• Non ci sono risultati.

La zootecnia da latte e i suoi derivati »

4. Le produzioni vegetali »

5.4. La zootecnia da latte e i suoi derivati »

Nel complesso la quantità vendibile di latte prodotto in Emilia-Romagna, che aveva subito tra il 2007 e il 2009 il ridimensionamento più netto dall’inizio del decennio, ha mostrato nel successivo triennio una tendenza de- cisamente espansiva: a partire dal 2013, per contro, la produzione ha oscillato attorno a 1,9 milioni di tonnellate; il dato del 2015, che corrisponde quasi esat- tamente a tale valore (esattamente 1.900,31 migliaia di tonnellate) rappresenta un regresso dell’1% in confronto all’anno precedente, ma su base quinquenna- le un incremento vicino al 7% (tabella 5.7). In questo arco di tempo si è

Figura 5.6 - Prezzi medi mensili all’ingrosso di galline e uova: gennaio 2005-dicembre 2015

Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati C.C.I.A.A. di Forlì.

Tabella 5.7 - La zootecnia da latte dell’Emilia-Romagna, 2005-2015 2005 2010 2011 2012 2013 2014 2015 Var. % 2015/14 Var. % 2014/13 Var. % 2015/10 Var. % 2015/05 Var.% media 2005-15 QUANTITA' VENDIBILE ('000 t)

Produzione di latte vaccino 1.864,0 1.777,8 1.878,30 1.905,73 1.895,88 1.918,61 1.900,31 -1,0 1,2 6,9 1,9 0,2

Destinazione:

Parmigiano Reggiano 1.532,1 1.485,7 1586,6 1615,4 1702,0 1563,7 1548,8 -1,0 -8,1 4,2 1,1 0,1

Altro 331,9 292,1 291,7 279,4 193,9 354,9 351,6 -1,0 83,1 20,4 5,9 0,6

PRODUZIONE DEI PRINCIPALI FORMAGGI ('000 t)

Parmigiano Reggiano 105,9 102,7 109,7 111,7 117,7 118,0 118,7 0,6 0,3 15,5 12,0 1,1

Grana Padano 18,3 19,4 22,4 20,8 19,9 21,0 20,6 -1,8 5,9 6,5 13,0 1,2

PREZZI DEI PRINCIPALI PRODOTTI LATTIERO-CASEARI (€/kg)

Parmigiano Reggiano 8,54 10,09 12,10 11,49 10,58 9,68 8,94 -7,6 -8,6 -11,4 4,7 0,5

Grana Padano 5,70 6,95 8,69 8,38 8,00 7,54 7,12 -5,5 -5,8 2,5 25,0 2,3

Burro 1,36 1,95 2,34 1,65 2,49 1,91 1,35 -29,2 -23,2 -30,3 -0,3 0,0

Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati Assessorato all'Agricoltura della Regione Emilia-Romagna e C.C.I.A.A. di Reggio Emilia e Cremona.

IL SISTEMA AG RO-A LIME N T A R E D ELL’EMILIA -RO M AGN A . RA PP O R T O 20 15

5. LE PRODUZIONI ZOOTECNICHE

117 rafforzata la vocazione casearia, già dominante, della zootecnia da latte emi- liano-romagnola; il Grana Padano prodotto a Piacenza ha messo a segno, nello stesso quinquennio, un +6,5%, mentre il Parmigiano Reggiano che copre buo- na parte delle restanti province emiliane ha segnato un +15,5%. Se si passa ad una valutazione sull’arco decennale, la crescita della produzione di latte ne ri- sulta ridimensionata (+1,9%) e il differenziale di crescita rispetto ad essa dei due principali formaggi regionali appare decisamente più accentuata, essendo cresciuta del 12% la produzione di Parmigiano Reggiano e del 13% quella del Grana Padano.

