4. Vecchioni: il paradosso del tempo immobile
4.1. L'universo finzionale della letteratura e della canzone
4.1.1. Mondi possibili: dalla canzone alia letteratura
4.1.1.2. Racconto e canzone
Se invece confrontiamo i due testi 77 cielo capovolto (L 'ultimo canto di Saffo) e l'ultima parte del brano Le partenze, possiamo notare ancora una volta le differenze fra la forma tesruale della canzone e quella del brano in prosa.
In primo luogo, anche in questo caso, l'mterferenza letteraria e duplice: nel titolo della canzone tra parentesi l'autore cita il titolo della poesia L 'ultimo canto di Saffo, scritta da Giacomo Leopardi nel 1822, in cui viene rappresentata la poetessa greca che, dopo essere stata respinta dal giovane Faone, decide di gettarsi dalla rupe di Leucade. Questo dettaglio aggiunge un livello di fruibilita al testo: infarti, soltanto l'ascoltatore che leggera il libretto con le parole potra cogliere l'allusione alia poesia del poeta di Recanati poiche, nel testo cantato, non viene fatta allusione specifica alia poesia leopardiana ne Saffo viene mai individuata in maniera precisa.
Altro riferimento intertestuale, anche questo letterario, e la coincidenza di temi fra la canzone e il testo in prosa di Vecchioni e alcune poesie saffiche, in modo
Aldo Giudice e Giovanni Bruni, Problemi e scrittori della letteratura italiana (Torino: Paravia, 1988). Giacomo Leopardi, L 'ultimo canto di Saffo, I canti, 390-394.
particolare i frammenti dedicati ad Anattoria.302 L'autore gioca su un triplice piano narrativo che si svela ancora una volta soltanto agli ascoltatori che leggeranno il libretto con le parole, i quali riconosceranno la trasposizione dei versi della poetessa greca.
Per tornare ai due brani, in entrambi viene espresso il distacco subito da Saffo nel momento della partenza della giovane Anattoria dal tiaso a causa di un uomo che rompe l'idillio e di cui non viene speciflcato il ruolo. Egli viene paragonato, in entrambi i testi, al mare. Nel testo in prosa si trova la spiegazione del titolo della canzone nonche dell'intero album. Osserviamo il primo e l'ultimo ritornello della canzone:
Gli uomini son come il mare:
l'azzurro capovolto che riflette il cielo;
sognano di navigare, ma non e vera.
(...)
gli uomini, continua attesa, e disperata rabbia
di copiare il cielo;
AA.W., Lirici greci, A cura di Francesco Sisti, trad. Francesco Sisti (Milano: Vallardi, 1995). 41-51. In particolare la lirica : Simile a un dio mi sembra quell'uomo/che siede davanti a te, e da vicino/ti ascolta mentre tu parli con dolcezza/e con incanto sorridi. E questo/ fa sobbalzare il mio cuore nel petto./(...)
rompere qualunque cosa, se non e loro!
Nel racconto invece il ruolo degli uomini viene descritto con ampie frasi e il motivo del cielo capovolto viene esplicitato direttamente:
Gli uomini vanno per mare perche sono come il mare, tempesta e passione, onda incerta, dubbiosa: incerta pure la meta, e mai l'ultima.
Gli uomini sono quella rabbia senza fine di coprire tutto, di insinuarsi ovunque, come il mare, al falso, dolce carezzare di spuma, quando il vento del cuore, a tratti, si placa; e del mare hanno l'inconsistenza, il lungo canto illusorio e la violenza di tamburo battuto, fino al sacrificio.
E non hanno colore, come il mare. Perche il mare altro non e che il riflesso del cielo, e un cielo capovolto: e in questo cielo attraversano al contrario la verita e la vita. E meno bastano a se stessi, piu devono avere cose: ricchezze, imperi, schiavi, potere. Di nessun altro deve essere cio che non e loro: rompono, distruggono, annientano quel che non possono avere.
E il cielo. Forse il cielo siamo noi. Noi non riflettiamo la luce, prendendo altrove colore, noi siamo colore. Noi muoviamo burrasche livide e impercorribili: siamo brevi temporali o nere confessate agonie; ma di piu, molto di piu, tenero, sconfinato azzurro e canto di culla, di lavoro e poesia.303
II primo motivo, soltanto accennato nel ritornello della canzone, viene ripreso ed ampliato lungo due paragrafi nel testo narrativo, il che mette in evidenza la necessaria concisione e la simbolicita del testo per musica. Entrambi i ritornelli mettono l'accento sulla parola "uomini" che apre le strofe e il paragrafo in netta contrapposizione con la frase interrogativa che invece apre le due strofe successive della canzone che invece hanno una funzione narrativa:
Che ne sara di me e di te,
Vecchioni, Viaggi del tempo immobile, 117'.
che ne sara di noi?
I due universi, quello maschile e quello femminile si contrappongono nella canzone grazie a un movimento di inclusione per quello femminile, del pronome personale noi, somma del me e del te del verso precedente, mentre quello maschile ne viene escluso, anzi viene connotate negativamente dall'uso di due verbi, riflettere (qui inteso nel senso di riprodurre) e copiare (il cielo), seguiti dall'intuizione di una menzogna, della disperata rabbia e del verbo rompere, connotati semanticamente in maniera negativa.
La canzone permette soltanto di tratteggiare in pochi abili versi lo stato d'animo della protagonista che, nel racconto, viene articolato attraverso la successione delle descrizioni nei vari paragrafi di cui tre dedicati agli uomini, al mare e al cielo, quest'ultimo incentrato sull'universo femminile.304 II contrasto tematico tra l'esclusione e l'inclusione dei due universi narrativi trova il proprio sfogo nella frase finale di Saffo nel racconto che dichiara: "non te ne vai tu sola, ma il mondo che abitavamo insonni come gli dei. Non perdo Anattoria, perdo l'universo che eravamo. (...) -Ti amo- sussurro Saffo camminando aH'indietro".305
L'ultima azione di Saffo, il camminare all'indietro mentre sussura la dichiarazione d'amore, presuppone un movimento di ritorno nel passato dei ricordi, dei momenti felici vissuti vicino all'essere amato. Parallelamente, il paradosso espresso aH'apertura del brano nell'affermazione "e di chi resta Tunica partenza"306
trova il proprio corrispettivo rovesciato in questo movimento al contrario. II ritorno all'indietro di Saffo nel tempo dei ricordi scioglie il paradosso della frase d'inizio.
Da un lato, quindi, la narrazione all'interno del frammento dedicate a Saffo nel brano Lepartenze viene chiusa con un paradosso simile a quella che l'aveva iniziata, daH'altro, viene fatto esplicito riferimento al personaggio che ha aperto la narrazione
304 Si potrebbe criticare la scelta dei ruoli fatta da Vecchioni, ma la rimandiamo ad altra sede.
305 Vecchioni, Viaggi del tempo immobile, 119.
306 Ibid., 117.
dei Viaggi, Alessandro Magno, il quale si trova obbligato a rivivere la propria vita all'incontrario, quasi a camminare all'indietro come Saffo. II mondo finzionale della letteratura ha, rispetto a quello della canzone, la possibility non solo di esprimere il paradosso, operazione che anche la canzone pud effettuare come si e visto con Le lettere d'amore, ma di comunicarlo sfruttando i diversi livelli narrativi all'interno di una narrazione molto piu articolata in cui i rimandi e i richiami possano cambiare la struttura globale del testo stesso.