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Gli andamenti di mercato »

4. Le produzioni vegetali »

5.1. I bovini e la carne bovina »

5.1.2. Gli andamenti di mercato »

5. LE PRODUZIONI ZOOTECNICHE

101 tiva dei prezzi di capi da macello e carni bovine, introducendo diverse flessio- ni, il 2015 è tornato a presentare tutti segni positivi, benché in qualche caso si tratti di pochi decimali di punto.

L’incremento più significativo si osserva per i vitelli, il cui prezzo compie un balzo in avanti poco inferiore a quello dell’anno precedente: in due anni questa quotazione ha guadagnato oltre il 15%, che diventa un 30% su base de- cennale.

All’estremo opposto si collocano le vacche da macello, il cui prezzo cresce appena dello 0,1%, dopo che aveva lasciato sul terreno lo scorso anno ben il 13%, e quasi il 9% l’anno precedente. Questa categoria aveva vissuto una fase di dinamica positiva dei listini tra gli ultimi anni del decennio scorso e i primi dell’attuale, per cui il differenziale a dieci anni resta ancora positivo, ma ridot- to a poco più del 2%.

I vitelloni delle razze Limousine e Charolaise ed incroci, che rappresentano le due categorie tenute sotto controllo per questa tipologia di animali, hanno ri- trovato nel 2015 un percorso sostanzialmente parallelo, dopo le divergenze degli anni precedenti. Infatti nel 2013 era stata premiata la razza più pregiata, con un sostanzioso incremento di prezzo che si contrapponeva alla flessione dell’altra, mentre nel 2014 si era fermata la discesa del prezzo dei biondi Cha- rolaise, diversamente dai neri Limousine, che avevano lasciato sul terreno 15 centesimi per kg. Nel 2015 i capi di entrambe le razze hanno avuto quotazioni in crescita, con sviluppi più interessanti, sia in assoluto che in percentuale per quella proveniente dalla regione di Limoges. Il differenziale tra le due catego- rie, che era sceso dal 20% del 2013 al 15% del 2014, si è così riportato appena sopra il 20%.

Gli incrementi di prezzo dei capi destinati alla macellazione, con l’eccezione delle vacche, non si è però ripercosso se non in misura molto limi- tata sui listini dei principali tagli, segno che gli stadi della filiera successivi all’allevamento sono stati obbligati a comprimere i margini per adeguarsi ad un mercato finale molto fiacco. È assai significativo osservare questo fenome- no per la parte più pregiata delle carcasse di vitello, ossia la sella, che fino al 2013 aveva avuto sempre aumenti più consistenti rispetto ai corrispondenti animali vivi, tanto da segnare nel quinquennio 2008-2013 un +23% contro il +6% dei capi, e un +50% contro un +13% nel decennio passato. Nel 2014, an- no in cui l’aumento dei listini dei vitelli da macello era stato il più alto nella storia recente, esso si era ripercosso nelle stesse proporzioni anche sulle selle. Infine nel 2015, come detto, il rapporto si inverte, e la crescita delle selle è appunto appena accennata e molto inferiore rispetto a quella dei corrispondenti animali.

Nel caso dei vitelloni, mentre nel 2014 i più pregiati quarti posteriori ave- vano avuto un’evoluzione molto più favorevole rispetto alle mezzene, nel

2015 il loro comportamento è molto simile, con una crescita che si ferma a circa un quarto di quella dei capi vivi da cui provengono.

L’osservazione dei dati mensili per il prezzo delle vacche conferma che la variazione pressoché nulla del dato medio annuale tra 2014 e 2015 corrispon- de effettivamente ad una stabilizzazione del listino: la fase decrescente avvia- tasi a metà 2012 sembra infatti essersi conclusa con la fine del 2014, e il 2015 è stato caratterizzato da un normale andamento stagionale, con il mercato in crescita fino a maggio, e poi in calo (figura 5.1). Infatti la quotazione di gen- naio 2015, pari a 1,27 €/kg, si collocava sotto quella di un anno prima del 7,3%, ma per effetto della crescita stagionale, che si opponeva al calo che ave- va caratterizzato quasi l’intero 2014, già a marzo 2015 lo scarto era positivo, e pari a +2,6%; toccava un primo massimo locale ad aprile con un +4,0%, e suc- cessivamente a luglio con un +3,8%, scendendo poi in modo abbastanza rego- lare al +0,6% di dicembre. A quel punto il prezzo era pari a 1,23 €/kg, poco al di sotto di quello di inizio anno, essendo salito di 22 centesimi tra gennaio e maggio e successivamente sceso di 26 centesimi nei rimanenti mesi dell’anno.

Per quanto riguarda i vitelloni, emerge come la diversa evoluzione tra la razza più pregiata e quella più economica abbia caratterizzato soprattutto gli anni fino al 2013, mentre negli ultimi 24 mesi vi è una notevole concordanza. Il 2014 si era caratterizzato per una fase calante fino a maggio-giugno per la Limousine, che si era protratta fino a luglio per la Charolaise, e successiva- mente un recupero a seguito del quale la quotazione di dicembre per la prima razza, pari a 2,88 €/kg, rimaneva sotto l’analogo valore di un anno prima del 3,9%, esattamente come avveniva per la Charolaise con il dato di 2,49 €/kg.

