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Saperi teorici e saperi pratici

Il primato del pensiero teorico sull’attività pratica ha dominato sia in epoca antica che moderna, mantenendo un dualismo netto.

Nel pensiero post-moderno sempre più debole si presenta questo dualismo tra teoria e pratica, fra saperi teorici (la conoscenza fine a se stessa), saperi operativo-pratici (la conoscenza acquisita che muove l’azione) e saperi poetici (i saperi che danno all’azione la capacità di tra-

sformare la materia)94.

L’anacronistica divisione tra teoria e pratica ha sempre minor presa sui processi, in un quadro di conoscenze sempre più realistiche che si pre- sentano come insostituibili risorse per l’organizzazione e la gestione della complessità sociale.

Già la dialettica di J. Dewey è una logica di azione che ripudia la dicotomia teoria-pratica, universale-particolare. Per il filosofo americano

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Eraut m., Non- formal learning in workplace,1999, pp.36-40,op.cit.

94 Ivi, p.20, cfr. anche Cambi F., La ricerca educativa nel neopragmatismo americano, vol.1 e

106 l’interazione costante ed effettiva tra la conoscenza e la pratica è qualcosa

di piuttosto differente da un’esaltazione della pratica per se stessa95 . la

subordinazione dell’azione e dei saperi pratici ai saperi teorici è sempre superata verso una relazione tra pensiero, azione ed esperienza (senza la quale relazione anche i concetti riferibili all’apprendimento informale ri- schiano di essere parziali).

Il pensiero e la conoscenza sono insiti nell’esperienza stessa e l’azione è il mezzo, il metodo attraverso il quale si produce conoscenza. Essa è al servizio dell’azione in senso attivo, aiutando a regolare le azioni, la conoscenza in se stessa non è l’obiettivo finale, ma viene esercitata per vivere le esperienze. Secondo questa concezione si respinge una lettura contrapposta del rapporto teoria-pratica, e si considerano, non più la teoria come determinante la pratica, non solo la pratica come processi di risolu- zione di problemi, piuttosto teoria e pratica come elementi inseparabili e in revisione reciproca.

J.M. Barbier96 propone il superamento tra saperi teorici e saperi

d’azione, nella logica di una teoria della pratica, una teoria fondata sui sa- peri d’azione e una scienza dall’azione che interessano sia l’ambito pro- fessionale che sociale. Partire dall’azione, permette di individuare le cono-

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Per J.Dewey il significato di pratica si rifà a quattro dimensioni:pratica come pragmatismo ovvero formazione di abitudini o di modi di agire generalizzabili e applicabili, il pensiero come azione, pratica come interazione tra abitudine e pensiero, e pratica come rapporto e interazio- ne con la conoscenza , cfr. Frega R., John Dewey: dal pragmatismo semantico al pragmatismo

epistemologico, in <<Discipline Filosofiche. La svolta pratica in filosofia>>, Vol 1 Grammatiche e

teorie della pratica, XIV 1 2004, pp. 43-62.

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107 scenze del sapere professionale e risalire così verso la teoria. (Nell’analisi delle pratiche professionali come luogo di esplorazione dei saperi si tratta quindi di dar voce ai professionisti, studiare i processi di pensiero e di azione e i loro comportamenti, immaginando i saperi come apprendimento originale, soggettivo, ma anche non solo logico-razionale, un sapere situa- zionale e contestualizzato).

Il fenomeno si fa ancora più evidente all’interno dei luoghi di lavo- ro e dei processi di trasformazione della realtà, entro cui si pone con insi- stenza la questione della produzione di rappresentazioni e di saperi e, di conseguenza, del loro esercizio e della loro spendibilità, come fatto signi- ficativo per l’uomo che vuole crescere, produrre e governare la complessi- tà che gli si presenta97.

Anche la concettualizzazione di apprendimento concepito come sapere triadico: sapere (inteso come conoscenza teorica), sapere fa- re(inteso come abilità pratica), saper essere (inteso come capacità e modi di essere), sembra oggi superata, può esistere questa suddivisione solo per facilitare la nostra capacità e comprensione di alcuni aspetti del sapere, che meglio vengono resi espliciti, viceversa il processo di apprendimento è la risultante di teorie, pratiche e modifiche personali interconnesse e in- scindibili tra loro98.

97 Varisco B.M. Costruttivismo socio-culturale, 2002, p.19, op.cit. 98

108 Con riferimento alle definizioni riportate si potrebbe indicare come sapere teorico l’insieme delle discipline che definiscono e governano la conoscenza, e sapere d’azione come un sapere pratico, elaborato nella e dalla esperienza. Le nuove riflessioni ed evoluzioni sul tema dei saperi conducono a considerare in modo nuovo il rapporto tra saperi teorici e sa- peri d’azione, ogni sapere acquista pari dignità con altri saperi e nello stes- so tempo mantiene una propria identità. singolarità e peculiarità, che rende superata la suddivisione tra teoria e pratica. I saperi d’azione intesi come competenze pratiche, saperi sommersi saperi di esperienza, saperi infor- mali, abilità acquisite nell’azione e con l’azione, danno luogo a conoscen- ze, comportamenti e abilità operative che consentono di accostarli ai sape- ri teorici99.

Con il termine sapere si può indicare, tra le tante definizioni, l’insieme delle conoscenze acquisite attraverso lo studio e l’esperienza, che dopo una esplicita formalizzazione sono divenute comunicabili. Essi esistono indipendentemente da quelli che li producono o da quelli che li utilizzano100.

Per teoria potremmo rifarci al significato elaborato da E. Morin, la teoria non è la conoscenza, ma consente la conoscenza, una teoria non è il punto di arrivo, ma la possibilità di partenza, non è la soluzione, ma la

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Di Nubilia R.D., Oltre l’aula. La formazione continua nell’alternanza, negli stage, nelle impre-

se, nelle istituzioni, Padova, Cedam, 2005, pp.18-26, 100

109 possibilità di partenza, non è la soluzione, ma la possibilità di affrontare

un problema101.

L. Mortari sostiene che orientare le scelte (dell’azione e sull’azione) non è un sapere tecnico disponibile in anticipo e quindi si può apprendere attraverso un processo di insegnamento prestrutturato, me è un’azione riflessiva concepita sul campo e supportata da un sapere che si viene modulando dall’esperienza che, se vissuta con un atteggiamento

pensoso, consente la costruzione di un sapere del particolare102.