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4 ANALISI EMPIRICA SU QUATTRO REALTÀ TOSCANE

4.1 Metodologia d’indagine e casi studio

4.1.1 Aboca Museum

Aboca è un’azienda leader nell’innovazione terapeutica a base di complessi molecolari naturali fondata nel 1978 dall’intuizione di Valentino Mercati.

Aboca non viene vista dal creatore come una semplice impresa ma come un progetto di vita, un pensiero, una visione precisa del mondo e della salute e conta circa 1200 dipendenti che si occupano di creare prodotti naturali e dispositivi medici per la salute dell’uomo. Ciò che contraddistingue questa realtà è il continuo bisogno di innovazione in ricerca, nella coltivazione, nella produzione, nella distribuzione e nella comunicazione effettuando le loro scelte sulla base dei loro tre valori aziendali: umiltà, coerenza e lavoro. L’azienda vanta di tantissime fasi di lavorazione e di laboratori all’avanguardia creando dei prodotti 100% biologici.

Aboca è presente in Italia e in altri 13 paesi nel mondo con quattro filiali dirette in Spagna, Francia, Polonia e Usa, esclusivamente in ambito Farmaceutico, Parafarmaceutico e Erboristico. L’azienda punta molto alla diffusione della cultura della scienza e dello stile di vita per dimostrare un legame tra la salute dell’uomo e della natura. Tutta la comunicazione di Aboca viene trasmessa sia attraverso la formazione di corsi, incontri e seminari che arrivano a 8.203 presenti ma anche tramite l’Aboca Museum che nel 2014 ha ottenuto 9.600 visitatori.

Nel 2002 nasce l’Aboca Museum con lo scopo di recuperare e tramandare il rapporto che si è sviluppato negli anni tra l’uomo e le piante attraverso una grandissima e preziosissima collezione di antichi erbari, farmacopee e Centro Studi. Il museo ha rappresentato un grande progetto di ricerca e di comunicazione culturale per valorizzare il sapere botanico tramite mostre, convegni, pubblicazione ed eventi editoriali. Il Centro Studi di Aboca si occupa di ricercare continuamente fonti antiche di valenza scientifica, culturale e artistica da esporre nel proprio museo. 5

Durante l’incontro, inizialmente, una guida mi ha accompagnata durante la visita al museo e mi hanno gentilmente permesso di vedere la preziosa biblioteca. Successivamente ho avuto la possibilità di intervistare e parlare con la Responsabile di Aboca Museum, la Dottoressa Anna Zita Di Carlo.

All’interno della struttura del museo è possibile trovare, oltre alla mostra, la biblioteca, il bookshop, il giftshop, le riproduzioni d’arte e le copie anastatiche.

Durante la mia visita al museo sono riuscita a conoscere e capire come si è contraddistinto il museo rispetto alle altre realtà presenti sul territorio. Al suo interno possiamo trovare delle sale che si occupano di raccontare la storia della pianta e dei medicinali, una preziosissima biblioteca dove sono presenti degli importanti e storici libri di medicina e uno shop dove è possibile acquistare i prodotti Aboca. Nelle sale espositive è possibile trovare gli utensili impiegati nelle spezierie per la conservazione e la lavorazione delle erbe medicinali; i più importanti erbari antichi appartenenti alla biblioteca Antiqua; la ricostruzione di antichi ambienti di lavorazione delle erbe tra cui la celle dei veleni, la farmacia dell’800 con i tipici medicamenti dell’epoca e due frasi di grande impatto “Erbe medicinali; forza della natura creata per tutti i viventi” e “L’homo sapiens potrà, se vorrà, trovare in natura i rimedi a tutti i suoi mali”; infine, un’antica spezieria del’500.

Attualmente nel museo non è presente un’area che si occupa di raccontare la storia dell’azienda ma è in progetto la sua creazione. L’idea sarà quella di sistemare un’area dedicata dove verrà spiegata tutta l’azienda con i suoi 1200 dipendenti che si occupano di creare prodotti naturali e dispositivi medici per la salute dell’uomo. La zona sarà divisa per stanze in cui in ognuna verrà raccontato qualcosa dell’azienda in maniera didattica e interattiva e dove ci sarà un grosso lavoro di servicescape interno tra cui luci, colori, temperature ecc., la cui apertura è prevista entro un anno. La motivazione principale è data dal fatto che chi va a visitare il museo non conosce tutte le cose fa che l’azienda. Attraverso questo spazio il museo si occuperà di raccontare chi è Aboca, che cosa fa, come e cosa ricerca, che cosa e dove coltiva, cosa produce e quali esigenze di salute va a soddisfare, dove distribuisce, quali sono i suoi marchi leader nel mercato ecc. In parole povere tutto cioè che altrimenti si farebbe fatica a percepire da soli.

L’idea di creare questo museo è nata dalla voglia di Aboca di raccontare qualcosa in più e diverso rispetto agli altri musei d’impresa. Il presidente dell’azienda Valentino Mercati in primis decise di raccogliere i primi pezzi che portarono da una collezione personale a una museale che continua tutt’ora ad arricchirsi continuamente attraverso l’acquisto tramite aste o da privati. Mercati sostiene che bisogna andare a vedere in continuazione cosa la storia ci racconta per riscoprirla. La volontà dell’azienda non è quindi quella di andare a raccontare sé stessa, cosa che poi sentono la necessità di fare e che creeranno, ma è la volontà di raccontare questa storia che altrimenti andrebbe persa. Ciò che caratterizza il museo è il fatto che non viene creata una storia a tappe ma viene raccontata una storia dove non sai di essere in Aboca e dove viene raccontato qualcosa che non fa parte della loro storia aziendale ma che è comunque importante. Raccontare la storia delle piante all’interno del museo avvicina le persone ad Aboca in maniera differente ma positiva attraverso una spiegazione diverse ma più profonda. Quindici anni fa quando fu creato il museo Aboca in pochi lo conoscevo ed era presente una zona dedicata a raccontare l’azienda. Successivamente fu fatta una mostra sugli antichi egizi e tutta quella zona fu smantellata e da quel momento non era più presente niente che raccontasse Aboca come azienda. In questi anni l’azienda è crescita tanto e necessita di raccontare qualcosa in più.

