GAZZETTA SETTIMANALE
SCIENZA ECONOMICA, F IN A N Z A , COMMERCIO, BANCH I, F E R R O V IE , IN TE R E S SI P R IV A T I
Anno XXXYII - Yol. XLI
Firenze, 2 Ottobre 1910
» . 1900
SOMMARIO : A. J. d b Jo h a n n i s, Lamenti socialisti — Il catenaccio sugli spiriti — Sul prezzo del
grano 1910-1911 — Le abitazioni popolari in Aquila — RIVISTA BIBLIOGRAFICA : Prof. Jacopo
Tivaroni, Storia del debito pubblico del Regno d’ Italia, Il debito pubblico dal 1876 al 1906 - D r.
Hermann Albert, Die geschichtliche Entwickelung des Zinsfusses in Deutschland von 1895 bis 1908 - Heinrich Pesch. Lehrbuch der Nationalökonomie - D r. A. Haff'ner, Das Notenbankwesen in der Schweiz, England und Deutschland — RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA : L ’ Istituto interna zionale d’ agricoltura - 1 dati statistici sul movimento dell’ emigrazione transoceanica - 1 raccolti del frumento, della segale, dell’ orzo e dell’ avena in Italia - Il Congresso internazionale sul lavoro a do micilio — RASSEGNA DEE COMMERCIO INTERNAZIONALE: Il commercio italo-francese - Il com mercio del Messico J II commercio della Germania — L ’aumento della tassa sugli alcool —: La si tuazione del Tesoro al 31 agosto 1910 — Per l’ applicazione della legge contro la frode dei vini — — Cronaca delle Camere di commercio — Mercato Monetario e Rivista delle Borse — Società Commerciali ed industriali — Notizie commerciali.
SOCIALISTI
Improvvisamente una nuova questione è sorta nel campo socialista e dà argomento a vivaci di scussioni ; — qualcuno degli stessi socialisti ha gridato: —-il partito è in decadenza ; e parve che queste parole fossero già nel pensiero di molti perchè ad un tratto il grido fu raccolto e ripe tuto, e mentre gli uni cercavano di dimostrare la verità dell’asserto od il pericolo minacciante; — gli altri corsero ai ripari e si affaticarono a dimostrare che il partito non è in decadenza ma anzi è in continuo progresso.
Se si volesse limitarsi a trar conclusioni da certi fatti, si dovrebbe dire che il socialismo dav vero non progredisce quando accusa un 40,000 soci iscritti mentre qualche anno fa si diceva fossero più di 50,000. E ’ vero che in Italia come in altri paesi il forte del partito non sta nei so cialisti propriamente detti, ma nei « simpatiz zanti » che, stando alle votazioni, sembrerebbero quasi dieci volte il numero dei membri del par tito. Ma sarebbe da analizzare se i « simpatiz zanti » sieno veramente simpatizzanti verso il partito socialista, o piuttosto « antipatizzanti » verso le manchevolezze delle condizioni sociali. Comunque, a hoi pare che veramente, qua lunque sia la differenza del numero degli iscritti, ed abbia o non abbia importanza tale numero, cause intrinseche ed estrinseche di decadenza se ne possano vedere anche senza la lente dell’ in grandirne!) to.
Noi abbiamo sempre attribuito al partito so cialista non tanto il merito di cui parla l’on. T u rati, di « aver suscitato una massa di energie nuove nel proletariato e di aver fatto di una plebe un popolo », il che ci pare eccessivo giudizio, per ora almeno, tanto le energie, innegabilmente su scitate, ci sembrano scomposte e con incerta d i rettiva, e tanto ci sembra ancora lontana la plebe
LAMENTI
dal diventar popolo, ma il merito di avere unpo’ scossa la società sonnecchiante e di averla spinta a pensare che fatta l’ unità politica del paese era da fare 1’ unità morale, intellettuale ed economica delle diverse classi. E più, noi cre diamo, in questo senso avrebbe operato il par tito socialista se fosse nato nel mondo reale e nel mondo reale avesse voluto o saputo vivere.
L ’ori. Turati confessa che « la lotta delle tendenze fu lotta di adattamento interiore, utile, se è tale anche il danno quando è inevitabile, ma che disperdette anni di iavoro, devastò tesori di entusiasm o». Ed aggiunge: s’era in voca ta la
libertà come un talismano, possedendolo, si fu imbarazzati a servirsene.
Ammiriamo la franca confessione dell’on. Tu rati, la quale forse risponde perfettamente alle macchiuvelliche predizioni dell’on. Giolitti: che cioè il partito socialista in Parlamento e fuori avrebbe perduto ogni sua effettiva importanza quando fosse cessata la persecuzione e gli fosse concessa la libertà.
Ma perchè ciò è avvenuto ed avviene? Perchè quando il socialismo era più o meno perseguitato aveva una maggiore vitalità fattiva?
Perchè una idea lo dominava e io teneva unito: la conquista della libertà ; ottenutala, dica melanoonicamente l’on. Turati, fummo imbaraz zati a servircene.
Ma ciò appunto vuol dire che al socialismo, mancato il cemento della persecuzione, mancò ogni altro principio che ne mantenesse unita la compagine, e scoppiarono quelle che con dolcifi cato eufemismo si chiamarono « tendenze » ma che in sostanza furono e sono vere e proprie di scordie nella concezione stessa dell’ essenza e della funzione del partito.
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gliatore, della distribuzione della ricchezza se condo i bisogni, o secondo la capacità o le opere, — vi è stata nella vita quotidiana una continua fluttuazione di aspirazioni, un cambiare continuo di questioni a cui rivolgere l’attività del partito. E precisamente nei problemi della vita quoti diana risultò il dissenso delle diverse fazioni in cui si divise il socialismo; basta ricordare la questione delle spese militari che per tanti anni parve uno dei capisaldi del socialismo e che poi furono da molti socialisti votate o lasciate votare senza opposizione.
Lo stesso concetto della collaborazione di classe così felicemente contrapposto dall’on. T u rati all’altro della lotta di classe, non ebbe al cun positivo svolgimento, ed è rimasto un abbozzo a cui nè l’ inventore nè il partito seppero dare forma attiva ed efficace così che la collaborazione di classe entrasse come un fattivo ingranaggio nella vita sociale.
A scusare l’ insuccesso del partito si dirà che era difficile mettere insieme l’estreme ali degli ascritti e simpatizzanti, ma ciò dimostra appunto che è mancata l’ idea madre intorno alla quale potesse svolgersi l’azione del partito stesso; il quale di conseguenza procede a scatti, a sbalzi ora perseguendo un progetto ora un altro senza quell’elemento che è il sicuro mezzo di vittoria: la suite.
La stessa condotta dei Capi appare saltua ria ; ora eccessivamente intemperante senza che si vegga la necessità od almeno 1’ utilità degli eccessi, ora sin troppo remissiva e tollerante ; quasi avesse bisogno di farsi scusare la remissi vità colla intemperanza, e viceversa lenire poi le impressioni della violenza colla remissività. E troppo spesso la condotta del partito o delle sue frazioni parve dipendere dalle rivalità delle per sone piuttostochè dalle differenze delle idee. Nei Congressi che l’on. Turati osa chiamare « esami di coscienza » non emerse mai la sincerità dei giudizi, delle opinioni, delle aspirazioni, ma essi parvero un complesso di schermaglie colle quali questa o quella personalità mirava ad ottenere il sopravvento.
In tale assenza di sostanza e nella copiosità delle parole tanto più emergente quanto meno lo erano i fatti, sta, a nostro avviso, la causa della decadenza o, se si voglia, della stasi del partito; e il dormiveglia dei Governi da quasi un de cennio deriva appunto dalla mancanza dello sti molo che esercitava il socialismo.
L e lotte intestine che si prolungano per lungo tempo nel seno di un partito, sono la prova più evidente che manca al partito una vera ra gione di esistere ; non solo perchè finché si perde a discutere della sua organizzazione interna esso non agisce come partito, ma anche e più perchè mo stra di non aver concettò fondamentale di coe sione tra i suoi membri ; la massa va liquefa- cendosi, e sono vani gli sforzi dialettici per ten tare di unire le molecole che sono già disgiunte, quando non entri in campo una seria ragione che domandi la lotta in comune.
