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SCIENZE DELL'EDUCAZIONE2. DELLE ENCICLOPEDIA

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(1)

PUBBLICAZIONI DELL'ISTITUTO SUPERIORE DI PEDAGOGIA DEL PONTTFTCTO ATENEO SALESTANO (ROMA)

ENCICLOPEDIA

DELLE SCIENZE DELL'EDUCAZIONE 2.

EDUCARE

II.

PSICOLOGIA

(2)
(3)

CALONGHI L. . GRASSO P. G. - LUTTE G. . GUTIERREZ M.

EDT]CARE

SOMMARIO DI SCIENZE PEDAGOGICHE

A

cuRA. Dr PTETRo Bnemo

VOLUME SECONDO

Metodologia della ricerca positlva psico-pedagoglca Pslcolog{a genetale, evolutlva, dlfierenziale

t

edizione

PAS - VERLAG zÙRICH

r g6z

(4)

Virto pcr Ia SeictÀ Saleiana:

Roma, zI giugao r96c

Sac. Viaeuo Miano

Imprimatur:

e Vieriatu Civit. Vatic., die zo augusti 196z

f Fr. Petru Cuisius van Lierde, Ep. Porphyr.

Vic. Gcn. Civ. Vat.

@ Copyrisht by PAS-Verlag AG - rg6a

Fcldstrce lo9 Zurich/Schweiz

TIPOGRAFIA POLIGLOTTA VATICANA

(5)

PRESENTAZIONE

Questo Sommario persegue dae scopi: offrire una guida per

la

scuola, doae aengono saolti sistematici. corsi istituzionali

di

pedagogia, psicologia

e

scienze

affini, e

tracciare

ufi

t)asto quadro

di

problemi

e di

soluzioni orientatrici per

gli

educatori.

Pertanto,

non si tratta di

un'enciclopedia pedagogica, rna sernplice' mente

di

una ordinata indicazione

di

temi

di

riflessione, cbe la scaola

o

lo stadio personale douranno sailuppare, ariccbfue

e

approfondire.

La nateria è distribaita

in più

oolumi, con una diaisione cbe consente

di

tener

neglio distinti i

contenuti

di

carattere propriatzente pedagogico (filosorta, storia, rnetodologia dell'educazione)

da quelli di tipo

piattosto

<< ausiliare »> e co?nPlenzefltare e, insierne,

lacilita

agli Insegnanti

la

scelta

del testo

più

adattò

al

Corso cbe intendono suolgere, secondo

le

dioerse esigenze e preoccapazioni.

Il prirno

oolume

si

apre con afla rapida delineazione epistemologica delle siienze dell'educazione, cbe serue anche a inquadrare nel aero signì- ficato e nella esatta lanzionalità

il

materiale offerto da

tutto l/

Sommario.

Segue un'essenziale sintesi storica, che pure con

la

necessaria breaità dello sailuppo nel teffipo dei problerui e delle idee pedagogicbe.

Neg/l Elementi

di

filosofia dell'educazione soflo presentati

in

lotma

sintetica

i temi

essenziali della problerilatictt pedagogica, enucleati'

e

ù-

solti

secondo u?tra. aisione teoretica realistico-classica.

Il

problerua pedagogico

e

didattico nelle sue istanze praticbe

e

nelle sue indefinite espressioni

è

adornbrato

nelle

rispettiue Metodolog1e, le qaali

par

fio?t potendo oaaiarruente sodislare alla c-omplessità delle ricbie'

it, trntano,

tulttuuia,

di

non trascurare nessanA delle londaruentali com- ponenti del problena educatiao: I'aspetto sisternatico e insierte quello etto'

lutiao,

am bient ale, is tituzionale, tipolo gico.

Nel settore didattico leconde integrazioni safanflo rese possibili dal- l'esperienza, dalla sperirnentazione, dall'eserciZio concreto

e

realistico.

Ancbe

i rapidi

cenni

di

legislazione

e

otganizzaaone scolastica po- traflno recare

un

apprezzabile contributo alla lornazione del pedagogista, 7

(6)

rappresentando un'interpretazione

e

applicazione

ad

una situazione par- ticolare

e

cofiueta, quella italiana,

dei principi det diritto educatiio

e scolastico.

Il

secondo uolame serubra presentarsi

in

lorma

più

unitaria

e

omoge- nea riferendosi londamentalmente ad. alcune principali trattazioni

di

psi-

cologia aderenti

alla

problematica educatiaa:

la

psicologia generule,'che costitaisce-l'indispensabile

e

insostitaibile

panto di

partenza

per la

for-

ruazione

di

una precisa

nentalità

scientifico-positiua

nel

settoie deltà ri- cerche sulla psicbe artafla; /a psicologia genetica o dell'età evolutiva; e la psicologia difierenziale.

La triplice trattazione è preceduta da an saggio

di

carattere metodolo- gico-positiao,

il

quale può presentare difficoltà didatticbe, noa costituisce indubbiarnente ana preziosa guida nella aalatazione

e uiiliaazione

d.elle

moderne tecnicbe

di

indagine

nel

settore

della

psico-ped,agogia

e

d.ella

psico-didattica. ouaiamente, è da ornertursi

in

corsi di tniottriràlerzentare.

