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Altri movimenti: il turismo di massa e l’occupazione de

Il turismo di massa rappresenta un’importante occasione di incon- tro tra persone residenti in paesi differenti. In generale, è da considerasi un’esperienza educativa, in quanto il contatto con luoghi e culture diverse genera apprendimenti sui costumi, modi di vita, innovazioni prodotte ecc. Attualmente un’importanza fondamentale riveste il cosiddetto “turismo di massa”, cioè lo spostamento per brevi periodi e per intenti ricreativi di persone, in particolare da paesi industrialmente sviluppati verso quelli me- no sviluppati; fenomeno, questo, che si è notevolmente sviluppato negli ultimi decenni, favorito dalla diminuzione dei costi dei trasporti a lungo raggio e dalla maggiore disponibilità economica di alcuni settori della po-

polazione.181

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193 Fino al secondo dopoguerra il turismo era stato un fenomeno pre- valentemente elitario, appannaggio delle classi aristocratiche e borghesi. Solo nel periodo tra le due guerre esso si allargò alle classi medie. Nel corso del secondo dopoguerra con il coinvolgimento di tutti i ceti sociali nella pratica delle vacanze, le società occidentali conobbero lo sviluppo del turismo di massa e quindi la partecipazione di un numero elevato di individui al turismo, in contrasto con la partecipazione limitata dei decenni precedenti.

Infatti, dagli anni Cinquanta in poi, con esclusione degli Stati Uniti dove il fenomeno era già avvenuto negli anni Venti, si verificò nei paesi occidentali una vera e propria esplosione dei consumi turistici con conse-

guenze economiche, sociali, territoriali di notevole portata182. I fattori che

hanno determinato tale crescita sono molteplici. Innanzitutto bisogna sot- tolineare il clima politico ed economico internazionale assai favorevole; nel secondo dopoguerra fra gli stati europei venne organizzata una forma di convivenza , che permise una generale stabilità internazionale: le guerre che pure scoppiarono in varie parti del mondo restarono sempre confinate in una dimensione locale. Inoltre in questi anni, i livelli di crescita econo- mica dei maggiori paesi industrializzati, Stati Uniti, Europa e Giappone, aumentarono in misura tale da far parlare di periodo d’oro per l’economia o boom economico. Altro fattore determinante per lo sviluppo del feno- meno fu la definitiva conquista del tempo libero. In effetti il processo che

182 Corvo P., I mondi nella valigia. Introduzione alla sociologia del turismo, Milano, Vita e Pen-

194 ha portato al turismo di massa potrebbe essere descritto come una lenta conquista del diritto al tempo libero da parte del ceto medio prima e della classe operaia poi183.

La diffusione dello stile di vita urbano in Occidente, collegato alla crescita industriale del dopoguerra e le trasformazioni del settore dei tra- sporti che fu stimolata dalla crescente domanda di spostamenti, furono importanti fattori dell’espansione del turismo di massa.

Il contatto tra persone di paesi diversi genera apprendimenti reci- proci, ed è da considerarsi a tutti gli effetti un’esperienza educativa, sia per chi vi è direttamente coinvolto, sia per gli effetti dovuti alla narrazione diffusa di tale esperienza da chi l’ha vissuta direttamente ad altri, e lo è sia per i “turisti” provenienti dalle zone più sviluppate del mondo, sia per gli abitanti dei meno sviluppati paesi “ospitanti”. Per le persone dei paesi ospitanti , gli apprendimenti non derivano solo dalla generica conoscenza per contratto diretto di culture , usi e costumi dei quali i turisti sono porta- tori ed espressione, ma derivano anche dal confronto che si stabilisce tra i propri valori, atteggiamenti e comportamenti e quelli prevalenti praticati nelle zone di provenienze dei turisti. Per esempio, apprendimenti che pos- sono derivare dalla diversità dei ruoli connessi all’appartenenza di genere,

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Già dopo la prima guerra mondiale , molti paesi adottarono una legislazione che rendeva obbligatorie le ferie per certe categorie di salariati. Nel secondo dopoguerra tale diritto venne generalizzato e se ne aumentò progressivamente la durata. Decisivo fu l’operare dei sindacati che molto si impegnarono anche per la riduzione dell’orario di lavoro e per l’aumento delle remunerazioni. Da questo momento in poi si pose nella società il problema del tempo libero e della sua utilizzazione e organizzazione. Una parte di questo tempo fu dedicata al consumo dei servizi turistici.

195 dal differente grado di libertà individuale ecc. l’apprendimento non ri- guarda solo le persone dei paesi ospitanti, ma anche i turisti stessi, poiché genera in alcuni una profonda conoscenza di culture differenti, per altri semplificazione nell’analisi delle diversità ambientali e culturali.

In sintesi, si potrebbe affermare che alcuni rilevanti aspetti di tale tipo di turismo costituiscono importanti esperienze “globali” di educazione informale, poiché favoriscono un incontro tra paesi “ricchi” e paesi “pove- ri” in cui si verifica l’esportazione/importazione asimmetrica, a svantaggio di quelli poveri, di modelli e stili di vita.

Altri fenomeni che generano rapporti tra popolazioni delle diverse parti della Terra, e che possono avere esiti, anche rilevanti, dal punto di vista dell’ apprendimento, per esempio gli insediamenti economici e le oc- cupazioni militari, fenomeni variegati e contraddittori e, alcune volte, an- che temporalmente coincidenti. Questo tipo di insediamenti, presenta mol- teplici aspetti di carattere culturale ed educativo: si tratta di un rapporto asimmetrico: l’importazione di apprendimenti da parte dei paesi dove sono localizzati gli insediamenti economici è sicuramente superiore all’esportazione, e sono apprendimenti che si affiancano o sostituiscono quelli preesistenti, alcune volte armonicamente, ma il più delle volte con contraddizioni e conflitti. In particolare, ciò che è appreso riguarda le tec- niche di produzione, l’organizzazione del lavoro, la gestione dell’autorità all’interno e all’esterno dei luoghi produttivi, il senso dell’attività profes- sionale nell’esistenza degli individui e dei gruppi sociali, oltre naturalmen-

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te all’importazione dei modelli e stili di vita “occidentali” e, in molti casi, la conferma dell’idea della supremazia della scienza e della tecnica di de- rivazione occidentale rispetto a modalità locali, più o meno radicate, di conoscere, trasformare e produrre. Lo stesso dicasi per le occupazioni mi- litari da parte dei paesi occidentali, in particolare per quelle che cercano, oltre che di sconfiggere militarmente un nemico ritenuto pericoloso per i propri interessi, anche di imporre/proporre intenzionalmente obiettivi di apprendimento “progressisti” che spaziano dal ruolo delle donne nella so- cietà alle forme di partecipazione al governo della cosa pubblica, dagli stili di consumo ai modi di produzione.