I l , , I I I I I I I , , , , I I I I I Il I I I I , , IIII I I I I I I I I I I I I I I , , , I , I I I I I I I I I I I I , I I , 1111 I I1IIII I I I I I I I , , , , I1II I I , III , , , , I I I I I I I I I1III I II1II , I III1II I I I t I l , I , I I I , , , , I I I I I I I I I , , I I I I I , I I l , I , , IIII I I I I I I I II I I , , I I I I , I I I I I III , I I , I l I I I:::
CASSA DI RISPARMIO DI TORINO
Fondata nel 1827
MORGEXDepositi: 185 miliardi
Patrimonio
e Riserve 14,5 miliardi
SUSA BARDONECCHIASede centrale:
_ ... _~~-.J~...,..,CHATILLON AOSTA RONCO LOCANA CERES BUSCATORINO -
Via XX Settembre, 31
19 Dipendenze
InTorino
12S
Dipendenze nelle Provincie Piemon
:e
si
e nella Valle d'Aosta.
Automazione:
ave
possibile
La parola
implica
meno di
quan-to si potrebbe
pensare:
significa
solo che
l
e
macchine
continueranno
ad
esse
r
e
le
serve
d
evo
te dell'uomo.
Infatti,
non
vi
possono
esse
r
e
cer-velli
e
lettronici
e
d
occhi automat
ici.
come
si
v
e
d
e
scritto
n
e
i
giornali
.
Tutti
gli apparecchi
sono
in
sos
titu-zione
della forza
ch
e
l'uomo non
intende
-
o
non può
-
spiegar
e:
ma
egli
riman
e
sempre, col
suo
cer-vello
,
l'indisp
e
nsabile
coord
inatore,
il
padrone.
Intanto
,
si comincia a capir
e
ch
e
l'automazione
si
adotta so
lo se vi
è
ragione
di farlo: mancanza di
mano d
'ope
ra,
lavoro
troppo p
es
an-t
e e
d
altri.
Si
di
ce
che
l'industria
ch
e
meglio
si adat
t
erà
all
'a
utomazione,
è
qu
e
l-la automob
ilistica;
per ora
, essa
si
è
servita,
per
l
e
sue grandissim
e
se-rie,
di macchin
e
speciali
per ogni
pezzo. Vedremo
se
,
nel futuro,
la
macchina
comandata
dal nastro ma
-gnetico,
potrà
sostituir
e
quella
spe-ciale, appositament
e cos
truita
per
la grandissima serie.
E
se
la grandissima
serie
non
fos-se convenient
e
all' automazione,
la
piccola
lo
sarebb
e?
Colla
n
ece
ssità
di
eco
nomia, visto che i
comandi
a
utomatizzati
sono costosi
?
Non
è
ancora
detta l'ultima parola; perciò
facciamo
seguir
e
una
rapida
rass
e-gna
dell
e
possibilità del sistema
,
avanzandoci
fino
a
comprendere
se
avrà
rip
e
rcussioni
sociali
,
e
di qual
genere.
Vantaggi dell'automazione
Laddove
la
mano d
'o
pera
è
scar-sa
e
cara,
il
sist
e
ma è vantaggioso
,
indiscutibilmente.
Lo spazio in
pian-ta
delle
officine è
diminuito, perchè
gli
inventari di pezzi
sono
pure
ri-dotti,
causa il
preciso
seguirsi dell
e
operazioni,
senza soste,
senza
ma-gazzeni.
Il
controllo d
e
lla
lavora-zione
è
b
en
maggior
e;
la
macchina
ha
la
propria
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utilizzata
al
massimo.
D
'
altra parte,
il
risparmio
mate-riale si
traduc
e
in un maggior
lavoro
intell
ettuale.
Infatti,
la
preparazio-I
U. BARDELLI
n
e
d
e
l lavoro
dovrà
esse
r
e
più
com-pleta,
cominciando
dallo
studi
o
d
e
l
tipo
che si vuol
e
lanciare sul
mer-cato;
le
r
e
lazioni
fra dir
ez
ion
e e
maestranza
-
vedete,
la
parola
maestranza,
che
morirà,
coll'auto-mazione, p
e
rch
è
vi
saranno solo t
ec-nici
,
maggiori
o
minori
- ,
saranno
b
en
più
intim
e,
per n
ecess
ità.
An-che
la
facoltà
di prev
e
der
e,
sarà
messa alla
prova; p
e
rchè varrà più
una
previsione di
cen
to
modifich
e.
