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UNA LETTURA GEOECONOMICA

1. SIGNIFICATI E INTERPRETAZIONI DELLA PROSSIMITÀ URBANA.-Nel libro “La città” di

Amin e Thrift (2006), vi è un intero capitolo dedicato allo studio della prossimità considerata come uno dei principali nodi di interazione tra il vicino e il lontano, tra la dimensione globale e quella locale. In termini riduttivi e in prima approssimazione, la prossimità urbana viene studiata come capacità di favorire l’interazione sociale e gli incontri permettendo in uno spazio comunque limitato la nascita di “dense relazioni locali faccia a faccia”. Questo è un tipo di approccio che attribuisce alla prossimità il significato di “centralità dell’incontro” che caratterizzava le “città autentiche” secondo Simmel e Benjamin. Una interpretazione che tende a privilegiare la dimensione sociale e culturale intrinseca in ogni città. Questa caratteristica si è progressivamente attenuta sotto i colpi della circolazione e dello scambio, della mercificazione - dove la cultura degli oggetti prende il sopravvento sulla cultura umana - e infine della costante accelerazione della vita che paradossalmente “crea distanza” in un cortocircuito spazio- tempo diminuendo il tempo a nostra disposizione.

Secondo Amin e Thrift questo approccio (con le sue varianti più recenti) pecca di “semplicismo” da un lato e di eccessiva generalizzazione almeno per tre motivi:

a) legge l’evoluzione delle città come un processo lineare e non come l’evoluzione di un sistema complesso governato da feedback e interazioni; b) lamenta la progressiva perdita della dimensione locale (l’autenticità della città)

sotto il maglio sempre più pervasivo della crescita urbana, della globalizzazione e dell’accelerazione. In questo senso Mumford è stato un anticipatore nel leggere la crescita urbana come foriera di disgregazione dell’identità urbana;

c) relega a un ruolo del tutto marginale la sua dimensione spaziale, lo spazio diventa “una variabile dipendente del progresso sociale” (p. 65).

Invece è necessario proprio per costruire teorie senza generalizzare sottolineare e studiare il ruolo della dimensione territoriale della città, cioè prestare attenzione allo spazio: vi sono ad esempio “spazi fluidi” che enfatizzano l’interazione e “spazi multipli” che mescolano prossimità e distanza. La città attraverso questa molteplicità contrapposta di spazi diventa “un potente generatore di novità” (Amin e Thrift, p. 67, 2006).

Ma il concetto di prossimità si può coniugare anche con quello di “comunità urbana” che è direttamente collegata al “locale” attraverso le relazioni orizzontali che si instaurano con il territorio urbano oltre ad essere emanazione diretta della sua storia passata; in questo senso la frase “il presente è gravato dal peso della propria eredità” (Amin e Thrift, p. 67, 2006), spiega efficacemente il legame passato/presente che contraddistingue ogni insediamento antropico con il territorio e le sue risorse.

Oggi però la “comunità urbana” vive in un contesto profondamente diverso rispetto al passato, vive in uno spazio mobile, uno spazio governato da flussi (interni ed esterni alla città) sempre più intensi: di persone, di merci, di servizi, di informazioni. In altri termini “le città moderne sono straordinarie agglomerazioni di flussi….. […]….basate su una mobilità senza precedenti che pare aumentare di anno in anno” (Amin e Thrift, p. 68, 2006).

Infine, un’altra possibile interpretazione concettuale collega direttamente la prossimità all’agglomerazione, questo è un passaggio cruciale scandito dalla dicotomia urbana legata alle diverse e distinte modalità di percezione del tempo e di gestione dello spazio urbano. Ma anche in questo caso il tempo (città lenta/città veloce) e lo spazio interno ed esterno alla città (mobile/immobile) sono espressione dell’evoluzione sociale ed economica delle città; in altre parole delle due forze insite in ogni sistema: essere e divenire.

Con l’intensificazione degli spostamenti, viaggi, migrazioni lo spazio urbano diventa uno spazio sempre meno vissuto e sempre più attraversato, di transito, frammentato; in questo contesto ci si può domandare se la prossimità possa perdere d’importanza sotto la spinta della mobilità e della Network Society (Castells, 1996). Una prima risposta può giungere dall’osservazione diretta dei processi di crescita urbana che

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proseguono senza perdere le loro peculiari caratteristiche di agglomerazione e di prossimità.

Inoltre, la prossimità rimane centrale per “la vita quotidiana” che caratterizza tutta la nostra specie. La comunità, cioè gli abitanti coloro che vivono quotidianamente nella città esprimono la prossimità urbana costruendo e modificando giorno dopo giorno “ The sense of place” che, secondo Michel Pacione può assumere due significati, il primo riguarda l’immagine (imageability) e dunque l’identità stessa della città; il secondo riguarda la topophilia, cioè i legami culturali interni alla città: “even in a globalising world people’s daily lives are embedded and experienced in a particular place” (M. Pacione, p. 354, 2001).

