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- Funzioni psichiche:

Nel documento SCIENZE DELL'EDUCAZIONE2. DELLE ENCICLOPEDIA (pagine 169-175)

a)

al7'afrermazione

di

sè;

nel suo aspetto gradevole

o

positivo:

i

sentimenti

di

fiercza, amot proprio, orgoglio, vanità...;

b)

alla di{esa

di

sè:

nel suo aspetto positivo:

i

sentimenti di disprezzo, dsentimento, odio, vendetta...;

nel suo aspetto negativo:

i

sentimenti

di

apprensione, ansietà, paura, angoscia...

2.

Tenderuze sociali; sentimenti aluuistici

». Si

riconnettono alle:

-

Funzioni sessuali e familiari:

nell'aspetto positivo:

i

sentimenti di amore, tenetezza, attaccamento..,

nell'aspetto negativo:

i

sentimenti

di

tistezza, desolazione...

-

Funzioni sociali, propriamente dette,

le

tendenze:

a) al gregarismo:

nell'aspetto positivo:

i

sentimenti

di

sicutezza, dipendenza...;

nell'aspetto negativo:

i

sentimenti

di

insicurezza, isolamento...l

. b)

alf inlitazione, subordinazione, sommissione;

nell'aspetto positivo:

i

sentimenti

di

approvazione, fiducia, rispetto, ammitazione, venerazione... ;

nell'aspetto negativo:

i

sentimenti

di

inquietudine, insicurezza, ab-bandono...;

c)

alTa simpatia, benevolenza, altruismo:

nell'aspetto positivo:

i

sentimenti

di

pietà, amore, amicizia...;

nell'aspetto negativo:

i

sentimenti

di

rincrescimento...

3.

Tendenze esistenzialit sentimenti riguardanti

il

rapporto dell'esperienza attuale alla totalità della propria vita

e

alla totalità dell'Universo. Essi danno luogo

a

<< sentimenti superiori »>,

e

specialrnente a:

L) sentimenti

di

curiosità, verità, cettezza, incefiezza, dubbio, ecc., cor-rispondenti alle tendenze verso

il

<< vero >>;

2)

sentimenti

di

contentezza, pace, soddisfazione morale, generosità,

t7l

carità, colpevolez2a, rimorso, responsabilità, ecc,, corrispondenti alle tendenze verso

il

<< bene >>1

3)

sentimenti estetici

di

armonia,

di eq,ilillie, di

splendore,

di

brut-tezza,

di

banahtà, ecc., corrispondenti alle tendenze vefso

il

<< bello ».

-

Quando queste tendenze superiori sono

in

gioco, nel caso

di un

og-getto <( sociale )>, esse danno origine

a

sentimenti

di

amore, benevolenza,

ca-rità,

dedizione...

di un livello

ugualmente superiore: amore

e

carità disin-teressati.

Secondo

gli

<< oggetti >> delle tendenze, si potranno distinguere diverse sfu-mature

di

sentimenti: es. amore per

un

congiunto (coniugale), per

i

genitori

(filiale), per

i

compagni (amictzia), per

la

nazione (patriottismo), per

Dio

(re-Iigione, nel senso attivo), ecc.

148

Lo

stato afiettivo influisce profondamente sulla costruzione

di

una sana motivazione della condotta. La maturità morale

è

condizionata da un'integra-zione delle tendenze

e dei

<< motivi >>,

e da un loro

stabile riferimento ad una gerarchia di << valori ». Tale integrazione non è possibile senza una certa ca-pacità << intellettuale »> di proporsi dei sistemi

di

valori, che motivino l'azione e

portino alla rinuncia della soddisfazione immediata. Tale capacità

è

propria solo dell'adulto ben formato.

Il

bambino, che non dispone

di

poteri

intellet-tivi

sufficienti, raggiunge

i

valori

e si

motiva aJl'azione coerente solo atffa-verso

il

rapporto afettiao con le persone che

lo

circondano, prima fra tutte la madre. La rinuncia al proibito e

lo

sforzo per una condotta Iodevole sono

mo-tivati

alloru dal desiderio dell'afietto e della stima dei genitori

e

degli

educa-tori. Il

principio

è

confermato dall'esperienza, che rivela con quanta impres-sionante frequenza la delinquenza minorile sia Tegata

a

fatti

di

frustrazione

af-fettiva (estrema severità

o

indifierenza afrettiva,

in

famiglia

o in

istituto).