Si
spos
t
e
rà
l'attività
degli
operai
nell
'
officina. Vi
saranno
m
e
no
ope-ratori d
e
ll
e
macchine
,
più
attr
e
zzi-Morsa per serrare un pezzo (indicato dalla freccia). Le ganasce, sono mosse da un cilindro ad ",ia
compressa, rappresentato li sinistra della figura. Il pezzo, cosi immorsato, viene presentato alla macchina utensile, per la lavorazione. In seguito, esso viene rilasciato, per essere trasportato auto-maticamente alla lavorazione prossima. (-).
sti, addetti alla
manut
e
nzion
e e
t
e
c-nici
a ciascun
gruppo di macchine
analog
h
e.
L
'
ispettor
e
sarà
so
s
tituito
dal
co
ng
eg
no
ele
ttronico
ed
auto-matico.
•
L
e
pagh
e
non
sa
ranno a
cottimo,
perchè
le ve
locità di la
v
oro d
e
ll
e
macchine
nOn dip
e
nd
e
rà dall
'atte
n-z
i
o
n
e
d
e
ll'uomo; ma
sarà
tutto
pre-ord
inat
o.
Gli
incentivi
non
saranno
b
asa
ti
sulle
capacità
individuali, ma
co
ll
e
ttiv
e: sq
uadr
e
di t
ec
nici
che
d
ov
ranno mant
e
n
e
r
e
l'
e
ffici
e
nza di
parte
d
e
ll'impianto
,
senza
int
e
rru-z
i
o
ni. Lo
studio
d
e
i t
e
mpi
scompa-rirà
dall
'
officin
a,
p
e
rchè
sarà
un
preliminare
d
ello studio
d
eg
li
orga-ni
d
e
ll
e
m
acc
hin
e, e ve
rrà
,
p
e
r
COll'
dir
e,
incorporato n
elle
macchine
s
t
esse.
Sistema di rulli trasporlalori. I pezzi vi scorrono sopra, come su piano inclinato senza allrilo, per portarsi da una macchina utensile all'altra. (-).
L
e ore
di la
voro
verranno ridotte,
e
l
e
paghe operaie saranno
mag-giori, specialm
e
nt
e
se
le Unioni
Operaie
non
vorranno
inte
rf
e
rir
e
tro
ppo
r
epe
ntin
a
m
e
nte
con
un
siste-m
a c
h
e s
ta na
sce
ndo
e
che
n
ecess
ita
di
vita
tranquiJ.la p
e
r farsi l
e
ossa.
I datori
di
lavo
ro dovranno inv
e-st
ir
e so
mm
e
not
evoli
in nuovi
im-pianti
e
nuovi
studi,
e
non
sarebbe
oppor
tuno
gravarli
r
e
p
e
ntim
e
nt
e
di
a
ltr
e
fonti di
spesa.
Il
sis
tema
d
el-l'automazion
e
darà certamente
buo
-ni
fru
tti,
s
e
appli
ca
to
laddove
è
n
e
-cessa
rio.
In
Inghilterra -
che crediamo
all'
avanguardia
-
vi
sono d
e
i
pru-d
enti
che additan
o
le
difficoltà di
vita
di tal
e
sistema.
Non
vi sono -
si
dice
- ,
fab-bricanti di macchin
e
autom
atizzate:
non
vi
sono
tecnici, e
nemm
e
no
in-gegneri specialisti.
Non
vedremo
una
e
spansion
e
a
valanga;
ma
le
nta
,
con avanzate
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retroc
essioni,
co
m
e
tutti
i
nuovi metodi
,
che
non po
s
-sono
distruggere
gli
an
tichi
e
p
e
r
cui le
pr
e
visioni non sono
agevoli
;
p
e
r
chè
le
forz
e eco
nomiche
che
so-no
all
a
bas
e
della
loro
rius
c
it
a
,
sono
in part
e
mal conosciut
e
.
~
\
\
Riballamento di una cassetta, contenente pezzi semilavorali o. greggi, perchè proseguano nella lavorazione. POS!oono cadere su una scala inclinata, come nella fIg. 4, oppure su una linea di rulli trasportatori, come in fig. 3. (-).
4
1
CRONACHE ECONOMICHELivello culturale degli operatori
delle macchine utensili in officine
automatizzate
Ci
si
c
hied
e
s
e
occorra, dopo
1'
a
vv
e
nto di tal
e
nuova dis
cip
lin
a,
non far
e
altro che attendere i pezzi
finiti alla fin
e
d
ella
«trasf
er
t
a
»
-co
me
viene chia
mata la
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macchin
e
automatic
h
e
coi
tr
aspor
ti
pur
e
automatizzati,
d
a
ll
'
un
a a
ll
'
al-tra
- ; oppure se si
dovrà
percor-rere ansiosamente
la
lin
ea
di l
avo-razion
e e
di monta
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io
,
co
me
av-vien
e
oggi,
n
elle
grandi serie
co-struttive,
qualch
e
volta.
