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La fase tendenziale

Nel documento SCIENZE DELL'EDUCAZIONE2. DELLE ENCICLOPEDIA (pagine 155-160)

La condotta, nella sua faccia interna, apparc essenzial-ente come

un pro-

132

cesso tendenziale

o

interuzionale: è orientata cioè verso uno scopo,

è

sospinta

---verso un risultato. I1 carattere fondamentale delle tendenze è di

ìatura

u àirru-mica»>: esse appaiono come delle << fotze»>, che spingono an,aùor.e,

al

cam-biamento,

Queste fotze

o

tendenze sono radicate nella costituzione ereditaria del

sog-getto, o negli « stati » interni più o meno variabili.

come tali,

le

tendenze hanno Ie proprietà

di

<< intensità »>: sono <( tensioni »>

iaterne

di

diverso grado, e

di

<< direzione )>: sono << processi orientati )> a un certo

atto o oggetto (o meglio, tend.ono a ufl ceilo oggetto pet ?ilezzo d.ella realiuazione d.i un certo atto).

Il

fenomeno della tendenza è

la

manifestazione

di

uno stato

di

squilibrio interno, e ha 7a {unzione

di

spingere a ritrovare l'equilibrio

in

una certa dire-zione. Tale squilibrio corrisponde a uno stato

di

<< bisogno »>, cioè

di

carenza

o

assenza

di

« qualche cosa »> che

è

necessario

al

buon funzionamento

di

un sistema.

Le tendenze possono essere vissute dal soggetto

in

due modil come bisogni e

come scopi, Sono vissute come bisogni, quando sono spedmentate come una spinta (ois a teryo) a compiere certe azioni, che si rivelano poi utili in qualche grado; sono vissute crllme scopi, quando

iI

loro termine,

il

vantaggio che quelle azioni apportano,

è previsto e inteso dal soggetto. Nell'uomo

le

tendenze sono vissute come bisogni

come scopi, sebbene quest'ul':mo sia

il

modo più tipicamente umano della tendenza.

Tra

le

molte questioni concernenti Ia fase conativa

o

tendenziale, ne

sce-gliamo due che ci sembrano tra le più importanti, anche dal punto

di

vita psi-copedagogico:

1. Quali sono

i

bisogni e quindi Ie tendenze fondamentali dell,uomo, e

come

si

manifestano

ai

vari piani

ddla vita

psichica? (problema della moti-oazione).

2. La presenza nell'uomo

di

tendenze diverse e contrastanti può provo-care situazioni di conflitto: quali sono le principafi situazioni di confitto e come possono essele <( risolte

»?

(problema della frustrazione).

133

Per una risposta, adegaata alla complessità delle tendenze umane, si deve tener conto, preliminarmente, che nella vita psichica si possono individuare me piani di attività:

a) an piano psicofisiologico:

il

complesso dei riflessi psicbipi degli stati o pro-cessi fisiologici (ciò che

il

soggetto << risente >> coscientemente della sua vita fisiologica;

es. aspetti psicologici della situazione di fame);

b) un piano psico-sociale:

il

complesso degli awenimenti psichici connessi con

la nosma vita

di

relazione con le cose (mondo) e

le

persone (società), L'esistenza

di questi stati psico-sociali è legata al f.atto che I'uomo « assimila »

il

suo ambiente

non solo sul piano biochimico e fisiologico, ma anche

in

quanto << situazione signifi-cativa »> (in quanto ha valore sociale);

c) un piano supeilore o << spiritaale »>: iI complesso dei contenuti e delle attività trascendenti

il

dato intrnediato

e il

processo materiale

(vi

sono inclusi

la

proble-matica sull'esistenza, I'afiermazione dei valori, l'esperienza della obbligazione morale;

l'attività fi losofica, teologica, scientifi ca... ).

1.

I

BISOGNI E LE TENDENZE FONDAMENTALI

Ci si deve intendere, anzitutto, sul concetto

dt

bisogno.'8 Contro una con-cezione del bisogno come realtà puramente << intraorganica »> (e fisiologica: Freud

e

molti degli << psicologi del profondo »),

si

ritiene che esso sia una esigenza

di

certe lorme d.i contatto dell'organisrno coll'antbiente. Cosl,

la

fame non è tanto vna catenza organica

di

alimento, quanto un bisogno

di

cette << intera-zioni » biochimiche con l'ambiente fisico;

il

bisogno

di

considetazione sociale è l'esigenza di certe << relazioni »> comportamentali con

il

mondo, con le persone...

Il

bisogno è una lorza tendente a porre o a rildrutenere ufia determinata

strut-tura di

relazioni

o

interazioni biochirnicbe, sociali, spirituali (teoria relazio-nale dei bisogni, NurrIN).