Finché un uomo come l’on. Turati proclama il principio della collaborazione di classe, ed è poi costretto a non accettare un posto al Governo perchè i suoi elettori ed i suoi compagni non
hanno ancora compreso che cosa debba intendersi per collaborazione di classe, siamo ancora molto lontani da quella influenza che il partito potrebbe e dovrebbe esercitare per ottenere le riforme a cui aspira. Ed è per non intendere la differenza che passa tra collaborazione e lotta di classe, che il partito nei suoi solenni Comizi si occupa di cose ridicole ieome l’ uniforme dei ministri, o il panciotto bianco di Jaurès, o di fatti incidentali come il voto dei badesi al bilancio. L e quali ri dicolaggini dimostrano che il partito tende ancora a vivere da sè separato dalla vita quotidiana e dalla realtà, e quindi non è maturo alla lotta; — bisogna che l’on. Turati non si illuda e lavori ancora per trasformare veramente la plebe in un popolo, che non sia imbarazzato a servirsi della libertà.
A . J . DE JO H AN N IS.
IL CATENACCIO SUGLI SPIRITI
Nel nostro articolo del 18 settembre esami nando le possibili forme colle quali il Governo avrebbe cercato di ricavare un maggior provento per l’ erario dagli spiriti, lasciavamo intendere che molto probabilmente si sarebbe attenuto al me todo più semplice, quello dell’ aumento della tassa, abbandonando per molte giuste considerazioni tanto il monopolio di fabbricazione, come quello di vendita che erano da alcuno suggeriti.
L ’ inasprimento della tassa portava come conseguenza inevitabile il decreto-legge che lo imponeva giacché ormai il convincimento che gli spiriti sarebbero stati aggravati era diffuso, e cominciavano già le larghe provviste. Nè la forma del catenaccio era da mettere in dubbio poiché ormai è entrata nelle abitudini costituzionali ; e per quanto sia deplorevole che i Governi impon gano e riscuotano nuovi e più aspri balzelli, senza aver prim a ottenuta la approvazione della rap presentanza nazionale, il rammarico è perfetta mente ozioso in quanto, il fatto è ritenuto gene ralmente necessario a tutela dell’ erario. Il che è una vera e propria inversione del vecchio concetto costituzionale che, esigendo la preventiva appro vazione del Parlamento per la riscossione di ogni imposta o tassa mirava a difèndere il contribuente contro l’ E rario; la forma moderna del catenaccio è invece la tutela dell’ Erario contro il contri buente.
Però del costume ormai generale è inutile discutere ; i Parlamenti, i contribuenti e la stessa intera cittadinanza hanno già ammessa questa forma arbitraria e improvvisa di gravezze nuove, e quindi il Governo può impunemente servirsene sicuro della approvazione di tutti.
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regioni, e per lenire la quale appunto si erano escogitate le facilitazioni per la estrazione dello spirito dalle vinacce, di togliere magari a poco a poco tutto l’arsenale complicato degli abbuoni.
Alcuni si domandano se il volontario contri buente-consumatore degli spiriti potrà sopportare questo notevole aumento e se non avverrà come altra volta che all’ inasprimento della tassa suc ceda una diminuzione tale di consumo da falci diare anziché accrescere il provento che ne ricava l’erario. Ed è verissimo che quando l’on. Ma- gliaui portò colla tassa sulla vendita, aggiunta alla tassa di fabbricazione, a 240 lire 1’ onere g ra vante l’ ettolitro di spirito, l’ Erario perdette molti milioni anziché guadagnarne, tanto che successi vamente si dovette abbassare la tassa di ben cento lire ad un tratto. Però molti confidano in due elementi nuovi che possono concorrere a far evitare un così disastroso risultato.
Il primo, che le condizioni economiche g e nerali del paese sono molto migliorate e quindi il contribuente-consumatore è in grado di appa gare il suo vizio anche con maggior sacrificio; — il secondo che l’Amministrazione fiscale è oggi organizzata meglio assai di venticinque anni or sono e quindi saprà reprimere energicamente il contrabbando, tanto più che non è presumibile che la entrata in frode dello spirito avvenga da parte della Svizzera dove vige il monopolio di Stato, ed e meno facile che avvenga oggi dalla Francia o dall’Austria dove pure le tasse sugli spiriti sono state aumentate assai da venti anni a questa parte e quindi il margine o differenza è molto minore.
Certo è che a chi legge la relazione, di cui diamo più innanzi il testo, e che accompagna il decreto-legge, non può non apparire stridente la contraddizione tra il concetto di aumentare ia tassa per un senso di morale-igienica, cioè un freno all’ alcoolismo, e la speranza che non dimi nuisca il consumo e quindi l’erario possa gua dagnare dell’aumento della tassa.
Se avverrà che il provento dello spirito cre sca in proporzione dell’ aumento della tassa, è evidente che il vizio rimarrà lo stesso, soltanto costerà più caro. Ma lasciando a parte questo tema di cui malamente può discorrere il Fisco, anche per bocca del Governo, riesce chiaro che dobbiamo tutti sperare che l’ Erario possa e sap pia avvantaggiarsi come spera, dei 15 milioni di maggior gettito previsto dall’ inasprimento della tassa, perchè se ciò non fosse il Ministero sarebbe costretto a cercare altre fonti di entrata affine di mantenere l'equilibrio del bilancio.
Ora va certo data lode al Ministero Luz- zatti in quanto con questo e con gli altri prov vedimenti fiscali che si annunciano cerca di col pire il meno possibile la ricchezza-operante e sia gravando l’ alcool, sia gravando ancora le succes sioni, mira a gravare la mano sulle forme di ric chezza che non sono direttamente operanti nella
pubblica economia. .
Che se poi una parte di ciò che 1 erario ri- caverà da questi inasprimenti sarà destinata a sollevare le Società anonime dall attuale sistema di soffocamento a cui per la lettera e peggio per la interpetrazione dell’ articolo 30 della legge sulla imposta di ricchezza mobile sono sottoposte, non
si potrà che applaudire a questa tendenza del Ministero di esonerare il capitale che lavora da quello che non rende direttamente alla pubblica economia.
Sul prezzo del grano
1910-1911
L ’eminente Direttore del Journal des Eco-
nomistes pubblica nell’ ultimo fascicolo le seguenti
considerazioni sul prezzo del grano durante 1 an nata 1910-1911.
L ’elemento psicologico ha parte notevole ne. giuoco della legge della domanda e deH’ofterta; nel X V I I secolo due inglesi Davenant e K in g hanno raccolto una serie di osservazioni che con ducono alla seguente formula espressa dal de Mo- linari : «Q u a n d o la quantità offerta decresce in proporzione aritmetica, i prezzi crescono in pro porzione geometrica ».
Il raccolto del grano presenta un deficit in molti paesi; ed ecco che la legge di Davenant e K in g agisce inesorabilmente e perciò quando le comunicazioni ufficiali affermano che « il rialzo è ingiustificato » vuol dire che si ignora tale feno meno economico.
Secondo la Relazione del ministero di A g ri coltura degli Stati-Uniti, in agosto il raccolto del fromento ammontava ad 82 milioni di quarters (un quarter equivale a 217 1/2 chilogrammi) con tro 92 milioni dell’ anno precedente, e quindi un deficit di 10 milioni di quarters ossia 2175 mi lioni di chilogrammi.
D ’altra parte il Corn Trade News di Liver-gra n o con quelle del 1909 dando il seguente pro spetto (in quarters) :
Importaz. Paesi della _ campagna ìyuy Stati Uniti 27,000,000 Importaz. dell’ ultima campagna 27,200,000 Francia Belgio Olanda Germania Italia Spagna e P ortogallo. Grecia Scandinavia Svizzera Austria-Ungheria 7.000. 000 6.000. 000 2.250.000 8,000,000 6,000,000 800,000 850,000 2,000,000 2.200.000 7.000. 000 5.700.000 2.500.000 9.450.000 5.000. 000 900,000 900,C00 2.100.000 2,200,000 4,450,000 Totale continente Totale Europa Fuori d’Europa 85.100.000 62.100.000 8,500,000 34.200.000 61.400.000 9,000.000 Per tutte le de
stinazioni 70,600,000 70,400,000
I bisogni dei paesi importatori non sareb bero dunque molto maggiori di quelli dell anno passato, ma secondo il Beerbohm’s Coni trade lisi, gli' Stati-Uniti ed il Canadà presentano una
diminuzione di 22 milioni di quarters, la Russia di 23 milioni, la ^Francia di 5, cioè in totale più di 108,000,000 di quintali.
628 L' E CO N OM ISTA 2 ottobre 1910
Il Beerbohm’s Corri trade list stima le ri serve degli Stati-Uniti a 10 milioni di quarters, e pure a 10 milioni quelle della Russia, ad 1 mi lione quelle della Francia; cosi sarebbe coperto quasi un quarto del deficit.
