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3. Calvino: il paradosso della letteratura

3.1. La letteratura, mappa del mondo

Italo Calvino rappresenta l'autore da cui sembra impossibile prescindere per parlare di narrativa italiana contemporanea. L'influenza che egli ha avuto, sia dal punto di vista letterario, sia da quello filosofico, critico e giornalistico, e facilmente osservabile da chiunque si appresti a fare anche una semplice ricerca bibliografica sull'autore. E evidente che nel proliferare degli studi c'e una certa difficolta nel poter aggiungere un contributo critico originale sulla sua opera. Coscienti del rischio, tenendo presente che questo non vuole essere uno studio completo sull'opera calviniana ma soltanto un intervento interpretativo interdisciplinare, cominceremo con l'analizzare 1'importanza della letteratura e del fare letteratura per l'autore.

In primo luogo vorremmo sottolineare lo stile particolare delle opere calviniane, le cui capacita narrative hanno rinnovato il panorama letterario italiano.

Con Calvino si e inaugurate, in Italia, un modo diverso di fare letteratura, meno provinciale e piu aperto agli enjeux del mondo contemporaneo verso cui la sensibilita dell'autore si e sempre mostrata particolarmente ricettiva. Ci sembra inoltre che l'eredita lasciata dallo scrittore non sia soltanto specificatamente letteraria, bensi anche umana e filosofica. Le sue riflessioni, raccolte in Una pietra sopra e Collezione di sabbia139 sono ancora oggi di grande attualita per chi voglia

Calvino, Collezione di sabbia, in Saggi 1945-1985/Calvino. A cura di Marco Barenghi (Milano:

Mondadori, 1995).

interessarsi ai rapporti che intercorrono tra il mondo contemporaneo e la letteratura nonche sulla funzione del romanzo.

Per Calvino, la letteratura apporta un contributo alia conoscenza del mondo attraverso uno strumento indispensabile: il romanzo contemporaneo che egli ha definito nelle Lezioni americane come

enciclopedia,140 come metodo di conoscenza, e, sopratrutto, come rete di connessione tra i fatti, tra le persone, tra le cose del mondo (...) Quella che prende forma nei grandi romanzi del XX secolo e l'idea di un'enciclopedia aperta, aggettivo che certamente contraddice il sostantivo enciclopedia, nato etimologicamente dalla pretesa di esaurire la conoscenza del mondo richiudendola in un circolo. Oggi non e piu pensabile una totalita che non sia potenziale, congetturale,

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plunma.

La forma romanzo deve, per Calvino, contenere il germe della potenzialita e della pluralita, al fine di racchiudere, attraverso tutte le sue varianti, ovvero attraverso la combinazione delle storie narrate, la molteplicita del mondo. II romanzo contemporaneo non e piu concepito dal nostra autore come una totalita dalla forma stabile in grado di rappresentare pari pari il mondo, erede della tradizione verista ormai in disuso, quanto piuttosto, come uno strumento in continua modificazione che

"evolve come una variability discorsiva e una variazione di segni impegnati nella produzione espressiva di significato"142 e che si inserisce nella scia, seppure ormai evoluta, della linea narrativa di Pirandello e Svevo, i due autori che all'inizio del Novecento hanno problematizzato "la funzione di destabilizzazione del codice narrativo".143

Enciclopedia deriva dal greco EVKUKA-IOV JtaiSeia, owero l'istruzione che abbraccia tutto il ciclo del sapere.

141 Calvino, "Lezioni americane," in Saggi 1945-1985/Calvino. A cura di Marco Barenghi (Milano:

Mondadori, 1995), 717. II corsivo e presente nel testo.

Krysinski, // romanzo e la modernita, 153.