Suiluppo morale

e

suiluppo affettiuo sono interdipendenti.za

2. LE REAZIONI EMOTIVE

Netune E TrPr DI EMozroNr

L49 Le

reazioni emotive (paura, gioia, collera...) possono essere considerate come aspetti della vita afrettiva

o

come delle azioni.

fn

questo secondo senso, esse appaiono come de77e reaziorui innate,

simili

alle condotte istintioe, che

però presefttano certi caratteri specifici, sopratnttto quelli propri della lase af-fettiua, e inoltre hanno un aspetto

di

sregolatezza,

di

disordine,

di

disorganiz-zazione, che rivela un livello

di

adattamento poco elevato.

2a Cfr. F. Mecrsrnrrrr, Il nondo afrettioo del fanciullo. La Scuola, Brescia, 19j3.

1,72

Come la condotta istintiva, 7a teazione emotiva presenta un carattere << in-nato )> e l'aspetto

di

comportamento « globale >>, cioè complesso e interessante

tutto

l'organismo; inoltre implica pure l'azione dei bisogni

e

delle tendenze.

Essa ha un carattere afiettivo accentaato; include, cioè, una tendenza d'in.

tensità molto elevata. La forma di comportamento shg imFlica

è

disorganizzata, sia internamente che esternamente (teazioni violente, senza

c

tatterc

dt

adatta-mento preciso).

Si può allora definirc 7a rcazione emotiva: reazione inruata, relatiaarnente complessa, con carattere affettiao molto accentuato e coft uru deterrninato aspetto

di

disorganizzaziorue e, quirudi, un certo grado

di

disadattarnento.

Si

possono distinguere cinque

tipi di

emozioni principali, corrispondenti 150 aglt << afretti >> elementari:

1) emozione

dt

sorpresa

o di

stupore (emozione-choc), corrispondente all'afietto o sentimento

di

interesse o curiosità;

2)

l'emozione

dt

gioia, corrispondente all'afietto << piacevole »>;

3)

I'emozione

di

tristezza, corrispondente all'affetto << spiacevole »»;

4)

I'emozione

di

paura, corrispondente all'afietto << spiacevole >>, ma

dove

lo

stato

di

contrarietà appate sotto forma

di

minaccia (dominanza del-l'oggetto);

5)

l'emozione

di

collera, corrispondente all'afietto << spiacevole »>

e

in-sieme all'afietto << piacevole » che si manifesta con una reazione insieme

di

av-vicinamento e di fuga; l'ostacolo provoca difesa attiva (dominanza del soggetto)

(conflitto

di

ambiualenza).

Come ogni condotta,

la

rcazione emotiva possiede una f.accia interna e

una

151

esterna. La f.accia interna è quella ora sottolineata ne77a descrizione dei

tipi

di emozioni.

La

f.accia <( esterna

» è

rappresentata, almeno nel primo momento, da ri-sposte motrici incontrollate, e da una vasta serie

di

rcazioni dipendenti dal si-stema nervoso autonomo, che interessano:

- la

cfucolazione: acceleruz.tone

o

rallentamento del ritmo cardiaco;

vaso-costrizione

o

vasodilatazione;

- la

respirazione: accelerazione

o

rallentamento

del ritmo

respiratorio, aumento o rliminuzione

di

ampiezza del medesimo;

- la

digestione: arresto delle contrazioni dell'esofago, dello stomaco, del-I'intestino;

- le

secrezioni: arresto

o

accrescimento (saliva, lacrime, sudore...). (Alle vafiazioni delle secrezioni delle glandole sudoripare corrispondono variazioni della resistenza elettrica della pelle: riflesso psico-galoanico).

Accanto a teazioni

di

tipo viscerale,

vi

sono pure reazioni

di

atteggiaruento

c di

rninica.