D ’ altra parte si avrebbero avanzi nei se guenti paesi e per le seguenti quantità :
Rumania Bulgaria Austria Ungheria India quarters 7,000,000 » 1,500,000 » 1,000,000 » 8,000,000 » 8 ,000,000 25,000,000 Cosi le riserve e le esuberanze sopraindicate compenserebbero all’ incirca il deficit del raccolto, sebbene vi sieno delle incertezze specie per l’ In dia dove il raccolto è sempre aleatorio, come pure per l’ A rgentin a; d’altra parte il calcolo presup pone l’ esaurimento delie riserve.
D ’altra parte secondo le valutazioni del mini stero dell’ Agricoltura ungherese, pubblicate più recentemente, la produzione del fromento per il 1910 sarebbe di 991.360,000 quintali metrici contro 969,070,000 nel 1909.
La legge di Davenant e K ing che, in realtà si chiama « la paura di rimaner senza » ha in parte provocato il rialzo attuale.
Il raggio di approvvigionamento essendo più ristretto pei paesi sotto il regime protezionista, tale paura è ivi ancora più viv a ; ma i protezio nisti non possono che rallegrarsi di veder aumen tare il prezzo del grano; essi non hanno certa mente imposto il dazio di 7 franchi per vederlo abbassare di prezzo.
Tuttavia il sig. Méline nel suo discorso di Plombières, voleva fare del dazio un fattore del buon mercato.
« In questi ultimi anni, egli disse, il prezzo del grano è ribassato a 22 ed a 23 franchi, in grazia della legislazione doganale che, ha ispirata fiducia agli agricoltori a gli ha indotti a produrre di più ». — Ciò però è dipeso semplicemente da un fenomeno economico di cui ho mostrata la costanza nel mio opuscolo pubblicato dal Cobden club, The fra n ck corri laws en 1888, e che i fatti posteriori hanno persistito a confermare.
Quando il raccolto è abbondante, i dazi doganali non agiscono nel loro pieno effetto; i produttori
si fanno concorrenza tra loro; quando invece il raccolto è scarso, i dazi doganali agiscono al di là deìla loro quotità.
I l sig. Mèline ha ricordato nel suo discorso di Plombières che il costo del fromento non si è elevato « al prezzo di carestia del 1870 a 1875 che ha raggiunto 31 franchi ed ha oltrepassata que sta cifra nel 1877 e nel 1880 » ; ma egli ha di menticato di citare la sua stessa Relazione del 4 maggio 1898 nella quale egli ha detto che il prezzo essendosi elevato fino a 34 franchi, giudica necessario di sospendere il dazio di 7 franchi sta bilito da lui stesso. L ’ ironia era dolorosa.
Nei momenti di deficit, il prezzo del grano aumentò tanto più nei paesi protetti in quanto ivi il commercio di quella derrata è disorganiz zato. Sui mercati liberi come quello di Londra e di Anversa, il commerciante compera senza ti more, ma sul mercato francese il commerciante non compera che con prudenza perchè teme sem
pre la riduzione dei dazi doganali come nel 1891, o la sua soppressione come nel 1898; cosi egli stesso contribuisce colla limitazione degli acquisti, ad aumentare il prezzo del grano ed a preparare quel fatto di cui teme.
Naturalmente le grida contro « l’accaparra mento » si sono fatte sentire di nuovo; si è gri dato contro i commercianti al minuto, contro i fornai, contro i macellai, contro i locandieri. Il sig. Briand ha annunciato che se la carestia continuasse prenderebbe delle misure, ed ha mi nacciato di ritornare alle tasse che però ora sono municipali ; ed ha aggiunto che se si accertassero abusi, processerebbe gli speculatori. Ma chi deciderà se vi sono « abusi » ? Evidente mente il sig. Briand non si è ancora liberato dei vecchi pregiudizi.
Molte brave persone si immaginano che i pubblici poteri abbiano il dovere di aumentare i prezzi delle materie prime per mezzo dei dazi doganali e di abbassare quelli dei prodotti per mezzo delle tasse.
Ed è strano che i commercianti che riman gono indifferenti sulla questione del libero-scam bio, non sembrano nemmeno pensare che invece essi sono tra i più interessati.
In quanto ai consumatori, essi, si lagnano, ma si rassegnano al fatto che un quintale di grano costi a Londra 20 franchi e lo si paghi 28 a Parigi.
Le abitazioni popolari nella provincia di Aquila
Preceduto da alcune considerazioni generali sulle abitazioni popolari in Italia, la Camera di Commercio di Aquila ha pubblicato un interes sante studio statistico, opera principale del rag. L i curgo Castrati, sulla condizione delle abitazioni popolari nel suo distretto.
Non si può disconoscere quanta importanza abbiano assunto questi studi, che ogni Camera di commercio, si può dire, compie nel proprio distretto, specialmente perchè mostrano quale varietà e differenza sussistano tra le condizioni delle abi tazioni, da regione a regione, da distretto a distretto.
D i qui la somma difficoltà, quasi la impos sibilità di dettare in proposito leggi generali, la cui applicazione non può produrre che effetti di versi secondo le diverse località in cui viene ap plicata. Riassumiamo ora la Relazione di questa importante provincia del Mezzogiorno.
Cominciando dalle considerazioni generali, la Camera di commercio di Aquila osserva come la questione delle abitazioni operaie non è nuova: già da molti anni essa si agita all’estero ed in Italia, portando ovunque notevoli benefici ; ma in quest’ ul timi anni per effetto del continuo rincaro del prezzo di affitto degli alloggi nelle grandi città, la que stione risorse più prepotente di prima, ed ovun que ora sorgono Comitati locali, società, si ten gono comizi, si fanno proposte per risolvere questo importante problema.
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delle case popolari. E così dopo Roma, Genova, Milano, Venezia, Firenze, Napoli, Torino, ve diamo esempi ammirevoli di operosità spiegata a favore delle case popolari dai Comuni di Bergamo, Cremona, Bari, Ancona, Cosenza, Foligno, Arezzo, S. Pier d’ arena, Verona, Carrara, Ascoli Piceno, Fermo, Fabriano, Pavia, Lecco, Parma, Lodi, Modena, Vicenza, Perugia, Cagliari, Mirandola, Brescia, Murano, Prato, Livorno, Piacenza, Biella, Pisa, Padova, Lecce, Udine, Ravenna, Treviso, Ca tania, Rovigo, Alessandria, Siena, Lucca, Rimini. Oltre alle città sopra mentovate non poche altre vi sono in cui il problema delle abitazioni popolari sta formando oggetto di studi e provve dimenti da parte delle Amministrazioni Comu nali, e fra queste citeremo: Castelfiorentino, V o ghera, Mestre, Campobasso, Guastalla, Foggia, Forlì, eco., in complesso le notizie che abbiamo potuto raccogliere ci fanno assistere ad un po tente generale risveglio della coscienza nazionale, ad un intenso lavoro collettivo diretto a dare completa soluzione all’ importante questione.
Anche ad Aquila si è agitata questa im portante questione, e ciò per opera della locale Camera di commercio, la quale nella seduta del 15 ottobre 1909 deliberava d’ invitare il Sindaco a voler promuovere la costituzione di un Comi tato locale per le case popolari ai sensi e per gli effetti della legge 27 febbraio 1908 N. 89 e del relativo regolamento 12 agosto 1908 N. 528.
La questione delle case popolari è sorta ivi più tardi di altrove, perchè ad Aquila non si è verificato come in altri luoghi, per aumento di popolazione, un quasi improvviso squilibrio fra il numero degli abitanti e quello delle abitazioni, e nemmeno quindi un forte rincaro delle pigioni ; e soltanto per effetto delle migliorate condizioni di vita delle classi operaie, si sono rese intolle rabili le case da loro abitate, non corrispondendo affatto ai dettami dell’ igiene.
Onde dare una evidente dimostrazione della necessità assoluta di studiare il problema delle abitazioni popolari in Aquila, quella Camera di commercio pensò che era cosa utile poter cono scere e nello stesso tempo far conoscere a tutti i cittadini in quali condizioni igieniche, morali ed economiche, si trovavano gli alloggi abitati dai nostri operai; ed è per questo che sorse l’ idea di fare una piccola inchiesta.
L e operazioni di rilievo fui'ono iniziate il 10 marzo e compiute al principio dell’ aprile ultimo.
La rilevazione è stata eseguita mediante questionari riempiti da due commessi e da due agenti retribuiti.
I dati furono raccolti per quartiere, com’ è divisa la città.
Le schede riempite furono 1415, ed è risul tato che alla data suaccennata, 5913 persone abi tavano in una, due, tre, quattro stanze, formanti un complesso di 3307 ambienti.
