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3. Il grano nell’alimentazione, nella società e nella politica 1 Cereali: tipologie, clima e terreni.

3.4. Politiche annonarie in età imperiale (da Augusto a Costantino).

3.4.10. Adriano e gli Antonini.

L’impero di Adriano non è segnato da molti cambiamenti nella gestione del servizio annonario; in effetti, si pone piuttosto nel solco tracciato da Traiano, con il mantenimento e il potenziamento del sistema degli alimenta.

I benefici di questo sistema assistenziale aumentarono, poiché cambiò l’età dei ragazzi che ne potevano usufruire: 14 anni per le ragazze (età da matrimonio) e 18 per i ragazzi606.

Le monete testimoniano tale passaggio: Adriano è raffigurato sulla sedia curulis, con il braccio destro steso verso la personificazione dell’Italia, che si stende prima di lui; seguono due bambini accanto alla stessa Italia. La leggenda non riporta una diretta menzione del termine alimenta, ma piuttosto l’espressione “libertà restaurata”, echeggiando anche la considerazione pliniana sugli

alimenta di Traiano607.

Credo si possa includere la notizia della Historia Augusta sul potenziamento della Campania e dei suoi fondi, nel sistema di approvvigionamento degli alimenta608:

summotis his a praefectura quibus debebat imperium, Campaniam petit eiusque omnia oppida beneficiis et largitionibus sublevavit optimum quemque amicitiis suis iungens.

[H.A., Hadr., IX, 6]609.

Sulla scia della liberalitas si pongono le testimonianze relative ai congiaria concessi da Adriano. Il primo donativo, ricordato anche nella Historia Augusta, viene solitamente datato al 117, anno dei festeggiamenti postumi in onore del trionfo di Traiano610:

Daci avvenne nella seconda metà di dicembre del 102; il congiarium sarebbe stato dato in un giorno compreso fra il 14 gennaio e il 13 febbraio”. [G. BARBIERI, Diz. Ep., Liberalitas, cit., 1961, p. 843].

604

Cfr., G. BARBIERI, Diz. Ep., Liberalitas, cit., 1961, p. 843; CAH, XI, pp. 211-215; 216 n. 1; 217. Per tutti i congiaria traianei, cfr., inoltre, D. VAN BERCHEM, Les distributions de blé et d’argent, cit., 1939, pp. 151-152.

605 Cfr., CIL, XIV, 4539.

606 Cfr., A. R. BIRLEY, Hadrian. The restless Emperor, London 1998, p. 99. 607

Cfr., A. R. BIRLEY, Hadrian. The restless Emperor, cit., 1998, p. 99; BMC, III, 409; Plinio, Pan., 27, 1. In H.A., Hadr., VII, 8 leggiamo: Pueris ac puellis quibus etiam Traianus alimenta detulerat incrementum liberalitatis adiecit.

608 J.-P. CALLU, nel suo commento alla Historia Augusta, scrive che il verbo latino sublevavit, molto figurato, descrive

l’atto del Principe di rilevare una terra oppressa; allo stesso modo, il verbo è usato più avanti, in X, 1, in relazione alla Gallia, della quale abbiamo legende monetarie che recitano: Adventui Galliae et Restitutori Galliae. Cfr., J.-P. CALLU, Historia Augusta, cit., 2002, p. 104. Ancora per la Campania, cfr., CIL, X, 676, 6939 e 6940, ma anche 4574 e 6652. Sulle monete, cfr., BMC, III, p. 491 e 350-351.

609 “Rimossi dalla prefettura quelli ai quali doveva dare il suo potere imperiale, si recò in Campania, dove portò aiuto

con benefici e largizioni a tutte le città, stringendo amicizia con tutti i cittadini più ragguardevoli” [(a cura di) P.SOVERINI, Scrittori della Storia Augusta, Torino 1983].

et ad conprimendam de se famam congiarium duplex praesens populo dedit terni siam per singulos aureis se absente diuisis.

[H.A., Hadr., VII, 3]611.

Il secondo è del 118, anno del secondo consolato dell’imperatore; mentre il terzo, che è ricordato dal ritrovamento di sesterzi e denarii, è del 119, in relazione al suo terzo consolato612.

Il quarto, il quinto e il sesto non presentano una datazione certa; in particolare, il quinto sembra essere determinato dal titolo di pater patriae che l’imperatore ebbe nel 128, mentre il sesto è da collocarsi verosimilmente nel 136, al momento dell’adozione di L. Aelius Caesar613.

