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4. I movimenti pro life

4.2. Attivismo sul territorio

Questi movimenti pro-life hanno il completo appoggio da parte del Vaticano e dalle forze politiche di centro destra, soprattutto dagli ex membri della DC. Lo stesso Carlo Casini, Presidente del MPV, ex esponente della DC e ora in UDC, è docente di diritti umani e bioetica presso l'Ateneo pontificio Regina Apostolorum ed è membro della Pontificia Accademia per la vita. Sul territorio, numerosi amministratori locali sono simpatizzanti dei movimenti pro-life, dando loro carta bianca per l’attivismo, anche se spesso si rivela profondamente provocatorio.

Nel dicembre del 1991, il movimento aquilano Armata Bianca, “braccio” del MPV, col beneplacito del sindaco e il pieno avallo dell’arcivescovo, eresse nel cimitero un monumento ai “bambini mai nati”. Allora sembrò quasi una scena folkloristica, invece era il primo segnale di un’escalation antiabortista che negli ultimi tempi è diventata impressionante.

Nel 1997 l’assessore regionale piemontese alla Sanità autorizzò un’associazione antiabortista di Novara ad organizzare un macabro “funerale dei feti”, ogni fine mese. Il 16 dicembre 1999 il giudice tutelare, sotto le pressioni delle gerarchie cattoliche che ne hanno fatto un caso nazionale, decise di revocare la decisione precedentemente presa dal tutore di far abortire una tredicenne psicolabile di Pozzallo, violentata dal padre.

                                                                                                                         

91 CASINI C., 2008, A trent’anni dalla Legge 194 sull’interruzione volontaria della gravidanza, Edizione Cantagalli,

Nella notte tra il 28 e il 29 dicembre dello stesso anno, al pronto soccorso dell’ospedale S. Camillo di Roma, membri del MPV entrarono nel nosocomio, facendosi largo con la forza tra il personale, allo scopo di bloccare un intervento urgente per l’interruzione della gravidanza di un’altra tredicenne, regolarmente ricoverata con l’autorizzazione del giudice tutelare: per allontanarli servì l’intervento delle guardie giurate.

Nell’aprile 2000 in una scuola di Bolzano, una professoressa di religione portò in classe dei feti di plastica, in presenza di esponenti di un’organizzazione antiabortista, costringendo le alunne a giurare sulla loro castità presente e futura.

Il 7 agosto a Battipaglia (provincia di Salerno), il sindaco inaugurò ufficialmente un “monumento alla vita”, definendo il locale ospedale “l’abortificio cittadino”92.

L’ex presidente della Regione Lazio, poi ministro della Sanità nel Governo Berlusconi III, Francesco Storace, attraverso una serie di diversi interventi restrittivi, tentò di rendere praticamente inapplicabile la Legge nella sua Regione.

Nel novembre 2005 proprio Storace diede nuova linfa alla lotta antiabortista, “minacciando” di inviare nei consultori i volontari del Movimento per la Vita. La proposta piacque all'UDC che, nella rincorsa al sostegno vaticano, propose un’indagine parlamentare conoscitiva sull'attuazione della legge 194, autorizzata poi in tempi-record dal Presidente della Camera dei Deputati Pierferdinando Casini (leader della stessa UDC)93. Nel 2010, dopo la vittoria elettorale del centrodestra nelle elezioni amministrative, il tentativo di depotenziare la legge già avviato da regioni come la Lombardia (le cui linee guida fortemente reazionarie sono state bocciate dal TAR) e il Veneto, fu ulteriormente esteso ad altre realtà, come il Lazio o il Piemonte, cercando di intervenire sui consultori e introducendo volontari MPV negli ospedali.

Ad oggi l’attuale governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti, ha dichiarato guerra ai medici che obiettano contro l’aborto. Il Decreto Linee di indirizzo regionali per le attività dei Consultori Familiari del 12/05/2014, applica alla lettera la legge 194/78 sottolineando che il personale operante nel consultorio familiare deve svolgere attività di attestazione dello stato di gravidanza, certificazione attestante la richiesta inoltrata dalla donna di effettuare IVG e il dovere di garantire le cure nei consultori riguarda anche la contraccezione. Sembra una banalità, ma non lo è affatto per una regione come il Lazio                                                                                                                          

92 Sito di Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti: www.uaar.it 93 Ibidem.  

dove gli obiettori di coscienza sono il 90% dei medici e che al posto delle informazioni sulla contraccezione si trovano, nei consultori, i volantini-shock del Movimento Per la Vita; in un sistema in cui i ginecologi arrivano a negare anche solo un'indicazione sul percorso e le strutture disponibili.