Da un esame di queste schede risulta come 11 35 per cento degli alloggi operai sono compo sti da due camere; vengono in seguito gli al loggi di tre camere (il 26 per cento), quelli di una camera il 24 per cento ed infine quelli di quattro camere il 15 per cento.
La Commissione incaricata dell’ inchiesta
statistica di Milano, per determinare se in un alloggio vi sia agglomerazione eccessiva, ha se guito il criterio seguente: essere eccessivamente
affollato quell’alloggio che contenga un numero di persone superiore al doppio dei locali più uno.
Secondo questo criterio nell’ alloggio di una stanza si dirà che non vi è agglomerazione, se è abitato da una o da due persone; si dirà che vi è ag glomerazione se è abitato da più di tre persone. Dati questi criteri, le risultanze dell’ inchie sta di Aquila soni' che nelle 337 abitazioni di una camera se ne hanno 144 senza agglomera zione, 71 con agglomerazione e 122 con agglo merazione eccessiva ; 486 di 2 camere se ne hanno 308, 55, 123 rispettivam ente; 370 di 3 camere se ne hanno 300, 28, 43 rispettivamente e da 4 stanze 201,13,8.
I 3307 ambienti per 5913 cittadini dànno un quoziente di 0,55 per abitante. Se si ana lizza l’ agglomeramento di questi 6913 abitanti, si trova che gli alloggi di una camera sono 337 per 1149 abitanti, quoziente 0.29; il dato per gli abitanti in due camere è di 1989 abitanti in 972 camere, quoziente, 0.48 ; per gli abitanti in tre camere è di 1676 in 1110 camere, quoziente 0.66; per gli abitanti in quattro camere è di 1099 in 888 camere, quoziente 0.80.
Risulta ancora dalla inchiesta che su 1415 abitazioni, ben 1039 il (73 per cento) si trovano in condizioni tutt’ altro che igieniche. A ll’agglo merazione di persone di sesso e di età diversa, aggiungansi i numerosi inconvenienti che si la mentano, e cioè mancanza di acquai, di lavatoi e di pulizia, diffidenza di luce e di aria in quasi tutti gli alloggi ; mancanza di latrine ed esistenza di quelle mandanti esalazioni. Sono queste mal sane abitazioni, osserva la Relazione, che inducono principalmente la massa operaia a cercare nel giuoco e nella bettola quel conforto che non trova nella propria casa. E così al danno fisico, si ag giunge il danno morale.
E a quelle luride stamberghe si fanno pa gare delle pigioni non lievi.
II prezzo medio delle abitazioni popolari di una stanza varia (per il 94 per cento delle abita zioni) tra lire 36 e lire 120 annue; le abitazioni il cui prezzo è inferiore alle lire 36 sono il 2 per cento; quelle di pi’ezzo superiore alle lire 120 il 7 per cento.
Volendo più minutamente determinare i prezzi più praticati, si ha che il prezzo dominante (il 36 per cento) va da lire 60 a lire 72 annue ; hanno pnr forti percentuali i due prezzi da lire 36 a lire 48 annue (il 30 per cento) e da lire 84 a lire 96 annue (l’ i l percento).
Il prezzo medio delle abitazioni popolari da due stanze varia (per 1’ 81 per cento) da lire 60 a lire 144 annue; le abitazioni il cui prezzo è inferiore alle lire 60 sono il 9 per cento; quelle di prezzo superiore alle lire 144 annue il 10 per cento. Il prezzo che offre la maggiore percentuale il (40 per cento) è quello da lire 72 a lire 96 annue; hanno rispettivamente forti percentuali i due prezzi da lire 48 a lire 60 (il 15 per cento) e da lire 102 a lire 120 (il 21 percento).
330 L’ ECO N O M ISTA 2 ottobre 1910
Il prezzo medio delle abitazioni da tre stanze varia (per il 67 per cento) da lire 84 a lire 180 annue; le abitazioni il cui prezzo è inferiore alle lire 84 sono il 10 per cento; quelle di prezzo su periore alle lire 180 sono il 21 per cento.
Il prezzo medio delle abitazioni da quattro stanze varia (per il 41 per cento) da lire 108 a lire 180 annue; le abitazioni di prezzo inferiore alle lire 108 sono il 9 per cento; quelle di prezzo superiore alle lire 180 sono il 50 per cento. Pre domina il prezzo (37 per cento) da lire 180 a lire 240.
L e abitazioni con prezzo superiore anche alle lire 240, sono in numero di quaranta, esse sono composte di pianterreni destinati ad uso di la boratorio.
Dai risultati di questa inchiesta noi possiamo facilmente ricavare queste conclusioni:
a) Il maggior numero di famiglie di ope
rai vivono in spazi troppo ristretti con danno della igiene e della moralità;
b) Gli alloggi abitati dai nostri operai sono
quasi tutti in condizioni non abitabili, essendo luridi pianterreni che offrono inconvenienti ri guardo alla luce, all’aria ed alla pulizia;
c) Il prezzo d’ affitto medio degli alloggi operai è troppo elevato in considerazione dello stato deplorevole delle abitazioni. I prezzi usati dovrebbero dar diritto all’operaio di avere un al loggio spazioso, pieno di aria e di luce.
Questi sono gli inconvenienti principali — pur troppo comuni a molti altri luoghi — che risultarono dall’ inchiesta della Camera di com mercio di Aquila, la quale conclude giustamente dopo avere esposte queste non liete condizioni, col lasciare al Comitato locale per le case popo lari, alle persone competenti e di cuore l’incarico di occuparsi seriamente di questa importante questione e di studiarne e metterne in pratica la soluzione.
R
ivista
B
ibliografica
P r o f. J a c o p o T iv a r o n i. - Storia del debito pub
blico del Regno d’ Ita lia ; Voi. II : I l débito pubblico dal 1876 al 1906. — Pavia, Ma-
relli, 1910, pag. 101 (L. 2).
Nel numero 1798 del 18 ottobre 1908 del- 1’Economista abbiamo reso conto brevemente del primo'volume di questo lavoro dell’egregio prof. T i varoni, lodandone gli intendimenti e movendo qualche osservazione critica. Ora abbiamo sot- t’occhio il secondo volume che va dal 1876 al 1906, e non possiamo mutare il nostro giudizio sulla diligenza dell’ Autore, ma insieme sulla mancanza di un esame sufficientemente profondo che giustifichi le sue osservazioni. Ed è per tale metodo che riteniamo errato che l’ Autore ripeta l’ errore comune di paragonare il costo del danaro necessario alla costruzione delle strade ferrate ed il reddito netto che dalle ferrovie costruite ricava il Tesoro. A parte i vantaggi indiretti che e Stato ed Enti locali e cittadini possono ricavare dalle strade ferrate, il Tesoro per l’aumentata quantità di affari prodotti dalla ferrovia, ricava delle
en-trate che altrimenti non avrebbe e delle quali bisogna tener conto quando si vuole in poche r i ghe giudicare « la nota dottrina della trasfor mazione dei capitali ». Ed egualmente quando l’Autore, dopo aver dato conto con molta chia rezza ed esattezza della operazione per l’ aboli zione del corso forzato fatta dal Magliani nel 1883, giudica sulla operazione stessa ed imputa 1’ in successo al solo fenomeno della eccedenza delle impoi fazioni sulle esportazioni, la quale eccedenza sarebbe stata pagata col numerario ricavato dal prestito, mentre è notorio che la causa princi pale dell’ insuccesso è dovuta alla emissione delle obbligazioni ferroviarie che non rimasero all’estero se non brevissimo tempo.
Non ostante questi ed altri giudizi affrettati che omettiamo dal rilevare, il lavoro del prof. T i varoni è un utile riepilogo delle vicende del no stro debito pubblico.
H e in ric h P e sch . - Lehrbuch der Nationalöko
nomie. Erste Band : Grundlegung. — Frei
berg i/B, Herder, 1908, pag. 485 (M. 10). Questo trattato di economia viene pubblicato col permesso dell’Autorità ecclesiastica e l’Autore è membro della Compagnia di Gesù ; quindi le premesse hanno un carattere tutto speciale, fa cendo derivare ogni attività economica dalla vo lontà di D io; il che però non nuoce alla espo sizione che fa l’ Autore dei principi fondamentali della scienza.
Infatti questa prima parte e per la parti zione delle diverso questioni e per il modo con cui sono presentate e svolte, costituisce un buon trattato di Economia Politica anche per coloro che non professino i principi religiosi dell’ Autore.
Forse la parte generale « Natura ed u om o» è più estesa di quello che non convenga; e, sem pre fatta astrazione dalle idee religiose dell’ A u tore, ci parvero migliori i capitoli nei quali svolge il concetto di Società, dello Stato, di autorità, di famiglia, ecc. per spiegare il fatto economico e la sua essenza.
