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Un contesto, un tempo, altri problemi L’Inghilterra e le sue “questioni socio-

2. Dalle teorie polarizzanti, alle politiche place-based in Europa

2.3 I livelli politici presi in considerazione

2.3.2 Le prime Area Based Initiatives e l’importanza dell’esperienza politica inglese

2.3.2.1 Un contesto, un tempo, altri problemi L’Inghilterra e le sue “questioni socio-

Nonostante il boom economico in seguito alla seconda guerra mondiale, molti studiosi iniziarono a mettere in dubbio il binomio secondo cui ad una condizione di crescita continua corrispondesse un benessere diffuso e crescente (Atkinson e Moon 1994). Ciò avvenne a seguito dei riots a matrice razziale che riguardarono l’Inghilterra della fine degli anni ’50, la Nottingham race riots e sempre nello stesso anno, la Notting Hill race riots. Verso la fine degli anni sessanta iniziarono a susseguirsi ricerche e rapporti che

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constatarono con amarezza la persistenza di fenomeni di povertà19, anche a

fronte di un aumento generalizzato del benessere, che riguardavano in particolar modo le popolazioni migranti. Vi era, infatti, una particolare attenzione al fenomeno migratorio (“razziale”) che ha riguardato l’Inghilterra e che ha condotto a diversi disordini riconducibili a fenomeni di discriminazione e aperto razzismo.

Fu in questo quadro che si iniziarono a sviluppare le prime ABIs in Inghilterra. È chiaro ciò che “fa problema” in questo periodo storico è profondamente differente rispetto a ciò che lo farà in seguito. In altre parole, non siamo di fronte ad una politica di sradicamento dell’esclusione sociale, ma, semmai in un momento di realizzazione di un fallimento del progetto economico post bellico, in cui la povertà materiale ed assoluta, unitamente ai fenomeni di discriminazione razziale, rimanevano le questioni sociali per eccellenza.

La decisione di concentrare gli sforzi su alcune aree specifiche derivava dalla necessità di una maggior efficacia dell’intervento pubblico in materia di immigrazione, più che da un’idea di città come espressione tangibile di una polarizzazione socio-spaziale (sarà la logica su cui riposeranno, invece, le politiche dagli anni ’90) e permetteva di agire in modo mirato laddove vi fosse una predominanza di popolazione migrante, ovvero nelle inner cities.

È a partire da questo momento che la povertà, congiuntamente alle questioni migratorie, diviene an area based problem issue (Atkinson e Moon 1994; Tallon 2009).

Tallon, nel sul testo sulle politiche di rigenerazione urbana in UK, descrive in modo dettagliato questo momento storico e le questioni politiche e sociali centrali:

High levels of migrant workers coming to the UK had a weak bargaining position forcing them to take low paid, unskilled jobs and find cheap accommodation in the inner city. The Notting Hill riots in 1958 underlined the growing tension felt about the level of immigration. The Labour Party returned to power in 1964 but lost the previously safe seat of Smethwick in the West Midlands largely

19 Questo periodo storico è stato anche definito come “The decade of disillusion” (McKie e

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due to the immigration issue and, with a parliamentary majority of just three, they bowed to public pressure on the issue and introduced immigration controls. In 1968, Enoch Powell, the then Conservative shadow minister, made his infamous ‘Rivers of Blood’ speech. Here, he quoted Virgil’s warning of the River Tiber foaming with blood and preached both a halt to immigration and a policy of voluntary repatriation. The ‘rivers of blood’ speech was seized upon by the press and sealed his political fate, but he nevertheless drew attention to this emotive issue. Partly in response, in May 1968, Harold Wilson announced the Urban Programme, which really symbolised the emergence of a distinct urban policy in the UK. It was at this time urban regeneration as an explicit strategy was imported from the US, and this marked the beginning of three decades of continuous central government intervention in urban affairs (Tallon 2009, p. 12).

Il discorso cui fa riferimento l’autore è quello pronunciato da Enoch Powell, soprannominato dalla stampa il discorso dei “fiumi di sangue” (Rivers of Blood)20

in cui s’incitava al controllo dell’immigrazione e all’implementazione di politiche economiche che incentivassero il rimpatrio “volontario” dei migranti, per evitare che si realizzasse la profezia di Powell secondo cui:

Whole areas, towns and parts of towns across England will be occupied by sections of the immigrant and immigrant-descended population.

Il discorso non passò in secondo piano, la stampa ne approfittò cavalcando l’onda e alimentandola, il Conservative Party, di cui Powell faceva parte, prese le distanze da quelle affermazioni, definendole profondamente “razziste” e a distanza di poche settimane, più precisamente il 5 Maggio del 1968, il Primo Ministro Mr. Wilson, nel presentare il primo programma di sostegno per le aree “deprivate” mai realizzato in Inghilterra, l’Urban (Aid) Programme (UP), colse l’occasione per prendere le distanze dagli epiteti razzisti di Powell, definendoli come espressione di una diffusa ignoranza (Field 1977).

L’Urban Programme, assieme al programma educativo per aree “svantaggiate”(EPAs), rappresenta l’inizio di una nuova stagione per l’agire politico inglese, una risposta certamente differente rispetto ai tradizionali strumenti di rinnovamento urbano fisicista che hanno caratterizzato gli anni precedenti. Una modalità di intervenire che si poneva tra l’urbano e il sociale.

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Di seguito analizzeremo le logiche dominanti di questi due dispositivi politici, cercheremo di svelarne il discorso implicito, i timori latenti e quelli manifesti. Ciò a partire dai rapporti che li hanno preceduti, dai commenti della stampa, dalle leggi che li hanno istituiti, dalle presentazioni pubbliche dei progetti e dalla letteratura in materia.