• Non ci sono risultati.

Le ABIs anglosassoni degli anni ’90 Ovvero nuove strategie contro nuo

2. Dalle teorie polarizzanti, alle politiche place-based in Europa

2.3 I livelli politici presi in considerazione

2.3.2 Le prime Area Based Initiatives e l’importanza dell’esperienza politica inglese

2.3.2.5 Le ABIs anglosassoni degli anni ’90 Ovvero nuove strategie contro nuo

Se nel decennio a cavallo tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 la narrazione dominante sul tema delle povertà, la definiva come condizione marginale, riguardante prima di tutto i migranti e dipendente da aspetti culturali, con le nuove politiche di rigenerazione urbana degli anni ’90 si assiste ad un cambiamento radicale delle questioni in campo. Concetti come globalizzazione, città divisa, polarizzazione ed esclusione sociale appariranno con sempre maggior insistenza nei discorsi, documenti e nelle politiche labouriste inglesi. Sono gli anni del governo labourista guidato da Tony Blair, forse uno dei massimi sostenitori dalla teoria sulla “Third way” formulata da Giddens nel suo manifesto sulla socialdemocrazia (1999). Un via che cercava di porsi come legittima alternativa politica tra il socialismo classico e i neo liberisti, rifiutando al contempo l’ideologia keynesiana dell’interventismo statale massiccio e quella liberista delle sole forze di mercato. Un via che proponeva di correggere, attraverso dei rari interventi della mano statale, alcune delle disfunzioni del capitalismo avanzato e dei processi di globalizzazione.

93 Dott.ssa Carolina Mudan Marelli

Lo spazio dei problemi. Processi di spazializzazione dei problemi sociali: il caso di Scampia Tesi di dottorato in Scienze Sociali – Indirizzo Scienze della Governance e dei Sistemi Complessi Università di Sassari

The driving force behind the ideas associated with the Third Way is globalization because no country is immune from the massive change that globalization brings . . . what globalization is doing is bringing in its wake profound economic and social change. (Blair 1999)

La globalizzazione viene qui descritta come una forza superiore, incontrastabile, con cui tutti dovevano fare i conti. Una forza che stava creando nuove relazioni internazionali, modificando le barriere economiche, aprendo nuove opportunità così come inediti problemi all’interno degli stati nazione e delle singole città, come emerge dal rapporto redatto dalla Social Exclusion Unit fondata nel 1997:

Major economic and social changes have played a large part. The decline in traditional industries, the availability of unskilled jobs, and the rise of male and youth unemployment, have had disproportionate effects in some parts of the country. (SEU 1998, p.7)

Sono proprio questi cambiamenti dettati da “forze strutturali” che hanno decretato, sempre secondo il discorso delle SEU, il fallimento (o ridotto successo) delle iniziative in materia di riqualificazione area based dei decenni precedenti (SEU 1998a). Allo stesso tempo, questa narrazione sembra deresponsabilizzare i governi precedenti e rende impossibile ogni strada alternativa per lo sviluppo e per la soluzione dei problemi da esso derivanti. Come nota Atkinson (2000, p. 224),

The dominance of this particular discourse […] acts as a form of closure, the master strategy of containment, making it difficult, if not impossible, to think of alternative ways of organizing society and tackling problems (Atkinson 2000, p. 224).

Ma quali sarebbero i problemi creati dall’azione congiunta di queste forze strutturali? È sempre la SEU con il suo rapporto sullo stato di salute delle politiche inglesi rivolte ai quartieri svantaggiati, a fornire una descrizione delle nuove forme del disagio in ambito urbano.

