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Conseguenze della partenza dei Saraceni da Fraxinetum

Anche il Poupardin, come prima il De Rey, ha analizzato quali siano state le conseguenze dell'occupazione saracena, ed è una sorta di riepilogo e sintesi che permette di mettere a fuoco la situazione del “day after”.

Le azioni distruttive degli invasori in un certo raggio intorno a Fraxinetum furono certamente considerevoli: la diocesi di Frejus e la porzione orientale di quella di Marsiglia furono atrocemente colpite: resta il fatto che per quello che concerne la Valle del Rodano, per il Poupardin si trattò di incursioni e di devastazioni temporanee, del tipo “mordi e fuggi”, che sembrano tutte collocarsi nel

primo quarto del X secolo.

Per la zona alpina il discorso è tutto un altro, perché si è potuto constatare l'effettiva presenza di bande saracene fino all'epoca del rapimento di san Maiolo, e sembra che i saccheggi perpetrati abbiano avuto effetti molto più considerevoli.

Mentre si conoscono, più o meno, le serie delle successioni dei conti e dei vescovi che governarono nel X sec. le città occidentali dell'antico regno di Provenza, abbiamo visto che esiste una lacuna per tutte le diocesi orientali, corrispondente all'epoca delle invasioni: senza dubbio si tratta di regioni generalmente povere di documenti, tuttavia c'è di certo una correlazione tra le invasioni e l'interruzione della serie delle successioni dei vescovi.

Scrive il Poupardin: “Non parlo di Fraxinetum133, di cui, al seguito di Bouche certi eruditi moderni134, hanno creduto che i Saraceni avessero trasportato il nome di Fraxinetum, ovunque avessero stabilito un loro presidio.” In questo caso in effetti penso che potrebbe essere accaduto che gli autoctoni definissero i presidi dei Saraceni, più o meno duraturi e sparsi in Provenza e sulle Alpi, come postazioni “di quelli di Fraxinetum”, ma come nel caso originario del loro quartier generale, che portava questo nome ben avanti alla loro conquista, non si può assolutamente ipotizzare che ogni toponimo simile, fosse derivante da un una loro presenza militare e non piuttosto da un generico bosco di frassini. Ancora Poupardin: “Con la caduta della fortezza saracena si conclude questo periodo di circa ottant'anni, in cui tutta la vita era stata, per così dire, sospesa nella regione compresa tra il Rodano, le Alpi e il mare. È solamente dopo che ricomincia veramente la storia di tutta la parte meridionale degli stati di Corrado il Pacifico”135.

Quindi l’autore puntualizza la sua tesi, constatando che i Saraceni di Provenza avrebbero avuto solo un ruolo da devastatori, e che sarebbe impossibile attribuire loro, con certezza, nemmeno la minima influenza sullo sviluppo della civilizzazione nei paesi del bacino del Rodano a metà del X secolo, come invece avvenne nella Penisola Iberica, pur in un lasso di tempo molto più lungo e con un'occupazione stabile e strutturata.136

Ma per altro verso lega a questo periodo di crisi lo sviluppo del feudalesimo in Provenza: “ Da questo punto di vista, l'invasione saracena ha giocato un grande ruolo per lo sviluppo del feudalesimo provenzale. Il re è lontano e non ha preso parte alla “reconquista”. Il vero signore del paese è il suo liberatore, il conte Guglielmo, che divide la regione tra i suoi cavalieri che l'hanno

133 Ibidem, p. 111, nota 4: espressione araba significante “ luogo fortificato”, dice il Lambert in “Régime municipal en Provence”, pag. 138.

134Ibidem, p. 111, nota 4: Reinaud, op. cit., p. 184; De Rey, op. cit., p. 104; Beaulieau, in “ Mémoires de la Société des antiquaires de France”, t. XVIII, p. 242.

135 Ibidem, pp. 103-104.

136 Questa posizione del Poupardin é molto probabilmente all’origine delle identiche affermazioni di A.A. Settia, I Saraceni...cit. pp. 264-265.

aiutato nella sua impresa, e costoro a loro volta, forse per prevenire un ritorno offensivo dei Saraceni, lo ricoprono di castelli”.137

Dai commenti di Renè Poupardin e Manteyer possiamo così progredire nel disegno delle caratteristiche dell'azione bellica saracena e della situazione politico-diplomatica della Provenza:

1) erano bande di ridotte dimensioni e non un armata; stupisce allora che il Poupardin definisca la loro attività: “invasions”138

2) Sull’ubicazione del sito di Fraxinetum il Poupardin resta sul vago, ammettendo che rimane incerta, che bisognerebbe cercare nei dintorni di La Garde-Freinet, ma che non è affatto dimostrato che sia in quel sito l’insediamento principale.139Pochi anni dopo modificava la sua posizione affermando che il principale insediamento si doveva trovare nei pressi del mare: di tutti i villaggi del Golfe di Saint-Tropez, La Garde-Freinet è il più lontano dal mare.140

3) è strano che potessero fare “il bello e il cattivo tempo” essendo forze in fondo esigue;

4) rimane assai oscuro il problema dei metodi di sussistenza degli incursori saraceni e della loro organizzazione logistica: su terre ripetutamente saccheggiate sarebbe sempre difficile il sostentamento di cospicui contingenti armati141.

5) Problema della necessità di rimpiazzi e complementi dei Saraceni: rifornimenti di truppe dal califfato e possibili arruolamenti di cristiani rinnegati, che assumerebbero anche la funzione di interpreti.

6) Citazione di un primo tentativo di attacco da parte della flotta bizantina intorno al 931 (Frodoardo).

7) Tattica di aggressione saracena del “mordi e fuggi”, mentre il De Rey citava autori che descrivevano i presidi saraceni fino in Piemonte e sulle Alpi svizzere.

8) Emergere della questione della datazione della cattura di San Maiolo, con le due opzioni cronologiche del 972 e del 983.

9) Presenza di significative lacune nella successione sugli scranni episcopali della Provenza Orientale, che confermerebbero il dominio saraceno prolungato e stabile nella zona.

137 Poupardin, Ibidem p. 110, e Nota 4.

138 Poupardin, Le royaume de Provence...cit. p. 243. 139 Ibidem, pp. 253-254, nota 9.

140 Poupardin, Le royaume de Bourgogne...cit. p. 87. 141

Quello logistico, degli approvvigionamenti delle truppe saracene, sarà un argomento fondamentale nelle nostre conclusioni, in quanto influenza le teorie sulla presenza di reparti di cavalleria, e del loro mantenimento, nell’insediamento di Fraxinetum.

Capitolo V

La storiografia francese su Fraxinetum nella seconda metà del