6. I CAV in città di tradizione cattolica: Lucca e Prato
6.2. Il Centro Aiuto alla Vita di Prato
IL Centro Aiuto alla Vita di Prato è situato nel centro cittadino, in un ex monastero. La Presidente del CAV è Patrizia, pensionata che si è sempre dedicata al volontariato. E’ entrata in contatto con il Movimento per la Vita di Prato grazie alle loro visite nelle parrocchie, nell’intento di cercare nuovi volontari per il Centro.
Il Centro è composto dalla sede ex monastero, che ha la funzione di “centro d’ascolto”, al quale fanno riferimento gli assistenti sociali e si occupa dell’accogliere le madri, e la Casa Aurora, casa di accoglienza per madri che non hanno un alloggio. Il centro è aperto per accogliere le madri in difficoltà il lunedì e martedì pomeriggio, giovedì e venerdì mattina. I volontari sono attivi anche il mercoledì che è il giorno della distribuzione di corredini, vestitini e giocattoli. I vestitini per i bambini sono usati e regalati dai cittadini pratesi: i volontari selezionano i vestiti e li lavano e disinfettano, in modo che la distribuzione alle mamme sia veloce. Il CAV inoltre rilascia alle madri una “tessera neonato”, perché il Centro da 4-5 anni collabora con la Caritas per l’“emporio della solidarietà”, una specie di supermercato dove le madri con la tessera possono prendere
239 Intervista alla presidente del Centro Per la Vita di Lucca e alla coordinatrice dell’ACF, 17/11/2014. 240 Ibidem.
ciò di cui hanno bisogno: può scegliere la quantità che le serve tra pannolini e omogeneizzati, senza una quantità stabilità come invece avviene di solito nei Centri. Vengono poi fatti servizi di babysitting e di accompagnamento per madri sole, se devono andare a visite mediche o altre commissione: “per esempio una mamma ha partorito due gemellini e ha già un bambino di un anno e mezzo, quindi in questo momento, non solo sono stati 4-5 giorni di ospedale, ma sono anche piccolini e lei dovrà stare dietro a questi bambini su e giù dall’ospedale e quindi gli diamo una mano. Anche d’estate quando chiudono gli asili nido, noi facciamo anche questo, non solo per le ospiti della Casa ma anche a mamme che fanno sempre riferimento al Centro”241.
Le madri accolte dal Centro sono all’80% immigrate, anche se la percentuale di italiane sta aumentando perché molte famiglie stanno perdendo il lavoro.
Per diventare volontari, anche nel CAV pratese viene sostenuto un colloquio per “verificare se la persona è in linea con i principi del CAV, perché per la vita sono tutte le persone, se ci parli ti dicono “ per carità, l’aborto? Assolutamente no”, però per alcune situazioni, come una donna ha subito violenze, ecco.. noi dobbiamo capire se la persona in questo caso è favorevole all’aborto, a noi non ci va più bene. Se non c’è la condivisione di questi obiettivi, noi dobbiamo verificarlo. Gli chiediamo se le sembra giusto la 194, se è giusto che ci sia questa possibilità, se le sembra giusto scegliere, ecco..noi siamo per la vita sempre e comunque..perché a volte uno si può accostare e non aver potuto approfondire, noi le persone non le mandiamo via, li diamo delle dispense, sono delle dispense di incontri che noi facciamo durante l’anno, in modo che la persona anche se lì per lì ha manifestato una possibilità in quella situazione “meglio che il bambino non nasca”, li diamo da leggere queste cose perché ci rifletta, se poi questa rimane sulla sua posizione per carità..ecco..noi vogliamo essere certi che..perché in ogni minuto può capitare qualsiasi situazione, può capitare che la ragazzina che ha subito violenza, la mamma che è al quarto-terzo figlio e gli fanno una diagnosi che questo bambino nascerà con problemi..”242. Quindi il colloquio sostenuto nel Centro Aiuto alla Vita di Prato è molto preciso e dettagliato, con domande precise sulla Legge 194 e su come l’aspirante volontario si pone dinanzi a diverse situazioni, per vedere se rifiuta l’aborto in qualsiasi circostanza. Se non del tutto convinto nel rifiutare l’aborto in tutte le situazioni possibili, l’aspirante volontario è portato sulla “retta via” tramite delle dispense
