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2. Iconografia e fonti

2.7 Documenti dell’Antico Regno

2.7.3 Altri riferimenti a Sokar nei documenti legati alla monarchia

Sebbene raramente citata nella letteratura relativa a Sokar, la cosiddetta “drawing board” (tavoletta da scrittura) di Giza340 rappresenta a mio parere un documento di fondamentale importanza per comprendere la natura del culto del dio e la sua funzione in rapporto alla monarchia egiziana. Fu ritrovata da Reisner e dalla Hearst Expedition dell'Università della California a Giza nel 1904, nella mastaba G 1011341, appartenente al Conoscente del Re Mesdjeru e a sua moglie Hetepnefert342. Il documento è stato datato da Reisner all’incirca

338

Fakhry (1961), p. 93, fig. 81, 82

339

Porter, B., Moss, R. L. B, Topographical bibliography of ancient egyptian hieroglyphic texts, reliefs, and paintings. III2. Memphis. Part 2. Saqqara to Dahshur, Oxford 1981, fascicle 3, p. 877 340

Cairo 37734

341

Reisner, G. A., A Scribe’s Tablet Found by Hearst Expedition in Giza, in: ZÄS 48 (1910), pp. 113, 114

342

Fischer, H. G., Offerings for an Old Kingdom granary official, in: BDIA 51 (1972), p. 80, n°25 e fig. 9

all’epoca del regno di Neferirkara, ultimo nome reale presente sulla tavoletta, e comunque ad un’epoca non posteriore alla V dinastia343

.

Sulla superficie della tavoletta, il cui legno si è completamente decomposto lasciando solo uno strato di intonaco bianco dello spessore di 1-2 mm, son state tracciate approssimativamente cinquantuno colonne verticali; le prime nove sono state lasciate in bianco ma, ad iniziare dalla decima, si susseguono undici diversi testi, ognuno dei quali, a eccezione dell’ultimo, viene ripetuto senza variazioni in quattro colonne344

.

Il primo testo è una lista di cartigli, in ordine inversamente cronologico, dei sovrani Neferirkara e Sahura della V dinastia, Khafra e Djedefra della IV, Djoser della III e Bedjau della II. Seguono tre colonne di testo, ognuna ripetuta quattro volte, coi nomi di circa 26 divinità345:

Fig. 44: drawing board di Giza

Sokar, Nemty, Soped, Horo, un uccello (troppo danneggiato per tentare un’identificazione), Baty, Thoth, Sak, Neith, ?, ?, ?, ?, Nekhbet, ?, Kis, Selket, Sobek, ?, Onuris, Seshat, Khentymentiu, Meret, Kherty, Shesmu, Anubi.

343

Reisner (1910), pp. 113, 114

344

Redford, D. B., Pharaonic king-lists, annals and day-books. A contribution to the study of the egyptian sense of history, Mississauga 1986, p. 24

345

Ogni nome divino era rappresentato da un ideogramma, talvolta accompagnato da fonogrammi.

Seguono poi 28 nomi di luoghi inscritti in sette colonne (ognuna ripetuta 4 volte), probabilmente possedimenti funerari346.

Redford ipotizza che si tratti di una lista con un elenco di antenati reali deceduti e divinità adorate in un particolare tempio, mentre le città e le tenute apparterrebbero al tempio stesso. Il fatto che ogni colonna sia ripetuta è spiegato da Redford prendendo in considerazione la comune pratica cultuale di recitare un incantesimo quattro volte, e dunque ipotizzando che il nostro testo debba essere inteso come una qualche formula da recitare347.

