ROMANA
1. INTRODUZIONE.– Il processo di deforestazione è stato oggetto di studio in diversi
contesti territoriali portando ad un corpus teorico in cui si rilevano forti analogie del processo nei paesi sottosviluppati e quelli industrializzati (Yang e Lo, 2003). Secondo Angelsen e Kaimowitz (1999) la distruzione forestale partirebbe dal diverso valore attribuito nel tempo alla risorsa naturale, per cui le cause immediate della deforestazione, si ravviserebbero nel livello raggiunto dalle variabili macroeconomiche e da come reagiscono le leve politiche della pianificazione territoriale (Pearce, 1996). Il risultato della trasformazione del territorio è quindi il frutto di un conflittotra i diversi usi del suolo (Alonso, 1964; Sinclair, 1967; Hardie et al., 2000). L’integrazione dei modelli sposta l’attenzione sulla frangia, luogo deputato all'espansione urbana e alla conseguente deforestazione (Yang e Lo, 2003). La frammentazione delle risorse naturali, dovute allo sviluppo delle reti infrastrutturali, ne abbassa il valore, soprattutto nell’area di 3 km lungo gli assi stradali così come rilevato da diversi studi nei paesi sottosviluppati (Liu, Iverson, Brown, 1993) dove i grandi spazi vengono colonizzati secondo le logiche del modello funzionale di Taafee (1962).
2. IL MODELLO DI TRANSIZIONE FORESTALE. – Il tasso di forestazione è un indicatore di
degrado ambientale al pari degli altri fattori inquinanti e pertanto il suo andamento nel tempo può essere analizzato secondo la teoria esposta nella relazione della curva ambientale di Kuznets, a tale proposito Mather (1992) individua per il tasso di copertura boschiva (percentuale di suolo coperto da foreste) un andamento ad U in cui superato un
periodo di forte distruzione si raggiungerebbe una quota di stabilità e successivamente la sua reintegrazione. Casi di questo genere si sono verificati in India, Korea del sud e Porto Rico (Satake e Rudel, 2007). Il verificarsi di queste situazioni farebbe propendere per accettare l’ipotesi della validità della curva ambientale di Kuznets (Stern, 1996). Secondo Grainger (1996) quando finalmente le diverse attività umane raggiungono l’occupazione dello spazio loro sufficiente, il tasso di deforestazione rallenta ma non per questo si percepisce l’esigenza di reintegrare le foreste spontaneamente. Solo grazie all’intervento da parte del pianificatore si può pensare ad un’inversione dell’andamento del tasso, che in alternativa rimarrebbe stabile. Dal momento che il modello della transizione si basa su un indicatore di sintesi territoriale è inevitabile riflettere sul problema di scala e della sua estensione geografica. Nella metodologia proposta in questo contributo ed applicata al caso di studio dell'espansione urbana nella provincia di Roma, si tende a sottolineare come un’adeguata analisi spaziale possa far emergere le tendenze latenti di un fenomeno complesso che travalica gli specifici aspetti ecologici e socio-economici.
3. METODOLOGIA. – Per verificare dove e con quale velocità si sia distrutto il tessuto
boschivo si analizza il ruolo delle infrastrutture, che fanno seguire al processo di degrado delle direzioni precise. Lo studio della concentrazione spaziale mostrerebbe la variazione areale e la distribuzione del fenomeno nella sua diversa concentrazione per cui, come mostrato da Solon (2009), è opportuno costruire una griglia di in cui vengono esaminati i gradienti di variazione per fasce e distanze dalle reti infrastrutturali. L’analisi diacronica contrappone alle medie generali e ai gradienti lungo le direttrici principali le loro evoluzioni temporali (Li, 2003).Solon (2009) indaga la capacità esplicativa della distanza dal centro e dagli assi stradali. In questo contributo si propone quindi un’analisi spaziale di tipo funzionale dove i settori non sono di eguale ampiezza ma derivano dalla divisione storica consolidata del territorio attraverso le strade consolari, rimandando a Gutry-Korycka (2005) per le applicazioni in campo urbanistico: in questo lavoro si prendono pertanto in considerazione dei settori scelti che partono dal centroide dell’area (Tayyebia et al., 2009).