Il donativo sicuramente più importante è quello del 138614, legato all’adozione di Antonino Pio ed elargito da quest’ultimo, alla presenza di Adriano, come testimonia, ancora una volta, la Historia

Augusta:

congiarium militibus populo de proprio dedit et ea quae pater promiserat

[H.A., Pii, IV, 9]615.

Un complesso di provvedimenti importanti adottati da Adriano fu la tutela sull’assetto dei fondi

imperiali in Africa: egli apportò, probabilmente, delle modifiche, per incrementare la cerealicoltura, in un territorio minacciato continuamente dalle ribellioni delle popolazioni autoctone616.

Questi terreni, teoricamente privati, stavano subendo una chiara trasformazione in terre pubbliche, affidate a procuratori, sotto i quali, tutt’al più, potevano trovarsi dei conductores, ossia appaltatori.

610

Cfr., D. VAN BERCHEM, Les distributions de blé et d’argent, cit., 1939, p. 153; G. BARBIERI, Diz. Ep., Liberalitas, cit., 1960, p. 844; CIL, VI, 32374; Coh. II2, p. 182, nr. 914 = R.I.C., II, p. 409, nr. 552. Le monete in questione presentano la legenda: pont. max. tr. pot. cos. II Liberalitas Aug. s. c.

611

“appena arrivato concesse al popolo un congiario doppio, dopo che già, quando era ancora lontano, aveva fatto distribuire a ciascun cittadino tre aurei” [(a cura di) P.SOVERINI, Scrittori della Storia Augusta, Torino 1983].

612 Cfr., D. VAN BERCHEM, Les distributions de blé et d’argent, cit., 1939, p. 153; G. BARBIERI, Diz. Ep.,

Liberalitas, cit., 1960, p. 844. A proposito del terzo congiario, sempre Van Berchem, sostiene che, dopo Adriano, ogni consolato di imperatore sarà accompagnato da una liberalità e ciò sembra essere confermato da H.A., Elag., VIII, 3.

613

Cfr., D. VAN BERCHEM, Les distributions de blé et d’argent, cit., 1939, p. 154; G. BARBIERI, Diz. Ep., Liberalitas, cit., 1960, p. 844-845.

614 Cfr., D. VAN BERCHEM, Les distributions de blé et d’argent, cit., 1939, p. 154; secondo Strack, invece, questo

congiario è piuttosto da riferirsi ai vicennalia del 137, in quanto nelle monete appare il solo Adriano, non accompagnato da Antonino Pio: cfr., G. BARBIERI, Diz. Ep., Liberalitas, cit., 1960, p. 844-845. L’opera di Strack a cui si è fatto riferimento è la seguente: P. L. STRACK, Untersuchungen zur römischen Reichsprägung des zweiten Jahrhunderts II. Die Reichsprägung zur Zeit des Hadrian, Stuttgart 1933.

615 “Attingendo al proprio patrimonio elargì un donativo ai soldati e al popolo, concedendo anche quanto aveva

promesso al padre” [(a cura di) P.SOVERINI, Scrittori della Storia Augusta, Torino 1983].

616 In effetti, per quanto l’Africa restasse pur sempre una delle province frumentarie per eccellenza, spesso il

vettovagliamento in quei territori era reso particolarmente difficile dallo scoppio di queste continue ribellioni (le quali si registrano per tutto l’arco della storia imperiale di Roma). Per un maggiore approfondimento sull’entità di tale fenomeno, cfr., W. KUHOFF, La politica militare degli imperatori romani in Africa (I-VI sec. d.C.), in L’Africa romana. Atti del XV Convegno di Studio, Tozeur 11-15 dicembre 2002, Sassari 2004, vol. III, pp. 1643-1662.

La maggior parte degli accorgimenti presi da Adriano garantivano la precaria condizione di quei contadini che prestavano lavoro non retribuito, ai quali fu imposto di prestare gratuitamente soltanto sei giornate l’anno617

. Si ricordano anche diverse delimitazioni di terreni in varie località della Numidia, con la separazione netta del confine tra agro pubblico e campo privato618.

Allo stesso modo sono da ricordare le opere di sviluppo approntate dall’imperatore in diverse località della Britannia: oltre la conclusione dei lavori del forum di Viroconium (attuale Wroxeter), suggerì la costruzione di un canale ed incentivò la coltivazione in terre marginali di quei luoghi dell’impero619

.