2. L’ESPANSIONE PER PROSSIMITÀ DELLE AREE URBANE .- Il XIX secolo è stato teatro di

una vera e propria esplosione urbana, alimentata dalla crescita demografica e dalla progressiva rapida diffusione dell’industrializzazione: “Men began to live in cities some

5500 years ago […] however, the proportion of the human population concentrated in cities did not begin to increase significantly until about 100 years ago” (Sjober, 1963).

McKenzie nel 1925 scriveva che, “non esiste praticamente alcun limite all’ampiezza che una comunità industriale può raggiungere. Il suo sviluppo dipende dalla capacità produttiva e dall’organizzazione di mercato delle particolari industrie dislocate entro i suoi confini” (in Amin e Thrift, pp.63-66, 2006). L’Autore, appartenente alla scuola dell’ecologia urbana di Chicago, individua, appunto nell’ottica ecologica, la comunità industriale come quella più complessa e articolata. Aggiornando ad oggi possiamo affermare che anche la “comunità urbana” rappresenta un sistema ecologico complesso e articolato, un sistema organizzato strutturalmente sulle reti: dalle reti di trasporto che convergono sulle aree urbane alla logica geoeconomica della prossimità. Il risultato è quello di creare i presupposti necessari per l’avanzata e l’intensificazione della territorializzazione urbana. Artur Soja si esprime senza mezzi termini sull’importanza vitale del concetto di territorialità: “man is a territorial animal

and territoriality affects human behaviour at all scales”, (in M. Pacione, p. 354, 2001). Storicamente la rapida crescita delle città presenta le stesse modalità della produzione capitalistica dove l’attività economica segue le regole delle economie di scala e della produzione di massa, due modalità che sul territorio urbano si presentano

nelle economie di agglomerazione da un lato e nella prossimità al mercato dall’altro. Un esempio può essere preso dall’epoca delle great cities euro-americane quelle in cui dalla combinazione di prossimità territoriale dei processi di crescita parallela dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione risultarono economicamente vincenti. Herbert e Thomas le spiegano così: “Successful industries attracted new industries, the

demand for services was multiplied, the availability of work drew in workers, the generated wealth began to find civic expression in the new ‘monuments’ of the industrial city, with its civic buildings, cultural institutions and new infrastructures of roads, rail and services”, (Herbert and Thomas, p.87, 1970).

Sebbene il processo di urbanizzazione sia costantemente in atto da secoli, gli altissimi livelli di urbanizzazione oggi riscontrabili a livello globale rappresentano un fenomeno relativamente recente. Vari autori, tra cui Beaujeu-Garnier, Lefebvre, Chabod e Pacione, hanno sottolineato come, prima della rivoluzione industriale, le dinamiche dell’urbanizzazione e della crescita urbana fossero profondamente diverse da quelle attuali. Infatti, in epoca pre-industriale, le città crescevano con relativa lentezza, dato che, in mancanza di profitti di tipo capitalistico, i redditi non erano in grado di sostenere una massiccia affluenza di manodopera proveniente dalle campagne. Le città trovavano quindi dei limiti/vincoli piuttosto rigidi, sostanzialmente fisiologici, alla crescita incontrollata. La prossimità in questo caso era delimitata e contenuta dalle mura che cingevano le città.

In tempi più recenti, il concetto di “società urbana” ha permeato e condizionato a tal punto la nostra cultura che per Lefebvre è “un fatto che si considera acquisito” visto la portata dell’estensione del tessuto urbano e la sua evidente concentrazione territoriale che hanno “fatto esplodere le città” (1973, p. 268). Partendo da queste osservazioni empirico-analitiche, Lefebvre coglie, con largo anticipo, due aspetti salienti del fenomeno urbano: la vastità e la complessità, due aspetti che rendono la corsa all’urbanizzazione una realtà globale. Un processo che dalla seconda metà del Novecento è diventato una delle principali forze trainanti della globalizzazione.

Una corsa all’urbanizzazione che prosegue a ritmi incessanti ancora oggi. Dall’esame delle dinamiche urbane per continenti (Fig. 1) possiamo osservare sia i trend di crescita pressoché continui (l’unica eccezione è rappresentata dall’Oceania), sia il forte avvicinamento - con percentuali di popolazione urbana al di sopra del 60% -

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messo in atto dall’Asia e dall’Africa. In particolare, l’America del Nord1 è una delle macroregioni mondiali fra le più urbanizzate così come l’Europa. Ma la vera e propria esplosione urbana si registra in Asia e in Africa, due continenti che partiti da percentuali di popolazione inurbata estremamente basse (infatti, nel 1950 soltanto 15 persone su 100 abitava nelle città) si sono rapidamente avvicinati alla soglia della transizione rurale-urbana.

