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4 ANALISI EMPIRICA SU QUATTRO REALTÀ TOSCANE

4.1 Metodologia d’indagine e casi studio

4.1.2 Fapim Museum

Fapim Spa è un’azienda metalmeccanica che nasce nel 1974 dall’idea di tre amici d’infanzia con l’obiettivo di produrre accessori per serramenti in alluminio innovativi e semplici da utilizzare. A 40 anni dalla fondazione dell’azienda questo rappresenta ancora il core business portato avanti dalla seconda generazione insieme ai fondatori. L’azienda è tra i leader mondiali per la produzione di soluzioni e accessori per serramenti con caratteristiche di altissima qualità 100% Made in Italy. Inoltre produce oltre 18.000 articoli esportando in oltre 100 paesi il 90% dei prodotti. Fapim è improntata sui valori di base che hanno guidato i fondatori e che ancora oggi rappresentano una fonte di ispirazione, che sono: il legame con le radici, la solidità, la serietà, le persone, l’innovazione costante, il Made in Italy e la famiglia. Ciò che caratterizza l’azienda è un sistema di valori saldamente legato al territorio e dalla quale la dimensione globale prende spunto per affrontare tutte le sfide quotidiane. Per questo motivo Fapim investe molte sulle persone e sul territorio attraverso iniziative che puntano alla valorizzazione della professionalità e del sapere aziendale di modo da favorire la socializzazione della cultura d’impresa. 6

Grazie alla disponibilità della Dottoressa Ombretta Pacini, curatrice del Fapim Museum e responsabile dell’immagine aziendale, ho avuto la possibilità di conoscere la realtà di un’azienda importante come quella di Fapim e di visitare il nuovissimo museo.

Il museo Fapim nasce il 18 luglio 2014 in occasione dei 40 anni di attività dell’azienda. L’idea viene dalla seconda generazione dell’azienda che decide di realizzare questo museo come dono ai fondatori, ai loro genitori.

La dottoressa Pacini mi ha inoltre fornito il catalogo del Fapim Museum il quale racconta non solo il luogo e tutto ciò che vi è presente ma ha anche lo scopo di mostrare tutto il lavoro di ricerca e di approfondimento svolto dall’azienda.

Il museo viene realizzato in pochissimi mesi, l’idea nasce a marzo del 2014, a fine marzo viene decisa la sua realizzazione e a luglio del 2014, durante una festa realizzata nel parco dell’azienda, viene inaugurato il museo permettendo a tutti i dipendenti di visitarlo contemporaneamente. Fissare le idee per la sua realizzazione è stato molto semplice visto che le prime bozze portate alla prima riunione per il museo rendevano già chiaro e definito il tutto. L’idea iniziale era quella di tenerlo per quale mese e successivamente smantellare tutto ma visto il grande lavoro svolto e la grande soddisfazione nel realizzarlo, l’azienda ha deciso di tenerlo e di mantenerlo nel tempo arrivando anche a pensare ad un ampliamento consistente per l’anno a venire. Il museo è stato interamente concepito e realizzato all’interno dell’azienda, principalmente dall’ufficio che si occupa della grafica composto da quattro persone, con l’aiuto di tante altre figure aziendali che per memoria storica, per supporto tecnico ecc. hanno contribuito alla ricerca di vecchi materiali e allo sviluppo del museo. Tutto questo rappresenta motivo di orgoglio per l’azienda stessa. Attualmente il museo racconta fino al 2015 ma c’è in progetto l’idea di continuare questo tour proseguendo il filo del discorso raccontando il 2016 e il 2017 e inoltre hanno ricevuto una grossa donazione da un commerciale del settore che aveva collezionato tutti i numeri di una rivista storica e che vogliono collocare nella maniera più adeguata.