Ciò che a noi maggiormente interessa è però la rilevanza che viene concessa a Sokar, posto in cima alla lista delle divinità, cosa che da un lato conferma l’importanza rivestita dal dio menfita in questo periodo in relazione con la monarchia, dall’altro, secondo Redford, farebbe presagire il patronato che il dio esercitò sui riti di offerta agli antenati reali nelle epoche successive348; la “Camera degli Antenati” di Karnak, che conteneva una lista di sovrani defunti e risaliva al regno di Tutmosi III, si trovava proprio in quelle parti dell’Ax-mnw dedicate a Sokar349; inoltre, nel tempio di Sethi I ad Abido, l’elenco dei nomi dei re deceduti, anch’esso situato nei pressi delle camere dedicate a Sokar, è accompagnata da un’offerta Htp-di-nsw per “Ptah-Sokar-Osiride, Signore del Luogo Segreto che risiede nella dimora di Menmare” (ossia il tempio di Abido). Ulteriore riferimento a Sokar si trova nelle colonne di testo sopra la testa del principe Ramesse (rappresentato insieme al padre Sethi I nell’atto di leggere il papiro con l’elenco dei nomi, il cui contenuto è riportato sulle pareti del corridoio) in cui si leggono le parole del re, che dice “Io conduco il dio alla sua offerta di cibo. (…) il conferimento di offerte per i Re dell’Alto e del Basso Egitto. Salute a te, Ptah-Sokar, a-sud- del-suo-

346

Brovarski, E., “Two Old Kingdom Writing Boards from Giza”, in: ASAE 71 (1987), pp. 27-52

347

Redford (1986), p. 24

348

Redford (1986), p. 142

349

Redford (1986), p. 177; su Sokar che risiede a Karnak cfr. anche Bruyère, P., Une nouvelle famille des prêtres de Montou trouvée par Baraize à Deir el-Bahari, in: ASAE 54 (1956), p. 23

muro. Che io possa eseguire per te quelle cose scelte che Horo eseguì per suo padre Osiride”350.

Redford ipotizza anche che vi fosse una forte connessione cultuale tra la casa reale menfita dell’Antico Regno e la lista di Abido351: il rifarsi all’antica tradizione menfita contribuirebbe a spiegare il “patronato” di Sokar sulle liste di epoca successiva.

Il rapporto che, soprattutto nei Testi delle Piramidi, sembra legare strettamente Sokar con la monarchia menfita contrasta col fatto che il dio compaia raramente nei documenti reali dell’Antico Regno. Pochi esempi possono essere citati, tra cui una statua incompiuta di Micerino seduto, dove il re era detto “Amato da Sokar, il quale presiede su Heqenet”352

, toponimo che si riferisce ad una località non lontana dalla capitale353.

L’unico nome di una proprietà reale che faccia riferimento a Sokar ad esserci pervenuto appartiene ad una fondazione di Unas, chiamata: mr skr anx wnjs “Sokar desidera che Unis viva”354

. Anche Sokar poteva dunque essere inserito nella fila delle divinità che manifestavano benevolenza al re355.

350

Redford (1986), pp. 18-20

351

Nella lista di Abido vi è infatti la significativa aggiunta di un gruppo di 18 nomi di re che succedettero a Pepi II, assenti invece dal Papiro dei Re di Torino, mentre i 18 re heracleopolitani e i primi quattro re dell’XI dinastia, fedelmente copiati nel “Canone”, sono omessi ad Abido; Redford spiega ciò col fatto che i 18 successori di Pepi II, essendo nella linea di successione menfita, fossero considerati legittimi e quindi fossero onorati nel rituale d’offerta di Abido così come i loro predecessori. Fu solo con le disastrose guerre e le divisioni politiche dell’IX e della X dinastia, e la conseguente rottura nella vita e nelle tradizioni di Menfi e Abido, che i nomi reali cessarono di entrare automaticamente nella lista.

352

cfr. MFA 11.727 : Reisner, G. A., Mycerinus : The temples of the third pyramid at Giza, Cambridge 1931, p. 113, n° 39, tav. 61 a. b

353

cfr. Gauthier, H. L. M., A., Dictionnaire des noms géographiques contenus dans les textes hiéroglyphiques. 7 vols., Le Caire 1925-1931, vol. IV, p. 44

354

cfr. Jacquet-Gordon, H. K., Les noms des domaines funéraires sous l’Ancien Empire égyptien, Le Caire (1962), p. 181, n°123

355