Il

problema che si pone è allora questo: Quali sono

i tipi

fondamentali di bisogni e cioè

di

interazioni costitutive della personalità umana?

La psicologia contemporanea ha portato questo problema

al

centro delle sue preoccupazioni, qualifcandolo come problema della motivazione r> della condotta umana. Le varie psicologie dinamiche e << del profondo >> ne hanno tentato soluzioni variamente discutibili. Tra le più note sono quelle dei vari corifei della scuola psica-nalitica. Freud riduce tutti

i

bisogni umani a « libido )> e a <( thanatos ,>: le tendenze

al piacere sensibile e alla distruzione

di

e degli altri, sarebbero

le

uniche forze che motiverebbero tutto

il

comporta-ento,

a

<,r tutti »>

i

livelli della vita psichica.

Adler pone invece l'accento quasi esclusivamente sulla tendenza all'afiermazione di sè (oolontà di potenza).

ra Pet wiluppi su questo paragtato, si veda G. Nrrrrnt, Psicanalisi e Personabù. Ed. Paoline, Nba, 1956, cap. V: << I bisopi fondamentali ».

158

La tesi da noi condivisa (che sul piano scienti-fico è ancora un,ipotesi che attende

più

ampia conferma sperimentale, mentre sul piano filosofico

ha

già buone garanzie

di

validità) è Ia seguente: Nell'uomo

,oio

,o*prrsenti

dae\i-sogni fondamentali:

il

bisogno

di

corzseruazione e affermazioni

di

sè, e

it

bi-sogno

di

espansione e

di

apertura uerso altro da sè. Questi bisogni sono fonda-mentali nel senso che penetrano

tutto il

dinamismo della cond-otta e

si

ritro-vano, sotto forme specifiche,

a tutti i

piani dell'attività psichica (fisiologico, sociale, spirituale).

-

Questa ipotesi

la

si può ritenere validamente ftormulata, se

si

tiene conto che

vi

concordano sia l'esperienza secolare del senso comune, sia

i

presupposti dei vari sistemi

di

morale

e di

ascerica, sia

i

sistemi più

noti d.ilu

modl.rru psicologia dinamica.

Tutti

ammettono, sotto nomi diveìsi, che quelle sono le tendenze più

forti

e più comuni dell,uomo.

-

cerchiamo

di

spiegare Ia tesi sopra enunciata, verificandone

il

significato e

il

valore ai vari piani della vita psichica.

Sur, preNo psrcGFrsrolocrco

È, noto che I'organismo vivente

si

distingue dall'ambiente circosrante per

un

134

complesso costante

di

propdetà biochimiche, éhe cat:atterizzano

il

così detto <(

am-biente interno »> (claude Bernard). così,

il

contenuto del sangue

in

glucosio, sali, ossigeno,.., la temperafura del sangue e degli organi interni,

ec{

non variano che in minima parte. L'ambiente esterno invece

è milto

variabile. L,organismo normale

ha,il

potere

di

mantenere

Ie

sue caratterisriche biochimiche,

la

itabilità del suo ambiente interno (oneostasia). L'omeostasia è una vera necessità della vita organica.

Se

i

meccanismi regolatori non riescono a ristabilire l'equilibrio interno compromesso

(da calore

o

freddo eccessivi, da ferite, ecc.), se cioè non assicurano l,oieostasia, I'organismo deperisce e muore.

L'organismo umano, sul piano biologico,

è

dunque un'individualità che si conserva nell'interazione con l'ambiente, a mezzo

di

un'intensa attività

di

adat-tamento, coordinando gran numero

di

funzioni organiche.

In

termini dinamici:

i

processi regolatori dell'omeostasia sono I'espressione

di

una << tendenza

»

del-I'organismo

a

conservarsi. Questa tendenza

si

rivela come

il

<< dinamismo

primario sul piano biologico dell'esistenza >>.

I

processi regolatori automatici non sono però le sole attività assicuranti Ia omoestasia.

La

rottura dell'equili§1io interno scatena rcazioni

più

complesse

di

tipo, non più solo bio-chimico, ma psico-fisiologico;

i

comporiamenti.

così, nell'uomo,

iI

cambiamento di temperatura ambientale suscita non solo pro-cessi fisiologici

di

autoregolazione, ma anche vafie rcazioni comportamentali: dallo spostamento verso un angolo ombreggiato, fino alle meraviglie dell'edilizia moderna

e dell'atia condizionata.

In alffe parole: nell'uomo, la rottura dell'equilibrio biologico non esiste solo come

t59

stato biochimico, ma

si

teelizza anche come sensauiofie, speriEentata

e

vissuta,

/i

ilisagio e d.i bisogno di ristabilire I'equilibrio a

mwo di

reazioni significative,

ema-o-ìi

drU'ro-o iome ,,nità vitale psico-fisica. Tali reaÀom sono aPpunto le << con-dotte »>, che tendono a <( ridurre

» iI

bisogno sentito, riportando

il

benessere

fun-aonale dell'organismo. Sul piano psicofisiologico, esiste dunque la tendenU 4 coTlser aarsi, e ad. esfand.ersz, che

t il

piincipio dinamico delle diverse forae frnalizzate e significative di condotta.