Non si dimentichi, anche ai fini della tematica che sarà trattata, l’attenzione che Adriano ebbe per la Gallia, e per la zona della Narbonense in particolare.

Il suo viaggio in Gallia si protrasse fino agli ultimi mesi circa del 122, se si considerano veritiere le parole del biografo della Historia Augusta, il quale ci informa che dopo il soggiorno in Gallia, l’imperatore trascorse l’inverno in Spagna620

.

Ed è proprio a Nemausus (attuale Nîmes) che egli fece erigere un tempio in onore della recente scomparsa di Plotina621.

Per idem tempus in honorem Plotinae basilicam apud nemausum opere mirabili etruxit.

[H.A., Hadr., XII, 2]622.

“Il soggiorno a Nemausus è ricordato da iscrizioni; Avignone ebbe il titolo di Colonia Iulia

Hadriana Avennio; nella Colonia Iulia Apta (Apt), non lontano da Arles, ebbe sepoltura

617

Il decreto in questione ci deriva da uno di Commodo, che così recita: binarias aratorias, binas sartorias, binas messorias; così come altre leggi ci testimoniano l’occupazione di suoli incolti o comunque non coltivati da circa dieci anni, così come quelle relative alla ripartizione dei frutti tra i coloni e i conductores. Cfr., A. GARZETTI, L’impero da Tiberio agli Antonini, cit., 1960, pp. 435-436.

618

Cfr., A. GARZETTI, L’impero da Tiberio agli Antonini, cit., 1960, pp. 435-436; per Cirta, cfr., ILS, 5978-5980; per il territorio di Sigus, An. Ép., 1939, 161. Per altri campi, cfr., ancora, ILS, 5960, 5961, 5963.

619 A. R. BIRLEY, Hadrian, cit., 1997, pp. ; cfr., inoltre, R. G. COLLINGWOOD – R. P. WRIGHT, The Roman

Inscriptions of Britain I: Inscriptions on Stone, Oxford 1965.

620

Cfr., H.A., Hadr., XII, 3.

621 La localizzazione di questo tempio non è stata confermata dall’archeologia, anche se non è improbabile che ciò

possa essere avvenuto, in quanto Plotina era proprietaria di dominii in questa regione. Cfr., J.-P. CALLU, Histoire Auguste, tome I, Paris, 2002, nota106, p. 106.

622 “Nel medesimo periodo presso Nemauso fece erigere in onore di Plotina una basilica di costruzione mirabile” [(a

Borysthenes, il cavallo usato nella caccia da Adriano, che compose, per l’occasione, un epitaffio

poetico, conservato in un’iscrizione”623

.

Notevoli furono anche le opere di pubblica utilità, come l’ampliamento degli acquedotti624 (Gabii, Antium, Cingulum) e la manutenzione di quelli già esistenti, oltre ad una serie di lavori nel porto di Puteoli e di riparazione del canale del Fucino. Ulteriori lavori furono approntati sul porto di Ostia che, proprio sotto Adriano, conobbe il più ricco sviluppo di tutta la sua storia.

Qui, in quest’epoca, appare inoltre un corpo specializzato di vigili, costituito dai distaccamenti venuti da Roma per periodi di quattro mesi.

In CIL, XIV, 4509, tra le altre cose, alle linee 7-8, leggiamo: UMBRICIO EMILIANO PREF. SUPPREFECTO SIINECI/ONE ACCIPIT FRUmeNTU ACCIPIT DIE PRIMO OSTIO XVI625.

Da rilevare è ancora la presenza, ad Ostia, di un procurator annonae Ostiensis, affrancato imperiale, P. Aelius Liberalis626, il quale, sempre ad Ostia, ebbe l’incarico di praepositus mensae

nummul(ariae) f(isci) f(rumentarii) Ost(iensis) e procurator ad naves vagas.

Un altro passaggio essenziale merita di essere sottolineato: l’amministrazione imperiale di Ostia è rappresentata da un procuratore, di rango equestre, chiamato a sorvegliare il lavoro dei due procuratori affrancati, i quali si occupavano rispettivamente delle questioni più propriamente annonarie e della capitaneria di porto.

Adriano, così come altri imperatori prima di lui, concesse l’immunità dalle tasse municipali a tutte le navi che approvvigionavano di grano la città di Roma627.

Nel Digesto, infatti, apprendiamo che:

623 Cfr., A. GARZETTI, L’impero da Tiberio agli Antonini, cit., 1960, pp. 405-406. L’epitaffio si legge anche in Pap.

Oxy., 1085.

