L’accesso allo sconfinato mare d’informazioni, di varia natura, dai riferimenti bibliografici ai documenti multimediali, fino alla possibilità di contattare esperti on line rappresenta l’aspetto maggiormente diffuso delle TIC.
Varie sono le possibili metafore per definire la disponibilità
d’informazioni su Internet143 che in realtà è Internet stesso: la prima è
quella di una biblioteca sconfinata, che però non calza perfettamente in quanto all’interno di questa, solitamente, c’è un solo tipo di documenti, classificati in modo rigoroso.
Una seconda metafora che si è diffusa è quella secondo cui Internet è simile ad un archivio: questa immagine risulta più calzante in quanto al suo interno sono compresi documenti di varia natura ed è previsto un con- tinuo ampliamento quantitativo e qualitativo, cioè anche di tipologie di- verse di documenti conservati.
Ma le metafore legate all’esplorazione e alla navigazione sono quelle che forse maggiormente calzano rispetto alle azioni compiute da tutti coloro che ricercano informazioni su Internet, anche utilizzando mo-
143 Calvani A., Rotta M., Comunicazione e apprendimento in Internet: didattica costruttivistica in rete, Trento, Erickson, 1999, p., 63-64.
140 tori di ricerca (le coordinate dello spostamento, la ricerca dei punti cardi- nali, la definizione di un percorso, la capacità di trovarlo nuovamente, ecc.).
Tornando alla metafora dell’archivio, nonostante per certi aspetti
ne abbia le caratteristiche, Internet è un archivio sui generis144, in quanto
nessun sistema di catalogazione può ordinare i documenti presenti al suo interno, per almeno due ordini di ragioni: in primo luogo perché i compo- nenti cambiano in misura consistente quotidianamente (parecchie migliaia di pagine vengono create o scompaiono, senza contare i milioni che ven- gono modificate e arricchite), in secondo luogo perché non c’è un progetto comune che detti le linee guida per la strutturazione della Rete (tutti pos- sono aggiungere o togliere senza sottostare ad alcun criterio).
L’unica possibilità quindi per individuare e/o ritrovare documenti in Rete è l’utilizzo di strumenti specifici appositamente messi a punto per questo scopo, i motori di ricerca.
Ne esistono di vari tipi: sorvolando sulle loro caratteristiche tecni- che, si può dire che principalmente rispondono a due criteri: quelli che producono risultati dopo che le pagine in rete sono state catalogate e il lo- ro contenuto sintetizzato e commentato, quelli che ricercano le parole chiave immesse per la ricerca direttamente nel testo delle pagine; esistono
144 Pacetti, Navigare negli archivi della rete, Guerra L., (a cura di), Educazione e tecnologie. I nuovi strumenti della mediazione didattica, Bergamo, Junior, 2002.
141 infine i meta motori, che attivano contemporaneamente più motori di ri- cerca e danno luogo quindi a risultati più accurati.
Tramite l’utilizzo dei segnalibro o della funzione Preferiti è possi- bile creare i propri percorsi di ricerca e personalizzare la propria scrivania di lavoro. Internet rappresenta una risorsa per poter creare un archivio nel proprio pc, con ampia possibilità di modificazione dei contenuti e comun- que con grande facilità di lettura.
Un discorso a parte va dedicato agli OPAC (Online Public Access Catalog) e per le banche dati specializzate.
Gli OPAC hanno sostituito gli schedari cartacei e rappresentano le attuali “porte d’accesso” alla quasi totalità delle biblioteche nazionali e in- ternazionali. Permettono di conoscere in ogni momento la presenza o me- no di un testo in una biblioteca, quale sia la sua collocazione e la sua even- tuale disponibilità per il prestito, ovviamente senza spostarsi dalla propria postazione. Anche per gli OPAC sono stati realizzati metamotori che ri- cercano testi contemporaneamente in tutto il territorio nazionale o in sue
porzioni selezionate dall’utente145.
La facilità di reperimento delle informazioni negli archivi delle bi- blioteche è possibile grazie ad un rigido inserimento dei dati relativi ai te-
145 In Italia il metaopac più completo è MAI, Metaopac Azalai Italiano
142 sti, sia di natura editoriale, sia di natura contenutistica, che permettono un veloce reperimento di tutti i documenti che rispondono al criterio inserito.
Anche gli OPAC funzionano per parole chiave, ma la differenza principale con i motori di ricerca tradizionali è che i risultati prodotti dalla ricerca non sono i documenti, bensì le indicazioni utili a reperire il docu- mento, che però nella quasi totalità dei casi non sarà in formato digitale, ma analogico.