L ’ ultimo capitolo è dedicato a dare l’ idea generale della scienza, delle sue leggi e del me todo che va applicato a studiare i fenomeni eco nomici.
Attendiamo i successivi volumi per giu di care meglio le idee dell’Autore sopratutto nei problemi della distribuzione delle ricchezze. D o tt. A . H a ffn er. - Das Notenbankwesen in
der Schweiz, England und Deutschland. —
Stuttgart, Kohlhammer, 1908, pag. 159 (M. 3).
Dopo la riforma centralizzatrice della emis sione dei biglietti di Banca avvenuta nel 1905 nella Svizzera, ritiene l’Autore che si possa fare un utile confronto tra il sistema bancario inglese, tedesco e svizzero. Mentre ritiene che la Banca d’ Inghilterra abbia un ordinamento superiore a quello di qualunque altro sistema, si propone di dimostrare che le Banche di emissione tedesca e svizzera hanno una organizzaziohe che segna no tevoli progressi.
svi-2 ottobre 1910 L ’ ECO N O M ISTA (131
lappo del sistema bancario svizzero, e quindi spiega l’ organizzazione del sistema tedesco ed inglese, cercando di sviscerare quale sia l’essen ziale ufficio dei biglietti di Banca nei tre paesi. Quest’ ultimo punto che costituisce la parte prin cipale del lavoro è un esame accurato della cir colazione in rapporto alle condizioni economiche dei tre paesi, alle correnti del denaro, all’atti vità delle Banche, ai bisogni fluttuanti del com mercio.
Quindi l’Autore tratta dell’ utile che ricava dalle Banche il capitale, e finalmente accenna al l’appoggio che esse hanno dallo Stato.
D o tt. H e rm a n n A lb e r t. - D ie geschichtliche
Entwickelung des Zinsfusses in Deutschland, von 1895 bis 1908. — Leipzig, Duncker et
Humblot, 1910, pag. 211 (M. 5.50).
In questo pregevole lavoro, ricco di molti dati pazientemente raccolti, l’ Autore ricerca le leggi,del corso del saggio dell’ interesse in Ger mania durante il periodo che corre dal 1895 al 1908. Perciò, dopo aver date le nozioni generali sul tema, raccoglie i corsi del saggio dell’ inte resse mese per mese nei vari anni del periodo, e nelle varie forme che assume il capitale: cioè titoli di Stato, sconto, risparmio, ecc.
Molte tabelle e numerosi diagrammi suf fragano le considerazioni che l’ Autore espone intorno ai movimenti del saggio dell’ interesse, o costo del danaro. Lo studio accurato del- l’argomento conduce l’ Autore a concludere che le fluttuazioni del saggio dell’ interesse sono prin cipalmente determinate dalla quota di possibile guadagno in rapporto al costo del denaro sui mercati esteri e che il movimento degli ultimi anni del periodo presenta sintomi per i quali è prevedibile un nuovo rialzo del saggio dell’ in
teresse. J •
RIVISTA ECONOMICA E FINANZIARIA
— Il nono Bollettino di statistica agraria dell’ Istituto Internazionale di Agricoltura, testé comparso, è assai ricco di articoli e di pro spetti statistici ed è certamente il più importante di quelli sinora pubblicati.
Oltre al Calendario della coltura dell’ orzo, che continua la serie iniziata con i Calendari del grano e della segale ; e oltre a un articolo che illustra 1’ inventario delle statistiche agricole mondiali recentemente pubblicato dall’ Istituto (e del quale già demmo un cenno); presentano spe ciale interesse quattro tabelle destinate rispetti vamente a far conoscere la superficie coltivata e la produzione di quest’anno del grano, della se gale, dell’orzo e dell’avena, in confronto con su perficie e produzione dell’anno scorso per un no tevole complesso di paesi considerati:
G ra n o: La superficie coltivata, che nel 190 )
era di ha. 75,939,276, è aumentata del 6.9 per cento, pari a ha. 5,203,380, ammontando que st’anno a ha. 81,142,656. Essendo inoltre aumen tato'il rendimento per ettaro da Q. 9.51 a Q. 9.61, il prodotto complessivo è quindi aumentato dell’ 8
per cento, pari a Q. 57.401,828, ammontando cioè a Q. 779,485,271 contro Q. 722,083,443 del 1909.
Supposto che la produzione mondiale si fig gili intorno a un miliardo di quintali, la produ zione complessiva di frumento cui la Tabella dell’ Indice unitario estende i suoi calcoli, am monta ai 3j4 della produzione mondiale. Giova però notare che l’ indice unitario della produ zione (108) potrà variare quando sarà conosciuta la produzione della Francia; e non appena il G o verno francese pubblicherà il dato ufficiale, l’ Isti tuto apporterà al detto Indice unitario le modi ficazioni del caso.
Segale: Superficie coltivata nell’anno 1910 :
ha. 36,757,131, pari al 99.4 per cento di quella coltivata nel 1909 (ha. 36,992,519); essendo però aumentato il rendimento per ettaro da Q. 9.49 a Q. 9.97, il prodotto complessivo di quest’ anno (Q. 366,344,276) raggiunge il 104.4 per cento di quello del 1909 (Q. 350,931,165).
Orzo: Superficie coltivata nel 1910: ha. 20
milioni 263,910, pari al 102.7 per cento del 1909 (ha. 19,732,265); malgrado la diminuzione del rendimento per ettaro da Q. 11.2< a Q. 11.16 il prodotto complessivo 1910 (Q. 226,173,860) è il 101.7 per cento di quello 1909 (Q. 222.289,821).
A vena: Superficie coltivata nel 1910: ha. 43
milioni 207,376, pari al 102.6 per cento del 1909 (ha. 42,095,651); ciononostante il minor rendi mento per ettaro (Q. 10.36 quest’anno, contro Q. 11.23 nel 1909) riduce il prodotto comples sivo 1910 (Q. 447,481,037) al 94.7 per cento di quello 1909 (Q. 472,614,909).
Dopo questa interessante esposizione di ri sultati complessivi, il Bollettino istituisce, in apposito articolo accompagnato da tabelle dimo strative, un confronto fra i dati ufficiali ch’esso pubblica per il grano e quelli pubblicati dai M i nisteri d’ Agricoltura Ungherese e Argentino, nonché da due fra i più importanti giornali com merciali : il Breemhall’s Corn Trade News, e il Kornbusch’s Floating Cargoes Evening List.
Risulta da questo confronto come la produ zione mondiale del grano nel 1910, secondo il Ministero di Agricoltura Argentino, sia calcolata inferiore di 1 1[2 per cento, circa a quella del 1909, mentre sarebbe superiore di 2.3 per cento secondo il Ministero d’ Agricoltura Ungherese e infine inferiore di circa 4.3 per cento secondo i due giornali indicati. Questi disaccordi, di cui è superfluo rilevare e le cause molteplici e l’ im portanza degli effetti, data l’ influenza che tali calcoli approssimativi esercitano sulla formazione dei prezzi, dimostrano la necessità di un com puto preciso che provenga da fonte autorevole e che inspiri piena fiducia ad agricoltori ed a com mercianti.
— Il Commissariato dell’ emigrazionecomunlca i seguenti dati statistici sul movimento del l ’emigrazione transoceanica avvenuta nei j porti del R egn o e nel porto dell’ H avre nel mese
di agosto 1910.
632 L ’ E C O N O M IST A 2 ottobre 1910
per gli Stati U niti; 4844 pel Piata; 573 pel Bra sile e 28 per altri paesi.
Nel corrispondente mese del 1909 erano par titi dagli stessi porti 14,043 emigranti italiani (oltre a 1592 stranieri), così divisi per paesi di destinazione: 8549 per gli Stati U n iti; 4759 pel P iata; 683 pel Brasile; 52 per altri paesi.
Nell’ agosto 1910 sono quindi partiti per l’ Americhe 4839 emigranti italiani in più che nello stesso mese del 1909 ; l’aumento si è veri ficato in 4888 emigranti per gli Stati Uniti e 85 pel P iata; per il Brasile e per altri paesi, si ebbe invece rispettivamente una diminuzione di 110 e di 24.
Il numero degli emigrati italiani rimpatriati dalle Americhe, sbarcati nei porti italiani, nel l’agosto 1910, è stato di 13,823, così divisi per paesi di provenienza: 8427 dagli Stati U n iti; 4579 dal P iata; 756 dal Brasile ; 61 da altri
paesi.
