3. Il film di Luca Guadagnino
3.1 Il regista e le sue opere filmiche
3.1.1 Chiamami col tuo nome
Il film si apre con un’inquadratura su un susseguirsi di immagini di statue greche, con qualche oggetto di marca temporale, ma anche socioculturale, degli anni ’80 – ad esempio il giornale del Corriere della sera, su cui si intravede la data, e la macchina da scrivere Olivetti – su cui si sovrappongono i titoli di testa.
Le immagini di statue greche che sfilano in apertura invitano lo spettatore a leggere in una prospettiva di classicità la vicenda amorosa che viene raccontata. I parallelismi non mancano, d’altra parte, anche nel prosieguo della rappresentazione: i protagonisti Elio e Oliver sono quasi sempre ritratti a torso nudo, le forme dei loro corpi sono una presenza costante e, appunto, statuaria nell’inquadratura106.
Chiamami col tuo nome è ambientato nell’estate del 1983, da qualche parte nel nord
Italia – nel corso della narrazione apprendiamo che si tratta di Crema e dei paesi limitrofi – come compare scritto nella prima sequenza, in cui vediamo Marzia (interpretata dalla francese Esther Garrel) ed Elio (interpretato dal giovane americano Timothée Chalamet) in camera del ragazzo, che si affacciano alla finestra quando sentono il rumore di una macchina: sta arrivando l'usurpateur107. I genitori di Elio, il professor Perlman (Michael Stuhlbarg, attore statunitense) e Annella (Amira Casar, attrice irlandese naturalizzata francese), vanno ad accogliere il nuovo ospite estivo, l’americano Oliver (interpretato dallo statunitense Armi Hammer). Elio deve scendere a salutare il nuovo arrivato e sarà lui ad accompagnarlo in camera; come ogni anno, Elio deve cedere la sua stanza all’ospite dell’estate, trasferendosi nella camera più piccola, che comunica con l’altra tramite
106 F. ROSSINI, Echi musicali e spunti letterari in Chiamami col tuo nome di Luca Guadagnino,
Cineforum, Marzo 2018, Vol. 58(2), p. 9.
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il bagno – la macchina da presa, nel corso del film, si soffermerà più volte ad inquadrare le due camere da letto attraverso questa terza stanza.
L’arrivo di Oliver turba l’equilibrio originario: è un primo incidente drammatico. Oliver, distrutto dal jet lag, si butta sul letto e si addormenta all’istante; decide di saltare anche la cena, scendendo solo la mattina successiva, per colazione. Non conoscendo la casa segue il rumore delle voci per raggiungere il resto della famiglia; una volta a tavola cerca di sgusciarsi un uovo, ma non ci riesce, così corre in suo soccorso Mafalda (Vanda Capriolo), cuoca e governante della famiglia. Fin da subito Oliver annuncia di voler aprire un conto in una banca locale, quindi il professore chiede ad Elio di accompagnarlo a Crema.
I due giovani si dirigono con le biciclette in città; Elio inizia a sentirsi in sintonia con il nuovo arrivato, fino a quando non viene liquidato con un Dopo! – scopriremo essere il modo di congedarsi di Oliver – che lascia il ragazzo molto perplesso. Nello studio del professore Oliver dà spettacolo di conoscenza: sorprende tutti dando la definizione etimologica della parola albicocca, contraddicendo quanto ha appena spiegato il professore.
Vedremo che all’interno della narrazione filmica la frutta gioca un ruolo centrale: numerose, infatti, sono le inquadrature sul frutteto di Annella e spesso i personaggi vengono inquadrati mentre stanno raccogliendo e mangiando la frutta, e non solo. Elio, inizialmente, non è molto entusiasta dell’atteggiamento di Oliver, e si trova a commentarlo una sera a cena, quando l’ospite americano non si presenta; il modo di fare che lui trova arrogante viene considerato dal padre come un segno di timidezza; gli dice anche che imparerà a farsi piacere il nuovo ospite, quasi predicendo quanto accadrà.
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Oliver è ben visto dagli amici di Elio: le ragazze fanno commenti positivi sul suo aspetto mentre lo osservano giocare a pallavolo e anche quando lo scrutano ballare in pista, insieme alla sua spasimante Chiara (Victoure Du Bois, attrice francese). In quell’occasione anche Elio si trova a fissarlo intensamente, lasciando intuire allo spettatore i suoi sentimenti. Cerca di sopprimere i suoi pensieri andando a ballare con Marzia, portandola poi al fiume a fare il bagno. La ragazza è titubante, teme che l’amico l’abbia invitata lì solo perché geloso di Chiara; ancora ignora quello che Elio prova per Oliver.