624

ILS, 5749, che attesta l’iscrizione ritrovata su di un cippo, ricorda anche un lavoro di riparazione ad un acquedotto della città di Lione.

625 Sull’argomento, cfr., inoltre, CIL, XIV, 4499-4515. 626

Il cursus honorum di questo personaggio ci viene restituito da un’epigrafe (CIL, XIV, 2045), dedicata a P. Aelius Liberalis dal vicus Augustanorum. Cfr., H. PAVIS D’ESCURAC, La préfecture de l’annone, cit., 1976, pp. 117-119. Il praepositus mensae nummul(ariae) era un agente che si occupava dei pagamenti di questa sezione del fiscus ed effettuava i versamenti ai navicularii e ai lavoratori, addetti ai depositi.

627

Antonino Pio confermerà tale diritto, specificando però meglio le condizioni esatte di tale esenzione: Divus quoque Pius rescripsit, ut, quotiens de aliquo naviculario quaeretur, illud excutiatur, an effigiendorum munerum causa imaginem navicularii induat. [Dig., L, VI, 6(5), 9].

Divus Hadrianus rescripsit immunitatem navium maritimarum […], qui annonam Urbis serviunt.

[Dig., L, VI, 6(5), 5]628.

Magistrale, ancora, la cura che ebbe per il miglioramento della rete stradale, in Italia e nelle province, con notevoli interventi in Africa; anche in Egitto è ricordata la costruzione della grande strada, terminata nel 137, che univa la nuova città di Antinoo con Berenice, sul Mar Rosso.

Sul finire del regno di Adriano, si registra un cambiamento di grande importanza nel sistema annonario, il cui prefetto non ha più il solo compito di rifornire di grano la città di Roma, ma anche di pensare agli approvvigionamenti gratuiti di olio629.

Se questa trasformazione sarà totalmente compiuta con Settimio Severo630, non così era ancora nel II secolo: riusciamo ad evincere l’inizio di questo passaggio, attraverso la carriera svolta dal procuratore dell’annona C. Junius Flavianus, il quale fu onorato con una dedica, proprio dai

mercatores frumentarii et olearii Afrari631.

Vini, olei et tritici penuriam per aerarii sui damna emendo et gratis populo dando sedauit.

[H.A., Pius, VIII, 11]632.

Allo stesso modo, le distribuzioni gratuite si allargano a dismisura alle truppe romane (non solo per le coorti pretoriane, come con Nerone, ma anche per quelle urbane e quelle dei vigiles).

Una notizia interessante, da collocare, stavolta, nel regno di Antonino Pio e che apprendiamo grazie al ritrovamento di un’epigrafe, è data dal fatto che i soldati, stanchi di avere poco da spendere per il proprio rifornimento, traevano altri benefici vendendo la crusca che proveniva dalla macinazione della parte del grano loro assegnata.

Nel 156 si ricorda la ristrutturazione del tempio del Genio, realizzata dalla V coorte dei vigiles, con i soldi ricavati dalla vendita, appunto, della crusca.

628 “Il divo Adriano concesse l’immunità alle navi marittime […] che aiutavano l’annona della Città” (traduzione di chi

scrive).

629 Con Antonino Pio, in realtà, cominciano solo sporadicamente queste distribuzioni gratuite di olio, per affermarsi al

tempo di Aureliano, come testimonia, tra le altre fonti, H.A., Aur., 48, 1.

630

Cfr., H.A., Sev., XVIII, 3.

631

Cfr., CIL, VI, 1620: C. Iunio C. f. Quir/ Flaviano/ praefecto annonae/ proc. a rationibus proc/ provinciarum Lugdunensis/ et Aquitanicae proc. hereditat/ proc Hispaniae citerioris/ per asturicam et callaeciam/proc Alpium maritimarum/ pro magistro X̄X̄ hereditatium/ trib. mil. leg. V̄ĪĪ Gem. Pontif. minori/ Mercatores frumentari/ et oleari Afrari. Cfr., inoltre, H. PAVIS D’ESCURAC, La préfecture de l’annone, cit., 1976, pp. 189-191.

632 “Pose riparo alla scarsità di vino, olio e frumento acquistandone a proprio carico delle provviste che poi distribuiva

In CIL, VI, 222, alle linee 7-13, si legge: Q. Plotieno Sabino tr̅ coh. V̅ vig./ Ti. Claudius Ti. f. Fab.

