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MINORE OVVERO
DELLA BUGIA
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MINORE
OVVÈR PELIA BUGIA
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IPLATONE
mSOTTO
INLINGUA TOSCANAOADARSIBEMBOPER GroSEPPE BRANCADORO
e C.TIPOGRAFO-•EDITORE
ViadelConoincontroilcaffèdellecase LrugialeN”QOw
ANNO MDCGGXXXII.
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LO IPPIA MINORE
OVVERO
DELLA BUGIA
Argomento
DeU
’argemento di ipinto dialogo alibiamo in generale parlato nelT Eutidemo.Latesiparticolaresièdeldisordinatomodotenuto dai•ofistineldisputare, e nella materia, enellamanieradellospiegarla, siccomecolproporreunaquestionePlatone insegna. Introduceuncerto
Ippia,sofistasuperbissimo, e sfacciatissimo saccente,a parlare,econ
arrogantissima superbia vantarsi, arrogandosi ogni aulorili sopragli
scrittid'Omero;machetrattasciocche e leggiere questioni;ilquale inettissimamente disputando,alla fineperlasuaignoranza e temerità cade nei suoi propri! inganni,comedallaletturadeldialogo apparisce»
S’ indicacon brevitàlaeconomiadelladisputa. Siproponeunaque-
stione,se aiamigliore AchilleoUlisse.Sacrate apposlatameiiteper
irritareilSofistadiceche Achille è ad Ulisseii.feriore;ecoll’apporta- re varie ragioni,econfrontandoleconleparoled’Omeronascelaque-
stionesopralabugia,nellaspiegazionedellaqualeoccupailresto
delxagioaameùlo. Sociale in questo luogo coniloilTanisiimo Sofista
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wtaleJlBofislIcbe JlcerJc
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imfiggerio coUe »ue proprieami,eco-' gUerlocd intricarlo nei propril luoilacci;ed inlaimodo queUicl»impieganolaloro opera, edilloroaludio nell’ingtnnaregli altri,eglino
medeaimisonoresi ridicoliedobhroliriosi.Eciòsiabastante.
TEOREMI SCELTI SENZA ORDINE Lecosefilosofichecoiirengono adunfilosofo,esi deronofilo- aoficamentetrattare.Lecose poetiche con sobrietàsiderono daunfi- losofo maneggiare, edinquelmodoclreadunfilosofo siconriene.
a“Ilpiùopportunomelodoper confutareisofisti sièilridurfi a J
assurdeed importune conseguenze, d’ondeappariscelafalsitàdegU aalecedcnti.
5"
È
cosa opportunailtrafiggere1sofisti colleproprie loro armi;csiconTieneadunfilosofo Talersicontro di«ssidei loro inganni ed artifici!.
4“Il filosofo differiscedal Sofista «nella materia e nella forma;
CIO#neUtfcooc e Dclisodo di spiegarle.
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MINORE OVVERO DELLA BUGIA
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EUDICO,
SOCRATE
eIPPIAOr,
oSocrate(i)perchè tacitu,avendoTppia di- mostratocotantecose, chenon approvi alcuna del- ledette,o nonla confuti se atepareche alcuna sisiadettamancobene;massimamente essendoau- coranoi rimastiinferiori, i qualiciattribuiamouno studionon mediocredifilosofìa? soc.— O
Eudico, vi sonoalcune cose, lequalidicevaIpplad’intor- no adOmero,delle qualiiodesidero interrogarlo. la veroio udiidaApemanto padretuolaIliade diOme-
(i)
n
principioiliquesto ragionamento è senzaesordio. Tppia,' dicuiparlaancoitialtridialoghi,averalattemolteparoleso- pragliscrittidiOmero,collaspiegazionedeiqìialisolevanoi•ufistivenderealjmpoloilorofumi.Questo dialogo èunconti- nuatoesempiodellasommavanità,edell’arroganteimpudenza deisofisti,iqualiscioccamenteeridicolosamcntesiacquistavano gloriaconcosedanulla.Insegnapoicomesidebbano beffarei
fofiiticollestesseloroartied inveuzionit
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) a(
ro esserepoematafttopiù eccellentedell*OtHssea, quanto Achillefupiùeccellente dìUlisse: percioc- chédicevaegli,che l’uno de’|K>eroifucompostover- sodiAchille,versodiUlisse l’altro.Dunque ardo didesideriodisaperquestodaIppia (purchégliag- gradi)quali diquei dueuominiegliaflfermipiùec- cellente,poichési sono dimostratealtremolte, e va- riecoseda noid’intorno adOmero, ed agli altri poeti. SUD —Chiaroé,che nonresteràIppiaper nin- nainvidia,setuloaddinianderaidialcunacosa.
O
Ippia,seSocrate ricercasse niente dale,glirispon-
derestitu, ocomefaresti? ir.(i)
—
Iofareimale, o Endico, se oraio fuggissilainterrogazionediSocra- te,iochesonsempresolitoditrasferirmi daElea patria miaallefestedegliOlimpici, liuve pertutto concorronoiGreciallacomunesolennità,equivial tempioofFeririnidìdichiarareaciaschedunoqualun quecosadesiilerasse, chelisi dimostrasse,edi ri- spondereaqualunqued’intorno aquello,cheio fossi addiroandatu. soc.— Oh
per certodate sièpatito unapassionebeata,o Ippia, sesifTattainenteconfida-li]LalodenellapropriaLoccadispiace,comediceilprover- Lio.PlatonedunqueiotioduceIppiaa predicare di sé magnifi- camenteper dileggiare eoounchiaro esempiolaiufaiaeambi-
sioocdeitofiali.