Es;

L) reazioni muscolari

(temito,

variaziont del tono musco-Iare, ecc.);

2)

reazioru d'espressione propriamente detta, nei muscoli della faccia

(gioia, ttiste:zza...), nelle membra (mani levate, difesa, fuga...).

L52

Queste rcazioÌi, considerate isolatamente, non sono molto tipiche e specifiche per ciascua tipo di emozione, ma esse costituiscono dei complessi, abbastanza unitari; vi sono cioè degli atteggiamenti generali, più

o

meno tipici, delle dilferenti emozioni.

L'educazione e l'ambiente sociale possono influire sullo stabilirsi

o il

modificarsi di certe espressioni emotive (e dat ragione, quindi, della relativa diflerenza che si riscontra nelle espressioni emotive dei diversi popoli

e

razze).25

Teonrn sULLA NATURA DELLE EMozroNr

l.

Teoria centrale (propria del senso comune).

Lo stimolo o eccitante dà luogo a un fenomeno di percezione, di conoscenza.

L'oggetto, entrando

in

rapporto con una tendenza, riveste un certo significato e luogo a una <( esperienza afrettiva » (faccia interna) che, a sua volta, provoca delle reazioni organiche determinate (f.accia esterna). Così, ad es.,

si

piange

perchè si prova delTa tistezza; si trema perchè si ha paura, ecc.

2. Teoria perilerica (James-Lange).

Lo

stimolo provoca direttamente delle reazioni organiche caratterisdche (faccia esterna) e queste, una volta che sono percepite, danno origine oJla f.accia

interna dell'emozione. Così, non

si

piangerebbe perchè

si è uisti,

ma

si

sa-rebbe

risti

perchè

si

piange.

La f.accia interna è ridotta alla percezione più

o

meno confusa delle mani-festazioni organiche, cioè della faccia esterna. Aver paura

è

sentirsi tremare, inrpallidire, fuggire.

E

quindi, se non

vi

è alcuna presa

di

coscienza delle

rea-zioni organiche, non

vi

sarà faccia interna dell'emozione, non ui sarà effiozione.

Senza percezione dell'aspetto organico, l'aspetto

di

coscienza resta puramente

<< conoscitivo »), non emotivo. Prova: sembra che non si provi veramente una

emozione, se non si prende l'atteggiamento tipico

di

quella emozione (vedi, ad es.,

gli

attori).

Critica.

- 1)

L'osservazione introspettiva mostra che quello che costituisce l'aspetto interiore dell'emozione non è tanto la percezione o coscienza delle reazioni organiche concomitanti, ma

lo

svolgetsi

di

processi propri, con caratteri particolari, specie

di

tipo afiettivo.

2) Buona parte delle reazioni organiche sono ignorate dal soggetto (così iI

riflesso psicogalvanic o, 7e v atiazioni nella circolazione, ecc. ),

3) Certe reazioni organiche si presentano pure

in

rcaziori non emotive. Es. si uema di pauta, na anche di freddo;

il

ritmo della circolazione si accelera anche nella corsa, e non solo nella gioia, ecc.

25 Cfu., a proposito di questo relativismo nell'espressione emotiva, S. E. Ascu, Psicologia

Sociale, Toino, SEI, 1958, cap. VII: <r L'e-spressione delle emozioni >>.

1,74

In

realtà, faccia interna e faccia esterna sono due aspetti essenziali della rea-zione emotiva: non si può ridume uno dei due aspetti all'altro, facendone uno

la

causa

o la

percezione dell'altro. Ciò che costituisce propriamente

la

faccia

interna del comportamento emotivo non è tanto un'attività

di

tipo conoscitiuo, ma un'attività

di tipo

speciale, che possiede

un

caratrere proprio

e

iriduci-bile alla pura conoscenza

il

carattere afettioo, Iegato al destino delle tendenze.

