Come abbiamo accennato nel paragrafo precedente, i personaggi principali del romanzo sono i due ragazzi: Elio ed Oliver.
Elio è il narratore della storia, che racconta, attraverso i suoi ricordi, la vicenda che lo lega ad Oliver: tutto inizia nell’estate in cui aveva 17 anni. Elio è un giovane molto colto per la sua età, appassionato di letteratura e di musica; secondo Oliver il ragazzo è molto saggio ed è preparato su tutto e ritiene che tende troppo spesso a sminuirsi ed a sottovalutarsi. Infatti, nonostante la sua grande preparazione, Elio è molto insicuro nel momento del confronto con gli adulti: è convinto che alle persone il suo pensiero non interessi; è anche molto timido e introverso – quindi è solito scrivere i suoi pensieri sul diario, di cui ci fornisce qualche tratto nel corso della narrazione – e non ha molti amici. Preferisce passare le giornate a leggere e trascrivere musica, piuttosto che uscire con i ragazzi della sua età. Si intrattiene con letture di un certo spessore, come l’Armance di Stendhal, libro che va ad acquistare
91 Per l’analisi di tutto il romanzo prendiamo in esame il testo di ACIMAN tradotto da VALERIA
BASTIA, Chiamami col tuo nome, Ugo Guanda Editore, Milano, dodicesima edizione, febbraio 2018.
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nella libreria di B. e di cui decide di regalare una copia anche a Oliver; sulla copia per il ragazzo scrive: Zwischen Immer und Nie, per te in silenzio, da qualche parte
dell’Italia a metà degli anni Ottanta. Lo fa perché vuole che Oliver, se dovesse
conservare il libro negli anni a venire, soffra nel riaprirlo, o che provi rimorso, oppure pietà per quel giovane che ha provato dei sentimenti per lui.
Elio, nell’estate dei suoi 17 anni, inizia a scoprire meglio la sua sessualità: non è solo attratto dalle donne, ma anche dagli uomini, cosa che scopre (o forse riscopre) grazie ad Oliver. Negli anni precedenti, infatti, si erano già verificati un paio di casi in cui si era sentito attratto da altri ragazzi, ma non aveva mai dato troppo peso alla cosa. Quando conosce Oliver, però, non può più ignorare i suoi sentimenti e, malgrado le sue molte insicurezze e paure, è lui a muovere il primo passo nei confronti dell’americano ed a continuare a cercare un costante contatto con lui.
Come tutta la storia, anche Oliver è visto attraverso gli occhi di Elio. È un giovane di 24 anni arrivato a casa di Elio dall’America, per collaborare con il professor P. al suo manoscritto di filosofia, su Eraclito. Sono molte le passioni che accomunano i due ragazzi, infatti si scoprono fin da subito attratti l’uno dall’altro, anche se dovremo aspettare il secondo capitolo – La collina di Monet – prima di veder esteriorizzati i loro sentimenti.
Oliver è molto bello, ha un fascino che conquista subito tutti e ben presto si ritrova con dei soprannomi quali muvi star e cauboi. Ha dei modi di fare un po’ sbrigativi, come il suo modo di dire Dopo, quando si deve congedare, e il suo Esco, rivolto a Mafalda, quando annuncia che non si ferma a casa per cena. Elio vede Oliver molto sicuro di sé, e considera il suo modo di fare quasi arrogante; il signor P., invece, lo considera solo un ragazzo molto timido. Secondo Elio, il modo di fare sbrigativo e
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sbarazzino di Oliver si intravede già dal suo modo di vestire: indossa sempre le camicie mezze aperte, libere al vento, che lasciano intravedere la sua bella pelle; proprio per questo Elio ribattezza la camicia blu che Oliver indossa al momento del suo arrivo “Svolazzina”. Alla partenza dell’ospite americano, Elio tiene la camicia come ricordo, chiudendola bene in un sacchetto per non farla trovare dalla domestica, e per cercare di conservare l’odore dell’amico-amante.
