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3. Calvino: il paradosso della letteratura

3.2. Mondi possibili e mondi impossibili nella narrativa calviniana

3.2.1. Alia ricerca della mappa impossibile

Calvino, ossessionato dall'idea della molteplicita, ricerca una tecnica narrativa che gli permetta di rendere conto della complessita dei mondi possibili, le cui variabili relazioni si ridefiniscono continuamente nel processo di significazione all'interno del sistema, in innumerevoli varianti, con il fine peraltro paradossale di riuscire a dare un significato esauriente a cio che sfugge ad ogni esaustivita.

Abbiamo gia visto che questa ricerca persegue e trova nella metafora della mappa la sua esemplificazione:

l'opera letteraria come una mappa del mondo e dello scibile, lo scrivere mosso da una spinta conoscitiva che e ora teologica e ora

speculativa ora stregonesca ora enciclopedica ora di filosofia naturale ora di osservazione trasfigurante e visionaria. 5

Come per Gadda l'"oggetto dello scrivere e il sistema di relazione tra le cose, che, attraverso una genetica combinatoria, mira a una mappa, o catalogo o enciclopedia del possibile",160 cosi, per Calvino, la funzione della letteratura, nella fase deH'industrializzazione totale e deH'automazione, e quella di rilanciare "un discorso il piu possibile inglobante e articolato, che incarni la molteplicita conoscitiva e strumentale del mondo in cui viviamo".161 La caratteristica principale di questo discorso si ritrova nel "suo espandersi orizzontale, la spinta tendenziale a render conto di tutti i modelli di rappresentazione e comunicazione". La letteratura e il romanzo devono trovare il modo di conglobare in se questo mondo rizomatico al fine di "affrontare la complessita del reale infinito rifiutandosi alle visioni semplicistiche"163 nonche "tessere insieme i diversi saperi e i diversi codici in una visione plurima, sfaccettata del mondo".164 Per riuscire a vincere la sfida al labirinto gettata dalla situazione epocale, lo scrittore ha il compito di tracciare la mappa di questo dedalo nel modo piu particolareggiato affinche, come ha sottolineato Philippe Daros, l'idea stessa di narrazione possa implicare una dimensione cartografica165 che ne esprima la ricchezza gnoseologica. Bisogna considerare pero che il processo della scrittura della mappa produce "a representation that is at the same time partial and excessive to its object and that contains at the same time many (and contradictory) possibile projects".166 In inglese il senso di questo work in progress e reso dalla parola mapping che prendiamo in prestito dalla Stoppani per indicare il processo performativo dell'operazione di mappatura che

Calvino, Una pietra sopra, 221.

Ibid., La macchina spasmodica, 247.

161 Ibid., 108.

162 Ibid., 320.

163 Ibid., 108.

164 Calvino, "Lezioni americane", 723.

165 Philippe Daros, halo Calvino (Paris: Hachette, 1994), 6.

166 Teresa Stoppani. "Mapping, the locus of the project." Angelaki. Journal of the theoretical humanities 9, no. 2 (2004): 182.

is able to contain, or rather con-dense, more: movements, events, changes, narration. Mapping offers the possibility for the partial understanding of a space and at the same time it provides the grounds for the production of other from it. Mapping is always an incomplete and insufficient description and its incompleteness remains open to

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the condensation of multiple possibilities.

Non si tratta quindi soltanto di creare uno sterminato repertorio dello scibile in tutte le sue varianti ma anche di produrre attraverso la mappa (qui intesa nella doppia accezione di mappa e mapping) un significato ulteriore che non e soltanto il rendere conto della varieta del mondo, come molti critici, tra cui Daros, hanno affermato, ma anche il creare un nuovo senso che eccede i confini cartografici e che riconfigura non solo la scrittura ma anche la concezione dello spazio. "Tracciare una