Ma conservarsi e svilupparsi sul piano biologico implica un contatto e il.?lo

scartbio con

la

slera biologica arnbientale.

La vita

otganica dice essenzial'

mente opertara sull'ambiente, orientamento dinamico all'interazione biochi' mica (es.

la

f.ame provoca

la

tendeaza a ricercare

il

cibo nell'ambiente circo-stante).

La

mancanza

di

questi contatti

e

scambi

si

ripercuote sul piano psichico, evocando << bisogni sentiti

» e

provocando << compoftamenti >> adeguati, desti' nati

a

soddisfate

il

bisogno frustrato.

Ed è

proprio nel contatto biologico e

<( mediante »> questo che l'organismo si conserva e si §viluppa.

L'uomo, anche nella sfera biologica, non

è

polarazato vefso se stesso. Vivere è

aprirsi all'altro da sè. L'intensita de[a vita è condizionata alla varietà e intensità dei càntatti e degli scambi. Senza'tali coÀtatti (o per mancaoza di << apporti»> esterni o per dificoltà àele vie di accesso), soprawiene iI sofiocamento e la morte.

Si può concludere, al7ora, che sul piano psicofisiologico

è

accertata

la

pre-senza

iei

due bisogni e, corrispondentemente, delle tendet,e fondamentali, di cui sopra:

it

bisoino

di

consàroazione

e di

espansione oitale

- il

bisogno di

contatio e

di

scaàbio con I'arnbiente. Tah bisogni sono intimamente connessi

e interdipendenti.

l.[ore.

- Il

modo d'essere e di mani.festarsi dei bisogni biologici e psicofisiologici

« umani »>, è, nell'uomo, specif,camente umano (date le potenzialità conoscitive e cu native che gli tooo proprie). Così,

il

bisoguo di cibo non spinge solo l'uomo a placare La fame certando una preda, ma è sentito dal suo esserc totole. Egll

lo

percepisce non solo come dolorei ma come situazione significativa (come pericolo pet tatta.

la sua esisteoza).

Di

qui

la

risonrttra afiettiva maggiore che possono avere

in

lui

anche qrr.sti bisogni bìologici, e I'attivita molto più

f{Pja

e complessa dispiegata per sodisfatli (ad À., tutta I'attività economica e industriale),

Sur- preNo Psrco-socrAlE

135

L'esistenza e

la

forza di un bisogno

di

conseroarsz e

di

imporsi socìalrnente

è, nell'uomo, evidente.

L'uomo resiste istintivamente all'isolameoto

e

alla << morte sociale », ma tetrde con eguale forza a rron scomPatire come Pefsona

fl

gruppo sociale. Sono

espres-160

sione

di

tale bisogno,

gli

sforzi

fatti

oall'uomo per <( essere qualcuno >>

in

mezzo agli altri (che trovano oggi possibilità di riuscita soprattutto sul piano professionale, della << carriera

»: di

qui I'interesse enorme che questa suscita). Inoltre,

vi

è pure connessa l'esigenza di << autodeterminarsi liberr-ente »>,

di

non divenire puro <( stru-mento »>

o

ruota anonima e passiva

di

un ingtanaggio sociale

o

eponomico, ma di imporre un proprio timbto personale alla vita e al lavoro. (Esperienze

di

psicologi industtiali

-

come Kaa e Mayo

-

hanno dimostrato che anche

il

rendimento

lavo-rativo dipende in buona parte dalla possibilita hsciata all'operaio

di

eseguire

iI

suo

lavoro

in

modo libero e personale, e dal clima

di

rispetto e

di

considerazione che trova attorno a sè).

Resta dunque accertata

la

consistenza

di un

bisogno umano

dt

rcaltzzarsi come persona <( autonoma >> nell'ambito della vita sociale.

Ma accanto a questo bisogno

-

piuttosto << egoista )>

- di

conservarsi so-cialmente, è vivo anche

iI

bisogno << altruista »>

di

espandersi verso

gli

altri.

È un dato

di

esperienza clinica che l'<« angoscia >> e

il

senso d'insicurezza sono Tegai al senso di isolamento o al dubbio di non potersi espandere socialmente. Quel-l'angoscia si può considerare

il

corrispettivo del senso

di

sofiocamento che colpisce l'organismo impedito

di

raggiungere I'atmosfera ambientale. Certi stati

di

malin-conia »> patologica, dovuti a senso di solirudine, corrispondono a stati di inedia fisio-logica. Anche l'isteria sembra legata sovente a stati

di

abbandono e

di

vuoto inte-riore. GIi psicanalisti insistono su queste connaessioni

ta

malattia psichica e situa-zione sociale (Freud pone la radice dell'ansietà nevrotica nella paura della perdita dell'amore materno; Sullivan lega

il

senso dell'angoscia con

il

timore della << disap-provazione »>, e cioè con la minaccia

di

espulsione dal gruppo).