Il

aolune

o i

aolumi cbe seguiraruno

si

occilperanno

di un

problema

più unitario e

specifico, concentrandosi esclusiaarnente

intorno al

terna

della

educazione religiosa

e

morale, con una sisteruatica

e

approfond,ita atteruzione

ai aari tipi di

considerazione: teologia dell'ed,ucaziàne, psico- logia e sociologia religiosa, psicologia sociale, rnitodologia catecheticà, ecc.

r/

sommario noft intende costituire un'operu

di

ricerca scientifica

o

di iniziazione

ad

essa, ma sernplicernente

un

dignitoso strumento

di

orien- tamento pedagogico

e di

<< educazione degli educatori »».

un Istituto

uniuersitario

di

cultura può adenzpiere alla sua nissione non solo quandg promiloae ricerche in-campo rigorosamente scientifico, rna ancbe quando propone agli ed,ucatori

più

pensosi terni per

la

loro'rue,- ditazione

e

direttiae generali

di

azione. Per'questo

le siigole

trattazioni sono corredate

di

indicazioni bibtiografiche eisenziali.

.

Pe-r qaesto, soprattiltto,

l/

sommario

è

offerto

a

educatori

ispirati

a

feraido arnore per la

loro

ruissione,

di

ricca oita interiore e

proloida

con- sapeuolezza morale delle cornplesse esigenze

del loro

compito.

Roma, 24 maggo 1962

Prsrno

Bnerpo

8

(7)

PIANO DEL SECONDO YOLUME *

Elernenti di metodologia della ricerca psico-pedagogica -

L.

Calonghi Elernenti

di

psicologia generale

-

P. G. Grasso

Elementi di psicologia del lanciullo e dell'ad.olescente - G. Lutte Elernenti

di

psicologia differeruziale

- M. M.

Gutierrez

* È doveroso e gradito rivolgere un particolare ringraziamento al collega Prof. D. Albino Ronco, che ha redatto il capitolo sui Cond.izionatori biologici dell'attiaiù psicbica.

(8)
(9)

Elementi di metodologia

della ricerca psico-pedagogica

di

LUIGI

CALONGHI

INrnoouzroNr

Momenti e metodo della ricerca scientifica

La pedagogia come scienza pratico-poietica,

in

quanto cioè scienza

di

proce.

I

dimsnii pratici,

di

mezzi e tecniche educative, utiizza anche

i

dati delle scienze positive che la possano interessare e alle medesime chiede iI controllo, dai tispet-

tivi

loto punti

di

vista, dei risultati da essa raggiunti.

Il

pedagogista

si

mova

quindi nella necessità

di

dover capire

la

struttura

e il

linguaggio

&

queste

scienze, per potersi informare intelligentemente intorno alle

loro

acquisizioni;

di

conoscerne

le

possibilità per poter rinviare agli specialisti delle medesime in vista di una soluzione dei suoi problemi.

Oltre che ulilizzarne le conclusioni l'uomo della pratica dovrà anche cercare

di accostare

i

modi di procedere della scienza per perfezionare

i

propri stumenti modellandoli e verificandoli con quelli scientifici, per ispiratvi

i

propri concetti

e la terminologia, per rendere sempre più sicute le vie attraverso cui cerca una generulnzazione e

un

articchimento della propria esperienza

e

infine per ren- dere questa trasmissibile.

Per rispondere agli scopi ora indicati, nel7a lntroduzione si sono richiamate

Ie

tappe fondamentali che conducono ad

un

sapere scientifico-positivo, insi- stendo particolarmente sulle caratteristiche dell'osservazione sistematica

e

di quella empirica come via alla precedente e come ausilio di ogni educatore. Oltre alla conquista della cettezza scientifica attraverso l'osservazione

si è

parlato

anche della verifica per esperimento.

Questi due procedimenti esigono

la

descrizione accurata delle siruazioni e

dei fattori che

vi

operano e quindi l'impiego

dt

mezzi adatti. Per questo, data la novità dell'argomento, la prima sezione tratta con maggiore ampiezza delle applicazioni pratiche dirette di cui è suscettibile: dei reattivi, dei saggi, del col-

(10)

2

loquio e del questionario. fnsieme vengono fornite alcune informazioni essen-

zialt circa

il

sondaggio dell'intelligenza e delle artitudini

in

genere, degli aspetti dinamici della personalità e del profitto.

La

seconda sezione

è

consacrata alla presentazione elementare

di

procedi-

menti statistici allo scopo

di

dare dei

più

semplici

ra

questi una conoscenza operativa e degli altri una informazione suficiente per capire le ricerche psico- pedagogiche presentate

in

una maniera non strettamente tecnica.

La ffattazione oltre a proporre conclusioni, ha cercato di lasciar intravedere

i

problemi e gli studi fondamentali ed è stata corredata da frequenti rinvii biblio- grafici tali da aiutarc per un approfondimento dei punti salienti.

Dalla fine dell'Ottocento, per varie ragioni,

si

sono

fatti più

sistematici

i

tentativi di estendere anche alle scienze dell'uomo (psicologia, pedagogia e socio- logia)

il

metodo positivo-sperimentale che così buoni risultati aveva dato in altri settori. t

L'adozione

di

tale metodo significa che

si

cerca

di

dare,

di

questi feno- meni, una descrizione rigorosa attraverso una ricerca

di

nessi che

ci

illustrino

il

loro modo costante

di

mostrarsi e

di

comportarsi. Un fatto è adeguatamente descritto quando siano stati identificati

i

fattori (le variabili) cui è << associato »>,

quando cioè si possa inquadrare

in

uno schema come questo:

c--:lG)

in

cui:

C :

un certo comportamento; un fatto educativo.

I :

èfunzionedi...

F :

simbolo dei fattori che condizionano l'appanzione e le modalità d'un fatto educativo,

di

un determinato comportamento.

Quando nella desoizione si è giunti a questo punto si è

in

grado

di

affer-

mare che un certo modo di agire è abitualrnente connesso con determinate condi-

zioni (dipende da certe variabili)

e si è

praticamente formulata una legge, raggiungendo

la

perfezione della descrizione

cui

mirano

le

scienze positive.