143 Ibid., 39.

Per Calvino il romanzo non rappresenta altro che il tentativo, forse impossibile, da parte dello scrittore, di riconoscere la complessita di cio che e chiamato mondo e di esperirlo attraverso il linguaggio. Poiche e con i limiti del linguaggio stesso che egli dovra combattere, lo scrittore decide di potenziare la vocazione enciclopedica del romanzo, affinche esso si trasformi in un metodo di conoscenza che apporti un contributo e rimetta in discussione l'intero sistema gnoseologico144 che ormai, come la forma romanzo a cui si accennava prima, non e piu chiuso e stabile, ma aperto e situato in un flusso continuo che lo modifica continuamente. II romanzo diventa simile al filo deH'orizzonte gadameriano che si muove mentre noi ci muoviamo, la cui molteplicita intrinseca si trova a rendere conto delle complesse relazioni fra i suoi elementi e delle relazioni fra ogni elemento e il mondo. Calvino e uno degli autori italiani post-gaddiani145 che ha intuito lucidamente che "i metodi (...) per stabilire un posto per ogni cosa (...) hanno patito troppe crepe e troppe falle per pretendere di tenere ancora tutto insieme come se niente fosse";146 per reagire all'affanno e all'accelerazione del mondo contemporaneo che si sviluppa troppo rapidamente per riuscire a stargli dietro, lo scrittore tenta di rendere conto della complessita del mondo con i mezzi a sua disposizione. Egli sperimenta nuove forme che sottendono alia molteplicita della scrittura stessa, affinche essa possa racchiudere il catalogo infinito delle forme e delle storie. Da una parte, fa nascere il desiderio di Calvino di rendere conto della molteplicita del mondo, caratteristica quasi programmatica della sua scrittura, e, dall'altra, l'intenzione di creare una mappa non solo della complessita del reale ma anche quella del possibile, delle relazioni attraverso le quali il mondo o i mondi

144 Analogamente anche Umberto Eco ha affrontato riflessioni simili sull'organizzazione enciclopedica del sapere che e "l'unico mezzo con cui noi possiamo rendere ragione (...) del funzionamento della vita di una cultura come sistema di sistemi semiotici interconnessi" Eco,

"L'antiporfirio", 74, che "sottomette le leggi della significazione alia determinazione continua del contesto e delle circostanze (...) di esso non si damai rappresentazione definitiva e chiusa",75.

145 Krysinski, // romanzo e la modernita, 40: "si vede in Gadda come l'accento della problematizzazione si sposti dalla prospettiva frammentaria alia frase (...) ci accorgeremo che ogni frase comunica qualcosa di piu della semplice informazione narrativa. II discorso di Gadda e gestito da un monadismo aggrovigliato".

146 Calvino, Una pietra sopra, 319.

esistono, in cui l'inesplorato acquista diritto di cittadinanza, e dei territori in cui la letteratura pud addentrarsi e creare nuovi spazi conoscitivi. II romanzo allora assomiglia alia mappa dell'impero del Kan che deve racchiudere in se tutto cio che e attuale rispetto all'impero ma anche le sue infinite potenzialita. Essa, per riprendere una definizione di Deleuze e Guattari "est tout entiere tournee vers une experimentation en prise sur le reel. (...) Elle concourt a la connexion des champs."147

Nelle Lezioni americane, in cui esprime la propria visione pulviscolare della letteratura, Calvino ribadisce il ruolo che essa assume nella nostra epoca, owero come "sia venuta facendosi carico di questa antica ambizione di rappresentare la molteplicita delle relazioni, in atto e potenziali", affascinato dalla possibile attuazione di questa rete dei possibili.149 Al fine di rappresentare le relazioni possibili che scaturiscono dalla frammentazione degli elementi del mondo, l'autore ha l'ambizione paradossale di fissare il divenire in una mappa conoscitiva che si ridefinisce continuamente e nel cui spazio non si accosti solo cio che e reale ma anche cio che e possibile e soprattutto cio che e incompossibile, per riprendere la definizione di Leibinz, accettando quindi le contraddizioni presenti nel suo interne In questo senso Calvino non si impone soltanto di narrare delle infinite possibility combinatorie del mondo, ma desidera parlare anche delle sue contraddizioni e dei suoi cortocircuiti. Accogliere nella scrittura le contraddizioni diventa il modo per lo scrittore di conciliare non soltanto l'incompossibilita degli elementi ma di forzare la capacita di accoglienza per temi e per forme della letteratura stessa.

In Dall'opaco, un racconto della raccolta Sulla strada di San Giovanni, Calvino tenta di definire la propria posizione:

Gilles Deleuze e Felix Guattari, Mille plateaux (Paris: Les Editions de Minuit, 1980), 12.

Calvino, "Lezioni americane", 722.

Ibid., 729.

'D'int'ubago', dal fondo dell'opaco io scrivo, ricostraendo la mappa di un aprico che e solo un'inverificabile assioma per i calcoli della memoria, il luogo geometrico dell'io, di un me stesso di cui il me stesso ha bisogno per sapersi me stesso, l'io che serve solo perche il mondo riceva continuamente notizie dell'esistenza del mondo, un congegno di cui il mondo dispone per sapere se c'e. 50