Nel 2015 la spinta al rialzo della prima metà dell’anno è stata più breve, concludendosi per entrambe le razze già con il dato di marzo, sopra di 8 cente- simi rispetto al precedente dicembre. Di lì a giugno si aveva un tratto in calo, per complessivi 8 centesimi nel caso della Limousine e 12 per la Charolaise. La seconda metà dell’anno mostrava ancora un maggior dinamismo, ma al rialzo, per la razza bionda, meno pregiata, poiché nei sei mesi essa recuperava 18 centesimi per kg a quota 2,92, contro i 2,63 (+4 centesimi) per la razza ne- ra. Il differenziale tra le due quotazioni, pari a 39 centesimi per kg nel dicem- bre 2014, saliva così fino a 43 centesimi in giugno, salvo poi scendere a 29 centesimi di lì alla fine dell’anno.

Le quotazioni dei vitelli da macello parevano aver ritrovato, a partire dal 2010, il tipico andamento di prezzo discendente nel primo semestre e ascen- dente nel secondo; in un contesto di forte tendenza rialzista, tuttavia, questo andamento a “V” è stato appena accennato nel 2014 e praticamente assente nel 2015. Quest’ultimo anno già catalizzava gli incrementi di quello precedente, dato che il prezzo del mese di gennaio, pari a 4,36 €/kg, si collocava sopra

5. LE PRODUZIONI ZOOTECNICHE

103 quello di un anno prima del +5,7%. A quel punto si è avuto l’unico accenno di flessione del listino, dato che tra gennaio e febbraio vi è stato un calo di quat- tro centesimi, riassorbito poi gradualmente tra marzo ed agosto, che aveva la medesima quotazione di gennaio, mentre lo scarto a dodici mesi era legger- mente salito al +5,9%. Il resto dell’anno vedeva un progresso di ulteriori 26 centesimi, più marcato di quanto avvenuto l’anno precedente, cosicché il prez- zo di chiusura di 4,62 €/kg era pari al 6,1% in più rispetto a dicembre 2014.

Nel 2014 la maggior parte dei tagli di carne bovina aveva avuto andamenti difformi rispetto ai corrispondenti animali vivi, con la rilevante eccezione del- le mezzene di vitellone di prima qualità; tale comportamento si è ripetuto, seb- bene con modalità diverse, anche nel 2015 (figura 5.2). Tali mezzene hanno infatti avuto, come i vitelloni, un inizio d’anno in ascesa, contrastante con il normale decremento dei prezzi nella prima metà dell’anno, che si è arrestato già a marzo, quando il prezzo aveva guadagnato 18 centesimi rispetto al pre- cedente dicembre (+3,1%). È poi subentrata una fase di moderata flessione esattamente simmetrica all’iniziale crescita, essendo culminata a luglio con il prezzo di 5,81 €/kg, 18 centesimi sotto rispetto a marzo. Entrambe queste fasi si realizzavano con progressivi incrementi rispetto al 2014, dato che a dicem- bre 2014 lo scostamento a dodici mesi era del -9,4%, a marzo 2015 era passato

Figura 5.1- Prezzi medi mensili all’ingrosso dei bovini da macello: gennaio 2006-dicembre 2015

Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati C.C.I.A.A. di Modena.

a -6,5% e a luglio a +3,9%. Seguiva poi una nuova fase crescente, che a di- cembre portava il prezzo a 6,07 €/kg, ossia il 4,5% sopra il dato di dicembre 2014 (e di luglio 2015).

A confronto con le mezzene, i quarti posteriori hanno avuto un’evoluzione pure positiva ma più lineare, come era già accaduto nel 2014. Il 2015 è iniziato con una quotazione di 8,69 €/kg, inferiore dell’1,7% a quella di un anno prima, il listino non si è mosso fino a marzo e ad aprile il raffronto con il 2014 è en- trato in terreno positivo; tra fasi di stabilizzazione e ritocchi al rialzo, il prezzo è arrivato in settembre-ottobre a 8,86 €/kg, per segnare poi una flessione di 10 centesimi e chiudere l’anno su tale livello, poco meno dell’1% sopra il 2014.

Le selle di vitello, che uscivano da un periodo di ininterrotta crescita a par- tire da maggio 2013, hanno invece avuto un 2015 un po’ più contrastato: dopo aver iniziato l’anno con la quotazione di 11,32 €/kg, la stessa di novembre e dicembre 2014, si è registrata una flessione di cinque centesimi in febbraio, re- cuperata ad aprile, ma poi due mesi successivi di ripiegamento in giugno e lu- glio portavano il lisino in questo mese a 11,02 €/kg, il 2,7% in meno rispetto ad inizio anno e l’1,8% in meno rispetto ad un anno prima. A settembre si è poi avviata una fase crescente, che ha portato nell’ultimo mese dell’anno a su- perare il dato di dodici mesi prima, chiudendo a 11,37 €/kg (+0,4%).

Figura 5.2- Prezzi medi mensili all’ingrosso di alcune categorie merceologiche di carne bo- vina: gennaio 2006-dicembre 2015

Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati C.C.I.A.A. di Modena.

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