Alla luce delle considerazioni sul fenomeno di deforestazione è opportuno prendere in considerazione aree che partono dal centro dell’area, aggregando partizioni
territoriali lungo le principali direttrici di traffico piuttosto che un numero di gradi omogeneo. Si è cercato quindi, di ottenere una sintesi delle metodologie delle analisi spaziali fin qui esposte introducendo un reticolo che considerasse dei settori costruiti sulle zone toponomastiche attraversate dalle vie consolari principali e al loro volta distinte per distanza dal centro in maniera da rendere minimo lo scarto tra le zone toponomastiche e i settori individuati. La prima fascia contiene tutti i Rioni, centro storico del comune, successivamente si arriva a comprendere i Quartieri e quindi i Suburbi con un estensione che arriva a coprire la superficie interna al Grande Raccordo Anulare. All’interno di questa matrice viene inserita un’ulteriore suddivisione per distanza dall’asse stradale per classi di 1 chilometro. Sono stati presi in considerazioni i principali assi stradali fino a quelle di livello provinciale.
In questa analisi è stata utilizzata la carta forestale realizzata nel 1938 dalla Milizia forestale del Regno d'Italia. La carta, a scala 1:100.000, rappresenta i principali usi del suolo forestali, con indicazioni delle curve di livello altimetriche e approssimativamente l’edificato urbano. La carta dotata dei riferimenti geografici è stata georiferita in un sistema Gauss Boaga e successivamente trasformata in Wgs84 per consentirne la sovrapposizione con le mappe prodotte nell'ambito del progetto Corine Land Cover. Una volta georiferita l’immagine si è proceduto manualmente a digitalizzare le singole parti ricatalogandole.
4. RISULTATI. – Nella provincia di Roma il confronto della carta della Milizia del 1938
con il Corine Land Cover 2006 evidenzia un decremento complessivo della superficie boschiva del 14%. Nel comune di Roma si osserva il maggiore tasso di deforestazione. L’analisi ha confermato il modello di Von Thunen con le aree forestali maggiormente concentrate nelle fasce più periferiche del reticolato preso a riferimento. Nel 1938 le aree boschive risultavano però più a ridosso della capitale, iniziando ad essere presenti in maniera consistente in quarta fascia. Nel 2006 il tessuto forestale si disperde dal centro fino alla sesta fascia dove torna ad assumere gli stessi valori di copertura che aveva nel 1938. Di qui in poi si verifica un fenomeno di transizione forestale, infatti in settima fascia si registra un incremento del 10%. Rispetto alla distanza dagli assi stradali la variazione assume un andamento polinomiale: allontanandosi dagli assi stradali, le foreste tendono ad incrementarsi, rispecchiando l’analisi di Solon (2009),
per poi decrescere nuovamente tra i 4 e 7 km, incrementandosi definitivamente nel rurale diffuso (Fig. 1).
FIG. 1 – Indice di boscosità per fascia concentrica nella provincia di Roma.
L’andamento dipende in gran parte dal livello di urbanizzazione. Considerando le variazioni per fascia di distanza dal centro e distanza dall’asse stradale si vede come il disboscamento diminuisca allontanandosi dagli assi stradali in misura maggiore in periferia rispetto il centro. Si rende necessario introdurre una differenziazione per asse viario, in grado di dare risalto alla presenza di aree verdi e alla forma urbana dispersa. Si può allora discriminare un diverso andamento del fenomeno tra la parte orientale della provincia (settori 1,2,3) dove la risorsa è completamente scomparsa, dalla parte ovest dove la riduzione è consistente ma non fino all’esaurimento delle superfici boschive. Nella parte sud-ovest (settori 7 e 8) l’andamento è opposto con un incremento consistente che va dal 87% al 341% nella zona di Castel Porziano.