241 Intervista alla presidente del Centro Per la Vita di Prato, 27/11/2014. 242 Ibidem.
molto convincenti su quanto sia sbagliato il diritto di scelta, in quanto solo Dio può dare la vita o la morte. Una volta che il volontario è “ideologizzato”, il Consiglio Direttivo ne approva l’arruolamento: “c’è la legge del volontariato 266243, deve essere coperto da assicurazione, abbiamo un libro soci che è firmato dalla Regione Toscana, perche siamo iscritti all’albo regionale, facciamo l’iscrizione della persona, la persona non deve pagare niente, automaticamente noi abbiamo una polizza dove tutte le persone sono registrate in questo libro soci sono coperte dall’assicurazione per conto terzi e infortuni”244. I volontari iniziano con servizi di piccola entità, poi i compiti vengono assegnati ai volontari a seconda del tempo cui posso dedicare al Centro e secondo le loro inclinazioni.
Il CAV è nato nel 1977 ed è stato il secondo Centro nato sia in Toscana che in Italia, dopo quello di Firenze, nato neanche un anno prima. Prima è nato il Centro, poi si è formato il Movimento Per la Vita come movimento culturale, che “curava l’aspetto di relazioni con gli enti pubblici, il punto di vista politico, culturale, nelle scuole. Il Centro è quello che ha l’azione diretta con la mamma che ha bisogno, mentre il Movimento no, ha l’aspetto più culturale. Però sia il Centro sia il Movimento fanno parte della Federazione nazionale dei movimenti e dei Centri Aiuto alla Vita. Ancora non era stata approvata la 194, allora quel che era allora il vescovo, Monsignor Fiordelli promosse una marcia e parteciparono 6mila persone per manifestare, per essere contro l’aborto, però purtroppo la legge è passata lo stesso e il vescovo disse “allora da domani a Prato ci sarà un punto di riferimento per quelle donne che aspettano un bambino e sono in difficoltà e sarà il Centro Aiuto alla Vita”. Ecco, noi siamo nati così, in questo contesto”245. Fu quindi proprio il vescovo di Prato a volere che si formasse anche in città il Centro, seguendo le orme della città fiorentina. I cittadini pratesi, di tradizione cattolica praticante, insieme ad una potente influenza apparato ecclesiastico, si batterono con forza contro le cliniche abortiste e l’iniziativa legislativa sulla Legge 194. La stessa sede del CAV è in un vecchio convento e in comodato d’uso gratuito da parte della diocesi. Anche la stessa Casa Aurora è della diocesi: “anzi prima ospitava il dormitorio notturno della Pira.. siccome era in condizioni..andava ristrutturata allora la diocesi insieme alla
243 Legge 266/91, legge quadro sul volontariato.
244 Intervista alla presidente del Centro Per la Vita di Prato, 27/11/2014. 245 Ibidem.
Caritas ha fatto un progetto per ristrutturarla, e lì c’hanno investito il Comune, la Provincia, proprio per fare una casa per accogliere donne e bambini in difficoltà”246. Il Comune aiuta economicamente il Centro perché la Casa di accoglienza per legge deve essere gestita da dipendenti stipendiati. Inoltre i servizi di tutto il complesso del CAV è offerto gratuitamente e comunque ci sono delle spese per mantenere tutto il sistema attivo. “Per il momento ce la stiamo facendo di sostituire operatori con i volontari, quindi un bel giro di volontarie di mattina, di pomeriggio, una volontaria dorme fissa lì, il giorno lavora e di notte sta lì, perché è giusto che in una casa ci sia sempre una presenza. Quindi siccome spendiamo un po’ meno perché cerchiamo di coprire tutto con forze volontarie”247. Il CAV è molto sostenuto dalla cittadinanza pratese “c’è molta sensibilità, nonostante la crisi c’è sempre posto per pensare ai bambini”. La stessa struttura è stata completamente ristrutturata da club privati oltre che dalla diocesi, Caritas nazionale, Fondazione Cassa di Risparmio, la Provincia e il Comune di Prato con il quale collaborano con gli assistenti sociali del servizio sociale comunale: “anche i servizi sociali hanno grossi problemi nel trovare posti per le mamme, in tutte, veramente tutte, ci sono delle rette e purtroppo le risorse sono quelle che sono e non ci si possono permettere, e quindi quando c’è possibilità di avere un posto gratuito, anche se ci danno un rimborso spese, diciamo una tantum all’anno, che a noi serve per pagare le spese del riscaldamento”248.