Siam
o
b
en
lungi
da tal
e
id
ea
l
e.
E
forse
non
è
n
e
mm
e
no
bene
a
u
gu-rarci di
arrivarvi.
barche
a vapo
r
e
.
Ma
i
b
a
tt
e
lli
e
ri
div
e
nnero meccanici;
e
così gli
ad-detti macchine nostri,
di
ve
nt
e
r
a
nno
tecnici,
e sorveg
li
era
nno l'
a
utom
a
-z
i
one.
Non si
dovrebbe parlare
di
«
nuo-va
rivoluzione
industrial
e
)}
.
Non si
vedranno
l
e consegue
n
ze
terribili
di
a
ll
ora.
Oggi sappiamo
co
m
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pa-rare
con
tin
genze
d
e
l
genere.
C
i
s
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deve chiedere,
p
e
r
ò, se
sia-mo
in
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portare
i n
ost
ri
ma-novali
ed adde
tti m
acc
hin
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l
grado
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pe
r
esse
r
e
imm
ess
i n
e
ll
a
corrente
d
e
ll
'
au
toma
z
ion
e
.
Eccoci
l
ancia
ti
nella vera
ind
agi
n
e
preli
-minare. Siamo noi
a
ttr
ezza
ti
,
co
m
e
scuo
l
e,
ins
e
g
n
an
ti
, e
mentalità,
p
e
r
trasformare
i
nostri
ope
r
ai
citati in
e
l
ementi c
h
e
potrebbero
f
a
r
e
l
a
lor
o
parte
in una
m
ode
rni
ss
im
a o
fficin
a
del
genere?
P
are s
i d
e
bb
a
risp
on
-d
e
re di no
,
se
l'Inghilt
e
rr
a
,
c
h
e s
i
è
posta
l
a stessa
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,
h
a
rispo-sto
in t
a
l
modo.
E
l
e
nuove
l
eve
d
e
l l
avoro?
Co-l
o
r
o c
h
e
oggi ancora
cre
dono di p
e
-netrare nelle officine
co
i
sistemi dei
padri
,
e
di
far
s
i
apprezza
r
e
per
l
a
forza
del
l
o
r
o
bra
ccio,
per
l
a so
p-portazione
e
p
e
r
l
a
imm
ed
iat
a
ca-pacità
a
i l
avo
ri umili?
E
co
loro
c
h
e
dovranno
andare
a
ll'
estero,
per
t
rovare
il
l
o
r
o
pane,
e c
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e s
ubir
a
nno l
a
concorrenza
de-g
li
esper
ti l
oca
li
,
arr
iv
a
ti
vicino a
ll
e
macchine prima
di loro?
Non
f
acciamoc
i illu
s
ioni
.
S
e
gli
abi
t
anti
delle
zo
n
e
d
ep
r
esse
arriva-no
n
e
ll
e ci
ttà indu
s
triali
nostre
e
trovano
su
bito l
avo
ro
,
non
è a
ncor
a
nel quadro
c
h
e
abbiamo
tra
ccia
to
;
so
n
o a
n
co
r
a g
li ultimi di un
a
gen
e
-r
az
ion
e c
h
e
segnerà
l
a
fin
e
di un
sis
t
ema e
l'inizio d
i
un
' a
ltro
ben più
difficile.
Ed
il
Mercato Comune
,
co
lla
sua
co
n
corre
nza
,
n
o
n imporrà
,
forse,
ov
un
que
l
e
macchine
c
h
e
d
a
nno
maggiore rendimento
,
ossia quelle
maggiormente
a
utomatizz
a
t
e?
C
ome abb
iam
o acce
nnato
,
qu
e-s
t
e
sono
l
e o
pinioni di un
g
rupp
o
di osservatori
industriali; un
altro
gruppo,
quasi
folto
come
il primo
,
afferma che
l'automazione
non h
a
quel
ca
mp
o
di
ap
plicabilità
che si
vorreb
b
e
attribuirle, perchè per
l
e
gran
di
se
ri
e
non occorrono che
mac-c
hin
e spec
i
a
li
per
un dato tipo
,
che
cessano col cessare dello stesso;
e
qual
s
i
asi
apparecchiatura
di
auto-mazi
o
n
e
non
sa
r
e
bb
e
n
ecessar
i
a
;
e
per
l
e
serie
minori
,
n
on vedo
no
co-m
e,
data l'
es
iguità d
e
l num
e
ro di
pezzi, queste
po
ssa
n
o
riuscire a
pa-ga
r
e
l'attr
ezza
tura di n
as
tri magn
e
-ti
c
i di
comando,
e
tutti
i
coman
di
e
l
e
ttronici
relativi.