Il museo Aboca rappresenta un punto di forza per l’azienda ed è utile a quest’ultima. Quando i clienti vanno a visitare il museo capiscono che viene trasmessa una marcia in

più e che è presente una spiccatissima sensibilità culturale che esce fuori anche attraverso la produzione di libro, l’attività editoriale, perché la volontà dell’azienda culturalmente è molto sensibile. L’azienda e il museo cercano di trasmettere al consumatore tutta la loro cultura e la loro qualità. Sono presenti più di 5 mila clienti che visitano l’azienda, gli stabilimenti di produzione e infine il museo dove vedono che è anche presente un ristorante che offre prodotti km zero, biologici, legate alla tradizione locale e toscane fatti con materie prime di altissima qualità. Il messaggio che vuole trasmette il ristorante è lo stesso che trasmette il museo cioè un qualcosa di qualità, dove la cultura fa parte del pacchetto.

Grazie alla nascita del museo l’azienda è riuscita comunque ad aumentare i suoi prodotti e la notorietà del brand. Ma più che al profitto l’azienda vede il museo come a un investimento in cultura importante che rappresenta una cosa bella, particolare e curata. L’investimento nel museo parte dall’idea che invece che spendere soldi in pubblicità, la pubblicità la fai con il museo creando posti di lavoro, creando storia, creando cultura, creando eventi.

Il museo infatti crea anche tanti eventi per coinvolgere i visitatori. In generale il target è molto variegato ma per gli eventi nel museo puntano ad esempio ai bambini che a sua volta possono riportare il messaggio ai genitori. Un esempio è l’evento organizzato per Halloween dove il museo veniva allestito e i bambini svolgevano laboratori, creano sangue di streghe e conoscevano le piante. Allo stesso tempo però il museo organizza eventi anche fuori sede ad esempio attraverso mostre che raccontano la storia tramite gli oggetti del museo cercando di trasmettere il valore artistico e scientifico. Un esempio è l’evento “Quando l’arte serviva a curare”. Adesso si trovano a Palazzo Vecchio a fare ‘Natura’, all’orto botanico di Breve. In generale, comunque, vengono svolti tanti eventi differenti.

All’interno del museo, come detto precedentemente è presente una biblioteca che rappresenta una base storica ricchissima dove si effettuano continuamente studi scientifici e storici all’avanguardia perché si crede che da antiche ricette possano nascere nuovi prodotti. Inoltre da questa biblioteca si è sviluppata una attività editoriale che si occupa anche di riprodurre delle copie identiche all’originale di tutti i libri che rappresentano la storia delle piante e dei medicinali i cui originali sono presenti all’interno della biblioteca. Inoltre, l’attività editoriale svolge una forte attività di produzione di titoli dedicati all’editoria scientifica, storica e di pregio.

L’azienda non ha sviluppato convenzioni con enti territoriali ma ha creato un’unione con altri museo della zona per trasmettersi i clienti e facilitare le visite.

I visitatori all’anno del museo variano di anni in anno ma vanno in genere dai 10 mila ai 12 mila in base anche agli eventi che vengono svolti durante l’anno. Il target è molto variegato e si va dai farmacisti, erboristi, medici a famiglie con bambini, studenti di medica ecc. L’ingresso al museo è a pagamento e i visitatori possono decidere se visitarlo individualmente seguendo tutte le descrizioni sulle bacheche, oppure farsi guidare da una guida esperta con la possibilità di avere un tour in lingua inglese. Alla fine della visita è presente un quaderno dove vengono lasciati tutti i commenti dei visitatori ma allo stesso tempo l’azienda riceve feedback dai consumatori tramite commenti lasciati ad esempio su Facebook.

Per quanto riguarda i concorrenti sul mercato non ce ne sono anche perché Aboca rappresenta l’unico museo in Europa in cui viene raccontata la storia delle piante e dei medicinali. Ci sono comunque musei di farmacia, medicina ma sono diversi e hanno tutti mission differenti rispetto ad Aboca.

La mission di Aboca è quella di recuperare e trasmettere l’antica tradizione delle piante medicinali che altrimenti andrebbe persa.

Per quanto riguarda il tema del servicescape non sono stati fatti dei veri e propri studi ma una serie di prove per capire quali potessero essere le soluzioni migliori per il museo. Per quanto riguarda la musica sono state fatte varie prove per la scelta del suono più adatto e alla fine è stata selezionata una musica tranquilla e lenta di sottofondo. Per quanto riguarda le luci sono state studiate tanti anche fa quando è stato creato il museo e recentemente, in seguito a delle modifiche che sono state poste nella comunicazione, sono stati inseriti dei pannelli in plexiglass che permettessero di intravedere lo sfondo e allo stesso tempo sono state fatte delle variazioni e delle modifiche sull’intensità della luce per facilitare la lettura delle bacheche ai visitatori. Inoltre, all’interno delle bacheche è presente una luce fredda che si spegne quando non sono presenti visitatori nella stanza. Queste bacheche sono tutte arieggiate e all’interno hanno un misto di oli essenziali per fare in modo che siano antibatterici. Per l’atmosfera invece il museo cerca di non creare troppi sbalzi di temperatura soprattutto nella biblioteca dove non si vuole far sciupare i libri.