Pet giungere alla conclusione sopra indicata si dovrà passare per quelle che, dall'epistemologia scolastica, sono state indicate come le fasi principali del pro-

cesso induttivo, che si suppongono note al lettore.

Più la descrizione sarà precisa e particolareggiata più ricco e sfumato sarà

il

nesso che si riesce a stabilire tra comportamento osservato e

iI

contesto di fat- tori cui lo si vede associato.

I La storia della psicologia e della cosid-

detu pedagogia sperimentale ci indicano le tap- pe, le incertezze e i primi frutti di questo studio scientifco dei fatti psico-pedagoe;ici. Cfr. pet la storia della Psicologia, da questo trostto puoto

di vista, G. Zurrur, Psicoloeia, Brescia, Mor-

celliana, 1958, pp. 26), Pet un rapido excatsus

historic*s sulla pedagogia sperimentale vedasi:

R. Bnvsn, L'exp*imentation en pédagogie. Bru- xelles, Lamertin, L%5, pp. 467, e P. Bnam, Introduzione alla Pedagogia. Torino, PAS, 1955,

Cap. VII Ped. Spedmentale.

t2

(11)

Nel caso ad esempio d'una ricerca scolastica sui fattori associati a un certo profitto

o

a una deficienza nel medesimo, si dovrà usar

di

prove oggettive, di saggi, di colloqui, di scale di atteggiamento e di produzione... per desoivere ac- curatamente

il

profitto

o

la deficienza che si vuol studiare

in

relazione a certi f.attori. Più questa descrizione sarà circostanziata meglio si vedrà

in

essa l'azione

di

questo

o

quel faftore e se ne potrà valutare la portata.

Una volta descritto

il

compottamento (C) che ci interessa si dovrà avere una conoscenza

il

più possibile completa del soggetto che I'ha posto per aver Ia pos-

sibilità di spiegado adeguatamente e fondatamente. Si avrà quindi massima cura

di

reperire per via

di

buon senso,

di

conoscenze generali e soprattutto con un esame storico della questione le variabiJi,

i

fattori che son ritenuti più

o

meno influenti

in

un certo comportamento. Converrà anzi, pet non precluder

la

via ad eventuali scoperte, procurarsi un'informazione possibilmente completa sul soggetto dell'esperimento indagando nel settore biologico, mesologico, psichico (intellettuale, morale, religioso

olte

che temperamentale

e

istintivo).2

Le vie fondamentali atraverso le quali può efietruarsi la verifica

di

un'ipo- tesi e quindi l'afrermazione

di

una legge, sono I'osservazione

e

l'esperimento.

Diremo ora qualcosa sia dell'uno che dell'alta.

1. L'OSSERVAZIONE

Raramente un'ipotesi

o

un aspetto della situazione da verificarc attraverso 3 osservazione sistematica si ptesenteranno subito con chiarezza e precisione alla mente del ricercatore. L'osservazione sistematica, come

la

sperimentazione, ha bisogno d'un lungo lavoro preparatorio, che consenta

di

vedere

in

tutta

la

sua

poftata concreta

il

problema e che permetta

di

intuire quali sono

i

fattori che

vi

prendono parte,

le

circostanze che dobbiamo controllare,

il

punto

di

vista da cui dobbiamo metterci,

i

segmenti che dobbiamo particolarmente osservare

per cogliere

il

nocciolo

di

quanto ci interessa,

i

mezzi,

il

tempo,

i

soggetti che

vanno scelti, ecc.

Accanto ad un'osservazione sistematica è conveniente, quindi, parlare di una osservazione empirica preliminare alla precedente (oltre che alla formulazione

di

ipotesi) e familiare ad ogni educatore

o

psicologo, anche per scopi pratici.

z Può esser applicato alle ricerche scola- stiche ad esempio qrranfe è stato detto in vista dhna se6plsta conoscenzl del soggetto in: L. Ce-

t-oNctu, fu situazione d'ana clase ad. inizio d'an- no, 'rn « Orientamenti Pedagogici », Yl, 5i 1959, pp. 71+752

(12)

OsspnvezroNE EMPIRICA

È la

descrizione dei fenomeni condotta selza rigore scientifico, senza cioè rendersi conto esplicitamente

e

sistematicamente che vengano rcaluzatt

tutti i

principi e procedimenti richiesti per concludere con cetteT.za attorno al compor- tarsi dei fenomeni.

Si possono segnalare come frutto dr questo tipo

di

osservazione:

- I

documenti di carattere << amministrativo o pubblico »>, come resoconti, relazioni d'ufficio, registri, cronache, presentazioni al pubblico fatte su giornali

o

con

altri

mezzi, quando tutte queste cose diano una suff,ciente gatanzia dt obbiettività e completezza,

Per essere utlizzato anche su un piano scientifico questo materiale deve essere sottoposto ad

un

vaglio condotto secondo

i

criteri della metodologia storica.

Potrà allora servire per studi di pedagogia, didattica e sociologia.

- I

documenti di carattere << personale

»:

autobiografre, dialii, lettere, bio- grafie scritte da genitori o educatori, storie

di

casi, a cui si possono aggiungere

le

annotazioni psicologiche, didattiche e pedagogiche effettuate dagli educatori su tagazzi, metodi di insegnamento o di formazione.

Tali strumenti sono stati sovente presi in considerazione, e non sempte con sufficiente senso critico, nello studio della età evolutiva

o di altri

fenomeni

psico-pedagogici.'