L’esposizione del museo parte dal concetto focale che l’impresa è fatta dagli operai, dal ferro, dagli elementi utilizzati nelle officine e meno dalle dinamiche commerciali e degli uffici; si parla molto di più delle persone e del loro valore quando lavorano la materia. Il Fapim museum riuscire in un spazio espositivo di 600 mq più di mille oggetti tra documenti, fotografie, prodotti e prototipi. Il fulcro centrale dell’idea fu quella di portare le officine all’interno del museo infatti è pensato come capannone aziendale dove sono presenti delle linee gialle che riproducono le linee presenti nei magazzini per delimitare gli spazi per la movimentazione dei muletti. Questo perché chi lavora nell’azienda li riconoscere e comprende il richiamo ai reparti. Allo stesso tempo è presente una linea rossa che rappresenta la linea del tempo e l’evoluzione aziendale guidando, in un certo senso, il visitatore all’interno del museo in maniera cronologica. All’inizio del museo sono presenti le foto dei tre soci fondatori dell’azienda e le foto dei loro matrimoni ai quali hanno fatto rispettivamente da testimoni, questo per raccontare il loro grande legame. Inoltre durante la visita al museo è possibile vedere le foto delle prime officine con dei dipendenti che ancora oggi lavorano all’interno dell’azienda, le foto delle sedi aziendali e gli stabilimenti; i prodotti realizzati negli anni dall’azienda andando dai

prodotti top e raccontando in maniera ironica anche lo sviluppo di un prodotto che poi si è dimostrato un flop; i prototipi dei prodotti; i disegni tecnici e le prove-colore di prodotti; le tute, gli zaini e le cassettine dall’epoca fino ad arrivare a quelle di oggi; l’evoluzione del logo aziendale; l’espansione negli anni del loro listino prodotti; le fiere alla quali l’azienda ha partecipato; le immagini evocative e i pezzi di storia politica, sportiva e culturale dal 1974 ad oggi.

Il museo viene visto dall’azienda come un “museo delle persone” dove oltre che di oggetti e di prodotti rappresenta anche un luogo vivo che ogni anno si arricchisce. Ciò che il museo cerca di raccontare è il legame, la familiarità presente all’interno del museo che non si è mai perduta nonostante i 500 dipendenti oggi presenti.

Il museo è suddiviso in stanze dove sono presenti diversi anni e la particolarità del museo è cercare di rendere più innovativo e creativo il museo inserendo dei rimandi di fatti e eventi successi in quegli anni da parte di altri brand, ad esempio “la Fapim è nata quando la Nike faceva la prima scarpa”. Grazie al museo il visitatore effettua un viaggio nel modo dell’azienda che si racconta pezzo per pezzo seguendo l’ideale trama di tempo con l’aiuto di rimandi alla cultura cinematografica, musicale e popolare del tempo. Lo scopo è quello di contrapporre la storia aziendale con qualcosa che riporta a quegli anni. La forma di narrazione permette comunque diversi piani di lettura da quello tecnico, a quello comunicativo, al design, all’informatico, di modo da guidare il visitatore attraverso le diverse soluzioni tecnologiche dell’azienda facendo un viaggio nella memoria collettiva di tutto il mondo dell’azienda.

Dal punto di vista della comunicazione si tratta pur sempre di un B2B e per questo non ci sono mai stati dei grossi investimenti come possiamo vedere nelle altre aziende che invece si occupa di B2C. L’azienda si rivolge soprattutto a tecnici che scelgono il prodotto per lo più per il prezzo che per il gusto. Ciò che invece contraddistingue molto l’azienda è la comunicazione verso l’interno attraverso la creazione di tante attività grazie al comitato di volontari che organizza la tombola di natale, la festa a luglio nel parco, i tornei di pesca, di tennis e la giornata dei bambini in azienda, tutto ciò ha aiutato molto l’azienda in un periodo di crisi successivo al 2008.

Arrivati ai quarant’anni dell’azienda la seconda generazione è molto più consapevole delle dinamiche aziendali e si prende carico di revisionare l’immagine dando un messaggio di qualità dei prodotti offerti. In occasione dei 40 anni sono stati organizzati una serie di eventi da marzo a luglio su tempi differenti, dalla festa per i bambini, alla

serata a Lucca per la raccolta fondi per il Meyer, una serata nel parco di giochi per i bambini e infine la grande festa a luglio con tutti i dipendenti.