Negli ultimi anni le gerarchie vaticane hanno aumentato la loro vicinanza al Movimento, indirizzandoli secondo le proprie opinioni e intervenendo, continuamente e deliberatamente, sulla scena politica al fine di ottenere quanto da loro richiesto, affinché sia applicato a tutta la popolazione.

All’estero questo interventismo ha già suscitato polemiche: in Germania il Vaticano è intervenuto per vietare ai consultori cattolici il rilascio del certificato necessario per legge per abortire. In Polonia, il governo filo-papale ha nuovamente limitato l’interruzione di gravidanza, ripristinata nel 1993 dal precedente governo.

I vescovi sono anche intervenuti affinché la carta dei diritti fondamentali dei cittadini dell’Unione Europea contenesse un articolo sul “rispetto del diritto alla vita dal suo inizio alla sua fine naturale”, al fine di rendere illegali le leggi nazionali su aborto ed eutanasia. Con la canonizzazione di Papa Giovanni Paolo II, Papa Francesco ha accolto il “popolo della vita”. MPV si è scagliato contro “un’insistita richiesta del matrimonio e dell’adozione di minori da parte di coppie omosessuali e dalla redazione e diffusione di documenti dell’UNAR94 su un’educazione sessuale nelle scuole di ogni ordine e grado, fino agli asili, per rimuovere i giudizi stereotipati sulla sessualità e introdurre una valutazione positiva dei comportamenti delle persone LGBT95”. Il presidente MPV Casini ha definito queste campagne “estremamente pericolose”, chiedendo di opporvisi ad ogni livello per difendere la famiglia e la vita.

Inoltre nell’incontro con il Papa, MPV ha ricordato la conclusione positiva dell’iniziativa europea “Uno di Noi”. Il Trattato di Lisbona prevede che almeno un milione di cittadini europei appartenenti ad almeno sette Stati possano ottenere una discussione con la loro partecipazione dinanzi alle istituzioni europee. E’ stata quindi presentata la domanda affinché ogni essere umano sia riconosciuto come "uno di noi" fin dal concepimento in ogni azione svolta direttamente dall'Unione europea. L'Italia è risultata il paese europeo più sensibile al tema della difesa dell'embrione umano, raggiungendo il totale di 631mila                                                                                                                          

94 UNAR: Ufficio nazionale antidiscriminazione razziale, www.unar.it 95 LGBT: lesbiche, gay, bisessuali e transgender.  

firme, cioè oltre un terzo del totale convalidato dalla Unione europea. Un vero successo, confermato dalle oltre 150mila firme italiane giunte dopo la scadenza dei termini e quindi non consegnate, a conferma della forte convinzione popolare che il valore della vita umana non sia barattabile o manipolabile. “Uno Di Noi” è stata, sinora, l'iniziativa che ha raccolto il maggior numero di firme valide (quel milione e 721mila 626 di cui si diceva sopra), seguita al secondo posto dalla campagna sul “diritto all'acqua” che ha totalizzato 1.667.000 firme e al terzo dalla petizione contro la vivisezione che è invece arrivata a 1.326.807 adesioni.

Già da marzo in un’aula del Parlamento europeo, più di trenta Movimenti per la Vita in rappresentanza di 21 Paesi dell'Unione europea, si sono riuniti ed hanno formalmente costituito il Comitato promotore dell'iniziativa europea. L’iniziativa si oppone all’utilizzo dell’embrione per l’evoluzione scientifica, collocato in una provetta, congelata e quindi al di fuori dal corpo della donna. La Commissione UE però ha deciso di non presentare una proposta legislativa per la protezione dell'embrione nei settori di competenza UE. Gli Stati membri e il Parlamento europeo hanno deciso di continuare a finanziare la ricerca in questo settore per una ragione: le cellule staminali embrionali sono uniche e servono per cure che possono salvare la vita e per le quali sono già in corso sperimentazioni cliniche. La Commissione ha aggiunto che continuerà ad applicare le rigorose norme etiche e le restrizioni vigenti per la ricerca finanziata dall'UE, fra cui il divieto di finanziare la distruzione di embrioni. Il Comitato promotore dell’iniziativa ha dichiarato che presenterà ricorso presso la Corte di Lussemburgo, in quanto ritiene veto ingiustificato che ignora l'oggetto stesso della richiesta. MPV ha assicurato che riprenderà le fila della mobilitazione.