- I

documenti presentanti << particolai garunzie » perchè si limitano

a

rcgi- strazioni stenografiche, col magnetofono o cinematografiche

di

f.atti e detti, op-

pure perchè sono stati redatti da studiosi (talt. ad esempio possono considerarsi le osservazioni compiute dal Decroly sulla figlia adottiva e da Binet sulle proprie figlie) anche se al

di

fuori

di

vere e proprie ricerche scientifiche.

Si possono forse far rientrare

in

questa categoda

le

osservazioni

o

mono-

grafie raccolte da Insegnanti ed Educatori usando

di

apposite guide all'osser- vazione.o

Il

punto debole di queste guide è nell'empiricità delle categorie indicate come

quadri

di

raccolta delle osservazioni compiute e

la

non sempre accertata rile- vanza delle manifestazioni psicologiche segnalate come caratteristiche

di

questo

3 Un esempio di uso prudente di questi do- cumenti si ha in: F. Tnesrcn, Tbe Gang, C}i-

caeo 1927.

Rilievi fatti con competenzr e rigore sui me-

todi usati nello srudio dd'età evolutiva si tro- veranno in A, Grrtarllr, Iz psicoloeia dell'eù euolatiaa.5a ed. Milano, Giufré, 1956, pp. ,8r, passim. Cfr. pure C. \[. Alrronr, Tbe use ol peronal documents in psycholoeical science, Nev Yotk, 1942.

a Un esempio di Guida per l'osservazione

del catattere si può trovare in: L. Cer,oxcnr e N. Gerr-r, Uxa guida per la conoscenzg del ca-

rutlele, ia << Odentamenti Pedagogici », IX, 2;

1962, pp. 246-61. A proposito dell'attendibilità delle osservazioni raccolte con simili aw,i ve-

dasi il nosuo: Qaestionari e scbede per lo stu- dio del carattere negli alanni, in « Orient. Ped. »

VIII, 4; 1961, pp. 648-681. Cfr. sull'arsomento:

E. !7orrrn, Initiation a lobseruatiox systénati' qae des élèoes. lt méthode d'Nbet Hutb, lan- vun, 1957, pp. 126.

1.4

(13)

o

quel tratto della personalità. D'altra parte questa defrcienza

è

spesso impu- tabile alla rlifficoltà

di

adeguare

Ia

terminologia della psicologia sperimentale alle esigenze pratiche, e alle incertezze nell'assegnare un significato univoco ed accettabile ai termini psicologici. Qualora si owiasse agli inconvenienti ora citati

e si

addestrassero convenientemente

gli

osservatori

si

avrebbe un'osservazione sistematica

e un

materiale

di

notevole valore.

Gli

Insegnanti

e gli

Educatori migliorano

le loro

osservazioni

e ne

traggono maggior

frutto

sostituendo ai quaderni di note, strumenti come quelli ora indicati.

Le osservazioni condotte nei

tte

modi sopraindicati hanno

il

vantaggio di dare un'idea dello sviluppo

di

un fenomeno e

di

fornirci magai

il

contesto in cui

il

medesimo si svolge; possono però avere

il

difetto

di

rivolgersi a pochi tagazzi,

di

esser condotte

in

maniera

più o

meno rigorosa

o di

provenire da osservatori disparati quanto ad obbiettività, acume e completezza.

In

genere si può dire che

il

valore e

l'utilità

de1le osservazioni empiriche sono condizionati olffe che dalla bontà dei procedimenti adottati, dalla sagacia

e dalla preparuzione dell'osservatore che conoscerà

i fatti in

modo da sapercisi sicuramente orientare, saprà inruire

i

veri punti-chiave delle situazioni, cogliere

i

passaggi obbligati da cui

si

può osservare l'attività liberamente manifestata del soggetto ed aver sottomano accorgimenti semplici ed adatti per registrare con fedeltà e interpretare con sicurezzà quanto ha osservato.

Os srnvezroNE srsrEMATIcA

L'osservazione sistematica, necessaria pet veriÉcare

la

consistenza

di

una 4 ipotesi f.atta, deve essere condotta secondo

i

principi riflessamente

e

sistema- ticamente applicati della logica dell'induzione. Deve quindi estendersi

in

ma- niera adeguata

ai

fattori che intervengono

in

una situazione ed esser

in

gado

di

fotnire una descrizione esatta

e

completa dell'azione

dei

medesimi; deve

disporre

di

strumenti

e

procedimenti obbiettivi e, quando sia necessario, far uso anche

di

procedimenti statistici che l'aiutino nella descrizione

e

interpre-

tazione dei fenomeni ed autotazino le necessarie illazioni.

Per rispondere

a

queste esigenze I'osservazione deve

in

particolare: tarc una critica delle fonti, guardarsi da errori sistematici e condurre le osservazioni secondo un piano logicamente concepito.

Per evitare certi << errori sistematici »> dovrà soprattutto guardarsi dagli incon- venienti denominati: selettività dell'osservatore, naturale infercnza, interazione tra osservatore ed osservato, che spiegheremo brevemente.

Chi osserva una situazione aspettando

di

vedervi verificata una certa sua

ipotesi, oppure con delle prevenzioni favorevoli

o

sfavorevoli, darà inconscia- mente maggior risalto ad una certa serie

di

dettagli e lascierà

in

ombra altre circostanze

e

questo non solo

al

momento della sintesi, ma già su

un

piano

sensoriale e percettivo. Due osservatori con personalità diversa rileveranno in

(14)

5

un fatto complesso aspetti parzialmente diversi, a causa appunto della diversa

selettività ». Inoltre ogni sensazione, ogni elemento conoscitivo, è suscettibile

di

venir inquadrato

in

una sensibilità ed

in

quadri mentali diversi ricevendone una impercettibile ma reale interpretazione, per

cui

all'osservatore non resta

alla fine del processo Ia semplice impressione avuta,

il

fatto quale a

lui si

è presentato, ma un fatto con un significato tendenzialmente già determinato dalla colorazione ricevuta venendo a contatto con l'organismo psico-fisico dell'osser- vatore. Si opera cioè nell'osservatofe una << inferenza )>, un trar anticipatamente delle conclusioni.