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to nella sapienzadell'animo, ad ogniOlimpiadevie- nealtempioi in veromimaraviglierei, se alcunatle- ta dicolorocheversano intornoall’eserciziodel cor- posanevenisse intrepidamente cosinellaforze del corpocon6datopercontendere, come tunellasot- tigliezzadeliamente. ir.
—
Meritamente sono in co- talguisadisposto,o Socrate, verisiinilmente:percioc- ché daquel tempo,cheiom’incominciai adeser- citare negli olimpici, non horitrovatoancor niuno ame
superiore in alcuna cosa. soc.—
.Ippia ciòche tudi,è cosa eccellente, e questa tua gloriasiacer-tamemoriadi sapienza,edallacittàdegliElei,ed aiparentituoi.
Ma
che giudichi tudiAchille,e di Ulisse?qualdiloropensipiù eccellente,e d’intornoache? percertomentreeravamo dentro molti, e tu disputavi .certe parolemifuggirono;nondimenoteme- vadidimandarteneda capo,sìperchèviera dentro moltagente,siancoacciònonfossid’impedimento altuoparlare.
Ma
orapoiché siamo pochi, ed Eudi- eo comanda, chesicerchi,dicci,ed insegnaci chia- ramenteciò,chedicevidiquestiuomini,einche mo- dolidistinguevi. jr. (i)— O
Socrate, voglio orail(i)Laquestioneè,chitraAchille ed Ulissevenga daOme- ro descrittoerappresentatomigliore,edipiùLuonicostumi.
Ippia in vero risponde quello cheè.
Ma
Socrateper istancare Ippia che moltosiapplicavaasimiliquestioni, abella posta5 Ipp. mia.
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rirerirpiù apertamente cheallora ciò,cheio sento d’intorno adOmero,edaglialtri.Io affermo, che OmeroabbiafiguratoAchilleottimo
uomo
sopratuUticoloro,che andaronoaTroia, e sapientissimoNe- store,forte astuto,e varioUlisse, soc.
—
Pape,o Ip- pia, omigratificheraitud’intorno a questo; cioè, chenon mischerniscise iofìa tardoalloapprende- re,ciòchesidice,e spessotiaddimanderò?ma
sfor- zatidirispondermiumanamente,e facilmente, ir.—Cosabrutta sarebbe,o Socrate,che insegnandoiolo stessoadaltrui,e riscuotendone perciò danari,sea te ricercantenoncompiacessi,nò rispondessiumanamen- te. soc
— Tu
parli ineccellenza.Inveromiparve d’intender ciòchetu dicevi, mentredatesidiceva Achille ottimonomo,sapientissimo Nestore;ma
quan- dodiceviUlisseastuto,evario,per confessareilve- ro,non hointesociòchevolessi siguifìcare;emidì, perchè quindiapprenderòforsemaggiormente,sean- coraAchillesia statointrodottodaOmero
vario,cd astuto,oppurno* ip.—
Non,o Socrate,ma
semplicersecoglie3aaltripassieliOmeroalcune opposizioni,collequali dimostracheAchilieèadUlisseinferiore.Lostancareunoin questomodoincoseda nulla èunaparigliadovutaaivanissimi sofisti;acciocché,siccomeeglinomuovonoquestioninonnecessa-
rie,COSIaucor eglino sicno consumalidallanoiadelleraedcsiiue.
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adognimodo;perchè nelle supplicazioniquandogl’in>
traduce discordanti, incotalguisafache Achilleparli contro ad UHssc:roUlissestirpe diGiove,figliuolo,di Laerte; aslutisslmo,a
me
conviene confutar intrepida- menteideltivostri,comeiosento,edioistimo,diesi debbafare:perciocché quegli èame
inimico,parimen- tecomek;portedeli’inferno,chenascondealtraco- sa nella mente, ed altrane dice:ma
iodirò,in guisa, chesiporràfine»ciò,chelodirò.In questi versidichiarailcostumed’ambldue,comesiaverace Achille,e semplice;Ulisseastuto,e hugiardoc poiché inOmeroAchifle controadUlissenc dicequesto. soc.—
ALpareoIppla,d’intenderoggimaiciòchelodi perchètuchiami,comeapparisce,1’astatomenda- ce. 1b.—
SioSocrate."i>erciocchèinpiù luoghi nei- l’Iliade,enell’Odissearafiigura OmeroUlissetale, soc.—
DunquestimòOmero, chealtrofossel’uomo verace, ealtroilbugiardo;ma
nonlo stesso, ir.—
O
Socrate,come non deeegli stimareincotalgui- sa? soc.—
Forse pareancoraate,o Ippia? ip.—
Al tutto;perciocchéiotroppoerrare!,sealtraopinione tenessi, soc.—DunquelasciamoOmeroda canto, poi- ché è impossibilesaperdaluiqualfosse statolasua opinione, nelfarquestiversi;ma
poichétuprendi in teilgiudicio,edateparquello, chealTermidirsi daOmero,rispondiperlui,e pertestessopariraen-5
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te> I».(i)iP«Si faràquestoj
ma
addimanda breremente ciò,chetavaoL soc.—
Dì tu esserpossibile,chei bugiardinonpossanofarealcuna coaa,comegliin»fermi,olapossonofare? ir.— Dico,chepossonosì, e grandemented’intorno amoltecose,sìanconell’
ingannargliuomini. soc.
