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Le tecnologie per comunicare

La Rete non è un “luogo” denso solo di informazioni, ma lo è an- che di persone e di conseguenza di relazioni: ovviamente la natura di tali relazioni è influenzata dalle già citate caratteristiche della Rete (abbatti-

146 mento delle distanze spazio temporali, multimedialità, ipertestualità e inte- rattività, ecc.). Non è possibile pensare che le relazioni veicolate dal web sostituiscano quelle faccia a faccia, ma sicuramente possono avvicinare persone lontane per ragioni anche molto diverse (lontananza, emigrazione, carcerazione, istituzionalizzazione, ecc.) oppure possono dare la possibili- tà di celare la propria identità, non necessariamente con intenzioni danno- se e criminose, ma semplicemente per sperimentarsi in un’altra identità sconosciuta a se stessi e agli altri.

La comunicazione mediata dal computer (CMC, Computer Media- ted Communication) si caratterizza non solo come medium di comunica-

zione, ma anche come vero e proprio ambiente di relazioni149. Varie sono

le riflessioni possibili come anche il puntare più sugli aspetti tecnici co- municativi rispetto a quelli relazionali: sicuramente si può affermare però che l’attuale quadro delle comunicazioni, lo stile comunicativo della socie- tà contemporanea non può prescindere dalla presenza di questi strumenti di comunicazione.

La CMC150 nasce dall’integrazione tra gli strumenti tradizionali

della comunicazione e le tecnologie informatiche. Si avvale di diversi strumenti che si possono dividere in due grandi gruppi: strumenti che fun- zionano in modalità asincrona e sincrona. Gli attuali sviluppi degli stru-

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Zanetti F., Telematica e intercultura. Le differenze culturali nelle contraddizioni del villaggio

globale, Bergamo, Junior, 2002, p.63.

150 Cfr. Calvani A., Rotta M., Fare formazione in Internet. Manuale di didattica online, Trento,

147 menti stessi stanno in realtà rendendo questa divisione sempre più di tipo

espositivo e sempre meno riscontrabile nella realtà delle CMC151.

La comunicazione di tipo asincrono permette una comunicazione in differita, non richiede cioè la contemporanea presenza in rete degli in- terlocutori; questo primo gruppo di strumenti permette l’invio di testi e al- tri documenti senza necessità di accordo per lo scambio, cioè invio e rice- zione avvengono in momenti differenti e solitamente l’identità degli inter- locutori è nota.

Tra gli strumenti asincroni il più utilizzato è sicuramente la posta elettronica che permette di scambiarsi messaggi di testo, immagini e altri allegati in modo sicuro, economico e veloce.

Anche gli altri strumenti asincroni si dimostrano interessanti so- prattutto per la possibilità di coinvolgere nel processo comunicativo più destinatari; questi strumenti sono le newsletter, il forum e la mailing list: tutti e tre permettono di spedire lo stesso messaggio a un numero illimitato di persone, spesso sono a tema e favoriscono lo scambio di informazioni e la discussione tra i destinatari del messaggio.

La comunicazione di tipo sincrono invece necessità della contem- poranea presenza degli interlocutori in rete, è cioè una comunicazione in

151 Si fa riferimento a Skype e Msn che nate come strumenti di comunicazione sincrona si sono

sviluppati permettendo anche la comunicazione in differita, così come in questi strumenti si- multanei si parli solamente con persone conosciute, cioè non sia possibile mantenere l’anonimato o celare la propria reale identità. Possibilità anche di condividere stabilmente car- telle e di scambiarsi file.

148 simultanea; a differenza del gruppo precedente, i messaggi scambiati at- traverso questi strumenti sono volatili, non vengono conservati, e le identi- tà degli interlocutori sono spesso celate dietro nickname e soprannomi.

Gli strumenti più diffusi sono sicuramente le chat ma, rispetto all’utilizzo da parte di utenti e operatori dei servizi di territorio, possiamo ipotizzare che potrebbero essere più efficaci per la comunicazione gli strumenti denominati “ICQ”, in cui la discussione è comunque in tempo reale, anche fra più di due utenti, ma l’identità degli interlocutori è sempre conosciuta.

Questi strumenti permettono di comunicare ed eventualmente di scambiarsi materiale creando cartelle condivise. La semplice comunica- zione si può quindi trasformare in una collaborazione fra utenti in base al tipo di comunicazione instaurata.

Parliamo di ipotesi però perché in realtà gli strumenti sincroni, ne- cessitando della contemporanea presenza degli interlocutori, ne rendono più difficile l’utilizzo nell’ambito del rapporto tra un servizio e i suoi uten- ti: sono cioè molto più utilizzabili in ambito privato.