Marzia, in un primo momento, non riesce ad essere pienamente se stessa con Elio, cosa che gli dichiara un pomeriggio quando passeggiano insieme in città, dopo che il ragazzo le ha portato un libro: ha paura che la farà soffrire. Nel corso del film, però, si creano situazioni molto intime tra i due, fino a quando Elio non si farà più sentire da lei, deludendola molto. Verso la parte finale, però, capiamo che anche Marzia ha compreso quello che legava Elio ed Oliver, quindi non riesce ad essere arrabbiata con lui, anzi, vuole rimanergli accanto come amica.
Il pomeriggio successivo alla serata danzante, Oliver ed Elio, dopo un litigio – i ragazzi sono ancora poco in confidenza – accompagnano il professore in missione archeologica alle Grotte di Catullo di Sirmione, dove è stato rinvenuto il braccio di una statua andata dispersa nel 1827 (il professore spiega nel dettaglio la storia della scultura) con il naufragio della nave che la stava trasportando. Tra lo sgomento di tutti, riemerge dal lago anche il resto della statua. In questa parte di narrazione si può esaminare un nuovo punto di svolta, in cui si ha l’impressione di immergersi nel mondo antico; questo luogo, sulle rive del Garda, fa da cornice alla
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riconciliazione dei due giovani, che avviene attraverso un frammento distaccato della statua: il braccio.
Dopo il riavvicinamento, Elio è sempre più attratto da Oliver, ne è quasi ossessionato, tanto da cercare anche un semplice contatto con le sue cose: un pomeriggio entra in camera dell’ospite, prende il suo costume rosso sbiadito, lo mette in testa e comincia a fare dei movimenti sensuali, interrompendosi solo quando sente dei rumori nel corridoio.
La routine quotidiana, fatta di uscite e nuotate al fiume, viene sospesa dalla pioggia. Elio, così, si ritrova in casa con i genitori; qui, la famiglia ha modo di condividere un momento intimo, in cui il padre dice ad Elio che si può confidare con loro: non deve temere, loro non lo giudicheranno mai.
Tornato il sole, Elio ed Oliver si trovano a bordo piscina: a partire da questo momento si instaura il primo vero contatto tra i due. Decidono di andare insieme in città; una volta lì, osservano il monumento dei caduti nella battaglia del Piave, ed Oliver chiede ad Elio se c’è qualcosa che non sa. Il giovane coglie l’occasione per dirgli che ignora le cose importanti, quelle che veramente contano. Oliver si stupisce, perché gli sta dicendo questo? Elio pensa che Oliver lo debba sapere, perché vuole che lui lo sappia. Perché non c’è nessun altro a cui potrebbe dirlo. Oliver gli chiede se sta dicendo quello che pensa lui; Elio risponde di sì. Oliver si allontana, ed invita l’amico a non andarsene; “Sai che non mi muovo” è la risposta di Elio. Oliver torna arrabbiato perché è stato fatto un errore nella traduzione di alcune pagine del suo manoscritto, quindi non ha niente su cui lavorare per il resto della giornata. Elio, pentito della conversazione di qualche minuto prima, confessa che vorrebbe non avergli detto niente. Oliver risponde che farà finta di non sapere:
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non possono parlare di certe cose. Così riprendono le bici e si avviano verso casa. La macchina da presa segue la pedalata dei due: vediamo Oliver affannato, poi li osserviamo allontanarsi e infine sparire lungo il sentiero. Si fermano nel posto di Elio – dove va a leggere e pensare – un luogo immerso nella natura, attraversato da un ruscello. Affaticati dalla pedalata decidono di entrare in acqua, che è ghiaccia, in quanto arriva direttamente dalla sorgente dalle montagne. Ad Oliver piace come Elio spiega le cose e non capisce perché il giovane si sminuisca tanto. Elio gli risponde che così almeno non lo fa lui. Oliver si stupisce che il ragazzo si preoccupi così tanto di quello che pensa lui. Per smorzare la situazione carica di tentazione, i due iniziano a punzecchiarsi un po’, schizzandosi con l’acqua e saltandosi addosso. La narrazione procede con un breve salto temporale: ritroviamo i due ragazzi sdraiati sul prato; Elio adora tutta questa situazione. Oliver inizia ad accarezzare le labbra di Elio – in un modo simile aveva sfiorato le labbra della statua greca riemersa dal lago – e poi i due si baciano. Elio non vorrebbe smettere, anzi, andrebbe anche oltre, ma Oliver si ritira, lo scansa: per ora non hanno fatto niente di male e vuole continuare a comportarsi bene.
