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Aree urbane e quartieri problematici

Nel precedente paragrafo abbiamo affrontato il tema dell’organizzazione urbanistica e delle risorse presenti nel territorio tutto questo ci porta ad introdurre un altro tema importante ovvero quello delle aree urbane problematiche, ovvero zone “non facili” che rivestono una

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170 particolare importanza in qualsiasi ragionamento attorno all’educazione informale. Quando si parla di queste aree spesso si utilizzano varie espres- sioni per definirle quali: “zone a rischio”, “periferie degradare”, “quartieri difficili” ecc., tutte queste definizioni rimandano ad aree territoriali circo- scrivibili, collocate soprattutto nelle periferie e nell’hinterland delle me- tropoli, pur non mancando zone sensibili al centro delle città.

Le zone urbane definite sensibili presentano dei tratti comuni ri- spetto ad altre parti del territorio che sono: alto tasso di disoccupazione, in particolare giovanile, rilevante abbandono e insuccesso scolastico, insuffi- cienza di infrastrutture e servizi (scuole, trasporti, luoghi di aggregazione, centri sociali, ecc.), degrado abitativo, in alcuni casi presenza di “micro- criminalità”. Inoltre si registrano anche problemi derivanti dagli attuali processi migratori internazionali e interni.

Tutto questo porta inevitabilmente alla stigmatizzazione di chi vi risiede e può provocare esclusione sociale sulla base di presunti compor- tamenti attribuiti agli abitanti che risiedono in tali zone. Tutto questo ine- vitabilmente ha delle ricadute sul piano educativo, ovvero l’analisi dei comportamenti di coloro che risiedono in tali zone e i comportamenti e gli atteggiamenti che mettono in atto.

Le zone urbane sensibili, proprio per le loro condizioni per i mi- croclimi culturali che si producono, sono ambienti educativi nei quali sono alte le probabilità che si sviluppi una grande quantità di apprendimenti so-

171 cialmente non desiderabili, oltre che insufficienti apprendimenti accettabi- li. Nel secondo caso ad esempio il mancato raggiungimento di alcuni tra- guardi scolastici indispensabili. Dalla situazione delineata sino a questo momento, si capisce come le zone definite “sensibili” siano state oggetto di interesse scientifico di vario tipo – antropologico, sociologico, pedago- gico ecc. – oltre che di interventi di vario tipo.

Le zone diremmo a “rischio” si presentano con diverse caratteristi- che e sfumature da zone ridotte e delimitate ad aree che comprendono più quartieri o addirittura paesi, con storie problematiche di diversa natura e genere. In termini educativi sarebbe necessaria, ispirandosi a Paulo Freire, la presenza di operatori e opere di coscientizzazione, cioè di stimolo alla presa di coscienza dei diritti di cui godono gli abitanti di queste aree, e

l’attivazione di processi di cambiamento167. Emerge l’importanza anche

dei media e dell’uso positivo che essi possono assumere attraverso la dif- fusione di messaggi positivi, generando apprendimenti informali impor- tanti.

In alcune regioni italiane (Sicilia, Campania, Calabria, Puglia) vi sono ampie zone dominate dalla criminalità organizzata, ognuna delle qua- li ha tratti propri ma anche caratteristiche comuni ad altre. Il fatto di rife- rirsi solo ad alcune regioni rispetto che ad altre, non significa che la crimi- nalità organizzata sia assente da altre zone d’Italia, anzi è ben presente, ma si tratta di una presenza ridotta, meno evidente e meno culturalmente radi-

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172 cata, circondata da minore consenso. Nelle zone con una forte criminalità l’illegalità è talmente forte e penetrante che è in grado di regolare e in- fluenzare le relazioni tra le persone, collocata in un quadro culturale solido

e legittimato168. Nei confronti dell’illegalità si possono registrare differenti

reazioni: opposizione attiva, dissenso, rassegnazione, ma nello stesso tem- po si registrano anche posizioni di giustificazione, condivisione, fiancheg- giamento, partecipazione attiva. In sostanza in alcune aree ci troviamo al cospetto di un’ampia, capillare, efficiente, educazione informale all’illegalità che, nelle sue forme estreme , è un’educazione alla vera e propria criminalità.

Nelle zone in cui vi è una forte criminalità si viene a creare un uni- verso parallelo rispetto a quello legale, fatto di un’economia che coinvol- ge molte persone, si struttura un forte controllo del territori molto più ca- pillare e pervasivo di quello statale, dove esiste un sistema di valori forti e condivisi come “onore”, “coraggio”, “rispetto”. Un vero e proprio sistema educativo informale.

In alcune zone l’educazione informale all’illegalità deve essere considerata, un’educazione a una diversa legalità, cioè a una legalità (ille- gale) locale che prevede, valori, comportamenti, obblighi e divieti, premi e punizioni. È un’educazione molto efficace e duratura soprattutto per la grande adesione e per la convinzione della validità dei contenuti.

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173 Le zone ad alta e continuativa presenza criminale presentano per alcuni aspetti, elementi peculiari e non generalizzabili ed elementi che of- frono, invece spunti di riflessione più generale che vanno oltre la specifici- tà locale e regionale. Le peculiarità dipendono dalla storia locale mentre per quanto riguarda gli aspetti più generali egli elementi che possono risul- tare utili per una riflessione generale sono in particolare:

- l’educazione informale all’illegalità non deve essere intesa come

un’educazione mancata, ma come un vero e proprio processo di socializ- zazione all’interno di una società illegale, che si pone come alternativa alla socializzazione riconosciuta come opportunità e auspicabile dal resto della società. L’illegalità possiede cioè un proprio sistema di valori, obiettivi, intenzioni e metodi educativi, appartenenti a storie antiche e radicate;

- l’area dell’illegalità così come si esprime in alcune zone del paese

non può essere considerata un settore arretrato. L’illegalità, accanto a rela- zioni sociali e comportamenti premoderni, è permeata di valori e pratiche attuali: managerialità, movimenti internazionali di denaro, espansione nei “mercati emergenti”, è un’illegalità che condivide una parte delle tendenze economiche e culturali attuali;

- l’educazione informale all’illegalità può essere ridimensionata

tramite interventi a carattere straordinario, continuativi e ordinari. Ma so- prattutto deve essere riconosciuta la sua solidità ed efficacia, cioè la sua grande capacità di formare individui o gruppi. Le azioni delle forze dell’ordine sono necessarie, importanti, ma non sufficienti. Accanto a ciò

174 è necessario un lavoro di lungo periodo basato su interventi educativi effi- caci dal punto di vista pedagogico.

Tuttavia analizzando il legame tra educazione e illegalità, vi è un altro aspetto che deve essere tenuto presente, cioè l’educazione informale di segno positivo, che si affianca alle altre esperienze educative interagen- do per contrapporsi e ridurre il fenomeno della illegalità/legalità.