La Ford
americana quando volle
abbassare
il
pr
ezzo
d
e
ll
'a
utomobil
e,
c
r
eò
la lin
ea
di mont
aggio:
un
fiu-m
e, a
cui pervengono
tutti i
pezzi,
da
lin
ee
affluenti,
p
er essere
mon-t
a
ti
da operai
f
e
rmi
ai
lati
, c
h
e
li
vedono
passar
e
davanti a
l
oro, a
t
e
mpi
ca
l
co
lati
prima.
O
gg
i,
la
Ford
,
è
riuscit
a
ad automatizzare
a
nch
e
gli
a
fflu
e
nti d
e
lla lin
ea
di
mont
agg
io: infatti
,
part
en
d
o
d
a
ll
e
m
acc
hin
e
ut
e
nsili
, automatizzate
n
e
i
co
m
an
di
e
nel
co
ntrollo d
e
ll
a
pr
o-duzion
e,
f
er
mat
e
imm
e
diat
a
m
en
t
e
se
il t
ag
li
en
t
e
non
è
a
dov
e
r
e
o
se
vi
è
il minimo
guasto,
e co
ll
ega
n
-dol
e
colle
trasf
er
t
e
,
c
h
e so
n
o
il tr
a-sporto
del mat
e
rial
e
semi
l
avorato
dall'una
ma
cc
hina ut
e
nsil
e a
ll'altra
,
s
i
arriva
a
ll
a
linea di montaggio
,
c
h
e è
rimasta
abbastanza
in
a
lt
e
r
a
t
a,
sa
lvo
che
n
e
i m
ezz
i
ausiliari
a
d
essa
adibiti.
Così tutto il
«
bacino
»
di
produzione
,
che comincia colle
fon-ti, l
e
mac
c
hin
e
ut
e
n
s
ili
, e
d
ar
ri
va
p
e
r m
ezzo
d
e
ll
e
trasf
er
t
e
fra un
a e
l'
a
ltra ma
cc
hina
a
ll
a
g
rand
e
lin
ea
di montaggio, d
a c
ui
esco
no i
pro-dotti finiti
,
l'automazion
e
può
esse-r
e
app
li
ca
ta
con successo.
I
problemi tecnici
sono
risolti in
gran parte.
Il
controllo di
tutto
il
sis
t
ema e
r
a
,
in
precedenza,
affida
t
o ad operai
specializzat
i
,
che provenivano dall
e
varie
lav
orazio
ni
e c
h
e, amla
ti
di
ca
libri
,
seg
uivan
o
l
o svo
l
gersi
d
e
ll
e
ope
r
az
i
oni
in
valore e
quantità.
Og-gi
,
anc
h
e
questa funzione,
è
d
e
-m
a
ndata
a
ll
'
apparecchio
automati-co, c
h
e
ferma
la
ca
t
ena parzial
e,
s
e
in un
suo punto
il
l
avo
r
o
n
o
n
è come
previsto.
L
e
rip
e
r
c
u
ss
i
oni soc
i
a
li
saranno
ce
rtam
e
nt
e ampie ed arriv
e
ranno
lontano. L
'
uomo
dovrà
avere
più
ore a
ll
a se
ttim
ana
per
consum
a
r
e
quello
c
h
e
h
a
prodotto. Non bast
e
-ranno
a
l
c
un
e ca
t
ego
ri
e
di uomini
per
f
a
rl
o.
D
ovrà
e
ssere comp
it
o
dl
tutti.
Come
la
macchina
h
a
lib
e
rato
l
o
schiavo,
l
addove è arr
i
vata
,
così
l'
a
utom
az
ion
e
lib
e
r
e
rà il manovale.
M
a
bi
sog
n
a
tra
sforma
rl
o
in
t
e
cn
i
co
,
se
non
vog
li
a
m
o
perderlo.
NOTA DELLE DIDASCALIE
(0)
Ec
c
o
alcuni
e
s
empi di op
e
ra
z
io11i
ba-s
il
ari,
de
ll
' a
ut
oma
z
ion
e
.
Riguardano,
pri11-c
ipalm
ente
itrasporti fra
lIIWmac
chi
.
na
ut
emile
e
l
'
alt
ra
.
La macchina
ut
e11sile è
a
.
utomatizz
ata
c
on
c
omandi el
e
ttroni
c
i
,
oariaUss
im
i
e
specifi
c
i.
