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Affidabilità delle fonti e datazione degli avveniment

Il primo punto in discussione è il momento dell’arrivo dei Saraceni i Provenza.

Per Poupardin l’incertezza regna sovrana: “Non credo che si possa fissare con qualche certezza la data di questo insediamento” 84.

Si ricorda infatti che Liutprando piazza questo insediamento a Fraxinetum all'epoca di Leone il Filosofo (886-911), d' Arnoul (887-899), di papa Formoso (891-896), delle lotte di Berengario contro Guido (888-894), quindi tra l'891 e l'894. Ma la cronologia di Liutprando, secondo il Poupardin, soprattutto per il periodo antico, è troppo vaga, e le parole his temporibus, attraverso le quali collega gli uni agli altri i diversi avvenimenti, hanno un valore troppo debole perché si possa osare ad estrarre dal suo testo una cronologia precisa.85 Riguardo alle date delle fonti di origine

ecclesiastica si viene messi in guardia dal Poupardin, anche le liste delle successioni episcopali delle varie diocesi sono di interpretazione problematica e l'esame degli elenchi della Gallia

Christiana, sotto questo punto di vista, è significativo:

● A Nizza il catalogo episcopale si interrompe dal 787 al 999.

● lo stesso capita per i due vescovadi della regione di Embrun, aggregati ad Arles. ● ad Antibes si conoscono solo dei nomi generici di ecclesiastici, ma senza incarico.

● per Vence i vescovi rimangono sconosciuti tra Elia, che assistette nell'879 all'assemblea di Mantaille, e Arnoul, citato all'inizio dell'XI secolo.

● a Senez non c'è nessuna traccia di personaggi di rango episcopale nel periodo che va tra il VI sec. e un tale vescovo Pierre, per altro dubbio, che sarebbe vissuto alla fine del X sec. e agli inizi dell' XI86.

● a Digne si constata una lacuna tra il vescovo Bléry (Bledricus), citato nell'899, ed il vescovo Emin (Eminus), che sottoscrisse un atto nel 102587

84 Poupardin, Le royaume de Bourgogne ...cit. p. 86, nota 1; ibidem Le royame de Provence, p. 250;

De Rey, Les invasions sarrasines...cit., pp. 97-98; Reinaud, nel “Polybiblion”, 1902, p. 52.

85 Poupardin, Le royame de Provence..., pp. 249 e segg. 86Ibidem, p. 108.

● a Glandèves non si conosce più un prelato dalla fine del VI sec. fino a Guigues, che visse nel 99188

Comunque dal lavoro del Poupardin, almeno si può constatare che la successione dei vescovi in queste diverse diocesi fu, se non sempre completamente interrotta, almeno resa fortemente irregolare.

Stessa diffidenza é mostrata nei casi di presenza di fonti plurime, ma non contemporanee ai fatti o “troppo” posteriori: la distruzione del monastero di Oulx, tra le prime vittime dei Saraceni nelle vallate piemontesi, infatti è attestata da una carta della metà dell'XI sec.: è una donazione fatta da Guineman, vescovo di Embrun, all'abbazia, olim destructa a Saracenis, modo reedificata Deo

opitulante a Christi Dei servuli89.

Manteyer è il primo storico che sembra riportare il ruolo dei Saraceni alle debite proporzioni: pur dovendosi anche lui basare ovviamente su Liutprando e sulle sue notizie di grandi distruzioni compiute in Provenza, tratta poco dei Saraceni, dovendo trattare molto di più le evoluzioni politico- diplomatiche riguardanti i rapporti tra le autorità provenzali ed i regni confinanti. E la sua narrazione viene da un altro punto di vista: parlando della data d’arrivo, la pone genericamente alla fine del regno di Carlo il Grosso, quando il conte responsabile della Provenza era tale Thibert,(879- 908) vicario del re nel ducato di Provenza.

Questa affermazione necessita di un riepilogo delle successioni sul trono di Provenza, fornite dal Manteyer90. Bosone fu eletto re di Borgogna-Provenza il 15 ottobre 879 a Mantaille: le provincie di Arles e di Aix si schierarono con lui, mentre quella di Embrun restò fedele ai legittimi sovrani carolingi; nessun vescovo delle Alpi-Marittime era presente all’assemblea elettorale, come anche i vescovi di Antibes, Frejus e Sisteron, dipendenti dall’arcidiocesi di Aix: il Manteyer non vuole dare un’assoluta ragione politica a queste ultime assenze, perché potrebbero anche essere state causate da altre ragioni. Tuttavia si sa che Bosone venne attaccato e braccato fino alla sua morte, avvenuta l’11 gennaio 887, dalle forze dei carolingi.

Secondo il diritto di successione la corona doveva ritornare al carolingio Carlo il Calvo, che ne usufruì fino alla morte avvenuta dopo pochi mesi, il 6 ottobre 877; gli successe il figlio Luigi II, che morì il 10 aprile 879, a cui successe il figlio secondogenito Carlomanno, che morì diciottenne il 12 dicembre 884.

In teoria la corona sarebbe spettata a suo fratello cadetto, Carlo, di 5 anni, ma i magnati di

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Ibidem, p. 108, note: Gall. Christ., t. III, col. 1237-1238.

89 Poupardin, Histoire du royaume de Bourgogne... cit., p. 87, nota 7: dal Chartularium Ultiense, ed. Rivautella, p. 151,

n° CLXXIV; Il Luppi, op. cit. p. 48, afferma che esiste un’altra carta col n° XXIV del 1065, detta di “Cuniberto”, contiene il riferimento di una donazione di questo vescovo al monastero di Oulx, ed “accenna alle razzie dei Mori nella Valle di Susa”.

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Borgogna-Provenza offrirono la corona allo zio, del ramo germanico dei carolingi, Carlo III il Grosso, che non avendo figli legittimi adottò Ludovico, figlio di Bosone l’usurpatore, affinché gli succedesse alla sua morte, avvenuta il 13 gennaio 888.

Quindi per il Manteyer l’insediamento saraceno dovette avvenire intorno al periodo 885-888. Questa digressione dinastica é stata ritenuta utile per evidenziare l’ecatombe che segnò il ramo carolingio, legittimo sovrano di Provenza, e per ricordare le profonde divisioni in seno all’aristocrazia magnatizia provenzale, documentate in maniera innovativa dall’autore, rispetto alla superficialità mostrata sull’argomento dagli autori ottocenteschi.