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ALCUNE AREE URBANE ITALIANE

1. INTRODUZIONE. – Conformemente all’obiettivo della ricerca che si prefigge

una valutazione dei modelli insediativi di alcune delle aree metropolitane italiane, si è scelto di approfondire l’analisi dei dati rispetto ai sistemi locali del lavoro.

La particolarità dell’area metropolitana è di presentare dei salti, delle soluzioni di continuità. Tale cambiamento inserisce dei gradi di libertà alla prossimità. La misurazione dei rapporti funzionali d’interrelazione e di scambio tra le diverse attività insediate nell’ambito metropolitano, che è vasto per definizione, coinvolge, dunque, anche discontinuità con presenza di terreni agricoli o liberi.

Il campo di indagine diviene quello della ricerca dell’organizzazione di un’area metropolitana chiedendosi quali possono essere le traiettorie di sviluppo auspicabili in tema si sostenibilità e competitività. Le soluzioni proposte, come è noto, sono quelle raccomandate dai progetti ESPON sul policentrismo quale organizzazione capace di contenimento degli effetti di sprawl e soprattutto capace di creare sviluppi equipotenziali e dunque di innescare coesione territoriale.

Nel lavoro, assunto come spazio proprio dell’area metropolitana quello corrispondente al suo sistema locale del lavoro, si è effettuata inizialmente un’analisi rispetto a quelli che l’ISTAT individua come i sistemi locali del lavoro dei grandi comuni: Torino, Milano, Genova, Venezia, Verona, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Catania. Il sistema del messinese, pur se appartenente ai grandi comuni, non è stato incluso nell’analisi per l’indisponibilità dei dati. Si ricorda, inoltre che la legge n° 142 del 1990 indicava come città metropolitane anche Trieste, Cagliari e

(1) Sono da attribuirsi al Dott. Pierpaolo Napolitano l’elaborazione delle carte presentate e il lavoro di preparazione dei dati.

Reggio Calabria che però non ricadono nei Sistemi locali del lavoro dei Grandi Comuni Istat 2001.

Il presente contributo, sulla base di quanto esposto, cerca, attraverso i dati di copertura del suolo, le possibili regolarità nell’organizzazione delle aree metropolitane e, nella lettura delle differenze, vuole individuare i caratteri delle sue diverse nature: quella monocentrica e quella policentrica. Dalla individuazione di tali modelli si è voluto, inoltre, indagare sull’esistenza di possibili traiettorie di evoluzione della forma urbana. L’uso delle banche dati Corine Land Cover al 1990, 2000 e 2006 viene usato sugli stessi areali con lo scopo di individuare possibili manifestazioni di tali tendenze.

2. STUDIO DELLA COPERTURA DEL SUOLO DEI 12 SISTEMI LOCALI DEL LAVORO DEI GRANDI COMUNI.– I dati di Urban Atlas individuano 20 tipologie di copertura del

suolo, dalle quali si sono effettuati 5 gruppi: lo spazio residenziale; quello non residenziale; il sistema delle infrastrutture; quello delle aree del verde dello sport e dello svago urbano; i territori ricadenti in quelli agricoli, forestale e delle acque.

L’osservazione iniziale dei dati mostra come i processi che guidano l’agglomerazione nelle “piccole città” presentino uno stesso andamento rispetto a quelle di maggiore dimensione (M.Batty, pp 769, 2008). La spiegazione è insita nella natura stessa della città che si organizza per facilitare la divisione del lavoro e generare economie di scala mostrando, dunque, un andamento regolare tra dimensione e forma. Il quesito o chiave di lettura, dunque, è la ricerca di un legame bidirezionale forma/funzione o per meglio dire forma/organizzazione, che possa essere evidenziato dalla struttura stessa del dato di copertura. Lo studio ha esaminato, a questo scopo, le incidenze delle superfici dei SLL dei grandi comuni ripartiti tra area del comune centrale e area dei comuni “satelliti”(2).

2.1Le strutture delle aree nei Sistemi dei Grandi Comuni.– I dati sulla copertura del suolo del data base Urban Atlas sono stati raggruppati sia per i sistemi locali del lavoro che per i comuni centrali corrispondenti, identificando le due componenti: comune centrale e comuni satelliti.

Dalla ripartizione areale ottenuta si è effettuato un confronto che ha mostrato una corrispondenza inversa tra le dimensioni della superfici dei due areali considerati: ad una grande superficie del comune centrale è correlata una minore superficie dei satelliti e viceversa (Fig. 1).

Fig. 1 – Confronto tra superfici dei comuni centrali e dei comuni satelliti dei SLL

Fonte: elaborazione su dati U.A.

Attraverso il calcolo delle incidenze (Tab.I), rapporto tra le percentuali delle superfici dei comuni satelliti rispetto a quelle dei comuni centrali, è possibile misurare di quanto, in ognuno dei sistemi, il territorio dei satelliti sia maggiore rispetto alla superficie del comune centrale. Al crescere dell’indice corrisponde una strutturazione policentrica. Se questo risultato può sembrare indotto dalla caratteristiche insite nella definizione dei SLL, poiché le parti sono state calcolato come percentuale della superficie totale e dunque la loro somma è pari a cento, si ha la stessa rispondenza anche guardando i valori assoluti, dove, la superficie totale dei sistemi locali del lavoro presentano importanti variazioni.

Questa osservazione, dunque, non sembra semplicemente legata alla struttura sottostante la costruzione dei sistemi locali del lavoro: basati sui criteri di auto contenimento, contiguità e spostamento di pendolarismo. Le distanze, infatti, non spiegano in modo univoco l’andamento presentato. Per sottolineare questo aspetto si è

confronto superfici 0 20 40 60 80 100 Rom a Ven ezia Cat ania Gen ova Nap oli Ver ona Pale rmo Mila no Bar i Fire nze Torin o Bol ogna città p er ce n tu al i sup%netto sup%GC

ipotizzata la circolarità dell’area del sistema locale del lavoro e del comune centrale e, nella terza colonna della tabella, sono riportati gli ipotetici raggi di distanza tra confine dell’area del comune centrale e confine del sistema locale.

Tab. I- INCIDENZA DEI COMUNI CENTRALI RISPETTO AI COMUNI SATELLITI E RAGGIO DI DISTANZA MEDIO Nomi supS/sup Km ∆ raggio Roma 1,80 24,66 Venezia 1,92 14,45 Catania 2,23 10,74 Genova 2,85 14,89 Napoli 3,79 12,94 Verona 5,07 21,89 Palermo 6,36 21,69 Milano 6,40 23,23 Bari 6,72 19,13 Firenze 11,34 25,42 Torino 13,45 31,94 Bologna 13,54 33,38

Fonte: elaborazione dati Urban Atlas

Attraverso la lettura di queste due misure è possibile asserire che si manifestano sistemi tanto più policentrici quanto minore è la dimensione del sistema centrale e quanto maggiore è l’incidenza di comuni satelliti e dunque maggiore il raggio di percorrenza. Si può considerare questo come un primo risultato sulla individuazione di aree metropolitane policentriche prendendo come emblematici i valori ottenuti per Bologna e Torino, … risalendo la tabella fino a Verona.

3. ANALISI DIACRONICA. – I dati Urban Atlas forniscono le informazioni sull’uso

e la copertura di suolo urbano (riferito alle Large Urban Zone) al 2006, il superamento di tale staticità è per ora parzialmente mitigabile con l’integrazione contenuta nelle

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