La maggiore
110-o
it
à. tecnica, però
,
è rappr
e
s
e
11
tata
dalla
mancanz
a
di attenz
ione da part
e
dell'uo-mo
-
saloo
l'addetto
alla soro
e
g
H
an
z
a
(un
tecnico, non
un manova
l
e
)
.
N
eS
SUl1
t
r
asporto manuale. Ma
cchine
analogh
e,
l
egate
dai
sistemi
di trasferta
di
c
w
i
ab-biamo dato
esempi, fra
i
num
e
r
osis
simi
imp
i
egat
i
.
Pistone elevatore. Ha finito la sua cona di elevazione, e un altro meccanismo depositerà la cassa
sulla parle sinistra della scala inclinata, provvista di piccoli rulli, che ne facilitano la discesa. L'arrivo della cassa, è nella parle destra della scala. Lo scopo del pistone sollevafore, è quello di elevare la cassa di quel tanto che basti per farla naturalmente scendere, in seguito, lungo la scala sinistra. (.).
Avicoltura da carne
I
E
.
BATTISTELLI
I
I
consumi
alimentari per persona subiscono
spo-stamen
ti
più o
m
eno se
nsibili n
e
l tempo. Par
e
che
ess
i
o
bb
e
dis
ca
no
alla
l
egge
d
e
ll
' e
voluzion
e
civile e
seg
uano
di pari passo
l
e
t
appe evo
luti
ve
d
e
ll
'eco
nomia d
e
l
Paese.
Nell'arco dei
ve
nti
a
nni r
ece
nti
è,
p
e
r
ese
mpio
,
diminuito
il
consumo annuo
m
e
dio individual
e
di
gra-no
(p
iù di pan
e
che
di pasta): da kg. 175
,5
a 165
,
5; di
mai
s o
di
polenta:
da k
g.
36,1 a 24,7;
di
riso:
da 12
,
6
a
11
,5;
di
c
ivai
e
o
l
eg
umi
:
da 12
,
1
a 5,5. All'opposto
è
aumentato
qu
e
ll
o
d
e
lla
carne:
da kg. 19
,
6
a 26
circa;
d
e
l
l
atte:
da 37
,
5
a
58
,
6
;
d
e
ll
o
zu
cc
h
ero:
da 8,1
a
16,1.
S
e
estendessimo
la rass
eg
na
ad altri prodotti
-vino,
frutta
,
ortalizie,
latti
c
ini
-
c
iò
c
h
e
non f
aremo,
p
e
r
amore
di br
ev
ità
,
confermeremmo
c
h
e
l
a
popola
-zion
e
italiana
-
pr
es
a n
e
l
comp
l
esso,
più
c
he r
eg
i
one
p
e
r r
eg
ione,
l
a sua
eco
nomia
esse
ndo unit
a
ria
,
mono-litic
a -
si
è
notevolm
e
nt
e
avvicinata a
qu
e
l
razio
-nale
e
quilibrio n
e
l
r
e
gim
e
di
e
t
e
tico
configurato da un
incremento
di
co
nsumo di
sostanze
prot
eic
h
e e grasse,
ALIMENTI
A CONSUMO DECRESCENTE E ALIMENTI A CONSUMO
CRESCENTE
Kg
180
170
160
-
j
150
Consumo del periodo prebell ico
100
90
Consumo del periodo aHuale
che
le statistiche
attribu
i
scono ai
popoli di più robusta
effici
enza
eco
nomica.
V
i
si
è
avvicinata,
ma non l'ha
ancora
raggiunta,
perch
è,
fac
endo
sempre
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ann
u
o
pro-c
apit
e,
il
nostro
consumo
di
carne
è
poco più
di un
quarto
di qu
e
ll
o
francese;
il
consumo
di
l
a
tt
e è
poco
meno di un quinto di qu
e
llo
e
lv
e
ti
co,
t
an
t
o
per
citare
du
e
paesi
nordici
con
i quali
siamo
territorialm
ente
a
contatto di
gomito.
Forse
appunto
pe
r qu
esto
l
e
nostre
2700
ca
lori
e
giorn
alie
re sono
a
lqu
anto
inferiori
a
que
ll
e
deg
li
a
ltri
membri de
l
M.E.C.
,
per non
rif
erirci ai paes
i nordici e
anglosasso
ni
es
tranei
alla Comunità
Economica
Euro-pea,
i
qua
li
salgono
,
ne
l
diagramma dei
consumi ca
lo
-rimetrici
unitari,
a
quote
che osc
ill
ano
fra 3300-3500.