Tra

Éatto ed osservatore non

si

osserva solo un'azione unidirezionale: si

può stabilire una vera

e

propria << interazione »>.

Un

insegnante che entrasse

in una scuola per osservare, inibirebbe, almeno in un primo tempo, certe mani- festazioni degli allievi e muterebbe la situazione che

wol

osservare.

lo

stesso

dovrebbe dirsi quando l'insegnante cerca

di

osservare una situazione non chiara nell'allievo o nella famiglia.'

Non

è

facile evitare questi inconvenienti, che possono tuttavia real-ente compromettere

in

una maniera

più o

meno accentuata l'oggettività

di

una

osservazione.

È

da raccomandarsi qui una grande lealtà, un distacco interiore, accuratamente mantenuto, dalle proprie idee e l'uso

di

mezzi e conffolli mol- teplici6

Infine, per consenti-re una osservazione sistematica che sappia isolare, nelle situazioni correnti e nei vari

tipi

di ricerca, le variabili volute e verificare l'ipo-

tesi

emessa, I'assunzione delle informazioni dovrà essere disposta secondo

<< schemi o piani » adeguati da una pa*e ai vari

tipi di

siruazioni e rispondenti

dall'altra fedeLnente alle esigenze logiche del processo induttivo

in

modo da autori?zarc conclusioni legittime. Questi schemi sono simili, nella loro logica interna, ai piani degli esperimenti ed obbediscono ad analoghe esigenze.

In

pratica volendo condurre l'osservazione sistematica

di un

fenomeno

si dovrà chiarire l'obbiettivo che

ci

si propone

di

raggiungere cominciando da un esame storico-critico della letteratura esistente sull'argomento, iI che ci aiuterà

a

sffingere

il

problema

e

ad arricchire

il

nostro arsenale

di

procedimenti ed accorgimenti da mettere

in

atto per una adeguata osservazione.

Difatti un panorrma storico-critico ben fatto dovrebbe informare circa l'im- postazione da darsi al ptoblema allo studio, far emergere la serie di proce.limenti e di tecniche finora usate per raccogliere

i

fatti essenziali ad una ssl,ziene, e dare

un certo numero di conclusioni da controllare, di ipotesi da verificare,

di

quadri

generali da usare.

5 Una presentrrione di questi pericoli per I'osservatore si può trovare in P. G. Gnesso, Ncetca sociologica e sociologia digiosa, Nba, Ediz. Paoline (1958) pp. l{)4.

e E. Ilrrcer-o, Tbeories ol leonitg, New York, Appleton, 1948 dà una rassegna ddle de-

formazioni dlevate dagli sperimentatod facendo

rifedre ai soggetti dei fatti o dei racconti.

16

(15)

L'osservazione sistematica in corso diventere, ,be così più scalffita e critica e

si manterrebbe in costante dialogo con 1o sforzo ratto precedentemente da altd.

Conseguentemente allo scopo prefisso

e

alla situazione concreta

in cui

si deve operare

si

stabilirà

il

piano delle osservazioni, tale da raccogliere Ie pre-

messe per

il

tipo

di

ragionamento da compiersi nei vari casi per poter conclu- dere sull'azione del fattore allo studio.

Perchè queste osservazioni diano I'esito voluto converrà farsi una lista detta- gliata che preveda e destini

u

vati osservatori (se non si è soli) Ie cose

o

gli aspetti cui badare e

il

numero delle osservazioru da compiere

in

ogni settore.

L'osservazione dovrà essere condotta

in

modo da rcaluzarc sicuramente

i

caratteri fondamentali

in

ogni rilevazione scientifica: I'obbiettività,

la

validita e la fedeltà.

L'ultima caratteristica è assicurata ripetendo l'osservazione per sfuggire alla situazione personale del momento, premettendo una preparazione preliminare che uniformi gli osservatori, chiamando eventualmente altri a testimonio, anno-

tando immediatamente

il

risultato nella forma prestabilita

(di

semplice rileva- zione fattuale

o di

confronto con criteri esplicitamente stabiliti) ed evitando le distorsioni sistematiche indicate precedentemente.

Nelle esperienze pedagogiche vere e proprie si dovranno descrivere situazioni altamente qualitative; è, dunque, rlifficile attenersi ad una descrizione quanti- tativa e <,« precisa ». Si deve evitare

lo

scoglio

di

una matematazazione che si lascia sfuggire

il

meglio, senza tuttavia cadere nel generico e nei facili lirismi con cui si dimostra pressapoco quello che si vuole. Anche quando la situazione da descriversi è qualitativa e sfuggente converrà dire

il

numero e

tl

%. Quando si confrontino due

%

o si voglia valutare un % ottenuto si ricorrerà al proce-

&mento statistico che ci la possibilità di giudicare se la di,fferenza tra

i

mede-

simi

è

prramente casuale

o è

invece rivelativa dell'influsso del fattore

e

di valutare la stabilità e

il

margine d'errore su

un

o/o ottenuto. Si farà ticotso a

prove oggettive, a reattivi di intelligenza e

di

carattere, a interviste, ecc.

Si avrà infine l'awertenza di mettere a disposizione

di

se stessi e dell'even- tuale lettore

tutti

gli elementi che sono emersi nella nostra ricerca cominciando da una descrizione del campione dt rugazzi su cui è stata eftettuata, dando un esempio delle schede

e

del

tipo di

spiegazione, riproducendo qualche lavoro fatto, scelto non

tra i

migliori, ma per documentare qualitativamente

un

/o dato o un tipo

di

risultato minutamente ed oggettivamene descritto.