Se fin dalle prime parole viene restituita un’immagine di cambiamento e polarizzazione sociale su scala nazionale, affermando che «over the last

94 Dott.ssa Carolina Mudan Marelli

Lo spazio dei problemi. Processi di spazializzazione dei problemi sociali: il caso di Scampia Tesi di dottorato in Scienze Sociali – Indirizzo Scienze della Governance e dei Sistemi Complessi Università di Sassari

generation this has become a more divided country» (SEU 1998, p.9), quanto segue sembra trasferire il problema su scala urbana:

While most areas have benefited from rising living standards, the poorest neighbourhoods have tended to become more rundown, more prone to crime, and more cut off from the labour market. The national picture conceals pockets of intense deprivation where the problems of unemployment and crime are acute and tangled up with poor health, housing, education and education. They have become no go areas for some and no exit zones for others (SEU 1998, p.9).

I nuovi problemi urbani diventano dunque problemi di una parte della città, come confermano le pagine successive del report, in cui dopo aver presentato i dati nazionali sul divario tra i redditi (interessante notare il continuo cambio di scala di riferimento nei discorsi della SEU), evidenzia che,

The geography of poverty changed too, with the poorest becoming more concentrated in small areas of acute need … Some of the most deprived neighbourhoods now lie only a mile or two from prosperous city centres where employers find it hard to fill vacancies (SEU 1998, p.20).

Ciò che risulta via via evidente è che lo slittamento, rispetto ai discorsi labouristi degli anni ’60/’70, da un “problema degli individui”, ad un “problema dei luoghi” (Goodwin 1995). Sono i quartieri ad essere poveri. Il problema più che la povertà e i poveri in sé diviene l’impoverimento del luogo. Ciò viene costruito attraverso una continua comparazione tra queste “sacche” di povertà with the “rest of the country” (Watt e Jacobs 2000).

Se, come si evince dai ringraziamenti di Blair con cui si apre il rapporto della SEU del 2000, i problemi di questi quartieri sono multidimensionali, il nome per definirli è unico: esclusione sociale.

The job of renewing and revitalising poor neighbourhoods has consistently been a top priority for this Government. In my first speech as Prime Minister, I set out our new approach to social exclusion. Eighteen months ago, John Prescott and I launched the Social Exclusion Unit’s (SEU’s) report on deprived neighbourhoods,

95 Dott.ssa Carolina Mudan Marelli

Lo spazio dei problemi. Processi di spazializzazione dei problemi sociali: il caso di Scampia Tesi di dottorato in Scienze Sociali – Indirizzo Scienze della Governance e dei Sistemi Complessi Università di Sassari

which set out a powerful analysis of what had gone wrong. It made clear that these neighbourhoods suffered from serious multi-faceted problems that would require action on all fronts. (SEU 2000, p.5)

È da questo momento in poi che le Neighbourhood renewal policy divengono sinonimo di politiche per la social inclusion.

D’ora in avanti le politiche pubbliche area-based rappresenteranno «the forefront of the government’s selling points in the anti-exclusion fight» (Stewart 2001, p. 8).

Il tipo di discorso prodotto dalla SEU nel 1998 propone differenti modi di concepire l’esclusione sociale (Levitas 1998), da uno più propriamente legato all’idea di esclusione come problema di redistribuzione delle risorse, ad uno moralistico, in cui, di fatto, ci sia richiama all’idea di una “cultura dell’underclass”.

Se prendiamo ad esempio il tema delle abitazioni così come trattato all’interno del report è semplice rendersi conto di questa tendenza moralista (Watt e Jacobs 2000):

Problems of low demand and abandonment can affect relatively new housing: in one east Manchester area, local authority housing built only twenty years ago is boarded up and unlettable because of severe crime and anti-social behaviour – much of it by children (SEU 1998a, p. 27, citato in Watt

e Jacobs 2000).

Anche nel caso inglese, così come in quello francese, il concetto di esclusione sociale, una volta entrato nel dibattitto pubblico e politico, ha subito una netta deformazione. Dei suoi caratteri principali (Cfr. cap. 1) solo la multidimensionalità sembra essere presa in considerazione. Nessuno, per esempio, pone l’accento sul fatto che una delle novità di questo fenomeno fosse proprio legato al fatto che potesse riguardare chiunque e non per forza soggetti specifici. Se è vero che la disoccupazione o la malattia o la delinquenza possono condurre a situazioni di esclusione sociale anche grave, non vuol dire che i disoccupati, i malati e i delinquenti siano esclusi.

