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L E POLITICHE DI RIGENERAZIONE URBANO COMMERCIALE : IL “ NUOVO ” IMPERATIVO DELLA PROSSIMITÀ – Le contrapposizioni tra il commercio periferico e quello centrale

COMMERCIO E POLITICHE DI RIGENERAZIONE URBANA: LA PROSSIMITÀ MOLTEPLICE

3. L E POLITICHE DI RIGENERAZIONE URBANO COMMERCIALE : IL “ NUOVO ” IMPERATIVO DELLA PROSSIMITÀ – Le contrapposizioni tra il commercio periferico e quello centrale

hanno ispirato numerose politiche di rivitalizzazione urbana, attivate dalle città al fine di competere con altri spazi urbani a scala mondiale (Cirelli et al., 2010). Rispetto agli spazi urbano-commerciali centrali, il fine ultimo è stato quello di evitare la desertificazione. Benché tali politiche siano state declinate in differenti modi e tempi nei vari paesi, il Town Centre Management ha rappresentato un modello d’ispirazione a scala mondiale (D’AlessandroeSalaris,2011). Si tratta di uno strumento di gestione di centri-città (Vona, 2007), basato sul rilancio del commercio come volano della rigenerazione (insieme al leisure, alla cultura e all’entertainment). Implementata grazie a meccanismi di partenariato pubblico-privato, la versione inglese del TCM fa esplicito riferimento alla costruzione di un vantaggio competitivo per gli spazi centrali, finalizzata a migliorare la qualità della vita per i residenti, a diversificare l’offerta integrando shopping e leisure e ad aumentare il potenziale attrattivo per turisti e visitatori (Coka Stefaniaket al., 2009, p. 75). Affermatosi come risposta alla crisi dei centri-città e soluzione pratica alle complesse sfide poste dalla rivitalizzazione urbana (ibidem), tale strumento in Italia è stato tradotto nel centro commerciale naturale.

(4) Sulla prossimità relazionale si veda l’articolo di Amin,2002. Wrigleyet al. (2005) fanno riferimento ad essa e alla prossimità organizzativa nell’analisi delle reti tra le imprese transnazionali della distribuzione, sottolineando il valore di prossimità che combinano spazi fisici, mentali e virtuali.

(5) Riprendendo un’efficace schematizzazione di Mérenne-Schoumaker(2003), tra i primi ricordiamo i cambiamenti demografici, residenziali e della mobilità, ma anche quelli sociali e culturali e, tra i secondi, i metodi e le formule di vendita, così come pure quelli strutturali, di logistica e di gestione delle imprese commerciali.

Non è possibile qui sintetizzare le caratteristiche assunte dalle politiche attivate nei vari paesi né i relativi strumenti adottati, ma basti qui segnalare che in tutti i casi la prossimità (innanzitutto tra le imprese commerciali, ma anche tra queste ultime e quelle del leisure e della cultura), è considerata come un attributo-chiave. Tali strumenti sembrano tuttavia adottare pratiche materiali e discorsive che si richiamano prevalentemente alla prossimità geografica, divenuta una sorta di nuovo imperativo per il commercio del centro-città soprattutto in seguito ai primi sintomi di quella che è stata definita come la crisi degli shopping mall suburbani (Amendola,2005). Il rischio di tali operazioni è quello di tralasciare altri aspetti della prossimità, che potrebbero invece meglio intercettare i mutamenti registrati nei consumi e negli stili di vita.

D’altra parte, se guardiamo al nostro paese, il commercio di prossimità è ancorato a meccanismi tradizionali, che peraltro sembrano aver contribuito alla crisi che ha trasformato la prossimità da qualità e fattore competitivo par excellence del commercio centrale in un elemento sempre più labile (Fabris, 2003). Traducendosi in una sorta di “rendita di vicinato” e nella protezione del piccolo commercio, questi meccanismi non sono peraltro riusciti ad impedire il fallimento di numerosi punti-vendita e, di conseguenza, l’impoverimento del tessuto urbano e la perdita di memoria storica, con grandi costi economici, sociali ed ambientali (ibid., p. 354).

Nel parere di chi scrive, molte politiche di rigenerazione urbano-commerciale non hanno prodotto i risultati sperati perché si richiamavano alla tradizionale relazione commercio-città, tralasciando del tutto i mutamenti registrati negli stili di vita, in un’ottica di contrapposizione con il commercio della periferia. In città che diventano progressivamente no-stop (aperte a tutte le ore del giorno e della notte) e self-service (Gasnier, 2007), sembrano invece necessari nuovi strumenti e pratiche, che mirino ad integrare le nuove istanze del consumo sulla base di logiche di complementarità e non di contrapposizione tra le varie tipologie di offerta distributiva (Fabris, 2003). L’agenda normativa di tali politiche non può quindi più fondarsi su una prossimità associata solo alla vicinanza spaziale delle imprese (pur non tralasciando del tutto il valore che essa assume ancora per alcune tipologie di commercio), ma deve poggiare su nuove dimensioni, a loro volta connesse alle inedite esigenze di prossimità spaziale e temporale espresse dai consumatori (Gasnier,2007). Come già accaduto in molte città europee, gli interventi di valorizzazione del commercio e dei pubblici esercizi

potrebbero così, anche attraverso politiche pubbliche, sostenere nuovi processi di rigenerazione urbana (Morandi,2011). Ciò contribuirebbe, a lungo termine, ad arginare le potenziali – e in molti casi già esistenti – situazioni di conflitto che riguardano proprio la giustapposizione spaziale, nella ristretta prossimità geografica, di nuove e più articolate “domande di città” (D’Alessandro,2010).

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Dipartimento di Scienze Umane e Sociali, Università degli studi di Napoli “L’Orientale”

RIASSUNTO. – Il contributo analizza il concetto di prossimità in relazione ai nuovi significati assunti nell’ambito della geografia commerciale. I più recenti fenomeni di post-gerarchizzazione e di sviluppo del commercio elettronico inducono a considerare una molteplicità di dimensioni della prossimità, oltre quella geografica. Tale molteplicità si evidenzia soprattutto se si considera il rapporto commercio-città attraverso la chiave interpretativa del consumo. Analizzando in ottica critica le politiche di rigenerazione urbano-commerciali, il contributo mette in evidenza l’utilizzo della prossimità geografica come nuovo imperativo del commercio centrale, nell’ambito della carenza di strumenti e pratiche maggiormente connessi alle nuove esigenze di prossimità spaziale e temporale espresse dai consumatori.

SUMMARY. – The paper analyzes the proximity in relation to the new meanings assumed by the concept in retail geography. The most recent phenomena of post- hierarchical organization of the urban spaces and the development of e-commerce lead to consider, in addition to the geographical, a multiplicity of dimensions of proximity. Multiplicity becomes significant especially considering the commerce-city relationship through the interpretative key of consumption. Analysing in a critical perspective the retail-led policies of urban regeneration, the contribution highlights the use of geographical proximity as a new imperative for the commerce of the city-centre, in a lack of tools and practices more closely tied to the new demands of spatial and temporal proximity expressed by the consumers.

MARIA LUISA FARAVELLI, MARIA ANTONIETTA CLERICI

UNA POLITICA PER IL COMMERCIO DI PROSSIMITÀ:

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