Il Target del museo è abbastanza specifico; trattandosi di un B2B l’azienda non si aspettano che i consumatori dei prodotti si presentino in massa a visitare il museo ma puntano soprattutto a far sapere la storia della loro azienda ai loro clienti dell’azienda. Proprio per questo si svolgono principalmente tre o quattro visite al mese con gruppi che vanno dalle 3 alle 10 persone su appuntamento. Si tratta di visite guidate perché l’azienda ha piacere ad accompagnare i propri visitatori e a raccontare la loro storia in maniera più coinvolge, nonostante questo comunque sono presenti tutte le descrizioni necessarie all’interno del museo. In genere l’azienda offre il pacchetto completo andando a prendere i clienti all’aeroporto, pagandogli il soggiorno in hotel per una o due notti in base all’attività che devono svolgere, facendogli formazione e facendogli visitare in primis il museo e successivamente l’azienda. Nonostante questo le visite sono aperte a chiunque voglia visitare il museo sempre su appuntamento; questo perché non è presente una struttura dedicata al museo nonostante facciano comunque parte del circuito dell’associazione Museimpresa dal 2015.

Non vengono sviluppate convenzioni con enti territoriali ma con le scuole che vanno a visitare il museo impegnandosi anche nell’ambito della valorizzazione del territorio soprattutto facendo parte di un’associazione industriale di 11 aziende metalmeccaniche svolgendo una serie di attività molte delle quali sono rivolte alle scuole di tutti i gradi con laboratori dedicati che spesso portano a far visitare l’azienda.

Il Fapim museum non è stato solo pensato come luogo di memoria dove vengono raccontati i quarant’anni dell’azienda ma anche come spazio aperto al pubblico dove vengono organizzate iniziative sociali e culturali in cui vengono espressi i valori aziendali. Qualsiasi evento organizzato all’interno del museo è aperto a tutti anche se partecipano principalmente persone vicine all’azienda e questo permette una rete di scambio umano.

Il museo comunque viene promosso ma non rappresenta l’attività principale dell’azienda e allo stesso tempo non viene visto come fonte di profitto e non ha aumentato le vendite ma allo stesso tempo ha rafforzato tantissimo il valore del marchio. Grazie al museo anche un’azienda che non è nell’ambito dei serramenti conosce Fapim perché magari sa che

l’azienda possiede un museo d’impresa. L’idea di mantenere il museo è stato più dettato dall’orgoglio e dalla soddisfazione per la sua creazione e la storia che viene raccontata senza vederci un risultato anche a livello di brand. Il risultato quindi più che a livello di vendita è stato visto nel livello di notorietà. Ad esempio l’associazione Museimpresa ha organizzato una mostra che si chiamava “50+! Il grande gioco dell’industria” dove veniva raccolti più di 50 pezzi che hanno fatto la storia dell’impresa italiana alla quale Fapim ha partecipato portando la Loira che rappresenta uno dei prodotti di punta dell’azienda. Chi ha visto la mostra ha visto la presenza del prodotto Fapim e questo ha aumentano la notorietà del brand.

Dal punto di vista dei concorrenti nessun’altra impresa che fa parte del loro settore ha deciso di creare un museo d’impresa nonostante anche loro avessero una storia da raccontare. Nonostante sia un grande investimento forse Fapim ha riconosciuto che si tratta di una cosa di valore creandolo soprattutto per loro stessi e successivamente per raccontarlo.

Dal punto di vista del servicescape non sono stati fatti dei grossi studi. Come è stato già detto il museo è stato creato internamente e l’azienda ha cercato di organizzare al meglio tutti gli eventi considerando anche il fatto che il museo doveva essere temporaneo. Dal punto di vista esterno c’è stata un’attenzione alla creazione di un parcheggio per i visitatori, mentre dal punto di vista interno la struttura è stata studiata considerando il fatto che il visitatore difficilmente gira da solo per il museo è c’è sempre una guida che lo accompagna e lo orienta. Quindi è presente la linea rossa che indica la direzione da seguire ma serve più per orientare il visitatore sull’anno in cui siamo. Non è presente una musica di sottofondo e a livello di illuminazione si sono adattati a una luminosità che era già presente nell’edificio anche se ritengono che sia necessario un investimento successivo. Dal punto di vista dell’esposizione questa è stata realizzata tutta internamente dall’ufficio che si è occupato della creazione del museo anche se è in progetto l’inserimento della multimedialità. Ad esempio inserire al piano terra “qualcosa” di multimediale che dia una panoramica del museo.

Per quanto riguarda i feedback dei visitatori si parla soprattutto di scambi verbali. Attualmente si tratta di opinioni molto positive perché si tratta di visitatori che vedono il museo e successivamente l’azienda e le officine e si rendono conto dello studio che c’è

dietro al museo per ricreare degli ambienti dell’azienda che ti confermano l’importanza della forza aziendale.