96 Dott.ssa Carolina Mudan Marelli

Lo spazio dei problemi. Processi di spazializzazione dei problemi sociali: il caso di Scampia Tesi di dottorato in Scienze Sociali – Indirizzo Scienze della Governance e dei Sistemi Complessi Università di Sassari

vero che essa in parte venga anche negata attraverso il concetto di “aree della deprivazione ”. In un certo senso l’esclusione sociale cessa di avere una sua ragion d’essere nel momento in cui viene forzatamente domiciliata.

Ciò nonostante la SEU, così come il governo labourista di Blair, riterranno che «the greatest poverty and exclusion is seen by looking not at local authority areas but at smaller neighbourhoods» (DETR 1998).

Questa delimitazione della problematica, non rispondendo all’effettiva caratterizzazione del fenomeno dell’esclusione sociale, sembra riposare su altre necessità. Da un lato sembra essere funzionale al discorso politico del governo, che può così affermare di aver tentato di sradicare i problemi contemporanei agendo a livello urbano; dall’altro permette di ripararsi da critiche circa le spese pubbliche dei programmi politici, che secondo una prospettiva “terzo viista” deprives markets of investments (Atkinson 2000).

Ma non agire sulle inner cities risulta impossibile per un governo labourista tanto quanto per uno conservatore, poiché esse, nella loro marginalità fisica, godono di una centralità simbolica:

“[I]nner city refers not only to a particular location but also to its symbolic connotations: poverty, housing stress, unemployment and racial tension. These perceptions are present in the public mind and explain why no British government can afford not to have an inner city policy of some kind”

(Pickvance 1990, p. 20).

Se fin qui è possibile notare l’accettazione di due grandi paradigmi, ovvero quello della globalizzazione come processo socialmente polarizzante e quello dell’esclusione sociale come fenomeno che prende piede in aree urbane specifiche. Il report implicitamente accetta anche l’idea di un effetto di quartiere e di un effetto di concentrazione in quanto fenomeni capaci di esacerbare le già complesse situazioni sociali:

The way in which local authorities allocate social housing can reinforce or even cause problems, by concentrating the most vulnerable people in one place. (SEU 1998, p.7)

97 Dott.ssa Carolina Mudan Marelli

Lo spazio dei problemi. Processi di spazializzazione dei problemi sociali: il caso di Scampia Tesi di dottorato in Scienze Sociali – Indirizzo Scienze della Governance e dei Sistemi Complessi Università di Sassari

SEU, un problema in sé. È evidente che vi sia sullo sfondo di queste affermazioni una concezione “culturalista” dei problemi urbani, poiché un povero non riuscirà mai ad essere in alcun modo di stimolo per un disoccupato e viceversa. Anche l’idea di rapporti sociali-umani che emerge è piuttosto utilitaristica. I rapporti tra individui sono pensati come “producenti qualcosa di utile” (fosse anche solo dando un esempio di riuscita sociale), altrimenti non possono che essere dannosi, almeno in questi luoghi. Per questa ragione il fatto di avere «the poor and unemployed together in neighbourhoods where hardly anyone has a job» (SEU 1998, p. 9) è presentato come un problema.

Ai problemi dettati da un presunto effetto di concentrazione e di quartiere, si propongono soluzioni “social mix” oriented e di demolizione delle abitazioni più “degradate”:

More flexibility in rent and lettings policies for social housing to encourage a social mix and selective use of demolition. (National Strategy for Neighbourhood Renewal: a framework for

consultation, p. 96).

Obiettivo finale, quello di creare delle mixed communities (p.10) che rappresenterebbe una delle “key idea” per Reviving communities (p. 10) delle strategia nazionale per la rinascita dei quartieri periferici.