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Analisi tra i CAV in città di centrosinistra e CAV in città di tradizione cattolica

I quattro Centri analizzati sono molto diversi l’uno con l’altro. Le differenze sono molto evidenti, sia nell’organizzazione, nei rapporti con l’amministrazione, la loro influenza sul territorio e per quanto riguarda l’influenza che ha il Movimento per la Vita su questi enti. Il CAV di Pisa è molto piccolo e conta sulla forza di pochi volontari, ma segue letteralmente la principale funzione ad essi designati dal Movimento: ostacolare il ricorso all’aborto. E’ molto forte nei rapporti con i medici obiettori presenti nell’ospedale cittadino, fornendo loro gestanti intenzionate ad abortire e che sono possibili da influenzare.

Il CAV di Firenze invece ha una grande storia alle spalle, dato che è stato il primo Centro nato in Toscana e in Italia, ancora prima che venisse adottata la Legge 194: la fondatrice Maria Cristina Ogier è molto conosciuta e celebrata nella città fiorentina e addirittura è stato aperto il processo di beatificazione. Il CAV di Prato invece ha una grande storia alle spalle, dato che è stato il secondo Centro nato in Toscana e in Italia, nato dal grande sostegno della cittadinanza che lo ha voluto fortemente e anche qui la Diocesi pratese ha dato il suo grande contributo. Il CAV di Lucca invece, fa parte, oltre al Movimento Per la Vita, anche all’Associazione Cristiana per la Famiglia ONLUS, una associazione che stata creata ed è gestita dalla Diocesi lucchese. In sintesi, solo il Centro Aiuto alla Vita di Pisa e il Centro di Prato “combattono” in prima linea il ricorso all’aborto. Anche il Centro pratese ha invece una grande rete di relazioni con obiettori in ospedale, medici generici e obiettori presenti anche nei consultori. I Centri di Lucca e Firenze invece sono più orientati all’accoglienza delle gestanti, gestanti che hanno già deciso con convinzione di tenere il bambino ma che ha bisogno di sostegno economico o di beni di prima necessità per il nascituro. Vediamo infatti che lo stesso Progetto Gemma,”adozione a distanza delle gestanti”, se ne avvalgono solo il Centro pisano e pratese.

Gli stessi rapporti con l’amministrazione comunale sono ben differenti: l’amministrazione pisana non ha alcun rapporto con il Centro Aiuto alla Vita di Pisa, la stessa casa di accoglienza per madri in difficoltà, la “Casa della Giovane”, è stata data in gestione ai servizi sociali statali, collaborando con ordini religiosi femminili, escludendo lo stesso CAV. Probabilmente l’inasprimento dei rapporti tra amministrazione comunale e Centro è dato dalla troppa estremizzazione dei valori etici di quest’ultimo, visto che oltre ad ostacolare la Legge 194, sono in conflitto con lo stesso consultorio ospedaliero

perché gli obiettori sono stati banditi dalla struttura, e allo stesso tempo continua una dura polemica contro gli stessi assistenti sociali, visti come “istigatori” all’aborto. Simile situazione è riscontrata a Lucca, in quanto il CAV, facente parte dell’associazione diocesana, porta avanti valori cattolici vicini più alla morale cristiana che alla “democristianità”, colore politico tradizionale dell’amministrazione lucchese.

Diversi invece sono i rapporti con l’amministrazione comunale fiorentina e pratese, in quanto i Centri Aiuto alla Vita di queste città contano sulla loro importanza storica e il loro radicamento nella società. L’amministrazione comunale fiorentina invece da sempre collabora con il Centro Aiuto alla Vita di Firenze dandogli in gestione la Casa di accoglienza “Casa e Vita”, con stretta collaborazione tra assistenti sociali statali e assistenti sociali forniti dal Movimento. Anche a Prato, il Comune il Centro collaborano a stretto contatto ed è stata concessa in gestione a quest’ultimo la casa d’accoglienza “Casa Aurora”. Lo stesso Centro è stato ristrutturato dal Comune e dalla Provincia di Prato, a dimostrazione della forte influenza ed importanza che ha nel territorio.

Il reclutamento, le risorse e i rapporti con i media sono gli stessi per tutti e quattro i Centri Aiuto alla Vita. Si cerca sostegno da parte di Diocesi, associazioni forti e contatto stretto con giornali e TV locali per pubblicizzare i loro eventi e sensibilizzazioni. I Centri sono gestiti grazie alle donazioni fatte dai simpatizzanti e/o tramite l’8X1000.

