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La fase percettiva

Nel documento SCIENZE DELL'EDUCAZIONE2. DELLE ENCICLOPEDIA (pagine 140-148)

109

Se Ia condotta è una risposta della personafuà

a

una data situazione, tale situazione

si

definisce, generalmente, come

un

complesso

di dati

percettivi.

In

principio dell'azione

vi

è, abitualmente, la conoscenza. La f.ase percettiva è

la

f.ase iniziale della condotta.

La percezione è un fenorneruo conoscitiuo che implica an corutatto dell'orga-nismo con

il

rnondo esterno mediante

gli

organi

di

senso."

Il

mondo percepito è detto << mondo fenomenico »>, che non è possibile ridurre semplicemente ad un passivo rispecchiamento del << mondo fisico »>; enffano a com-porlo anche stati soggettivi di varia nafirra, biologica, psicologica e sociale.

Si pada così di un ambiente << del comportamento »>, in opposizione all'ambiente

« geografico »>, cioè fisico (Kofika).

L'ambiente fisico influisce sull'azione solo per la mediazione dell'ambiente feno-menico. Non

è la

situazione

in

se stessa che

ci

decide all'azione, quanto quello che noi vediamo (e a volte, creiamo) nella situazione stessa. La conoscenza del mondo percettivo (fenomenico) del soggetto è condizione indispensabile per un influsso effi-cace sulla sua condotta.s

1.

I

DIVERSI CAMPI SENSORIALI E LE CONDIZIONI FISICHE DELL'ATIIVITÀ, PERCETTWA

110

La percezione sensoriale si rcalvza secondo modalità differenti. Diversi or.

gani

di

senso, stimolati da eccitanti specifici, provocano sensazioni speciÉche e

irriducibili.

Vi

sono diversi campi sensoriali, corrispondenti a difierenti organi ricettori.

8 Il termine percezione è usato con signi-6cati diversi nei vari manuali di psicologia.

Ta-luni Io usano per indicare tutta l'attività

cono-scitiva, sia sensoriale (percezione sensitiva), sia

intellettuale (percezione intellettiva). Alui Io ri-sewano alla conoscenza sensoriale, di singole

qualità come anche degli oggetti e delle altte realtà sensibili (movimento, spazio, tempo). Al-cuni distinguono tta sensazione e percezione, chia-mando sensazione una perce.ione piìr semplice

ed elementare (quella delle qualità sensibili,

og-getto dei vad organi di senso), e riservando il

termine percezione ai lenoneni conoscitiui più conplessi, all'esperienza di strutture (quali eli oggetti, ecc.).

0 Si veda, al riguardo, l'importanza presa

in psicologia dal <, campo » percettivo in genere

(Cfr. in << Salesianum », a. )Q(II, 1960, pp.

326-354: A, RoNco, Consid,erazioni sopra tfta teorid lenonenologica della personalitò con

riferimen-ti all'opeta di K. Lewin, Combs e Snygg, ecc.),

e in specie dal <( concetto che ognuno ha di sè » (self-concept).

142

Fin dall'antichità, si sono distinti cinque campi sensoriali corrispondenti a cinque

<< sensi » o organi sensoriali: visivo, uditivo, olfattivo, gusrativo e tàttile. La fisiologia

moderna e la psicologia individuano parecchi altri sensi (come quello cinestesico o del movimento, quello cenestesico o della sensibilità interna, ecc.) à distinguono

mocla-lità diverse nella stessa categoria sensoriale. Così tra

i

sensi tattili, si disiingue: l'im-pressione di contatto e di pressione, di temperatura, di dolore, ecc.

È praticamente impossibile che

si

palizzi una << sensazione pura >>, e cioè

limi

tata a

ln

organo di senso o a una sola qualità sensibile. Quando un organo è eccitato, ordinariamente sono eccitati,

in

parte, anche

alri

organi;

in

ogni caio, l'eccitazione rice'"'uta nell'organismo, tende a integrarsi con tutti gti altri awenimenti della vita psichica. ogni « sensazione » tende così a diventare <( percezione » (e cioè ad assu-mere un significato psichico più ampio, a rappresentare una <( cosa )>

o

un aweni-mento).

La << sensibilità >> e cioè I'attitudine

di

un organo sensoriale a essere

ecci

111

tato da un elemento o oggetto dell'ambiente (esterno o interno), dipende

- ta

l'altro

-

dall'intensità dello stimolo fisico. Quale forza devono avere

gli

ecci-tanti fisici (suono, luce...) perchè siano percepiti?

È il

problema dei

limiti

o soglie della sensibilità.