Messalinus Heracl. ƴ coh. s. s./ vetustate corruptam adampliavit columnis/ purpuriticis valvuis aereis marmore et omni/ ornamento a novo ex pecunia furfuraria/ ƴ suae fecit volentib. manipul. Suis quor./ nomina in tab. aer. scripta sunt.

Si continua a intravvedere, in questi anni, quel processo di “militarizzazione” che il servizio annonario aveva iniziato a subire con Traiano: sembra, infatti, che la protezione dei granai pubblici fosse passata in mano ad un collegio militare, composto, probabilmente, da coorti pretoriane o urbane.

Numini domus Aug./ sacrum Herculi salutari/ quod factum est sodalic. horr. Galban. cohort./ a. Cornelius Aphrodisius quinquenn./ aediculam novam asolo sodalibus suis pecunia/ sua donum dedit/ dedicavit k. Iunis Quintillo et Prisco cos.633

Anche i membri inferiori della casa imperiale avevano diritto alle distribuzioni gratuite: di questo abbiamo ricordo in un’iscrizione di un affrancato di Antonino Pio preposto alla raccolta del grano per i cubicularii imperiali: T. Aelius Aug. lib. Aelianus/ a frumento cub. Caesar N̅ […]634. Si è già accennato alla cura di Traiano per la tutela dei panettieri presenti a Roma.

Un altro documento interessante, in tal senso, è rappresentato da una base onoraria, elevata in onore di Antonino Pio, proprio da un corpo di panettieri635.

Il monumento, che si snoda in tre parti, presenta sulla prima la dedica all’imperatore, su un’altra faccia gli strumenti parlanti di tale corporazione (un moggio che trabocca di spighe di grano, su cui appare il riferimento al prefetto dell’annona L. Valerius Proculus) e sull’ultima vi sono raffigurati altri strumenti del mestiere, cioè una macina, seguita dal nome del corpus che ha fatto erigere lo stesso monumento636.

Qui di seguito sarà riportato solo l’ultimo lato di quell’epigrafe: curantibus/ M. Caerellio

Zmaragdo/ L. Salvio Epicteto quinq. I̅I̅/ quaestoribus/ C. Pupio Firmino I̅I̅/ L. Calpurnio Maximo.

633

CIL, VI, 338, con relativa spiegazione. Gli horrea di cui parla l’epigrafe sono verosimilmente da considerarsi quelli di Galba, conosciuti già con Augusto.

634 Per l’epigrafe, nella sua interezza, cfr., CIL, VI, 8518. 635

cfr., G. LACOUR- GAYET, Antonin le Pieux et son temps: essai sur l’histoire de l’empire romain au milieu du deuxième siècle, 138-161, Roma 1968, p. 70.

G. Lacour-Gayet mette in evidenza come uno dei dedicanti porti la specificazione quinquennalis, che farebbe propendere per un’associazione organizzata, seppur posta sotto la sorveglianza imperiale637.

Il regno di Antonino Pio, in questo senso, è una miniera di epigrafi e documenti che attestano la presenza di altri corpora, più o meno delle medesime fattezze, di cui lo Stato si serviva proprio per il fabbisogno della popolazione, e a cui erano state concesse diverse agevolazioni.

Riguardo ai navicularii, i quali erano organizzati in collegia a seconda dei diversi interessi economici638, merita attenzione una dedica del 141 ad Antonino Pio da parte dei domini navium

Carthaginiensium ex Africa: Imp Caesari/ Divi Hadriani fil./Divi Traiani Parthic. nepoti/Divi Nervae pronep./T. Aelio Hadriano/Antonino Aug. Pio/pont. max. trib. pot. I̅I̅I̅I̅/cos. I̅I̅I̅ p. p./domini navium Carthagi-/nensium ex Africa639.

Per quanto la legge concedesse pochi e validi motivi per la creazione di corporazioni640, poi, come spesso accade, le abitudini della vita quotidiana soppiantavano le stesse leggi.

Infatti, oltre ai corpora già visti, sono ancora da annoverare quello degli scapharii e tutta una serie di altre associazioni di battellieri, formatesi prevalentemente ad Ostia641.

Imp. Caes. Divi Hadriani f./ Divi Traiani Parthici Nepoti/ Divi Nervae Pronepoti/ T. Aelio Hadriano Antonino/ Aug. Pont. Max. trib. pot. VIIII/ Imp. II cos. IIII p. p./ scaphari qui Romulae negotiantur642.