La “subculturalità” rossa della Toscana si fa viva soprattutto nell’ambito dell’istruzione, in quanto vediamo che in tutte e quattro le città, i Centri Aiuto alla Vita trovano difficoltà ad organizzare lezioni nelle scuole: anche il Centro di Prato, da sempre il più attivo nel gestire ed ottenere progetti educativi nelle scuole, ha perso il suo primato, non realizzando alcun progetto nell’anno scolastico di questo anno. I dirigenti scolastici vedono con diffidenza i progetti sostenuti dai CAV, dando invece spazio a un’educazione sessuale più laica, volta alla prevenzione e alla tolleranza all’omosessualità e al genderismo. Progetti gestiti da cooperative che collaborano con professionisti come medici e specialisti, non da volontari che seguono una morale teologica come nel caso degli attivisti MPV.

Altra differenza la troviamo nei rapporti tra i Centri e lo stesso Movimento Per la Vita. Come già enunciato, la realtà è ben diversa da quanto descritto dallo stesso Movimento, in quanto la maggior parte dei Centri Aiuto alla Vita operano in autonomia appoggiandosi ad autorità ecclesiastiche o altre associazioni di volontariato, tenendo contatti con il

Movimento solo per eventi politici-culturali e occasioni di sensibilizzazione come per esempio la Giornata Per la Vita o la Marcia per la Vita. Il rapporto, come vediamo, con i Centri storici di Firenze e Prato, anche se idilliaco non è estremamente forte come viene invece descritto dalle fonti del Movimento. Il Centro e il Movimento sono due entità diverse e che operano in maniera indipendente, ma hanno un filo sottile che li lega: il senso di appartenenza, l’identità collettiva, fatta di valori cristiani ed obiettivi comuni. Il Centro pisano ha contatti con il Movimento Per la Vita con sede a Livorno, ma sono rapporti di collaborazione sporadici. Il CAV di Lucca invece ha rapporti quasi inesistenti con il Movimento e ne polemizza la linea troppo politica che esso ha intrapreso negli ultimi anni, lontana dai valori cristiani come la carità.

In generale, i Centri analizzati sostengono i medici obiettori, che sono visti come persone “più umane” rispetto ai medici che scelgono di dare un servizio alle gestanti mettendo in pratica una legge statale. L’obiezione è vista come un diritto di scelta del medico e quindi non dovrebbe essere osteggiata. Il diritto di scelta spettante alla madre è invece sbagliato, perché solo Dio può decidere della vita e della morte degli individui. I consultori invece sono visti in maniera negativa: esiste la credenza comune che siano solo strutture abortive, senza dare alcun servizio professionale e deontologico alla donna. Per il CAV di Firenze inoltre, sono addirittura strutture inutili e tenute in piedi dallo Stato senza alcun motivo. Il CAV di Lucca invece rimane più neutrale riguardo ai consultori, non sentendosi in diritto di obbligare una gestante ad abortire.

Analoga credenza è che la Legge 194 e la RU486 stimolino le donne a non dare peso a una possibile gravidanza e alla presenza di una vita umana, visto che può essere “cancellata” da una pillola o da un intervento. Soprattutto il CAV pratese è completamente contro la Legge 194, e colpevolizza la Regione perché la userebbe a suo piacimento. Il CAV lucchese invece sottolinea l’importanza di dare un’alternativa alla gestante, polemizzando sul fatto che la maternità non è realmente tutelata in Italia. I Centri sono convinti che la Legge 194 non sia seguita in tutti i suoi elementi dalla Regione e dagli stessi enti sanitari, rendendo ancora più facile abortire, cosa che invece non si riscontra dai dati ISTAT e dalle polemiche rivolte dal Consiglio d’Europa all’Italia.

Il ruolo della leadership di Carlo Casini è in generale positiva: il Centro Aiuto alla Vita di Pisa non dà opinioni a riguardo anche se nel complesso risulta che ci sia una buona opinione del Presidente MPV. Il Centro fiorentino e quello pratese, precursori del

Movimento, sono molto legati ad egli, sostengono il suo ruolo e il salto avanti che ha fatto fare al Movimento, diventando importante anche nelle scelte politiche europee grazie al lavoro che Casini ha svolto da europarlamentare. Solo il CAV di Lucca risulta polemico nel giudizio sul Presidente, rimanendo in linea con la polemica rivolta allo stesso Movimento e ai loro rapporti inesistenti.