—
Sicchésecondoiltuo parlare sono potenti, edastuti:nonèeglicosì? ip.—
Percerto, soc.—Or
sonoastutiancor coloro,che ingannanoper certa stolidezza,edimprudenza; o piut- tostoperastuzia,e per prudeoza?ip.—
Perastuziasopra tuttelecose,e per prudenza, soc.—
Dunque, come è avviso,sonoprudenti. ip._PerGiovesi.soc.—Ores- sendoprudenti,non sannoessiciòchefanno,oppur ilfanno? ip.—Per certoilfannosi,conciossiachèper qnestosonomaligni, soc.—
Dunque sapendoquello chefanno,sonoessiignoranti, o saggi? ip. Anzi sapienti,cioèalloingannare d’intorno a questeme- desimecose.soc—
Dehfermati: riduciamociallame- moriaciòchetu di:sidiceeglidateesserìbugiar- di potenti, e prudenti,medesimamenteintendenti,e saggi,-intornoaquelle cose,delliqualisono bugiar-(i)Dalla interpretazione di quel passo diOmeronasceuna nuovaquestionesopralaBugia,nellaspiegazionedellaquale ver-
satuttoquesto dialogo. 'Per formareladeliaizioiie dellabugiati ponechesiaunafacoltà,ounascienza operizia.
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dir IP.
— Da me
sL soc.(i)— Ma
altriesicrive- raci,altriincontrarioibugiardi,edessitraloro di gran lungacontrarii? ip.— Dico ancora questo, soc.—Or
secondolatuaragioneibugiardicomeè avviso, sonoalcuni delnumerodei potenti, e dei sapienti.IP.
—
Si, soc.— Ma
quandotudi,che siano potenti, esapientiimendacinellestessecose,ditu,chesia-no
potentialmentir volendo, o impotenti d’intornoi a quello,chementiscono? ip.— In veropotenti, soc.—Dunque
affinediciamosommariamente,sonoi bu- giardisaggi, e potentialmentire. ip.--Percerto, soc.—
Orqueiruomo,chenon può mentire,nèTa alcunacosa,nonsiamendace, ip.—
Cosiè. soc.—
Potente poi èognuno, che faciò, che vuole; quan- dovuolenon dico,chesiaimpeditodamalattia,o daalcune cosetali;
ma
incotal guisaaddimandoal presente, cosicome qualunquevolta vuoi, puoiscri- ver ilmionome
:forse non chiami tuunnomo
cosidisposto potente? ip.—Percerto, soc.
—
Di, oIppia, uonsei tuintendente dell'annoverare, c delcomputare? ip.— Sopratutti, soc.— Dunquese alcunotiaddimandasse quantonumerofaccia trefiate settecento;nonrisponderestitu ilvero, purchétu volessi,d’intorno aquesto? ip.—Adognimodo. soc.(i) Posto questo, Socrate lidoce Ippiaalls strettesia diungra-
)«<
F«r quelloforse,ched’ intornoa ciòseiperitissimo, e sapientissimo, ip..—
P
er certo, soc.
— Ma
d),sa solamenteseipotentissimo,e sapientissimo;o ezian- dio ottimo intornoal medesimo,inchetavagliin sapienza, e potenza, cioè nell’annoverarinumeri?IP..—Per certo ottimoancora,o Socrate, soc.— Dun- quetupotrestidireagevolmenteilverod’intorno a questo:nonèeglicosi? ip.
—
Così lo stimo, soc.—
Ma
che?ilfalso intornoalmedesimo?or rispondi,o Ippia,alpresente, comedìsopragenerosamentefa- cesti,em.-ignificarnente.Se alcun dalecercassequan-tisonotreHate settecento,mentirestitupihd’intorno a questo, esecondolemedesimecosesempre pronun- cierestiilfalso volendo mentire,nè mairispondere- stiilvero; ochifosseignorante deinumeri, potreb- be maggiormentedilementire,ancorchétumentir volessi;oincontrariopiuttostoloignorante,mentre vorrà spesse volteprolferiràinvolontariamenteilve-
ro,nonlosapendo;
ma
Inessendo saggiodi con- tinuo,mentrevorraimentire, nellastessaguisamen- tiraitu? iP.**;*Egliècometudi. soc.—Laondedim.-vÌMÌmooMurdo: chedalleragioni diogni arte apparisce,tefosso comefaposto, cheilmedesimo,nella stessarosa, e nello ^esspnuy dosarebbe verace, e bugiardo.Lodienonsipuòcombinare, cerno mostra conpigitiesempi,
;
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ni,seilbagiardoè bugiardointornòalle altreco- se;nondimeno nonintornoanumeri,nèdelnume- ro mentiràegli. ir.
—
Sìper Giove, d’intornoainu- neri. soc.—
Dunque poniamo,o Ipp<a,cbealcuno siabugiardo intornoalcomputo,edalnumero, ip.—
Percerto, soc.—
Orchi fiacostui?nonfamistie- licheeglisia,se è per dover essermendace,come tupoco faconfessavi,possentealmentire? percioc- ebèdicesti,sete1’arpicordi, chemendacenon sia maichinon puòmentire, ip.—
Inverome
loarpi- cordo,edincolai 'guisasièdetto. 'soc.—
Dunque pocofaapparestipotentissimoalmentire d’intorno alcomputodei numeri? ip.—
Ancoraquestosidisse, soc,—
Dunqueseitu ancorapotentissimo forsenel profferirilvero deglistessinumeri? ip.—
Per certo sì. soc.—
Dunqueilmedesimo puòegliintornoal computarepariariivero,e mentire?eglièpoid<?s- so chièbuoncomputista intornoainumeri, ir.—
Cosìadognimodo. soc.
—
Orqualaltro,o Ippia,si famendacenelcomputare, senonchi èbuonod’ in- tornoallostesso?perciocchéilmedesimoèancopo- tente,everace, ip.—
Apparisce, soc.— Tu
vedi,co-me
lostessoèverace inquesto,emendace,enonè niente miglioreilverace delmendace,essendoessigli stessi, nèfortecontrari,cometupocofastimavi, ir.—
Nonappariscequi. soc.(i)—Vuoitu,che altrove (i)Ripeliiionedell’antecedente assurdo, cheilbugiardo cdilve- racenousianotralorodiversi.)*o (
ancorailconsideriamo? ir.
