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I processi migratori

I processi migratori e la conseguente necessità di trovare nuove forme di convivenza, destinati tra l’altro ad accrescersi perché legati a pro- fondi sommovimenti che attraversano, scompongono e ricompongono po-

poli, culture e Stati, hanno importanti conseguenze educative177.

Le migrazioni non sono un fenomeno sociale riservato ai nostri giorni. Sono piuttosto una pratica che ha storicamente animato il processo evolutivo della società umana: il movimento di popolazioni da un luogo ad un altro è un fenomeno riscontrabile in tutte le epoche storiche. Se è vero che il migrare ha da sempre caratterizzato la storia dell’uomo, i processi

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186 migratori si sono profondamente modificati nel tempo e vanno dunque contestualizzati all’interno della situazione socioeconomica nella quale si dipanano. Oggi tale riflessione va posta in termini sistemici all’interno del macrofenomeno sociale costituito dalla mondializzazione. Gli odierni pro- cessi migratori sono influenzati dal mutamento degli equilibri economici mondiali e non possono così essere semplicisticamente ridotti a vicende e condizioni interne a una sola società, essendo sempre frutto di un sistema di influenze. La maggior parte dei flussi migratori è dovuto all’impoverimento generato, in alcune zone del mondo, dallo sviluppo combinato e diseguale tipico dell’attuale processo di globalizzazione dei mercati. 178

Le migrazioni hanno carattere prevalentemente internazionale, os- sia comportano il superamento di confini statuali. Riguardano sia la mobi- lità all’interno dei paesi Ue, che quelli tra paesi Ue e paesi extra Ue (i co- siddetti paesi terzi). Si tratta di fenomeni in crescita costante e rapida, al punto che l’aumento del numero e della tipologia dei paesi riceventi e del- le società di origine – e, quindi, il conseguente aumento dell’eterogeneità linguistica, etnica e culturale annessa – ha fatto parlare di “globalizzazione delle migrazioni”. In questa eterogeneità, tuttavia, alcuni elementi possono essere considerati come costanti, ossia propri dei nuovi cicli migratori: il carattere globale, la differenziazione delle migrazioni e il crescente ruolo assunto dalla componente femminile.

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187 Le migrazioni sono processi in quanto dotate di una dinamica evo- lutiva che comporta una serie di adattamenti e modifiche nel tempo, quin- di, non vanno valutati come fenomeni statici, con caratteristiche definibili una volta per tutte, ma vengono considerati come dinamici, mutabili e soggetti a processi di cambiamento costante e adattamento ai nuovi conte- sti. Sono anche sistemi di relazione che riguardano le aree di partenza, quelle di transito, quelle di destinazione e coinvolgono più attori.

Le migrazioni sono, pertanto, costruzioni sociali complesse in cui entrano in gioco tre soggetti:

 le società di origine;

 gli immigrati attuali e potenziali;

 le società riceventi, le cui configurazioni politiche e giuridiche so-

no oggi sempre più incisive nel determinare i processi di selezione degli emigrati.

Una politica migratoria deve tener conto anche delle motivazioni delle migrazioni. Va valutato in questo ambito l’incidenza di tre elementi: i fattori che portano i soggetti ad abbandonare i paesi d’origine, i fattori di attrazione del paese di accoglienza , collegati anche alle aspettative indivi- duali e familiari, in questo senso anche la presenza di una normativa na- zionale più o meno elastica sugli ingressi può giocare il suo peso, il ruo- lo del networking – incidenza sulle migrazioni dei soggetti già immigrati

188 che facilitano l’arrivo e l’inserimento di altri soggetti a cui sono variamen- te legati.

I recenti studi tendono a evidenziare il ruolo del networking come il fattore più incisivo nella determinazione delle migrazione, seguito dal livello regolatorio nazionale circa i requisiti di accesso e le politiche di controllo.

Le migrazioni nello scenario globale sono pertanto un fenomeno “inevitabile”. Definire un legame tra migrazioni internazionali e globaliz- zazione significa evidenziare un rapporto di reciprocità: da un lato, la glo- balizzazione favorisce le migrazioni, ma, dall’altro, viene alimentata dalle stesse.

La maggiore facilità ed economicità degli spostamenti, la presenza di multinazionali sui territori di migrazione, la diffusione dei meccanismi delle rimesse monetarie e la facilitazione al loro accesso, il commercio e il turismo internazionali, la rapida ed estesa circolazione delle informazioni e della comunicazione contribuiscono tutti alla diffusione di strumenti e incentivi alla mobilità e alla diffusione di stili e modelli di vita ad ampio raggio. La riduzione della distanza fisica porta alla riduzione anche della lontananza culturale da tali modelli. Pertanto, la globalizzazione aiuta la

cosiddetta “socializzazione anticipatoria”179, ossia l’acquisizione nella so-

cietà di partenza di valori e simboli delle città di arrivo e recenti studi evi-

179 I primi a impiegare questo termine furono F. Alberoni, G. Baglioni, L’integrazione

189 denziano come tale attrattività si eserciti non tanto sui paesi in via di svi- luppo, quanto maggiormente sui paesi a sviluppo intermedio ( ad esempio India, Pakistan, Filippine, America Latina), i quali in seguito a tale proces- so di contatto sviluppano forme di deprivazione relativa che motiva, ancor più della povertà, agli spostamenti.

