5. I CAV in città di tradizione progressista: Pisa e Firenze
5.3. Uguaglianze e differenze
Il Centro Aiuto alla Vita di Pisa e quello di Firenze sono qui analizzati nello stesso capitolo perché si trovano in due città con una tradizione progressista importante. Le differenze però sono molto evidenti, sia nell’organizzazione, nei rapporti con l’amministrazione e la loro influenza sul territorio. Il CAV di Pisa è molto piccolo e conta sulla forza di pochi volontari, ma è molto forte nei rapporti con i medici obiettori presenti nell’ospedale cittadino, che forniscono loro gestanti intenzionate ad abortire e che sono possibili da influenzare. Il CAV di Firenze invece ha una grande storia alle spalle, dato che è stato il primo Centro nato in Toscana e in Italia, ancora prima che venisse adottata la Legge 194: la fondatrice Maria Cristina Ogier è molto conosciuta e celebrata nella città fiorentina e addirittura è stato aperto il processo di beatificazione. Entrambi i Centri hanno a che fare soprattutto con gestanti e madri di minoranze etniche, fasce più deboli della società. Come accennato prima, è importante precisare una grande differenza tra i Centri: il CAV di Pisa nonostante sia piccolo e poco organizzato, porta avanti la funzione principale del Movimento Per la Vita, quello di ostacolare il ricorso all’aborto, collaborando a stretto contatto con i medici obiettori, essere onnipresenti in ospedale per poter avvicinare gestanti che sono intenzionate a richiedere l’IVG. Lo stesso Centro è posizionato in modo strategico vicino all’ospedale, in modo di facilitare il “reclutamento”. Il Centro Aiuto alla Vita di Firenze invece, nonostante la sua grande tradizione storica, da anni invece si è “specializzato” nella sola accoglienza alla gestante, gestante che ha già deciso con convinzione di tenere il bambino ma che ha bisogno di sostegno economico o di beni necessari per il bambino. Lo stesso Progetto Gemma è più seguito dal CAV pisano in quanto mezzo importantissimo per convincere le gestanti a non abortire: il CAV fiorentino invece utilizza questo strumento poche volte, in quanto le gestanti si rivolgono loro con l’intenzione di tenere il bambino e il Centro offre loro aiuti diversi, come per esempio servizi in collaborazione con altre associazioni.
Gli stessi rapporti con l’amministrazione comunale sono ben differenti: l’amministrazione pisana non ha alcun rapporto con il Centro Aiuto alla Vita di Pisa, la stessa casa di accoglienza per madri in difficoltà, la “Casa della Giovane”, è stata data in gestione ai servizi sociali statali, collaborando con ordini religiosi femminili, escludendo lo stesso CAV. Probabilmente l’inasprimento dei rapporti tra amministrazione comunale e Centro è dato dalla troppa estremizzazione dei valori etici di quest’ultimo, visto che ostacolano da molto la Legge 194, sono in conflitto con lo stesso consultorio ospedaliero
perché gli obiettori sono stati banditi dalla struttura, e allo stesso tempo continua una grande polemica contro gli stessi assistenti sociali, visti come “istigatori” all’aborto. L’amministrazione comunale fiorentina invece da sempre collabora con il Centro Aiuto alla Vita di Firenze, probabilmente forte anche della sua tradizione storica nel volontariato, dandogli in gestione la Casa di accoglienza “Casa e Vita”, con stretta collaborazione tra assistenti sociali statali e assistenti sociali forniti dal Movimento, in modo di limitare le spese del mantenimento della Casa.
Discutibile è invece il ruolo ricoperto dallo stesso Movimento Per la Vita: a parte l’eccezione fatta da Firenze, che è stato il primo Centro italiano e dal quale è nato lo stesso MPV, i Centri Aiuto alla Vita operano in autonomia appoggiandosi ad autorità ecclesiastiche o altre associazioni di volontariato, tenendo contatti con i Movimenti sono per eventi politici-culturali e occasioni di sensibilizzazione come per esempio la Giornata Per la Vita o la Marcia per la Vita. Il Centro pisano ha contatti con il Movimento Per la Vita che ha sede a Livorno, ma non perché sussiste una divisione territoriale entro il quale ogni Movimento gestisce l’attivismo, ma solo perché il Movimento livornese è il più vicino a livello territoriale e quindi per qualsiasi situazione o problema nel tempo si sono sviluppati rapporti di collaborazione. Non esiste quindi una gerarchia o divisione provinciale dove ogni CAV possa rispondere a una sede del Movimento.
Entrambi i Centri hanno problemi nell’organizzare progetti nelle scuole: il Centro Aiuto alla Vita di Pisa per questioni di mancanza di volontari, il Centro fiorentino invece per diffidenza da parte dei dirigenti scolastici, più aperti nell’introdurre un’educazione sessuale laica, e non influenzata da dettami religiosi. L’educazione sessuale è, secondo i Centri, gestita in maniera sbagliata, perché troppo aperta all’omosessualità e al genderismo, non ha valore formativo. La stessa “prevenzione”, per la “classica” educazione sessuale consisterebbe nella spiegazione dell’utilizzo dei contraccettivi e della possibilità di aborto, per i Centri invece la prevenzione consiste nel rispetto alla vita e quindi al riconoscimento del feto come essere umano.
Per quanto riguarda entrambi i Centri, essi sostengono i medici obiettori, che sono visti come persone “più umane” rispetto ai medici che scelgono di dare un servizio alle gestanti mettendo in pratica una legge statale. L’obiezione è vista come un diritto di scelta del medico e quindi non dovrebbe essere osteggiata. Il diritto di scelta spettante alla madre è invece sbagliato, perché solo Dio può decidere della vita e della morte degli individui. I consultori invece sono visti in maniera negativa: esiste la credenza comune
che siano solo strutture abortive, senza dare alcun servizio professionale e deontologico alla donna. Per il CAV di Firenze inoltre, sono addirittura strutture inutili e tenute in piedi dallo Stato senza alcun motivo.
Per quanto riguarda la figura di Carlo Casini, il Centro Aiuto alla Vita di Pisa non dà opinioni a riguardo anche se in generale risulta che ci sia una buona opinione del Presidente MPV; il Centro fiorentino, molto legato a esso, sostiene il suo ruolo e il salto avanti che ha fatto fare al Movimento, diventando importante anche nelle scelte politiche europee grazie al lavoro che Casini ha svolto da europarlamentare.
5.4. Conclusioni
In questo capitolo sono state analizzate le realtà in città come Pisa e Firenze, con le differenti organizzazioni dei Centri, il loro rapporto con un’amministrazione comunale di tradizione di centrosinistra, con il Movimento Per la Vita stesso e le varie considerazioni sull’obiezione di coscienza, Legge 194 e il ruolo di Carlo Casini come Presidente MPV. Dopodiché sono state sottolineate le differenze e uguaglianze tra i due Centri, in modo da focalizzare l’attenzione sulle tematiche fondamentali dell’attivismo.
Nel successivo capitolo sarà ripetuta un’analoga analisi per i Centri Aiuto alla Vita di Lucca e di Prato, città molto simili in quanto presente un’autorità ecclesiastica forte e una cittadinanza molto sensibile ai dettami cattolici.