Nelle ricerche sperimentali condotte

in

questo campo (Psicofisica),

si

sono

distinti due

tipi di

soglie:

1.) la soglia assolata: 1o stimolo appena percepibile, cioè

il più

debole che può provocare

la

sensazione;

2) la soglia diferenziale: 7a difrerenza di stimoli appena percepibile, cioè

la più piccola difrercnza di stimoli che provoca una sensazione

di

difiirenza.

La nozione

di

soglia corrisponde a quella

di

rnisura psichica. Per rnisurare, ad es.,

la

soglia assoluta dell'udito

di

una persona,

le si fa

sentire un suono nettamente percepibile (ad esempio, d'intensità 10);

poi

s'indebolisce gradata-mente I'intensità. Se

il

soggetto sente ancora all'intensità 7, ma non più a quella 6, si concluderà che la sua soglia assoluta

di

sensibilità uditiva si trova situata tra 7 e

6

(che rappresentano due grandezze

di

stimolo).

Per un dato campo sensotiale, la soglia difierenziale non risulta un valore asso- 112 luto, ma variabile col variare dello stimolo di base, a partire dal quale si stabilisce

Ia soglia.

Il

fisiologo tedesco, §7eber, ha constatato sperimentalmente

il

fatto che il valore della soglia dift'erenziale

è in

un rapporto fisso con l'eccitante

di

base, è sempre una certa fuazione dello stimolo di base (legge d.i Weber). Es. supposto che per un peso

di

L10 grammi la soglia rlifierenziale sia 10 grammi (e cioè

il

2" peso con cui si confronta sia 110 grammi), per un peso

di

1000 grammi,

la

soglia sarà

di

100 gtammi.

Il

valore assoluto della differenza è vatiato, ma

il

valore relativo è

timasto lo stesso: nei ,due casi la soglia relativa è

di

1/10. Espressa

in

forma mate-matica, la legge di §7eber si esprime così:

dR

f

R

113

dove R (dal tedesco Relz, stimolo) è I'oggetto che serye come termine di confronto;

dR

è

l'incremento che deve essergli aggiunto per ottenere una difierenza appena percettibile; C è una costante, cioè la soglia difierenziale, che è

di

1/30 per

i

pesi

e l/L00 per le linee.

Un altro fisiologo tedesco, Fechner, riprese le conclusioni

di

§7eber, precisando matematicamente la relazione funzionale tra stimoli fisici e intensità delle <<

sensa-zioni » corrispondenti. Egli così riformulò la legge

di

§7eber: << mentre

gli

stimoli

crescono in progressione geometrica, le sensazioni crescono in progressione aritmetica;

il

rapporto tra stimoli e sensazioni è quindi rappresentato da una cuwa logaritmica.

E ciòè, le sensazioni sono proporzionali al logaritmo degli stimoli »> (legge

di

'Weber e Fecbner). Matematicamente:

S=C log.R

(dove.§:sensazione,

R:stimolo

e

C

:

costante, da determinarsi sperimentalmente).

A

questa legge sono state fatte varie obiezioni,lo non solo pet

la

pretesa di Fechner di dare con essa << un'espressione generale dei rapporti tra spirito e corPo )>, ma anche perchè ricerche ultetiori hanno dimosmato che tale legge vale, con sufi-ciente appiossimazione, solo nei casi

di

stimoli

di

valore medio, lontani cioè dalla soglia assoluta inferiore e dalla soglia massima sopportabile.

2. IL CAMPO SENSORIALE VISIVO

Non potendo allargare

la

trattazione a

tutti i

campi sensoriali,

ci

Iimitiamo a quello visivo, che è ua

i

più studiati e che meglio si presta all'impostazione

di

problemi generali, riguardanti la natura del processo percettivo. Sorvo]iamo sugli elementi fisiologici, già

noti, per

descrivere alcuni degli aspetti

fonda-mentdi dell'esperienza visiva.

Aspetto qaalitatiao.

-

Si

ratta

delle varie qualità luminose oggetto del-I'organo visivo, che si possono raccogliere

in

due gruppi: cromatiche (colori) e

acromatiche (continuo dal bianco

al

nero, attraverso

la

gamma dei grigi).

il

contenuto della sensazione visiva può così variare pet

i.

colore

o

tinta, per la cbiarezza (minore

o

maggiore mescolanza della tinta con

la

gamma dei grigi) e per la saturazioile (minore

o

maggiore diluizione della tinta nella luce acro-matica).

Gli psicologi hanno sfudiato tutta una serie di fenomeni ctomatici e luminosi, giungendo alla formulazione di leggi diverse (es. leggi sulla mescolanza dei colori, leggi sul contrasto, ecc.).