Parallelamente, la migrazione porta alla diffusione di lingue e cul- ture scala più ampia, favorisce l’espansione di commercio e produzioni atipiche per il paese di accoglienza, ma attraverso il meccanismo di rimes- se contribuisce ad aumentare il potere di acquisto delle società di origine.

I processi migratori, ma più in generale qualsiasi spostamento quantitativamente e socialmente rilevante di persone, sono da sempre con- notati da importanti e differenziate implicazioni educative rispetto ai tempi e ai luoghi in cui avvengono. Volendo tentare un intreccio tra alcune carat- teristiche specifiche dei processi migratori attuali e alcune delle loro con- seguenze in termini educativi, possiamo tracciare alcune considerazioni schematizzabili nel modo seguente.

I processi migratori riguardano tutti i paesi: infatti importanti flussi

migratori si registrano anche in paesi non appartenenti all’Occidente. Tut- to ciò porta ad importanti conseguenze educative in termini di acquisizio- ne di saperi per interpretare il fenomeno: contribuisce a creare l’idea che i paesi sviluppati siano cittadelle assediate che devono essere difese

190 dall’assalto dei migranti, e non una componente del sistema-mondo inte- ressato globalmente dal fenomeno.

I processi migratori stanno avviandosi a diventare una caratteristi-

ca stabile delle società contemporanee (è necessario educare/auto educarsi a tale idea), cioè le società attuali e future non possono essere analizzate e immaginate se non considerando le migrazioni un dato strutturale e ineli- minabile. In questo senso, le conseguenze dei progetti migratori propri e altrui entrano a far parte degli ambienti quotidiani, contribuiscono perciò a riformulare e innovare anche i climi educativi formali e informali all’interno dei quali gli individui e i gruppi progettano e realizzano la pro- pria esistenza.

I processi migratori sono profondamente differenziati al proprio in- terno riguardo a:

motivazioni e attese, cioè i fattori che tendono a far allontanare le persone da un paese per farle approdare in un altro, pur se esiste il dato unificante della ricerca di migliori condizioni di vita;

paesi di ingresso e di uscita, con le differenti culture nazionali e locali che esprimono;

religione di appartenenza, intese come pratiche e credenze;

ceti sociali dei migranti, con particolare attenzione al “salto di sta- tus” in alto o in basso, dovuto alla collocazione sociale nei paesi di prove- nienza rispetto a quella nei paesi di arrivo;

191  appartenenza di genere, questione fondamentale sia come preva- lenza di un genere rispetto alla composizione dei gruppi migranti, sia per la complessa questione delle differenti convinzioni e percezioni dei ruoli ne dei diritti delle donne;

settori professionali entro i quali i migranti si inseriscono nei di- versi paesi e condizioni connesse all’inserimento lavorativo;

strategie e prassi formali e informali di accoglienza o di rifiuto nei

paesi di arrivo.

Tali differenziazioni rendono variegato e complesso il quadro so- ciale nei paesi di arrivo dei migranti, contribuiscono a produrre una serie di climi educativi locali molto diversi tra loro, ma non generano un sapere diffuso utilizzabile per comprendere e affrontare, in generale e nella quo- tidianità, il fenomeno.

Le migrazioni implicano dunque rotture e ricomposizioni educati- ve.180

I migranti sono coinvolti, in differenziati processi di socializzazio- ne per l’inserimento nella “società ospitante”, una socializzazione che può essere anticipata rispetto al vero e proprio trasferimento: le persone posso- no conoscere, o ritenere di conoscere, valori modelli di riferimento e com- portamenti della società di destinazione prima di giungervi. Ma tale socia- lizzazione non avviene su una tabula rasa, bensì s’innesta in una storia in-

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192 dividuale, familiare e gruppale densa di solidi apprendimenti. I migranti sono dunque interessati “da una doppia storia” educativa e questo riguarda sia le dimensioni formali e istituzionali sia quelle informali: dai valori ai comportamenti auspicabili e richiesti, ai miti e ai riti educativi, e ciò non riguarda solo l’infanzia, ma anche gli adulti, e questi ultimi non unicamen- te nel ruolo di genitori, ma anche di soggetti continuamente interessati da esperienze educative in quanto educandi.

6.4 Altri movimenti : il turismo di massa e l’occupazione dei