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mappa dei territori del sapere umano, verificare i confini delle nostre conoscenze"

diventa il fine ultimo di una ricerca in cui il soggetto cerca una via d'uscita da un mondo e da uno spazio ormai non piu comprensibili, come i personaggi de // conte di Montecristo. Questo racconto esemplifica la ricerca epistemologica dell'autore e di quello che egli chiama metodo: nel racconto i due personaggi principali assumono due posizioni teoriche opposte nei confronti della comprensione del mondo. La prima, quella dell'abate Faria, si rispecchia nel metodo induttivo di colui che fa l'esperienza della fortezza-mondo poiche ne attraversa i corridoi e i pertugi, e di cui ricostruira il modello, la mappa ideale, soltanto dopo aver percorso ed esplorato in tutti i suoi anfratti, il labirinto; la seconda posizione, piu teorica, e quella di Edmond Dantes che non agira ma sviluppera delle ipotesi riguardanti la fortezza-mondo (anche grazie all'aiuto degli errori di calcolo del compagno di prigionia) pensando, quindi ipotizzando soltanto, tutte le diramazioni possibili della mappa con i suoi contorni per cercarne l'uscita. Questo metodo si chiama abduzione e il suo teorico e stato Charles Peirce da noi recepito tramite Umberto Eco che ne parla in / limiti

Calvino, "II libro, i libri. in Altri discorsi di letteratura e societa." in Saggi 1945-1985/Calvino. A cura di Marco Barenghi (Milano: Mondadori, 1995), 1851.

dell'interpretazione169 in maniera dettagliata e in maniera pratica e piu semplificata, se cosi possiamo dire, ne // nome della rosa,170 un altro best seller italiano uscito quasi in contemporanea con l'ultimo romanzo di Calvino negli anni '80 con cui condivide numerose preoccupazioni teoriche (tra cui per esempio la concezione del labirinto). Eco semplifica e riassume cosi i tre metodi (aggiungendo quello deduttivo) facendo spiegare al suo protagonista, frate Guglielmo, il piu moderno frate medievale degli ultimi anni, die cosa significa risolvere un mistero:

risolvere un mistero non e la stessa cosa che dedurre da principi primi.

E non equivale neppure a raccogliere tanti dati particolari per poi inferirne una legge generale. Significa piuttosto trovarsi di fronte a uno, o due, o tre dati particolari che apparentemente non hanno nulla in comune, e cercare di immaginare se possano essere tanti casi di una legge generale che non conosci ancora e che forse non e stata mai enunciata. (...) Di fronte ad alcuni fatti inspiegabili tu devi provare a immaginare molte leggi generali, di cui non vedi ancora la connessione coi fatti di cui ti occupi: e di colpo, nella connessione improwisa di un risultato, un caso e una legge, ti si profila un ragionamento che ti pare piu convincente degli altri. Provi ad applicarlo a tutti i casi simili, a usarlo per trarne previsioni, e scopri che avevi indovinato. Ma sino alia fine non saprai mai quali predicati introdurre nel tuo ragionamento e quali lasciar cadere. E cosi ora faccio io. Allineo tanti elementi sconnessi efingo delle ipotesi.

Nel primo metodo, quello dello scoprire una verita generale da principi primi, abbiamo la deduzione, nel secondo, dopo aver raccolto tanti dati particolari arrivare a una conclusione generale, l'induzione, e nel terzo, owero nel ragionamento e nell'elaborazione di congetture e di teorie intorno a un fatto, Pabduzione.172 Dantes

Eco, / limiti dell 'interpretazione a cui rimandiamo per una descrizione piu precisa delle varianti del ragionamento abduttivo nella sezione Corna, zoccoli e scarpe: tre tipi di abduzione e che egli esemplifica nel metodo adottato dall'indagine del detective. Inoltre questa sezione e ripresa quasi totalmente nella citazione che riportiamo e che abbiamo tagliato per ragioni di spazio.

170 Eco, // nome della rosa (Milano: Bompiani, 1980).

171 Ibid., 307-308. II corsivo e nostra per sottolineare 1'importanza ancora una volta del fingere inteso nel suo senso piu creativo e alia base del processo di invenzione della finzione stessa di cui abbiamo parlato nel secondo capitolo.

172 Charles Peirce, Collected papers. (Cambridge: Harvard University Press, 1998). Peirce stesso, semplificando la questione aveva dichiarato "abduction is after all nothing but guessing", (vol. 7, 219).

ipotizza la mappa ideale della fortezza, Faria ne cerca quella reale, ma solo nel momento in cui combaceranno, allora, forse, sara possibile trovare una via di fuga.

Ma su questa parte ritorneremo in seguito.