L'interesse psicologico di queste ricerche sta nella possibilità, almeno teorica, di stabilire, ad esempio, l'infusse deprimente »> o << esaltante »> di determinate ambien-tazront (muri, mobili, otaamentazioni...).

In

pratica, non

si

può ancora disporre oggi di criteri oggettivi per tah apphcaziont.

r0 Cfr. G. ZvNrxr, Psicologia. Brescia, Mor-cetliana, 7962, pp, 46-68. Si veda pue C. E.

Oscoo», ùlethod and Theory in Expeimental

Psycbologx. New York, Oxford Univ. Ptess,

79fi, pp. 75-77.

744

Aspetto stratturale.

- Si uatta

delT'organizzaziore

in

unità percettive

o

114

raggruppamenti di stimoli luminosi. La percezione di un oggetto è la percezione

di

un complesso unitario

di

molteplici stimolazioni personali. Queste unità si possono presentare sotto tre forme: statica, cinetica (o

di

movimento) e dina-mica. Diremo più a lungo della prima e accenneremo solo alle altre.

fr

pururo Dr vrsrA srATrco: LA << FoRMA )>

Per << forma »> s'intende

- in

psicologia scientifica

-

un gruppo d'impres- 115 sioni sensoriali costituenti un'unità e separate dal resto. Esse corrispondono a

una << figura >> che si distacca da uno << sfondo »>.

Lo psicologo danese Rubin ha compiuto

i

primi e più importanti studi sul

rap-porto tra figura e sfondo. << Figura >> non è, qui, solo termine geometrico indicante

un disegno con linee

di

contorno, ma indica

in

generale una <( struttura »> unitaria

di stimoli nello spazio.

La figl::a è elemento caratteristico della forma, ma questa implica pue uno sfon-do, dal quale la figura si distacca e a cui si oppone.

Frcc. 3 s 4.

Figura e sfondo, loro altemanza (secondo Rubin). Sj pnò oedeft alternatiuameile il uaso o i Profili

anail, la ctoce lormata da rag4i o da cerchi concentici. Si ttoti cbe qaesla inttetsione di percezione

aon dipelde da ,ana conoscenza delle diuerse figre possibili, ma da una modifrcazione della pu'

cezioxe stessa, che paò esseft ptoooctttd ilo slono aolontaio, ma spesso accade spontazeomerrre e i"*rpettdtamente' (r" ossetto

'!,Lifij!i,,1!""1.:f,r':rf"::,!'li":ff"::"'

torma con qilesto at' con'

Dal punto di vista psicologico, una figua non lisulta da una somma

di

ele-menti, la cui stimolazione locale detetminerebbe

i

caratteri

in

modo invadabile.

Una figura ha un'unità, una <( struttura », trella quale

opi

parte possiede una

<< funzione »>, che può variare

in

figure diverse, come una patola cambia di

significato

in

contesti divetsi.

4

145

--_

116

La realtà

di

questa orgaazzaaone della figura

e

della variabilità fenomenica delle sue parti è dimostrata da molte situazioni sperimentali. Così nelle figure << am-bigue >>,

la

frgora resta oggettivamente identica, mentre

le

parti, variando

di

fim-zione, provocano percezioni diverse (fig. 5).

Frc. 5.

Figura Eeometrica d.al rilieuo anbiguo. Le uarie

linee e saperfrti possono »ariare di lanziore e

nod.ifr.care istdfitaneaflefite l'aspetto sensibile

del-la fieura (i cubi possono sernbrare ix un prino tenpo sette e cone sospesi; in segailo si

pos-so?to nrltare in sei cabi, tre appoggiati sul

lon-do della figura e gli altri soorapposti a pira-nide). Si nokra cot?te nel passaggào da una

«lorma>> all'alna, si abbia an'irnpressione di lapido tzouir?rento nella frgura; che I'inuersione non aouiene senpre anche quando lo si uoglia, mentrc s'inpone a oolte spoxtaneanente; che la coltoscefiza anteriore di ciò che si deae uederc è condizione faaoreaole, na fio?, necessaria

sulfi.ciexte, per il ruatanento di << lorxza ».

L'unità reale della figura è dimostrata anche dai fenomeni delle cosiddette illu-sioni ottico-geometriche »>, Queste notr sono dovute a cause fisiche esterne (come nella

ifuaziote), ma alle leggi stesse della percezione, che tende sempre

a

mantenere I'esperienza di totalità. Così. I'aggiunta di altre linee a una figura <( modifica tutte le sue proprietà geometriche apparenti >>: gtande?za, direzione, forma, ecc. (frg.6,7,8 e9).