In un primo momento Elio crede che il carattere di Oliver si possa intuire a seconda dei costumi da bagno che indossa: quando porta quello roso è sfacciato, sicuro di sé, molto adulto, quasi burbero e di cattivo umore…meglio stargli alla larga; con quello giallo, invece, è vivace, esuberante, divertente, pronto a tirar frecciatine…non bisogna cedergli con troppa facilità; quando mette quello verde è condiscendente, ansioso di imparare, di parlare ed è molto solare. Lo indossa di rado; infine quello blu, che ha messo in qualche occasione in cui ha cercato un approccio diretto con Elio: lo ha addosso il giorno in cui entra per la prima volta in camera sua e il giorno in cui gli ha massaggiato la spalla. Ben presto, però, Elio si accorge che, per capire l’umore dell’amico, non può fare affidamento totale sul colore dei costumi.
Nel corso della storia apprendiamo che Oliver è un grande giocatore di poker – non perde mai: fin dal suo arrivo a B. ha voluto aprire un conto in una banca locale, proprio per versare lì le sue vincite. Da una conversazione con il professor P. scopriamo che ha la passione per il poker fin dalle superiori e con le vincite riesce a mantenersi; proprio per questo suo padre non ha mai avuto niente da ridire. Elio rimane stupito, a Roma, nello scoprire ulteriori capacità di Oliver: è un perfetto barman, è stato uno chef e poi anche ristoratore durante il suo periodo universitario.
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Quando Elio rivede Oliver 15 anni dopo, lo trova sempre bello: non ha perso i capelli, non ha messo la pancia e ha ancora la pelle liscia, come nell’estate in cui aveva 24 anni. Però nota che ha qualche macchia cutanea, molto evidente sulle mani, dovuta al troppo sole preso in gioventù.
Nel romanzo sono presenti diversi personaggi secondari, che influiscono – chi più e chi meno – sulle vite dei ragazzi.
Ritroviamo i signori P., madre e padre di Elio. Della madre non si sa molto, è molto cortese nei confronti di Oliver, con cui instaura conversazioni colloquiali – dandogli però sempre del Lei – e ha un occhio di riguardo per suo figlio: tende a preoccuparsi per lui perché non ha molti amici.
Il padre, brillante professore universitario, è appassionato della cultura in generale. Entrambi amano circondarsi di persone e spesso ospitano a casa, per i pasti, amici, parenti o semplici conoscenti, tra cui giornalisti e uomini di cultura, con cui si trovano a condividere quelle che chiamano “le fatiche della tavola”, cene in cui si ha uno scambio continuo di idee su precisi argomenti.
Il padre di Elio intuisce il rapporto che si è instaurato tra i due giovani, ma non fa niente per ostacolarlo, anzi, invita il figlio a non reprimere mai il dolore causato dalla partenza dell’ospite americano. Inoltre, considera Elio fortunato ad aver trovato una brava persona come Oliver e invidia un po’ il loro rapporto. In qualche modo è geloso anche l’intelligenza di Oliver e la sua grande capacità di gestire i soldi: con un cervello come quello di Oliver, avrebbe evitato degli errori in gioventù.
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Tra gli altri personaggi ritroviamo Mafalda, la cuoca e domestica della casa. Di origini napoletane, anche lei è stata stregata dal fascino di Oliver, a cui presta molte attenzioni, come portargli la spremuta fresca di albicocche – Oliver in compenso la aiuta a raccogliere le albicocche dall’albero – e sgusciargli un paio di uova la mattina a colazione, visto che il ragazzo non sembra essere in grado di farlo da sé. Elio ha il timore che Mafalda possa scoprire il suo segreto, essendo molto attenta ai dettagli e una gran chiacchierona – secondo il ragazzo la governante fa parte di una rete di perpetue ben informate.
Il marito di Mafalda, Manfredi, è l’autista della famiglia P. Ha qualche screzio con il giardiniere Anchise, perché tutti e due vogliono primeggiare nel mestiere l’uno dell’altro. Infatti, Manfredi critica spesso il lavoro di Anchise – ritiene, ad esempio, che innaffi troppo i pomodori – e quest’ultimo si occupa del suo mestiere, come riparare la bicicletta a Oliver. Non abbiamo molte altre informazioni su Manfredi; Anchise, invece, non è ben visto da Elio, che si sente intimorito da lui, mentre Oliver lo trova molto disponibile e cordiale; Elio teme che anche il giardiniere si sia invaghito del nuovo ospite estivo.