Per far conoscere il Centro, viene fatto volantinaggio, anche per contrastare la figura del consultorio ospedaliero, spesso consigliato dai medici: “noi abbiamo mandato volantini, lettere ai medici generici, perché anche loro possono rilasciare il certificato medico per l’IVG, quindi dicendo loro che se si presenta una donna in difficoltà, di dirgli che c’è questa possibilità di aiuto. E i consultori e i medici, qualcuno lo dice, altri medici invece dicono “guardi, io non ti faccio la certificazione, però se tu vuoi andare c’è il consultorio”. Ma se il consultorio non fanno presente che c’è questa possibilità, la scelta a volte diventa a senso unico”249. Il CAV quindi vorrebbe che tutti i medici ponessero alle gestanti anche l’opzione antiabortiva del Centro, in modo che quest’ultimo possa esercitare la propria funzione di persuasione. I volantini vengono esposti anche sui mezzi pubblici e vengono tradotti in 4 lingue, in modo che sia comprensibile a tutte le
246 Intervista alla presidente del Centro Per la Vita di Prato, 27/11/2014. 247 Ibidem.
248 Ibidem. 249 Ibidem.
minoranze etniche della città. Il volantinaggio viene fatto anche in tutte le parrocchie di Prato e partecipano alla Giornata per la Vita, con grande sostegno delle autorità ecclesiastiche, per raccogliere fondi “offriamo delle piantine di giacinti e primule, perché sono il significato della nuova vita che nasce, questo è sempre la prima domenica di febbraio a livello nazionale. Poi durante l’anno sì, andiamo alla Versiliana a fare una giornata di sensibilizzazione e in più delle nostre volontarie creano dei lavoretti, ricami, cose varie, anche questo per farci conoscere, si va sempre di pari passo perché abbiamo bisogno di fondi”250. Il CAV organizza anche il mercatino di Natale e partecipano a fiere ed altri eventi sul territorio, per cogliere tutte le occasioni per sensibilizzazione e pubblicità.
L’attivismo è forte nelle parrocchie, nelle quali seguono gruppi al catechismo, fanno incontri con gli scouts, e diverse iniziative sono portate avanti con le scuole, lavorando anche con altre associazioni: “in questi ultimi anni abbiamo fatto percorsi insieme al CESVOT251, “scuola volontariato”. Questo progetto aveva lo scopo di far conoscere ai
ragazzi il volontariato, quindi tutte le associazioni di volontariato, c’erano tutte, da caccia e pesca diciamo a questi dove ci sono problemi e temi molto importanti. E’ stata un’esperienza positiva, quest’anno ancora non è partita, quindi quando c’è la possibilità di partecipare a qualche progetto, non solo fatto da noi, dove si può entrare si cerca di entrare”252. I contatti con le insegnanti di religione sono molto stretti, dato che molte sono anche volontarie del CAV, quindi i progetti nelle scuole per “educare” i ragazzi sono sempre pronti, come hanno l’approvazione da parte dei dirigenti scolastici. L’educazione sessuale non è vista in maniera favorevole, a parere del Centro è migliore l’educazione all’affettività, perché più dignitosa, portando avanti il rispetto alla vita e i valori morali cristiani, evitando spiegazioni “blasfeme” su contraccettivi “pseudo abortivi”.
Gli stessi rapporti con la Provincia di Prato e l’amministrazione comunale sono molto buoni e lo sono sempre stati, da quando il Centro Aiuto alla Vita nacque nella città. Prato ha sempre avuto dal dopoguerra, un’amministrazione di sinistra con un PCI molto forte, ma molto vicino alla parte cattolica. Il “colore” politico dell’amministrazione comunale pratese è cambiato solo per una legislazione: nel 2009 le elezioni sono vinte dal Popolo delle Libertà, forte del sostegno di Lega Nord, come reazione all’insofferenza dei pratesi
250 Intervista alla presidente del Centro Per la Vita di Prato, 27/11/2014. 251 CESVOT: Centro Servizi Volontariato Toscana.
per la troppa multi etnicità della città. La collaborazione è stretta e gli stessi assessori visitano il Centro per essere sempre informati sull’andamento e le esigenze della struttura: “noi siamo un’associazione apartitica naturalmente, ma con noi si trovano bene sinistra e destra, come CAV, come c’è stata l’amministrazione di destra o ora, di sinistra, per tanti anni c’è stata di destra, c’è stata sempre una buona collaborazione, per il servizio che si fa. E’ sempre stato apprezzato. Ora finché c’era la Provincia, non per nulla per ristrutturare la Casa hanno dato molto”253.
