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3. Luoghi di culto

4.4 Testimonianze del rapporto tra Sokar e gli artigiani dopo

Il ruolo di Sokar come dio-artigiano non verrà mai meno, e il dio continuerà ad essere citato in questa veste per tutto l’arco della storia egiziana e in ogni parte del Paese, sia da solo sia in associazione con Ptah.

4.4.1 Medio Regno

190

Come indicherebbe l’apparizione del titolo “Preposto al diadema quando Ptah è ornato”, l.3

191 Maystre (1949), p. 86 192 Fischer (1964), p. 29 193 Maystre (1949), p. 88

Risalgono alla XII dinastia le raffigurazioni, molto ben conservate, della tomba tebana194 di Senet e di suo marito Antefoqer, visir di Amenemhet I e di Sesostri I195. Sulla parete settentrionale è rappresentata un’offerta di doni (cibo e abiti) provenienti dalle proprietà della coppia, in occasione della Festa del Nuovo Anno. Si fanno qui riferimenti a Ptah, a Sokar e a Ptah-Sokar, definito patrono delle arti e dei mestieri: a lui è attribuito il merito per l’eccellenza e la varietà dei doni. La scelta di questo dio è, secondo N. de Garis Davies, significativa: gran parte delle capacità degli artigiani erano destinate all’allestimento delle tombe, non meraviglia quindi che il dio dei morti fosse naturalmente scelto per presiedere a quelle attività che altrimenti sarebbero state associate primariamente alle necessità della vita. Nella parete settentrionale si vedono servitori che portano doni al defunto e un servo trasporta un vaso d’olio dicendo: (l’iscrizione è molto rovinata)

“Per i tuoi Ka, mirra e olio di incenso, che Ptah preparò e che la signora di Punt (?) trasportò, che il direttore (?) della necropoli raffinò e Sokar modellò con le sue dita - argento, oro, lapislazzuli, malachite, cornalina, ….. (bi3.t ?) e ogni genere di genuina (?) e preziosa roccia della casa di Osiride.”

“Per i tuoi Ka, un dono di Ptah-Sokar dalle mani di tutti i suoi operai (?), lapis [e malachite, oh An]tefoqer, oltre all’abito con il quale il re ti ha ricompensato…”

Poco più in basso vediamo i servi che portano collari dicendo:

“Per i tuoi Ka! Tu sei salutato da Ptah-Sokar con… tutti i suoi… di lapislazzuli”196 .

Ptah è qui considerato come colui che prepara gli unguenti e Sokar come un artigiano- modellatore dei metalli, e la connessione tra l’immagine e il testo, così come la frammentaria iscrizione indicano che Ptah-Sokar era considerato come colui che donava e probabilmente anche realizzava i gioielli del defunto197.

194

T.T. 60

195

De Garis Davies, N., The Tomb of Antefoqer, vizier of Sesostris I, and his wife Senet, London 1920, p. 16, tav. X; Gunn, B., Notice of Recent Publication, in: JEA VI (1920), pp. 298-300

196

de Garis Davies (1920), p. 16, tav. X

197

Un altro cenno alla funzione di Sokar come protettore degli artigiani durante il Medio Regno potrebbe forse trovarsi in una stele di calcare del re Rahotep198, della XVII dinastia, rinvenuta a Koptos; il re appare, nell’iscrizione, come un sovrano molto pio, che si occupa di preservare i templi e i monumenti in rovina; egli riceve da Min l’ordine di restaurare il suo tempio; lo stesso dio dice di Rahotep:

“Ptah-Sokar [ti generò,] gli dei ti modellarono, tu lavori per fornire i loro templi”199 .

Un ulteriore cenno potrebbe trovarsi anche in una stele in calcare, risalente forse al tempo di Sesostri I, ritrovata ad Elefantina: nell’iscrizione si parla dei lavori realizzati nel santuario di Heqaib e delle offerte stabilite per il suo culto; Sarenput giura sul dio Sokar di aver svolto determinati lavori per il tempio, dicendo:

“mr.i skr jr.(i) wDHw m Hsmn”

“Com’è vero che io amo Sokar, ho costruito altari in bronzo…”200

.

In genere i giuramenti erano posti sotto il nome di divinità quali Ra o Amon201: il fatto che in questo caso venga invece evocato Sokar confermerebbe la particolare considerazione della quale il dio godeva in questo santuario, di cui è già stato fatto cenno nel capitolo precedente, e potrebbe essere un’ulteriore conferma dei legami della famiglia di Elefantina con la città di Menfi e le sue divinità tradizionali.

Il riferimento alla costruzione di un altare in bronzo e forse di altri oggetti di metallo, renderebbe inoltre la scelta di Sokar ancora meno casuale: il dio potrebbe infatti essere stato evocato proprio per via del suo ruolo tradizionale di protettore degli artigiani e dei lavoratori dei metalli.