Nel mese di agosto 1909 il numero degli emigrati italiani di ritorno nei porti italiani era stato di 10,341, cosi divisi per paesi di prove nienza: 5441 dagli Stati U n iti; 3890 dal Piata; 942 dal Brasile; 68 da altri paesi.
In complesso quindi si è avuto nel decorso mese di agosto, in confronto del corrispondente mese del 1909, un aumento di 3482 nei rimpatri di em igrati; l’aumento si è verificato dagli Stati Uniti nella misura di 2986, dal Piata di 689 ; da altri paesi e dal Brasile si ebbe invece una diminuzione rispettivamente di 7 e di 186 emi grati in confronto del oorrispondente mese del l’anno precedente.
Facciamo seguire alcune notizie sul movi mento complessivo delle partenze di emigranti e dei ritorni nei primi otto mesi del 1910.
Nei primi otto mesi del 1910 dai porti ita liani e dall’ Havre sono partiti per paesi tran soceanici 217,894 emigranti italiani (oltre a 14,600 stranieri), cosi distinti per paesi di desti nazione: 78,993 per gli Stati Uniti; 627 pel Ca nada; 32,837 pel Piata; 4949 pel Brasile; 488 per altri paesi.
Nei primi otto mesi del 1909 il numero de gli emigranti italiani transoceanici partiti dagli stessi porti era stato di 234,004 (oltre a 11,585 stranieri), cosi distinti per paesi di destinazione : 200,281 per gli Stati Uniti ; 27,898 pel Piata ; 5308 pel Brasile; 517 per altri paesi.
L ’emigrazione italiana transoceanica è quindi diminuita nei primi otto mesi del 1910 di 16,110 in confronto dello stesso periodo del 1909. La diminuzione delle partenze si è verificata per gli Stati Uniti nella cifra di 21,288, per il Brasile di 359 e per altri paesi di 29. Pel Piata si ebbe invece un aumento di 4939 emigranti (oltre i partiti direttamente pel Canadà), in confronto coi primi otto mesi dell’anno precedente.
Il numero degli emigrati transoceanici ita liani sbarcati nei porti italiani nei primi otto mesi del 1910 fu di 81,753, così divisi per paesi di provenienza: 38,678 dagli Stati U n iti; 1 dal Canadà; 35,199 dal P iata; dal Brasile, 606 da altri paesi.
Fra questi rimpatriati sono compresi 273 re spinti, subito dopo il loro arrivo od in seguito, dagli Stati Uniti, in forza delle leggi locali suìla
immigrazione, e 5320 considerati indigenti, per chè rimpatriati su richieste delle autorità con solari o dalle Società di patronato, con biglietti a tariffa ridotta. Di questi indigenti ritornarono dagli Stati Uniti 2411, dal Piata 1356, dal B ra sile 1463 e infine dal Centro America 90.
Nei primi otto mesi del 1909 il numero de gli emigrati sbarcati nei porti italiani e prove nienti dalle Americhe era stato di 74,360 così divisi per paesi di provenienza : 27,739 dagli Stati U n iti; 37,767 dal P iata; 8236 dal Brasile: 618 da altri paesi.
Nei primi otto mesi del 1910 si è avuto quindi in confronto coi primi otto mesi del 1909 un aumento di 7393 nei ritorni. Dagli Stati Uniti rimpatriarono 10,939 emigrati italiani in più dei primi otto mesi dell’ anno precedente; dal Piata, dal Brasile e da altri paesi si ebbe in vece rispettivamente una diminuzione nei ritorni di 2568, di 967 e di 12 rimpatriati italiani. Nei primi 8 mesi del 1910 si verificò inoltre il r i torno di un emigrato dal Cauadà.
Nei primi otto mesi del corrente anno si è avuto, quindi, rispetto al corrispondente periodo di tempo del 1909 una diminuzione notevole nel numero delle partenze (16,110), ed un aumento nel numero complessivo dei ritorni (7393). Spe cialmente rilevante è la diminuzione di partenze per gli Stati Uniti (21,288).
Pei paesi del Piata si è verificato un au mento nell’ emigrazione ed una diminuzione nei ritorni. Pel Brasile sono diminuite tanto le par tenze che i ritorni.
— L ’ ufficio di Statistica agraria del M ini stero di agricoltura comunica i resultati dei rac colti del frumento, della segale, dell’orzo e dell’avena in Italia.
Su ettari 4 milioni 758 mila coltivati a fru mento si 'sono in quest’anno ottennti quintali 41 milioni 732 mila, con una diminuzione di circa dieci milioni di quintali dell’anno scorso, in cui si produssero quintali 51 milioni 700 mila. Il Piemonte, la Liguria, la Sardegna, hanno dato un prodotto alquanto superiore a quello dell’ anno scorso; la Lombardia, il Veneto, la Toscana di poco inferiore. Nell’ Emilia e nella Sicilia la di minuzione raggiunge il 13 per cento, nel Lazio il 20 per cento e nell’ Umbria il 23 per cento. Gli altri compartimenti hanno tutti una diminu zione superiore al 30 per cento; gli Abruzzi e Molise arrivano al 38 per cento di diminuzione, la Campania al 43, la Basilicata e le Marche al 45 e infine le Puglie raggiungono il 50 per cento di diminuzione.
Il raccolto della segale diede quintali un mi lione 381 mila, con un lieve aumento in confronto del 1909, in cui si raccolsero quintali un milione 278 mila. Il raccolto dell’orzo diede 2 milioni e 63 mila quintali con una lievissima differenza in confronto dell’anno precedente. Una diminu zione rilevante si ha nell’ avena, che nel 1909 diede quintali 6 milioni e 300 mila e nel 1910 ha dato quintali 4 milioni 148 mila.
2 ottobre 1910 L ’ E CO N OM ISTA 633
in confronto del raccolto del 1909, il quale re sultò di quintali 24 milioni e 86 mila.
Nel riso si prevede una leggera diminuzione. Il raccolto dell’ anno scorso fu di 5 milioni di quintali, mentre in quest’anno su ettari 143 mila si prevede di raccogliere 4 milioni e 938 mila quintali.
Il resultato definitivo potrà essere inferiore a tale previsione, se la stagione piovosa o la bassa temperatura impediranno la piena maturazione del riso.
— Si è tenuto a Bruxelles in questi giorni il Congresso internazionale sul lavoro a domicilio, nel quale erano rappresentati il par tito liberale, il partito cattolico sociale, il par tito socialista e le organizzazioni operaie facenti capo al segretariato internazionale di Berlino.
L e discussioni furono interessantissime e vi vaci. Finalmente l’a,ccordo fu pienamente rag giunto intorno al riconoscimento della necessità dell’ intervento dello Stato per proteggere quegli operai e quelle operaie'che lavorano a domicilio per conto di aziende industriali.
Fu pure riconosciuto doversi fondare tale protezione legale sulla fissazione di un minimo di salario, mediante commissioni miste da isti tuirsi per P industria come in Inghilterra e nella Nuova Zelanda. I rappresentanti della Confede razione generale del lavoro e della Società Uma nitaria di Milano comunicarono che anche in Italia la questione sta per essere portata nel Con siglio superiore del lavoro e nel Parlamento. Vennero accennati anche i risultati di una prima inchiesta sul lavoro a domicilio in Milano.
Il commercio Italo-Franeese. — L ’Uffi cio Trattati e Legislazione doganale comunica i valori delle importazioni e delle esportazioni durante i primi otto mesi dell’anno in corso.
L e importazioni furono valutate 2,034,379,016 lire e presentano un aumento di L. 1,140,657 in confronto dei primi otto mesi del 1909.
I principali prodotti che concorsero a for mare il detto valore sono indicati qui di seguito per ordine d’ importanza: grano e altri cereali milioni 237.3; carbon fossile 174.5; cotone greg gio 166.7; caldaie, macchine e loro parti 104.1; legname 101; lane, pelo e crine 76.5 ; seta tratta greggia 64.2; pelli crude 4 1 .1 ; rottami di ferro 37 .6 ; semi 2 7 .6 ; cavalli 27,2; olii minerali 20.5; colori e vernici 19.3; rame in pani 1 9 .2 ; mer luzzo 19.1; gomma elastica greggia 17.7; caffè
17.3; pietre preziose 16.5; bozzoli 14.7; nitrato di sodio greggio 14 ; fosfati minerali 13.5 ; grassi 12.7; pasta di legno 12.6; tabacco in foglie 12.6; juta greggia 9.7; madreperla greggia 9 .3 ; solfato di rame 6.4; stagno in pani 6 .3 ; paraffina so lida 6 ; solfato di ammonio 4.3 ; veicoli ferroviari 3.3 ; olio di cotone 2.