La precisione della descrizione dovrebbe essere tale da permettere a un

alto

ricercatore di giungere, basandosi su dati da noi taccolti, alle medesime conclu- sioni (per quanto riguarda l'oggettività dell'interpretazione).

La validità deve essere assicurata attraverso una analisi accurata della situa- zione, f.atta alla luce delle acquisizioni della psicologia, e una scelta degli indizi adatti. Per definizione non

si

pottà patlare

di

stimolazioni fatte

in un

con- L7

(16)

testo voluto: si dowà scegliere quanto interessa dal materiale che viene ofierto e non sempre

in

condizioni ideali

di

cliarczza e precisione.

GIi strumenti o procedimenti più frequentemente usati nell'osservazione siste- matica (e negli esperimenti) sono: l'intervista,

iI

questionario,

i

reattivi, le scale

di

valutazione e

i

saggi

di

vario genere. Ne sarà fatta una breve presentazione nella Prima sezione, dopo aver parlato della verifica di ipotesi attraverso I'espe- timento.

2. L'ESPERIMENTO

6

Usando

il

metodo dell'osservazione sistematica per verificare un'ipotesi fatta precedentemente, si devono cercare nella realtà situazioni adatte, cosa eviden- temente non facile perchè

la

rcùtà si presenta complessa

e

quando vuole. È quindi più pratico rcafizzarc situazioni in cui entrino

i

fattori che ci interessano (e solo quelli) ed osservare poi sistematicamente gli efietti che ne seguono. Que- sto permette un'osservazione

più

accutata perchè

il

fenomeno si può ripetere a piacimento, perchè può essere provocato nella maniera che

più si

presta ad essere osservata con mezzi più o meno artificiali, perchè infine consente

di

iso-

lare

il

fenomeno da influenze

e

da circostanze che oscurerebbero

o

infume-

rebbeto le conclusioni.

La rcalizzazione di queste condizioni e di questi vantaggi si ha appunto con I'esperimento, che consiste nella costruzione

di

una situazione

in

cui

tutti

gli

altri

fattori (o variabili, come qualche volta sono anche chiamati) sono mante-

nuti costànti per poter discernere l'azione del {attore sperimentale introdotto e

dei cui efietti si vuol giudicare, ed è anche detto la provocazione artificiale di un fenomeno mediante la costruzione di una situazione fatta secondo

i

principi

dell'ipotesi per vedere se

in

natura Ie cose vanno realmente nella manieta da

noi supposta.

Faremo un cenno a pafte per

il

principio della variabile unica e per gli schemi

di esperimento.

VenranrlE, UMCA

7

L'esperimento confronta

la

situazione inbiale con quella finale

e

conclude

aflermando che

i

cambiamenti soprawenuti nella situazione sperimentale sono

dovuti alf introduzione del nuovo fattorc.

La

forza

e la

veridicità

di

questa illazione risiede nel fatto che

i

mutamenti non avrebbero altrimenti una ragione suficiente perchè nessun'altra circostanza è cambiata nella situazione. Occorre per questo che

il

fattore introdotto non sia equivoco, ma ben definito, che i cambiamenti possano essere addebitati chiaramente

al

fattore

e

non ad altro, bisogna insomma che

tutti gli

elementi della situazione restino invariati e che

muti soro

il

fattore, al quale si potranno allora ascrivere

i

cambiamenti successi- vamente manifestatisi. Questa esigenza fondamentale

è

comunemente chiamata

il

principio della << variabile unica >>.

18

(17)

L'esigenza ora sottolineata

è

fondamentale, ma non

di

facile esecuzione, perchè le variabili da controllare sono molte e spesso ne11 f26ilmente scindibili.

È

questa dificoltà del resto che dà ragione della scarsa conclusività

di

certe esperienze e deCL sforzi ed innovazioni f.atti dagh Autori per owiare

adt

tn-

convenienti

e

rendere

gli

schemi

di

sperimentazione sempre

più

adeguati alla complessità delle situazioni reali, tanto più che spesso voler mantenere costanti tutte le

alre

variabili eccetto una, è f.ar violenza e svisare le situazioni reali e ptecludersi

la

possibilità

di

cogliere

le

interazioni dei

vari fattori o

variabili indipendenti.

Scrmtvfl Dr EspERTMENTT

Si sono così avute due serie

di

piani

di

esperimenti: quelli divulgati

da

g Mc Call-Buyse e quelli che risalgono a R.

A.

Fisher.

Il

Mc Call ed

il

Buyse prevedevano tre schemi principali di sperimentazione:

1. Esperimenti efietfuati con un solo gruppo su cui vengon

fatti

agfue

uno o più f.attoti contemporaneamente

o

successivamente. Per brevità

si

suole designare questo schema col nome di « Gruppo unico >> o

di

<< Caso unico »>.

2. Esperimenti efiettuati su due

o

più gruppi uguali rispetto

al

punto di vista preso in esame, ad ognuno dei quali vengono applicati uno o più fattori distinti, contemporaneamente o successivamente. Questo schema è denominato:

dei « gruppi paralleli » od anche << caso multiplo ».

3. Esperimenti effettuati su due o più gruppi ad ognuno dei quali ven- gono applicati

gli

stessi fattori, per rotazione. Questo schema viene denomi-

nato:

<< rotazione dei fattori »> sperimentali usati

sui vari

gruppi,

od

anche

<< caso ciclico >>.