L'analisi si completa con una elaborazione statistica multivariata in grado di valutare l'influenza della prossimità delle formazioni forestali alla rete viaria come possibile causa di disturbo antropico e di cambiamento di uso del suolo nel periodo compreso tra il 1938 ed il 2006. La Fig. 2 mostra come le prime due componenti principali spieghino complessivamente il 70% della varianza spiegata e rappresentino l'opposizione tra diversi assi di sviluppo dell'area romana (ad esempio, nord-ovest rispetto ad ovest e sud-ovest) caratterizzati da basso indice di boscosità (e contenuti) tassi di deforestazione e aree a medio indice di boscosità ed elevati cambiamenti nel
tempo (ad esempio, gli assi di sviluppo ad est della capitale verso i contrafforti appenninici). Il comportamento dell'indice di boscosità nelle diverse fasce concentriche (grafico dei punteggi fattoriali) mette in evidenza la peculiarità dei processi di deforestazione avvenuti nelle aree di frangia (ad esempio, 1 e 4) rispetto alle aree Appenniniche remote (8) e a quelle collinari a distanza da Roma superiore a 30 km (5, 6, 7).
FIG.2 – Analisi in componenti principali del cambiamento nell'indice di boscosità
(1938-2006) per fascia concentrica dalle infrastrutture nella provincia di Roma (in alto a sinistra: grafico degli autovalori, in basso a sinistra: grafico dei punteggi fattoriali delle zone concentriche, a destra: grafico del caricamento dei fattori sui due assi principali. I fattori sono rappresentati da otto direzioni angolari a partire da 1 equivalente al nord geografico).
4. CONCLUSIONI. –Le trasformazioni territoriali inerenti la deforestazione
lasciano segni indelebili sul territorio. In questo lavoro si è dimostrato che solo localizzando i fenomeni ambientali ad un dettaglio di scala più elevato è possibile comprendere come il miglioramento sia dovuto, in realtà, alla presenza di vincoli che
consentono al bosco di ottenere un livello di valore d’uso elevato. Il modello di Satake e Rudel (2007), interrogandosi sulle diverse elasticità del rimboschimento rispetto alla deforestazione, diviene inapplicabile, mentre occorre riflettere più approfonditamente sul ruolo dell’attore pubblico proposto nel modello di Grainger (1996). Il caso di Roma risponde a quest’ultima rappresentazione dove dal 1938, il processo di cementificazione si è arretrato solo di fronte al vincolo amministrativo.
L’utilizzo della matrice per fasce e settori ha mostrato l’evoluzione spazio- temporale del tasso di deforestazione. Nelle fasce periferiche si legge un processo di degrado entro i 5 km perché il tessuto stradale è particolarmente fitto, con la conseguenza che l'estinzione della superficie boschiva risulta completa nell’area urbana. Complesse appaiono le relazioni con il gradiente urbano-rurale suggerendo la necessità di superare i tipici modelli mono-centrici nell'analisi territoriale delle aree metropolitane.
BIBLIOGRAFIA
ALONSO W., Location and Land Use, Massachusetts, Harvard University Press, 1964.
ANGELSEN A.,KAIMOWITZ D.,“Rethinking the Causes of Deforestation: Lessons from Economic Models”, The World Bank Research Observer, 14, 1999,n. 1, pp. 73- 98.
BARBIER E.B., BURGESS J.C., “Economic Analysis of Deforestation in Mexico”,
Environment and Development Economics, 1, 1996, n. 2, pp. 203-39.
HARDIE I.,PARKS P.,GOTTLEIB P.,WEAR D.,“Responsiveness of Rural and Urban Land
Uses to Land Rent Determinants in the U.S. South”, Land Economics , 76, 2000, n. 4, pp. 659-673.
GRAINGER A.,“The Forest Transition: An Alternative Approach”, The Royal
Geographical Society, 27, 1996, n. 3, pp. 242-251.
GUTRY-KORYCKAM., Urban Sprawl. Warsaw Agglomeration case study, Warsaw, Warsaw University Press, 2005.