E ’ stata in aumento rispetto al corrispon dente periodo dello scorso anno l’ importazione dei prodotti seguenti: granturco giallo per
rni-lioni 14.5; strumenti scientifici 7 .9 ; pneumati che per ruote da vetture 7.6 ; tessuti e altri ma nufatti di seta 7 ; bastimenti e altri galleggianti 6 .4 ; gioielli d’oro e d’argento 5 .6 ; olii fìssi non nominati 4.8 ; nitrato di sodio, greggio 4 .8 ; mer cerie 4.7 ; pelo greggio 4.5 ; tessuti e altri ma nufatti di cotono 3 .5 ; pelli conciate 3 ; rame in pani 3 ; altre pietre, terre, ecc. minerali non me tallici 2 .5 ; riso 2.4; gomma elastica greggia e rottami 2 .2 ; avena 2.1 ; solfato di rame 2 ; filati di lino 2 ; olio di oliva 1.8; argenteria 1 .6 ; le gname da costruzione 1.4 ; lavori di rame, ot tone, ecc., 1.4; calzature di pelle 1.4, pepedi e loro parti 1.3; corallo greggio 1.3; olio di palma 1 .2 ; juta greggia 1.2; seta artificiale non tinta 1.2 ; ghisa in getti 1.2; apparecchi per riscal dare 1.2.
Fu invece in diminuzione l’ importazione dei seguenti altri prodotti: caldaie, macchine e loro parti per milioni 2 4 ; frumenti 21.5; cotone in bioccoli 17.7 ; olio di cotone 17.6; veicoli ferro viari 7.9 ; bozzoli 7.5; bestiame bovino 5.3; ca valli 5.1 ; grassi e strutto 4.9 ; lardo e carni sa late 4.3 ; legumi secchi 3.7 ; pesci preparati 3.7 ; ghisa in pani 3 .2 ; lane lavate 3; ferro e acciaio in verghe 2 .7 ; ferro in masselli 2 .6 ; segala 2.5; zucchero 2 .3 ; seta tratta greggia 2 .2 ; fosfati minerali 2.1 ; madreperla greggia 2.1 ; minerali metallici 1 .8 ; semi 1.5.
Le esportazioni furono valutate 1,283,952,598 lire con un aumento rispetto ai primi 8 mesi del l’ anno 1909, di L. 93,767,941.
I prodotti che principalmente concorsero a formare il detto valore sono indicati qui di se guito per ordine d’ importanza : seta tratta e ca scami milioni 297.8; olio di oliva 45.4; vini e vermouth 36.2 ; uova di pollame 34.9 ; formaggi 33.4; pelli crude 31.3 ; agrumi 29.4; canapa 27.1 ; zolfo 25.5; farine e semolino 20,4; paste di fru mento 19.6; marmo 19.6; cappelli 18.9; capelli 17.2; frutte secche 16.8; frutte fresche 15.6; pneumatiche per ruote da vetture 14.2; vetture automobili 13.1; frutte, legumi e ortaggi prepa rati 12.7; riso 1 1 .5 ; minerali di zinco 10.2; le gnami e ortaggi freschi 10.1 ; corallo 9.6 ; pol lame 8.7 ; oggetti d’arte 8.3 ; tartaro e feccia di vino 8.1; conserva di pomodori 7 .6 , burro 7 .6 ; citrato di calcio 7.1 ; legumi secchi 7.1 ; trecce di paglia e di legno 7 ; lane e crine 6.8 ; essenze di agrumi 6.6 ; patate 6.5 ; radiche per spazzole 6 : sommacco 4.2 ; tabacco lavorato 3.2.
Segnarono aumenti all’ esportazione i seguenti prodotti: olio di oliva milioni 17.8; tessuti e al tri manufatti di cotone 1 2 ,8 ; tessuti e altri ma nufatti di seta LÜ.8; farine e semolino 9.1; for maggi 6 ; v in i 5.8; lavori di pelle 5 ; pneumatiche per ruote da vetture 5 ; citrato di calcio 4.4; cascami di seta filati 4,3 ; paste di frumento 4.2; mele e pere fresche 3.9 ; frutta, legumi e ortaggi preparati 3.8; filati di cotone 3.6; vermouth 3.3; cappelli 3.3 ; marmi 3.1 ; capelli 2.7 ; macchine e loro parti 2.6 ; porci 2.5; spirito dolcificato 2.4; zolfo 2.4; agrumi 1.9; cordami 1 .8 ; bottoni di corozo 1 .7 ; corallo lavorato 1.7; oggetti d’ arte
1.7 ; botti di legno 1.6 ; guanti di pelle 1.6. Segnarono invece diminuzioni questi altri prodotti : seta tratta greggia 38.3 ; canapa greg-
634 L ’ E CO N OM ISTA 2 ottobre 1910
4.8 ; vetture automobili 3.3 ; altri lavori di gomma elastica 3 .2 ; riso 2.2; altre frutte fresche 2 .2 ; essenza di agrumi 1.4 ; lane sudice e lavate 1.2.
Il commercio della Germania. — D u rante i primi 8 mesi del 1910 I’ importazione totale della Germania si è elevata a 5,871,621,000 marchi contro 5,757,763,000 marchi nello stesso periodo del 1909,
L ’esportazione è stata invece di 4,916,043,000 marchi conti o 4,301,267,000 marchi.
Il commercio del Messico. — Il servizio di statistica del Ministero delle Finanze del Mes sico ci comunica i resultati provvisori delle im portazioni e delle esportazioni durante l’anno fiscale 1909-910. (luglio 1909-giugno 1910).
Importazioni. (Valore di fattura). Diff. 1909-910 1908-909 (Piastre) Materie animali 15,010,984 + 2,412,578 » vegetali 42,711,453 -h 13,344,872 » minerali 55,860,827 + 11,272,386 Tessili 20,213,674 4,309.002 Proci, chimici 11,238,331 + 1,582,60'.) Bevande 6,552,815 5,046,707 + 986,429 Carte e applic. + 398,243 Macchine 20,947,168 + 825,661 Veicoli 5,754,194 2,901,783 -f- 1,440,902 Armi e esplosivi 389,683 Diversi 8,619,611 + 1,352,152 Totale 194,857,547 Esportazioni. -t- 38,324,520 (Valore dichiarato) Prodotti minerali 37,535,397 6,314,241 » vegetali 77,724,806 + 9,794,251 » animali 20,104,186 + 6,164,840 » manifatt. 3,536,591 + 988,711 Diversi 2,169,727 240,285 Metalli preziosi 118,985,52L + 5,933,851 Totale 260,056,228 + 28,955,609
Ordiniamo che il presente decreto, munito del si gillo dello Stato, sia inserito nella raccolta ufficiale delle leggi e decreti del Bagno d ’ Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e farlo osservare.
Dato a Baceonigi, addì 21-9-1910. Firm ato : Vittorio Emanuele HI.
Controfirmati : Luzzatti, Facta, Raineri, Tede
sco, Fani.
La relazione.
Il decreto è preceduto dalla seguente relazione: Sire ! Il bisogno di rafforzare il bilancio dello Stato per fronteggiare spese indeclinabili fatte anche più ur genti da nuove sciagure, obbliga il Governo a chiedere una maggiore entrata all’ imposta degli spiriti ohe per consenso universale espresso anche di recente nei due rami del Parlamento è riconosciuta la più idonea e la meno grave. Aggiungasi che il lieve rincarimento della vendita al minuto dell’alcool corrisponde anche agli intenti di igiene e di temperanza a cui oggidì mirano tutti i paesi civili. A tale uopo l’aumento di 70 lire per ogni ettolitro anidro è anche più moderato di quello che uomini competenti avevano messo innanzi dimostrando che senza pericolo si poteva elevare l’ali quota complessiva a 300 lire.
Il nostro provvedimento per essere fruttifero al l’erario deve avere un immediato effetto come avvenne in eguali contingenze. Discorrendone senza metterlo subito in vigore si provocherebbero tanti precoci af francamenti sugli alcool da perder l ’efietto della mag gior tassa per un anno senza beneficio dei consuma tori, con detrimento della finanza e a profitto esclusivo dei fabbricanti. Ad impedire questo danno tende il decreto al quale non potrà mancare ! ’approvazione del Parlamento.