Sono
tuttavia,
a
nostra
attenuante gene
ri
ca,
l
e
cir-costanze
climatich
e
che
pongono
la
popolazione
a
l
di
sotto
della
imm
aginaria
lin
ea di demarcazione
Rimini-La Spez
ia
in
condizione
di ridurre
il
quid dietetico di
alimenti
termogenici
-
come
lo
sono,
in
prima
lin
ea,
i
grassi
-
ai
quali invece
ricorrono necessariamente i
popoli dei territori fr
eddi dell'uno e
de
ll'
a
ltro
emisfero.
Nessuna
attenuante giustifica
invece
il basso
consumo
di
a
lim
enti proteici,
il compito
dei quali
è
di formare
e
rinnovare
l'
apparato cellu
l
are
in
ogni
tess
ut
o, e
l'ap-parato tissulare
in
ogni organo.
Di protein
e
n
e
consumiamo un centinaio
di
gram-mi
giornalmente
per p
ersona,
di
c
ui
un
t
erzo,
anzichè
me
tà,
è
di
origine
nobile
o
an
imal
e. Evidentemente
l'orientamento
è
tutt'ora in preval
enza vegetariano.
Le
proteine an
im
a
li
,
di
c
ui
carne
latt
e
uova
ecc.
,
sono
i
m
ezzi veicolari
,
non
trov
ano
nella popolazione
italiana qu
e
ll
a
predil
ezione
c
h
e
sarebbe
nei voti
e che
è
un vanto d
ei popoli
ad a
lim
entazion
e
più doviziosa
e
razional
e.
Le proteine
an
im
a
li
non
sono c
h
e
proteine
vege-tali nobilitate
dal
comp
l
esso
processo digestivo
ed
e
la-borativo degli
an
im
ali,
p
er
cui,
ad
esempio,
altro
è
nutrirsi
-
a
parità di
conte
nuto proteico
. -
di carne,
a
ltr
o
di fagioli
che
predispongono
tra l'altro
all'indi-gestione;
per non dire
che a
ltr
o
è
nutrirsi di
latt
e
bo-v
in
o, a
ltr
o
di
latte di
soja a
l
quale ricorrono
l
e
prole-tarie
popo
l
azion
i
dell'
es
tremo oriente,
l'apparato
dige-stivo d
e
ll
e
quali è
verosim
ilm
en
t
e affine a
... un mulino
a
palmenti.
Anche
n
e
ll'
amb
it
o
de
lla
carne
l
e
differenze tra i
vari
tipi non
sono
trascurabili. E' però consolidata nei
più l'opinione
c
h
e
quella di pollo sia
inf
e
rior
e -
in
sapore e
in
va
l
ore
nutritivo
-
a
quella di vite
llo.
Re-centemen
t
e,
per
esempio,
un grande quotidiano del
nord
affrontando
l'argome
nto dei fasti
e
nefasti
d
ei
prodotti
ormonosimi
li
sui
polli
è
caduto.
in
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di
premessa,
in un
e
rrore di
apprezza
m
en
to
che
è
in
s
tri-dente
contrasto co
lla
sua
fama di
au
t
ocon
trollo
e
di
circospezione.
Le
preferenze
del
consumatore
italian
o -
affer-ma
va
il
giorna
l
e
-
s
i
orienta
progress
i
vamente
ma
decisam
ente
verso
le
carni
più
pregiate, quelle
bovin
e
sop
r
attutto, anche
se
il
consumo d
ei
po
lli.
pochi
anni
fa
assai
ridotto,
abbia
avuto
l'incremen
to
più
ev
idente
e
vistoso.
La prima
affermazione de
l
periodo è
inesa
tta;
la
seconda
è
vera.
Nessuno
,
che
noi
s
i
sappia,
ha ma
i
attribuito
una
superiorità bromatologica
e fisiologica
alle
carni
bovine
rispetto
a
que
ll
e
avico
l
e e
di
se
l
vaggina
.
Non
c'è
biso-gno
di
scomodare
autori qualificati, italiani
e strani
er
i,
p
er
asserire
il
contra
rio
o per appurare
la veridicità
di
quanto viene ogni
anno
sos
t
enuto nei
convegni
vare-sini,
protesi
a
ll
a va
l
orizzaz
i
one
de
ll
a
avicoltura
italia-na Giova riesumarne e
riassum
ern
e
alcuni:
-
l
a carne
di pollo pr
esenta
un
a accolta di
sostanze
diverse.
quali non
potrebbero
essere
meglio
rappre-se'nta
t
e
.
Accanto
a
l 1
9,10
%di
proteine
troviamo
i
l
5,38
%di
grassi,
l'l,l8
Ofo
di g
li
cini
e
l'l,l4
Ofo
di
sali;
-
la
carne
magra di pollo
esprime
940
ca
l
ori
e
il
kg.,
mentre
l
a corr
isp
ondente carne
di
vitello
ne es
prime
890
;
-
il
con
t
enuto mine
r
a
l
e
della
carne
di pollo
è
per
lo
più
comp
l
e
to
.