Il risparmio in termini di tempo e costi sia per chi gestisce sia per chi fruisce della biblioteca è innegabile, come pure la precisione in termini di classificazione delle risorse presenti e di risposta sul loro stato di attiva- zione agli utenti e alle altre biblioteche.
Le banche dati specializzate invece hanno meccanismi meno stan- dardizzati rispetto agli OPAC e variano soprattutto in funzione dell’ambito disciplinare e/o culturale per cui sono state pensate e realizzate. Solita- mente però la ricerca dei documenti al loro interno si avvale di maschere di ricerca molto simili a quella degli OPAC.
I documenti catalogati possono essere sia di natura digitale sia ana- logica e questo comporta che i risultati ottenuti da una ricerca fatta al suo interno possano riportare o l’indicazione del documento, da recuperare di- rettamente presso il luogo indicato, o il documento stesso, nel caso si tratti di un documento digitale.
143 In ambito educativo, alcuni esempi di banche dati specializzate possono essere: l’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Sco-
lastica146, il Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e
l’adolescenza147.
Nell’impostare la ricerca vari sono gli stili possibili148: ognuno ri-
specchia un modo di intendere l’utilizzo della rete e nulla vieta che la stes- sa persona ne usi più di uno in momenti diversi. Gli stili individuati sono i seguenti: searcher, browser e serendip, rispettivamente cercatore, naviga- tore e vagabondo, e vanno dal più intenzionale al più accidentale. Gli stili di ricerca rispecchiano un diverso tipo e una diversa modalità di appren- dimento.
Dal punto di vista educativo, l’utilizzo dell’ipertesto come stru- mento di ricerca rappresenta la modalità più ingenua e maggiormente lega- ta all’uso tradizionale della conoscenza, ma il ruolo attivo del lettore ha dal punto di vista formativo una valenza notevole, in quanto gli permette di partecipare alla costruzione di significati tramite le scelte che passo pas- so farà nell’esplorazione dell’ipertesto; la conoscenza diventa perciò più accessibile e i percorsi per la sua acquisizione individualizzati e persona- lizzabili.
146 L’indirizzo http dell’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica, ex INDIRE,
è http:/www.indire.it/#
147
L’indirizzo http del Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza è http://www.minori.it/index.htm
148
144 La facilità di reperimento di informazioni nasconde ovviamente il rischio di un accumulo eccessivo di dati raccolti che faccia perdere di vista l’obiettivo della ricerca.
La tematica della ricerca di informazioni e documenti in rete pone due ordini di problemi: l’impostazione della ricerca e lo sfruttamento dei risultati, entrambi significativi dal punto di vista educativo, ma dopo aver cercato di individuare i vari stili possibili di ricerca e criteri possibili delle ricerche citate, emerge che la competenza più importante da sviluppare in ambito educativo è la capacità di selezionare, il critically thinking, impara- re a pensare criticamente per poter selezionare le informazioni.
L’utilizzo consapevole dei motori di ricerca rappresenta quindi per ogni individuo la possibilità di sviluppare un autonomo quadro di cono- scenze che gli permetta di conoscere se stesso e la società attraverso per- corsi autonomi e quindi in linea con un’idea costruttivista della conoscen- za.
L’ipertesto rappresenta un ottimo strumento anche per l’organizzazione delle conoscenze trasformando il ruolo del lettore attivo in vero e proprio autore dell’ipertesto: è possibile organizzare le informa- zioni raccolte e le rielaborazioni eventualmente prodotte in una mappa concettuale che costituirà la propria idea su quell’argomento, originale e irripetibile.
145 Dal punto di vista formativo ovviamente non si può non sostenere il valore positivo di questo strumento, anche in considerazione di due fat- tori: il primo che la pubblicazione in rete dell’ipertesto che ne permette un’immediata visibilità motiva ad una sua più accurata realizzazione, in secondo luogo che non necessariamente il lavoro debba essere di natura individuale: è possibile proporre ad un gruppo di creare il proprio iperte- sto, magari sotto forma di sito, con tutte le implicazioni in ambito concet- tuale e intellettuale che il lavoro di gruppo comporta.
Un’ulteriore interessante implicazione pedagogica è legata alla possibilità di condividere in rete le opinioni sull’ipertesto e scambiare ma- teriali prodotti, anche questo nuovamente sia a livello individuale sia a li- vello di scambio tra gruppi. Questo scambio non riguarda solo gli utenti, in quanto il confronto può avvenire anche tra curatori del sito e utenti.
La riflessione sulle potenzialità della rete infatti va esteso anche a chi crea un ipertesto, un sito per fornire informazioni. Le scelte dei curato- ri infatti influenzano la navigazione e il punto di vista degli utenti, qualun- que sia la natura del sito e delle informazioni che si vogliono mettere a di- sposizione in rete.