Ancora sotto il periodo di Antonino Pio, e Marco Aurelio, è da collocare la dedica a Roma, posta nel 154, in occasione della realizzazione di un edificio per i nauvklhroi kai; e[mporoi di Efeso643. Ciò che si evince è che solo a partire dal II secolo lo Stato comincia a riconoscere una piena valenza economica ai vari corpora, i quali, precedentemente, erano considerati piuttosto e soltanto per la loro funzione di pubblica utilità644.

637 Cfr., G. LACOUR- GAYET, Antonin le Pieux, cit., 1968, p. 71.

638 Sulla diversa organizzazione dei navicularii, e in particolare su quelli di Arles e Lyon (che saranno passati al vaglio

nel successivo lavoro), cfr., J. ROUGÉ, Recherches sur l’organisation du commerce maritime en Méditerranée, Paris, 1966; qui, nello specifico, pp. 245-255; H. PAVIS D’ESCURAC, La préfecture de l’annone, cit., 1976, pp. 221-222.

639 CIL, XIV, 99.

640 Paucis admodum in causis concessa sunt huiusmodi corpora. [Dig., III, 4, 1]. 641

Cfr., G. LACOUR- GAYET, Antonin le Pieux, cit., 1968, pp. 202-203; L. DE SALVO, Economia e pubblici servizi, cit., 1992, p. 131.

642 CIL, II, 1168. Cfr., anche, CIL, II, 1169.

643 Cfr., L. DE SALVO, Economia e pubblici servizi, cit., 1992, p. 296, con relative note. Per indicare questi

raggruppamenti, nelle epigrafi, ricorre il termine oikos, usato, in un primo momento, per indicare il luogo in cui si riunivano e, successivamente, per menzionare l’associazione stessa. Cfr., L. DE SALVO, Economia e pubblici servizi, cit., 1992, p. 453 e, in particolare, note 359 e 360.

“Insomma: nell’istituto associativo si sarebbe avuta un’evoluzione economica fra l’età degli Antonini e quella dei Severi […] quando lo stato cominciò a ravvisare l’importanza economica e a trattare con l’associazione nel suo complesso, mentre prima trattava con i singoli”645

.

I prefetti dell’annona che si susseguirono all’inizio del periodo di regno di Antonino Pio restarono in carica dai due ai tre anni, come il già ricordato Valerius Proculus. Allo stesso modo, anche M. Petronius Honoratus e Ti. Claudius Secundinus L. Statius Macedo646.

Conosciamo, però, anche un L. Volusius Maecianus che rimase in carica per ben sette anni (dal 152 al 159); così come i prefetti dell’annona Pompeius Paulinus e Faenius Rufus (età giulio-claudia) che rimasero in carica per molto più tempo. In ogni caso, questa lunga durata sembra un’eccezione, anche se, nello stesso periodo, siamo a conoscenza di un prefetto del pretorio che ricoprì l’incarico addirittura per venti anni647.

A partire dal II secolo, si è visto come i legami tra i prefetti annonari e tutte quelle corporazioni professionali addette al medesimo servizio siano diventati più intensi.

Anche per L. Volusius Maecianus abbiamo una dedica del 152, in cui il prefetto è annoverato tra i patroni dei lenuncularii e dei tabularii di Ostia648.

644 In questa scia, si inserisce il lungo dibattito sulle differenze e uguaglianze fra corpus, collegium e societas nel mondo

romano; diatriba che prende avvio da un noto passo del Digesto (Gai., 3 edict. prov., D III, 4, 1). I principali studi su tale argomento, allo stato attuale, sono i seguenti: F. DE VISSCHER, La notion de “corpus” et le regime des associations privées à Rome, in Scritti Ferrini IV, Milano 1949; L. CRACCO RUGGINI, Collegium e corpus: la politica economica nella legislazione e nella prassi, in Istituzioni giuridiche e realtà politiche nel tardo impero (III- V sec. d.C.). Atti di un incontro tra storici e giuristi (Firenze 2-4 maggio 1974), Milano 1976; ead., Le associazioni professionali nel mondo romano-bizantino, XVIII Settimana di Studio del Centro Italiano di Studi dell’Alto Medioevo, (Spoleto 1970), Spoleto 1971; ead., Stato e associazioni professionali nell’età imperiale romana, in Actes des VI Int. Congr. f. gr. u. lat. Epigraphik, (München 1972), München 1973, Vestigia 17, pp. 271-311.

645 L. DE SALVO, Economia e pubblici servizi, cit., 1992, p. 239, e relative note.