Calcio potassio fo
sforo solfo
sono
pre-sent
i
in maggior copia in
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l
contenuto
min
e-r
a
l
e
delle
carni
bo
vine
.
Uguale
per altro
il contenuto
in
cloro; inferiore invece
que
ll
o
d
el
sodio
e
d
el
ferro;
-
b
en rappresentate
sono
l
e
vitamine
de
l
gruppo
B,
particolarmente
l'
acido pan
t
otenico
e
l
a
ribofla
vina;
-
l
a
povertà in tess
ut
o conne
tti
vo
ne
facilita
anche
indir
ettame
nt
e
la
digeribilità;
-
l'
es
tr
ema
compa
tt
ezza
de
l
muscolo,
l
a
presenza
in
es
so di
g
li
cogeno
in
quantità molto
superiore che
non
nel tessuto muscolare
deg
li
a
ltri
animali,
fanno
sì
che,
in assenza microbica,
i processi
auto
liti
ci si
svo
l
gano
ugualment
e.
E' ormai ben dimostrata l'importanza
del-l'
a
utolisi
durante
la frullatur
a
de
ll
e carni
e
come ad
essa se
n
e
debba
l
a
ten
erezza;
-
l'
ana
li
s
i d
ettagliata delle
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dei polli di
di-versa
e
tà
dà ragion
e
de
ll
a
fragranza
e
della tenerezza
degli animali
giovan
i:
v
i
è
in
essi
una maggiore
quan-tità di azoto in
coagu
labil
e e
di proteine
so
lubili
.
Comunque,
noi p
ensiamo
che se
Marziale,
il quale
di
buon
a
tavol
a e
di
li
e
to
vivere s
i int
endeva
alla
ma-niera di
Lo
cu
llo
,
foss
e
tra
i
vive
nti
direbbe,
come
disse,
che
il
miglior boccone
fra
g
li
ucce
lli
è
il tordo
e
fra
i
quadrupedi
l
a
l
epre,
ma
aggiungerebbe
tra
i
bipedi
il
pollo,
s
ia
qu
e
llo
alleva
t
o s
ui
campi che
in
par-c
h
etto
o in
batt
eria,
ne
i
recinti
a
l
chiuso
dei
l
ocali
in
un mondo
irr
ea
l
e
e
tutt
avia
razionale.
E'
b
en vero che
la
produzione di
carne
d
e
i
bovini
e
d
e
l
pollame
è a
um
entata,
ma nello
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tempo
è
aumentata anc
h
e
la
popolazion
e,
per
cui
il
consumo
di
ca
rn
e
in It
a
lia
è
ancora mod
es
to. Gli ultimi
e
l
RIPARTIZIONE DEL CONSUMO FRA LE VARIE QUALITÀ DI CARNE PER PERSO
NA
1
00n---
---90M-
---80 ~------7
0
M---60~-------50M-
---
---40
30
20
10
o
rati
s
tati
s
tici
attribuiscono annnualmente a persona
seg
u
e
nti
cons
umi:
Kg.
10,5
di carne bovina
»
4,5
»
»s
uina
»
2,2
)}
»avicola
(
pollame) Kg.
3, secondo
)}
l
»0,8
»0,5
)}5,3
»1,3
Kg.
26
,
1
)} » » » »gli attuali accertamenti
»
ovina
e
caprina
»
selvaggina e coniglio
»
eq
uina
pesce fresco
bacca
l
à
Così
che
.
al
co
nsumo
carneo e
ittico nazionale
par-tecipano:
la
carne
bovina
per
il
40
%» »
s
uina
» )}17
» » »di pollame
»l'
8,4
» » »ovina
e
caprina
»il
3,8
» » »di selvaggina
e
di coniglio
» »3
» » »eq
uina
»l'
1,8
)}il pesce
e
baccala
»il
26
»100
%8
I
CRONACHE ECONOMICHEMa volendo ora
penetrare
nei meandri dell
a
pro-duzione limiteremo l'accenno
a poche cifre deduttive
e presuntive
.
Ogni
anno affluisce sui
mercati
all'ingrosso
qual-che cosa come
200
mila
quintali
di polli
,
capponi,
ga
l-line
ecc., a
peso
vivo. (Per
risalir
e
al peso morto
bi-sogna considerare che
so
ltanto il
53
%d
e
l
peso vivo
è
commestibi
l
e).
Non si
conoscono
invec
e
i dati
precisi
di
quanto affluisce sugli
innumer
evo
li
piccoli
m
ercati
e
sulle
mense degli
allevatori
.