3. Teoria talarnica (Cannon, Bard).

La

rcazione emotiva

è un

fenomeno che ha origine

al

Iivello fisiologico delle regioni talamiche

e

ipotalamiche (cervello intermedio, diencefalo), sotto l'effetto

di

una eccitazione generalmente periferica. Da questa regione, l'ecci-tazione raggiunge << simultaneamente

» la

corteccia cerebrale (faccia interna) e

gli

organi

di

reazione esterna (faccia esterna). Faccia interna

e

faccia esterna appaiono quindi simultaneamente

e

parallelamente, senza che una abbia una preponderanza essenziale sull'altra. Ciò sembra corrispondere meglio alla

de-finizione data

più

sopra del fenomeno emotivo. Si deve però aggiungere che, specialmente nell'adulto, l'emozione spesso sorge

più

dafla valutazione dello stimolo, paragonato con I'esperienza precedente

o

con

un

sistema

di

valori, che non dallo stimolo stesso.

In

questi casi

la

corteccia, oltre ad inibire le manifestazioni eccessive (come afierma 7a teoria talamica), assume una fun-zione eccitante dello stato emotivo.

SrcNrrrcero

E

FLrNzroNE DELLE REAzroNr EMorrvE

Le emozioni sono solo delle reazioni disordinate, seiza finalità, senza

uti-

153

lità

per l'organismo, degli << sgorbi dell'istinto >>?

Si pensa che Ie emozioni abbiano una funzione positiva, ma di livello molto elementare: sarebbero risposte semplici, energiche

e

violente, destinate

a

far fronte, con mezzi grossolani, ma spicci e rapidamente messi

in

azione, a situa-zioni urgenti e d'importanza vitale per l'organismo.

Per Janet,

la

rcazione emotiva sarebbe

un

derivato dell'azione adattata;

quando questa non può rcalizzarci (per la troppo grande novità della sifuazione,

la

debolezza e la depressione del soggetto, ecc.),

la

tendenza si attuerebbe con reazioni

di

un livello inferiore. L'emozione sarebbe l'espressione

di

un'insuffi-cienza d'adattamento.

Ir coxrnono

DEGLr srATr EMorrvI

È noto (v. psicologia del fanciullo) che lavita emotiva presenta uno sviluppo 154 caratteristico, che

nbia

alla nascita (con comportamenti emotivi diffusi,

indifie-rcnziati e intensamente esteriorizzati) e si svolge fino alla maturità adrita, atua-verso un processo di progressiva specificazione delle rcazioni emotive, e

di

con-trollo sempre stabile delle loro manifestazioni. La condotta emotiva con l'età diventa sempre meno caotica, meglio adattata alla situazione e anche

più

so-cialmente accettabile. Ciò dimostra che

la

rcazione emotiva non

è un

pufo

<< riflesso >>, ma implica un'azione impulsiva,

più o

meno assoggettabile

a

un

otientamento

e a un

controllo volontario. Blatz così conclude

un

suo studio della condotta emotiva dei bambini: << Pedagogicamente,

si

dovrebbe dedurre che l'educazione emotiva può progredire coll'aiutare

il

bambino

a

sviluppare forme

più

adeguate

di

comportamento, riducendo così

la

prevalenza della condotta non adafiata.

Il

castigo o la pura disciplina in questo campo non fanno che aumentare

iI

tono emotivo... Occorre invece f.aciTttarc l'apprendimento di una condotta adattata, con

un

aiuto

e un

esercizio intelligente,

e

esigendo

solo quanto corrisponde

al

grado

di

maturazione ».'u

Fa parte dello sviluppo emotivo non solo l'apparire progressivo

di

forme specifiche

di

esperienze emotive, ma anche

la

<< capacità

di

inibizione

»

degli impulsi emotivi e delle loro manifestazioni, e

la

capacità

di

provare emozioni legate a tendenze superiori.2T

26 W. E, Brerz and A. D. Mrlrrcuervp, Tbe deoelopnent ol emotions in children, Univ.

of Toronto Srudies. Cbild Devd. Series, n. 4

Univ. of Toronto Press, 19.15, p. 44.

zz Cfr. I'ottima monografia, in due voll.,

di M. B. AnNor.o, Emotion and Personality,

New York, Columbia University Press, 1960,

e l'opera molto citata di D. A. Pn-ascorr, Enotion and the Educatiue Process, Vashi.gton, American Council on Educatioa, 1938.

776

Cepmolo VI

Nel documento SCIENZE DELL'EDUCAZIONE2. DELLE ENCICLOPEDIA (pagine 169-175)