Oliver instaura un ottimo rapporto di amicizia con Viola, una bambina di 10 anni, vicina di casa della famiglia P., malata di leucemia. È consapevole di non avere ancora molto da vivere: questo la rende molto matura nonostante la tenera età. Viene considerata un genio, e, agli occhi di Oliver – la prima volta che la incontra, ignora la sua situazione di salute – sembra bellissima, sana e brillante. Oliver e Viola amano passare il tempo a chiacchierare su uno scoglio in riva al mare e lui riesce a confidarsi con lei, tanto che la bambina è a conoscenza dei sentimenti che Oliver prova per Elio.
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Quando Oliver torna negli Stati Uniti, Viola è molto arrabbiata: è partito senza salutarla. Teme di non riuscire a vederlo mai più; per fortuna si rincontrano lo stesso anno, a Natale, quando Oliver torna a far visita alla famiglia P., accettando l’invito della mamma di Elio.
Viola scrive una lettera al giorno all’amico americano, fino a quando non muore, l’anno successivo. È Elio a dare la brutta notizia all’amico, che apprende del tragico evento solo di rientro da un viaggio in Asia, dopo diverso tempo. Per questo, quando Oliver risponde con una lettera di condoglianze a tutti i membri della famiglia, riapre una ferita che già si stava rimarginando.
Un ruolo interessante all’interno della storia lo svolge Marzia, una ragazza coetanea di Elio, che ben presto si invaghisce di lui. Anche lei, come Elio, ama leggere – non racconta a nessuno della sua passione perchè pensa che la lettura sia un modo di nascondersi, celare il proprio essere – giocare a tennis e nuotare. Inizia una storia con Elio quando il ragazzo si sente rifiutato da Oliver, e continuerà anche dopo che Elio ha avuto un rapporto sessuale con l’amico. Il giovane è realmente attratto da tutti e due e spera che l’amico-amante, che è a conoscenza della sua relazione con Marzia, non sia geloso di lei. La ragazza ha paura che Elio la farà soffrire e teme di essere una seconda scelta per lui; crede, infatti, che il giovane sia invaghito di Chiara, altra loro coetanea, italo-americana, che ha instaurato un rapporto amoroso, apparentemente solido, con Oliver. Marzia ignora che Elio è geloso di Chiara solo perché lei può avere ciò che lui desidera davvero: Oliver.
Nel capitolo La sindrome di San Clemente ritroviamo una figura che è già stata abbozzata in precedenza nel romanzo: Alfredo, il poeta del libro di raccolte di
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poesie, Se l’amore. Marzia ed Elio hanno avuto modo di incontrare il poeta, una sera in cui sono usciti insieme, nella libreria di B.; lo scrittore ha appena finito di presentare il suo libro, quindi Elio ha approfittato della situazione per farsi autografare due copie, una per sé e l’altra per Marzia. Nel corso della storia apprendiamo che Alfredo è seguito dallo stesso editore che si occupa della versione italiana del manoscritto di Oliver; per questo i due ragazzi hanno modo di imbattersi in lui a Roma, quando sono invitati dall’editore (inizialmente l’invito è rivolto solo ad Oliver) a partecipare alla sua presentazione del libro. Lo scrittore non parla mai di sé come di un poeta, e racconta ai partecipanti del suo viaggio in Thailandia. È questo che l’ha portato a realizzare quella che secondo Elio è la poesia più bella della raccolta, quella che dà il titolo al terzo capitolo del nostro romanzo: La
sindrome di San Clemente. In occasione della presentazione conoscono anche la
moglie del poeta, Lucia, a cui Elio si lega particolarmente durante la serata. Vede in lei una figura protettiva, con cui riuscirebbe a sfogare ogni suo impulso.