Fig. 1 – Popolazione urbana, per macro aree geografiche (% sulla popolazione totale)

Fonte: United Nations, Department of Economic and Social Affairs, Population Division: World Urbanization Prospects, the 2011 Revision, New York, 2012.

A fianco dell’industrializzazione un altro fattore che ha influito direttamente sulla crescita delle città è stato lo sviluppo nel settore dei trasporti, così incisivo e innovativo da poter parlare di “rivoluzione dei trasporti”; in particolare delle reti ferroviarie2, di quelle stradali e più recentemente dei trasporti aerei.

(1) Negli Stati Uniti 82 residenti su 100 vivevano nelle aree urbane e in Europa 73 residenti su 100 (World Urbanization Prospects, the 2011 Revision, New York, 2012).

(2) Beaujeu-Garnier spiega come la costruzione della linea ferroviaria abbia determinato un rapido e notevole sviluppo delle città che attraversava. In proposito l’A. confronta le città

La mobilità aumenta seguendo direttrici geografiche, cioè gli assi di espansione dei nodi urbani in un processo continuo di sostituzione della distanza fisica con la distanza relativa, cioè relativa al tempo e al costo di percorrenza. In questo caso la prossimità è intesa come misura della distanza relativa tra i singoli nodi urbani presenti sul territorio alle diverse scale: locale-regionale-globale. Essa può essere adottata anche come criterio per cogliere le caratteristiche evolutive delle strutture urbane in relazione alle modalità di sviluppo delle reti di mobilità e di comunicazione.

Un esempio, può essere rappresentato dalle curve di popolamento delle città suddivise per macroregioni (Fig. 1) messe a confronto con la densità delle reti di mobilità che tiene conto delle reti stradali e ferroviarie al 2002 (Fig. 2). Emerge un legame diretto e univoco tra le due macroregioni storicamente più urbanizzate dell’Europa e del Nord America, con la densità e la lunghezza delle reti stradali e ferroviarie Una riprova e una conferma che l’urbanizzazione rappresenta un processo fortemente territorializzante e che le direttrici della territorializzazione urbana seguono le regole della prossimità spaziale tra le maggiori aree urbanizzate del mondo.

Le città sono sempre state fenomeni complessi, morfologicamente dinamici e storicamente stratificati ma da quando si è compiuta la transizione urbano-rurale, il termine e il concetto stesso di “città” ha in parte perso la sua forza esplicativa diventando un termine riduttivo per indicare la diffusione e la colonizzazione dell’ambiente da parte dei complessi e sempre più interconnessi paesaggi urbani che conquistano incessantemente con la loro caratteristica impronta urbana territori sempre più vasti3. I confini sono diventati invisibili, estesi e permeabili, con le zone di frangia, di commistione tra l’urbs e l’ager sempre più estese e pervasive. In questo contesto di diffusa urbanizzazione la prossimità ha giocato un ruolo fondamentale nell’orientare

francesi di Le Mans e di Alençon; entrambe nel 1830 avevano dimensioni ed economia simili, ma per la prima il passaggio della linea ferroviaria, dal 1853, ha significato un aumento di dimensioni tale che cento anni dopo la popolazione di Le Mans è di 145.000 abitanti, mentre quella di Alençon conta soltanto 30.380 abitanti.

(3) Amin e Thrift descrivono così l’avanzare dell’urbanizzazione: “…oggi il mondo urbano è una catena di aree metropolitane collegate fra loro da luoghi/corridoi di comunicazione..” in A. Amin e N. Thrift, La Città, Il Mulino, ed. italiana, 2005, pag. 17.

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non soltanto la direzione della crescita urbana ma anche delle sue modalità: attorno ad un vasto nodo metropolitano oppure in forma reticolare secondo il modello policentrico. Fig. 2 – Densità e lunghezza delle reti di trasporto mondiali, 2002

Fonte: www.peoplehofstra.edu

I modelli tipologici che può assumere nel tempo la forma urbana ad elevata densità-prossimità oppure ad elevata periurbanizzazione, così come la proiezione territoriale delle relazioni spaziali (reti, flussi) sono aspetti reciprocamente dipendenti che co-evolvono con tempi e modalità scandite spazialmente dai processi economici, sociali e politici. In altri termini, le funzioni e le relazioni mutano più rapidamente della forma fisica (struttura), anche perché nelle città entrano in gioco in maniera più chiara e visibile rispetto ad altre realtà territoriali due forze strutturali importanti: la massa, misurata dalla densità e dall’agglomerazione e i flussi, misurati dall’accessibilità e dalla mobilità.