LIU D. S., IVERSON L. R.,BROWN L., “Rates and Patterns of Deforestation in the
Philippines: Applications of Geographic Information System Analysis”, Forest
Ecology and Management, 57, 1993, pp. 1-16.
LI L., SATO Y., ZHU H.,“Simulating spatial urban expansion based on a physical
process”, Landscape and Urban Planning, 64, 2003, pp.67–76. MATHER A., "The Forest Transition", Area30, 1992,n. 4, pp. 367-79.
PEARCE D. W.,“Global Environmental Value and the Tropical Forests: Demonstration
and Capture”, In W. L. Adamowicz, Ed., Forestry Economics and the
Environment. Wallingford, CAB International, 1996.
SATAKE A., RUDEL T. K., “Modeling the Forest Transition: Forest Scarcity and
Ecosystem Service Hypotheses”, Ecological Applications, 17, 2007, n. 7, pp. 2024-2036.
SINCLAIR R., “Von Thünen and Urban Sprawl”, Annals of the Association of American
Geographers XLVII, 1967, pp. 72–87.
SOLON J., “Spatial context of urbanization: Landscape pattern and changes between 1950 and 1990 in the Warsaw metropolitan area, Poland”, Landscape and Urban
Planning, 93, 2009, pp. 250–261.
STERN D.I., COMMON, M.S., BARBIER E.B., “Economic Growth and Environmental
Degradation: The Environmental Kuznetz Curve and Sustainable Development”,
World Development 24, 1996, n. 7, pp. 1151-60.
TAAFFE E.J.,MORRILL R.L., GOULD P.R., “Transport expansion in underdeveloped
countries: a comparative analysis”, Geographical Review,53, 1963, n. 4, pp. 503-529.
TAYYEBI A.,“An urban growth boundary model using neura networks, GIS and radial
parameterization: an application to Tehran, Iran”, Landscape and Urban
Planning,100, 2009, pp. 35-44.
YANG X., Lo L., “Modelling urban growth and landscape changes in the Atlanta
metropolitan area”, International Journal of Geographical Information Science, 17, 2003, n. 5, pp. 463-488.
Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), Via C. Balbo 16, 00184, Roma, [email protected]; [email protected]
Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura, centro per lo studio delle Relazioni Pianta-Suolo (CRA-RPS), Via della Navicella 2-4, 00184, Roma, [email protected]
RIASSUNTO. - Trasformazione del paesaggio e mutamento urbano: l'evoluzione dell'interfaccia urbano-forestale nell'area metropolitana romana –L’analisi spazio- temporale della diffusione delle risorse forestali nell'area metropolitana di Roma, attraverso l'uso di cartografie storiche e recenti a partire dal 1936, smentisce la visione ottimistica propria dell'economia dell'ambiente e mostra, nelle principali direttrici dello sviluppo diffuso della capitale, un processo irreversibile di erosione del paesaggio naturale. La variazione di superficie boschiva a livello provinciale è stata esaminata con una matrice spaziale che ne misura il cambiamento secondo un classico modello monocentrico basato sulla distanza dal centro di Roma, per fare emergere i nessi funzionali dell'espansione romana, ad alto consumo di suolo e a moderata policentricità.
SUMMARY. - Transformation and urban change: woodlands and dispersed settlements at Rome's fringe –The present paper investigates on changes in forested land in Rome province over a wide time span (1938-2006) in order to verify the above mentioned hypothesis. Spatial analysis of forest distribution in Rome indicates a progressive reduction of forested land due to urban expansion. Spatial analysis also contribute to understand the key role of infrastructure (mainly primary road network) in determining forest loss. Although important, the distance from the city centre of Rome is only one of the relevant variables impacting forest fragmentation at the regional scale. The validity of the mono-centric model in environmental and socioeconomic analyses dealing with spatially-complex cities such as Rome is finally discussed.
- 41 -
LUCA SALVATI, SOFIA BAJOCCO, LUIGI PERINI