Frc. 6.

Le linee oilzzoilali della fre. 6 sono tutte parallele,

ma ciò non appore a causa dell'orientanento generule delle altre linee.

t17 Da che cosa risulta la distinzione ffa frgwa e sfondo? come si spiega

il

for-marsi

di

una impressione

di

totalità? perchè

il

campo sensoriale

si

spezza in totalità (oggetti) molteplici

e

distinte? quali sono

i fattori

delT'organizzazione percettiva?

L'esperienza passata del soggetto (cioè la sua memoria) spiega già una parte del fenomeno: noi percepiamo oggetti distinti, anche perchè

li

abbiamo già

co-146

nosciuti come tali

o

sono simili ad altri già noti. Ma per

gli

oggerti che sono

visti

per

la

prima volta,

la

percezione globale non

si

spiegherebbe che rico-noscendo l'esistenza

di

<< unità o forme »> primitive.

,

tl mf

:I:

c

l, lll CI,[

I

c€H >----<(_)

o

Frc. 7.

Nella fig.7, le lungbezze oailano fe-nonenicamenle, per influsso di

ele-mexti parziali.

Frc. 8.

Le cinque lorme (tre cerchi e dae triancolil tendono a inporsi, anche se i loro elemeati not sono corapleti. Sia i triancoli cbe i cerchi

tel-dono a complelarsi, con eaidefite inpressione (lenonenica) di sourapposizione.

Ftc. 9.

It ficura a non è di-stratld itt b (poichè le

linee aggiunte lrot

co?i-trastatto la struttara di a),

?ild non è più

risconlra-bile (fenomenicamente) in c, doae le parti di a can-biano funzione e

concol-rono a lotmate la nuooa sttitttr.lra c, totteraente.

organizzata.

o o

b a

c

118

tt9

tzo

Che I'espetienza del tutto e cioè

di

forme globali sia immediata e primifya,

I

stato sostenuto e provato da una nota scuola psicologica tedesca, delJa Gestaltpsycho-logie (Gestalt, in tedesco

=

forma), fondata da §Tertheimer, Kòhler e Koffka.

Contro

gli

elementadsti assodazionisti, essi negano che

la

percezione

di

un

oggetto sia un processo

di

<< sommazione >> meccanica

di

parecchie sensazioni (delle

difierenti << qualità »> sensibili dell'oggetto)

e

ritengono che nella percezione

si

ha

esperieoza << diretta »> e immediata della struttura globale

o

Gestalt, senza la

media-zione di sensazioni distinte vere e proprie.

Supposta la realtà originaria e indipendente delle varie <( forme »>,

i

<< gestaltisti >>

si sono chiesti quali sono le << condizieli »> dell'apparire delle forme,

i

<< fattori di organizzazione »> del campo visivo

in

unità distinte (oggetti). Tra queste condizioni sembrano importanti: condizioni

di

<< vicinanza »> (elementi vicini tendono

a

for-mare rn gruppo unitario), ssn.lizioni

di

<< somiglianza >>,

di

<< direzione comune )>,

di

<< posizione r>,

di

<( tendenza al completamento » (alla chiusura),

di

<< regolarità »>,

di 11 5imms11ia >>, ecc.

l*

leggi della struttura ulritaria, che sono state dedotte dall'analisi delle varie condizioni

di

strutturazione percettiva,

si

possono riassumere nel principio della

<< buona forma »>, e cioè << la più semplice e la più regolate » (legge della pregnanza).

Ogni forma regolare tende a imporsi, a conservarsi, a completarsi

e a

correggersi guando intervenisse qualche irregolarità.

Merito delTa Gestalttbeorie è quello di aver provato sperimentalmente l'esistenza delle forme »>, e cioè che l'esperienza percettiva è esperienza immsdi4h di totalità (di oggetti strutturati), e

di

aver messo in evidenza le condizioni dei processi

orga-ntnativi. Inoltre,

la

sua insistenza sui poteri organizzativi, sulle capacità

di

intui-àone (ixsight), ecc. ha battutto

in

breccia le tesi meccanicistiche e elementaristiche del behaviorismo.

Tuttavia si contesta a17a Gestalttbeorie la pretesa di voler essete una psicologia

te anche una filosofia) che spiega fittta la realtà psichica, partendo dal concetto di

« forma »> (esteso anche al campo fisico e fisiologico: isoruorfismo). fucerche recenti hanno dimostrato l'apporto dell'apprendimento nella percezione, e precisamente nel-I'approntare delle << forme >> o << ipotesi )> percettive,rr che vengono quindi applicate aflieìperienza sensoriale. Perciò

il

fatto che una << forma »> sia applicata

a

prefe-renzt

di

un'alra non dimosra che sia innata. Ad es.,

in

diverse culture

gli

stessi

fatti, gesti, awenimenti sono diverso-ente Percepiti.