Un altro strumento interessante è la videocomunicazione, attraver- so la quale si può interloquire come in una conversazione faccia a faccia e che aggiunge, rispetto allo strumento precedente, la dimensione della tea- tralità, che può costituire un vantaggio in quanto il processo comunicativo risulta più completo, in quanto sono presenti anche gli aspetti meta comu-

149 nicativi. Ma anche tale strumento non è esente da svantaggi: primo fra tutti i limiti tecnici dovuti a problemi di connessione, inoltre risulta difficil- mente sostenibile per lungo tempo e rischia di rendere noiosa la conversa- zione.

Tra gli strumenti sincroni infine vanno citati i MUD (Multi Users Dungeons) ovvero i giochi di ruolo in rete, che permettono una totale im- medesimazione del soggetto in una situazione di gioco; in chiave educati- va si può pensare di utilizzare per simulare le attività all’interno di vari ambiti e contesti, sia in una situazione di gioco con il computer che con gli altri giocatori.

Una forma di comunicazione mediata dal computer che si distanzia dalla tradizionale divisione tra strumenti sincronici e asincronici, pur rien- trando tra quest’ultimi, sono i blog.

I blog si possono definire come forme di comunicazione via com- puter di tipo grafico, autonomamente gestite e che consentono ai loro crea- tori di pubblicare on-line, in tempo reale, notizie, informazioni e storie di

ogni genere152.

Il blog è un diario online disponibile alla lettura e all’intervento di tutti i navigatori del web. Il suo nome originale è WeBlog e nasce

dall’incrocio tra Web e Log, che significa giornale di bordo153. Ha una

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Roveresi A., Introduzione alla comunicazione mediata dal computer, Bologna,Il Mulino, 2004, p.220.

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150 struttura molto semplice e non richiede alcuna competenza informatica per la sua creazione e gestione, poiché si crea direttamente online seguendo alcuni semplici passaggi indicati dai siti che propongono le creazione di blog154.

Nei blog ci possono essere navigatori passivi, che leggono solo le informazioni, o attivi, che partecipano alla discussione commentando le notizie inserite dal curatore del blog. L’altro elemento rilevante dei blog sono i link ad altri siti, spesso molto utili perché sono tematiche attinenti a quella trattate dal blog e commentate dai curatori. Il blog è quindi un sito personale, informale che oscilla tra un diario, una rassegna stampa, o una semplice raccolta di collegamenti che permettono di accedere facilmente ai temi trattati all’interno della rete. Tre, quindi, le tipologie principali di blog: i blog, che sono diari online, i notebook, che sono più di tipo giorna-

listico, e i filtri, che sono raccolte commentate di link155.

I blog come rassegna stampa rappresentano per i curatori un’occasione per diventare giornalisti di tipo amatoriale, poiché sono uno spazio di libera espressione scollegata dai vincoli dell’editoria ufficiale. Questi blog non sono garanzia di qualità stilistica dell’informazione ma consentono a tutti uno spazio di pubblicazione svincolata dall’editoria uf- ficiale, per cui in un qualche modo rappresentano la piena realizzazione di internet che tutti possono esprimere la propria opinione con la stessa visi-

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Molti siti mettono a disposizione lo spazio per la creazione gratutita di blog: tra i primi in lin- gua italiana si segnalano www.splinder.com e www.blogger.com .

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151 bilità dei giornali ufficiali, al di là della natura del contenuto o delle tema- tiche da trattare.

Dal punto di vista educativo le tecnologie per comunicare ci inte- ressano soprattutto dal punto di vista relazionale, come mezzo che in- fluenza le relazioni, eventualmente anche di natura educativa. Anche in questo caso l’aspetto fondamentale è lo sviluppo di una consapevolezza nell’uso dello strumento comunicativo, relativamente alla sua non neutra- lità e quindi rispetto alla scelta del più efficace rispetto al messaggio che si vuole veicolare e rispetto al/ai destinatari cui è diretto il messaggio stesso. L’introduzione degli strumenti CMC necessita di una mediazione da parte dell’educatore che deve ben conoscerli ed introdurli rispetto alle situazioni in cui possono essere utilizzati.

Dal punto di vista educativo si potrebbero utilizzare gli strumenti asincroni per la costruzione e lo scambio di informazioni, utili perché permettono un utilizzo che non prevede che fra gli interlocutori ci sia un appuntamento per lo scambio delle informazioni, ma la costruzione di una discussione avviene in differita.

Gli strumenti sincroni possono essere utilizzati per la costruzione di una identità personale e di gruppo, proprio per la maggiore intensità de- gli scambi, essendo strumenti più “caldi” che permettono di sperimentare e costruire la propria personalità.

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