198

Petrie Museum, London; n° inv. UC 14327

199

Petrie, W. M. F., Koptos, London 1896, p. 12, tav. XII. 3

200

Habachi, L., The sanctuary of Heqaib, Mainz am Rhein 1985, pp. 36, 37, tav. 24; Franke, D., Das Heiligtum des Heqaib auf Elephantine, Geschichte eines Provinzheiligtums im Mittleren Reich, Studien zur Archäologie und Geschichte Altägyptens, Band 9, Heidelberg 1994, p. 99

201

Tra i titoli dei Grandi dei capi degli artigiani, durante il Medio Regno, continuano a comparire i sacerdoti di Sokar202, scompaiono invece i suoi Sem e il direttore del suo tempio. Nel Nuovo Regno, anche i Sacerdoti di Sokar non vengono più menzionati, segno dell’ormai definitiva assimilazione tra Ptah e Sokar203.

4.4.2 Nuovo Regno ed epoca tarda

Il legame tra Sokar e gli artigiani non si interrompe neppure durante il Nuovo Regno e in epoca tarda. Nella Litania per Sokar in tutti i suoi nomi, il dio è chiamato“colui che presiede sopra il padiglione divino degli operai”204, e nel capitolo CLXXII del Libro dei Morti si legge:

“Ti vengono lavati i piedi nei catini d’argento lavorati dagli artigiani di Sokar”205

.

Risale al VI sec. a.C. un sarcofago di una grande sacerdotessa di Amon, Ankhnesneferibra, sul quale viene attribuita a Ptah la realizzazione di abiti d’oro e immagini per la sepoltura (intendendo forse la cassa dorata e la maschera d’oro), e a Sokar la costruzione di una camera di pietra (che forse includeva lo stesso grande sarcofago, che è tutto ciò che sopravvive della sepoltura)206.

Sulle pareti del tempio di Horo ad Edfu, nella descrizione della battaglia che porterà alla vittoria di Horo su Seth in forma di ippopotamo, vien detto:

202

Lansing, Hayes (1933), p. 15, fig. 15

203

Maystre (1992), p. 41

204

Cfr. Brovarski (1984), col. 1064, 1065; PM I/2, p. 489; Schott, S., Wall scenes from the mortuary chapel of the mayor Paser at Medinet Habu, SAOC 30, Chicago 1957, pp. 8 e seg.; Gaballa, G. A., Kitchen, K. A., The Festival of Sokar, in: Orientalia 38/1 (1969), p. 4

205

Sandman Holmberg (1946), p. 49; Naville (1886), tav. CXCIV, col. 33 = Barguet, P., Le Livre des Morts des anciens Egyptiens: introduction, traduction et commentaire, LAPO 1, Paris 1967, p. 256; Aufrère (1991), p. 364; Bresciani, E., Testi religiosi dell’Antico Egitto, Milano 2001, p. 749

206

“È Ptah che ha forgiato la tua lancia, è Sokar che ha forgiato le tue armi”207

.

Sempre da Edfu:

“Riflettete i vostri volti, oh Horo, oh Hathor, nel disco che ha fuso Sokar; io ho percorso il Paese di WAwAt in grande di vittoria e ne ho riportato l’argento”208.

Una delle ultime testimonianze proviene dal tempio greco-romano di Dendera, dove il re offre uno specchio alla dea Hathor, dicendo:

“Prendi lo specchio che è stato fuso da Sokar”209

.

Come nota Aufrère, i testi dal Nuovo Regno in poi sembrano testimoniare un legame privilegiato tra Sokar, l’argento e la luna210

: Sokar, sebbene ancora considerato un dio- forgiatore di tutti i metalli, sembra avere una predilezione per l’argento e Ptah-Sokar è talvolta rappresentato coi tratti di un dio generatore, adorno degli strumenti di Min, altro dio- orafo, la cui frusta si presume servisse a incitare la luna a manifestarsi e a spargere i suoi germi di generazione.

Alternativamente a Sokar, è Henu a intervenire nella confezione degli specchi d’argento; in una formula d’offerta di due specchi ad Hathor211

, da Dendera, si legge:

“Prendi i due specchi che sollevo per il tuo ka e che ha completato Henu, dalle sue mani”

e ancora:

“Prendi i due specchi che Henu ha fuso sotto forma di un grande disco d’argento (arowr)212.

207

Bresciani (2001), p. 135

208

Edfou II, 286, 6-7 = Husson, C., L’offrande du miroir dans les temples égyptiens de l’époque gréco-romaine, Lyon 1977, p. 67-68, doc. 3

209

Mariette (1875), vol. II, tav. 81a; Brovarski (1984), col. 1057

210

Aufrère (1991), p. 364

211

Dendera V, 63, 4-5 = Husson (1977), pp. 143, 144, doc. 37

212

o ancora, in un’altra formula d’offerta sempre da Dendera:

“Lo specchio –anx che ha fuso Henu213”.

Non si può stabilire con certezza se questo rapporto esistesse già durante l’Antico Regno ma è possibile; deserti e montagne si trovavano sotto l’influenza della luna: semiti e beduini che vivevano a est dell’Egitto praticavano essenzialmente dei culti lunari, e il Sinai, dominio di Sin, è stato il dominio privilegiato di questi dei. La luna dei semiti, facendo fruttare le miniere, rappresentava il tratto d’unione tra tutte le divinità del deserto214

tra le quali è certamente da annoverare anche Sokar, il cui culto forse, sin dalle origini, ha potuto subire questi influssi. È ben testimoniato come nell’Antico Regno Sokar presiedesse su operazioni di fusione di metalli preziosi, ed è possibile che i suoi artigiani si occupassero in prevalenza proprio della lavorazione dell’argento.