La famiglia Perlman ha degli ospiti a pranzo, Bambi e Nico (interpretati rispettivamente da Elena Bucci e Marco Sgrosso): questi ultimi discutono animatamente, passando da uno scambio di idee sulla situazione politica che trovano assurda, che vede al centro Craxi – Annella parla di un compromesso storico, facendo infuriare Bambi, che la trova cambiata da quando ha ereditato la villa – per poi spostarsi a dibattere di cinema, che Nico considera lo specchio della realtà. La macchina da presa, dalla tavola, si rivolge al frutteto, dove si trova Anchise (interpretato da Antonio Rimoldi), tuttofare della famiglia Perlman, che
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sembra osservare divertito la scena. Ad Elio inizia a sanguinare il naso, così si alza da tavola per cercare del ghiaccio; una volta trovato, si accascia sul pavimento in salotto, dove lo raggiunge Oliver, che inizia a massaggiargli il piede.
Seguono delle giornate in cui Elio si sente tradito e trascurato dall’ospite americano, che esce senza informarlo sui suoi spostamenti; per colmare il vuoto lasciato dall’amico, Elio si riavvicina a Marzia, instaurando una storia amorosa con lei. Il diciassettenne, però, non è in grado di togliersi dalla testa Oliver, non riesce ad ignorare quanto è successo, quindi si fa coraggio e cerca ulteriormente un contatto con lui: gli scrive un biglietto Non sopporto il silenzio, devo parlarti, che gli lascia sotto la fessura della porta, mentre Oliver sta dormendo. La mattina successiva, tornando in camera, Elio vede che l’amico gli ha risposto: Cresci. Ci vediamo a
mezzanotte; il ragazzo è al settimo cielo. Inizia a guardare insistentemente
l’orologio per tutto il giorno. Annella, a pranzo, annuncia che avranno ospiti per cena e, dal commento di Elio, capiamo che si tratta di una coppia gay. Mentre Elio si sta alzando da tavola, Oliver gli chiede che ore sono, le 2. Oliver annuncia a Mafalda che non sarà a casa per cena ed esce con la bicicletta; incrocia Marzia che sta andando alla villa. La ragazza passa tutto il pomeriggio con Elio, facendo l’amore con lui in soffitta e congedandosi solo all’arrivo degli ospiti, quelli che Elio, seguendo l’esempio della madre, chiama Sonny e Chare. I due ospiti stravaganti, Mounir e Isaac, interpretati rispettivamente da André Aciman e da uno dei produttori, Peter Spears, indossano degli abiti colorati, molto appariscenti. Elio è obbligato dal padre a mettere la camicia che gli hanno regalato: dovrà comportarsi bene anche con degli ospiti che non accetta. Quindi, può ritirarsi in camera sua solo dopo aver suonato il pianoforte per loro. È sempre più impaziente di vedere Oliver;
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lo scorge in terrazza, così lo raggiunge. Oliver è contento di vedere Elio, lo accarezza, poi si spostano in camera dove bisbigliano per non farsi sentire dagli altri occupanti della villa. Iniziano a spogliarsi e baciarsi; la macchina da presa si sposta su un albero fuori dalla finestra. Vediamo nuovamente i due sdraiati sul letto ed è in questo momento che Oliver dice ad Elio: Chiamami col tuo nome e io ti chiamerò
col mio; così, i ragazzi iniziano a bisbigliare i rispettivi nomi.
La mattina successiva, mentre i due sono sempre nudi a letto, Elio non riesce a guardare Oliver, sembra pentito. Oliver, però, riesce a fargli tornare il solito entusiasmo, tanto che i due, nei giorni successivi, si ritrovano a pensare al tempo che hanno sprecato: un pomeriggio, in soffitta, Elio, dopo aver usato una pesca per scopi onanistici, piange sulle spalle di Oliver, turbato dall’imminente partenza dell’amico-amante; e ancora, sul terrazzo, Elio rimprovera ad Oliver di non avergli mandato nessun segnale; se lo avesse fatto avrebbero potuto sfruttare meglio le 6 settimane che l’americano ha trascorso in Italia.