L'autore ripensa la letteratura e il suo divenire come un processo che possa riconciliare l'impossibile attraverso la scrittura, la quale si fa carico di (meta)narrare le contraddizioni insite nella propria struttura. In questo breve racconto Calvino vorrebbe delimitare la posizione in cui si trova il soggetto scrivente, ma per farlo non puo piu ricorrere a una posizione certa bensi testimonia della frammentazione dello spazio e del tempo, nonche del suo stesso io. Calvino nel racconto scardina lo spazio euclideo con le sue tre dimensioni: "sulle tre dimensioni che a starci in mezzo diventano sei".151 I punti cardinali tradizionali non gli sono piu di nessun aiuto perche sono diventati relativi rispetto al punto di vista assunto da colui che e dentro al mondo poiche quest'ultimo cresce a dismisura: "e chiaro che per descrivere la forma del mondo la prima cosa e fissare in quale posizione mi trovo, non dico il posto ma il modo in cui mi trovo orientato".152 Egli afferma: "parlo di un mondo dove tutto si vede e non si vede al medesimo tempo (...) il mio sguardo e frantumato",153 un mondo incompossibile in cui la letteratura assume la funzione di uno spazio conoscitivo dell'(ini)possibile di cui esiste sempre un'eventuale immagine speculare, la quale non e solo il riflesso del mondo, bensi anche il rovescio di esso, operando performativamente attraverso lo scardinamento del linguaggio.

Calvino afferma che

potrei definire l'ubago come annuncio che il mondo che sto descrivendo ha un rovescio, una possibilita di trovarmi diversamente

150 Calvino, La strada di San Giovanni (Milano: Mondadori, 1995), 110.

151 Ibid., 100.

152 Ibid., 99.

153 Ibid., 103.

disposto e orientato, in un diverso rapporto col corso del sole e le dimensioni dello spazio infinito, segno che il mondo presuppone un resto del mondo (...) un mondo che si prolunga nell'opaco.154

II gioco messo in atto dalla letteratura, come ha spiegato Armando Gnisci,

"non consiste neH'allucinante infinita dei rimandi speculari ma, al contrario, e quello spazio libera, attraversato da mille domande, dall'indecisione, dallo spaesamento e dallo stupore che sta al centra mobile della pluralita".155 Gnisci inoltre aggiunge:

il rovescio e la molteplicita e la molteplicita insieme al rovescio forma la consistenza che la letteratura propone del mondo, dal suo molteplice rovescio. (...) Narrare e dare consistenza alia conoscenza rovesciandola e ordinandola in un'awentura del linguaggio. La narrazione serve a sapere di piu del mondo perche parla del molteplice rovescio della nostra identita, di quell'identita che abbiamo imposto a noi stessi e alle cose.156

Calvino e continuamente alia ricerca nella sua scrittura di una sintesi ormai impossibile per cui, per trovarvi una soluzione, rincorre i mille rivoli del mondo, procedendo ad una delicata operazione di analisi, di montaggio e di smontaggio narrativi. Alberto Asor Rosa ha colto questa insostenibile tensione calviniana proponendo una lettura della sua opera come una continua ricerca di un modello interpretativo ed epistemologico. Poiche risulta difficile poter tenere insieme i fili di questa molteplicita, l'autore si trova obbligato a moltiplicare i piani narrativi: "la messa in opera narrativa di questa duplicita-molteplicita ontologica si presenta al limite come una perpetua circolarita (o come un costante rovesciamento). (...) Ogni cosa ha il suo contrario. Ogni cosa ne genera un'altra che nega la precedente. In ogni cosa c'e tutto. Ogni cosa pud essere niente".157 Se ogni mondo rischia di rispecchiarsi nel suo rovescio, Calvino non fa altro che dimostrare che niente e fisso, immutabile, bensi tutto e soggetto al cambiamento e al ricollocamento. "Ora so che il

154 Ibid., 108.

155 Gnisci, "In cerca di (della) consistenza," in Piccole finzioni con importanza, a cura di Nathalie Roelens e Inge Lanslots (Ravenna: Longo, 1993), 20

156 Ibid., 21.

157 Alberto Asor Rosa, Stile Calvino (Torino: Einaudi, 2001), L'insopprimibile duplicita dell'essere, 47-48. II corsivo e presente nel testo.

mondo che esiste e l'opaco e l'aprico ne e solo il rovescio, l'aprico che opacamente si sforza di moltiplicare se stesso ma moltiplica solo il rovescio del proprio rovescio".158 II rovescio consiste nel voler com-prendere la molteplicita del mondo contemporaneo fino ad includere il suo stesso contrario. Per poterlo fare, Calvino scegliera da una parte la dinamica combinatoria, a mosaico, in cui far entrare tutti i mondi possibili, e daH'altra da essi si muovera alia ricerca del rovescio, dell'incompossibile dei mondi impossibili che si trasformano in un utile metodo di indagine cognitiva.

3.2. Mondi possibili e mondi impossibili nella