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3. Luoghi di culto

3.4 Diffusione del culto di Sokar dopo l’Antico Regno

3.4.1 Medio Regno

Sin dalla fine dell’Antico Regno, Sokar compare con molta più frequenza anche al di fuori dell’area menfita e, anche grazie alla sua relazione con Ptah e Osiride, il suo culto non può più essere considerato “locale”, né legato esclusivamente alla zona di Menfi: il dio e la sua festa, tra il I Periodo Intermedio e il Medio Regno, sono ripetutamente citati in documenti provenienti da ogni parte dell’Egitto, dal Delta142

ad Elefantina, e ciò, oltre a testimoniarne la diffusione a carattere nazionale, fa supporre che, sebbene non siano stati rinvenuti templi a lui dedicati, questi dovessero essere certamente esistiti, per lo meno in alcune località dove la presenza del dio sembra essere particolarmente forte.

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UC30056: Kaplony (1981), p. 147, tav. 51 n° 5

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Cfr anche: Firth, C. M., Gunn, B., Teti Pyramid Cemeteries I, Le Caire 1926, 32 e seg., 26, 169; Junker (1929-55), vol. VII, p. 239, nota 1

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Il culto di Sokar è attestato a Busiris (cfr., p. e., Borchardt (1925), p. 20, n° 408; Martin, G. T., Stelae from Egypt and Nubia in the Fitzwilliam Museum, Cambridge, c. 3000 BC – AD 1150, Cambridge 2005, pp. 14-16), nel villaggio di Barnugi (cfr. Edgar, C. C., Middle Empire Tombs in the Delta, in: Le Musée Egyptien, recueil de monuments et de notices sur les fouilles d’Egypte, Cairo 1890-1900, I, pp. 109-118), a Kom el Hisn, identificato dal Griffith e da altri studiosi come Pi-nebt- Amou, capoluogo del nomos più occidentale (cfr. Edgar, C. C., Recent Discoveries at Kom el Hisn, in: Le Musée Egyptien, recueil de monuments et de notices sur les fouilles d’Egypte, Cairo 1890-1900, I, pp. 54-61), e a Tell ed-Dab’a, identificato con l’antica Avaris (cfr., p.e., Jaros-Deckert, B., Statuen des Mittleren Reiches und der 18. Dynastie, in: Corpus Antiquitatum Aegyptiacarum. Lose-Blatt-Katalog Ägyptischer Altertümer. Kunsthistorisches Museum Wien, Ägyptisch-Orientalische Sammlung, Lieferung 1, Mainz/Rhein 1987, Inventarnummer: ÄS A 3182).

Due sono i riferimenti testuali a templi del dio, anche se nella forma sincretistica Ptah-Sokar. Il primo proviene dall’area menfita143

: si tratta di una statua in arenaria144 che rappresenta il re Sesostri II, inginocchiato nell’atto di presentare offerte, con il raro appellativo di:

sHb Hwt ptH-skr

“colui che rende gioioso il tempio di Ptah-Sokar”.

Per dimensioni e materiale è la più importante statua della XII dinastia che possa essere ascritta al tempio di una divinità sulla base di un’iscrizione. Anche la postura del re è appropriata al contesto di un tempio piuttosto che a quello di un luogo di culto regale145.

Il secondo riferimento viene da una zona imprecisata del Fayum, anche se sulla base di dati testuali si può presumere si trattasse di Crocodilopolis: su una statua in quarzite datata al regno di Amenemhet III, si fa riferimento ad un personaggio, Imenyankh, “Segretario del tempio di Ptah-Sokar, capo dei sacerdoti”146.

Le testimonianze relative al culto di Sokar nell’area del Fayum son particolarmente abbondanti: il culto del dio, infatti, continuerà a godere di particolare rilievo presso le diverse case regnanti, di cui, geograficamente parlando, sembra seguire le sorti; un gran numero di testimonianze giungono da El-Lahun, la città edificata per i funzionari, gli operai e i soldati impiegati nella costruzione del complesso funerario di Sesostri II. Nel villaggio son stati ritrovati oggetti quali tavole d’offerta, stele, statuette, probabilmente trafugati dalle tombe tra

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Cfr., per il sito di Menfi: Jaros-Deckert, (1987), vol. 1, Inventarnummer: ÄS 5048; Hein, Satzinger (1989), vol. 4, Inventarnummer: ÄS 145; per Saqqara: Borchardt (1925), pp. 81, 82 n° 526; per Heliopolis: Hein, Satzinger (1989), vol. 4, Inventarnummer: ÄS 170; per Meidum: Wallis Budge, E. A., Egyptian Sculptures in the British Museum, London 1914, p. 11, tav. XIII, n° 174; Schlögl, H. A., Der Gott Tatenen, Göttingen 1980, p. 20 n. 40;

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CG 387

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Borchardt (1925), pp. 6, 7, tav. 61; Quirke, S., The Temple in Ancient Egypt, New Discoveries and Recent Research, London 1997, p. 36

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Museo del Louvre E11053; cfr. Delange, E., Musée du Louvre, Catalogue des statues égyptiennes du Moyen Empire, Paris 1987, pp. 69-71

la fine della XII e l’inizio della XIII dinastia e riutilizzati dagli abitanti della città147

, tra cui non è raro trovare riferimenti a Ptah-Sokar, sia all’interno di formule d’offerta Htp di nswt148

, sia dopo l’appellativo “privilegiato presso”149.