II tentativo di creazione di una mappa immaginaria che funga da modello per la comprensione del mondo si ritrova anche nel racconto 77 modello del modelli presente in Palomar. In questo brano Palomar, il protagonista, esamina la propria posizione al fine di "affrontare i piu aggrovigliati problemi umani". In prima istanza, egli desidera costruire un modello attraverso lo stesso procedimento usato dai personaggi del Conte: alia teorizzazione deve seguire la verifica nel mondo reale, la quale condurra inevitabilmente all'aggiustamento necessario della teorizzazione stessa. Palomar pero si accorge ben presto che questa prima regola non trova la sua corrispondenza nella realta poiche la realta e in se troppo complessa per poter essere racchiusa in una regola sola. Per questa ragione "gli ci voleva una gran varieta di modelli, magari trasformabili l'uno nell'altro secondo un procedimento combinatorio per trovare quello che calzasse meglio su una realta che a sua volta era sempre fatta di tante realta diverse, nel tempo e nello spazio".174 La poetica di Calvino-Palomar tenta di adeguarsi alle forme della molteplicita possibile, ma l'abisso tra la realta e i principi che se ne possono dedurre e troppo grande perche proliferanti continuamente come un rizoma che si moltiplica a dismisura, creando sempre nuovi rapporti e nuove relazioni. Per queste ragioni il soggetto, resosi conto della propria impotenza a generare modelli che siano validi e, anche qualora lo siano, che lo restino, preferira "tenere le proprie convinzioni alio stato fluido, verificarle caso per

17S

caso". Questa fluidita e Tunica soluzione possibile e sposta il discorso teorico dall'unicita alia molteplicita. Per Deleuze e Guattari "les multiplicites sont rhizomatiques, et denoncent les pseudo-multiplicites arborescentes. Pas d'unite qui

Calvino, Palomar (Milano: Mondadori, 1994), 107.

Ibid., 107.

Ibid., 110.

serve de pivot dans l'objet, ni qui se divise dans le sujet."176 Vedremo che questa molteplicita e il flusso modificheranno anche la nozione di identita presente nella letteratura migrante nel capitolo su Gangbo.

Come per Palomar, cosi per lo scrittore, l'atto di cartografare il dedalo-mondo deve adeguarsi e riaggiustarsi continuamente al fluire della mappa impossibile. II concetto di scrittura della mappa calviniana assomiglia a quello deleuziano dove la mappa "est ouverte, elle est connectable dans toutes ses dimensions, demontable, renversable, susceptible de recevoir constamment des modifications".177 La mappa calviniana non e soltanto ricerca e catalogazione del significato del mondo ma e anche instabile, in continua modificazione, contenente tutti i possibili, i propri rovesci, ed e paradossalmente infinita. La scrittura si dirige ed evolve verso questo duplice obiettivo: da una parte riuscire a comprendere in se la molteplicita dell'immaginazione all'interno della quale convivono i paradossi, dall'altra restare a questo stato fluido, l'unico che gli permetta di crescere al ritmo della mappa stessa. Calvino lavorera tenendo presente questa idea e avrebbe potuto far sua Paffermazione deleuziana che "(l'ecriture) comme mesure d'autre chose.

Ecrire n'a rien a voir avec signifier, mais avec arpenter, cartographier, meme des contrees a venir."178 Le contrade a venire di questa cartina troveranno la loro impossibile mappatura in quello che secondo noi e il piu ambiguo romanzo calviniano, Le citta invisibili. All'analisi dei testi affiancheremo anche l'esame di alcune stampe di un disegnatore molto amato da Calvino, Mauritius Cornelius Escher,179 artista che ha realizzato nelle proprie opere numerosi mondi possibili impossibili. Avremo modo di notare che le tecniche, narrativa per l'uno e figurativa per l'altro, adottate dai due autori, sebbene con l'ausilio di medium completamente

Deleuze e Guattari, Mille plateaux, 14.

177 Ibid., 20.

178 Ibid., 11.

179 Calvino infatti scegliera proprio una litografia di Escher per la copertina delle Cosmicomiche in edizione Einaudi.

diversi, si assomigliano in maniera affascinante e che la loro analisi permette di gettare una luce nuova sulle opere di ambedue gli autori.