Questi schemi sembrano esigere semplificazioni eccessive, almeno

in

certi casi, di conseguenza non sono rimasti gli unici e neppure

i

più utili. R. A. Fisher ha proposto schemi che vorrebbero tener conto di molte variabili e dei loro reci- proci influssi per adeguarsi meglio alla complessità delle situazioni concrete.

Questi schemi beneficiano di un procedimento statistico particolare detto analisi delTa vafianza.

Le teorie dello statistico inglese sono state espresse poi in maniera più acces-

sibile o più direttamente adattate agli esperimenti

in

psicologia e didattica, da

vari autori quali

E. F.

Lindquist e

A. L.

Edwards.'

Di

fatto però la dificoltà non starà solo nella scelta di uno schema

di

espe- rimento

a

pref.ercnza

di un

altro, ma potrà essere anche

più

radicale quando

ci si

chiedesse come esperimentare l'efrcacia

di un

procedimento (dei mezzi

audio-visivi, ad esempio), come trovare

la

ragione

di

certe

.lificoltà

nell'ap- 7 Nella biblioerafa finale si ftoveranno citate Ie opete di questi autori ed altre rieuatdand I'esperimento.

(18)

prendimento dell'aritmetica, come definire

la

funzione

di

un determinato tipo di esetcizio, ecc.

Potrà capitare allora che I'esperimentatore debba ricercarc

la

sinnzione sco-

lastica che gli permetta

di

studiare

il

suo problema, che debba andare a tastoni sulla forma da dare all'esperienza; può capitare insomma che non si atrivi alla progettazione ctiam

di un

esperimento che dopo ricerche, tentennamenti, as- saggi più o meno felici.

Negli esperimenti, come già nell'osservazione sistematica, si esige una << de- scrizione completa e ptecisa delle situazioni >> per poter cogliere cor, esattezza l'azione svolta dai

valj

fattori.

Per

efiettuare queste descrizioni vengono usati praticamente

gli

« stru- menti »> indicati parlando dell'osservazione sistematica. Come s'è detto, daremo dei medesimi una trattazione a parte.

20

(19)

SEZIONE PRIMA

STRUMENTI

E

PROCEDIMENTI

DI

DESCRIZIONE

DEI FATTI

PSICO-PEDAGOGICI

Ne\['Introduzione si è accennato a procedimenti e strumenti adatti per una 9 migliore dlevazione delle situazioni psicologiche ed educative. Tratteremo ora

di

questi procedimenti

e

strumenti incominciando dai cosiddetti reattivi, con- cludendo con

il

questionario e l'intervista.

La

tattazione

sui

saggi sarà posta direttamente dopo

la

trattazione dei

reattivi

in

vista della soluzione da

noi

auspicata, consistente cioè nella crea- zione

di

prove che compendino

la

naara

di

questi due

muzi di

rilevazione.

Dopo aver parlato della natura

e

delle proprietà dei vari strumenti, indi- cheremo I'uso che se ne può fare nella valutazione del profitto, dell'intelli- genza, delle attitudini e della petsonalità.

(20)

10

Ceprror.o I

I reattivi

Varie cause alla fine del secolo scorso contribuirono

a fat

icercate mezzi

più

adeguati

di

conoscenza dell'uomo: I'affermarsi della psicologia indivi- duale e la particolare insistenza della « scuola nuova »> sulla necessità

di

cono- scere

i

singoli alunni per fame

il

pernio dell'attività educativa;

lo

studio e la soluzione

del

problema degli anormali basato

in

gran parte su una tempe- stiva e sicura valutazione dell'intel\genza e della personalità; l'estendetsi anche

al

campo psicologico, didattico

e

pedagogico del metodo induttivo sperimen- tale che aveva dato lusinghieri risultati nei settori

in

cui era stato preceden- temente applicato, possono essere considerati

i

fattori salienti

di

questo rinno- vamento,

di

questa revisione.

1. LA DOCIMOLOGIA

Indicheremo ora brevemente come

lo

studio delle valutazioni del profitto abbia messo

in

luce

i

difetti essenziali dei procedimenti ordinari e contribuito quindi a definire le caratteristiche dei nuovi.

Quando Starch

e Elliot,

negli Stati

Uniti,

vollero esaminare

i voti

dati agli elaborati scolastici, furono sorpresi nel costatarvi incertelzze molto gravi.

In

pochi anni si assistette anche

in

altre nazioni come Francia, Inghilterra, Belgio, a un moltiplicarsi

di

sfudi sull'argomento

e

venne proposto

di

deno- min41s docimologia (da òoxrytila

) la

scienza che avrebbe dovuto occuparsi

di

questo argomento.s

8 Una informazione esseoziale si troveta nel- Ie seguenti opere: H. Leucrrn et al,, Étades ilo- cimolosiques, Paris, PllF, 1914, pp. 64; O. Dr- cnor.v-R. Bvtse, Intrcduction a h pédagoeie

quantàtatioe, Bruxelles, Lamertin, 1929; Fnruv- sox, TAe Reliability ol tbe Markine Essays, in

« British Joumal of Educational Psychology »,

XII, 1951, pp. 126-114:' C. Bunr, The Reliabi-

lity ol teachers' assessrrents ol their pupib, n

« British Jouroal of Educational Psychology »,

W, 2, 1945, pp, 80-92; R. Borwaur., Étzle de la fidélrté des notes dans les exaruens da ce*ificat d.'aptitade protessionnelle. Valeur com-

parée du ptonostic étzbli a parù d'examens

psychométriques, in « Travail Humaia >>, 16, 195), DD. 3140; R. BouNmmr., Application de la métbode d'analyse lactoilelle de Tbarstone a

l'étilde de ootatiott des copies d'exanen, in

<< Travail f{rrmain »>, 9, L946, pp. 150-190. Si

possono conftontate anche: L. Cn-oNcw, Vala- tazioni scolastiche ix USA, in << Orientamenti Pe- dagoeici »> YII, 4; 1960, pp. 683-691; Valutazioni scolasticbe in Francia, in << Odentamenti Ped. »

VII, 5; 1960, pp, 859-70. Viene dato qui un panorama deeJi studi efietruad in America e nei Paesi di lingua francese.