Il dio compare generalmente nella forma sincretistica “Ptah-Sokar”; son venuta a conoscenza di un unico caso in cui è nominato da solo: si tratta di brevi lettere, probabilmente destinate ad essere copiate come esercizio, in cui viene citato Sokar; nell’intestazione di una di queste si legge:

“Il servo del waqf, Zashe, dice a Rensenb, v.f.s.! nel favore di Sokar a Tepsedemu”.

La posizione di tp-sDmw, che in questo contesto appare come luogo di culto in onore di Sokar, non è nota: il Griffith, che ha pubblicato le lettere, mette in evidenza solo che questo toponimo indicasse, nel “Papiro Geografico del Fayum”, un tempio di Min di Coptos situato attorno al lago della regione150, senza approfondire perché in questa occasione sia invece collegato a Sokar.

Il centro di El-Lahun è però importante soprattutto perché vi son state ritrovate le testimonianze più abbondanti riguardo alla celebrazione della festa di Sokar durante il Medio Regno: successione delle feste nel calendario egiziano151, papiri che testimoniano lo scambio

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Petrie, W. M. F., Kahun, Gurob and Hawara, London 1890, p. 31

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Che si ritrova, per esempio in una tavola d’offerta datata dal Petrie alla XII dinastia (Petrie (1890), p. 31, tav. XI, 14) o nella statua di basalto nero dell’officiale Sasobek, che invoca Ptah-Sokar e Sobek, signore di Sumenu (Borchardt (1925), p. 17, 18, n° 405, tav. 66).

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ne è un esempio una statuetta in calcare, di cui rimane solo la parte inferiore, nella quale il defunto, Nesnub figlio di Nefermer, è chiamato “Il privilegiato presso Ptah-Sokar” (UC 16721 cfr. Smith, H. S., Egyptian Sculpture – Archaic to Saite – From the Petrie Collection, London 1976, p. 112, n° 142; Petrie (1890), p. 31, tav. X, 65

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Griffith, F. LL., The Petrie papyri, Hieratic papyri from Kahun and Gurob (principally of the Middle Kingdom), London 1898, pp. 67-69, tav. XXVII; cfr. anche Zecchi, M., Geografia religiosa del Fayyum; Archeologia e storia della civiltà egiziana e del Vicino Oriente Antico. Materiali e studi 7, Imola 2001, p. 171

151

Schott, S., Altägyptische Festdaten, Mainz 1951, pp. 79-113; El-Sabban, S., Temple Festival Calendars of Ancient Egypt, Trowbridge, Wiltshire, UK 2000, p. 9

di doni in occasione della festa di Sokar152, elenchi di ballerini e artisti che partecipavano alla festività153.

L’unione sincretistica tra Sokar e Osiride, è certamente la ragione della particolare considerazione tenuta verso il dio (nominato generalmente insieme a Ptah e Osiride, molto raramente da solo) negli ex-voto di Abido154, dove, in seguito, a Sokar sarà dedicata un’area del tempio lì edificato da Sethi I.

Nell’area tebana, dove tanta importanza assumeranno durante il Nuovo Regno il culto di Sokar e la sua festa, sia nei templi funerari dei sovrani sia nelle tombe dei privati, durante il Medio Regno le attestazioni sono piuttosto scarse ma significative: i ritrovamenti più importanti sono il gruppo di dieci “writing board stelae”155, otto delle quali ritrovate nella necropoli dell’Asasif, due acquistate al mercato antiquario, risalenti al Medio Regno o al Secondo Periodo Intermedio156. Ciò che accomuna questi oggetti è soprattutto il grande rilievo accordato a Sokar, il quale viene rappresentato al di sopra delle offerte, nella consueta forma di falco appollaiato sulla barca-Henu; in sette delle tavolette egli è accompagnato da

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cfr. P. Berlin 10041r (AHG.30.232.1); P10053; P10443: Bleiberg, E., The Official Gift in Ancient Egypt, Norman and London 1996, pp. 74-81; Quirke (1997), pp. 30, 31

153

cfr. UC 32191; Griffith (1898), pp. 59,60 tav. XXIV, XXV; Collier, M., Quirke, S., The UCL Lahun Papyri: Accounts, Oxford 2006, pp. 92-96

154

Cfr. Simpson (1974), pp. 1-3; Hayes, W. C., The scepter of Egypt, from the earliest times to the end of the Middle Kingdom, New York 1953, pp. 236, 237; Hein, I., Satzinger, H., Stelen des Mittleren Reiches II, einschliesslich der I. und II. Zwischenzeit, in: Corpus Antiquitatum Aegyptiacarum. Lose- Blatt-Katalog Ägyptischer Altertümer. Kunsthistorisches Museum Wien, Ägyptisch-Orientalische Sammlung, Lieferung 7, Mainz/Rhein 1993, Inventarnummer: ÄS 5779.