—Come
ti piace, soe..^Non
seieziandio perito nella geometriair—
Sonosi.soc.
— O
nonadivieneilmedesimonella geometria?ilmedesimogeometra è potentissimoeglidi mentire»
edidir ilvero d’intorno allefigure? ip—.Vera*
mente, soc.
— O
vièaltribuonoaqueslOifuorché co- stui? IP.—
Nonaltrimenti, soc.— Non puòegliilsavio, ebuoneometrafar i’una, el'altracosa? esealcun altro è nellefiguremendace,è desso coluimassimi- mente,chenellemedesimeèbuono,poiché egli è possente;ma
loimpotente,cattivoalmentire,vèsi famendace maichi éimpotenteal mentire,codesi è conceduto, ip.—
Eglié IIvero. soc.—
Per terzo appressoguardiamoloastronomo, della qual’arte,o Ippia,Instimidiaver piuscienza,che delle antedet- te:nonéeglicosi,oIppia? ip.—
Cosicerto, soc.— O
nonadivienelostessonell’astronomia?ip—
Cosi èverisimlle,o Socrate, soc.-Perlaquslcosa ezian*dio Dell’astronomia se alcunaltrosièmendace,quel nesaràdessomassimameote, chesiabuonastronomo;
potendocostuisommamentementire,nonchiéimpo- tente,avvegnachéeglisiaiguorante; ip.— Cosiappa- risce, soc.
—
Dunquelostessoenell’astronomia sarà verace,e bugiardo. if.—A
pparisce, soc.(i}—Or»o
(i)Incideoteinentetoccalavana conotità d’Ippia, di cuipila ancoDii^eneLaeiaio.
I
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)
”
(Ippia, peasa iptuttelescienze,seeglistonestiaia colaiguisa,o altrimenti; essendo tupiù deglialtrino-' ipiaituttisapientissimo,d'intornoamoltissimearti;
come
alcuna voltatiudiigloriare,chesopraglial- tritu abbondavidisapienza, edimolte cose deside- rabili,c passeggiando perlapiazza,disputarfrale tavole, dicendo diesservenuto perloaddietro alla olimpicacontesa,e diaverfattocollepropriemani tatti gliornamenti del corpo,chetuavevi;primiera*mente, cheera tua fatturaloanello,il quale tenevi (perciocchéquindiiucominciasti, quasitufossi di scolpirgli anelliintendente)piùoltrecertosigilloera fatturatua,ela streglia;e similmentefattodateilvaso degli unguenti; appresso cucite colle tuemanilescar- pe,lavesteelacamisuoladatetessuta;e quello,che parvefortemaraviglioso,ed indiciodisingoiarsapìeoA za, tu dicevidiaver dimostrata una cintadate fatta*
simile ancoraallepersiane preziose; eziandiocertituoi poemi,versi,tragedie,ditirambi,edassaissimoorazioni variamentecomposteinprosa.Più oltre tu tenovi sopra tutti glialtriquelle cose,chedianzicommemorava, ed crieccellente neiritmi,e nelle armonie,edintorno alrettoordine dellelettere,edinaltrecosemolte di questasorte,
come
miparodiarricordarmi;tutto- chéioabbia scordatodell’ artificiodella tuamemo-
ria,nella qualetu istimidiesserchiarissimo,edistì-
mo
eziandio diavermi scordatomollealtrecose.Or
dì,ti prego, risguardando,comedissi,e nelletue
C.y,- 5==^byGooglt-
).*»<
«rtK«nellealtrni,lequalisono di alennnamero,se turitrovassidaquello,chefra noisiè conceduto, esserdiversoilverace dal bugiardo,nèesserlostes- so;
ma
ciòrioercainqualunquesapienza,o accortez- za,ocomunquegiovichiamarla;ma
nonmai,Gami-
co,ilritroverai,nonessendoinniunluogo. Chese èinalcunluogo,diccilo. ir.— O
Socrate,al pre- sentenonIoritrovo, soc.—
Nèilritroveraiperlo innanzi,comeiopenso.Ma
se ioparloilvero,ricor- dati,o Ippia,ciòchedallecose autedetlenesegua, ir.—Nonintendohastevolmente quel cheparli,o So- crate. soc.— Perciocchéal presenteforseuoutiser- videir artehcio dellamemoria,essendo manifesto,che tunonpensi,chevisiabisogno;ma
ioallamemo-
ria teilridurrò.Ti raccorditudiaverdetto,che Achille èstato
nomo
veridico,ma
Ulisse bugiardo,ed astuto? IP.—
Veramente, soc.'*-Ma
oratutiavvedi, chelo stessoè parso verace,e bugiardo; e perciò se Ulisseerabugiardo, era ancora verace, emedesima- inente severidico Achille,eziandio era bugiardo(i);.nèfurono questiuominitralorodiQ'erenti,pè contra-
(i)Applicazione cleiranlecedente assurdoallaquestione proposta.
Seilmendaceedilveracesonolastessacosa,comesiè conchiii-
so coH’snlecedrnteragione,ne segue che Achille ed Ulissetraloro Bondifferisconopunto.
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)«3(
ri,anzisomiglianti, ip.(i)—Tu, o Socrate,tessiser*- pretalicanzoncelle, eprendendoquello,che è noio*
sonelragionamento,a luiti aiiretti,emaneggian- do qualunqueminimecose,nonstringi tuttoilne- gozio,dicuisiparla.Perriorch^sevolessi,oracon moltissimi argomenti, econbastevole ragionetidimo- strerei, cheOmeroabbiaformato Achille miglior di Ulisse,e verace;
ma
Ulisse fraudolente, e mentitore inmolte cose, ediAchillepeggiore.£
sedinuovotièingrado, rispondivicendevolmente, eparagona iltuoparlarecolmio,ondedimostri,chel’unosia migliordell’ altro;'edincolaiguisa costoro, che son presentimaggiormenteconosceranno qual di noiparli meglio, soc.