La
s
tima
è
grosso modo
di
900
.
000
quintali.
Comunque a
l
contingente
nazional
e,
che
p
era
ltro
non basta
a soddisfare
il
consumo come
tra
poco
dire-mo
,
il
Piemonte
partecipa con
38.565
quintali sui
mercati a
ll
'ingrosso, e
in
proporzione su
l
r
es
to
.
La sua
partecipazione
è
dunque
all'incirca di un quinto
ed
è
notevol
e,
t
e
nuto
pure conto che
in tutt
e
l
e
altre voci
l
a
produzione piemontese
è
di un d
ec
imo
,
risp
e
tto
alla
nazionale,
escluso
beninteso
i
l
riso.
di
cui
la
metà
è
annualmente
ricavata dall
e
risaie
vercellesi, novaresi
e
a
l
essandrine,
nell'ordine.
Ciò non di meno preoccupanti
sono
le
cifre delle
q. 59.981 di pollame vivo, per un importo di 4.719
milioni di lire
q. 67.439
di pollame morto,
per un importo di 2.481
milioni di
lir
e.
La
sfasatura
degli importi
rispetto ai
quantitativi
dipende dall'inclusione
statistica
nel pollame vivo di
pu
lcini
provenienti dall'Olanda, i quali
alimentano
il
fabbisogno
dei nostri
all
evamenti
in batteria data
l'esi-guità
dell'industria incubatoria nazionale.
Ergo:
consumiamo poca carne, sia
bovina
che
avi-cola, e
non ne
produciamo
nemmeno
abbastanza.
E'
tempo
perciò di uscire da questo
stato
di minorità
ali-mentare
ed economica che ci
declassa.
E'
più
facile però
e
più
soll
ecito
incrementare
la
produzione ed
il
consumo della
carne
in toto,
pun-tando maggiormente
sul
pollame che sul
bestiame. Per
lo meno
la
produzione del primo non implica
sostan-ziali variazioni
nell'ordinamento fondiario
e colturale
.
Oggi
si
possono
infatti con
modica
spesa costruire
pol-lai
smontabili
,
grazie
ai materiali
(pannelli
)
di natura
plastica
e alle strutture
portanti di metallo
leggero
.
Però produrre non basta. E' necessario nello
stesso
tempo
spronare
il
consumo.
Cosa quest'ultima
che
rien-tra nei
compiti
della preparazione
culinaria
,
della
pro-paganda,
e
della naturizzazione degli
all
evamenti.
La
produzione
deve
poter
fare
assegnamento
,
per
svilupparsi
maggiormente,
sull'
adozione di razze
gi-ganti
di pollo
(e
non più
sulla
coadiuzione stimolante
di
sostanze ormonosimili
o
stilb
eniche,
1'uso delle
quali sarà
legalm
ente vietato),
nonchè
sulla
razionalità
dell
'
alime
ntazione.
L'uso di prodotti
ad
azione ormonosimile
-
come
gli stilbenici -
che sono
di fabbricazione
sintetica è
in
vitante
per il fatto:
-
che essi controll
ano
organi
e sistemi che sono
alla
base di funzioni
economiche
fondamentali
(produzio-ne di
carne,
di uova,
ecc.);
-
che essi, appunto
per
essere
fabbricati
sintetica-mente,
sono
reperibili
a
basso prezzo di
cos
to
.
Poichè però
sono accusati
di provocare
sintomi
di
femminilizzazione somatica e sessua
le
nelle giovani
persone
consuma
trici
di
sesso
maschile
e
di
svirilizzare
le
adulte è stato
deciso di proibirne l'impiego. E di
ormonizzazione
del pollame più non
si
parlerà, per
lo
meno fino
a
quando
la
Scuola
endocrinologica
non
individuerà
ormoni
femminili non femminilizzanti,
cioè estrogeni
non
estrogeni, come suoI
dirsi.
Le razze
che sono più
inclini
alla
elaborazione
sol-lecita di
carne sono
notoriamente quelle di mole
gi-gante.
Fra le vecchie
e
le nuove di origine
esotica]'
as-sortimento è così
folto da imbarazzarne la
scelta. Ne
citiamo
le maggiori:
la
belga Malines;
-
la francese Faverolle;
le
inglesi Susex, Orpington;
le
americane
New Hampshire,
Plymouth Rock
,
Rhode Island, Wyandotte;
l'incrocio Vantress x Arbor Acres;
»Hubbord 43
;
»Hybro
;
»Danibrid 62;
»104
x
Bredbost;
»105
x
Bredbost;
»Peterson
x
Hubbord
43;
»