La campagna 2015/16 è iniziata con consegne sensibilmente superiori, me- se per mese, sia alla campagna precedente che a due campagne prima, ma poi il torrido mese di luglio ha provocato una caduta delle consegne mensili, che si sono ben distanziate da quanto avvenuto nello stesso mese del 2014 (figura 5.7). Successivamente, complice un andamento metereologico favorevole, e malgrado la graduale flessione degli indicatori di prezzo, le consegne della campagna si sono riportate al di sopra di quelle delle campagne precedenti, e tali erano fino a febbraio 2016, ultimo dato disponibile alla stesura di questo rapporto. A un mese dalla chiusura si stima che, se il divario tra febbraio 2015 e 2016 si confermasse inalterato anche per marzo, la campagna si chiuderebbe

Figura 5.7 - Consegne mensili di latte in Emilia-Romagna nelle campagne da 2013-14 a 2015-16 (.000 tonnellate)

con un aumento dell’1,8% nei confronti della precedente.

Il listino del Parmigiano, in termini di media annuale, ha mostrato pesanti flessioni per il quarto anno consecutivo: il calo del 7,6% nell’ultimo anno por- ta a una flessione cumulata del 26,1% rispetto al 2011. Infatti questa quotazio- ne, dopo la forte crescita negli anni 2009 e 2010, era arrivato a toccare l’apice nel 2011, ma già con il 2012 ha avviato un ridimensionamento che, malgrado un’illusione di ripresa nei mesi conclusivi del 2013, è proseguito per buona parte del 2015, anche in quest’anno il regresso è stato più lento che in prece- denza, e si è invertito negli ultimi due mesi (figura 5.8). A dicembre 2014 il formaggio del primo lotto dell’anno precedente quotava a Reggio Emilia 8,9 €/kg, che rappresentava il 15,6% in meno rispetto a un anno prima; di qui in poi il divario si è costantemente ridotto, scendendo al 12% circa in aprile, al 4% in settembre e arrivando in campo positivo in dicembre 2015 (+3,1%).

Sebbene con tempi ed intensità talora leggermente diverse, il Grana Padano ha percorso lo stesso cammino del Parmigiano Reggiano, sia nel medio perio- do che nel corso dell’ultimo anno. Il calo del 5,5% per il prezzo medio del 2015 rispetto al 2014, che anche in questo caso è il quarto consecutivo, porta la perdita in quattro anni al 18%. La quotazione di Cremona del dicembre 2014 era di 7,1 €/kg, ossia l’11,3% in meno del dicembre 2013. Anche in que-

Figura 5.8 - Prezzi medi mensili all'ingrosso dei principali prodotti lattiero-caseari: gen- naio 2006-dicembre 2015

Fonte: Elaborazioni Osservatorio sul Mercato dei Prodotti Zootecnici su dati C.C.I.A.A. di Reggio Emilia e Cremona.

5. LE PRODUZIONI ZOOTECNICHE

119 sto caso la perdita su dodici mesi si è gradualmente ridotta, passando per il 7,5% in aprile, a poco più del 3% in settembre, e si è praticamente azzerata in novembre, passando in dicembre in terreno positivo (+1,1%).

Mentre i formaggi grana, pur sotto l’influenza del contesto di mercato ge- nerale, risentono in modo molto evidente del loro specifico bilancio tra do- manda e offerta, al contrario il burro ha quotazioni che sono direttamente e ra- pidamente influenzate dagli equilibri che si affermano sul mercato globale. A metà 2012, dopo un calo durato oltre un anno, era iniziata una fase positiva che portava la quotazione di settembre 2013 a quota 2,9 €/kg. Il 2013 si è però chiuso sotto cattivi auspici, con un abbozzo di flessione che in effetti ha inte- ressato poi tutto il 2014 e, salvo un tentativo di ripresa in febbraio e marzo, anche tutto il 2015. A dicembre 2014 la quotazione era a 1,38 €/kg, dopo esser salita in marzo a 1,69 €/kg, in giugno era già scesa a 1,35 €/kg. Dopo un anno essa era arrivata a 1,33 €/kg, che rappresenta il 3,6% in meno rispetto a di- cembre 2014, ma ben il 51% in meno in confronto con il dato di chiusura del 2013.