Le richieste per il Progetto Gemma vengono fatte spesso, e nel caso che questa venga rifiutata, vengono attivati progetti “speciali”, come già visto nel caso del Centro Aiuto alla Vita di Pisa: “diamo un contributo per 18 mesi e lo diamo direttamente noi, formalmente non ci si sostituisce al Progetto Gemma, però concretamente sì, perché quella mamma grazie al nostro contributo..si fa l’incontro e se la mamma è decisa a portare avanti la gravidanza.. o che venga dal Progetto Gemma o da noi..”254. I “progetti
speciali” vengono attivati allo stesso modo dei progetti Gemma: sulla città di Prato si cercano “adottanti”, persone che decidono di effettuare questa specie di adozione a distanza dei bambini per tutto il primo anno di vita del piccolo, e di conseguenza anche la madre ha una sicurezza di avere aiuti post parto.
Riguardo alla RU486, il CAV pratese, ovviamente si è schierato contro la sua adozione in Toscana, e portano avanti la credenza degli “effetti collaterali” del farmaco, per cercare di impedirne l’utilizzo: “noi abbiamo l’esperienza di una ragazza di 16 anni che chiaramente voleva abortire ed ha abortito con questo metodo, però la sua esperienza, l’abbiamo anche riportata su un giornale, è stata tremenda e sta male ancora, perché si è trovata al buio, anche se aveva il consenso della famiglia, non ha fatto da sola, però dice che si è trovata da sola, a soffrire immensamente e questo è l’effetto dell’aborto. Poi le è rimasto un vuoto dentro e vedeva tutto nero, per molto tempo, questa ragazza è ancora in cura da uno psicologo a distanza di 2 anni, vedeva morti da tutte le parti”255. La Presidente del CAV Patrizia, inoltre polemizza sul fatto che la ragazza non è stata trattenuta in ospedale: “perché poi ti dicono “prendi la pillola, vai a casa” poi l’hanno tenuta lì 2 ore, questo è proprio il modo..oltre il fatto di aver abortito. Hanno poi richiamato questa ragazza per una visita di controllo e poi basta”256. Questo è inesatto,
253 Intervista alla presidente del Centro Per la Vita di Prato, 27/11/2014 254 Ibidem.
255 Ibidem. 256 Ibidem.
perché in Toscana è effettuato il ricovero day hospital per la somministrazione della RU486 e c’è la possibilità, se richiesta dalla paziente, di poter tornare a casa evitando il ricovero, rimanendo sotto controllo per qualsiasi emergenza o effetto collaterale.