22

(21)

Tra gb elementi fondamentali assodati, segnaliamo:

L. La mancanza dr oggettività e

di

adeguata penetrazione nella scelta e nella descrizione dei

fatti

che devono costituire

gli

elementi del giudizio finale.

Si

scelgono

ad

esempio, come segni

di

intelligenza,

la

vivacità

e

mobilità dello sguardo,

la

spigliatezza del comportamento. Nella valutazione

del

pro-

fitto

si notano

o

trascurano certe particolarità. Insomma,

si

assume

un

fatto come indice di una capacità mentre tra le due cose non c'è connessione stabile oppure

si

omette

di

descrivere un comportamento

o un

prodotto dell'attività dei singoli

in tutti i

loro particolari interessanti.

2.

I

vari insegnanti da.'tro un peso diverso allo stesso elemento, a motivo dei criteri diversi adottati nel giudicarlo.e

3.

Ntra fonte

di

emori nelle votazioni è

la

scelta

di

espressioni inade- guate del giudizio dato dall'Insegnante.

Quando

si

giudica

dei

{enomeni

di

attenzione, attitudinali

e

carutteriah.

si

adoperano espressioni spesso equivoche, incerte

o

vaghe. Con facilità si pada di carattere attivo, estroverso,

di

complessi,

di

mobilità, ecc.

Nella valutazione del profitto

la

traduzione

di un

giudizio complesso in voto può dare origine a travestimenti. Ecco un esempio:

Io

stesso allievo da

due esaminatori è stato così valutato in base a una composizione: secondo l'esa- minatore

A

merita: << Molto bene, 7 »; per I'esaminatore B merita: << Bene, 8 »>.

Anche quando si operasse adeguatamente questa traduzione ci si può esporre

a sottili insidie provenienti da caratteristiche della distribuzione dei voti.

Supponiamo che due professori (che chiameremo

il

prof. X e iI prof. Y) esaminino con cura (con una prova scritta e con una orale) 5 candidati dando poi, indipenden- temente l'uno dall'altro,

i

seguenti voti:

Esevre scRrrro

Candidati

Voti

del prof. X

7 6,5 6 5,5 5

Esenre oner,e

Voti d.el prof. Y

7,5 6,5 6 5 4,5

A

B C D E

e Un esempio particolareggiato è stato ri- portato ndl'art. di L. Cer,ollctu, I ooti dicono e nox dicono, in Oriento-enti Pedagogici », V,

Voti del prof. Y

2; 1958, pp. 221-234. Cfr. anche: Consideruzioni sull'esane d'anmissione alla scaola nedia, tn

« Orientamenti Pedagogici », YI, 2; pp, 161-180,

andidati

C,

Voti

del prof. X

A

B C D E

5 6 7 8 8,5

6 6,5 6,5 7 7,5

(22)

Esaminando

i

voti dei due professori troveremo una concordanza notevole: en-

trrmbi cotrcordano nel dire qual è

il

posto occupato da ognuno degli allievi rispetto ai suoi compagni, questo per entrambe le prove.

S'accordano prue, eccetto iD un caso, su chi merita la suficienza e su chi non la merita in ciascuna delle due prove. Le divergenze dei voti, nel caso dell'esame orale, non superano

tl

mezzo punto, mentre nell'altro non supefano

il

punto.

Facendo la media dei voti per trarne

il

voto globale la concordanza constatata precedentemente si cambia

in

netto contrasto.

Souve DEr vorr DATr DAr srNGoLr pRoEESSoRT

r0 Una prova di questa afiermazione è data nell'Appendice B del volume: L, CeroNcrn,

Voti del prof. Y L3,5

Sussidi pa la Vd.utazione scolastica, PA$Verlag,

Zùrt&, 1961, pp. 20+?22.

Cand.idati Voti del prol. X

12 ']..2,5 L3 t3,5 13,5

A

B C D E

t3

12,5

t2

12

11

A

medie fatte chi sarà al primo posto per

il

prof. X, sarà messo all'ultimo dal

prof.

Y

e così via di seguito.

Siccome ognuno dei due professori è cosciente della propria buona volontà e del- l'impegno usato nel dare

i

propri voti, non si può

tat

altro che fare una media aritmetica dei voti e si trova così che

tutti

e 5 gli allievi hanno

lo

stesso voto (6

e << qualcosa »>).

Dovremo concludere:

i voti

sarebbero direttamente interpretabili, confron- tabili e combinabili, se si ri-ferissero realmente ad una gamma assoluta, oppufe se

si

tenesse conto della media e della variabilità del gruppo

di voti

da cui son tratti.ro

L'aver elencato questi difetti delle prove ordinarie aiuta a comprendere la

struttua

delle prove venute

a

sostituirle.

2.

IL

CONCETTO

DI

«REATTIVO»

L'intenogazione è condotta

in

modo che

tutti

siano posti nella stessa situa- zione, siano stimolati allo stesso modo e con l'efietto accertato

di

richiedere un certo tipo di prestazione e quello solo.

Le

domande quindi sono studiate perchè riescano

a tutti

chiare, perchè siano

tali

da richiedere I'uso della stessa funzione psichica e non

di

altre, in maniera disturbante.

I

fatti insomma sono raccolti con criteri uni{ormi e adeguati e Ia loro de-

24

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