—
Nondubitodiquesto,nècontendo, o Ippia, chetunonsia dime
piùsaggio:ma
sem«prehoinusanzaquandoalcuno disputadialcuna co- sa,diattender diligentemente,massimamente quando chiparlamipar saggio.Inveroalloraavido d’inten- der, osservolecose,chedice,leaddiraando,leri-
(i)Sdegnasi Ippiacon Socrate per quella conchinsione, e Hpc-' tendole stessecosesenzaportarealcunanuovaragione,soggiun- gelostessoSocratemodestamente rispondendo preparalastradaad una nuovaricerca,e confrontandoiluoghioppostid’Omeropro-
a
che Achilleèpiò astutodiUlisseancoracoliostesseparo’e di.Achille,come Omerolo faparlare.DigitizedbyGooglc
)i4(
coniidero, eleparagono,affinepibchiaramente io apprenda ciòcheviendetto.
Ma
sepocostimo chi dice,nonritornoad addimandargli niente,nèmicn>‘ro di quellochedice;e di quicompreoderai quali 10mistimisaggi.Perciocchétumiritroveraiascoi»
tardiligentissiroamenteleparole dicostai,edaddi*
mandarloperfarprofittoinimparandoalcuna cosa:
perciocchéedorahoconsiderato queiversichepo>
cofadicesti,in dimostrando,cheAchille dica inver»
so ad Uliste,comevantatore;emiparecertacosa maraviglinsa, setudiilvero:perché Ulisseastutoin luogoniuno pare,cheabbia mentito;
ma
Achillese>coudoilparlar tuosidimostrauncertoastato,e va*
rio,roenleudoegli,avendoprofiTeritoqueiversi,iqua*
11tu alpresentebairidottiallamemoria:perciocché egli
éa me
parimente inimico,comeleportedell' in*femo,chi nascoudealtronellamente, edaltronedi- ce.Pocopoi soggiugne, chenèdaUlisse,nèdaAga- mennonesipersuaderà,nèaltuttosifermeràaTroia.
Ma
dimani, disseegli,dopol’averfatto sacrificia Gio- ve,cclatuttiiDei,apparecchiandolenavi bene; do- potrattelenelmare, sevorrai,e setiè ciòa cuore vedrai,chelemienavinavigheranno nelmezsòdel*laestatenello ellespouto, pienodipesci,congliuo- mini entro prontialvogare; e sel’inclitoNettunoci concederà prosperoilviaggio, nelterzogiorno potrò arrivare aFtha, chehaisassigrandi.Ancoradi so*
pra eontro adAgamennoneindispregiodissepiùse*
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).
5(Tcramente: orio
me
ne voaFtia,essendomeglio as- sai;cheiovadi a casaconlenere navi;nèiopen- so iritrovandomi qni senza onore)chetnsiaperam- massar ricchezze. Dettesi queste cose,quandoallapre- senzadituttoloesercito,quandodegliamicisuoi, nonappar in niun luogo, ocheegli sifosse appa- recchiato, o tentasseditrarfuorilenavicomeper ritornaracasa, anzi moltopocosicuri, chesiano verelecose,cheparla.Invero,o Ippia,daprinci- piotiricercaidubitandoqual di costoro tenesseil poetapiù eccellente;e stimando l'no/'e'l’altroot- timouomo,e malagevoledaconoscersi qnal dique- sti duefosseeccelleuteinbugia,edinverità,enel*r
altravirtù,essendoinquestoambiduesimiliforte, ir.— O
Socrate tunonconsideribene; perciocché ciò chementisce Achilienonparchementiscaconinsi- die;ma
sforzatoperlacalamitàdell'esercito, astret- ta arimanere,edaprestaraiuto;ma
Ulissespontanea- mente, econinganno, soc-— O
carissimo Ippia, tn miinganni, edancoimitiUlisse, ir.—Inmodo
nin- no,o Socrate,ma
che ditu,e acheline? soc.—
Perchètudi,che Achillenonmentiscecon insidie, ilquale siffattamente era seduttore,edinsidiatore,ol- tre aliaiattanzasiccomefiguraOmero,che tantofos- se di Ulissepiùastuto, chelicelasselasuavanità, mentreallapresenzadiluiosasseparlare cosecon- trarieas^stesso,ed ingannasse Ulisse.Perlaqual cosacoQtro diluinonpare,cheUlisse dicaniente.
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)i6(
comecolui chenonsi avvedesse cheeglimentiva, ir,
^
Quali sono queste cose,oSocrate,che tu dif goc.—
Nonsaitu cheposcia disse adUlissedido*versipartirenellospuntar del giorno;ma<noacosi adAiace;
ma
allrinieiiti? ir.—
Ove? soc.—
Inque- stiversi: perciocchénon primaiolascierò lasan- guinosaguerra,cheilligliuolodiPriamo domator deliementi, cioè Ettore onoralo,senevadaalleten- de,edallenavideiMIrmidoni,ammazzandogliAr- givi,e colfuocoabbrugiandolenavi.Ed
io penso diaver esso Ettore prontoaguerreggiareintorno al miopadiglione,edallanavenera.O
Ippia,stimitu, checosifalUmentefossedimeulichevoleilfigliuolo diTelidc,ammaestratoda Chirone sapientissimo,che pocoinnanzi villaneggiandoquesti superbicon una estremavillania, egliincontinente dicesse adUlisse, comedisèmedesimodimenticato,didover naviga- re;ma
adAiace,didover rimanere:noninsidiando, nèpensando,cheUlissefosseantico;ma
siavessea superarecon questostesso,cioècon inganno,econ menzogna, ir.(i)—Non mièavviso,o Socrate,che(i)Apparendo- da questi luoghi diOmero,che Achillenoncon- viene consemedesimo, Ippiaglie loattrìlmisceastolidità,nongià adastuziaed inganno; ed afferma Ulisse essere piorveduto di ac- cortoed astuto ingegno.