La preservaziene dell’interesse finanziario renderà più tranquillo l’esame dei provvedimenti economici che il Governo intende presentare alle Camere insieme alla convalidazione di questo decreto. Essi mireranno se gnatamente a diminuire gli abbuoni conpensandoli con ¡ ’aumento del dazio di confine ed a facilitare con par ticolari misure l ’esportazione dell’ alcool a beneficio negli anni di abbondanza dell’enologia nazionale — che finora colla bontà della causa ha servito piuttosto a vantaggio degli intermediari — e ad agevolare sem pre più l’uso industriale dell’alcool nelle sue molte plici applicazioni. Per tutte queste ragioni fu unanime il consenso dei ministri a proporre alla sanzione reale il presente decreto.
Il ministro segretario di S ato per le Finanze : Facta.
L’ AUMENTO DELLA TASSA SUGLI ALCOOL
LA SITUAZIONE DEL TESORO
La Gazzetta Ufficiale pubblica il seguente decreto : « Vittorio Emanuele III per grazia di Dio e volontà della Nazione Be d ’ Italia »;
sulla proposta del nostro ministro segretario di Stato per le Finanze ed in seguito a deliberazioni del Consiglio dei Ministri, abbiamo decretato e decre tiamo:
Art. 1. — La tassa interna di fabbricazione degli spiriti è stabilita nella misura di L. 270 per ogni etto litro di alcool anidro e la temperatura a 15.56 del ter mometro centesimale.
Art. 2. — Gii abbuoni per perdite di fabbricazione stabiliti dal testo unico di legge del 16 settembre 1909, N. 704 sono consolidati nella loro somma effettiva risul tante dalla disposizione di esso testo. Per le esporta zioni sono mantenuti inalterati i benefici effettivi ri sultanti dall’applicazione delle vigenti disposizioni.
Art. 3. — Sullo spirito che nel giorno dell’attua zione del presente decreto esisterà nei magazzini vin colati alla finanza l ’ammontare della tassa di fabbri cazione di cui siarispettivamen te gravato sarà aumentato di lire 70 per ogni ettolitro anidro.
Art. 4. — Il presente decreto entrerà in vigore nel giorno successivo a quello in cui sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del Regno e sarà presentato al Parlamento per essere convertito in legge insieme alle proposte per regolare completamente il regime fiscale degli spiriti.
al 31 agosto 1910
Ecco la situazione del Tesoro al 31 agosto 1910: Differenza ( + miglioramento — peggioramento deila A l 31 situazione agosto 1910 del Tesoro) Fondo di cassa
Crediti di Tesoreria Insieme
Debiti di Tesoreria Situaz. del Tesoro
371,584,121.24 ’673,043,737.73 1,044,627,858.97 734,870,273.31 + 309,757,585.66 — 52,546,355.83 + 250,398,559.27 + 197,852,203.44 — 102,523,110.46 + 95,329,092.98 I DARE
Incassi (versamenti in Tesoreria) Fondo di cassa alla chiusura
dell’esercizio 1909-10 In conto entrate di bilancio In conto debiti di Tesoreria In conto crediti di Tesoreria
2 ottobre 1910 L ’ E CO N O M IST A 635 AVERE — Pagamenti 337,573,366.67 17.128.57 17.128.57 559,595,684.92 297,641,944.62 In conto spese di bilancio
Decreti di scarico
Decreti Ministeriali di pre levamento
In conto debiti di Tesoreria In conto crediti di Tesoreria
Totale dei pagamenti 1,194,828,124.78
a) Pondo di cassa al 31
agosto 1910 371,584,121.24
Totale 1,560,412,246.02 Ecco la situazione dei debiti e crediti di Tesoreria:
DEBITI Buoni del Tesoro
Vaglia del Tesoro
Banche — Conto anticipa/., statutarie Cassa depositi e prestiti in conto cor
rente fruttifero
Amministrazione de) Debito pubblico in conto corrente infruttifero Amministrazione del Fondo culto in
conto corrente infruttifero Cassa depositi e prestiti in conto cor
rente infruttifero
Ferrovie di Stato — Fondo di riserva Altre Amministraz.
conto corrente fruttifero Id. Id. infruttifero Incassi da regolare
Biglietti di Stato emessi per l ’art. 11 della legge 3 marzo 1898, n. 47 Operazione fatta col Banco di Napoli
per effetto dell’art. 8 dell’allegato
B alla legge 7 genn. 1897 n. 9
al 31 agosto 1910 100,415,000.— 41,391,143.84 68,886,910.81 230,951,826:55 14.159.509.74 139,897,140.70 10.762.631.75 1,713,424.45 71,314,233.37 24,094,382.10 11,250,000 — 20,534,070.— Totale 734,870,273.31 CREDITI
Valuta aurea presso la Cassa depositi e prestiti : Legge8agosto 1895,n. 486 Legge 3 marzo 1898, n. 47 Legge 31 dicem. 1907, n. 804 (art. 10) Legge 31 dicem 1907, n. 804 (art. 11)
Amministraz. del Debito pubblico per pagamenti da rimborsare Id. del Fondo pel culto Id. Cassa depositi e prestiti Id. Altre Amministrazioni Id. Obbligazioni dell’Asse ecclesiastico Deficienze di Cassa a carico dei con
tabili del Tesoro Diversi
Operazione fatta col Banco di Napoli
al 31 agosto 1910 80,000,000.— 11.250.000. -60.000. 000.— 1,816,920.— 172,346,196.55 23,129,603.30 136,786,774.11 77,675,665.70 1,710,145.29 88,294,362.78 20,534,070.— Totale 673,043,737.73 Prospetto degli incassi di bilancio verificatisi presso le tesorerie del Regno nel mese di agosto 1910 ed a tutto il mese stesso per l ’esercizio 1910-911 comparati con quelli dei periodi corrispondenti dell’ esercizio prece dente.
Incassi — Entrata ordinaria. Categoria 1. — Entrate effettive :
Redditi patrimon. d. Stato
Imposta sui fondi ru stici e sui fabbricati Imposta sui redditi
di R. M. mese differenza di agosto 1910 sull’agosto 1909 1,596,715.98 + 881,191.18 29,567,818.54 4- 249,939.99 89,148,561.67 + 2,096,760.34 Tasse in amministr. del Ministero delle finanze
Tassa sul prodotto d . movimento a grande e piccola velocità s. ferrovie
Diritti delle Legaz. e Consolati all’ estero Tassa sulla fabbricaz.
degli spiriti e birra Dogane e dir. maritt. Dazi interni di cons. esclusi quelli delle città di Nap. e Roma Dazio consumo della
città di Napoli Dazio consumo della
città di Roma Tabacchi Sali
Prodotto di vendita del chinino ecc. Lotto Poste Telegrafi Telefoni Servizi diversi Rimborsi e concorsi nelle spese Entrate diverse 20,991,920.21 3,029,973.66 10,914,125.29 25,805,512 17 5,444,977.61 1,419,912.84 25,581,615.46 7.320.762.22 259,656.10 13,402,531.54 8,933,477.51 1,807,628.49 889,031.93 1.346.698.22 2,784,770.79 4,813,798.76 + 1,359,808.75 - 6,883,408.58 _ 583,152.24 + 565,585.51 + 7,033,410.88 + 2,660,007.99 + 145,880.27 + 2,482,675.69 + 129,107.68 + + + 104,654.80 543,640.33 458,189.43 39,102.11 430,912.82 199,806.22 + 961,783.96 + ‘3,057,989.90 Totale 205,089,518.69 + 14,663,218.73 Entrata straordinaria. mese di agosto 1910 Categoria I. - Entrate effettive : Rimborsi e concorsi nelle spese Entrate diverse Arretrati per imposta
fondiaria ■262,194.22 differenza sull’agosto 1909 + 49,953.94 -+- 783,255.05
Arretrati per imposta
sui redditi di r. m. ___ —
Residui attivi div. 2 0 .- — 72.29
Categoria II.
Costruz. di strade fer. ____ — 682.—
Categoria III. : Movi mento di capitali: Vendita di beni ed
affrancaci. di canoni 433,911.37 + 192,419.20 Accensione di debiti 77,175,469.23 f >77,044,389.23 Rimborsi di somme
anticipate dal Tes. 244,884.51 — 85,088.50 Anticipazioni al Tes.
da enti locali per ri-chiestoacceleramen.
175,000.- - 25,000.— di lavori
Uso tempor. di dispo
nibilità di cassa — —
Partite che si com
pensano nella spesa 147,333.99 — 375,289.77 Prelev. sull’ avanzo
accertato col conto consunt. dell’eserc. 1905-6 e 1907-8
Ricuperi diversi 15,265.66 -J- 15,265.66 Capitoli aggiunti per
resti attivi. — —
Totale 81,310,721.41 -t- 77,649,155.52 Categoria IV. - Par
tite di giro 859,011.49 — >6,535,172.19 Totale generale 287,289,251.59 + 85,777,202.06