L’estate sta finendo e Oliver deve tornare in America. Prima, però, deve passare da Bergamo per l’Università; secondo Annella sarebbe carino se Elio andasse con lui. Il padre si trova d’accordo, quindi i due giovani partono insieme. Li vediamo salire sul pullman; la macchina da presa si sofferma lungo i sentieri che percorre il mezzo di trasporto. Nella scena successiva, i due giovani corrono lungo le montagne, in prossimità di una grande cascata e sembrano felici, sereni.
Oliver riesce ad essere molto spontaneo con Elio anche nella camera d’albergo, dove continuano a ridere intensamente, e per strada, dove girano mezzi ubriachi. La mattina successiva Elio ed Oliver sono alla stazione – l’ospite estivo deve tornare in America – dove si scambiano un timido sorriso; entrambi sono molto
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tristi. Possiamo individuare in questa scena un nuovo momento di rottura segnato dalla partenza definitiva di Oliver, una persona diventata speciale per Elio: la grande amicizia si è tramutata in qualcosa di più, tanto da far scoprire un nuovo lato di sé al diciassettenne.
Elio rimane solo ad osservare il treno che si allontana; si asciuga gli occhi e con la voce singhiozzante chiama la mamma per farsi venire a prendere.
Una volta a casa, Elio si trova ad ascoltare il monologo del padre, il momento forse più toccante del film: il genitore gli ricorda che ha stretto una splendida amicizia, una cosa che succede raramente, quindi è stato molto fortunato; inoltre, lo invita a non soffocare il dolore che prova. Non dovranno più parlare di questa cosa, se Elio non vorrà, ma vuole fargli sapere che lui ci sarà sempre.
Con un salto temporale, ci troviamo in inverno. La macchina da presa inquadra i paesaggi innevati; Elio arriva a casa, con le cuffie sulle orecchie; sembra felice. Il suo umore cambia in seguito alla telefonata con Oliver, che ha contattato la famiglia dall’America per informarla del suo imminente matrimonio. Da un altro ricevitore sentiamo i signori Perlman congratularsi con lui; gli accennano che stanno scegliendo il nuovo ospite per l’estate: sarà una ragazza. Poi, riagganciano. Elio pronuncia il suo nome, e dopo qualche istante sentiamo anche Oliver dire il suo: nessuno dei due si è dimenticato di quanto successo quell’estate.
La scena finale vede Elio avvicinarsi al camino, ha gli occhi lucidi; grazie alla forte espressività di Timothée non sono necessarie parole per capire il suo stato d’animo. Su questa immagine finale iniziano a scorrere i titoli di coda.
Interessante è osservare come, all’interno del film, la villa svolga un ruolo importante; in numerose interviste, il regista ha dichiarato di aver voluto rendere la
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casa partecipe della narrazione, come se fosse un ulteriore personaggio108. Anche se non abbiamo mai una visione completa della villa, possiamo notare che è stata inquadrata in molte sue parti, sia dall’esterno – con le persiane chiuse ma anche con tutte le finestre spalancate – che dall’interno, con una concentrazione particolare sul bagno e le camere dei ragazzi, che comunicano grazie ad esso, il soggiorno, lo studio del professore e le scale.
Per concludere questo paragrafo possiamo concentrarci brevemente sul doppiaggio; come abbiamo avuto modo di esaminare nel primo capitolo, il doppiaggio può portare a delle modifiche radicali nei film, ed è questo il caso di Chiamami col tuo
nome. La grande componente poliglotta delle conversazioni, infatti, è andata
perduta nella versione italiana, dove tutti i personaggi parlano, appunto, in italiano, e non più in diverse lingue, come accade nella versione originale. Esaminando brevemente sia la sceneggiatura sia la versione inglese, possiamo notare che Elio si trova spesso a parlare in francese o in italiano con la madre – quest’ultima passa da una lingua all’altra anche all’interno dello stesso discorso – e in qualche occasione parla in francese anche con Marzia e Chiara. Con Mafalda ed Anchise, invece, i componenti della famiglia parlano in italiano; anche Oliver, in un paio di occasioni, si impegna a parlare in italiano con loro: questo gli comporta un forte sforzo fisico, pertanto la mimica risulta troppo marcata nella versione italiana in cui non si comprende a pieno la situazione, perché siamo abituati a vedere Oliver parlare sempre in italiano.
Inoltre, anche lo scambio di battute tra gli amici di Elio avviene in italiano.
108 Intervista al regista EXCL - Chiamami col tuo Nome, Luca Guadagnino: "È un film sul collasso
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