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p
ì17(
Achille dicessequestoconinganno, anzi da simplici*
citapersuaso altrimentiparlasseconAiace,checon Ulisse.
Ma
Ulisse,osiparliilvero,oilfalso,sem- pre tendeinsidie, soc.—
Dunque,comepare,èmi- glior Ulissed'Achille. ip.—Non, o Socrate, nò. soc.— O
nonparvero dianzi migliori coloro, che menti- scono volontariamente,chenonfannoquesti altri,che involontari? ip.—
In chemodo,oSocrate,possono essermigliori coloro, che volontari ingiuriano, edope- rano male, che chiciòfanno involontariamente?aquali pare chesiperdoni molto, senonsapendo facessero ingiuria,o mentissero,o commettesseroalcunaltro male;anzilestesseleggisono piu crudeli inverso co- loro,iquali volontariamente fannoimali, cmenti- scono, chea chiinvolontariamente. soc. (i)— O
Ip- pia,veditu,cheioparlojlveroquandoiodico, di esserdiligente d’ intornoalleinterrogazionidegliuo- mini saggi? e conciossiachènell’ altrecoseio manchi molto,hoquesto tantodibene, perciocchéiofalli- scod’intornoallostatodellecose, enonsocome
eùesenestiano;edi que.->tonefocongettura bastevo-(1)CiòcJieIppia ha detto è vero;mavolendo Socrate trattare controlaragione d’Ippìa modestamente protesta di avere desiderio veementivaimod’imparare:ilqualefache consommadiligensa ed assiduità vada in tracciadiognicosy.
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le,perchè qualoraiomi accompagoo conalcuni di roi,chesieteeccellentiin opinione di sapienza, ed avetetestimoni di dottrina tuttiiGreci,nonpaio di saper nulla, non parendoa
me
mai(percosìdire) ilmedesimo, cheavoi.Conciossiacbè qualpiìimani- festoargomentoè della ignoranza,cheildissentireal- cunodaglinominisaggi?nonpertantotengo questo beneraaraviglioso, che mi salva,perchèimparando nonarrossisco;ma
iocerco,edaddimando,edhogra- ziesmisuratea chirisponde;nèfuiingratomaiad alcuno,nè maiavendoalcuna cosaimparato,lane- gaiatlrihoendo ame
stessoladottrinaaltrui,coma
miapropriainvenzione:ma
comesapientelodochi miha insegnato,dimostrandociò,chehoimparato dalui.Ma
ancoraalpresenteinverunmodo
non am- metto ciò,chetudì,anzidigran lungadiscordo;ediosocerto,chemiadiviene questopermiacol- pa,comecolui,chesiatale,qualeiosono,per non dircosemaggiori di
me
stesso.A me,o Ippie^ ad- ognimodopareilcontrariodiquello,chetudì: poi- chéchispontaneamenteofiendonogliuomini, ingiu- riano,mentiscono,ingannano,e peccano,sono miglio- ridicoloro,checiònonfannospontaneamente.Ma
alcunavoltaiogiudicoincontrario,ed’intornoa questoiotravio,nonlosapendo. Oral.presentemi haassalitocerta malattiadianimo,emipaiono co- loro,iqualipeccano volontariamente intorno adal-^ enna cosa,essermiglioridichifallisconoinvolouta-
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riamentet ediquestomaleione stimocagionegli antedettiragionamenti:onde sifa,cheal presene iostimichinonspontaneamente peccano dicoloro peggiori,che spontaneamenteilfanno.Dunque fammi tngrazia,nètiritegnaninnainvidia,chetunongua- risca1’animomio: perciocchétumifaraibeneficio maggiore, semilibererail’animo dall’ignoranza,che semiliberassiilcorpo damalattia.Setu volessiciò fareconmolte parole,iotiannunzio,cheinquesto
modo
tunon misaraiper;risanare,avvegnachéionontiattenderei;
ma
seIrorrairisponder,come
disopra, migioverai molto.Io speropoi,checiònontideb- baessernocivo.Ormeritamente, o hgliuolodiApe- manto,iotichiameròinaiuto,avendomiindotto tu"a disputarconIppia.Perlaqual cosa, se Ippianon vorrò risponderalpresente,tumi faraiintercessore appresso alui. sud.
— O
.Socrate, nonvi è punto bisognodimiepreghiereconIppia,nonessendotali le cosedetteinnanzidalui,anzi nonessendo egli per fuggireladimandadialcunnomo.O
Ippianoneraegliquesto, chetudicevi? if.
—
Ildicevavera- mente;ma
Socrate,o Eudico, sturbasemprechi dico- no,esembracertomaligno, soc.—O
Ippiaottimo uomo,nonfociòspontaneamente^inverosareisag- giosecondoiltuo parlare, egrave)ma
lofocon- trolaopinion mia; sicché perdonami, dicendotu,che siada perdonarsi a chipeccanon spontaneamente.' ittS.»£loafar,o Ippia, altrimenti;ma
perrispetto6 Ipp. min.
)ao(
Bosiro,e per lecose dettedisoprarispor.ji aei&,
cbeSocrate addìinaada. ir.— Li risponderòveramente ipregandomitu:dunquechiediciò,chetuvuoi.^soc.