Il Centro Aiuto alla Vita di Prato è inoltre contrario alla pillola del giorno dopo, perché è vista come pillola abortiva. Nel 2013 per la Giornata per la Vita, è stata organizzata una conferenza, in collaborazione con il Movimento per la Vita di Padova: “facemmo una conferenza con il dottor Mozzanega 257 su un argomento un po’ spinoso, la pillola del giorno dopo. E quindi lo facemmo nel palazzo vescovile e per quel’occasione la stampa fu pienamente coinvolta, ci fu una bella discussione, dei begli articoli..perché chiaramente l’ente pubblico si sentiva un po’..ora c’è una grande confusione purtroppo, perché ci sono tantissimi interessi, perché adesso è stata dichiarata contraccettivo, ma non lo è, perché non si sa se una persona ha concepito o meno, ma se ha concepito chiaramente la gravidanza non va a avanti..lo fai pur sapendo..dici “non so se ho concepito ma lo faccio lo stesso” perche ti vuoi assicurare che il bambino non venga avanti. Ma è scientificamente provato che a seconda del periodo che viene presa, o ha l’azione, se una la prende prima dell’ovulazione ha l’azione di allungare quel periodo e allora non può neanche concepire, ma tu non lo sai, tu puoi prenderla che l’ovulazione è avvenuta e tu puoi avere concepito, quindi c’è questa..siccome gli enti pubblici e chi governa sui farmaci ha degli interessi, quindi conviene passarlo come contraccettivo, ma questo scienziato, questo professore che chiamammo, è dell’università tuttora di Padova, siccome lui è un ricercatore scientifico, lo chiamammo per darci spiegazioni su come funzionava, e per l’occasione ci fu un bel dibattito anche sul consultorio e così via”258. Il CAV di Prato quindi risulta ancora più “radicale” rispetto ai centri finora analizzati, in quanto si battono anche contro alcuni contraccettivi, in linea quindi con le posizioni del Vaticano. La Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia (FIGO)259 insieme all’OMS, ha pubblicato il documento “Statement on Mechanism of Action” riguardo al meccanismo d'azione della pillola del giorno dopo. In questo documento, basato su molteplici studi, si dichiara che la pillola del giorno dopo, "non impedisce lo sviluppo dell'embrione" se iniziato e quindi, "qualunque definizione di gravidanza si utilizzi, non è mai abortivo". La “pillola del giorno dopo” quindi ha l’azione di prevenire l’ovulazione:
257 Prof. Bruno Mozzanega, Ginecologo, Ricercatore e Docente dell’Università di Padova. E’ membro del consiglio
direttivo del Movimento per la Vita di Padova.
258 Intervista alla presidente del Centro Per la Vita di Prato, 27/11/2014.
259 Sito della Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia: www.figo.org, vedi: Publication&Resources, Levonorgestrel.
nel caso ci sia stata la fecondazione dell’embrione, la pillola diventa inefficace, proprio perché non è antiabortiva ma un semplice contraccettivo.
La Presidente del CAV, è inoltre molto critica sulla gestione regionale della Legge 194, in quanto non pensa che sia addirittura applicata: “io personalmente questa legge, e anche come Centro, non siamo d’accordo sulla gestione che ne fa la Regione perché non la segue completamente. Tutti i colloqui che sono disposti, servono per evitare che la donna ricorra all’aborto, e tutto questo percorso non viene fatto, perché anche loro stessi dicono “come si fa? Ci sono tante visite da fare, tanto lavoro, non si può perdere tanto tempo”, il lavoro psicologico sarebbe molto importante, lo sappiamo anche quando vengono le donne qui che magari noi siamo l’ultimo anello, “prova a parlare con il Centro” e da loro si è capito ancora meglio che praticamente è l’ostetrica che le riceve, a volte la ginecologa, in alcuni casi l’assistente sociale, invece nell’iter c’è anche un ripensamento, perché in questi colloqui non devono essere fatti a catena tutti oggi, non ce la fanno, ma il ripensamento serve, anche se c’è il ripensamento dopo 7 giorni, ma scusa dai a questa il certificato con scritto già il numero di telefono per prendere l’appuntamento per interrompere, che ripensamento è?”260 Secondo quindi Patrizia, l’iter disciplinato dalla legge serve proprio per influenzare la donna a non abortire e la stessa Legge 194 è applicata in modo molto superficiale dal personale sanitario. Inoltre, la Presidente è anche molto critica nei confronti degli stessi medici obiettori, in quanto molti di essi accettano di prescrivere l’IVG: “anche l’obiezione non è praticata bene, io capisco che le persone devono pur mangiare, però bisogna essere più..noi siamo un po’ delusi dai medici che ci sono, che a suo tempo sono stati anche volontari del Centro, quindi si dichiarano apertamente obiettori, però.. vedo che anche chi si dice obiettore di coscienza dice «beh io sono obbligato a fare questa dichiarazione»261”. Secondo la Presidente, molti medici obiettori prescrivono anche la spirale, altro contraccettivo visto dal Centro come antiabortivo: “..noi chiediamo chi gliel’ha prescritta la ricetta e a volte sono proprio medici che si dichiarano obiettori. Ma anche la spirale è abortiva, dico “ma ti hanno spiegato come funziona?”, “no”. Perché noi alle mamme diamo vitamine per bambini e anche medicinali, quindi loro, chi ha fiducia in noi viene candido candido a farci vedere la ricetta e noi le spiegano come funziona la spirale, ma non dovrebbe