Questo bisogno di integrazione e partecipazione sociale, si manifesta

-

sul

piano psico-sociale,

-

nelle infinite forme, attive

e

passive, def'anoore (ami-cizia, simpatia, rispetto, sottomissione...), e,

in

generale, nello sforzo

di

svi-luppare la propria personalità

in

un'intensa interazione sociale.

Anche sul piano sociale, le due forme

di

bisogno

-

1a sgeisla »> e <<

altrui-sta »

-

sono intimamente connesse. Nel dono disinteressato

di

sè agli

alui

e

nediante tale dono la personalità si crea e si espande (v. comportamento sociale

del fanciullo

e

dell'adolescente).

Sur, preNo sPrRrruALE

Le due tendenze fondamentali

si

rivelano,

a

questo piano dell'esistenza

e

136

dell'attività spirituale, come bisogno

di

conseruaziofle << esistenziale »>

e di

ìn-te grazione uniaersale.

L'uomo non è solo un organismo che, mediante meccanismi regolatori

e

com-portamenti adeguati tende a conservare << l'ambiente interno r> e Ia sua vita organica;

nè solo un << socio »> che tende a svilupparsi tra

i

suoi simili qensgrvandosi come

<( persona » indipendente e libera; ma ha anche

il

potere

di

aprirsi sulla totalità del reale, di porsi coscientemente il problema del proprio destino e dell'Assoluto. A questo

76t

potere superiore

o

spiritaale, corrisponde dinamicamente l'esigenza

di

cbiarire a se

stesso la propria esistenza sotto la spinta del bisogno d.'essere più completamente se stesso. La pfeoccup.tzione

di

<< salvare la propria anima »> è la traduzione sul piano religioso del bisogno di << conservarsi »> e svilupparsi nell'ordine assoluto, aI di là del

<< dato »> biologico e sociale. Ilnon omnis, flroriot, iI desiderio d'immortalità è

un'espres-sione di tale bisogno.

[t

di D di ogni integrazione biologica e anche di ogni comunioae sociale, I'uomo

ha bisogno

di

una comunicazioDe

e di

una integtazione più universali:

di

sapersi e di sentirsi integrato nell'ordine assoluto dell'esistenza. Forse mai come oggi I'uomo

ha sentito l'angoscia del suo isolamento <( assoluto »>, della sua privazione

di

con-tatto trascendente (esistenzialismo).

La pratica clinica, anche

di

eminenti psicanalisti, ha portato una conferma del-I'esistenza di tali bisogni << spirituali »> (mental needs), che, se frusrati, possono

cau-sare dificoltà psichiche anche superiori a quelle causate dalla frusmazione dei bisogni biologici

" r*idi.

Fromm, psicanalista americano, dichiara che

Io

squilibrio

men-tde è sovente

il

tisultato del fatto che I'uomo non riesce a sviluppare le proprie

responsabilità morali

e

spirituali.

In

un

libto

che ha avuto enorme risonanza in America (La pace della mente), Liebman pone come tesi centrale che l'uomo non può superare ia propria angoscia esistenziale se non avendo fede nel significato della

vita. CiO che può ristabilire l'equilibrio turbato è la fiducia che Dio non

ci

abban-donerà, che da a ciascuno un posto nell'universo, Che parole del genere riscuotano un'eco profonda

in

milioni

di

uomini

è

una conferma psicosociologica

di

quei

bisogni profondi, che sono tanto reali quanto quelli biologici. << Si comprende come prepar"rèbbe male

il

fanciullo alla vita reale e ai suoi grandi problemi, colui che ne edrrcasse solo

gli

interessi e

i

bisogni biologici e abbandonasse

lo

sviluppo dei bisogni superiori ai casi della vita »>.1e

2, LA SITUAZIONE DI CONFLITTO E DI FRUSTRAZIONE

137

Data I'esistenza dei bisogni e delle tendenze,

il

mondo degli oggetti (l'am-biente esterno) appare come un <( campo dtforza » di fronte al soggetto. E cioè,

certi oggetti

o

elementi del mondo che

ci

circonda acquistano

un

valore di

<<attrazione >>

o di

<< ripulsione )>, a seconda che essi

ci

appaiono come

favore-voli o opposti alla tendenza del momento.

Un << campo di forza »

Nel documento SCIENZE DELL'EDUCAZIONE2. DELLE ENCICLOPEDIA (pagine 155-160)