(i)
O
Ippia,iodesiderograndementediconside- rareciò,cheorasidicequaldidue sia migliore, ochipecca spontaneamente,evolendo, o chi incon- trario.Ma penso,chesi possa vanirbenissimoalla considerazioneinquesta maniera.Rispondiornai,chia-mituforsebuonoalcun cursore? ir. In verosi.
soc.
— E
cattivo? ip. ->Cosisi. soc.».-Nonèbuono,chi corre bene,cattivochimate? ip.~Percerto, soe.
— O
noncorse male,chi lentamente corre;ma
chi velocemente, bene? ip.—
Si soc. Dunqued’in- toruo al corso,edalcorrere èla presiezta bene;Bialatardanzamale? ip.
—
Perchénò? toc.—
Qual di loroadunqueèmigliore cursore? e chi involonta- riamente correlentamente o chi volontariamente? ip.Chi volontariamente. soc.
—
Dunque nonòforse(l)Socrate^per .deludereil'iofìsta|^Ii0|ipanelesueaolilecan- tileneedarlifizii aftinediprenderlo nei suoimedesimilacci.Con unainduzionedivariecosemanifesta migliori,cioèpiù eccellen-
tiesserecoloroiqualifannoilmale volontariamentenongiàa fona,mentre polrelihonofarbene,diquello cbe coloroiqualifan- noilmale aforza,]>oichcnonpossonofarediversamente.'L’ in- gannoè nascostonellaparolamtgliore,cpoinellaiiatnra delle
cosechesiparagonano; poichélabugia perse stessaèmala; ilche monsipuòdiredelle artichequisinomiuano.Quivisonoisoia- midell'equivoco edell’accidente, . .
(
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'i (•
il'correril-far-alcuna cosa? ip.
—
rAnaj<t f(irl»L
, soc.— Ma
seilfare,noo è anco'l’operareal- cuna.cosa? IP.—
Veramente, soc.—
Dunc|ue chi cor- re male, faquestodimale;,e questa cosaturpenel corso.pip.
—
MaleSI. Perchè nò? soc.—
Correegli male,, «hi corre JarJ>? ip.—
Veramente, soci—
Duo-, quooperailcursorbuonovolontariamente questoMa*>le, .0questacosa turpe,
ma
involontariamenteilcat-'^tivo? ip.—'-A|iparisce.'soc.— Ornelcorsoèpeggiore chiinvolontariamente operailmale,che chi volon- tariameute. ip.
—
Per certo nel corso. socMa
chenellapalestra? qUaldidueèlottatormigliore.*chivolontariamente cade, 0 chi iilvolontariamente?.
IP.
—
Chi volontariamente, soc.—
Cosi pare. Orè peggiore, ecosapiù tnrpeilcader nellapalestra,o ilgettare
terra? ip.—
Ilcadere. soc.—
Dunquee nello^palestrachivolontariamente opera; male, e cose brutte,èlottatormigliore,chechi'involontariamente?;iF. Apparisce, soc.
—
Chepoinelrimanente deU*.usodel corpo?non può«hi è del corpo miglioreTer, e1’una eI’altracosa,cioèleforti,eledeboli,cle belle,eleturpi?sicchéchivaidelcorpo, qualorafa.
male secondoilcorpo,lofavolontariamente,
ma
il debole)iivolotitarianiente. ip.—
Lostesso parche eziandio adivegna intorno alla forza. soc.—
Mii chebassia,diredellagarb.aturadelle Hgore?non.è, proprio:di corpo piùbello,emigliore farlefigure, brutte rolontariameale}ma
dibrutto,'involontariamcn-^6
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)a»(
te,oinche
modo
tipare? ip.—
Cos\. soc.—Sicché labellezza dellafiguravolontariaappartieneallavir*tii<lelcorpo, incontrarioal vizio, ir.— Apparisce, soc.
_
Dellavocepoi,chene ditu?qualeaflìermitumi- gliore? ladiscordante forsevolontariamente,oquella,' cheinvolontariamente discorda? ip.— Quella-chevo- lontariamente. soc.-Ma
peggiore quella,oheinvo- lontariamente? ip.—
Senza dubbio, soc.—
Dimmi, desiderituaverei beni,oimali? ip.—
Ibeni. soc.—
Forse eleggerestitu diaveripiedi,iqualivolon- tariamente zoppicassero, o involontariamente? ir.—
Per certo Socrate'quellichevolontariamente, soc.—
U
zoppicar dei piedi,nonèeglivizio,e bruttezza? iP.
E
si. soo.— Ma
laebetudinenon èviziodeglioc- chi? ip.—
Vizio. soc.—
Dunque quali occhi e.leggeresti tu?forse quelli,coi quali persèvedes-
se confusamente,o guardasse perversameote;oincou*
trariocoiqualivolendo alcuno vedesse male? ip.
—
Quelli,coiqualivolendo, s'oc
—
Diquestecose poi, chetuesono, stimituquellemigliori,chefankioma- levolontariamente, chequellecheilfanno involontaria- mente? IP.—Alcunetali, soc— O
non comprende una ragioneilrimanentetutto, leorecchie,le nari, labocca, etuttii sensi,laqualeinsegna,cheìsensipeccanti involontariamentenonsiano da possedersi,comequelli chesianocattivi;ma
quellida po»edersi,come
buo- ni,che peccano volontariamente? ip;—Cosimiparar soc^Ma
che?di quali strosnenti è l’usomiglio-DigitìzedbyGoogle
>a3(
refforse di qoelli, coiqualialcun Tolontariamente pecca, ocon cui involontariamente?comed’ intorno altimone, sarebbe quello migliore,chealcunoinvo- lontariamente governasse male,oquello,chevolon- tariamente? IP.—Concuivolontariamente, soc.— Non senestasimiglianteuienle l’arco,ela lira,eleti- bie,elealtrecosetutte? ip.—Tuparliilvero. soc.