è accettabile la << negazione della sensazione »> come processo conoscitivo delle quafita, indipendente dal processo di percezione delle forme globali. << La percezione della forma è sempte immsdia12, sebbene non tutti

i

suoi elementi, intesi nel senso recetrtemente altri autori gestaltisti (come Asch) hanno dinostrato maggiote cautela ideologica.

148

L'importanza psicopedagogica delle ricerche sull'organizzazione percettiva,

l2l

sta nel fatto che esse hanno dimostrato Ia realtà e L'efrcienza

di

strutture

men-tali

unitarie, che tendono

a

tufroruarsi

e

ad allargarsi, ma sempre << organica-mente », col crescere dell'esperienza. La coscienza è un complesso organico di strutture unitarie.

Lo

sviluppo awiene per << integrazione »)

e

non per << som-mazione

» di

elementi, per risffutturazioni successive del campo percettivo, e

non tanto per associazione meccanica di dati sensoriali e intellettivi. <<

I

metodi

educativi devono porre l'accento su77'organizzazione delle risposte

e

dei com-portamenti tn sisterni

di

idee e

di

atti strettamente coordinati »>

"

(v.

la

ffatta-zione sull'<< apprendimento »>).

L,

puNro Dr vrsrA crNETrco: TMpRESSIoNE Dr MovrMENTo

L'impressione

del

movimento

è

una percezione << unitaria »>. Essa

coni-

122

sponde a una <( discontinuità >>

di

eccitazioni successive

di

punti difierenti della retina. Quindi, a una discontinuità

e

molteplicità sul piano fisico corrisponde una impressione unitaria sul piano psicologico (fenomenico).

L'impressione

di

movimento unitario si ha sia quando

si

osserva

il

movi-mento reale

di

un oggetto e sia quando uno stesso oggetto si fa apparire suc-cessivamente in punti diversi dello spazio, senza che ci sia reale movimento

del-l'oggetto da un punto all'altro (fenomeno stroboscopico).

Oltre

la

condizione della discontinuità

di

eccitazione successiva dei punti difierenti della tetina, l'impressione

di

movimento esige

la

percezione

di

un

<< quadro

di

riferimento

».

Esempio:

Un

punto

in

movimento,

a

piccola

ve-locità, visto

in

una camera oscr.ra, non è percepito

in

movimento; basta dargli un quadro

di

riferimento

in

un altro punto luminoso fisso, perchè sia visto

su-bito in movimento.

In

generale,

il

campo visivo che circonda l'oggetto in movi-mento fa da sistema

di

riferimento rispetto all'oggetto incluso (legge d.ell'inclu-siorue).

Si può concludere che I'impressione

di

movimento, pur risultando da

ecci-tazioni discontinue

e

successive, possiede

un

chiaro catattete

di

<< forma

».

E si tratta qui pure di una <( struttura »>,

di

un processo unitario, nel quale

i

pro.

cessi parziali (le eccitazioni discontinue e successive) condizionano la forma to-tale, ma perdendovi la loro individualità.

IT. PTTNTO DI VISTA DINAMICO: IMPRESSIONE OT CEUSETTTI.

Si

tratta dell'impressione

di

azione

di un

oggetto sull'altro (per es., una lZ3 palla

di

biliardo che ne colpisce un'altra, provocandone

il

movimento). Si ha

al7ora la percezione

di un

<< rapporto

di

dominanza >>

di un

oggetto su

di

un ra A. GetBs et al,, Educational Psycbology, New York, Macmillan, 1948, p. 120.

124

altro. Anche qui, l'impressione

è

unitaria, ha carattere

di

<.< forma ,>:

a

una

molteplicità

di

eccitazioni dal punto

di

vista fisico, corrisponde un'impressione

di

struttura unitaria, dal punto

di

vista fenomenico.

A.

Michotte, dell'Università Cattolica

di

Lovanio, ha condotto esperienze ingegnose

e

definitive sulla percezione della causalità fisica.t'

Nore.

-

Si può parlare

di

un'<< educazione dei sensi »>?

Concludendo

la

trattazione sull'attività sensoriale,

ci si

può chiedere cosa può significare

-

dal punto di vista psicologico

Nel documento SCIENZE DELL'EDUCAZIONE2. DELLE ENCICLOPEDIA (pagine 140-148)