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Si tratta di tavolette lignee probabilmente utilizzate, in un primo momento, come supporto scrittorio: presentano infatti tutte le caratteristiche (dimensioni, tipo di materiale, fori che dovevano servire per la sospensione e il trasporto) delle tavolette utilizzate dagli scribi; in un secondo tempo furono poi reimpiegate a scopo, probabilmente, funerario, dopo essere state coperte di gesso e dipinte con le scene convenzionali che mostrano il defunto in piedi, di fronte alla tavola o alla pila d’offerte, seguito da membri della sua famiglia.

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The Earl of Carnavon, Carter, H., Five years’ explorations at Thebes, London, New York, Toronto, Melbourne 1912, tav. 75; Hayes (1953), pp. 330, 331; Rosati, G., Stele-tavolette di Sokar: anticipazioni su una ricerca in corso, in: Aegyptus 87 (2007), pp. 33-44

una particolare formula, scritta in ieratico, il cui elemento caratteristico è la frase: iy.n iy.n m wiA skr, “È venuto, è venuto sulla barca di Sokar”.

Questi oggetti testimoniano come già prima del Nuovo Regno il dio fosse fatto oggetto, nella necropoli tebana, di un forte culto popolare, la cui particolarità consiste anche nel fatto che l’oggetto di tale devozione sia spesso solo Sokar e non una delle sue forme sincretistiche.

A Luxor è situata anche la tomba di Senet e di suo marito Antefoqer, che meglio verrà esaminata più avanti, dove Sokar è citato come patrono degli artigiani: l’interesse di queste iscrizioni consiste sia nel fatto che durante il Medio Regno le testimonianze che mostrano Sokar in questa veste sono piuttosto rare, sia nel fatto che, ancora una volta, il dio fosse citato non soltanto in relazione con Ptah, ma anche da solo157.

Sokar è nominato da solo anche su una stele infissa in un piedistallo, di proprietà del funzionario Senbef, acquistata sempre in area tebana, presso Medinet Habu; può essere datata forse alla XIII dinastia158. Qui il dio è chiamato “Sokar di MeseHte”, toponimo che ricorre solo in questa occasione e che non è localizzabile159.

La presenza di un culto esclusivo di Sokar in quest’area non può che suscitare una serie di interrogativi per la sua straordinarietà: dopo la fine dell’Antico Regno, i casi in cui Sokar viene citato da solo e non nelle forme Ptah-Sokar, Sokar-Osiride o Ptah-Sokar-Osiride son rarissimi, soprattutto al di fuori dell’area menfita; il culto di Sokar sembra uscire dai limiti di Menfi e diffondersi in ambito nazionale soprattutto per i suoi legami con Ptah e Osiride, mentre in area tebana sembra si faccia riferimento ad un culto più antico di Sokar, ancora indipendente e con caratteristiche che fan riferimento diretto all’Antico Regno (come il ruolo di dio-artigiano). È forse possibile che in quest’area, già durante l’Antico Regno, fosse installato un culto del dio, collegato magari alla capitale? Nessun ritrovamento ci consente, per ora, di affermarlo.

Un situazione simile si ritrova ad Elefantina nel Medio Regno: anche qui il dio Sokar godeva di un culto particolare; nel santuario di Heqaib son stati infatti ritrovati centinaia di oggetti,

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de Garis Davies, N., The Tomb of Antefoqer, vizier of Sesostris I, and his wife Senet, London 1920, p. 16, tav. X; Gunn, B., Notice of Recent Publication, in: JEA VI, (1920), pp. 298-300

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Bosticco, S., Le Stele Egiziane dall’Antico al Nuovo regno, I, Roma 1959, pp. 33-35, tav. 30, n° 2500 del Museo Egizio di Firenze

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tutti risalenti al Medio Regno160 e dedicati al divinizzato principe Heqaib, in cui spesso vengono menzionate divinità legate all’area menfita, la qual cosa ha fatto ipotizzare ad Habachi161 che la famiglia del principe fosse originaria proprio di quella zona. Sokar compare spesso anche nelle forme sincretistiche, ma non mancano i casi in cui è nominato da solo, quando è in rapporto alla sua festa e alla funzione di dio-artigiano.