—
Qualeanimadi cavallo è migliore da possede- re,quellacollaqualealcuno volontariamente caval- casse male,oconcui involontariamente? ip.—
Quel- la,concuivolontariamente, soc.—Sicché emiglio- re. IP.—
Esi.aoc.—
Dunque conl’animamigliore del cavallo, alcunofaràvolontariamentelemale opre dell'anima,ma
involontariamenteconlacontraria.IP.
—
Adognimodo. soc.—
Nonèlamedesima:consi- derazione d’intorno alfanimadel cane, e deglialtri animali? ip.—
La medesima. •soc.—
Ordiquale arciereeleggerestil’anima, come^ migliore?di'colui forse,che volendotraviidalsegno, odicbinon‘vo- lendo?uiP.—Dicolui, che spontaneamente, soc.'—
Dunqueè questa migliore perl'.artedelsaettare?,,tr.
—
Migliore, soc.—
Sicché l’anima, ohe involontariar mentetravia, èdiquellapeggiore,chevolontaria- mentepecca.' ip.—
Ciòadivienejneila facoltàdel saettare, soc.—Ma
’ched’ intornoallapiedicina?noii' è piùperita quella, la'quale volontariamente ope-;raintornoaicorpi male? ip'—Si. sòc.
—
Dunque questaè miglioreinquest’arte>di quella, cheuòit^%
Dkj!!!?!--hyGooglr-
)«
4(èattaalmedicare. Ir.
—
Migliore, aoc.—
Orquella»cheè pihammaestrataalbatter la celerà,oadar fiatoialle tibie,ead altreoprediqualunquearte,o acienza,se faalcuna cosa male,lafavolontariamen-
te;
ma
la jieggioreinvolontariamente? ip.—
Appari- sce. soc.— Come
eleggeremmonoipiuttosto lea- ninredei servi, 'lequalisapendo,peccano intorno ol ininisterio,che quelle chenonsanno,comeaqueste opere migliori? ip.—
Veramente. soc.—
Or non desidereremmodiover l’animanostra ottima, quan- to sipossail più? ip.—
Percerto, soc.— O
non aiaihigliore,se voloelariamente facessemale,epec- casse, cheseinvolontariamente?ip—
Ciò o Socrate, sarebbe cosa grave, se quei, cheingiurintio volontà-, riamente,fosseromigliori dicoloro,cheinvolonta-i riomente. soc.»
Noudimenodalle cose,chesiso- nòdettedisopra,parechesegua, ip.—
Ma nonin- quanto ame. aoc.—
Iopensava,'Ippi.-i,cheilmede- simo ancora ateparesse.Dunquerispondidacapo., soc.-.Lagiustizianonèella certapoteosa,oscien- za,o runa, e l’altra?o nonè egli necessario,che alcunadiquestecosesialagiustizia? ip.—
Egli ò necessario, soc.—
Selagiustizia ècertapobeiizadi anima,1’anitna piùpotenteè(>iù giusta; perchèa
ottimouomo,questatale ciparvéiniigUore.- ip.—tAp- parvesi. soc.— Ma
die,selasciènza, fosseiigiusti-t zia?nonsarebbe quell’animapiù.giusta,«hefossa, piiisapiente; quellaiocoutrario piùiogiusta,chein-DigilizedbyGoogle
)25(
sipicnte siritrovasse? che sei’ una, el’altrfl,o uen sarebbe quellapiùgiusta,che tenesseambedue que- ste,cioè scienza,e potenza: piùingiustaquella,che nonleavesse:ononceglinecessariache ciòsene Stiaoincotal guisa? ir.
—
Apparisce, soc.—
Quella poi,che è più potente, e sapiente, parvediquellami- gliore,epiùpossentealfornire1’una, el’altraco- sa,cosiilbell'»,comeilturpe,intornoaqualunque azione? ir.—
Percerto, soc.— Perlaqual cosa qua- lorafacoseturpi,opera volontariamentecper la potenza, e perI’arte,questepoi,oambedue,o1'una diesse pertieneallagiustizia, ir. Apparisce, soc.—
PerciocchéloingiuriareèunTarmale,beneilnon ingiuriare, ip.—
Cosiè. soc....Quoquel’anima più potente,e migliore,quandoopera volontariamente,in- giustamente opererà;ma
involontariamentelarea? ip.—
Apparisce, soc.—
Nonèegliuomo
buonochiha r animahuoua; reo incontrario,chi1’ha mula? ip.Senza dubhio. soc.—Sicchéè propriod’
uomo
dab- bene ingiuriarevolontariamente,ma
direoinvolon- tariamente;seruooio buonohal’anima buona, ip.—
E parl’haegli, soc.—Dnnqnecbipeccavoloa- tariaroente,ecose turpi,edingiustecommette,seè alcun desso,o Ippia,nonsaràaltri,chel’uomobuo- no? IP.— O
Socrate, iononsocometiposso con., cedere questo. soc.—
Nèiostesso, oIppia,amo
stesso;
ma
dalsermoaantedettoegliè necessarioche alpresentecipaiacosì:ma
comedianzi diceva,trac»DigitizedbyGoogle
\
)
a6{
TÌosempreintornoadesse,edinsuso,edingtuso, nè mifermo nelmedesimoparere;nè èmaraviglia, cheio,edaltro privato
uomo
vadivagando;ma
se ancor voisavianderetevagandoquesto ancoraanoi fia malgrave, se avoivenendo,noncesseremodi errare.FINEDELL’ IPPIA
MINORE
NIHIL
OBSTAT
RAPHAEL FORNARI
ceksor theol. deput.IMPRIMATUR
F.D.BTJTTAONIo.p.mao.s.p.ap.
IMPRIMATUR
lOEPH DELLA PORTA
fate, constantinof. vicesgDigitizedbyGoogle