Le principali trasformazioni urbane implicano anche un mutamento delle relazioni spaziali economiche sociali e culturali che si manifestano sul territorio urbano sotto forma di mutamenti nella percezione della prossimità. Questi cambiamenti possono

essere sintetizzati in tre fasi (o transizioni) ciascuno legato all’evolvere del concetto di prossimità:

1. le città come fenomeno spaziale decisamente raro, con un’area urbana segnata e racchiusa dalle mura di cinta. La prossimità in questa prima fase è essenzialmente interna al tessuto urbano, si tratta di più contiguità e di “vicinanza”.

2. dalla rivoluzione industriale in poi le città si trasformano rapidamente e incessantemente crescendo verso forme decisamente più estese. In questa seconda fase le reti di relazioni si estendono geograficamente, si complessificano socialmente e questo si riflette nella prossimità interna (vicinanza) e nella prossimità esterna (lontananza), espressione della portata della sua apertura.

3. le città crescono e si espandono rapidamente, i confini tra città e campagna si annullano sempre di più: si studiano le aree metropolitane, le città-regione, le nebulose megalopolitane (Gottmann, 1990). E osservando il processo di crescita urbana a scala globale si è parlato anche di “ecumenopolis” (Doxiadis, 1966). In quest’ultima fase la prossimità urbana assume il fondamentale ruolo di incontro tra la dimensione locale e quella globale.

Queste transizioni possono essere lette anche come l'ampliarsi delle relazioni tra la città, le sua modalità di crescita e l’evoluzione del concetto di prossimità urbana: a partire da relazioni di breve raggio con un intorno preciso e contiguo (la "sua" campagna), ad aree sempre più vaste (sistemi urbani regionali e nazionali), fino a scala planetaria (le città globali). Le reti convergono sulle città, potenziandone la prossimità interna ed esterna secondo il criterio della convergenza spazio-tempo agevolando la massima accessibilità dei nodi urbani rispetto al resto del territorio.

4. CONCLUSIONI. - Nelle città gli effetti territoriali dell’agglomerazione e della prossimità si autoalimentano reciprocamente, governati dall’essere “spatial phenomenon” legati alla distanza. Le città addensano, attraggono, producono, diffondono, collegano: fluidità interna ed esterna, movimento e sistema di interconnessioni, si formano dense reti metaboliche attorno ad esse che si autoalimentano continuamente facendo dilatare il tessuto urbano come una grande rete.

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Le città sono i luoghi dove la prossimità ne rappresenta l’essenza stessa, il carattere più saliente in virtù della contiguità spaziale e dell’agglomerazione; infatti, nelle città il concetto di prossimità può essere analizzato nelle sue multiple dimensioni: geografica, sociale, culturale, economica.

Fig. 3 – Intensità e diffusione delle reti urbane in Europa.

Fonte: www.nasa.gov

In questo contesto la prossimità geografica, gioca un ruolo decisivo nel permettere la formazione di un sistema complesso di interazioni che si regge su contrapposizioni duali: relazioni vicine/lontane, locali e globali; spazi fluidi/spazi densi; spazi aperti/chiusi; ordine/disordine; essere/divenire. Un equilibrio in continuo movimento alimentato dalle dense reti di interazione urbane che assicurano la necessaria fluidità interna ed esterna.

La prossimità favorisce la formazione di spazi duali ed è da queste relazioni contrapposte che si consolidano le relazioni di interdipendenza e che si attivano le forze del cambiamento (innovazioni). Nelle città è l’agglomerazione economica e sociale che genera prossimità e quest’ultima agisce come un facilitatore per la creatività, l’innovazione, la produzione di nuove forme e di nuove funzioni.

Le città rappresentano i nodi della convergenza spazio tempo, luoghi dove densità, prossimità e accessibilità sono espressi alla massima potenza. Il duplice vantaggio che caratterizza lo spazio urbano consiste infatti nell’interazione tra la struttura reticolare e l’agglomerazione nodale ed è su questo intreccio funzionale e sistemico che le città costruiscono economie di agglomerazione e geografie di prossimità. Questa convergenza economica e sociale fa confluire sulle città finanza, ricerca, cultura, creatività e la prossimità urbana ne favorisce e ne agevola proprio i caratteri salienti: la mutazione, lo scambio e la simbiosi.

L’idea stessa di città è inseparabile da quella di prossimità, di sistemi territoriali, complessi e, in altri termini, del concetto stesso di sviluppo territoriale.

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GERMANA CITARELLA, MONICA MAGLIO

IL VALORE DELLA PROSSIMITÀ NELLA CREATIVITÀ

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